rivista graphomnia
Transcript
rivista graphomnia
Anno I n. 0 febbraio 2012 Distribuzione gratuita ArigrafCatania Associazione di ricerca grafologica Catania Via Cesare Beccaria, 75 - Catania www.arigrafcatania.it o! c s s e t s e s a n g e hi scrive dis 22 Formazione ArigrafCatania CORSO TRIENNALE DI GRAFOLOGIA 1° anno - Storia della scrittura – Grafologia: storia e fondamenti - Nascita ed evoluzione del gesto grafico - Apprendimento della scrittura - I modelli scolastici - Principali teorie sull’età dello sviluppo - Approccio globale della scrittura, l’ambiente grafico, la simbologia dello spazio - La dimensione, il tratto, la forma, il movimento, la firma - La continuità, la direzione, la condotta del tracciato - Teoria della tensione di Pophal 2° anno - Teoria di Freud e corrispondenze grafologiche - Teoria di Jung e corrispondenze grafologiche - Meccanismi di difesa - Evoluzione della scrittura; la scrittura dei bambini e degli adolescenti; disgrafia, dislessia, mancinismo 3° anno - Elementi di Psicopatologia: nevrosi e psicosi - Applicazioni della grafologia in campo professionale: l’azienda, l’analisi della posizione di lavoro, attitudini e motivazioni. Approfondimenti L’associazione ha inoltre deciso di inserire tra i moduli delle proprio corso lezioni integrative riguardati : • Approfondimenti e cenni di Psicologia generale • Deontologia professionale del grafologo e cenni legislativi • Seminari di approfondimento sulla grafologia professionale. CORSO BREVE DI INTRODUZIONE ALLA GRAFOLOGIA Il corso è articolato in 4 incontri ed è solo un approccio alla grafologia. Si terrà a marzo e aprile 2012. Editoriale a cura di Laura Montanaro sso! e t s e s a n g e s i chi scrive d L’ArigrafCatania e Graphomania: i perché di un’idea di Maria Valentina D’Anna e Salvatore Caccamo Anno I Per una rivalutazione del gesto grafico n. 0 febbraio di Maria Valentina D’Anna 2012 Disegniamo le emozioni di Giusi Cavaleri Storie di grafologi di Barbara Taglioni Un personaggio della cronaca Amanda Knox: angelo o diavolo? di Barbara Taglioni Piccolo dizionario grafologico a cura di Giusi Cavaleri Ricerche ArigrafCatania Parimenti alle attività formative, periodicamente l’ArigrafCatania porta avanti progetti di ricerca grafologica nel nostro territorio in collaborazione con enti ed istituzioni locali; in particolare : Dal 2008 nelle scuole medie superiori delle province di Ragusa e Catania è attivo il progetto : “I segnali di allarme nella scuola media superiore ed inferiore: capire il disagio grazie alla grafologia” responsabile e coordinatore l’Avv. Salvatore Caccamo. Nel 2011 grazie alla collaborazione con l’Università di Catania - Facoltà di Matematica, è nato il progetto “L’informatica al servizio della grafologia; nuovi orizzonti per l’analisi e l’osservazione della scrittura”. Responsabile prof.ssa Rosa Maria Pidatella. Nel 2007 nelle scuole di indirizzo media inferiore della provincia di Catania è stato attivato il progetto:“ La grafologia per l’orientamento scolastico”, responsabile e coordinatore la Dott.ssa Maria Valentina D’Anna. Test-mania: divertiamoci e conosciamoci meglio I libri che lasciano il segno Mi scrivi la ricetta? I grandi della musica italiana in cucina Corsi e seminari da non perdere Programma dei corsi ArigrafCatania 4 5 6 11 14 15 19 20 21 22 23 esso! a se st n g e s i d e v i r c chi s 4 Editoriale a cura di Laura Montanaro Eccoci qui, pronte a dare inizio a questa nuova avventura, cariche dell’entusiasmo di chi non sa ancora bene quali inaspettati sviluppi potranno verificarsi. Per il momento sappiamo di essere una piccola, ma compatta squadra di ‘giovani grafologhe’ con una grande voglia di fare, animate dalla passione per questa ‘preziosa’ disciplina che speriamo di tenere viva anche in chi si appresta a seguirci. La nostra carriera grafologica è ancora agli inizi: solo nell‘ottobre scorso infatti abbiamo conseguito il diploma di grafologia e siamo state iscritte nella lista dei “grafologi professionisti” al termine di un percorso durato tre anni. Sono stati anni incredibili, ricchi di soddisfazioni, ma anche di difficoltà, in cui siamo passate dall’entusiasmo alla paura di non farcela, al desiderio (a tratti) di mollare tutto e non pensarci più. Ci è stato di aiuto il confronto con i nostri colleghi-compagni di avventura, coloro che hanno condiviso con noi ogni tappa di questo viaggio fino alla soddisfazione del risultato finale. Importantissimo stato il sostegno dei nostri docenti che hanno creduto nelle nostre potenzialità e ci hanno guidato nella crescita professionale con pazienza e dedizione. A loro va il nostro ringraziamento per averci condotto fino a questo punto, con la speranza che non si siano stancati di noi e ci permettano di stargli ancora ‘tra i piedi’! E’ anche pensando a loro che è nata l’idea di questo lavoro: unire le nostre esperienze personali da una parte, e la preparazione specifica e l’arricchimento umano di questi anni ra dall’altra, per dare vita ad un “qualcosa” che desse voce e a, Giusi, Barba Da sinistra Laur corpo al lavoro svolto dall’ArigrafCatania, un contenitore per le iniziative, le riflessioni, gli approfondimenti, i suggerimenti, che fosse a disposizione di tutti coloro che alla grafologia sono in qualche modo interessati, aperto alla collaborazione di chiunque volesse dare il proprio apporto. Questa è l’idea originale con cui abbiamo pensato di impostare ‘graphomania’ , un piccolo giornale con rubriche fisse e interessanti variabili. Speriamo che