Comunicato stampa del 26 marzo 2013

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Comunicato stampa del 26 marzo 2013
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
COMUNICATO STAMPA
In data odierna, al termine di una complessa indagine coordinata da questa Procura della
Repubblica - Sez. reati contro il patrimoniio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di
Casetta hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa
dall'Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di nove
soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di
rapine a mano armata in danno di diversi titolari gioiellerie. ( artt. 416, 110, 628 cpv., 648
c.p. )
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I destinatari delle misure cautelari in carcere si identificano in:
CHIURAZZI Assunta ci.'88, originaria di Napoli;
GRILLO Gianluca ci."89, originario di Sant'Antimo (NA);
ROCCHETTI Concetta ci.'74, originaria di Napoli;
LICCIARDI Valentina ci."81. originaria di Giugliano in Campania (NA);
MAZZA Daniela ci."91, originaria di Napoli;
MUSSOLINO Raffaela ci.'75 originaria di Napoli;
TARANTINO Saverio cl.'81, originario di Sant'Antimo (NA);
VERDE Raffaella ci.'75, originaria di Sant'Antimo (NA);
CAIAZZO Celeste ci."90, originario di Gricignano d'Aversa (CE).
L'articolata attività d'indagine, che ha consentito di ottenere i provvedimenti restrittivi, è
stata avviata nel settembre 2011, a seguito di una rapina commessa ai danni della gioielleria
"Emozioni d'oro" in Macerata Campania (CE) e, successivamente, estesa ed orientata su un
gruppo criminale originario dell'area napoletana e composto, tra l'altro, da sei donne, dedito
in maniera seriale alla consumazione di efferate rapine, apparentemente a mano amata, in
danno di gioiellerie nelle province di Caserta e Napoli.
L'indagine, parallelamente condotta mediante attività tecniche e tradizionali attività
investigative, in alcuni casi ha permesso di monitorare in diretta le fasi preparatorie e quelle
immediatamente successive alle rapine, consentendo di ricostruirne le dinamiche nonché i
ruoli di ciascun componente. La tecnica utilizzata, tanto semplice quanto efficace, era
ispirata fondamentalmente agli elementi maggiormente caratterizzanti i due sessi: le donne,
infatti, introducendosi all'interno delle gioiellerie sotto le rassicuranti, ma mentite spoglie.
di potenziali acquirenti di costosi oggetti, assicuravano agevole accesso all'altra
componente, mentre il gruppo armato e violento degli uomini che, con ferocia e
determinazione devastanti, annullava la capacità di reazione delle vittime e faceva razzia di
gioielli e di ogni sorta di ornamento prezioso, ben distinguendo quelli di maggior valore.
La peculiarità del sodalizio è stata proprio la costante e strumentale presenza di donne che
hanno avuto il compito specifico di effettuare i sopralluoghi e poi, tornate al negozio, di
farsi aprire la porta d'ingresso per favorire l'accesso dei compiici uomini. Vi è quindi una
ben precisa divisione di compiti che spiega il reato associativo.
L'attività delittuosa è risultata molto remunerativa. soprattutto nell'attuale momento
storico che vede la quotazione dell'oro aumentare sempre di più. rappresentando una sicura
forma d'investimento anche sotto il profilo criminale, tenuto peraltro conto della capillare
rete di commercializzazione (legale e non) presente sul territorio.
Con la tecnica sopra descritta, il gruppo di rapinatori in esame ha portato a compimento le
seguenti azioni delittuose:
1. Caserta, 20 settembre 2011: tentata rapina ai danni della gioielleria "Gioielli e gioielli";
nella circostanza quattro malfattori giunsero a bordo di due ciclomotori, travisati da casco
integrale, e tre di essi fecero irruzione armati all'interno dell'esercizio, grazie ad una
delle indagate che aveva consentito loro l'accesso;
2. Maddaloni, 17 novembre 2011: rapina ai danni della gioielleria "Tagliafìerro 1934";
anche in questo caso tre uomini armati (di cui due travisati), favoriti da una delle
indagate, fecero irruzione nella gioielleria ed asportarono denaro e gioielli dalla
cassaforte; nel contempo, all'esterno altri due compiici assolvevano la funzione di "palo".
3. Cicciano, 15 dicembre 2011: tentata rapina ai danni della gioielleria "Forino"; due
indagate, nella circostanza, entrarono all'interno dell'esercizio, cercando di favorire
l'ingresso del gruppo armato (tre uomini travisati) che, tuttavia, non riuscì nell'intento
per la pronta reazione del titolare che con una spallata fece chiudere la porta d'ingresso,
impedendo quindi la fuga alle due donne, le quali furono per questo tratte in arresto
unitamente ad una terza che aveva funzioni di "palo" all'esterno. Gli uomini, invece,
riuscirono a fuggire;
4. Maddaloni. 24 agosto 2012: rapina ai danni della gioielleria "Bove"; tre uomini armati
(due dei quali con casco integrale) fecero irruzione all'interno della gioielleria ed
asportarono denaro e preziosi, malmenando brutalmente anche il titolare che aveva
tentato una minima reazione.
A capo della banda vi era il 22enne pregiudicato GRILLO Gianluca. il quale si occupava
della pianificazione delle rapine, della convocazione degli associati, della fissazione di
appuntamenti, dell'organizzazione dei sopralluoghi, dell'acquisizione di mezzi rubati da
utilizzare nella commissione delle rapine, della spartizione del bottino. Il predetto era
l'unico indagato attualmente già detenuto, poiché tratto in arresto nel febbraio u.s. per una
rapina commessa in provincia di Avellimi nell'ottobre 2012.
Molti dati probatori sono stati acquisiti dai Carabinieri dalle conversazioni tenute da
alcune indagate che, trasgredendo alle rigide imposizioni del leader GRILLO, hanno in
taluni casi commentato, seppur utilizzando un linguaggio criptico. le fasi salienti delle
rapine e l'esito delle stesse.
S.M. Capua Vetere. 26 marzo 2013
II Procuratore della Repubblica Aggiunto
Coordinatore della Sezione
Luigi Gay