I cinquant`anni della chiesa di San Pio X
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I cinquant`anni della chiesa di San Pio X
PDF Compressor Pro 22 15 dicembre 2015 Guspini I cinquant’anni della chiesa di San Pio X Foto Stefano Murgia M artedì 24 novembre nella chiesa di San Pio X si è festeggiato il 50° anniversario della sua costituzione. I tre parroci emeriti che hanno preceduto don Gianni Biancu hanno lasciato un’impronta indelebile nella parrocchia. Si dice che “squadra che vince non si tocca” ma i vescovi che in questi 50 anni hanno gestito la nostra diocesi hanno preferito cambiare senza che i titolari del tempo potessero raccogliere i frutti del loro impegno. Così don Pau, don Murgia e don Fanari. Adesso tocca a don Biancu che deve lottare con le difficoltà del momento e con il ricordo sempre vivo e lusinghiero dei suoi predecessori. Vivere questo 50° anniversario è stato per tutti i parrocchiani un momento di gioia, di soddisfazione per i risultati finora ottenuti e per l’impegno cui sono stati chiamati a collaborare perché in tutti cresca l’onore di sentirsi parrocchiani di San Pio X. Alla messa solenne, concelebrata da mons. Giovanni Dettori vescovo di Ales-Terralba, con i sacerdoti di Guspini e i parroci emeriti don Francesco Murgia e don Gian Pietro Fanari (era assente don Fiorenzo Pau che per l’occasione ha assicurato di celebrare nel suo paese di residenza, Foto Stefano Murgia alla stessa ora, la Messa in onore di san Pio X), erano presenti il sindaco Giuseppe De Fanti e il comandante la stazione carabinieri maresciallo Giuseppe Colaci. Uno spettacolo pirotecnico, formato da una cascata di luci, ha concluso la festa religiosa. Nella cripta si è tenuto un rinfresco con dolci, panini, una grande torta commemorativa e degustazione di una fragrante e gustosa polenta, come usava apprezzare il santo patrono San Pio X nella sua amata Riese. Peppino Muntoni Un cammino iniziato il 1° settembre 1965 Primo parroco fu don Fiorenzo Pau L a chiesa di San Pio X è una delle tre chiese che si trovano nella cittadina di Guspini. Fa parte delle dieci chiese realizzate da monsignor Antonio Tedde vescovo di Ales - Terralba, durante il suo Episcopato (1948 -1982). L’autonomia della parrocchia ebbe inizio il primo settembre 1965. È quanto si deduce alla luce dei documenti giacenti in parrocchia. Fu proprio il vescovo Tedde a pensare di creare una nuova parrocchia per raggiungere pastoralmente la gente in un quartiere chiamato “Case Popolari”. L’area venne acquistata al prezzo di lire 1.078.000 dall’Istituto autonomo per le case popolari con atto notarile del notaio dottor Felice Contu del 23/03/ 1957. L’estensione dell’area è di mq 1225. Il progetto originale elaborato dall’architetto Bruno Virdis e dall’ing. P. Valentino venne approvato dalla pontificia commissione centrale per l’Arte Sacra in Italia nell’adunanza del 28 ottobre 1954, ma non fu rispettato. Esso prevedeva la realizzazione di un edificio e di una torre campanaria rifiniti esteriormente con pietra a vista. L’erezione canonica riporta la data del primo gennaio ’57 per decreto del vescovo di Ales - Terralba monsignor Antonio Tedde. Il riconoscimento civile è del 2 aprile ’58. Alla fine dello stesso anno, nonostante le difficoltà i lavori vennero consegnati all’impresa edile appaltatrice del cavaliere Antonio Gavino Solinas di Sassari. La licenza di costruzione fu firmata il 23 maggio 1960 dal sindaco Saba. Il vescovo Tedde per sua volontà dedicò la chiesa a San PioX in quanto nutriva per lui particolare devozione per la sua bontà d’animo e per la generosità verso i poveri. Nominò parroco provvisorio don Modesto Floris viceparroco di San Nicolò, lasciando la responsabilità delle attività parrocchiali al parroco don Salvatore Piano. Nel 1963 fra tanti disagi, in una cripta priva di tutto, la messa domenicale veniva officiata dai viceparroci di San Nicolò tra cui don Bruno Cirina per circa due anni. È importante evidenziare che grazie alla disponibilità di don Modesto Floris sappiamo con certezza che non c’era stato nessun decreto di nomina, in quanto le nomine solitamente venivano fatte a voce. Unica motivazione: era necessario a quei tempi presentare un nome come titolare per una possibilità congrua, in quanto lo Stato versava una percentuale secondo il patto della Santa Sede come risarcimento all’esproprio dei beni della Chiesa. Lo stesso don Modesto afferma che non ha avuto nessun ruolo rilevante nella parrocchia e mai ha celebrato. Maria Pina Scanu Don Fiorenzo Pau venne nominato parroco il 1° settembre 1965. Il suo ingresso è datato giorno 19 dello stesso mese. Un’accoglienza festosa in cripta, poiché la chiesa era in fase di costruzione, gli era stata riservata da una comunità che iniziava un cammino. Dopo il saluto di benvenuto di monsignor Salvatore Piano, il canonico Severino Tomasi diede lettura della nomina. Come dono al giovane parroco la parrocchia madre regalò l’Ostensorio (vedi foto) che gradì in modo particolare in quanto anticamente si usava donare l’Eucaristia come continuazione di scambio. La cripta si presentava spoglia e senza pavimentazione. Il tenace neo-parroco organizzò le strutture e si prodigò per l’arredamento per il quale contribuì anche la parrocchia di San Nicolò. La Paratora che si trovava già nella cripta venne restaurata, era molto caratteristica, sembrava un’opera d’arte. Conteneva le pianete donate dalla chiesa di San Nicolò che vennero usate solo nel primo periodo in quanto ancora non si usavano le casule. Ma ben presto assunse un aspetto diverso: si realizzarono due colonnine da sistemare nel presbiterio, una a destra e una a sinistra con le statue della Madonna e del Sacro Cuore. Le transenne alla romana completarono la postazione del presbiterio. (m. p.s.) Samassi: ad un passo dalla Consulta Dopo l’approvazione dello Statuto della Consulta Giovanile di Samassi in data 29 settembre 2015, il gruppo promotore “Giovani 2013”, in collaborazione con il Comune di Samassi e la Pro Loco “Gianni Cattari”, ha organizzato un importante evento rivolto a tutti i cittadini: “A un passo dalla consulta”. Manifestazione fortemente voluta per promuovere la consulta giovanile samassese e accattivare l’interesse dei giovani compresi tra i 16 e 32 anni che potrebbero entrare a farne parte. Senza l’aiuto economico e la collaborazione di tutto il paese, però, il gruppo promotore avrebbe potuto fare ben poco con le sue sole forze. Tutte le attività samassesi, nonostante la crisi pressante, hanno contribuito attraverso abbondanti sponsor alla buona riuscita dell’evento, si sono fidati di giovani che sono andati a bussare alla soglia dei loro negozi per chiedere con timidezza un supporto dove possibile, doverosi paiono dunque i ringraziamenti verso chi ha contribuito. Fondamentale è stato l’appoggio della Pro Loco che ha aiutato i giovani nell’allestimento dello spazio e ha messo a di- sposizione la propria attrezzatura per l’intera serata, l’aspetto musicale è stato, invece, curato dall’Officina Musicale che si è occupata del service e dell’intrattenimento. Dalle 17 in poi presso casa Sigura, un ampio spazio contornato da un accogliente giardino, il gruppo promotore ha atteso i samassesi per l’inizio dell’evento. I presenti hanno potuto ammirare i disegni esposti da alcuni artisti e leggere in pannelli appositamente allestiti lo Statuto della consulta per poi iscriversi e autocandidarsi. Dopo le presentazioni generali, quattro rappresentati del gruppo promotore hanno aperto un dibattito generale. Dalla differenza fondamentale tra consulta e associazione si è cercato di spiegare quella tra uno statuto e un regolamento. Dietro le domande e i suggerimenti dei quattro giovani si sono delineate le finalità e competenze della consulta, la sua organizzazione interna, cercando di specificare e differenziare i compiti dell’Assemblea rispetto a quelli del Consiglio direttivo per concludere con l’analisi del funzionamento di votazioni ed elezioni. Per riassumere tutte le conoscenze apprese i partecipanti sono stati invitati a completare un grande cruciverba a tema; suc- cessivamente hanno potuto assaporare e degustare un ricco aperitivo offerto dal gruppo promotore grazie ai numerosi sponsor raccolti per il paese. A seguire altri giochi, approfondimenti sulla consulta e vasta socializzazione davanti ad un bicchiere di sangria, di birra, castagne calde e un buon panino. Dalle 21 in poi ha preso il via la musica, dopo le esibizioni di giovani rapper samassesi sono stati gli Entroterra a prendere le redini, intrattenendo il pubblico con i loro pezzi più famosi e diverse rime, studiate sul momento, aventi come protagonista la Consulta Samassese. Carola Onnis PDF Compressor Pro 15 dicembre 2015 di Edmunduburdu Peste e corna IL PUNTO DELLA SITUAZIONE di Maurizio Onidi LETTERA A BABBO NATALE C aro Babbo Natale, anche se non sono più un ragazzino, fa’ un regalo anche a me. Vorrei che tu, che con le tue renne vedi il mondo dall’alto, mi liberassi dai dubbi e mi aiutassi a capire. Ci dicono che il nostro Dio ha creato l’universo e, con esso, il pianeta terra e il paradiso terrestre, su cui ha posto l’uomo e la donna, ai quali ha ordinato di crescere e moltiplicarsi. Hanno obbedito ma, come dice la bibbia, quando hanno colto la prima mela li ha cacciati dal loro paradiso e il peccato dei genitori ora si cancella col battesimo dei figli, una marchio di appartenenza che i credenti si portano appresso per la vita, altrimenti, dicono certi predicatori, non si è persone ma bestie. E poi, leggendo la bibbia (ma mi sai dire chi l’ha scritta?) trovi racconti di violenza, come quelli di Caino e Abele, del diluvio universale, e di Giobbe, messo alla prova attraverso Satana con lo sterminio dei suoi familiari e animali