Breve indagine su una sala difficile

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Breve indagine su una sala difficile
Breve indagine su una sala difficile
L’Audi Palace di Cortina d’Ampezzo è un luogo intrigante, apparentemente di
facile utilizzo ma la frequentazione assidua dell’ultimo anno ci ha messo di fronte
ad alcune difficoltà inattese su cui vale la pena di indagare più a fondo.
La tensostruttura che ospita il talk show festivo “Cortina Incontra”, l’Audi Palace di Cortina appunto, si è
dimostrata una location acusticamente difficile. Ha una volta ad arco larga 20m ed alta, al colmo, intorno
agli 8m. La sala è lunga 40m.
Sul palco si avvicendano talk shows su vari temi d’attualità, cultura, politica, economia. Gli ospiti che
andiamo a microfonare possono essere i più diversi. La redazione pretende l’uso di lavalier stile televisivo
perché gli show sono trasmessi in diretta su alcuni canali tv e in streaming su Internet.
Dovendo usare dei lavalier, è necessario mettere assieme un sistema di diffusione che garantisca un alto
guadagno acustico. L’impianto di rinforzo installato è un sistema distribuito che fa uso di ottimi diffusori
(point sources): UPA-1p per la sala, MM-4 per front fill e stage monitors, due sub USW. Tutto di
Meyersound. Il disegno qui sotto mostra l’allestimento iniziale.
Questa configurazione garantisce una copertura sufficientemente omogenea, un altissimo rapporto tra
suono diretto e riverberato, un elevato guadagno acustico e, nonostante sulla carta mostri qualche limite,
nell’uso ha dimostrato un’ottima intelligibilità.
Il guadagno acustico ottenuto dopo un primo allineamento del sistema si è dimostrato più che adeguato nel
95% dei casi, ma è risultato appena sufficiente nel restante 5%, facendoci sudare un po’ e dar fondo ai
trucchi del mestiere per portare a casa la serata. Quando l’ospite ha un’ampia scollatura, quando non vuole
abbottonare la camicia di seta, quando è molto anziano o molto timido, quando piove forte (siamo in una
tenda…) etc. etc., può capitare di dover alzare moltissimo il volume, di necessitare quindi di un largo
margine prima del feedback ovvero di un elevato guadagno acustico.
Nell’intento di aumentare il guadagno del nostro sistema abbiamo effettuato dei test che andiamo ad
illustrare.
Prima di realizzare qualsiasi misura o regolazione dell’impianto abbiamo improvvisato il sig. Peppe e lo
abbiamo dotato del nostro simpatico lavalier. Vedi foto.
Peppe è composto da uno speaker MM4 (bello!!!) e da uno sgabello-petto dove fissare il microfono. La
seduta dello sgabello inquina un po’ il campo sonoro e provoca una riflessione sul microfono ma non
disponevamo di altro ed il grado si approssimazione ci è parso assolutamente trascurabile (riconosco
pubblicamente di essere un “more-or-less guy” n.d.r.).
Poiché la zona più critica della sala interessa le prime due file davanti al palco, proprio quelle che ospitano i
vip del caso, abbiamo piazzato li il microfono di misura ed abbiamo proceduto ad una rozza valutazione del
guadagno acustico.
-70
1/48 ott
-80
system on
-90
system off
noisefloor
-100
natural
max gain
-110
rumore di fondo
-120
-130
100
1000
10000
Per maggior chiarezza riportiamo lo stesso grafico ma con una risoluzione in frequenza di un terzo di
ottava:
-60
1/3 ott
-70
-80
noisefloor01
-90
natural01
max gain
-100
-110
-120
100.00
1000.00
10000.00
Per realizzare queste misure, abbiamo inviato un rumore rosa al piccolo speaker sul palco, Peppe, e ne
abbiamo misurato la riposta (la curva marrone) con l’impianto spento. Poi, acceso il canale del microfono di
Peppe ed alzato il fader fino ai primi accenni di rigenerazione (feedback) per poi abbassarlo di 6dB,
abbiamo ripreso la curva arancione. Per completare il quadro abbiamo aggiunto una misura del rumore di
fondo presente mediamente nella sala (la curva blu denominata “noise floor”). Fatta eccezione per
l’incertezza attorno ai 7kHz, il guadagno acustico si attesta attorno ai 12 dB.