questa prima uscita possa avere un seguito e diventare un appuntamento costante, che ci accomuni e che ci permetta di comunicare in uno scambio di volta in volta dinamico e costruttivo. Grazie fin da adesso per l’attenzione e per ogni contributo o suggerimento che vorrete sottoporci. n bocca al lupo e buon lavoro a tutti! Barbara, Giusi e Laura chi scrive dis o! egna se stess I libri che lasciano il segno 21 Mi scrivi la ricetta? di Marta Tea Carpinelli a cura di Barbara Taglioni Un libro non troppo tecnico ed a uso esclusivo degli addetti al settore, una pubblicazione che può essere giudicata interessante anche da un pubblico più vasto è “Mi scrivi la ricetta?” di Marta Tea Carpinelli, edito da B.C. Dalai al costo di euro 19. È una raccolta di circa 70 ricette di cucina, dall’antipasto al dolce, scritte di pugno dai grandi della musica italiana, per citarne solo alcuni : Gianna Nannini, Renzo Arbore, Giusy Ferreri, Carmen Consoli, Francesco Renga, Mango, Cesare Cremonini, Piero Pelù, Arisa, Claudio Baglioni, e moltissimi altri. Ve lo consigliamo per almeno tre ragioni: la prima è che riporta le grafie di molti personaggi e non è sempre facile reperire materiale in tal senso, la seconda perché magari possiamo scoprire qualche “ricettina” interessante da sperimentare con gli amici e la terza, non ultima per importanza, è che acquistando questo libro si contribuisce a sostenere un progetto di AMREF Italia Onlus per la realizzazione di pozzi d’acqua e strutture idriche in Africa nella regione del Kajiado, ai confini tra Kenya e Tanzania. Buona lettura e buon appettito! o! egna se stess chi scrive dis ? ! ? a i n a m t Tes Divertia moci e conoscia moci meglio 20 DISEGNA TRE STELLE (per questo gioco servono carta e matita) Contemplando un cielo stellato, ci perdiamo nelle profondità dello spazio infinito. Pur essendo consapevoli dell’enorme distanza che ci separa dalle stelle, le consideriamo messaggere amiche, capaci di realizzare i nostri desideri. Nell’oscurità della notte è confortante alzare lo sguardo e lasciarsi attrarre dalla loro magia. 1- Disegna tre stelle di diversa grandezza. 2- Aggiungi ad una di esse la coda di una cometa. Chiavi di interpretazione Pur essendo distanti ed inaccessibili, le stelle hanno il potere di realizzare i nostri desideri. Esse determinano il nostro presente e conoscono il nostro futuro, quindi il disegno che le raffigura rivela i tuoi progetti professionali e il punto nel quale si trova oggi la tua carriera. 1 - la stella più grande rappresenta il tuo lavoro attuale, le tue opportunità e gli aspetti deludenti. Se la differenza di grandezza tra questa stella e le altre due non è molta, significa che ti senti insoddisfatto o perlomeno poco interessato alla carriera professionale. Sei incuriosito da altre opportunità di lavoro e non vuoi ancora impegnarti nella situazione che stai vivendo, in maniera definitiva. In fondo speri che un giorno squilli il telefono e ti venga proposta un’occasione favolosa che ti sottragga alla frustrante monotonia. A volte queste cose accadono. . . 2 - la stella cometa. In tutte le culture le comete sono state considerate presagio di sventure o di grandi mutamenti. La stella a cui hai aggiunto la coda rappresenta i problemi che si delineano per te all’orizzonte. Se hai scelto la stella più piccola puoi stare tranquillo, hai avuto fortuna, il cielo ti ha finora dimenticato, ma se la tua cometa è la stella più grande, sarebbe una buona idea prepararti ad un cambiamento magari ad aggiornare il tuo curriculum. Ricordati che le stelle non mentono mai. 5 L ’ArigrafCatania e Graphomania: a e d i ’ n u i d é h c r e p i Se in questo momento avete tra le mani il numero zero di Graphomania, siete appena entrati nel variegato mondo della grafologia e nella storia di un’associazione che da qualche anno ha come ambizioso obiettivo quello di divulgarla e conferirle dignità professionale. Nell’ottobre del 2005, su di un autobus urbano, in mezzo al traffico di Roma, nasce l’arigrafCatania; location insolita per un’ iniziativa che altrettanto insolita appariva a quel tempo, a noi, giovani neo-grafologi, diplomati da appena qualche ora. Ripensare a quel momento è per noi fonte di nostalgia mista ad orgoglio. In questi anni i sette soci fondatori dell’ArigrafCatania insieme a quanti, come le promotrici e redattrici di questa rivista, si sono unite ai nostri intenti, hanno fatto dell’associazione una realtà grafologica per l’intera Sicilia. Gli auspicati obiettivi di crescita che ci siamo prefissati inizialmente sono stati ormai raggiunti e superati, forse contro ogni nostra stessa modesta aspettativa, e la rivista che avete tra le mani è concretamente uno di questi. Formazione, ricerca e divulgazione sono stati i pilastri su cui abbiamo basato la nostra attività, rispettando quanto, come si legge testualmente nello statuto, ci proponevamo: “L’associazione ha lo scopo di promuovere approfondire e sviluppare lo studio e le conoscenze della grafologia”, principio questo, messo in atto con onore e difeso in questi 5 anni di vita associativa. L’impegno da parte nostra è stato ed è massimo, come proporzionalmente speriamo sia il vostro apprezzamento per questa rivista che vi invitiamo a leggere con lo spirito tipico dell’esploratore alla ricerca di nuove informazioni e spunti che, ci auguriamo, vi appassioneranno o quantomeno vi incuriosiranno tanto da farvi arrivare all’ultima pagina. Del resto per quale ragione è nata Graphomania? per favorire la divulgazione e