e la distruzione della sua casa e dei suoi beni, tanto per dimostrare la potenza divina e far capire che lui è l’unico padrone. Sì, certo, poi l’ha ripagato della fiducia che non ha perso nei suoi confronti, ma perché dargli quelle sofferenze? Come saprai, molta gente predica la bontà e onnipotenza di Dio, lo festeggia e gli tributa onori e crede che, alla fine dell’esistenza, o forse del mondo intero, i giusti saranno premiati. Chi lo ama e lo teme cerca di rispettare i suoi comandamenti, ma il domani è lontano come è lontano il giorno del giudizio finale, per cui l’uomo per egoismi, vizi o fame di pane o di denaro li mette in secondo piano, tanto, poi, per chi si pente c’è il prete che assolve. C’è però, in tutta questa storia, un problema: chi crede in lui pensa di percorrere la via giusta e non sempre accetta che un altro non creda e percorra altre vie. Ti parlo della religione qui più praticata dato che le altre non le conosco a sufficienza e vedo la storia del mondo piena di stragi fatte in nome di divinità, non importa se chiamate in modo diverso ma comunque raffigurate generose o severe, che dopo la morte assicurano a tutti beatitudini o sofferenze. Sull’origine dell’uomo c’è anche un racconto di molti millenni addietro, non so se scritto prima o dopo la bibbia, che parla dell’arrivo sulla terra di un popolo alieno cui necessitano aiuto e braccia e che, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, riesce a farci come siamo oggi. Quegli alieni non hanno però promesso paradisi ma IL COMMENTO dato il pane per ripagare il lavoro. Chi crede non perde occasione per pregare, invocare e inginocchiarsi per riverire la propria divinità e io mi chiedo se una preghiera o un atteggiamento adulatorio vale quanto un’opera di bene e il rispetto. È stato detto di amare il prossimo come se stessi, ma non so quanti realmente lo fanno. So che si predica la sacralità della vita, ma c’è gente che con l’ausilio di macchine mantiene in vita vegetale corpi ormai senza una traccia di coscienza e ritarda l’incontro di un’anima (se c’è) con il suo dio, e di altri che per convinzione, credi o interessi non hanno per la vita altrui alcuna considerazione. D’altro canto anche il Dio della bibbia, col suo diluvio universale, ha sterminato un’umanità intera. Possibile che fossero tutti indegni di vivere, bambini, animali e piante, o l’ha fatto perché seguivano un altro dio? Qui sulla terra, su questo paradiso perduto, che perduto non è e che non rispettiamo come dovremmo, ci trasciniamo tra beghe e guerre perché valutiamo in modo egoistico le cose e i fatti e, quando esprimiamo un giudizio (l’ha detto anche il papa: chi sono io per giudicare?) è per far prevalere le nostre convenienze. Intanto in molti sono lì a venerare il sacro chiodo, la sacra croce, la sacra scheggia di legno della croce di Cristo, il sacro calice, la sacra sindone e via dicendo, e un’infinità di santi, perché il piacere di avere un santo protettore non si può negare a nessuno. Santi che, prima di essere fatti tali, in molti hanno seguito la retta via, cioè hanno avuto rispetto, amore e fiducia per se stessi e gli altri. La bibbia dice anche che c’è un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la pace e un tempo per la guerra e noi assecondando i nostri istinti applichiamo i codici etici dettati dalle religioni e dagli ammaestramenti ricevuti e continuiamo a creare scontri. Pensi, caro Babbo Natale, che senza religioni si potrebbe stare meglio? O che sarebbe il caso per esempio di riscrivere tutti i testi sacri in maniera più semplice e chiara, escludendo possibilità di interpretazioni diverse per tutti? In effetti ogni stato ha le sue leggi, ma... Aiutami a capire, ti prego, e intanto, e te lo chiedo umilmente, puoi far sì che la tolleranza e il rispetto non resti un sogno almeno in questi giorni di festa? Grazie, mille grazie e tanti auguri anche a te per quello che fai. di Rinaldo Ruggeri LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO S i urla: “Vogliono mettere in discussione le nostre tradizioni, i nostri simboli, le nostre identità, le nostre radici, i nostri valori occidentali e cristiani.”. Tutto viene presentato e descritto in termini apocalittici come se le icone e le consuetudini religiose fossero arrivate al capolinea. Non è così. La religione cristiana ne ha visto e fatto di cotte e di crude, eppure vive da duemila anni. Non sarà un crocifisso in meno in un’aula scolastica o la mancanza di un canto di Natale a porre fine alla sua esistenza. Bisogna avere il senso della realtà e non navigare nel catastrofismo. Molti cattolici, quando fanno accorati appelli e richiami alla nostra società cristiana e occidentale, a quale società si riferiscono? A quella attuale o a quella del passato? A quella del passato dei ministri della Chiesa simoniaci che commerciavano in cariche ecclesiastiche, ai tribunali dell’Inquisizione, ai massacri compiuti in nome di Dio verso le altre confessioni cristiane? Se il riferimento è, invece, alla società attuale, quella degli ultimi centocinquanta anni, i nostri cattolici sono arrabbiati ma anche assai distratti. Ricordiamo che dopo la Rivoluzione francese, avvenuta tra 1789 e il 1799, si pose fine in Europa allo stato confessionale e alla progressiva costruzione del moderno stato laico. L’Italia ancora divisa in tanti staterelli stentava a uniformarsi al vento di laicità che soffiava in tutta Europa. Con l’Unità d’Italia, si mossero i primi passi, grazie, anche, all’impegno di un liberale conservatore come Cavour che, come primo ministro, si batté per affermare il principio: “Libera Chiesa in libero Stato”. Solo dopo 1870, in seguito alla presa di Porta Pia e alla conseguente annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia, inizia nel concreto la separazione tra Stato e Chiesa. Molti beni della Chie- sa vengono requisiti, la rottura fra il Papato e i Savoia è un dato di fatto che accelera la nascita dello Stato laico. La parentesi del Ventennio fascista ha rallentato ma non arrestato questo processo che è ancora in corso. Non si deve tornare indietro ma andare avanti, affermare in concreto, nella pratica quotidiana, il principio di cavouriana memoria: “Libera Chiesa in libero Stato”. Ciò significa che lo Stato è di tutti, indipendentemente dal credo religioso o dalla fede politica, non c’è diritto dinastico o di prelazione di nessuno, non vale essere maggioranza o minoranza. Pretendere, da una parte dei cattolici, di trasformare istituzioni statali in luoghi di esposizione delle loro icone e simboli è un atto di arroganza che mina la laicità dello Stato. “Libera Chiesa in libero Stato” significa che tutte le chiese hanno diritto di manifestare ed esercitare la propria fede religiosa. Si dice che in alcuni stati islamici è impedito il culto cristiano, se questa affermazione risultasse vera significa che siamo in presenza di Stati confessionali. Il fatto non deve condizionare le scelte di laicità che appartengono ad un percorso difficile e tortuoso di affrancamento di un passato integralista, che anche in Italia tarda a morire. Anche volersi incaponire a mettere crocefissi dappertutto non è una dimostrazione di attaccamento alla religione, semmai una ostentazione formale. È più facile appendere un crocifisso al muro che porgere l’altra guancia, perdonare, essere misericordiosi, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, in una parola vivere da cristiani. Si ha la sensazione che il crocifisso e le altre icone servano a nascondere un’ipocrisia fondamentale che alberga in tante coscienze cattoliche. Non vale, nemmeno, il detto di certi laici opportunisti, che sentenziano: “Il crocifisso se bene non fa, male nemmeno”. 23 TALK SHOW, POLITICI E STATI UNITI D’EUROPA O gni qual volta accade un avvenimento di notevoli proporzioni in termini di vite umane, non che quelle di minori entità non siano tragiche, sull’onda dell’emotività a tutti i livelli si fanno proclami di radicali cambiamenti, di giri di vite, di interventi strutturali. Spenti i riflettori, i mass media spostano l’attenzione su altri avvenimenti e di fatto non dico che non accade nulla ma poco e comunque non quello che si era annunciato. È accaduto in casa nostra con i terremoti e le alluvioni, ma la sostanza non cambia di tanto se guardiamo a quanto accaduto e sta accadendo negli Stati Uniti d’Europa, vedasi gli emigranti morti e che continuano a morire in mare piuttosto che i fatti di Charlie Hebdo di alcuni mesi fa in Francia e ancora più grave sempre a Parigi, sconvolta dagli attentati da parte dell’Isis di questi giorni. Ebbene, prendendo spunto proprio dalle polemiche scaturite tra i servizi di intelligence francesi e belgi, subito dopo questi tragici fatti, circa i movimenti degli attentatori, ritengo, come cittadino comune, di fare qualche riflessione. Premesso che Non voglio e non posso entrare nello specifico, in primis perché non ho elementi se non le notizie che apprendiamo dagli organi di stampa e dai telegiornali e comunque perché non ho alcun titolo per disquisire sull’argomento. A tal proposito, provo un profondo senso di rifiuto e disgusto in particolare in questo periodo nel vedere i talk show sulle tutte le reti televisive sia pubbliche che private dove i politici di turno, esseri onniscienti, affrontano l’argomento come fossero esperti di antiterrorismo, come ieri lo erano di fatti geopolitici e ieri l’altro lo erano di protezione civile e meteorologia. Consentitemi una ulteriore riflessione: ma questi signori che sono stati eletti per rappresentarci in Senato e alla Camera per non parlare dei parlamentari europei, quando lavorano se passano tutto il santo giorno da una rete ad un’altra? Tornando al tema principale e quindi a quanto accaduto a Parigi, essi