Visioni cangianti Cortocircuiti tra arti

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Visioni cangianti Cortocircuiti tra arti
ESZnews
Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale
Visioni cangianti
Sale prestigiose per due prime esecuzioni assolute di
Stefano Gervasoni
Stefano Gervasoni. Il 6 novembre il Wigmore Hall di
Londra ospiterà Amor l’alma m’allaccia, primo tassello del
ciclo Di dolci aspre catene, tre madrigali a cinque voci su
testi di Torquato Tasso, nell’interpretazione dell’Exaudi
Vocal Ensemble diretto da James Weeks. Questa nuova
serie si collega idealmente al precedente ciclo di madrigali
Se taccio, il duol s’avanza, per dodici voci soliste e violino,
sempre su testi di Torquato Tasso. È in cartellone per il
20, 22 e 23 gennaio al Teatro alla Scala la prima di Heur,
Leurre, Lueur per violoncello e orchestra, commissione
dell’Ente scaligero. L’esecuzione sarà affidata, nel
contesto della Stagione Sinfonica 2013/14, al solista
Francesco Dillon e all’Orchestra Filarmonica della Scala
diretta da Susanna Mälkki. In questi termini l’Autore
introduce al nuovo lavoro: «Heur, Leurre, Lueur o della
mutevolezza della visione, dell’inafferrabilità delle cose,
della volubilità degli effetti psicologici associabili alla
percezione. Le tre parole francesi che ho scelto per il titolo
tengono insieme, in affinità di suono, queste tre diverse
accezioni legate alla mobilità e alla fluidità della visione
che, nel caso di questo pezzo, diventano trascolorare
continuo da una situazione all’altra e capovolgimento
continuo di ruoli tra solista e orchestra. “Heur”, dal latino
“agurium” è l’occasione (della visione), la chance:
psicologicamente parlando, né buona, né cattiva, ma
potenzialmente trascolorante dal positivo al negativo e
viceversa, da “bonheur” a “malheur”. “Lueur” (lucore) è un
filo di luce che conduce la visione all’oggetto, luce che
chiarisce e guida; oppure luce che inganna e confonde,
com’è per la parola “leurre” (esca, illusione, trappola).
62
ottobre2013
Il violoncello è un viaggiatore curioso e inquieto, a volte
incauto: sprofonda nell’oggetto della sua visione
(l’orchestra che da lui deriva e a lui si rapporta), si fonde,
confonde e, a volte, si perde. La prospettiva perciò si
rovescia: l’orchestra diventa il solista esploratore, il
violoncello solista il filo che l’orchestra segue e traduce in
visioni ampie e solidamente-illusoriamente concrete,
inglobandolo (il violoncello) al suo interno. Per questo
motivo il mio lavoro non è un concerto per violoncello e
orchestra. I ruoli di entrambi non sono così nettamente e
dialetticamente definiti; e la ripartizione in sezioni o
movimenti dominati da tali rapporti – in questo caso resi
“deboli” – non è così chiaramente tracciabile». Il 3 ottobre
la Casa della Musica di Parma ospita, per il Festival
Traiettorie, la ripresa di Sonatinexpressive per violino e
pianoforte, nell’interpretazione dei solisti dell’Ex Novo
Ensemble Carlo Lazari e Aldo Orvieto, in programma
anche il 14 dicembre allo Studio Haru di Nagoya
(Giappone). Il 5 ottobre sarà proposto all’Espace
Senghor di Bruxelles Recercar cromaticho post il credo
per quartetto d’archi, affidato al Quatuor Tana. Il 17
ottobre la medesima compagine porterà al Centro
Cultural de España di Lima, in Perù, Six lettres à
l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archi.
Sarà infine eseguito il 1° novembre al Paul Recital Hall
della Juilliard School di New York Froward per sette
strumenti, interprete il New Juilliard Ensemble diretto da
Joel Sachs. È uscita nel frattempo, nel doppio Cd 30 ans
de création musicale Accroche Note (L’empreinte digitale
ED13236), la registrazione dal vivo di Due poesie francesi
di Luca per voce e ensemble, su testi di Ghérasim Luca.
Importante prima in
cartellone per la Stagione
sinfonica del Teatro alla
Scala e altri madrigali
tassiani
Cortocircuiti tra arti
È in cartellone il 10 ottobre al Konzerthaus di Vienna la
Aureliano Cattaneo
prima esecuzione assoluta del ciclo integrale di Parole di
settembre per voci e strumenti su testi di Edoardo
Sanguineti, commissione Klangforum Wien: l’ensemble
interpreta il nuovo lavoro sotto la direzione di Michael
Wendeberg, coi solisti Donatienne Michel-Dansac,
soprano, Daniel Gloger, controtenore, e Otto Katzameier,
baritono. L’esecuzione si avvale della composizione visiva
e dell’installazione di Arotin & Serghei. Questi il contesto e
le ragioni del nuovo, impegnativo progetto nelle parole
dell’Autore: «Nel settembre del 2006, in occasione del V
centenario della morte di Andrea Mantegna, si organizzò
una grande mostra a Mantova, Padova e Verona. Per
l’apertura della mostra si fece uno spettacolo in Piazza
delle Erbe a Mantova per il quale Edoardo Sanguineti
scrisse un ciclo di poesie ispirate a quadri di Mantegna.
Durante lo spettacolo Sanguineti recitò il suo libro di
poesie mentre io feci un’installazione sonora e l’artista
Marco Nereo Rotelli delle proiezioni luminose sugli edifici
medievali della piazza. Poco tempo dopo pensai che il
testo di Sanguineti sarebbe stato perfetto per un grande
ciclo vocale e ne parlai con lui che ne fu molto felice. Poi,
per varie ragioni, non se ne parlò più fino al nostro ultimo
incontro a Madrid nell’aprile 2010. Non ebbi tempo in
seguito di parlare con lui su Mantegna, quali quadri
avesse scelto, come aveva lavorato. Edoardo ci lasciò
e così decisi di continuare questo dialogo, ormai nella
lontananza, iniziando a lavorare a queste Parole di
settembre. Dopo molte riflessioni ho deciso di dividere in
tre parti il lavoro, che nel complesso dura circa un’ora.
Per poter riflettere la grande varietà di umori, di registri e
di linguaggi utilizzati da Sanguineti, caratteristica questa
importantissima della sua poesia, ho pensato a una
struttura che sfruttasse al massimo le possibilità di
combinazioni vocali e strumentali. Infatti nei libri I e III
l’ensemble non sarà utilizzato al completo, ma ci saranno
anche numeri con diverse combinazioni. La difficoltà di
un lavoro d’una durata simile è mantenere sempre la
tensione e la direzione, e allo stesso tempo un’unitarietà.
Sono state utilizzate tutte le quindici poesie di Sanguineti,
alcune integralmente altre solo in modo parziale.
Dei madrigali, scritti per le tre voci a cappella, quello
introduttivo e quello finale impiegano l’introduzione e la
chiusa del libro sanguinetiano». Il 10 gennaio è prevista
la prima esecuzione italiana di Canto per ensemble, nel
contesto della serata inaugurale della stagione “Rondò
2014” del Divertimento Ensemble, sotto la direzione di
Sandro Gorli.
In prima a Vienna il grande
ciclo vocale su poesie di
Sanguineti ispirate alla
pittura di Mantegna
Prosegue con un lavoro per flauto
la serie delle Suites francesi e si
moltiplicano riprese e incisioni
Ivan Fedele
Illuminazione progressiva
È stata presentata in Giappone la Suite francese IV
per flauto solo, in prima assoluta il 21 agosto al
Contemporary Music Seminar & Festival di Akiyoshidai,
con replica il 1° settembre all’International Contemporary
Music Festival di Takefu, sempre nell’interpretazione di
Mario Caroli. Il nuovo lavoro fa parte della serie di sei
composizioni accomunate dallo stesso nome e dedicate
a clavicembalo (I), violino (II), violoncello (III), arpa (V)
e viola (VI). Il titolo indica da un lato la forma della
composizione (articolata in più movimenti), dall’altro
l’occasione che ne ha determinato la nascita (committenti
o musicisti francesi per i quali il compositore ha scritto).
Dal punto di vista estetico si evidenzia in queste
composizioni la propensione dell’autore a considerare la
forma non più dal punto di vista della metafora letteraria
del racconto, bensì da quello della metafora plastica della
scultura che gradualmente si rivela ai nostri occhi
attraverso una graduale e multiprospettica illuminazione
dell’oggetto nel tempo che ne svela tutte le sue proprietà:
dalla densità della massa alla maggiore o minore rugosità
della superficie, dal profilo più o meno curvilineo dei
contorni alle qualità intrinseche del colore, dai volumi alle
stesse ombre proiettate su superfici immaginarie.
Numerose le riprese di lavori di Ivan Fedele nell’ultimo
scorcio del 2013. Arcipelago Möbius per clarinetto,
violino, violoncello e contrabbasso e Deystviya per bayan
e quartetto d’archi, quest’ultimo in prima esecuzione
italiana, sono in cartellone il 10 dicembre alle Sale
Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia per la stagione
di Ex Novo Musica, che li eseguirà con Germano Scurti,
bayan, e sotto la direzione di Filippo Perocco. Il 2
dicembre la Haute École de Musique - Conservatoire
Supérieur de Musique de Genève ospiterà una
masterclass di Ivan Fedele seguita da un concerto
monografico degli allievi dell’istituzione, nel corso del
quale è prevista l’esecuzione di una serie di lavori, tra
cui Accents per pianoforte e quartetto d’archi, Correnti
alternate per pianoforte e sette strumenti, Donacis ambra
per flauto e elettronica, e Mixtim, musica rituale per sette
strumenti. Il 22 settembre il Festival Musica di
Strasburgo ha proposto alla Salle de la Bourse, in prima
esecuzione francese, Fünfzehn Bagatellen per violino,
violoncello e pianoforte, nell’interpretazione del Trio
Arbós. Flamen per quintetto di fiati è stato eseguito quello
stesso 22 settembre dall’Ensemble Musagète alle
Gallerie d’Italia di Vicenza, in Palazzo Leoni Montanari,
e il 7 ottobre dall’ensemble della Tapiola Sinfonietta allo
Helsinki Music Centre, nel quadro della rassegna Tapiola
Sinfonietta Goes Klang. Syntax 0.1 ([email protected]) per
orchestra da camera è in cartellone il 18 ottobre al
Théâtre des Arts, Opéra de Rouen Haute Normandie, con
replica il successivo 19 ottobre: l’orchestra dell’istituzione
Un inedito volto dell’illustre
contrappuntista, immerso nel
mondo variopinto degli intermezzi
2
è diretta da Luciano Acocella. Il 20 ottobre il
Conservatorio di Musica S. Cecilia ospita a Roma, nel
quadro dell’EMUfest 2013, Due notturni con figura per
pianoforte e elettronica, nell’interpretazione del pianista
Francesco Prode e di Simone Conforti alla regia del
suono. Gli Études Australes IV e V per pianoforte sono
eseguiti il 30 ottobre al Trinity College di Dublino da
Emanuele Torquati. Nohtar per orchestra d’archi viene
proposto il 9 novembre alla Chapelle des Cordeliers di
Clermont-Ferrand per il Festival Musiques Démesurées
dall’Orchestre d’Auvergne, sotto la bacchetta di Roberto
Forés Vases. Il successivo 10 novembre sarà possibile
ascoltare a Basilea Phasing per due pianoforti e due
percussionisti, nell’interpretazione del Makrokosmos
Quartet. Gli Études boréales per pianoforte sono in
programma quello stesso 10 novembre all’Aquila, per la
Società Aquilana di Concerti “B. Barattelli”, interprete
Mariangela Vacatello, e il 27 novembre a Tirana,
Pianodrom, International Piano Festival, nell’esecuzione
di Francesco Prode. Il Conservatoire à Rayonnement
Régional de Rueil-Malmaison propone invece il 3
dicembre Erinni per pianoforte, cimbalom e vibrafono;
la Fundación BBVA di Bilbao il 10 dicembre Pentalogon
Quintet per quintetto d’archi, con l’Ensemble
Laboratorium. Syntax 0.1 ([email protected]) è nuovamente in
cartellone, nell’interpretazione di Michel Tabachnik alla
testa della Brussels Philharmonic, il 6 febbraio allo
Schouwburg Hasselt e il 7 febbraio al Bozar di Bruxelles.