la condivisione di conoscen- za, non solo nell’ambito della grafologia intesa in senso stretto, ma relativamente a tutte le sfaccettature del “pianeta gesto grafico” . Così come l’ArigrafCatania, Graphomania nasce grazie alla passione (quasi incondizionata) per la grafologia e dalla voglia di far passare un messaggio chiaro, ovvero quello che la grafologia è una scienza umana e come tale va seriamente proposta, studiata e rispettata in tutte le sue ricerche e applicazioni. Noi la pensiamo così e per fortuna facciamo parte di quel novero di persone che non intendono la grafologia come “sporadico passatempo” utile nei dopo cena tra amici o quale fenomeno “paranormale” a uso e consumo dei moderni talk show. Strumento associativo fondamentale è stato sin qui il sito www.arigrafcatania.it, che dal prossimo Marzo si presenterà rinnovato nella grafica e nei contenuti. Con la rivista si arricchisce ancor più la nostra proposta formativa e divulgativa ampliando il ventaglio di occasioni che ciò può offrire. Alla fine di questo articolo, a Giusy Cavaleri, Laura Montanaro e Barbara Taglioni le tre socie che motivate da encomiabile impegno hanno ideato, proposto e concretizzato la rivista diciamo grazie per averci fatto emozionare con il loro sensazionale entusiasmo. A loro e ai nostri futuri grafo simpatizzanti che potranno con i loro articoli contribuire alla realizzazione dei prossimi numeri di Graphomania, l’augurio di coltivare nel nostro settore, l’entusiasmo, la passione e la voglia di mettersi in gioco, intrisi sempre di impegno e serietà professionale. Salvatore Caccamo e M. Valentina D’Anna Presidente e Vicepresidente di ArigrafCatania o! c e stess s a n g e s i d e v hi scri Piccolo dizionario grafologico Scrivere grande scrivere piccolo 6 Per una rivalutazione del gesto grafico di Maria Valentina D’Anna Nella maggior parte delle civiltà letterate, i bambini cominciano a scrivere attorno ai 6 anni, dopo che sono state già acquisite altre competenze specifiche, come il parlare, camminare o addirittura suonare uno strumento musicale. E’ infatti comunemente ed erroneamente diffusa l’idea, che, imparare a scrivere, sia relativamente semplice, e poiché la maggior parte degli alunni impara in pochi anni a controllare i processi coinvolti, lo sforzo cognitivo impiegato da ciascun bambino in tale funzione, non sempre appare evidente, soprattutto alle varie figure impiegate a vario titolo nella prime fasi della scolarizzazione. Poca attenzione viene riservata oggi, nella pratica didattica, all’insegnamento della scrittura, alla cura di quei processi coinvolti nell’aspetto esecutivo motorio della stessa e soprattutto all’ accertamento di quelle competenze, la cui cura all‘inizio della scolarizzazione, dovrebbe garantire un approccio positivo ed efficace all’apprendimento di questa competenza. Di contro un’ attenzione pressoché esclusiva è riservata agli aspetti centrali del processo di scrittura come quelli fonologici, di correttezza ortografica, sintattica e lessicale, non ha permesso di riconoscere il ruolo importante della meccanica della scrittura, parte strumentale e più periferica del processo. Sul piano sociale ciò si riflette con un considerevole aumento di ragazzi e giovani adulti che presentano scritture lente, stentate, difficilmente decifrabili o del tutto illeggibili, o ancora fortemente influenzate dalle tensioni dello stress. Il peggioramento nella calligrafia degli studenti è in parte direttamente legato ai cambiamenti socio-culturali indotti dal progresso tecnologico e alle filosofie e stili di vita ad essi associati. La preponderante svalutazione della manualità nella società occidentale, la riduzione di spazi disponibili per giochi liberi in movimento, l’utilizzo spesso acritico ed eccessivo della televisione, dei giochi telecomandati, dei o! egna se stess chi scrive dis La dimensione della scrittura è un elemento importante da valutare ai fini dello studio della personalità e delle attitudini dello scrivente, perché ci fornisce informazioni sul suo modo di auto-affermarsi, sul suo bisogno affettivo e di espansione, sul suo desiderio di socializzazione e sulle sue motivazioni. Per questo è un aspetto tecnico che il grafologo tiene molto in considerazione e lo inquadra subito , in rapporto agli altri elementi rilevanti di un manoscritto. Poiché la misura della scrittura, piccola o grande, è la prima cosa che immediatamente salta all’occhio dell’osservatore, ,apparentemente sembra facile definirla , invece si deve tener conto di alcune regole della grafologia che variano a seconda del modello scolastico di base del Paese e alle abitudini culturali e sociali in atto. Secondo la grafologia classica, le lettere cosiddette “medie”, senza gambe e senza aste, come la : m, n, s, z, r e le vocali, misurano due millimetri e mezzo, ma è una regola alla quale non sempre ci si attiene poiché , sin dalle prime classi della scuola elementare, lo scolaro adegua la grandezza delle lettere mediane o basse, alle righe del quaderno in uso , che variano di anno in anno fino a quella di un centimetro dei quaderni di quinta elementare e oltre. Di fatto la grafia tende a ridimensionarsi man mano che si cresce e si acquisisce una manualità grafica più agevole e sicura ma, anche questa regola talvolta viene infranta in quanto si possono trovare scritture di adulti ,grandi e scritture di bambini ,piccole. In genere sono le donne che tendono a scrivere più grande , contrariamente agli uomini che scelgono solitamente un