hanno fatto emergere la necessità improcrastinabile della costituzione di un’ ‘Autorità’ Centrale Europea di coordinamento di queste attività di intelligence che attualmente ogni stato aderente svolge per proprio conto. Serve una banca dati centralizzata, costantemente aggiornata, un continuo monitoraggio e scambio di informazioni. Precedentemente ho citato gli Stati Uniti d’Europa, ma esistono veramente? Senza ripercorrere tutta la storia dell’Unione delle Nazioni Europee, si comincia a parlarne sin dal XVII secolo, a seguire l’argomento viene affrontato da Kant, da Napoleone Bonaparte, da accesi sostenitori come Carlo Cattaneo e Victor Hugo e ancora dall’anarchico Bakunin. Arrivando ai giorni nostri, di fatto, oggi esiste solo una unità economica. Si realizzassero concretamente gli Stati Uniti d’Europa, in virtù delle tanto care “razionalizzazioni ed economie di scala” si otterrebbero tanti di quei risparmi che mai come in questo momento tornerebbero utili per rilanciare i consumi e quindi creare benessere ai 500 milioni di europei e non solo. Prendiamo ad esempio le spese militari: annualmente gli stati aderenti europei, dove ogni nazione ha il suo esercito, la sua aviazione, la sua marina, spendono 331 miliardi di dollari di cui 44 miliardi spesi dall’Italia pari all1,3% del PIL. Ci sono sicuramente margini notevoli di manovra. È fuori dubbio che ciò comporterebbe uno sforzo non indifferente da parte dei governanti dei singoli stati in particolare sul fronte del cambio di orizzonti più ampi in ottica europea, a scapito delle politiche specifiche del proprio mercato domestico e dei singoli centri di potere. Capisco che queste problematiche non siano di facile soluzione, però è una strada obbligata se non si vuole fare il gioco degli euroscettici purtroppo in continuo aumento. PDF Compressor Pro 24 15 dicembre 2015 IL MIO PUNTO DI VISTA di Giovanni Luigi Zedda di Antonio Loru TUTTE LE VITTIME SONO INNOCENTI VITTIMA INNOCENTE È UNA TAUTOLOGIA Seconda parte La guerra non solo è uno strumento stupido e crudele, non funziona neanche. […] questa guerra è incominciata dopo l’11 settembre. […] È stato detto, a noi cittadini che era cominciata la guerra al terrorismo e sarebbe durata 50 anni. Bene, 15 sono già passati. E con quali risultati? […] Si sono distrutte intere nazioni, scardinata la struttura sociale, non solo politica. E l’ISIS nasce proprio da lì. Davvero un grande successo … e nessuno dice niente. Serve la guerra? O ha prodotto ulteriore guerra, ulteriore terrorismo? Ce li ricordiamo i talebani? Nessuno se li ricorda più, ma controllano oggi molto più di quello che controllavano prima della guerra in Afghanistan. […] Bisogna ammettere gli errori del passato. Quante balle sono state raccontate ai cittadini del mondo. […] Mi sono visto sventolare perfino una provetta con piscio di laboratorio per giustificare la guerra. Oggi ammettono di aver detto bugie, perfino Blair. (Raitre, Intervista a Gino Strada, In Mezz’Ora, 15/11/ 2015) Il mio nome non conta/La mia età nemmeno/Il paese da cui vengo/È chiamato Midwest/Là sono cresciuto e ho imparato/A obbedire alle leggi/E che il paese in cui vivo/Ha dio dalla sua parte/[…] La Prima Guerra Mondiale/Come venne andò/Ma perché si combattè/Non compresi mai/Ma ho imparato ad accettarla/Con grande fierezza/Non si contano i morti/La Seconda Guerra Mondiale/Finalmente finì/Perdonati i tedeschi/Che ora sono amici/Han bruciato la gente/Sei milioni nei forni/Oggi anche i tedeschi /Hanno Dio con sé/ […] Molte volte ho pensato/Alla triste realtà/Che Gesù fu tradito/Da un bacio sul viso/Ma io non posso pensare per voi/Giudicate da voi/Se per caso anche Giuda/Aveva Dio con sé/Ora voglio andare via/Sono stanco sfinito/La confusione che provo/Non c’è lingua che la possa esprimere/Le parole si affollano nella mia testa/E cadono per terra/Ma se Dio è con noi/La guerra si fermerà./ (Bob Dylan, With God On Our Late , in The Times They Are a-Changing, 1964) Grazie a Dio, sono ateo. (Luis Buñuel, regista, cinematografico, spesso erroneamente attribuita a Woody Allen, altro regista) Caduto il Muro, […] la pressione è quasi tutta sul vicino e il medio Oriente, che reagisce radicalizzando il conflitto ideologico, serrando le fila e aggrappandosi ad una identità religiosa sempre più conservatrice e aggressiva, sostando su un terreno dal quale, fino alle prime campagne militari di Bush padre, l’Occidente più accorto e ragionevole, aveva sperato, (e in qualche caso anche positivamente operato), di riuscire a farli venir fuori ………………………… (continua dalla prima parte) … Oggi è lecito il dubbio che sia, in una certa misura, successo il contrario, che siamo stati trascinati noi occidentali sul terreno del fanatismo ideologico. Assistiamo addirittura a revival di integralismo religioso, di divinizzazione isterica di coloro che si proclamano servi dei servi di Dio, ma si comportano da despoti, vivono da faraoni. E non l’ho detto io! Questo in un Occidente che ha cono- sciuto un grande progresso, non solo uno straordinario e discutibile sviluppo economico, proprio quando, con un dolorosissimo processo secolare di laicizzazione della cultura, ha agito in profondità la convinzione che la salvezza delle anime, per chi crede, è il solo e unico compito della religione, al resto, tutto ciò che pertiene e appartiene alla sfera temporale del finito, del transeunte, del caduco e mortale, deve invece pensare la società civile con le sue istituzioni laiche. L’Occidente si è evoluto nel momento in cui ha sancito il principio della aconfessionalità dello stato moderno. Se c’è stata, nella storia moderna e contemporanea una superiorità culturale dell’Occidente cristiano sull’Oriente mussulmano, qui, e solo qui, riposa questa conquista. Questa guerra, con le sue brutalità terroristiche, l’abbiamo creata noi, per i nostri interessi economico-finanziari, non ultimi gli interessi delle aziende produttrici d’armi, aziende americane statunitensi, europee, italiane. Non risulta che nel nuovo e per molti versi misterioso e instabile, anche territorialmente, stato dell’ISIS, si producano armi da guerra, o in Libia, in Afganistan, Iraq, Siria, ma che queste armi, gli elicotteri e gli aerei militari, i fuoristrada equipaggiati per il combattimento, siano russi, americani, francesi, italiani, fabbricati in paesi dell’Estremo Oriente. Sembra proprio che quelle armi che hanno fatto strage recentissima di inermi cittadini francesi siano state fabbricate in questi paesi e vendute ai terroristi, forse in cambio di petrolio a prezzi di contrabbando. O siamo disposti a riconoscere i nostri errori passati e presenti, almeno come concausa di questi fatti tremendi, oppure le tante dichiarazioni di circostanza saranno appunto tali, i minuti di silenzio rispettati un po’ dappertutto, sortiranno lo stesso effetto delle scarpette rosse ai maschi imbecilli, e in definitiva incapaci di creare un rapporto adulto con le donne, cioè niente, questa barbarie incivile ha continuato e continua senza sosta a mietere vittime donne, senz’altro risultato, se non, forse, quello di liberare i magazzini dei calzaturifici dai fondi dell’invenduto. Se vogliamo fare terra bruciata intorno ai terroristi dobbiamo presentarci come modelli di tolleranza, di reale modernità, dobbiamo, agli occhi di queste martoriate popolazioni, non solo apparire, ma realmente essere portatori di un nuovo umanesimo, radicale, totale, perfettamente rispettoso della loro cultura attuale. Se veramente il nostro modello è migliore, nessun uomo o donna sani di mente lo rifiuteranno. I terroristi, che sani di mente non sono, rimarranno soli. Se invece continueranno a pensarci, con tante buone ragioni, solo avidi sfruttatori, allora non illudiamoci, i terroristi troveranno tanta, diffusa accoglienza. Buon Natale, non dimentichiamoci che Gesù, (che in questi santi giorni festeggiamo, rammaricandoci di avere poche breccole, piccioli o sghèi, da spendere), era contro il consumismo, NON CONTRO IL COMUNISMO, anzi, (una sardellina, una michetta, una zucca di vino, [mi piace pensare bianco, col pesce], e ce ne [è]ra d’avanzo per le tùrbe). Ma sopra ogni cosa era contro la guerra, ogni guerra, senza se, senza ma, certamente senza forse: meglio ricevere due sberle che fare pari e patta, chi di spada ferisce … O mi sbaglio? OGGI PARLIAMO DI... IL PROFESSORE DI DESIDERIO Anziché dedicare il primo giorno di lezione a presentare la lista dei libri da leggere e a illustrarvi il tema di questo corso, vorrei raccontarvi alcune cose su di me che non ho mai rivelato prima ad alcuno dei miei studenti. […] Adoro insegnare [… ] di rado mi sento così bene come quando sono qui, con […] i miei testi sottolineati e persone come voi. Per me non c’è altro nella vita che valga l’ora di lezione. A volte, […] quando […] uno di voi con una sola frase è arrivato al cuore del libro di cui si parla, […] vorrei urlare: Amici miei, tenetevi cari questi momenti! Perché? Perché una volta usciti da qui accadrà di rado, se non mai, che [… ] qualcuno vi parli o vi ascolti nel modo in cui vi parlate e ascoltate fra voi e con me in questa stanzetta spoglia e luminosa. […] Dubito che vi rendiate conto di quanto è emozionante sentirvi parlare di solitudine, malattia, desiderio, perdita, sofferenza, delusione, speranza, passione, amore, terrore, corruzione, sventura e morte … è commovente […] perché, cosa strana e triste, potrebbe essere la vostra ultima occasione per riflettere in modo serio e sistematico sulle forze irrefrenabili con cui, volenti o nolenti, dovrete tutti prima o poi misurarvi. […] Per dirla tutta l’aula è per me quello che la chiesa è per un vero credente. Alcuni la domenica si inginocchiano a pregare, altri ogni giorno all’alba indossano i filatteri … io compaio