Dopo questa prima valutazione abbiamo equalizzato i front fill e i due speakers sospesi sull’americana a
fronte palco (Il sistema principale, quello che chiamiamo abitualmente “Left & Right” anche se in questo
caso siamo piuttosto di fronte ad un “dual mono”). Questo il risultato delle misure in prima fila:
3
0
-3
-6
-9
FF
L&R
-12
All
-15
-18
100
1000
10000
La curva blu è la funzione di trasferimento dei front fill, la marrone di L&R, la verde dell’insieme dei sistemi
alla prima fila. La curva risultante, la verde appunto, mostra un andamento molto lineare tra poco più di
200Hz e 4kHz, poi si attenua dolcemente, come desiderato. Notare che la risoluzione in ampiezza è di soli 3
dB per divisione.
Le prossime immagini mostrano lo spettro dei soli front fill con risoluzioni di un terzo e un quarantottesimo
d’ottava. L’elevato numero di sorgenti e la particolare curvatura della tenda (riflessioni) rendono il campo
sonoro assai complesso come si evince dal diagramma con la massima risoluzione in frequenza. Anche in
questo caso la risoluzione in ampiezza è alta: 5dB/div.
1/48 ott
-40
-45
-45
-50
-50
-55
-55
-60
-60
-65
-65
-70
1/3 ott
-40
-70
100
1000
10000
100
1000
10000
La linearizzazione della risposta ha comportato un ulteriore guadagno di almeno 4-5dB (il fader del nostro
lavalier è potuto salire di 6dB senza evocare il nightmare del fonico: il feedback). E’ un risultato positivo
ma… abbiamo ancora un’oretta, cerchiamo di capire meglio.
Il nostro principale nemico è la radiazione posteriore degli altoparlanti e le riflessioni verso il palco dei vari
speakers. L’immagine seguente è una simulazione realizzata con Mapponline, l’ottimo software libero di
Meyersound. Come si vede i sei piccoli, eccellenti speakers utilizzati come front fill, gli MM-4, essendo
sorgenti puntiformi, manifestano una notevole invadenza sul palcoscenico.
Anche le UPA sospese danno il loro significativo contributo:
Come si vede, le UPA-1p sospese sotto una superficie rigida (soffitto), contribuiscono ad inquinare il palco
almeno fino a 500Hz.
Questo software, pur eccellente, considera soltanto la prima riflessione causata dalle superfici investite
dalla radiazione del/i diffusore/i ed offre solo una visione in 2D o sul piano verticale o su quello orizzontale.
Rimane un ottimo punto di partenza ma ci lascia solo ipotizzare che la particolare conformazione a volta
della tensostruttura focalizzi a centro palco tutta quella gamma di frequenze che le UPA-1p sospese
irradiano posteriormente.
Abbandoniamo le simulazioni e andiamo a misurare il campo sonoro sul palcoscenico.
5
0
All (Ref)
FF p1
-5
FF p2
FF p3
-10
L&R p1
L&R p2
L&R p3
-15
-20
100.00
1000.00
10000.00
In questa figura la curva rosa più in alto (il rumore è rosa…) è la risposta misurata alle prime file che usiamo
come riferimento. Appena più sotto vediamo due serie di tre curve, quelle più in alto, più invasive, sono
prodotte dalla radiazione posteriore dei front fill, le altre tre dai diffusori principali (L&R). Le due serie di tre
curve sono state rilevate su tre posizioni del palco corrispondenti alla poltrona centrale del talk-show, p3, e
alle due alla sua sinistra (p1 e p2). Vista la simmetria del palco ci è sembrato inutile estendere la misura alle
due poltrone alla destra della centrale.
Come si vede la pressione “inquinante” sul palco è assai elevata, in particolare quella prodotta dai front fill.
Forti di queste informazioni, abbiamo rimesso in moto Peppe e acceso il suo microfono. Mentre Peppe
ripeteva il suo brano parlato ad libidum (la registrazione di un parlato), abbiamo effettuato alcune
regolazioni “a orecchio”. Abbiamo ridotto di un paio di dB il livello dei front fill e di qualche ms il ritardo
loro applicato (per abbassare la prospettiva sonora); aumentato di tre dB gli speakers principali e applicato
un filtro stretto di -3dB alle frequenze risonanti dei delays. Risultato: ottimo il timbro e ottimo il guadagno.
Adesso può anche piovere!