calibro più contenuto, tuttavia anche in questo caso non sempre la dimensione grande è riconducibile a quella femminile e quella piccola a quella maschile. Ma in realtà cosa determina la misura della nostra produzione grafica? Cosa ci spinge ad ingrandirla o a rimpicciolirla ? Certamente l’ influsso emotivo , le impressioni, i sentimenti, la qualità relazionale che chi scrive ha con gli altri e con la realtà e lo spinge 19 a cura di Giusi Cavaleri Scrittura piccola alla ricerca di spazi: più vasti, per potere amplificare le sue emozioni, più limitati per controllarli e contenerli. Colui che scrive grande desidera occupare un posto nell’ ambiente in cui vive , in maniera attiva e spontanea , sufficientemente adeguato alle sue esigenze affettive , esigenze che tende a manifestare in eccesso, che relativizza con difficoltà e scarsa obiettività. Egli ha stima di sé, nutre un sentimento importante verso se stesso che si proietta involontariamente nel suo modo di scrivere . Lo scrivente viene posto in un registro di prevalenza affettiva. Il contrario avviene a chi invece sceglie di scrivere piccolo . Egli tende a razionalizzare le situazioni, a manifestare i propri stati d’ animo con pudore e con controllo, a vivere la propria emotività in maniera sobria ed essenziale , a giudicare con realismo e razionalità. Quella di scrivere piccolo può essere anche una scelta strategica per gestire con più distacco ciò che si sente dentro e filtrare agli altri la lettura di sé e che lo pone in un registro cognitivo ed oggettivo. Scrivere grande o scrivere piccolo è comunque l’ effetto finale di una reazione :misurata se il calibro è ridotto, eccessiva se esso è ampio. Ambedue le scelte possono sottintendere una richiesta di attenzione o segnalare una mancanza, un vuoto, rivelando il grado di fiducia che, si ripone in se stesso: alto se la scrittura è grande, basso se essa è piccola. Colui che sceglie una dimensione grande non si accontenta di essere “ normale”o “medio”; può esprimere spontaneità ed ingenuità o può avere una motivazione compensatrice del suo bisogno; chi scrive piccolo invece non si sente probabilmente all’ altezza di essere “medio”o e spesso si interroga sulle sue effettive possibilità. Del resto non è sempre semplice e scontato accettarsi per come si è e riconoscere con maturità ed equilibrio sia le proprie capacità che i propri limiti. Scrittura grande o! egna se stess chi scrive dis 18 7 Grafia di Amanda Knox videogame e dei computer quali mezzo di svago, sono alcune tra le cause corresponsabili dell’impoverirsi delle abilità manuali. In questo contesto va inoltre collocato il fenomeno legato all’uso del linguaggio SMS, portatore di una scrittura condensata, quasi iconografica, ormai trasposta anche su carta, che riduce la quantità della scrittura e quindi l’esercizio motorio necessario a produrla. In accordo con ciò, molti insegnanti sono oggi del parere che, molti bambini, alla soglia della scuola primaria, dimostrino, a causa della meno esperienza nell’uso delle mani, meno destrezza nella motricità fine, con ripercussioni sulle abilità visuospaziali, di pianificazione e di memoria motoria. Non ci sono ancora dati epidemiologici italiani che forniscano le percentuali di incidenza di queste fenomeni, tuttavia, nell’ultimo secolo in Italia, si è visto un progressivo declino nell’interesse per la scrittura come competenza motoria strumentale di base, fino alla quasi totale scomparsa, negli attuali programmi ministeriali, di qualsiasi riferimento a riguardo. La mancanza di direttive nei programmi scolastici ministeriali circa gli obiettivi da raggiungere e le metodologie da usare nella didattica della scrittura ha generato notevole confusione. Viceversa, negli ultimi anni, molti paesi occidentali, Francia, Inghilterra e oltreoceano il Canada, hanno incluso l’apprendimento della scrittura, in particole del corsivo, tra i programmi specifici per l’alfabetizzazione di base, definendo gli obiettivi intermedi e le fasi di acquisizione. La scuola si inserisce nel complesso processo di apprendimento della scrittura, svolgendo un ruolo centrale con il compito di organizzare tale apprendimento, insegnando le regole che governano la produzione scritta nella cultura di appartenenza affinché scrivere, diventi uno strumento di comunicazione e di aiuto nello studio. E’ molto importante dunque, che nella scuola i percorsi di insegnamento della scrittura siano ottimizzati per il raggiungimento di questi obiettivi poiché, se il bambino non impara a programmare bene i movimenti insiti nella formazione di lettere e parole, finirà per automatizzare comportamenti motori poco o per nulla efficaci, con la conseguenza di impoverire altri aspetti dell’apprendimento della scrittura e di altre competenze cognitive. In una scuola, che non è più oggi la scuola della prima alfabetizzazione, sarebbe forse comunque opportuno riservare una attenta considerazione all’aspetto manuale-strumentale dell’apprendimento della scrittura, e di un metodo nell’insegnamento della stessa, che sappia coniugare il vecchio rispetto delle regole per una “bella grafia”, l’autoritarismo didattico, insito nei vecchi programmi, con la forse eccessiva attenzione allo spontaneismo presente nell’attuale quadro normativo in merito ai metodi di insegnamento della scrittura. In un’ottica di maggiore attenzione pedagogica di prevenzione dunque, esso! a se st n g e s i d e v i r c chi s 8 17 risulta auspicabile l’introduzione di un metodo che colmi la mancanza