qui […] a insegnare le grandi storie. (Philip Roth, Il professore di desiderio, Einaudi Super ET, TO, 2014, pgg. 163/166) Siete nonni? Siete padri e madri? Allora leggete questo libro assieme ai vostri figli. Meglio ancora, se siete nonni come me, leggetelo assieme ai vostri nipoti scolari, alunni o studenti che siano. Contemporaneamente se possibile, oppure dopo che, nipoti, nonni, madri e padri l’avete letto, fatevi assieme, voi con loro scolari, alunni, studenti, una domanda: la scuola oggi è buona, così così, oppure, per esagerare, solo per il gusto dell’iperbole, mica per davvero, fa un poco schifo? Ne Il professore di desiderio, David Kepesh si chiede: può la ricerca di soddisfazione del desiderio condurre alla felicità? Il professore sviscera questa sua domanda esponendo, nello sviluppo della narrazione, tutte le sue implicazioni psicologico-relazionali. Il romanzo è in questo senso un itinerario di viaggio, che dietro la finzione del viaggio nello spazio, (Europa, Estremo Oriente), cela in realtà un viaggio nell’interiorità dei protagonisti delle sue storie. Philip Roth è oggi considerato uno dei più importanti autori di letteratura americana: nel 1997, con Pastorale americana, ha vinto il Premio Pulitzer, nel 1998 ha ricevuto la National Medal of Arts alla Casa Bianca, nel 2002 il più alto riconoscimento USA, la Gold Medal per la narrativa della Academy of Arts and Letters. E tanti altri premi. Philip Roth, Il professore di desiderio, Einaudi Super ET, TO, 2014. Villamar - Pauli Arbarei Concerti di Natale con il coro polifonico Santu Pedru Il coro polifonico Santu Pedru di Villamar ha in programma il consueto concerto di Natale che si terrà a Villamar presso la parrocchia di San Giovanni Battista il 20 dicembre 2015 alle ore 18:30. Qualche giorno più tardi, il 23 dicembre, lo stesso coro si esibirà a Pauli Arbarei sempre alle ore 18:30 presso la chiesa di San Vincenzo. Questo è quindi un periodo di intensa attività per il coro villamarese, che ha partecipato con successo a due concerti svoltisi nella prima settimana di dicembre rispettivamente ad Albagiara e a Gadoni. Il coro Santu Pedru è ormai una realtà consolidata: fondato nell’aprile 2012, è attualmente composto da 30 elementi. Il maestro Tonino Cabua, che è anche il pianista, ne cura tutti i brani e gli arrangiamenti; è accompagnato da Giancarlo Garau alla chitarra e da Alessandro Scanu come tenore. Fra i coristi Claudia Sciola è la voce principale solista femminile, mentre Pasquale Plantas è il solista maschile. L’attività corale vanta un vasto repertorio fatto di brani sia religiosi che profani, eseguiti in diverse lingue. Gli appuntamenti di Villamar e Pauli Arbarei saranno una buona occasione per permettere a tutti gli appassionati di assistere ad un bello spettacolo di voci in un’intensa e profonda atmosfera natalizia. Simone Muscas Dimmi cosa leggi Il coro polifonico Santu Pedru di Villamar PDF Compressor Pro 25 15 dicembre 2015 di Valentino Pitzalis INVALIDI & DISABILI www.valentinopitzalis.it LEGGE 114 DEL 2014: NOVITÀ IMPORTANTI PER GLI INVALIDI Il 2014 è stato un anno decisivo per la semplificazione di molteplici aspetti riguardanti il mondo dei disabili e degli invalidi. Infatti, grazie alla Legge 114 del 2014, sono state introdotte importanti semplificazioni della burocrazia che, finora, hanno creato notevoli disagi ai disabili. Le modifiche riguardano in particolare la patente speciale di guida; i parcheggi per i disabili; i certificati provvisori per i permessi lavorativi. Altre novità riguardano le visite di revisione e gli invalidi neomaggiorenni; i concorsi e le assunzioni nella pubblica amministrazione. Per una persona disabile, ottenere l’idoneità alla guida è spesso complicato e richiede notevole tempo di attesa e costi. È un’apposita commissione medica a stabilire se un disabile sia o meno idoneo alla guida e se l’auto abbia bisogno di particolari adattamenti. Senza contare il fatto che anche la durata della patente è inferiore a quella degli altri cittadini e che per il rinnovo occorre sempre rivolgersi alla stessa commissione. La nuova legge ha finalmente stabilito che i conducenti che presentano una disabilità stabilizzata, per il rinnovo della patente, non dovranno più ricorrere alla commissione medica locale ma potranno rivolgersi ad un medico autorizzato come fanno tutti gli altri patentati. Inoltre la durata della patente in questo caso sarà quella prevista per tutti a seconda del tipo di patente e dell’età del conducente. Altra novità riguarda i parcheggi riservati ai disabili. La nuova disposizione impone al Comune di stabilire, anche nelle aree destinate a parcheggio a pagamento gestite in concessione, un numero di posti destinati alla sosta gratuita degli invalidi muniti di contrassegno superiore al limite minimo previsto dalla normativa vigente che è 1 posto ogni 50 posti disponibili. Questa indicazione che in precedenza era facoltativa, ora diventa un obbligo per i Comuni! Allo stesso tempo, però, è previsto che nel caso in cui risul- tino già occupati o non disponibili i posti a loro riservati, il Comune possa prevedere la sosta gratuita nei parcheggi a pagamento. In quest’ultimo caso non vi è alcun obbligo per i Comuni. Semplificazioni anche sul fronte dei certificati provvisori per ottenere i permessi lavorativi. Infatti, la commissione medica ha ora 45 giorni di tempo dalla presentazione della domanda per pronunciarsi sul riconoscimento della condizione di handicap ai sensi della legge 104 del 92. Trascorso questo termine, l’accertamento può essere effettuato in via provvisoria da un medico specialista della ASL. Prima occorreva attendere 90 giorni per richiedere tale certificazione provvisoria. Inoltre la Commissione medica può ora rilasciare un certificato provvisorio anche subito dopo la visita. Se prima tale certificato provvisorio poteva servire solo per ottenere i permessi dal lavoro, ora consente anche di ottenere i cosiddetti congedi dal lavoro per l’assistenza di familiari invalidi. Anche riguardo ai concorsi e le assunzioni nella pubblica amministrazione sono intervenute novità. Una persona con invalidità uguale o superiore all’80% non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista nei concorsi pubblici. Inoltre, se la persona con disabilità è risultata idonea a concorso pubblico presso la pubblica amministrazione, può essere assunta anche oltre il limite dei posti previsti dal bando. EMOTIVAMENTE di Alice Bandino psicologa AUTOLESIONISMO E EMOZIONI Tempo fa avevo parlato del preoccupante fenomeno adolescenziale del cutting. Ne riparlerò oggi, in seguito alla mail di una docente accortasi di evidenti tagli autoinferti su braccia e gambe di una sua studentessa. L’autolesionismo è una pratica utilizzata in diverse epoche e culture a livello mondiale; senza divagare in esempi di ascetismo e/o altri rituali di mortificazione della carne, proverò a contestualizzarlo ai giorni nostri. Ci vuole molta attenzione per accorgersi di un disagio simile in atto. Qualche anno fa si è provato ad associare il cutting a una pratica tipica della comunità emo, relegando il problema a mera moda passeggera: l’emo (ispirato a una tipica subcultura americana, musicale e sociale) col dolore dei tagli prova piacere in contrasto con le pene terrene; così facendo non si è cercata l’origine del disagio ma si è stereotipato il disagiato per arginare il fenomeno stesso, permettendo invece che esso si diffon- desse tra i giovani grazie anche a chat e gruppi Fb che riuniscono confidenze e particolari sul cutting. Gli adulti spesso non capiscono perché un minore dovrebbe farsi male, visti i problemi lontani anni luce dai veri problemi della vita. Niente di più vero, se lo si guarda con gli occhi adulti. Proviamo invece a guardarlo coi loro occhi. Cosa può esserci di così grave da portare al Cutting? Le motivazioni son tante quante le persone che lo praticano. Chi lo fa non appartiene a una categoria: già negli anni 70 psicologi e analisti comportamentali trovarono correlazioni tra autolesionismo e un malfunzionamento strutturale e/o funzionale tra il soggetto e il resto del mondo, o tra il soggetto e il proprio sè. Una “fuga”dal reale, un evitamento del dolore che una situazione stressante comporta a livello cognitivo e emotivo in loro, un’automedicazione che il corpo attua per “alleviare i pensieri della mente”, capace di provocare nell’individuo un piacere (passeg- AMBIENTE E SICUREZZA [email protected] gero), come una droga. In Florida il dottor Iwata docente, psicologo e psichiatra dai primi anni ottanta, ha condotto ricerche e analisi funzionali su centinaia di casi. I risultati dicono che nel 95% dei casi vi è una causa precisa pronta a emergere col sostegno psicologico, fuga dal dolore ma anche piacere per l’attenzione suscitata una volta scoperti. Le ricerche sulla “regolazione delle emozioni”, suggeriscono che una particolarità della non condivisione delle emozioni è l’intensità delle emozioni negative che suscita anche solo il ricordo di un evento spiacevole. Più vergogna e senso di colpa ci attanagliano meno racconteremo l’evento. Più l’interlocutore è distante da noi e non giudicante, più tenderemo a confidarci. È più probabile che l’adolescente riesca a confidarsi con un estraneo o uno psicologo che li ascolti, piuttosto che col proprio genitore che potrebbe essere visto come ostile o addirittura causa di questo malessere. di Andrea Alessandro Muntoni ingegnere ambientale EFFETTI GLOBALI DEL RISPARMIO ENERGETICO P er conseguire un ragguardevole risparmio energetico occorre senz’altro intervenire sull’involucro edilizio, utilizzando materiali da costruzione caratterizzati da bassi valori di trasmittanza e infissi e vetri certificati, capaci di ridurre al minimo le