È uscito un Cd monografico, intitolato Two Moons
(Stradivarius STR 33936), dedicato all’opera pianistica di
Ivan Fedele. Maria Grazia Bellocchio vi esegue la Suite
francese ed Études boréales per pianoforte solo, Two
Moons per due pianoforti e due strumenti virtuali, e Due
notturni con figura per pianoforte e elettronica. Vengono
così indagati, attraverso lavori composti nell’arco di due
interi decenni, tra il 1990 e il 2009, diversi orientamenti
della creatività del compositore, dal riferimento a Cage,
alle suggestioni pittoriche, al rapporto con l’elettronica,
centrale in metà del programma registrato, messi alla
prova sullo strumento d’elezione dell’allievo di Bruno
Canino. La musica di Fedele compare in un secondo Cd
di uscita recente, Tesela 1982-2012 (Verso VRS 2143),
pubblicato in occasione del trentennale di attività
dell’Orquesta Sinfónica de Euskadi, che include la
registrazione live di Txalaparta (Folk Dance 2) per
orchestra. La compagine è diretta da Andrey Boreyko.
Un ulteriore Cd+Dvd, l’Integrale delle opere per pianoforte
solo di Ivan Fedele, pubblicato da Limen (CDVD004
C004), si è aggiudicato l’edizione 2013 del Premio del
Disco Amadeus come miglior Cd di musica
contemporanea uscito nel 2012.
Giovanni Battista Martini
Maschere della commedia
Cresce l’interesse per la produzione di Giovanni Battista
Martini, universalmente noto come Padre Martini. Mentre
è in corso il progetto di edizione critica delle partiture
strumentali, di cui sono già disponibili presso le ESZ
quaranta titoli tra sinfonie, concerti, sonate, danze e altre
pagine isolate, del compositore, storico e teorico
settecentesco sono stati recentemente riproposti anche
due intermezzi comici, oggetto d’una registrazione e
d’una tournée imminente. Il maestro di musica e Don
Chisciotte, risalenti entrambi al 1746, restituiscono
un’immagine inconsueta e imprevedibile dello
stimatissimo luminare del contrappunto, consultato e
venerato come un oracolo da generazioni di compositori,
Mozart incluso. Perfettamente a proprio agio nel
panorama del teatro comico per musica del primo
Settecento, i due titoli affrontano temi prediletti di quelle
scene: rispettivamente l’argomento metateatrale che
mette alla berlina i professionisti dell’opera, e la grande
miniera del romanzo umoristico di Cervantes: entrambi
fonti d’ininterrotta ispirazione per tutto il secolo. I due
intermezzi sono stati ora pubblicati in Dvd Deutsche
Harmonia Mundi - Sony Music nella produzione andata in
scena al Teatro Comunale di Bologna nell’ottobre 2011.
Le due partiture, riproposte nell’edizione critica a cura di
Federico Ferri e Daniele Proni, sono state interpretate
dagli strumentisti dell’Accademia degli Astrusi diretti da
Federico Ferri e da un cast comprendente Laura
Polverelli, Aldo Caputo e Matteo Belli. La regia era
affidata a Gabriele Marchesini, mentre la scenografia di
Stefano Iannetta si basava su bozzetti originali di Dario
Fo. I costumi erano di Claudia Pernigotti e le luci di
Daniele Naldi. Lo spettacolo è in partenza per una
tournée giapponese che toccherà Yokohama il 19 e il 20
ottobre e Kyoto il 23 ottobre. L’Orchestra del Teatro
Comunale di Bologna sarà diretta da Hirofumi Yoshida.
Alessandro Solbiati
Sinfonia della risonanza
A
lessandro Solbiati partecipa alla Biennale di Venezia,
57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea,
con la prima esecuzione italiana di
Thai Song per 52 gong thailandesi
(sei esecutori), in cartellone il 6
ottobre al Teatro delle Tese
nell’interpretazione delle Percussions
de Strasbourg. Spiega l’Autore: «Ho
sempre sognato di poter comporre
per Les Percussions de Strasbourg,
anche perché da quando ho iniziato
a comporre ho sempre adorato il
suono mitico e archetipico delle
percussioni. Quando ho conosciuto
per la prima volta la sala prove del
gruppo francese, a Strasburgo, ho
avuto l’impressione di entrare in una
sorta di cattedrale della creazione del suono. A quel
punto ho deciso di utilizzare per il brano
commissionatomi dal Ministero della Cultura Francese
un solo timbro, il suono meraviglioso dei gong
thailandesi, per concentrarmi meglio sulla composizione
e sulla musica e non perdermi in un “supermercato del
suono”. Thai Song è una sorta di ambiziosa “sinfonia”
della risonanza, dello spazio, anche dei movimenti un
po’ rituali che i musicisti, disposti ad arco sul
palcoscenico, ciascuno con otto/nove gong a
disposizione, devono compiere, avendo come punto di
riferimento uno splendido e unico gong di Bali posto al
centro del palco e che ciascun musicista può suonare
almeno una volta. La risonanza, così naturale per dei
gong, è viceversa nel mio brano qualcosa che deve
essere “conquistato” a poco a poco, a partire dal suono
smorzato dell’inizio, attraverso figure e forme musicali
quali la melodia, le variazioni, il corale, fino alla
sublimazione finale di un carillon. Ogni mio
Luis de Pablo
Studi da camera
Quattro prime esecuzioni assolute per Luis de Pablo in
quest’ultimo scorcio del 2013. Apre la serie, il 18
ottobre, Turris eburnea per chitarra, proposta alla Sala
Joaquín Turina di Siviglia nel quadro
del 4° Festival de la Guitarra de
Sevilla nell’interpretazione di Adam
Levin, committente della
composizione, che l’Autore presenta
in questi termini: «È un lavoro breve,
di circa 7’, ma questa brevità non è
sinonimo di opera minore: ha infatti
una struttura complessa e difficoltà
considerevoli. Ho voluto riassumere
nella e per la chitarra, ovvero
tenendo conto delle caratteristiche specifiche dello
strumento, delle sue prerogative e dei suoi limiti, certi
miei lavori recenti lontani anni luce dalla chitarra sola:
Passio (per coro e orchestra), Recado (per organo e
orchestra) ecc. Volendo, lo si può vedere come un
esercizio di sublimazione più o meno impossibile, ma
in ogni caso terribilmente stimolante (ricordiamoci
Messiaen: “le charme des impossibilités”)». Fabián
Panisello dirigerà invece il Plural Ensemble in
Pentimento per sei strumenti l’11 novembre alla Sala
Luis Gálvez dell’Auditorio de Zaragoza e il 1° dicembre
alla Sala Santa Clara di Sevilla. Dichiara Luis de Pablo:
«Terminata il 26 aprile 2013, l’opera è un esercizio
(dando a questa parola la sua accezione più nobile)
in contrasto e sottigliezza. Formata da frammenti molto
diversi che vanno dall’“inudibile” al violento, la forma
sembrerà caleidoscopica, o meglio “contraddittoria”,
con certi riflessi di autoironia. È dedicata al Plural
Ensemble, al suo direttore Fabián Panisello e all’amico
José Luis Turina, che me ne ha suggerito il titolo».
ringraziamento va dunque alle Percussions de
Strasbourg che mi hanno dato la possibilità di realizzare
un sogno». Il giorno seguente, 7 ottobre, la
medesima rassegna ospita la ripresa di Nora per
cimbalom e orchestra: Andrea Pestalozza dirige
Mayumi Orai e l’Orchestra di Padova e del
Veneto. Il 20 agosto il Festival Internazionale
W.A. Mozart ha proposto To Whom? per soprano
solo nel Cortile di Palazzo Alberti a Rovereto,
solista Laura Catrani. Il Trio Magritte ha eseguito
Notturno secondo per violino, violoncello e
pianoforte il 12 settembre al Festival
Internacional de piano “Guadalquivir” di Cordoba
e il 26 settembre all’Oratorio San Filippo Neri di
Bologna per il Bologna Festival. Luigi Attademo
porta Le sei corde di Nicolò per chitarra sola il 15
ottobre a Varsavia e il 16 ottobre a Poznan.
Il Dèdalo Ensemble diretto da Vittorio Parisi esegue
Pour Ph.B. per clarinetto, violino, violoncello e
pianoforte in Spagna, il 4 novembre al Centro Cultural
Nicolás Salmerón di Madrid e il successivo 5 novembre
all’Auditorio San Francisco di Avila. Il 26 novembre
sarà possibile ascoltare a Kawasaki (Giappone) un
Duetto da Piccoli canti per cymbalom e vibrafono,
nell’interpretazione di Mayumi Orai e Genichiro
Furukawa. Nora, nella versione per cimbalom, flauto,
clarinetto e percussione, è stato inserito nel doppio Cd
antologico 30 ans de création musicale Accroche Note
(L’empreinte digitale ED13236), presentato al Festival
Musica di Strasburgo. Infine, per tutto il mese di
ottobre, a partire da sabato 5, il sabato e la domenica
mattina dalle 9 alle 9:30 Radio3 trasmetterà un secondo
ciclo di Lezioni di musica tenute da Alessandro Solbiati.
In questo caso verranno analizzati brani del Novecento
storico e contemporanei, da Ravel a Berg, da Maderna
a Donatoni, Grisey e Benjamin.