di indicazioni didattiche univoche nel panorama scolastico italiano e che, come sostiene Robert Olivaux, insigne autore in quest’ambito, faciliti al bambino l’apprendimento della scrittura, per evitare la patolo- gizzazione della stessa. Ma quali modelli? E soprattutto con quali metodi? E ancora cosa succede quando nonostante tutto prevenire non basta?... Ne riparleremo nel prossimo numero di Graphomania. Disgrafia Disgrafia Grafia di Amanda Knox (soprattutto in quelle di Amanda e di Boris); ed infine l’uso in tutte dello stampatello (soprattutto in quelle di Amanda e di Emiliano) con forme curatissime (un po’ meno quella di Emiliano). Se andiamo a consultare i testi “ sacri” della grafologia troviamo che il significato di questi elementi (ordine eccessivo, assenza di movimento, eccessiva occupazione dello spazio, uso dello stampato, una marcata rigidità), corrisponde (curiosamente) a “personalità problematica” o perlomeno “poco equilibrata”. Chi scrive con queste modalità esprime certamente un desiderio di piacere, di suscettibilità al giudizio altrui, di volontà di difendersi dalla propria vita affettiva, adottando modelli generalmente accettati (lo stampato). Spesso in questi casi l’identificazione prevale sull’identità e non avviene più una vera dinamica di sviluppo personale ma si crea una sorta di “statu quo”: assumo una forma (per esempio lo script) per farmi capire, per essere accettato, per essere meno coinvolto, assumo quindi una pseudoidentità da mostrare al pubblico. In questi individui si crea spesso una scissione tra l’essere intimo e l’essere sociale. La “maschera”, che limita ovviamente la spontaneità e indirettamente anche la sincerità, nasconde un pieno di sentimenti inespressi, di progetti non realizzati o falliti, di ostilità colpevolizzanti che possono manifestarsi bruscamente, magari con violenza di azioni e pensieri e sorprendono ancora di più essendo in contrasto con l’abituale atteggiamento formale e ben educato di tali personalità. Tornando alla principale protagonista del nostro articolo e alla domanda: “AMANDA KNOX: angelo o diavolo ?”, concluderei lasciando ai lettori e ai professionisti del settore la risposta, che dovrà rimanere assolutamente privata e personale poiché , come si dice la “giustizia ha fatto il suo corso” e nel suo caso il verdetto è stato di innocenza. Per Boris Zubine (condannato all’ergastolo) e Emiliano Santangelo (suicida in carcere) è andata molto diversamente . . . na se g e s i d e v i r c s chi stesso! 16 9 TABELLA 1 Direttive previste dal Curriculum nazionale inglese • BORIS ZUBINE , 58 anni al tempo in cui scrive, è accusato, come spiega lui stesso, di aver ucciso e fatto “a pezzi” la madre di 77 anni con la complicità della convivente, Marinella Russo di 30 anni, nell’estate del 2004. Sappiamo che è stato poi condannato all’ergastolo nel 2006. 4/5anni -usare una prensione confortevole ed efficiente della matita -produrre tratti grafici controllati, prerequisiti alla formazione delle lettere - scrivere delle lettere utilizzando una corretta sequenza di movimenti Il secondo documento è una lettera di EMILIANO SANTANGELO, un personaggio con una storia molto complessa ed articolata che sarebbe interessante approfondire . • EMILIANO SANTANGELO di 33 anni nel momento in cui scrive, si trova in carcere ed è accusato di aver ucciso nel 2005 una ragazza di 25 anni, Debora Rizzato di Biella, che 10 anni prima aveva violentato, e successivamente perseguitato per infinito tempo, nonostante i divieti e le diffide da parte delle Forze dell’Ordine di avvicinarsi a lei. Dopo pochi giorni da questa lettera si uccide in carcere avendone dato annuncio al proprio avvocato. Infine il terzo documento è una lettera di AMANDA KNOX, scritta anche questa da un carcere, come le precedenti che abbiamo fin qui osservato. Nell’esaminare quest’ultimo scritto, che riguarda la protagonista del nostro articolo, saremo certamente colpiti dall’estremo ordine con cui è stato realizzato e dalla precisione con cui sono state tracciate le lettere e le parole, quasi fossero stampate e non vergate a mano. Le storie di questi tre personaggi non sono storie comuni, pur essendo in qualche modo accomunate tra di loro: ci raccontano di fatti cruenti, di una perdita di 5/6anni -formare correttamente delle lettere in script ( stampato minuscolo) che risulteranno facili da unire - esercitare la scrittura a mano in congiunzione con lo spelling e la scrittura spontanea, assicurando il corretto orientamento, la corretta formazione e proporzione letterale, in uno stile che in futuro permetta di unire facilmente le lettere 6/7anni -esercitare le modalità di scrittura apprese precedentemente - iniziare ad usare e a praticare le modalità di unione delle lettere 7/8anni - rispettare la grandezza e le proporzioni delle lettere e gli spazi tra le lettere e le parole Grafia di Emiliano Santangelo controllo, di una esplosione di violenza improvvisa ed inaspettata. Osservando queste scritture, noi grafologi, lungi dal dare un giudizio sulle loro vite, possiamo però notare come siano oggettivamente presenti modalità comuni a tutti e tre. Si tratta di fotocopie che, come è noto, precludono l’analisi di elementi importanti in una grafia come il TRATTO e la PRESSIONE , che quindi non prenderemo in considerazione. Siamo certamente in grado di notare invece come nelle tre lettere ci sia una comune “ampia occupazione” dello spazio nel foglio e come ci sia un ordine quasi maniacale della scrittura: il margine sinistro è rigidamente tenuto; la forma e la punteggiatura sono meticolose, quasi ossessive e monotone, con un movimento che risulta praticamente assente - migliorare la velocità, la fluenza e la leggibilità della scrittura attraverso l’esercizio. 