dispersioni termiche invernali e il passaggio di calore dall’esterno verso l’interno in estate. I materiali da costruzione, tuttavia, non bastano, da soli, a risolvere le complesse ed articolate problematiche del risparmio energetico, i cui effetti possono farsi sentire anche a livello globale. Anche l’uso di impianti termici o di raffrescamento o comunque condizionamento e ventilazione poco energivori può contribuire notevolmente al risparmio energetico. Laddove, poi, gli impianti sono efficaci ed efficienti, occorre cercare di utilizzare fonti di energia rinnovabili: solare termico e fotovoltaico ma anche geotermico, anche per interventi a scala ridotta, a servizio di un solo edificio o di un corpo di fabbrica multipiano con molti appartamenti adibiti a civile abitazione ed uffici. I consumi di energia elettrica, tuttavia, nell’ottica di un vero risparmio energetico complessivo, passano per la scelta di sistemi di illuminazione con moderne lampade a basso consumo o alta efficienza, che hanno oramai sostituito, per legge, le vetuste ed obsolete lampadine a incandescenza. Anche gli elettrodomestici, che possono essere di varia classe in base al consumo (A per quelli più bassi), possono contribuire a un considerevole risparmio in bolletta, con benefici palpabili sia a livello familiare che globale. Va detto, a riguardo, che anche i consumi d’acqua corrente dovrebbero rientrare in una politica di miglioramento delle performance energetiche di ogni famiglia: edurre, accumulare, trattare, distribuire e depurare le acque ha un costo; quello riportato in bolletta tiene conto di tutta la filiera e, in qualche modo, rende conto anche del costo ambientale. Non va infatti dimenticato che produrre e distribuire l’energia elettrica ha un costo ambientale: molte centrali sono ancora alimentate a combustibili fossili e carbone, altre sfruttano la fissione nucleare e utilizzano uranio, dando luogo a problemi di gestione dei rifiuti e delle emissioni in atmosfera (CO2, ecc.), con possibili gravi ripercussioni ed effetti negativi sulla salute dell’uomo e sulla vita delle specie biotiche (piante e animali): i comportamenti di ciascun individuo influenzano, anche se non se ne ha piena consapevolezza, il clima nell’intero pianeta Terra e posso- no contribuire a salvarlo da una catastrofe ambientale annunciata. In fondo la Terra è solo un minuscolo oggetto che ruota su se stesso e intorno a una stella, neppure tanto grande, in una galassia fra tante: siamo soli, forse unici nell’Universo, e tanto dovrebbe bastare per avere un responsabile atteggiamento nei confronti di un ecosistema delicato e già fin troppo compromesso dalla mano dell’uomo. La sezione di Guspini ricorda ai donatori che sabato 19 dicembre dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nella sede locale in Via Don Minzoni, 107 PDF Compressor Pro 26 15 dicembre 2015 L’ISOLA IN CUCINA di Roberto Loddi STRIPIDDI O PAN’E OXRU Sono delle piccole focaccette o schiacciatine preparate con farina d’orzo e semola d’orzo o solo con semola d’orzo, acqua calda, sale, e sono tipiche della cucina agropastorale isolana, in particolar modo nella zona di Nuoro e Sassari. In alcuni paesi, sempre nella cucina rurale, le donne usavano aggiungere all’impasto del lievito madre e con la massa ottenuta preparavano delle croccanti focaccine chiamate “’orjatu”. Apprezzato da sempre e grazie alle sue caratteristiche l’orzo oggi è indicato per l’alimentazione di grandi e piccini. Nonostante risulti indirettamente sempre meno presente sulla nostra tavola è impiegato per la preparazione di tanti alimenti consumati quotidianamente; ad esempio la birra, le caramelle, le zuppe, tostato poi macinato e reso solubile è ottimo nel latte consumato nella prima colazione. L’orzo è una pianta simile al grano, di origini antichissime ed è stato per tanto tempo l’unico cereale consumato nell’alimentazione mondiale e attraverso i vari percorsi della storia si è arrivati alla coltivazione e sembra che sia stato il primo cereale coltivato dall’uomo. Originario dalle regioni interne dell’Asia Minore, risulta però siano stati i Fenici a scoprirlo, che successivamente ne divulgarono l’impiego e la coltivazione in tutto il resto del mondo. Oltre ottomila anni fa, in Babilonia dall’orzo si ricavava la birra e gli antichi papiri egizi confermano che anche i Romani lo utilizzavano abitualmente insieme ad altri cereali, mentre i Greci lo consideravano alimento adatto ai filosofi, Demetra, la dea dei cereali, riteneva l’orzo una pianta sacra, come sacra considerava la birra e Gesù in Palestina lo impiegò nella moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ingredienti Kg 1 di farina d’orzo, kg 1 di semola di orzo, rametti di rosmarino, acqua e sale q.b.. Preparazione Disponi a fontana le farine miscelate insieme dentro a una capace conca di terracotta (scivedda) e al centro, poca alla volta tuffaci un litro d’acqua (se non bastasse, aggiungine dell’altra) ben calda leggermente salata e man mano che la versi impasta energicamente gli ingredienti fino a quando otterrai un impasto liscio e malleabile, poi avvolgilo in un telo da cucina infarinato e tienilo da parte a riposare per un’ora. Passato il tempo dividi la massa in tanti panetti di circa centocinquanta grammi cadauno, quindi appiattiscili dandogli una forma leggermente arrotondata di circa dodici centimetri di diametro e un centimetro di spessore, allorché cospargi le focaccette di rosmarino e passale in forno già caldo a 190° per sette o otto minuti. Nella versione lievitata, basta aggiungere del lievito madre o, in mancanza di questo, del lievito di birra freschissimo e l’impasto ottenuto lascialo lievitare per un paio d’ore prima di formare le focaccette e cuocerle. Consumate calde o fredde sono ottime al naturale e perfette insieme a salumi e formaggi del territorio. Vino consigliato: quello che si abbina agli ingredienti che accompagnano il pane. Serrenti Autunno con i Nonni Per più di un mese gli anziani del paese sono stati coinvolti nella manifestazione “Autunno con i Nonni” che ogni settimana ha proposto un appuntamento con i nonni del paese su iniziativa dell’amministrazione comunale e dalla coperativa Ker. Così ad inizio novembre, con la collaborazione dell’oratorio Maria Immacolata e delle maestre della scuola primaria, i bambini hanno incontrato i nonni nella giornata dedicata a sa limba sarda: sono state recitate is Pregadorias Antigas (le antiche preghiere) e is Contixeddus de Forredda (i racconti del focolare). “È stato un incontro intergenerazionale - rimarca l’assessore alla cultura e ai servizi sociali Monica Lampis - per salvaguardare il nostro patrimonio culturale, le nostre tradizioni, per valorizzare la cultura della memoria, ma anche un gesto d’amore, un pomeriggio trascorso insieme ai nostri nonni per portare loro un po’ di allegria”. L’assessore Monica Lampis, quale docente di lingua sarda, ha coordinato le attività. Grande entusiasmo anche da parte della popolazione per questa iniziativa: i nonni hanno preso la parola per condividere con tutti i presenti i loro ricordi e il loro sapere e i bambini hanno ascoltato con entusiasmo e raccontato la storia di Santa Vitalia. La dottoressa Barbara Arioni, coordinatrice della Casa dei Nonni, ha evidenziato come i nonni che soffrono di demenza senile abbiano interagito e partecipato attivamente all’incontro in limba, ricordando e recitando le preghiere in sardo. Il 14 novembre si è svolta “la castagnata” in compagnia del gruppo musicale Duo Alturas. Il 20 novembre i nonni si sono cimentati in un simpatico laboratorio di cucina intitolato “Sa die de sa panada” con la realizzazione, la cottura e la degustazione di questo piatto tipico della tradizione sarda. Il 28 novembre la manifestazione è stata molto partecipata con balli e canti promossi dal Gruppo Folk Santa Vitalia e il Gruppo Folk di Dolianova. Il 5 dicembre hanno allietato il pomeriggio dei nonni i bambini del Coro Sette Note che hanno cantato le canzoni di Natale. La manifestazione si è conclusa il 12 dicembre con il teatro in dialetto: la compagnia teatrale di Nuraminis ha messo in scena una simpatica commedia in lingua sarda. Gian Luigi Pittau LETTERA APERTA A SINDACO, ASSESSORA ALLA CULTURA... E AUTORE(VOLI) DINTORNI AUTUNNALI… Solo una veloce comunicazione tra me e Voi, ma con una nota essenziale e una considerazione assolutamente opportuna. Un Museo, o qualsiasi istituto culturale di valenza espositiva, o anche qualsiasi assessorato, sono ben contenti di darsi da fare ad ospitare mostre estemporanee di lunga durata, per vitalizzare la propria presenza operativa. C’è un ottimo appetito, oggi, per questo genere di investimenti e di nutrienti proposte culturali. Si accoglie la Mostra di rispetto, ci si carica i costi della pubblicità relativa al patrocinio, e via…verso l’esposizione e la fruizione pubblica del Bene Culturale in atto. Ed è altrettanto noto che “Confronto e partecipazione tra Palazzo e cittadini” fosse lo slogan stravincente dei vincitori di quest’ultima campagna elettorale. E - francamente - offrire alla vista della cittadinanza cento miei dipinti inediti del decennio iniziale di questo millennio sembrava pure un buon confronto partecipabile tra me e l’attuale amministrazione guspinese, la quale – sindaco compreso – dovrebbe ritenersi privilegiata di poter disporre il patrocinio di una mostra di così vaste proporzioni, in inizio di governo propinatosi come provvidenziale per la rinascita del paese. Ma tra le troppe cose campate in aria nel cielo di Guspini, c’è anche stavolta il solito Nihil Sub Sole Novum , e un paese storicamente piuttosto digiuno di stimoli e di volontà a personalizzare alta cultura. Vengo dunque allo specifico del caso. In tutta buona