Infine, il Festival del G.A.M.O. (Gruppo Aperto Musica
Oggi) ospiterà nella Sala del Buon Umore del
Conservatorio Cherubini di Firenze il 15 dicembre un
concerto da camera monografico che
prevede, accanto alla ripresa di due
pagine per flauto solo, Soliloquio e
Per flauto, due prime esecuzioni
assolute: Cuarteto concertante per due
violini, viola e fagotto obbligato, e Per
fagotto. Ne saranno interpreti Roberto
Fabbriciani, flauto, Paolo Carlini,
fagotto, Duccio Ceccanti ed Edoardo
Rosadini, violino, e Carmelo
Giallombardo, viola. Così Luis de
Pablo presenta il Cuarteto concertante: «Terminato il 22
marzo 2013, è un lavoro d’una certa complessità.
Si potrebbe pensare a un quartetto d’archi in cui il
violoncello sia stato sostituito dal fagotto. Ma non è
così. La forma tiene conto della natura dell’“intruso”.
La scrittura, le idee ecc. cambiano di conseguenza.
Da qui l’aggettivo “concertante”, contrapposto al
sostantivo “quartetto”. In questo “squilibrio” stimolante
sta il valore della composizione, dedicata al grande
fagottista Paolo Carlini». Per fagotto è invece una
composizione d’una dozzina di minuti, articolata in
quattro movimenti: Soledad, Ráfaga, Cuartel e “Ez”.
Il Segundo Trio è in programma il 21 ottobre al Museo
de San Telmo di San Sebastián e il 22 ottobre alla
Fundación BBVA di Bilbao nell’interpretazione del Trio
Arbós. Una ripresa di Federico Mompou in memoriam
per violino, violoncello e pianoforte ha luogo il 26
ottobre al Centro Galego de Arte Contemporánea di
Santiago de Compostela, affidata al Grupo Cosmos 21.
Prima italiana per 52 gong
thailandesi alla Biennale e
numerose riprese
Christophe Bertrand
Virya per flauto, clarinetto,
pianoforte e percussione viene
eseguito a Seattle dai Seattle
Chamber Players il 22
settembre al Benaroya Hall e il
13 ottobre alla Seattle Public
Library. Un’esecuzione parziale
di Scales per orchestra da
camera viene proposta il 2
ottobre a Magonza dal
Philharmonisches
Staatsorchester Mainz diretto
da Hermann Bäumer al Kleines
Haus dello Staatstheater.
Dall’inferno per flauto, viola e
arpa è in cartellone il 7 ottobre
allo Helsinki Music Centre, per
la rassegna Tapiola Sinfonietta
Goes Klang, nell’esecuzione
della Tapiola Sinfonietta. È in
programma per il 31 ottobre al
Royal Festival Hall di Londra,
per la rassegna “Music of
Today”, un concerto
monografico che comprenderà
Virya per flauto, clarinetto,
pianoforte e percussione,
Madrigal per soprano e
ensemble, e Yet per ensemble.
Ne saranno interpreti il soprano
Yeree Suh e la Philharmonia
Orchestra diretta da Alejo
Perez. È uscita nel doppio Cd
30 ans de création musicale
Accroche Note (L’empreinte
digitale ED13236), che verrà
presentato durante il Festival
Musica di Strasburgo, la
registrazione dal vivo di
Madrigal per soprano e
ensemble e Sanh per clarinetto
basso, violoncello e pianoforte.
Quattro nuovi lavori indagano le
peculiarità di singoli strumenti
3
Un bilancio di mezzo secolo di
attività attraverso una mostra,
un libro e molte esecuzioni
Franco Donatoni
Lumen per sei strumenti è in
cartellone il 19 ottobre alla Cité
de la Musique di Parigi,
proposto dai solisti
dell’Ensemble
Intercontemporain.
Novità per grande orchestra
commissionata dalla Fondazione
per la Cultura del Brandeburgo
Niccolò Castiglioni
Tropi per complesso da camera
è in cartellone il 6 ottobre al
CBSO Centre di Birmingham,
affidato al Birmingham
Contemporary Music Group
diretto da Oliver Knussen.
4
Francesco Hoch
Sulla soglia di un’epoca
I festeggiamenti per i settant’anni dell’Autore
proseguono con l’inaugurazione, il 10 ottobre alla
Biblioteca Cantonale di Lugano, della mostra “Il suono
della società: Francesco Hoch, compositore”, aperta fino
al 23 novembre 2013, in occasione della quale viene
presentato il libro di Stefano Ragni Il suono della società
‘postuma’: Francesco Hoch, un musicista che pensa il
futuro (Edizioni Guerra, Perugia - ELR, Locarno). Viene
eseguita in quella sede la nuova versione di Musica per
l’inaugurazione, nell’interpretazione di Massimiliano
Pascucci, Piotr Nikiforoff, Denis Monighetti, Luciano
Zampar. Il 15 ottobre lo Studio Ernest Ansermet della
Radio de la Suisse Romande, ospiterà a Ginevra, per la
stagione di Contrechamps l’esecuzione di Bicordo F.H. 1
per voce e ensemble, di Fragments à la fenêtre, da Duo
per voci e strumenti, e di Bicordo F.H. 2 per voce e
ensemble, nonché la prima esecuzione assoluta di
Consumo di donna per soprano e tredici strumenti,
commissione Contrechamps, su un testo tratto da Imago
di Maria Rosaria Valentini. Ne saranno interpreti il
soprano Barbara Zanichelli, il tenore Massimiliano
Pascucci e Michael Wendeberg alla testa dell’Ensemble
Contrechamps. I medesimi musicisti riproporranno
l’intero programma il giorno dopo, 16 ottobre, alla
Nuova Sala Studio Foce di Lugano, nel corso del
concerto monografico “Francesco Hoch e Franco
Donatoni: l’allievo e il suo maestro”. In questi termini il
compositore presenta Fragments à la fenêtre: «In questa
passeggiata attraverso alcuni decenni della mia ultima
produzione, viene proposto di curiosare da brevi
aperture di piccole finestre, con fugaci illuminazioni, una
serie di frammenti di brani che si caratterizzano per
l’intimità di un dialogo a due. Due voci, due strumenti, o
una voce e uno strumento, non vengono infatti
incomodati dal disturbo di un terzo e nemmeno
dall’ascoltatore che sbircia solo da lontano, dall’esterno,
per un attimo, per qualche minuto, verso questa
Malika Kishino
Nel profondo
I
l 20 settembre lo Staatstheater di Cottbus ha ospitato,
con replica il 22 settembre, la prima esecuzione
assoluta di Zur Tiefe per orchestra, commissione della
Brandenburgische Kulturstiftung Cottbus: ha interpretato
il nuovo lavoro Evan Christ alla testa del
Philharmonische Orchester des Staatstheaters Cottbus.
In questi termini l’Autrice presenta questa novità: «Come
una goccia d’acqua raggiunto il suolo s’infiltra strato per
strato, una pulsazione sonora entra in noi da una varietà
di curve d’energia, filtrando nel tempo fino a raggiungere
una profondità senza fondo. In Zur Tiefe ho voluto
descrivere tramite l’energia sonora il fascino che esercita
su di me l’abisso profondo, la profondità senza fondo,
perfino mistica. Ho dato forma all’energia sonora della
grande orchestra attraverso due gesti musicali. Il primo
è caratterizzato da una pulsazione e da un’osmosi
successiva. Corre verticale, come la goccia che dall’alto
penetra nel suolo. L’altro, che imprime il flusso d’energia,
presenta una direzione più orizzontale, come la pioggia
che si diffonde sul terreno e scorre in ruscelli e fiumi in
pianura. Entrambi i gesti vengono ripetuti in vari strati
sonori e cadono progressivamente verso la profondità,
nell’abisso della musica, raggiungendo la tranquillità.
Secondo Shinichi Hisamatsu (1889-1980), filosofo
giapponese seguace del buddismo zen, i caratteri
generali delle espressioni culturali giapponesi nelle belle
arti possono essere descritti secondo sette
caratteristiche collegate tra loro: asimmetria, semplicità,
austera sublimità, naturalezza, sottile profondità, libertà
dall’attaccamento e tranquillità. Ogni arte bella potrebbe
esposizione situata all’interno di una sorta di edificio
museale. Ogni discorso in duo si giustappone a distanza
e non si mescola con gli altri. Eppure ciascuno ammicca
alla fine di un’epoca, alla fine delle avanguardie,
diventate oramai tutte storiche, e in particolare alla fine
di quella propulsività creativa rivolta al futuro. Si osserva
quell’epoca da lontano nel suo tempo, come da un
aldilà, dopo la sua morte. Tuttavia essa vive di questa
morte facendosi storia e per noi attualmente viva
tradizione». Nel contesto del concerto il bicordo F.H.
(Fa-Si), eseguito sia prima che dopo Fragments à la
fenêtre, possiede la funzione di firma musicale del
compositore corrispondente al tritonus, considerato
anticamente come diabolus in musica. In Consumo di
donna, invece, il soprano incarna sette donne sfruttate
nelle loro immagini da parte della pubblicità nella società
di consumo. La riproposta di quell’immagine nei vari
stereotipi imposti dall’industria odierna porta
drammaticamente a un parossismo al limite della
malattia e della follia. Sempre a Lugano, all’Auditorio
Stelio Molo della RSI, verrà eseguito in prima assoluta
il 31 gennaio, per la rassegna “Concerti dell’Auditorio”,
Ex antiquo per due flauti di Pan e orchestra d’archi,
affidato ai solisti Michel Tirabosco e Matthijs Koene, e al
complesso I Barocchisti, diretto da Diego Fasolis. Per
l’occasione Hoch ha collaborato coi due musicisti, tra i
maggiori solisti di flauto di pan, sperimentando le
notevoli raffinatezze e la ricchezza timbrica dello
strumento, messo in dialogo con le sonorità
dell’esecuzione filologica assicurata dai Barocchisti.
I festeggiamenti di Lugano per Francesco Hoch
contemplano infine anche la ripresa, il 21 novembre al
Palazzo dei congressi, per i Concerti d’autunno di Rete
Due, di Il mattino dopo per orchestra, con replica il
giorno dopo, 22 novembre nella Sala del Fevi di
Locarno: Antonello Manacorda dirige l’Orchestra della
Svizzera Italiana.
possedere tutte e sette le caratteristiche, che nella loro
inseparabilità formano un intero perfetto. Io ora vivo in
Europa e scrivo musica contemporanea, ma quando
penso alla bellezza, la qualifico con queste
caratteristiche. Per me comporre è un modo di
esprimere la bellezza col materiale sonoro nel tempo
dato». Il 17 ottobre viene proposto all’Alti Concerto Hall
di Kyoto Monochromer Garten V per un esecutore di
koto, nell’interpretazione di Shoko Ohtani. Il 20 ottobre
Jörg-Peter Mittmann e l’Ensemble Horizonte
eseguiranno Aqua Vitae II per cinque strumenti al
Kloster Marienmünster, con replica l’11 dicembre al
Norddeutschland Rundfunk (NDR) Funkhaus di
Hannover nel contesto del Festival Musik 21 in
Niedersachsen. Épanouissement per violoncello è in
cartellone il 9 novembre al Kunstraum di Tosterglope,
affidato a Beverley Ellis, solista dell’Ensemble Aventure,
che lo riproporrà il 19 novembre alla Elisabeth
Schneider Stiftung di Freiburg i.B. Infine, Das
Klarinetteduo (Beate Zelinsky e David Smeyers)
eseguirà il 24 novembre nella chiesa di St. Nikolaus a
Colonia-Dünnwald, Halo per due clarinetti. È in corso in
questi mesi la produzione di un Cd monografico presso il
Deutschlandfunk di Colonia: il 19-20 dicembre verrà
registrato Rayons crépusculaires per 15 musicisti e live
electronics, nell’interpretazione di Daniel Kawka alla
testa di MusikFabrik e del Grame; il 21 dicembre sarà la
volta di Monochromer Garten II per sassofono baritono,
clarinetto basso e trombone, affidato a Marcus Weiss,
Ernesto Molinari e Uwe Dierksen.