8/9anni -usare il corsivo per tutti i compiti di scrittura, tranne quando sono richieste altre forme - saper usare una scrittura chiara e precisa per presentare un lavoro finito oppure una scrittura informale per uso personale o elle brutte copie - fare uso di varie tecniche di presentazione: es. lo stampato maiuscolo per poster, titoli ecc.; lo script per sottotitoli; vari stili e grandezze di lettere generate al computer. na se g e s i d e v i r c s chi stesso! 10 TABELLA 2 Direttive del Ministero dell’Educazione per la provincia di Ontario (Canada) Classe prima - scrittura leggibile in stampato maiuscolo e minuscolo - lasciare spazio tra parole e righe Classe seconda - usare titoli per riassumere contenuti - usare parole e immagini per creare messaggi - usare la sottolineatura e il colore e la grandezza delle lettere per enfatizzare i contenuti - scrivere in stampato in modo leggibile Classe terza - usare titoli e sottotitoli per organizzare i contenuti - usare materiale visivo per rafforzare il messaggio - scegliere e usare un formato adatto allo scopo ( es. lettera, e-mail, grafico) 15 Un personaggio della cronaca ? lo o v ia d o lo e g n a : x o n k a Amand Amanda Knox , una ragazza americana come tante: dolce e angelica nell’aspetto, così efferata nelle azioni di cui è stata accusata. E’ uno dei personaggi che ha occupato le cronache nazionali ed internazionali degli ultimi anni per l’omicidio di Meredith Kercher e dopo tutte le vicissitudini processuali di colpevolezza e di condanna prima, e di “piena assoluzione” in appello, è certamente un caso che in tutti noi lascia un’ombra , un “ragionevole dubbio” sulla verità e sulla reale personalità di Amanda. Non è certamente compito dei grafologi decidere o discutere della colpevolezza o meno di un imputato, ma come professionisti del settore, possiamo certamente fare delle considerazioni, sempre molto caute e il più oggettive possibili, in merito alla personalità, al carattere, alle capacità di adattamento all’ambiente, all’affettività, all’ autocontrollo delle emozioni e dell’impulsività, alla spontaneità , all’equilibrio o meno di una certa scrittura e quindi di un individuo. Ci sono alcune grafie che anche a chi non conosce la grafologia, al primo impatto comunicano delle sensazioni, “simpatia” o “fastidio”, che ci possono far riflettere su eventuali particolarità o problematiche della personalità di chi le ha scritte. Per capire meglio cosa intendo dire riporto qui di seguito, oltre alla scrittura di AMANDA, anche quella di altri due personaggi che hanno occupato le pagine delle cronache del nostro paese. La prima è una copia di una lettera scritta nel 2005 da BORIS ZUBINE dal carcere di S. Vittore, in cui si trova rinchiuso. di Barbara Taglioni - scrivere in stampato in modo leggibile e iniziare ad usare il corsivo Classe quarta - saper impostare un paragrafo ( tabulazione, margini, spaziatura) - uso appropriato di etichette immagini e diagrammi - uso dello stampato e del corsivo Grafia di Boris Zubine na se g e s i d e v i r c s chi stesso! i g o l o f a r g i d e i r o St 14 L’idea di raccontare le nostre storie, di come siamo arrivati ad essere professionisti della grafologia, ci è venuta perché, nel lungo percorso di studio, abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci, di confrontarci e di scoprire come ognuno di noi si sia avvicinato a questa materia nei modi più disparati, provenendo anche da campi professionali molto diversi e soprattutto da un vissuto differente. Incominciamo dalla storia di una di noi augurandoci di avere presto anche le vostre. Storia di Barbara T. Ho scoperto la grafologia un giorno sfogliando un quotidiano dove venivano pubblicizzati, nella stessa pagina, un corso di recitazione e un corso triennale di grafologia . . . In quel periodo, circa quattro anni fa, vivevo e lavoravo in provincia di Varese, ero Agente Generale di un’importante Compagnia di Assicurazioni da ben 20 anni con 4 uffici dislocati sul territorio e ritmi di lavoro molto stressanti. Allora avevo 48 anni ed ero in un momento della mia vita in cui quello che facevo, la mia quotidianità, ciò per cui avevo lottato per anni e che tanto mi rendeva felice e realizzata prima, all’improvviso non mi piaceva più. Sentivo la necessità di interessarmi ad altri argomenti, volevo sapere se nella vita potevo essere capace di fare anche altro, volevo ritrovare il piacere di appassionarmi di nuovo. . . La scelta di iscrivermi al corso di grafologia invece che al corso di recitazione , è stata in quel momento dettata dal fatto (la vita è strana) che con i miei orari di lavoro non avrei mai potuto arrivare fino a Milano in tempo per le lezioni che si svolgevano in quel caso di sera e durante la settimana. Il corso di grafologia tenuto presso l’Arigraf di Milano invece era perfetto perché le lezioni si sarebbero svolte nei weekend. Da quel momento la mia vita è cambiata, io sono cambiata. Le lezioni del primo anno sono iniziate nel mese di ottobre del 2008 e io a Dicembre dello stesso anno ho lasciato il lavoro con grande stupore di colleghi , amici e parenti, per dedicarmi completamente allo studio di questa materia che è stata per me un colpo di fulmine. E poi ancora, nel 2009, durante una vacanza , mentre