volontà, per proporvi di organizzare la mia retrospettiva “Dieci Anni di Millennio - Cento Dipinti Inediti su tela 2000-2009” ho sopportato, in sole cornici e passepartout, una spesa pari al costo d’acquisto di una Panda nuova; e il solo trasferimento dei quadri in loco, tra capienti furgoni per il loro trasporto (carico dei quadri e scarico in andata e ritorno), e manovalanza per l’occasione, costerebbe probabilmente una cifra vicina ai 400 Euro. Il solo appenderli (i quadri) mi costerebbe 100 Euro a pezzo (100 euro a chiodo!), se oltre alle cornici sostenessi anche l’impegno tipografico-pubblicitario per offrire la mia Mostra alla Comunità. Ma il problema di questa nota è un altro, e ben diverso dal suo contenuto in cifre di “vil danaro”, in chiodi…o in Tir. E, soprattutto, io non ho chiesto alcun contributo per spese varie agli intestatari della lettera, ma un Patrocinio Culturale da accordarmi con tutti i crismi dell’ufficialità. Non si trattava di una Mostra privata, o di una mostra-mercato, ma di una Mostra di pura contemplazione pubblica. E quando si organizzano esposizioni di tal tipo (ampiamente didattiche oltretutto) si ottiene un patrocinio degnamente serio e sufficientemente organizzato, non un contributìno ad kalendae grecae che lascio ai suoi spiccioli numeri, e di cui non ho alcun bisogno. Io proponevo una retrospettiva (per così dire) di documentazione storica della mia produzione pittorica, e avrei, nel frattempo, anche disposto una serata di conferenza sullo stato attuale dell’arte contemporanea internazionale, ed un dibattito eventuale. Con quarantacinque anni d’attività espositiva posso permettermi queste referenze e queste rispettabilissime offerte culturali. Cento dipinti d’autore, per una Mostra della durata di 30 giorni, decorosamente aperta ad elegante fruizione culturale pubblica e a popolazione studentesca, richiedono depliants e adeguata pubblicità (striscione, manifesti, e relativo collocamento), e questo io avevo dovutamente e unicamente richiesto. Ma dell’operazione da proporre - probabilmente - non si è stati all’altezza di capirne il senso e la valenza. Non si trattava di dover organizzare quattro bancarelle per una giornata popolareggiante, ma una Retrospettiva di dignità museale.., consistente in un valore intrinseco minimale tra i 300.000 e i 400.000 Euro. E ciò non certo per dar lustro a qualche entità patrocinante che abbia la bontà di elargire 400 euro in forma di contributo spese. Rispetto ai ciclopici manifesti appesi per patrocinare una tesina di laurea ed un documentario impacchettati ad hoc per occupare in un inerte mese e mezzo gli autore(voli) dintorni autunnali in Via Caprera, non c’è alcun confronto! Due ore di programmazioni di cui non si capiva bene chi fossero gli “Autori” - e di quale statura dotati - fanno molto poco autunno e molte foglie morte, qualcuna anche volata via all’ultimo momento. Occupare la Casa a Corte per cinquanta giorni con due sciocchezzuole, realizzabili per altro da tutt’altra parte, sapendo che da vari mesi era disponibile una Mostra di tal fatta (e di tal prestigio anche per il Vostro patrocinio), non è stato un grande esordio programmatico di gestione della cultura locale. Né i vostri telefonini si sono mai attivati per ravvicinarvi più direttamente alla cosa, ma solo per lasciarsi squillare o messaggiare quasi sempre “a vuoto”. Manco s’interloquisse con la stanza dei bottoni della presidenza del consiglio dei ministri! Né io dovevo aver risposta due mesi e mezzo dopo la mia richiesta scritta e protocollata, o cinque dalla mia prima proposta discussa con voi, senza peraltro alcuna specificazione definitiva di date e di luoghi o di logistica da parte vostra: cose da voi lasciate campare in aria per puro dilettantismo organizzativo. I preliminari di una mostra si organizzano in una mezz’ora di ottime intese (se c’è volontà), e nel caso di una mostra già pronta ci si dà da fare a partire dal giorno dopo, e concludere totalmente l’organizzazione entro una settimana, se c’è gente pratica di mezzo. Per di più, senza dichiararmi il quando, né il come, né la messa in sicurezza del dove della Mostra, mi si specificano liquidazioni di 400 vattel’apesca euro a venire, e solo tramite presentazione di non so quali rendiconti finanziari in non so quale futuribile illo tempore previsto per la mostra, senza dimostrarmi che i luoghi erano quantomeno adatti e garantiti per l’occorrenza, per il come e per il quando aprirla. Qualsiasi fosse il costo pubblicitario del tutto, (o 400 euro, o anche più di 500 o di 600 - ma la cosa non interessa il pittore) quello e solo quello doveva essere da Voi eventualmente preventivato ed eventualmente sostenuto, per un tipo di cultura un po’ più contenutistico di un Autunno d’Autore quale è saltato fuori in maniera così strombazzata sul suo nulla. Non oso considerare quanto sarà costato in termini organizzativi e tipografici tutto quell’autunnale contenuto attaccato ai muri d’Ottobre e di Novembre, ma vi assicuro che forse con una cifra vicina ai 600/700 Euro di patrocinio avreste egregiamente risolto “Dieci Anni di Millennio”, economizzando senza andare a frugare con troppa tendenza agli spiccioli. Solo i tagli per incollar cento cornici e cento passepartout costano una quindicina di euro ciascuno. Moltiplicare per cento delle une e per cento degli altri lo lascio al pallottoliere… Per impiantare il discorso di una grande (perché tale era!) retrospettiva d’arte ci si muove con un diverso senso del Do Ut Des. E se si patrocina cultura da somministrare in continuità per un mese alla propria Città (in sé particolarmente bisognosa di differenti autunni) e alle proprie scuole, ci si regoli meglio. La risoluzione da voi adottata sarebbe quasi offensiva, se non fosse una dabbenaggine prodotta per sola ingenuità ed inesperienza. Dilettantesco fare! Ma, a quei livelli d’ingenuità , “Dieci anni di millennio” non si fa (più) a Guspini. Nino Cannella PDF Compressor Pro 15 dicembre 2015 27 Sport Atletica Serramanna La stagione 2015 è stata ricca di appuntamenti L’associazione sportiva Atletica Serramanna si avvia a concludere la stagione 2015 con una crescente partecipazione di iscritti ed atleti. Sessantasette le competizioni sportive a cui hanno partecipato tutti gli atleti, di cui circa quaranta gare solo nel settore giovanile. Buoni i risultati ottenuti sia nelle gare su strada che in pista e nelle campestri, ma in queste ultime si registra una partecipazione di atleti più significativa. «Dedichiamo molto tempo per fare in modo che i ragazzi possano crescere di pari passo con gli altri settori della polisportiva», dichiara Ignazio Frongia, presidente dell’Atletica Serramanna, affiancato da numerosi dirigenti fra cui Gianni Palmas responsabile del settore giovanile, subentrato ad Angelo Scalas e Cristoforo Piu, referente del settore Over 35, nonché dall’allenatrice Daniela Tocco. Fabrizia Carboni, la più giovane dirigente dell’associazio- ne, atleta, fotografa e factotum con entusiasmo «è stato un anno difficile ma questi ragazzi sono magnifici, sono diventati amici anche fuori dalla pista, si supportano a vicenda» dichiara mentre scorre i numeri degli iscritti e degli atleti dell’anno che volge al termine:« 23 ragazzi nel settore giovanile su un totale di 66, mentre per il 2016 ci saranno sicuramente nuove iscrizioni che faranno crescere il settore giovanile fino a trenta atleti». E prosegue: «siamo molto contenti dei risultati ottenuti in questo anno sportivo, alle gare siamo sempre più numerosi e ci facciamo notare». L’impegno dei dirigenti e dei tecnici per garantire l’attività nonostante le condizioni precarie dell’impianto della pista d’atletica è notevole. Il gruppo cresce anche in preparazione, sono ben dieci gli operatori BLSD, basic life support and defribilation, formati grazie ai corsi attivati attraverso il progetto “Più sano e più bello”, promosso e finanziato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Croce Verde di Serramanna. Elena Fadda Karate, Campionati nazionali CSEN Marmilla Giro escursionistico per il “MTB Wine&Food” L’atleta sardo Gino Emanuele Melis è riuscito a difendere con una prestazione superlativa la medaglia tricolore conquistata lo scorso anno a Foligno nel Campionato Nazionale di Karate CSEN (dove Melis è stato l’unico karateka a rappresentare la Regione Sardegna) vincendo ancora una volta la medaglia di bronzo nella specialità Kumite categoria seniores cinture nere contro avversari di alto livello con importanti curriculum agonistici. Alla prestigiosa manifestazione sportiva (lo CSEN è il primo Ente di Promozione Sportiva in Italia riconosciuto dal CONI), che si è svolta a Desio il 14-15 novembre 2015, hanno partecipato 140 società sportive e 2.000 atleti provenienti da tutta l’Italia e come ogni anno hanno gareggiato alcuni tra i migliori atleti della penisola, tra cui anche diversi atleti della Nazionale Italiana appartenenti alle Forze Armate. Il campione sardo, dotato di una velocità di braccia e di una tecnica fuori dal normale, dimostra ancora una volta il suo valore e all’età di trent’anni aggiunge un’importante medaglia sulla sua bacheca personale. Gino Emanuele Melis ha all’attivo un palmares di tutto rispetto costellato da trofei nazionali ed internazionali vinti con diverse Federazioni ed Enti di Promozione Sportiva (Pluri Campione Provinciale e Regionale – vanta 15 titoli regionali, 6 medaglie tricolori di cui 3 argenti e 3 bronzi e anche una medaglia internazio- Bronzo per Gino Emanuele Melis nale grazie al podio conquistato ai Campionati Europei). Gino Emanuele, oltre ad essere un atleta agonista di ottimo spessore, è anche maestro insieme al padre Giancarlo Melis della Karate Do Funakoshi di Quartucciu, società da anni molto