Vittorio Montalti
Inscenare l’incertezza
Va in scena in prima rappresentazione assoluta alla
Biennale di Venezia L’arte e la maniera di affrontare il
proprio capo per chiedergli un aumento, opera da
camera per tre voci, ensemble e elettronica su libretto di
Giuliano Compagno tratto dall’omonimo testo di
Georges Perec. Commissione del 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea, lo spettacolo
è in cartellone il 9 ottobre al Teatro Piccolo Arsenale,
con Ljuba Bergamelli, soprano, Salvatore Grigoli,
baritono, Jo Bulitt, performer, e l’Ensemble Nuovo
Contrappunto diretto da Mario Ancillotti. Giancarlo
Cauteruccio cura regia e scenografia. Una ripresa è già
programmata con i medesimi interpreti per il 30 ottobre
al Teatro Donizetti di Bergamo. In questi termini Montalti
presenta questa esperienza di teatro musicale:
«A livello compositivo il mio lavoro parte sempre dal
concetto di figura; penso spesso agli elementi musicali
che metto in gioco come a dei personaggi, che non
necessariamente narrano una storia, ma la cui
presenza esprime un senso se riferita a un universo
irrazionale. Il testo parla di una delle situazioni più
scomode che possano esistere per un impiegato, ossia
presentarsi al proprio superiore chiedendo un aumento
di paga. L’azione è semplice, ma provoca numerosi
dubbi e incertezze in chi la deve compiere: tutta una
serie di interrogativi che diventano un forte spunto
immaginativo per lo scrittore francese che, anziché
scegliere una delle possibili situazioni, decide di
rappresentarle tutte, mettendo così in scena l’incertezza
del povero impiegato. L’idea molto affascinante di Perec
è stata quella di basare la struttura del racconto su un
diagramma di flusso che contempla tutte le possibili
soluzioni, scegliendo di percorrerle tutte. Il concetto di
vincolo diventa così motore creativo: un procedimento
che presenta una forte affinità con il mio modo di
lavorare. Da sempre ho sentito un forte bisogno di
formalizzare i processi compositivi, di non lasciare nulla
al caso nella scrittura. Organizzo così il mio lavoro
costruendo dei meccanismi che mi permettano di
avanzare nella scrittura. Scrivere per la voce diventa
una sorta di “analisi”. Una volta isolati i frammenti più
significativi, passo a una scomposizione del testo in cui
la comprensibilità del testo viene meno. Quello che
m’interessa è che il vero significato si possa al limite
intravedere ma che non sia mai esplicito. Il senso delle
parole sarà incarnato da un organismo musicale di cui
le macerie dell’elemento verbale saranno il seme.
L’utilizzo dell’elettronica, la maggior parte in tempo
differito, avverrà su più livelli: vorrei realizzare dei
processi compositivi tramite Open Music che siano in
relazione con le tecniche di scrittura dell’Oulipo.
Partendo dalle diverse tipologie di vincoli utilizzate per
la scrittura, vorrei provare a riportare questi
procedimenti a livello compositivo».
“L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento”: Sinossi
Dopo lunghi ripensamenti, un impiegato si decide ad
affrontare il capoufficio per chiedergli un aumento.
Giunto sul posto di lavoro, esita tuttavia a farsi avanti.
Per prender tempo, ascolta le telefonate della
segretaria, va persino in cucina a informarsi sul menù
del giorno. Risalito nell’ufficio del capoufficio, si accorge
che questi ha contratto il morbillo. Lo rinchiude allora
nella stanza e dà l’allarme. Il contagio è però già
avvenuto. Peggio ancora, il capoufficio passa a miglior
vita. L’impiegato rende omaggio alla salma, ma questa
assume misteriosamente le sembianze del nuovo
capoufficio, al quale l’impiegato può presentare ancora
domanda di aumento. Contagiato dal morbillo, viene
però messo in quarantena. Una volta guarito, è giunta
l’ora del vagheggiato aumento, benché l’impiegato sia
ormai prossimo alla pensione. Il capoufficio dichiara a
quel punto di non avere il potere di concedere l’aumento
richiesto e rimanda l’istanza dell’impiegato agli uffici
competenti.
Raffaele Grimaldi
Psicoanalisi d’un compositore
È in cartellone in prima rappresentazione assoluta alla
Biennale di Venezia La macchina, opera da camera per
tre cantanti, attore/performer, ensemble e elettronica su
soggetto e libretto di Diego Giordano. Commissione del
57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea,
lo spettacolo va in scena il 9 ottobre al Teatro Piccolo
Arsenale, con Mirella De Vita, soprano, Stephanie
Lewis, mezzosoprano, Edoardo Hurtado, tenore, Jo
Bulitt, performer, e l’Ensemble Nuovo Contrappunto
diretto da Mario Ancillotti. Giancarlo Cauteruccio cura
regia e scenografia. Una ripresa è già programmata con
i medesimi interpreti per il 30 ottobre al Teatro Donizetti
di Bergamo. Protagonista dello psicomelodramma è un
paziente bipolare, interpretato da due cantanti/attori
espressione di due personalità differenti e antitetiche,
che ben presto si rivelerà essere un compositore.
“La macchina”: Sinossi
Un personaggio bizzarro, appollaiato sul ramo d’un
albero in un bosco, in realtà uno psicanalista, inizia ad
ascoltare il racconto d’un paziente, coadiuvato da
un’assistente. Viene diagnosticato un disturbo della
personalità, legato alle tendenze compositive del
paziente, che viene invitato a entrare in una macchina.
Questa inizia a emettere melodie e proiettare, su delle
pareti che s’innalzano improvvisamente, immagini
In questi termini Grimaldi presenta il nuovo lavoro:
«Laddove le possibilità creative debordano i limiti della
forma tradizionale e si trasformano in simboliche
esasperate dalla tecnica, ipertrofiche e malate, dove il
senso d’appartenenza si perde nei meandri della psiche
e per mancanza d’ironia appare la Madonna, ci vorrà
una macchina che ristabilisca il senso del pudore, che
mostri la precarietà di ogni adulterazione estetica, e
consenta di riprodurre un equilibrio artistico conforme
alle possibilità di comprensione dell’essere umano. Un
dottore e la sua assistente cercano di portare alla luce il
difetto che congenitamente affligge la soggettività
decomposta e scissa di un compositore di musica
contemporanea. La terribile cura avrà lo scopo di
ricondurlo alla ragione, al riconoscimento e
all’accettazione sociale. Ovvero non essere esistiti».
provenienti dall’inconscio del paziente, che intanto
canta. Lo spazio ha assunto progressivamente l’aspetto
d’uno studio medico. Con grande frastuono il portello
della macchina si apre e ne esce un diverso
personaggio stravagante che si mette a inseguire e
malmenare lo psicanalista e la sua assistente,
trascinandoli infine con sé nella macchina.
Commissione di teatro musicale
in cartellone alla Biennale
ispirata ai procedimenti di
scrittura del gruppo Oulipo
Michele dall’Ongaro
La Biennale di Venezia, 57.
Festival Internazionale di
Musica Contemporanea, ospita
il 7 ottobre alla Sala delle
Colonne di Ca’ Giustinian il
Quartetto n. 6 per archi,
nell’interpretazione del Kairos
Quartett.
Giampaolo Coral
RAPS XI per quartetto d’archi
viene proposto in prima
esecuzione italiana il 7 ottobre
alla Sala delle Colonne di Ca’
Giustinian nell’ambito della
Biennale di Venezia e
nell’interpretazione del Kairos
Quartett.
Nuova opera da camera in
scena alla Biennale s’inoltra
con ironia nei recessi della
psiche d’un artista
5
Due prime esecuzioni indagano
la natura del suono, anche
investendola d’una forte carica
metaforica di valore politico
Jean-Luc Hervé
Rêve de vol per clarinetto e
viola è in cartellone il 16 ottobre
a Colonia, al Kolumba
Kunstmuseum des Erzbistums
Köln, nell’interpretazione
dell’E-MEX Ensemble.
En mouvement per sette
strumenti sarà invece proposto
il 16 novembre al Millenium Hall
del College of Music di Osaka
da membri del College Opera
House Orchestra. Infine 4
per due pianoforti e due
percussionisti sarà eseguito il
16 gennaio 2014 dall’Ensemble
2e2m al Conservatoire à
Rayonnement Régional de
Paris.
Prima sinfonica in Svezia va alle
radici stesse dell’ispirazione del
compositore negli ultimi anni
6
Javier Torres Maldonado
Materia in movimento
Due prime esecuzioni per Javier Torres Maldonado nella
seconda parte di quest’anno. È stato presentato il 25
agosto, nel quadro della Quincena Musical de San
Sebastián al Kursaal della città basca, Masih per quartetto
di saxofoni, interpretato dal Sigma Project Quartet. Così
racconta l’Autore la genesi del nuovo pezzo: «Una parte
del lavoro creativo che ho sviluppato negli ultimi anni
nasce dall’idea di stabilire un legame fra oggetti sonori
provenienti dalla realtà e la loro manipolazione tramite
tecniche compositive artigianali derivanti
dall’orchestrazione e composizione assistita da computer.
In questo senso la risintesi strumentale o mista
(quest’ultima realizzata tramite strumenti musicali e
dispositivo elettroacustico) costituisce un primo passaggio
da cui, in un secondo momento, possono derivare
processi compositivi fortemente vincolati alla struttura
dell’oggetto sonoro di base, alle sue qualità percettibili. In
questa prospettiva possono essere situate diverse delle
opere che ho composto negli ultimi anni, fra cui Masih, per
quartetto di saxofoni. Scritta fra il 2012 e il 2013 per il
quinto anniversario del Sigma Project Quartet e dedicata
ai musicisti che compongono questo gruppo, l’opera
utilizza come materiale di base un affascinante campione
di vento ululante registrato dall’interno di un’abitazione.