frequentavo il secondo anno presso l’Arigrafmilano, ho avuto il mio secondo colpo di fulmine, ho conosciuto quello che è ora il mio compagno di vita e mi sono trasferita immediatamente a vivere a Messina, (per me all’altro capo dell’Italia. . .)Solo dopo essere giunta in Sicilia mi sono chiesta come avrei potuto continuare gli studi e, meraviglia delle meraviglie, da due anni l’Arigraf aveva aperto una scuola anche a Catania. Evviva !!! Ho potuto così concludere il triennio in questa sede e ho preso anche la specializzazione in perizia grafica (il ramo della grafologia che serve per le perizie nei tribunali). Considero questo un punto di partenza e non certamente di arrivo perché in questo campo ritengo che l’impegno costante e assiduo sia importantissimo, ogni giorno si può imparare e scoprire qualcosa e ampliare il proprio campo di azione. L’applicazione della grafologia, non più solo relegata nelle aule di tribunale o peggio materia per indovini improvvisati , ma scienza umana per professionisti seri e preparati, è in continuo divenire e sono certa riserverà a tutti grandi sorprese. Questa è la mia scrittura : LA SCRITTURA DI BARBARA Forme personalizzate ed essenziali in scrittura inclinata ed ascendente, tendente a barrata, in tensione, legata, ghirlanda angolosa, con presenza di sopraelevazioni, ordinata. La “volontà” innanzi tutto in questa scrittura in cui è viva e presente la tensione interore. Il protendersi con sforzo e determinazione al raggiungimento dello scopo e la ricerca del controllo sull’emotività che Barbara sente agitarsi dentro di sé, ci parlano del suo bisogno di riuscire, la continua sfida verso se stessa per sondare le proprie capacità e vincere le proprie debolezze. Si intuisce la lotta sempre presente tra la razionalità perseguita e l’istinto che all’improvviso irrompe e si impone con prepotenza. Il suo bisogno di stabilità e di certezze si scontra con il rifiuto di tutto ciò che è statico e ripetitivo, monotono nel suo procedere, vuoto di contenuto e piatto di significato. Schietta e diretta, riesce a comunicare con una facilità in cui traspare tutta l’intensità della sua personalità. Le sue scelte non sono mai casuali, ma dettate innanzi tutto dalla ricerca della propria autonomia e indipendenza. L’importante è che non siano frutto di compromessi, la lealtà verso se stessa innanzi tutto, poco importa il prezzo da pagare. Alla prossima storia, ora tocca a voi ! (a cura di Laura Montanaro) 11 o m a i n Diseg ! i n o i z o m le e di Giusi Cavaleri ...coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri , case, vicoli e palazzi perché lei ama i colori… Questa strofa della canzone “Margherita” di R. Cocciante ci invita ad esprimere ed a comunicare le nostre sensazioni attraverso i colori . E’ quello che vorrebbero fare i bambini sin da piccoli. Concedendo loro più spesso il permesso di “pasticciare” con i colori: matite, pennarelli, acquerelli, etc. si darebbe così la possibilità di dare libero sfogo alla loro creatività e di soddisfare la loro curiosità. Purtroppo spesso questo non accade perché noi genitori, pensando di educarli, tendiamo ad imporre le nostre regole di pulizia e di ordine , inibendo involontariamente la loro espressività. Il disegno e ancor prima lo scarabocchio, realizzati su qualsiasi superficie orizzontale o verticale, rappresentano per il bambino, ancor prima di imparare a parlare, un modo di comunicare le proprie emozioni , quasi con impazienza , sia ai genitori che al mondo. Sia per il loro significato affettivo che essi racchiudono, che per poter seguire il percorso di evoluzione del proprio bambino, è molto importante che i genitori custodiscano i suoi disegni. “Ogni disegno racconta una storia. Ogni storia racchiude un desiderio, un’ emozione, una gioia, una paura, un disagio. Ogni immagine ed ogni simbolo contengono un significato.” (Evi Crotti) A ricercare nel disegno le emozioni e i significati impressi sul foglio con forme e colori, può contribuire una figura specializzata come quella del grafologo Nell’interpretazione dei disegni, la figura del grafologo non può e non deve sostituirsi a quelle professionali di area psicologica e medica, ma siamo certi che, la Grafologia, come scienza “alleata” della Psicologia e della Neuropsichiatria, si possa affiancare ad esse, apportando un grosso contributo per focalizzare l’attenzione sulle problematiche infantili. Come grafologi professionisti, approcciamo l’analisi del disegno utilizzando lo stesso metodo valido per l’ analisi della scrittura, ponendo quindi l’ attenzione su: Lo spazio e il suo simbolismo: In quale zona del foglio è collocato il disegno? e qual è il suo significato? alto / fantasia destra/padre sinistra/madre basso/concretezza La dimensione: grande/espansività piccola/timidezza o! egna se stess chi scrive dis 12 13 La Forma: curva/socievolezza angolosa/riservatezza La pressione e il tratto: Leggero/sottile appoggiato/medio sensibilità buona energia incisivo/largo determinazione La continuità: La scelta del colore: Il disegno è collocato nella zona centrale tendente a sinistra ; il bambino si disegna al primo posto; I colori sono molto vivaci ; nonostante il movimento sia a scatti, riesce a rispettare i contorni . I componenti della famiglia tendono le braccia come in un girotondo, le mani non sono disegnate. Il bambino rappresenta una famiglia unita e aperta da cui egli non desidera staccarsi affettivamente. La figura paterna, se da un lato occupa nella vita di R. un posto importante (è disegnata più grande), dall’ altro lo inibisce per quello che rappresenta: regole, imposizioni ( è distante e in viso ha un’ espressione burbera). La mancanza delle mani sta ad indicare l’ indole impulsiva del bambino. I colori vivaci, usati nella colorazione delle figure genitoriali, sono indice del forte investimento affettivo sugli stessi. Nella collocazione sospesa delle figure, che non poggiano a terra, si nota una componente di fantasticheria ancora presente nel bambino; i tratti rimarcati e caratterizzati, sui visi dei personaggi, raccontano della straordinaria ironia e giocosità del bambino. Disegno n. 2 – R. 9 anni tenue/ sensibilità forte/vivacità Proveremo adesso ad analizzare insieme alcuni disegni della famiglia realizzati dallo stesso bambino nell’ arco di tempo che va dai sei anni agli attuali tredici (dall’ infanzia alla preadolescenza) , utilizzando nell’analisi gli elementi di interpretazione grafologica su citati. Nel disegno n.2, R. ha voluto rappresentare una famiglia di gatti. Stessa collocazione (si vede meglio nell’ originale), simile disposizione. Le figure non sono colorate, ma si evidenzia comunque un’ evoluzione grafica; la tenuta della matita appare ferma e fluida contemporaneamente; le linee riproducono curve ed angoli ben definiti ; i volti accennano ad una espressione; Le code sono disegnate a sinistra; c’è ricchezza di particolari e di personalizzazioni. R. rappresenta in questo disegno la situazione familiare di quel periodo, traendo lo spunto da una cucciolata di micetti. Dal disegno è possibile percepire il desiderio di attenzione (lui è sempre a sinistra) e la figura materna (grande , al centro, espressione del volto serena) indica il posto di privilegio nel suo cuore . Il gatto in alto, in disparte, che con fare minaccioso incombe sulla serenità generale, indica un disagio emotivo vissuto nei confronti di un componente della famiglia. In questo disegno le figure sono più complete dal punto di vista della evoluzione grafica (mani, vestiti , scarpe, proporzioni), ma si legge una richiesta quasi prepotente di ritornare piccolo, protetto dalle braccia della mamma (lui è in fasce in braccio alla mamma; assenza di colori; il disegno è ad “isola”, cioè al centro del foglio circondato da un grande spazio bianco ). La figura materna, rappresentata opulenta, indica la grande importanza affettiva che il bambino conferisce alla stesa, affetto da cui vuole probabilmente continuare ad essere ancora nutrito. La sospensione delle figure nello spazio e le “faccette” sui visi dei personaggi, ritornano come elementi caratterizzanti di grande fantasia . Come si può notare, sulla base del simbolismo spaziale, della consistenza del tratto e della pressione (lo si verifica nell’ originale), della dimensione , della presenza di particolari fantasiosi e dell’ uso del colore, questi tre disegni della famiglia sono stati mezzi di espressione utili a comprendere in questo ragazzo le varie fasi di evoluzione grafica e a riscontrare un buon livello cognitivo, caratterizzato da un alto livello di creatività e di personalizzazione a cui si accompagna un processo di maturazione emotiva ed affettiva che segue i suoi tempi e le sue esigenze. Disegno n. 1 - R. anni 6 o! egna se stess chi scrive dis Non perdiamoci di vista esso! 23 st e s a n g e s i d e finalità didattiche e divulgative. chi scrivcon L’ ArigrafCatania, in quanto Associazione di ricerca grafologica, organizza nell’ arco dell’ anno diversi incontri A tale scopo ci preme segnalarvi alcuni incontri le cui date sono ancora in fase di definizione. Sarà nostra Anno I premura comunicarvi le date definitive degli eventi. n. 0 febbraio 2012 • 30/31 Marzo 2012 – Workshop di grafologia professionale, Manager e Leader a cura di Carla Poma; • 20/21 Aprile 2012 - Riflessione sulla coppia, aspetti grafologici ed esperienziali a cura di Elena Manetti e Salvatore Caccamo; • 18/19 Maggio 2012 – Esperienze peritali a confronto a cura di Nicole Boille; Presentazione dell’ ultimo libro di Nicole ed Emanuela Boille; • 29 Settembre 2012 –Workshop di grafologia dell’età evolutiva a cura di Loredana Soldini e Valentina D’Anna; Sono altresì previsti i seguenti seminari interni obbligatori: Anno I - numero 0 – febbraio 2012 • 5 maggio 2012 – Approfondimenti sul tratto a cura di Laura Montanaro e Giusi Cavaleri Rivista periodica edita da ArigrafCatania • 12 Maggio 2012 – Storia della scrittura a cura di Giuseppina Franzò. Sede autonoma di Arigraf - Associazione di Ricerca Grafologica Via Cesare Beccaria n.75, Catania - Tel. 3480865711 www.arigrafcatania.it e-mail: [email protected] Sono stati già svolti: • 14 Gennaio 2012 - Pulver e dintorni, approfondimento sulla simbologia dello spazio a cura di Barba- Direttore Responsabile Giuseppina Franzo’ [email protected] ra Taglioni ( solo primo anno) Comitato di redazione Giusy Cavaleri Laura Montanaro Barbara Taglioni [email protected] • 14 Gennaio 2012 – La firma a cura di Valentina D’Anna (ore 14-18 secondo e terzo anno) • 14 Gennaio 2012 – Elementi di psicologia a cura di Anna Spinelli ( ore 9-13 secondo e terzo anno ) Per informazioni ed iscrizioni [email protected] Stampa La Grafica - S.S. 115 km. 338,400 n. 48 tel. 0932 906552 Modica I manoscritti inviati non verranno restituiti. La responsabilità degli articoli è degli autori. Le grafie vengono ridotte o ingrandite in funzione dell’ impaginazione grafica. In corso di registrazione presso il Tribunale di Catania so! e stes s a n g e s i d e v chi scri