attiva sia in campo regionale che nazionale (da ultimo ha vinto il Campionato Regionale F.E.K.A.M. e ai Campionati Nazionali Federali ha conquistato grazie al valore dei suoi atleti un invidiabile bottino di medaglie tricolori). Al termine della competizione Melis ha ricevuto la chiamata del responsabile CSEN Regione Sardegna Tonino Mura per complimentarsi con lui per l’ottima prestazione e per essere riuscito a bissare il risultato raggiunto lo scorso anno, onorando ancora una volta la bandiera dei quattro mori. “Sono molto contento - dichiara Gino Emanuele Melis - per questo importante risultato e soddisfatto della mia prestazione, frutto di una dura preparazione atletica e tecnica soprattutto negli ultimi tre mesi. Salire ancora una volta sul podio e sventolare la bandiera sarda è sempre una grande emozione che mi riempie di gioia. Sapevo che sarebbe stata una competizione difficile per me perché mi devo sempre confrontare con avversari molto preparati e di grande esperienza ma ero molto motivato, concentrato, stavo bene fisicamente e ci tenevo molto a riconfermare la medaglia tricolore CSEN vinta lo scorso anno. Non posso non dedicare la medaglia alla mia famiglia e alla mia fidanzata Francesca per il grande sostegno che mi danno sia prima che durante la gara; è grazie a loro e all’affetto degli allievi della Karate Do Funakoshi che trovo sempre la forza per mettermi in gioco». Gian Luigi Pittau È partita da Baressa la seconda edizione di “MTB Wine&Food”, la degustazione itinerante in mountain bike tra sapori e profumi della Marmilla. Dalla mattina presto i partecipanti, seduti sulla sella di una bici, hanno percorso 30 chilometri su fondo misto con un dislivello di circa 500 metri. Dal centro del paese, i ciclisti si sono diretti verso le colline circostanti per raggiungere il centro storico di Sini, dove hanno degustato i prodotti offerti per la “Giornata dell’olio”. La corsa è ripresa con sosta a Turri, Ussaramanna e a Siddi. Il giro escursionistico è proseguito in direzione della Giara, per ammirare il sito archeologico della Tomba dei Giganti S’Omu de s’Orcu, poi un trekking sull’altopiano della Giara di Gesturi accompagnati da una guida naturalistica e infine un tracciato “panoramico” che ha ricondotto il gruppo fino a Baressa. Ospite d’onore della manifestazione il freerunner Nicola Serra che si è esibito con acrobazie di parkour e free running. (m.p.) PDF Compressor Pro 28 S 15 dicembre 2015 iamo agli inizi del 2014 e a Lunamatrona un gruppo di amici ultraquarantenni (Gianni Scella, Franco Mereu e Corrado Piano) inizia a ritrovarsi, prima sporadicamente e poi con sempre maggiore continuità, al campetto comunale per giocare alcune partite amatoriali di tennis. Dopo alcuni mesi i tre decidono, a causa delle proprie carenze tecniche nella disciplina, di organizzare delle lezioni private con un istruttore di tennis al fine di migliorarsi in quelli che comunemente vengono detti “fondamentali”, ovvero le tecniche di base di questa disciplina necessarie per eseguire con più scioltezza e maggiore precisione i principali colpi con la racchetta. Di solito quando non si è più giovanissimi è spesso frequente che si verifichino i cosiddetti fuochi di paglia: ai primi entusiasmi iniziali infatti fa spesso seguito l’abbandono dell’attività; un po’ perché la carta d’identità non ti permette di avere grandi miglioramenti e un po’ per il fatto che spesso, dopo la quarantina, il tempo da dedicare agli impegni lavorativi e a quelli familiari prevale su qualsiasi altra cosa. Non mancano però le eccezioni, ed è proprio quello che è successo a Lunamatrona: infatti, dopo l’arrivo dell’istruttore Antonello Murgia, il gruppo ha costituito in poco tempo una società che ha denominato ADS Tennis Club Lunamatrona mettendo su di fatto una vera e propria scuola di tennis. Boom di iscritti per l’Ads Tennis Club di Lunamatrona Il risultato è stato a dir poco sorprendente: la società, a un anno e mezzo circa dalla sua fondazione, conta attualmente una sessantina e più di iscritti nelle diverse categorie, sia maschili che femminili, ben distribuite in età comprese dai quattro sino ai sessant’anni; insomma, dei numeri davvero importanti per una realtà piccola come Lunamatrona dove questa disciplina non ha mai avuto grande tradizione. A raccontarci come si è arrivati a questo “piccolo miracolo sportivo” è Gianni Scella, uno dei “padri fondatori” del tennis ADS Club Lunamatrona che attualmente ne ricopre la carica di presidente: «Quando si è deciso di fondare la società, mai avremmo immaginato di raggiungere una così ampia partecipazione da parte di bambini, ragazzi e adulti. Anche per questo motivo ci troviamo ora a dover affrontare problemi nuovi, su tutti il fatto di far combaciare le esigenze di orario degli iscritti per gli allenamenti, visto che i campetti a disposizione sono soltanto due. Per questo stiamo valutando, con ottime probabilità di riuscita, di prendere in gestione anche le strutture delle scuole medie al fine di poter meglio gestire il problema degli spazi e del tempo. I campi sui quali attualmente si disputano i quotidiani allenamenti (si trovano all’interno dello sta- dio comunale ndr) sono stati rimessi a nuovo. Inizialmente erano presenti due campetti fatiscenti, uno dei due versava addirittura in uno stato di completo abbandono. In poco tempo, portando fuori un bel po’ di soldini di tasca nostra e dedicando tanti ritagli del nostro tempo libero, siamo riusciti a rimetterli entrambi a norma. Abbiamo ricostruito la superficie di uno dei due, li abbiamo dotati entrambi di reti nuove, abbiamo messo su dei piccoli spalti e costruito delle panchine con vicino delle zone d’ombra per permettere ai giocatori di rifocillarsi prima, durante e dopo gli allenamenti. Qualche affiliato alla società arriva dai paesi limitrofi (su tutti Pauli Arbarei, Villanovaforru e Turri), ma lo zoccolo duro è costituito da persone del paese. Ci fa inoltre piacere segnalare che la partecipazione femminile è numerosa: la metà degli iscritti è infatti rappresentata dal “gentil sesso”». «I meriti - prosegue il presidente - ovviamente vanno attribuiti anche all’istruttore Antonello Murgia che è riuscito, grazie alla sua grande pazienza e ottima professionalità, ad avvicinare al Tennis Club tante persone; è stato inoltre capace di integrarsi perfettamente sin da subito nella nostra piccola realtà». La società è attualmente composta dalle seguenti per- sone: con il già citato presidente Gianni Scella sono presenti il suo vice Ignazio Faedda, la segretaria e cassiera Daniela Carrucciu e i collaboratori tuttofare Ninni Collu, Corrado Pianu e Carlo Medde. «Al momento - conclude Scella - la società ha preso parte soltanto ai campionati Uisp a cui hanno partecipato, con buoni risultati, soltanto i più piccoli, ma fra pochissimo tempo ci affilieremo alla FIT (la federazione italiana di tennis più prestigiosa) che permetterà di iscrivere a tutte le categorie gli affiliati della società permettendo loro di disputare diversi tornei e campionati in giro per la Sardegna. Inoltre non voglio dimenticare che, durante le ultime due estati, la nostra società ha organizzato alcuni tornei aperti sia agli iscritti che ai non iscritti alla società: la partecipazione è stata talmente entusiasmante che molti amatori, dopo quest’esperienza, hanno deciso di iniziare ad allenarsi nel Tennis Club. Non ci poniamo grossi obiettivi conclude Scella - sarebbe già un successo mantenere questi numeri che, per una realtà come Lunamatrona, sono davvero importanti. Non nascondo che non mi dispiacerebbe affatto arrivare a numeri ancora superiori. Dico questo soprattutto per una questione: grazie a questa nuova realtà siamo riusciti a formare un bellissimo grup- L’allenatore Murgia con alcuni giovanissimi tennisti. po di persone che ci sta permettendo di trascorrere molti bei momenti insieme non soltanto sul campo di tennis e, in tempi come questi, in cui la tendenza è sempre più impostata sulla socializzazione virtuale che non su quella “reale”, è per noi motivo di grande orgoglio. I prossimi appuntamenti saranno il torneo di tennis di Natale e, con il fatto che abbiamo in gestione anche il campo da pallavolo, vorremmo cercare di organizzare per il 2016 “l’Estate Lunamatronese” in un mix di tante attività dove il gioco del tennis avrà particolare rilevanza». L’esempio che ci ha accuratamente descritto Gianni Scella non può far altro che dimostrare ancora una volta come, anche in realtà molto piccole dove i numeri di persone “reclutabili” sono naturalmente minori, è possibile fare grandi cose. Ovviamente l’aspetto economico ha una sua rilevanza ma se, alla base di tutto, c’è un gruppo coeso che ha passione, dedizione e amore per ciò che si fa, i buoni propositi prima o poi si concretizzano. E c’è di più: quando i risultati arrivano con situazioni poco congeniali (poche persone, scarsa tradizione e impianti fatiscenti) la soddisfazione è senza dubbio doppia. Simone Muscas Il Taekwondo Serramanna San Sperate vince il Torneo regionale di Pardu Il Centro Taekwondo Serramanna/San Sperate, guidato dal direttore tecnico Spiga Fabio, si classifica al Primo posto nel Torneo Regionale organizzato a Padru dalla Società di casa in collaborazione con il Comitato Regionale FITA Sardegna, domenica 29 novembre 2015. Il prestigioso torneo ha visto la partecipazione di oltre 200 atleti in rappresentanza di 29 società sportive arrivate da tutta la regione. Con 12 medaglie d’oro, 2 d’argento e 4 di bronzo il Centro Taekwondo Serramanna/San Sperate ha registrato un ampio margine di vantaggio sulle altre squadre partecipanti, classificandosi al primo posto nella Classifica per Società. Non è una novità per il Team Serramanna/San Sperate raggiungere tali risultati. La