A partire da analisi e trascrizioni sono stati derivati alcuni
elementi musicali sottoposti a trasformazioni che hanno
dato come risultato diverse “reazioni chimiche” dalle quali
sono nate idee musicali contrastanti che pure conservano
legami percettibili con l’oggetto sonoro di base. La forma,
estremamente irregolare, deriva da una lettura per
aumentazione estrema delle distanze fra i picchi di
ampiezza più significativi, presenti nell’oggetto sonoro di
base; così, in corrispondenza con le suddette durate, ho
determinato la durata dei pannelli formali che
compongono quest’opera, cioè facendoli derivare
direttamente da caratteristiche implicite nella natura
dell’oggetto sonoro stesso. Questi pannelli sono spesso
facilmente riconoscibili grazie al fatto che prevedono
cambiamenti bruschi di gestualità o transizioni da uno
stato della materia sonora a un altro. In molti casi essi
sono immediatamente preceduti da segnali formali
consistenti in violenti attacchi di suoni eolici eseguiti da
tutto il quartetto oppure da un’idea opposta: pause più o
Giovanni Verrando
meno brevi. L’opera è stata commissionata da Sigma
Project Quartet e dal Sistema Nacional de Creadores de
Arte del Messico. Ho scelto la parola Masih come titolo
perché oltre a essere quasi un anagramma di Sigma (il
nome del quartetto di saxofoni a cui è dedicata), in lingua
indonesiana significa “ancora”: quasi una maniera di dire
che la musica scritta per combinazioni strumentali che
possiamo considerare ormai “classiche”, quali il quartetto
di saxofoni, continuerà a vedere la luce grazie alla volontà
non solo di chi la crea ma anche di gruppi come Sigma
Project Quartet». Una nuova versione di Masih con
elettronica sarà presentata in dicembre alla Guggenheim
Foundation di Bilbao. Sarà invece in prima esecuzione
europea il 13 ottobre alla Brandenburg Biennale
Exabrupto per tre gruppi strumentali, pianoforte e
percussione: Michael Helmrath vi dirigerà i Brandenburger
Symphoniker. Spiega Torres Maldonado: «“Abbattere le
pareti tra uomo e uomo, unire ciò che è stato separato”, è
la citazione da Cántaro roto di Octavio Paz che ho posto
in exergo a Exabrupto (1997-98), in memoria degli indiani
messicani uccisi nel 1998 ad Acteal, nel Chiapas.
La struttura interna del pezzo è basata sull’idea
d’invasione, come il titolo suggerisce: Exabrupto consiste
effettivamente di due movimenti in forte contrasto
musicale, e specificamente ritmico, non eseguiti
successivamente ma di fatto coesistenti, col secondo che
gradualmente viene a rimpiazzare il primo,
interrompendone il discorso attraverso l’introduzione d’una
serie di frammenti che progressivamente si ampliano fino
a coprirlo del tutto. Il modo in cui ciò avviene è molto
teatrale e le fratture nel panorama sonoro sono improvvise
e violente, cosicché il contrasto tra questi mondi sonori
sembrerà quasi una metafora di quello tra la vita e la
morte. Un contrasto anche visivo, poiché i quindici
componenti dell’orchestra sono divisi in tre gruppi insoliti,
separati dal pianoforte e dalle percussioni. È il ritmo,
specialmente nel primo movimento, a determinare la
direzione della musica». Il 4 giugno è stato eseguito al
Théatre Dunois di Parigi, Ah, LE haPpy birtHday! per
soprano, clarinetto basso, violino, violoncello, alcuni
accessori e tre esecutori ad libitum, composto per
celebrare il trentennale dell’Ensemble Aleph, che ne è
stato il primo interprete.
Universo molteplice
Giovanni Verrando è presente il 5 dicembre nel
cartellone della NorrlandsOperan a Umeå (Svezia) con
una prima esecuzione assoluta: Multiplicity per quattro
percussionisti e orchestra, interpretata dal Kroumata
Ensemble e dalla NorrlandsOperan’s Symphony
Orchestra, committenti del lavoro, sotto la direzione di
Rumon Gamba. In questi termini l’Autore presenta questa
novità: «Con la sola esclusione di poche ordinarie
percussioni (grancassa, caisse claire...), in Multiplicity i
musicisti del Kroumata Ensemble suonano strumenti utili
a produrre suoni inarmonici e a interagire con i suoni
acustici e elettronici prodotti dall’orchestra: questi
strumenti sono, ad esempio, cazzuole, martelli, lastre
metalliche, carta alluminio, capsule di plastica, violini
senza corde né archetto e altri ancora. In mezzo agli
strumenti dell’orchestra vi è un campionatore che esegue
suoni preregistrati. Durante il brano i musicisti d’orchestra
suonano strumenti alternativi, come piccoli fogli di cartone
plastificato, percussion tubes accordati per quarti di tono,
e così via. Il titolo si riferisce a una chiave di lettura, la
molteplicità, utile a comprendere il mio approccio alla
musica di questi ultimi anni. Mi occupo di molteplicità,
infatti, quando analizzo la rappresentazione grafica degli
spettri e dei suoni. Una volta deciso di spostarsi, durante
l’atto compositivo, dal pentagramma allo spettrogramma,
di osservare i suoni nei dettagli, il numero degli elementi
da comporre cresce drasticamente e improvvisamente.
La molteplicità è inoltre enfatizzata dall’emersione
dell’inarmonico. Uno spettro inarmonico è per propria
natura più complesso e ricco di dati di un suono prodotto
da uno strumento acustico. E ancora, ci si confronta con
la molteplicità quando si assume che la nozione di
universalità del linguaggio musicale ha perso la propria
validità. Sono interessato alla pluralità dei linguaggi, alla
complessità dei diversi “io” artistici e alla loro messa in
scena. Nel regno della molteplicità, la responsabilità
individuale e la scelta consapevole assumono ancor più
importanza. Affronto responsabilità e rischi, felice di farlo.
Multiplicity è diviso in tre movimenti. L’intero brano è
dedicato a Kroumata, mentre l’ultimo movimento è
un’elegia in memoria di Luciana Abbado Pestalozza».
Il 4 ottobre Giovanni Verrando interviene alla giornata di
studi sulla musica di Fausto Romitelli, organizzata dal
Festival Musica e dall’Università di Strasburgo, con un
contributo intitolato Au-delà de l’imaginaire de la musique
écrite. Il 10 ottobre partecipa invece alle giornate di studi
sulla musica elettronica del Festival Oggimusica Lugano
a proposito del tema Grammatica della nuova liuteria.
Il 6 agosto scorso, Dulle Griet per ensemble amplificato
è stato eseguito all’Aquila, nell’ambito dei “Cantieri
dell’immaginario”, dall’ensemble Sentieri Selvaggi diretto
da Carlo Boccadoro, in una versione coreografata da
Irène Borguet-Kalbusch.
Federico Gardella
Voci interiori
Dal 1° al 4 ottobre l’Orchestra Sinfonica Nazionale
della Rai diretta da Pietro Mianiti registrerà in studio per
Rai Radio3 all’Auditorium Rai di Torino Mano d’erba per
orchestra, in prima esecuzione italiana. Spiega l’Autore:
«Mano d’erba è una composizione pensata in analogia
con la natura; si tratta di una natura immaginata come
luogo di ascolto: come in un paesaggio, in cui ogni
elemento contribuisce a formare una visione unitaria, in
questa composizione la funzione di singoli strumenti
dell’orchestra è quella di ricostruire uno “strumento” che
sia anche espressione di una voce interiore. Pensare la
musica in analogia con la natura significa anche riflettere
sul rapporto tra la linearità della vita individuale e la
ciclicità dei processi naturali; in Mano d’erba il confronto
tra questi elementi si articola in una struttura in cui la
logica vettoriale della microforma trova il suo compimento
in un’organizzazione ciclica del livello macroformale.
Penso che la struttura di una composizione non ne
descriva semplicemente la cronologia, ma, a un livello
più profondo, ne definisca il carattere: le diverse sezioni
che costituiscono Mano d’erba si susseguono senza
interruzioni, lasciando progressivamente emergere il
suono di una vicenda individuale che, avvolta dal respiro
degli strumenti, come un canto in lontananza scompare
nel vento. Nel 2012 Mano d’erba è stata insignita a Tokyo
del Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award».
La Biennale di Venezia presenta il 12 ottobre alla Sala
delle Colonne di Ca’ Giustinian la prima esecuzione
assoluta di Cinque notturni da braccio per viola d’amore,
nell’interpretazione di Marco Fusi. Così Gardella: «Una
musica notturna è una musica in cui il silenzio è pensato
come fondamento di ogni possibilità di suono, è il bianco
della tela in attesa della sua “scrittura”, è il taglio della
pietra che prefigura la propria forma scolpita. È una
musica da immaginare all’aria aperta, in spazi sterminati,
ma che chiede di essere ascoltata da vicino, raccolti in
una stanza. È una musica non lineare, in cui la forma non
coincide con la cronologia dei suoi elementi, ma si
definisce attraverso l’esplorazione di uno spazio sonoro
indefinito. E così questi Cinque notturni da braccio
raffigurano un’idea di tempo sospeso, racchiuso in una
forma verticale e declinato nel suono di uno strumento
lontano: la viola d’amore. Ma come accade per la voce
delle persone, anche la voce degli strumenti si modifica
nel tempo: la viola d’amore diventa allora, in questa
musica notturna, strumento di una voce sussurrata, che
Pasquale Corrado
ancora risuona da lontano». La Chiesa di Santa Cristina
di Bologna ospita il 30 ottobre Architetture di una
lontananza, micro-dramma per due attori e strumenti,
affidato al FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La
Licata, regia di Claudio Longhi. L’esecuzione s’inquadra
nel Progetto d’Annunzio promosso dall’Accademia
Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del
poeta, col coinvolgimento di sei compositori
contemporanei. In questi termini il compositore descrive
il lavoro: «Architetture di una lontananza è un microdramma per due attori e strumenti, basato su testi di
Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse e Claudio Longhi.
L’azione, immobile, è una cronaca dell’allontanamento
di Eleonora Duse dal poeta, la sera della prima
rappresentazione della tragedia La figlia di Iorio.
La musica, che si alterna agli episodi recitati, non
asseconda lo svolgersi della narrazione, ma è, al
contrario, pensata come lo spazio sonoro (e al tempo
stesso architettonico) in cui tutto accade. Immaginare
una musica in analogia con la percezione di una struttura
architettonica significa pensare a un luogo in cui tutto è
già presente dal principio, in cui il concetto di sviluppo dei
materiali musicali viene sostituito dall’idea di una forma
“sincronica”. La struttura si articola, qui, in “stanze”, che
sono luoghi della forma, ma anche spazi di risonanza in
cui costruire quell’idea di lontananza che ha segnato le
vite di Eleonora Duse e Gabriele d’Annunzio, che
osserviamo attraverso una porta socchiusa». Quaderno
di sabbia per tre gruppi di bambini e ensemble sarà
eseguito il 2 e il 3 dicembre al Flagey di Bruxelles da
Jean-Paul Dessy alla testa dell’Ensemble Musiques
Nouvelles e dal Chœur d’Enfants de l’École Saint-Henri
(Woluwé-Saint-Lambert) diretto da Sarah Goldfarb.
Sempre la Goldfarb riprenderà il pezzo il 27 e 28
gennaio al Théâtre Royal di Mons, con l’Ensemble degli
studenti del Conservatorio di Mons e il Chœur d’enfants
de l’Externat Saint Joseph (Hyron). La Società
Umanitaria di Milano ospita nel mese di ottobre
un’esecuzione di Mikro-Lieder ohne Worte per voce
femminile e chitarra, interpreti Ludmila Ignatova e
Andrea Monarda. Infine i Tre studi sulla notte - Tre studi
per riscoprire l’alba per pianoforte saranno proposti,
limitatamente a una selezione, da Elisa D’Auria al Notre
Dame de Sion Concert Hall di Istanbul nel mese di
novembre, e integralmente da Alfonso Alberti al Teatro
Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone il 9 gennaio.
Ritorno all’essenziale
Dal 1° al 4 ottobre l’Orchestra Sinfonica Nazionale
della Rai diretta da Pietro Mianiti registrerà in studio per
Rai Radio3, all’Auditorium Rai, di Torino Sfera per
orchestra, in prima esecuzione italiana. Così Pasquale
Corrado presenta il nuovo lavoro: «Sfera è un viaggio
all’interno di una materia dai contorni indefiniti e dalle
sfumature incerte. È la descrizione d’una sola figura
musicale e delle mille variazioni che la rendono sempre
diversa e mutevole: le note Do Si ricorrono durante tutto
l’arco del pezzo dando vita a situazioni sempre differenti,
nuove. Proseguendo nel gesto musicale di Sovrainciso,
pezzo per tredici strumenti, il brano approfondisce in
forma più articolata il tema principale. La sua struttura
narrativa si articola attraverso diversi movimenti e
sequenze ritmiche, descrivendo l’evoluzione d’una cellula
piccolissima, formata da due note, che dà origine al tutto.
Man mano che le due note si sovrappongono, l’aspetto
sincronico prevale su quello diacronico, e l’aspetto
armonico su quello melodico». Il gruppo Klangforum
Wien, diretto da Jean-Michaël Lavoie, esegue il 4
ottobre, per il Festival Musik Protokoll di Graz, Grain per
ensemble. L’11 ottobre è invece in cartellone in prima
esecuzione assoluta, al Teatro Piccolo Arsenale di
Venezia, per il 57. Festival Internazionale di Musica
Contemporanea della Biennale, Pulse per ensemble,
commissione Radio France, nell’interpretazione
dell’Ensemble L’Instant Donné. Così l’Autore ci introduce
a questa novità: «Cosa rende unico e imprevedibile un
fenomeno (sia esso umano o naturale)? La follia?
Il caso? Nulla sfugge alle ferree regole della natura,
eppure a volte accade che la consuetudine venga
interrotta nel corso degli eventi e ancora, che gli individui
compiano scelte inaspettate, ridisegnando scenari
secondo schemi imperscrutabili. Alcuni sostengono che
sia il mistero alla base di questi fenomeni, altri imputano
a Dio la responsabilità del caso. A me poco importa.
Ciò che mi affascina e che ho voluto descrivere è ciò che
sta all’origine di tutto: una pulsazione. Una sequenza
irrazionale di gesti guidati dall’istinto della mia mano, alla
ricerca dell’estetica dell’anti-logico e del paradossale.
Pulse è la descrizione dell’istante instabile in cui tutto è
possibile e da cui genera l’interruzione di un nuovo inizio.
Pulse è un brano costruito sulla casualità della follia.
Una frazione che dà origine all’energia; una singola
cellula da cui scaturisce pura luce che si propaga in
miriadi di direzioni, mutevoli, instabili, casuali (ma, forse,
solo all’apparenza)».
Due lavori alla ricerca di intime
voci interiori e un micro-dramma
per celebrare l’anniversario
dannunziano
Goffredo Petrassi
Kyrie per coro e archi verrà
eseguito il 25 ottobre alla Liszt
Music Academy di Budapest
dalla Symphony Orchestra
of the Hungarian Radio.
Nonsense nn. 1, 3, 5 per coro
misto a cappella su poesie di
E. Lear è in programma il 10
novembre al Conservatorio
“G. Verdi”, col Coro Giovanile
Italiano diretto da Lorenzo
Donati e Dario Tabbia, con
replica il 12 novembre.
La cellula e l’impulso indagati
nella loro funzione originaria
in due nuovi lavori per la Rai
e Radio France
7
Nell’arco di poche settimane,
l’apertura del 65° Prix Italia e la
conclusione della residenza
presso l’Atelier Arts Sciences
Francisco Guerrero
Il 14 ottobre è possibile
ascoltare, all’Auditorio del
Museo Nacional Centro de Arte
Reina Sofía di Madrid, Vâda
per due soprano e nove
esecutori, su testo di Jorge
Guillén, e Acte préalable per
quattro percussionisti. Ne sarà
interprete l’ensemble Koan 2
diretto da José Ramón Encinar.
Il 16 novembre avrà luogo la
prima esecuzione in Germania
di Coma Berenices per
orchestra, proposta allo
Hegelsaal dei Liederhalle di
Stoccarda nell’ambito della
rassegna “attacca –
Geistesgegenwart Musik”,
nell’interpretazione del RadioSinfonieorchester Stuttgart des
SWR sotto la direzione di
Lucas Vis. Infine, il 28 dicembre
Ars combinatoria per sei
strumenti a fiato verrà eseguito
al Tel Aviv Museum dagli Israel
Contemporary Players diretti da
Ilan Volkov.
Accanto all’acquisizione delle
opere giovanili, è ben avviato
il progetto di registrazione
dell’integrale pianistica
8
Michele Tadini
Linguaggi plurisensoriali
Due le prime esecuzioni assolute per Michele Tadini
a chiusura di questo 2013. Il 21 settembre, diretta da
Juraj ValČuha, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai,
committente del nuovo lavoro, ha presentato
all’Auditorium Rai di Torino, nel contesto
della cerimonia di apertura del 65° Prix
Italia, Je vous en prix per grande
orchestra. In questi termini il compositore
racconta il percorso di questa novità:
«Varie idee e schizzi si sono susseguiti.
Poi la via si è imposta, da sola: rielaborare
la brevissima sigla iniziale di La musica
nascosta (Prix Italia 2008), partire quindi
da un materiale orchestrale esistente ma
sostanzialmente ineseguibile da umani.
Non certo una semplice trasposizione
(anche perché l’originale dura meno di un
minuto): piuttosto, analogamente ad altre
trascrizioni da me realizzate in passato, la
partitura originale, in un patto di non tradimento, offre la
sua anima alla rinascita. Tutto parte dall’analisi e dalla
rielaborazione dei principii costitutivi dell’opera data,
dalla semplice, profonda e impietosa osservazione di
quello che c’è. Le feconde analisi hanno dato luce a una
sorta di quadrato magico di numeri/relazioni che ha
guidato, in seguito, tutte le mosse. Una sorta di
passacaglia, mobile nel ritmo armonico, è
intrinsecamente legata alle durate, ai ritmi e agli
intervalli di tutta la composizione. Niente come
un’architettura strutturale forte arriva a sostenere la
libertà e l’ispirazione continua che la grande pagina
d’orchestra offre. Questo succede quando, in cambio di
quello che noi le abbiamo offerto in precedenza, la fatica
del comporre ci dona qualcosa, muovendo le nostre
mani e il nostro intuito». I Rencontres Biennale ArtsSciences ospitano l’11 e 12 ottobre al Théâtre
Hexagone di Meylan, Scène Nationale de Grenoble, la
prima esecuzione assoluta di La terza luce per
percussione, violoncello, fagotto, live electronics, video
Camillo Togni
e light performance, commissione dell’ente stesso, con
repliche il 14 novembre al Théâtre de la Renaissance di
Oullins (Lyon) e il 25 gennaio al Lux, Scène Nationale
de Valence. Ne saranno interpreti Thibaut Weber,
percussioni, Sophie Raynaud, fagotto, Marie
Ythier, violoncello, lo stesso Michele Tadini,
live electronics, Françoise Henry,
scenografia e luci, e Angelo Guiga, ricerca
tecnologica. Il progetto sarà ripreso nel
2014 anche al Teatro Franco Parenti di
Milano. Il progetto, Prix A.R.T.S. 2011, nelle
intenzioni dell’Autore intende allargare la
ricerca sulle possibili interazioni tra suono e
luce, secondo diversi punti di vista: fisico,
percettivo, cognitivo e compositivo.
Il concerto corona due anni di residenza di
Tadini all’Atelier Arts Sciences, dove ha
potuto collaborare col ricercatore Angelo
Guiga. A un tempo stesso costrizione e
libertà per il compositore, la percezione sinestetica offre
un campo d’esplorazione poetica immensa. Si tratta di
trovare una grammatica della vibrazione comune tra
suono e luce, esplorare la loro possibile relazione.
Ispirato dal ritmo, dalle sfumature e dal movimento
spaziale della luce, ogni strumento rappresenta un
modo singolare d’interagirvi. La forma musicale fa
riferimento a diversi tipi di musica: contemporanea,
minimalista, arcaica, elettronica e rock progressivo.
Tra il gesto musicale e il trattamento informatico dei
comandi, Françoise Henry interviene come scenografa
per concepire uno spazio astratto, propizio alla
materializzazione della luce. È proprio la sinergia di
competenze e immaginari differenti che modifica il
processo di ricerca e porta a una nuova forma di
scrittura in cui dati fisici e matematici e necessità
oniriche tessono, rispondendosi, un linguaggio comune.
Questa “terza luce” invita lo spettatore a interrogarsi
anche sul suo modo di percepire una creazione
plurisensoriale.
Riscoperte dell’artista giovane
Le ESZ proseguono col piano di acquisizioni degli
inediti giovanili di Camillo Togni in collaborazione con la
Fondazione Cini: iniziativa finalizzata principalmente al
progetto d’incisione dell’opera pianistica del
compositore. Le acquisizioni, più o meno recenti,
ammontano già a una trentina di lavori scritti tra il 1936
e il ’54, con qualche puntata verso gli anni Sessanta.
Inaugura questo tesoro giovanile il gruppo costituito
dalla Ballata in Fa minore, dal Preludio e dallo Studio in
La bemolle maggiore, tutti per pianoforte solo, del 1936,
seguito da un nucleo importante composto tra il 1938 –
l’anno della scoperta di Schönberg, in occasione di un
concerto di Arturo Benedetti Michelangeli a Brescia – e il
’40, anno che inaugura la serie delle sette Serenate per
pianoforte solo, che accompagnano Togni per quasi
tutta la durata della guerra, fino al 1944. Notevoli alcuni
titoli cameristici, come i Tre studi per “Mort sans
sépulture” di J.P. Sartre op. 31 (1950) per soprano e
pianoforte, o il monumentale Trio op. 14b (1942) per
violino, violoncello e pianoforte. Le due composizioni
sono state pubblicate in un Cd Naxos (8.572074)
dedicato alla produzione cameristica di Togni,
comprendente anche la Sonata per flauto e pianoforte e
la Sonata per violino pianoforte, nell’interpretazione del
soprano Lorna Windsor e dell’Ex Novo Ensemble. Per
quanto riguarda la musica pianistica è già uscito in Cd
il primo volume del progetto Complete Piano Music
(Naxos 8.5722990), affidato all’interpretazione di Aldo
Orvieto, comprendente l’importante serie dei Tre
Capricci op. 38 (1954, 1956 e 1957), la breve versione
pianistica di Per Maila (1982), l’ancor più fulmineo, tardo
Aforisma (1985), la Seconda partita corale. Trascrizione
per pianoforte di cinque preludi corali per organo di J.S.