società è Campione Regionale in carica negli ultimi dieci anni, ed è una realtà annoverata anche in campo nazionale e internazionale. I risultati prestigiosi raggiunti hanno permesso al maestro Spiga Fabio a soli 30 anni di essere stato nominato dalla Federazione Nazionale Direttore Tecnico Regionale Juniores, allenando, selezionando e portando già da due anni la squadra regionale Juniores alla Coppa Italia, campionato italiano per squadre regionali. Lo scorso 15/ 20 Settembre 2015 la serramannese, più volte campionessa italiana, Veronica Pau ha partecipato con la Nazionale Italiana al Campionato Europeo Juniores svoltosi in Lettonia sfio- rando di un soffio la medaglia. Dopo aver superato le fasi eliminatorie si classifica al 5° posto perdendo nell’incontro valevole per la medaglia di bronzo contro l’atleta del Belgio campionessa europea in carica. La serramannese Veronica Pau a soli 15 anni è ormai da ben 3 anni titolare fissa della squadra Nazionale Italiana, per due anni nella nazionale Cadetti (13/14 anni) e da quest’anno al suo primo anno Juniores (15/18 anni). È riuscita molto giovane a guadagnarsi il posto da titolare in maglia azzurra, per lei partecipazione al Campionato Europeo 2013 in Romania (5° Classificata), al Campionato del Mondo 2014 a Baku capitale dell’Azerbaijan e partecipazione al Campionato Europeo 2015 in Lettonia (5° Classificata). Prossimo appuntamento per il Centro Taekwondo Serramanna/San Sperate saranno i Campionati Italiani Assoluti Seniores cinture nere che si svolgeranno a Riccione dall’11 al 13 dicembre con la partecipazione di Stefano Pau , campione regionale in carica, e Roberto Cardia, vincitore proprio dell’ultimo Torneo Regionale a Padru. I risultati ai campionati regionali di Padru hanno visto primi classificati Dinu Andrei, Angelo Zanda, Mattia Casula, Nicola Schirru, Giulia Cappon, Manuel Mulana, Marcello Lisci, Federico Caria, Sara Atzori, Veronica Pau, Marta Cappon e Roberto Cardia. Il secondo posto aggiudicato da Giada Usai, Stefano Pau, Michele Lai, Federico Addaris seguiti al terzo posto da Michele Lai, Federico Addaris, Dinu Mattei e Federico Schirru. Elena Fadda PDF Compressor Pro 15 dicembre 2015 29 Villacidro Pabillonis Dicembre letterario: incontri con interpreti della letteratura La giunta intitola a Tonino Tiddia l’impianto sportivo comunale Sei appuntamenti culturali in compagnia di autori, autrici e critici della Sardegna: è il “Dicembre letterario” offerto da “ITTE” e Il Club di Jane Austen in collaborazione con il Comune e la ProLoco di Villacidro. «Tre speciali fine settimana di incontri con grandi interpreti della letteratura contemporanea - specifica Giuditta Sireus - accompagnati dai pregiati tè offerti da Ethiquà e dagli interventi musicali dell’Associazione Musicale Santa Cecilia». Sabato 5 la manifestazione era stata inaugurata dalla magia e dalla superstizione che circondano la vita della piccola Ianetta, protagonista dolceamara del romanzo di Vanessa Roggeri “ Il cuore selvatico del ginepro”. Spazio all’impegno civile, alla dignità e all’uguaglianza domenica 6 con Marina Moncelsi e il suo libro-documento “Diddinu Chironi”. Sabato 12 le poesie sperimentali racchiuse in “IoNonEsiste”di Leonardo Omar Onida hanno lasciato il posto ai “Chiaroscuri della Maternità” di Gisella Congiu, che nel pomeriggio di domenica ha raccontato la toccante tematica della depressione post partum attraverso testimonianze dirette e opere fotografiche. Prossimi appuntamenti sabato 19 con la grande saggista Neria de Giovanni, che presenterà “Senza Scampo. Personaggi maschili nella narrativa di Grazia Deledda”, e domenica 20 con Giacomo Mameli di “Le ragazze sono partite”. Come sempre, gli appuntamenti si terranno nei locali del Monte Granatico di Villacidro a partire dalle 17. «Il Club di Jane Austen -sostiene Giuditta Sireus, promotrice dell’iniziativa - crede in questo progetto e cerca di portarlo avanti da quasi tre anni, grazie a donne resilienti e appassionate che hanno voluto mettersi in gioco, incontrarsi mensilmente, confrontarsi, diventando promotrici e portatrici sane di amore per la lettura. Con il Dicembre Letterario proponiamo non solo autori di libri, ma uomini e donne con una storia da scoprire. La lettura in fondo è questo: incontro tra me e l’altro, tra me e l’Arte: una condivisione profonda tra vissuti che si intrecciano». Francesca Virdis Ha finalmente un nome l’impianto sportivo comunale situato nel parco pubblico di via Satta. La giunta ha infatti intitolato a Tonino Tiddia le strutture comprese tra le vie Satta, Nuoro, Villacidro e Funtana Alixi. La costruzione risale al 1976 e attualmente comprende un campo di calcio con manto erboso, un altro in terra battuta, una pista di atletica leggera e due campi da tennis. Sono numerosi gli atleti e gli sportivi che utilizzano questi impianti. Diverse anche le società: calcio, tennis e atletica che annoverano molti iscritti tra le loro fila. È proprio pensando a questa moltitudine di sportivi che l’amministrazione comunale ha scelto di intitolare gli impianti alla memoria di Tonino Tiddia. «Deceduto negli anni ’60, all’età di 21 anni, nella sua breve vita si é contraddistinto per il suo impegno su vari fronti, sportivo, sociale, cattolico e politico; Tonino era un ragazzo ben voluto e stimato da tutti e che sicuramente per il suo impegno avrebbe potuto acquisire una posizione di prestigio nella società. Mezzala destra, nonché dirigente del Pabillonis Calcio, era anche accompagnatore nelle trasferte, una delle quali gli fu fatale: aggredito in una di esse, ebbe delle conseguenze tali che alla fine lo portarono alla morte. Un drammatico evento, a cui dobbiamo attribuire un senso civico profondo, un monito per tutti i ragazzi e non solo, senza mai dimenticare che lo sport è una leale competizione, sia nella vittoria che nella sconfitta. Corsa, polmoni, sudore, fatica, ma anche pacche sulle spalle con un sorriso: questo era Tonino Tiddia. Aveva tanto ardore nel corpo e nell’anima, voleva lavorare, lavorare ad ogni costo....», spiega l’assessore allo sport Marco Sanna nella relazione che ha presentato in giunta. E sono state proprio queste le motivazioni che hanno portato ad intitolare l’impianto sportivo comunale. «L’amministra- Marco Sanna zione comunale pone grande attenzione a tutti gli aspetti riguardanti l’attività sportiva in quanto ritenuta fondamentale per lo sviluppo di valori basilari per la società, quali lo spirito di gruppo e la solidarietà, nonché la tolleranza e la correttezza delle azioni, principi indispensabili per favorire un arricchimento della nostra esistenza ed un miglioramento del nostro vivere quotidiano», dichiara a sua volta il sindaco Riccardo Sanna, a nome della giunta, che ha accolto all’unanimità e con vivo interesse la proposta dell’assessore Marco Sanna. Dario Frau In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare. Le foto a colori, accompagnate da un testo, possono essere inviate all’indirizzo e-mail [email protected] GONNOSFANADIGA 29 DICEMBRE 2015 785678 Per i tuoi 8 anni Tantissimi Auguri Annagiulia Bianco da papà, mamma e i nonni. Ti vogliamo bene e ti auguriamo tanta felicità. PABILLONIS 4 DICEMBRE 2015 Buon Com pleanno Compleanno a Flavio e Melania Cossu Ai gemellini Flavio e Melania che hanno festeggiato il loro ottavo compleanno tanti auguri dai genitori, dai parenti e dai numerosi amici. Auguri I 96 anni di Fra Lorenzo Fra Lorenzo, nato a Sardara nel 1919, il 20 dicembre compirà 96 anni. Li festeggerà con la preghiera, come ha sempre fatto nella sua vita dedicata al servizio degli altri. A soli 16 anni entrò in convento, quello dei frati cappuccini a Cagliari, dove fu accolto dal beato Nicola da Gesturi. Fra Lorenzo è conosciuto nel Medio Campidano per l’allestimento del presepe e per i suoi 25 anni di ritiro spirituale sul monte Arcuentu. Particolare la prefazione del libro “Riscoprire Arcuentu” di Giorgio Belfiori scritta dal frate. «Grazie amico Belfiori, benedetta la tua fatica che aiuterà molti a riscoprire le bellezze d’Arcuentu e la sua storia che a ritroso si perde nell’alba dei tempi. Riscoprire è il termine giusto. Da secoli come un velo d’oblio si era calato sul monte Arcuentu e forse è stato un bene perché noi uomini d’oggi possiamo riscoprire ancora intatte in esso le meraviglie di quell’Artista di cui tutti capiamo. Da venticinque anni io l’ho riscoperto e so quanto è maestoso si staglia contro l’azzurro purissimo del cielo, quanto è misterioso quando sonnecchia sotto una coltre di nuvole vaporose e quando vibrando lo investe il maestrale impetuoso il quale entrando di prepotenza nei suoi anfratti ne sprigiona arcaici lamenti. La sua cima che domina mare e terra è rampa di lancio per gli arditi voli dello spirito. Beato chi si trova nella sua vetta quando cala la notte sotto un cielo carico di stelle e nel silenzio profondo la preghiera sgorga come getto di limpida sorgente dal profondo dell’essere». Francesco Zurru PDF Compressor Pro 30 1 15 dicembre 2015 AZIENDE Vero affare vendo a Villacidro zona centrale pastificio pasticceria. Tel. 070 9316061. (11/15) Cerco azienda agricola zootecnica, circa 30 ettari nel Medio Campidano. Potete contattarmi al 348 0447995. (18/15) Affittasi a Gonnosfanadiga in pieno centro (via Porru Bonelli) locale commerciale c/o espositivo mq 36. Per info 335 6226924. (02/15) Affittasi a Gonnosfanadiga locale pluriuso di mq. 120, piano terra adatto a sala riunioni, mostre, conferenze, manifestazioni varie, anche per un solo giorno. Per info tel. 335 6226924. (02/15) San Gavino Vendo o affitto locale pizzeria da restaurare. Forno a legna mq 100+90 area cortilizia. Prezzo ottimo da concordare; telefonare al 368 7604996. 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