Bach (1976), la serie dei Tre Preludi op. 28 (1947), il
Ricercare op. 28b, sempre del 1947, e infine la Fantasia
op. 25, del 1944: un Cd che esplora lungo oltre un
trentennio l’«arte lenta» di Togni, come la definisce Gian
Paolo Minardi nelle note d’accompagnamento. Un
secondo Cd è già stato registrato ed è attualmente in
produzione. Conterrà la Prima Serenata per pianoforte
op.10, composta nel 1940, momento chiave in cui ha
inizio il dialogo con l’eredità schönberghiana, i Sei
Preludi op. 21, compiuti nel 1944, la Prima Partita
Corale op. 29, trascrizione bachiana del 1948, il Quarto
Capriccio (Ottave) scritto nel 1969 su richiesta di
Antonio Ballista, il Quinto capriccio (Omaggio a Bellini),
composto nel 1987 per il XIV Congresso Internazionale
di Musicologia, il Sesto Capriccio (Aforisma sul nome di
Sylvano Bussotti), l’ultima opera per pianoforte solo di
Togni composta in tre giorni tra il 12 e il 14 settembre
1991. Due dei lavori registrati nel primo Cd saranno
presentati a breve in concerto, rispettivamente il
Ricercare op. 28 bis il 3 ottobre alla Casa della musica
di Parma, nel quadro del Festival Traiettorie,
nell’interpretazione di Aldo Orvieto, e la Suite op. 14a il
24 novembre a Brescia, nell’ambito della rassegna
“Sulle Ali del Novecento”, affidata a Elena Pasotti del
Dèdalo Ensemble.
Eric Maestri
Indagare la sorgente
La Biennale di Venezia, 57. Festival Internazionale
di Musica Contemporanea, presenta il 5 ottobre al
Teatro Piccolo Arsenale la nuova versione di Visioni
per ensemble e dispositivo elettroacustico,
nell’interpretazione dell’Ensemble L’Imaginaire.
Il progetto di Eric Maestri prevede l’esecuzione
consecutiva di un brano esclusivamente elettroacustico
di Daniele Ghisi (un acusmonium virtuale con venti
sorgenti sul palco e venti ammassi di cose) e appunto
quella di Visioni, brano strumentale ed elettronico che
col primo forma una sola opera. Visioni è il frutto di una
collaborazione stretta tra i compositori, gli interpreti e i
registi. In questi termini Maestri presenta il nuovo
lavoro: «E se ciò che percepiamo come strumento o
sorgente sonora non lo fosse? Se la trasparenza della
produzione fosse disturbata da oggetti che funzionano
come simboli? Evocare questa esperienza, che è quella
della separazione del suono dalla sua sorgente (o della
separazione funzionale), permette di mettere in scena
uno dei misteri dell’ascolto. Visioni è un brano sonoro e
visivo, che si basa sulla relazione e il mistero di questa
alchimia. Racconteremo la storia del passaggio da
un’ipotesi di sorgente alla sorgente vera e propria: il
passaggio da un oggetto che suona ipoteticamente a
un suono reale, il passaggio da un’assenza a una
presenza. Gli oggetti, prima inanimati, si animano
attraverso il suono. Il gioco di rappresentazione evoca
per noi la finzione alla base della percezione, la
relazione alla tecnologia e alle macchine. La scena
presenta gli strumenti, pianoforte e percussione in
particolare. In fondo. La scena è molto profonda.
Quattordici metri. Gli oggetti sono in primo piano, i
musicisti, gli strumenti, dietro, nascosti, nel nero.
I musicisti sono forse già in scena, seduti e immobili
come manichini. Venti sorgenti sonore sono in primo
piano. Ciascuna associata a un oggetto o a un
ammasso di oggetti. Gli oggetti, o ammassi di tali
oggetti, nascondono gli altoparlanti dispersi sulla scena.
Il gioco comincia. Le luci sono orientate sugli oggetti e
definiscono una sorgente sonora ipotetica. L’idea
dell’elettronica è quella di macchine immaginarie, di
oggetti metallici e di legno che poco a poco cominciano
a muoversi fino a umanizzarsi. Tra la prima e la
seconda parte i musicisti stessi cominciano a muoversi,
Nicola Sani
Volo su Berlino
Il Festival Ultraschall di Berlino ripropone il 26 gennaio
al Großer Sendesaal dello Haus des Rundfunks Al folle
volo per orchestra. La composizione per orchestra di
Nicola Sani, commissionata dal Land
tedesco della Turingia, viene eseguita per
la prima volta a Berlino dalla prestigiosa
Deutsches Symphonie-Orchester, con la
direzione di Lothar Zagrosek. Nelle parole
dell’Autore «Al folle volo è basato su un
progetto di stratificazioni timbriche e si
sviluppa come in un dialogo serrato fatto di
contrasti tra materiali e agglomerati sonori,
attraverso relazioni di frequenza, timbro e
dinamica. L’ascoltatore è avvolto da una
musica grigia e roca, che lo proietta in una
dimensione lontana e allo stesso tempo
primordiale, al limite tra suono e materia.
Una specifica attenzione, anche in funzione della
drammaturgia della composizione, è rivolta alla
produzione dei suoni, con l’utilizzazione della scordatura
microtonale dei violini e delle multifonie nei fiati. La
disposizione dell’orchestra, con gli archi disposti su un
fronte sonoro lineare, le frequenze gravi al centro e due
trombe disposte dietro agli ascoltatori, genera uno
spazio acustico di inaudite diafonie e geometrie sonore.
emettere suoni dai vari strumenti. Prima percussione,
pianoforte e poi i fiati. La transizione è una sorta di
animazione degli oggetti. Immaginare di frammentare
un suono tra gli oggetti, la luce segue la
frammentazione. La parte strumentale è piena, vortici di
suono e luce, accumulazioni che portano a fondere il
piano sonoro e quello luminoso». Prima esecuzione
assoluta, sempre alla Biennale, l’11 ottobre al Piccolo
Arsenale, per Tre case per clarinetto, trio d’archi e
pianoforte, commissione di Radio France. Il pezzo, che
è stato presentato nel numero scorso di «ESZ News»,
viene eseguito dall’Ensemble L’Instant Donné. Tre case
è già stato trasmesso in produzione radiofonica per la
serie “Alla breve” di Radio France dal 9 al 15
settembre. Una terza novità di Eric Maestri è in
cartellone il 26 ottobre al Konzerthaus di Berlino: Four
Walls per due pianoforti, due percussionisti e
elettronica, interpretato dal committente, l’Ensemble
Berlin PianoPercussion. Spiega l’Autore: «Four Walls
sono note accostate l’una all’altra. I timbri sono cercati
e variati a ogni battuta, come delle caselle accostate.
Accostare oggettivamente una nota all’atra, come si
possono accostare delle superfici lisce, dei muri o dei
pezzi di muro. L’accostamento è ipotetico. Adesso
lavoro per essenze accostate e diverse velocità.
Essenze puramente sonore o emotive, il suono
arricchito. L’essenza del pianoforte, del suono
elettronico, della potenza, l’essenza della dinamica;
l’essenza del forte e del piano. Una tra le cose più
difficili, e pericolose, è lavorare con le essenze delle
emozioni musicali. L’essenza della tristezza,
dell’impatto emotivo, trasformare del materiale inerte in
materiale volatile che vada al di là della percezione
istantanea diventando emozione». È possibile ascoltare
Natura degli affetti per pianoforte il 30 ottobre al Trinity
College di Dublino, affidato a Emanuele Torquati; lo
stesso pezzo, insieme a Ritratto voce per voce
femminile (in prima esecuzione italiana), è in
programma il 17 novembre alle Gallerie d’Italia di
Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, per la rassegna
“Pomeriggio tra le Muse”, nell’interpretazione di solisti
dell’Ensemble Musagète: Patrizia Vaccari, soprano, e
Gabriele Dal Santo, pianoforte.
Il titolo, che esprime l’idea di esplorazione dell’inaudito,
deriva da un passo celeberrimo del Canto XXVI
dell’Inferno di Dante, in cui il poeta incontra l’anima di
Ulisse, avvolta nelle fiamme “...e volta nostra
poppa nel mattino, / de’ remi facemmo ali al
folle volo, / sempre acquistando dal lato
mancino...”». Il 23 ottobre Selene Framarin e
Alfonso Alberti presenteranno a Milano,
nell’Aula magna dell’Università Bocconi, la
prima esecuzione della versione per clarinetto
basso e pianoforte di Come una specie di
infinito, nell’ambito d’un concerto promosso
dall’Università stessa e dall’Associazione
Musica/Realtà. Il 13 settembre Concetto
spaziale, attese per pianoforte amplificato e
nastro magnetico è stato eseguito al Suginami
Public Hall di Tokyo da un solista del Tokyo
Gen’On Project. Il 3 ottobre, sempre in Giappone,
all’Aichi Triennale di Nagoya, Kumi Uchimoto propone
A Lina Bucci Fortuna per pianoforte solo. Verso un altro
occidente per flauto, clarinetto, viola, pianoforte e
percussioni è invece in cartellone, con la Camerata
Alberta diretta da Felix Krieger, il 20 ottobre al SESC
Vila Mariana di San Paulo (Brasile), per l’Associação De
Cultura Educacional Santa Marcelina.
Un progetto ambizioso vede la sua
realizzazione definitiva alla Biennale,
dove è proposta anche un’ulteriore
prima esecuzione
Aldo Clementi
Ideogrammi n. 1 per sedici
strumenti è in programma al
Conservatorio di Musica
“Vincenzo Bellini” di Palermo il
6 ottobre. Duetto per flauto e
clarinetto con due strumenti in
eco è in cartellone per il 9
novembre alle Gallerie d’Italia
di Milano per il 22° Festival di
Milano Musica, interprete l’Mdi
Ensemble. Variazioni per viola
sola sarà eseguito il 12
novembre da Stéphanie Bozzini
per la serie Ny Musik al
Konstmuseum di Borås, in
Svezia.
Approda nella capitale tedesca
l’ambiziosa partitura sinfonica
commissione del Land della
Turingia
La lirica di Mario Luzi
accompagna e ispira la ricerca
Andreacara
Manzoli
di confine
al compositore
Immobile per clarinetto è in
cartellone il 27 ottobre alle
Gallerie d’Italia di Palazzo
Leoni Montanari, a Vicenza, per
la rassegna Pomeriggio tra le
Muse, nell’interpretazione di
Luigi Marasca, solista
dell’Ensemble Musagète.
9
Tre prime dedicate alle
qualità di singoli strumenti
e dei loro interpreti
Luigi Dallapiccola
Il Prigioniero, un prologo e un
atto da La torture par
l’espérance di Villier de L’Isle
Adam e da La légende
d’Ulenspiegel et Lamme
Goedzak di Charles de Coster,
è in cartellone in forma di
concerto alla Philharmonie di
Monaco di Baviera il 3 ottobre,
con replica il 4 ottobre. Ne
saranno interpreti Paoletta
Marrocu, soprano, Gerald
Finley, baritono, il Coro e
l’Orchestra sinfonica della
Radio Bavarese diretti da EsaPekka Salonen. Commiato per
una voce di soprano e quindici
esecutori viene proposto il 3
ottobre all’Auditorio Stelio Molo
della RSI a Lugano
dall’Orchestra della Svizzera
Italiana diretta da Marc
Kissoczy, e il 21 ottobre al
Musikverein di Vienna
dall’Ensemble Kontrapunkte
diretto da Peter Keuschnig.
In quest’ultima occasione il
soprano sarà Alda Caiello.
I Goethe Lieder per voce
femminile e tre clarinetti sono
in programma il 9 ottobre al
Muziekgebouw di Amsterdam,
nel quadro dello AAA Festival
Muziek en Kunst,
nell’interpretazione di Lauren
Armishaw, soprano, e
dell’Asko|Schönberg Ensemble
diretto da Etienne Siebens.
Infine sarà possibile ascoltare
Preghiere per baritono e
orchestra da camera su poesie
di Murilo Mendes il 5 novembre
al Brahms-Saal del Musikverein
di Vienna, nell’ambito della
rassegna Wien Modern, con
Martin Winkler, baritono, e
l’Ensemble Kontrapunkte
diretto da Peter Keuschnig.
10
Giorgio Colombo Taccani
Tre soli
Tre prime esecuzioni di brani solistici per Colombo
Taccani nei prossimi mesi. La prima è prevista il 2
ottobre nell’ambito del Festival delle Nazioni presso il
Teatro di Marcello di Roma, quando Adele D’Aronzo
presenterà In controluce per pianoforte, a lei dedicato.
Dice l’Autore: «Negli ultimi anni ho infierito sui pianisti
che mi avevano chiesto nuovi lavori con brani di
difficoltà spesso elevatissima. Fortuna ha poi sempre
voluto che gli stessi pianisti fossero dotati di talento fuori
dal comune e che quindi ne venissero a capo in maniera
egregia; da tempo tuttavia sentivo il bisogno e la voglia
di misurarmi con un lavoro che si ponesse come limite
una chiara e tranquilla semplicità esecutiva. Pur
conoscendo bene le doti di virtuosismo di Adele
D’Aronzo, a questa sua nuova richiesta ho risposto con
questo breve ciclo di cinque pezzi che, con diverse
sfaccettature e intenzioni, prendono spunto dall’ultimo
accordo della Suite op. 14 di Bartók ricavandone, come
mio solito, ogni elemento costruttivo, dalle proporzioni
generali alla sostanza armonica e così via (fra le pieghe
– aspetto per me insolito – l’elemento bartókiano di
origine determina qua e là anche qualche sottile
allusione stilistica). Resta da aggiungere questo: al
sottotitolo, che originariamente parlava di “cinque pezzi
facili” alla fine del lavoro ho aggiunto un “quasi”…».
Il 1° novembre presso la Sala Convegni del Santuario
di Sant’ Antonio di Polla (Salerno), sarà presentato
R’lyeh, primo lavoro di Colombo Taccani per chitarra
elettrica; ne sarà interprete Sergio Sorrentino per il
quale è stato scritto; l’esecuzione avverrà all’interno del
Festival Internazionale della Chitarra di Lagonegro.
«Nell’immaginario narrativo di H.P. Lovecraft», questa la
presentazione del compositore, «la città di R’lyeh
occupa una posizione centrale: “La città-cadavere, da
incubo, costruita incalcolabili eoni prima della storia
conosciuta, da enormi, ripugnanti forme che
gocciolarono dalle stelle oscure. Ivi si stabilirono il
grande Cthulhu e le sue orde, nascosti in verdi,
limacciosi sotterranei”; mostra “ampi angoli e superfici di
pietra, troppo grandi per appartenere a qualcosa proprio
di questo pianeta, ed empie quanto orrende immagini e
disturbanti geroglifici”; la geometria di R’lyeh è
“anormale, non euclidea e repulsiva, sa di sfere e
dimensioni diverse dalle nostre”. In questa città “il morto
Cthulhu attende sognando” di ritornare padrone della
terra. Questa l’ambientazione espressiva ed evocativa
(certo non rilassante…) del mio primo lavoro per chitarra
elettrica, dovuto a una richiesta dell’ottimo Sergio
Sorrentino, e tutto ciò mi pare ben più utile per l’ascolto
– almeno in questo caso – rispetto ad asettiche
informazioni strutturali e compositive (si potrebbe dire
molto anche su questo fronte, ma confido nella fiducia di
chi legge). Un solo aspetto va comunque ricordato, per
inquadrare al meglio la sezione conclusiva del pezzo,
sprofondata in zone gravissime: nel 1997, non lontano
dalla zona in cui Lovecraft ipotizza l’esistenza di R’lyeh
venne rilevato dalle apparecchiature un suono
sottomarino di frequenza ultrabassa; simile al profilo
audio di un animale, sarebbe dovuto appartenere, se
vero, a una creatura infinitamente più grande rispetto
alla balenottera azzurra…». Sarà invece Carlo
Boccadoro, nella stagione del Teatro Spazio89 di
Milano, a presentare in prima assoluta il 10 novembre
Di mare per pianoforte, scritto dietro suo invito. Dice
Colombo Taccani: «Nell’esperienza musicale di ognuno
di noi compaiono, a certe svolte dell’età, brani che, pur
provenendo da ambiti diversissimi fra loro, segnano in
maniera definitiva il nostro percorso. Irrilevante è spesso
la qualità o il valore assoluto di questi brani, quanto
invece risulta fondamentale il fatto di averci incontrati e
di essersi messi in fase con tutte le nostre tensioni del
momento e di averle incanalate verso una dimensione
superiore. Di mare, breve pagina per pianoforte scritta
con entusiasmo e riconoscenza per Carlo Boccadoro, si
lega appunto a uno di questi brani-snodo, sul quale in
passato già ho realizzato Il mare immobile per tre flauti
dolci bassi; poco importa qui dichiarare di cosa si tratti,
perché chi legge queste righe ne rimarrebbe
sicuramente deluso o quanto meno perplesso rispetto ai
gusti del sottoscritto (anche se, occorre segnalarlo,
l’incontro avvenne in età preadolescenziale…). La
sovrapposizione di due accordi del brano ispiratore (e il
primo dei due, che apre anche il mio lavoro, mantiene
per me a distanza di decenni una forza evocativa
grandissima) dettano le regole strutturali della pagina,
determinandone sia la successione delle sezioni sia la
configurazione di ogni minimo dettaglio; su tutta la
durata del pezzo, dilatata e assimilata di volta in volta
alle caratteristiche delle sezioni attraversate, si stende,
non riconoscibile se non a tratti, l’intera linea melodica
del brano originario». Sono inoltre previste numerose
riprese di altri lavori: Ier…, riverberazione selettiva del
“Poveretto” di G. Verdi, sarà rieseguita da Renata
Campanella e dall’Ensemble Nuove Musiche diretto da
Guido Maria Guida l’8 ottobre presso l’Auditorium di
Milano; seguirà un ciclo di esecuzioni negli Stati Uniti
che toccherà Philadelphia il 12 ottobre (Caplan Centre
for the Performing Arts), Washington il 15 ottobre
(Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura presso
l’Ambasciata d’Italia), Chicago il 16 ottobre (Logan
Centre for the Arts, University of Chicago e Boston il 18
ottobre (Sanders Theatre, Harvard University); in
queste date statunitensi la cantante sarà Jaime Korkos;
seguirà quindi, il 27 gennaio, un’ulteriore esecuzione
del brano al Teatro Vittoria di Torino con la parte vocale
affidata nuovamente a Renata Campanella, nell’ambito
della stagione dell’Accademia Stefano Tempia. In
ottobre a Pasian di Prato (Udine) Sergio Bernetti e
Adele D’Aronzo ripresenteranno Obake per trombone e
pianoforte. Il 16 novembre, presso la Sala Grande
dell’Istituto Reale Superiore di Musica di Stoccolma
(KMH), Elena Imparato e Francesco Moretti
presenteranno Diario di viaggio per violino e
fisarmonica. Watcher per sei strumenti, già rieseguito il
6 agosto scorso all’Aquila nell’ambito del Festival
“I Cantieri dell’Immaginario”, verrà ripresentato in
dicembre a Firenze all’interno della stagione G.A.M.O.;
esecutori ne saranno sempre i componenti
dell’Ensemble Sentieri Selvaggi sotto la direzione di
Carlo Boccadoro. Il 26 gennaio il duo formato da
Michele Ambrosi e Andrea Monarda ripresenterà A
Perfect Beat Of per due chitarre al Salone degli Affreschi
dell’Umanitaria di Milano. Ricordiamo infine che
Spectrum, in una versione leggermente modificata per
corno inglese e saxofono baritono, è stato eseguito l’8
giugno scorso alla Musik Akademie Basel all’interno
della rassegna “Happy New Ears II”; ne sono stati
esecutori Raphael Ilg e Romain Chaumont.
È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2013 delle Edizioni Suvini Zerboni.
Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.
Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo
e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.
Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,
notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.
Giorgio Gaslini
Maestro d’astrazione
L a produzione pianistica di Giorgio Gaslini propone in
questi mesi tre momenti di spicco. Innanzitutto l’uscita
del Cd Stradivarius Giorgio Gaslini - Piano Works,
interpretato da Alfonso Alberti. Il Cd include una serie di
brani per pianoforte solo, composti tutti nel 2012, con la
sola eccezione di Piano Felix, del 2009: Sonata per
pianoforte, Seven Epiphanies for Piano, Piano Felix,
Fiori musicali e Nella foresta degli alberi sonanti. Scrive
lo stesso interprete nelle note di accompagnamento del
Cd, intitolate La musica per pianoforte di Giorgio
Gaslini, ossia l’arte del graffito: «Nell’ora di musica
compresa nel presente Cd, Giorgio Gaslini svela se
stesso come maestro dell’astrazione. Spesso,
astrazione lirica. Cioè, questo indirizzo si applica anche
a quell’ambito delicatissimo che è la cantabilità;
muovendosi, lì, sul crinale esile che definisce un lirismo
intenso eppure enigmaticamente controllato. Qual è il
senso di questo sottrarre, di questo asciugare all’osso e
stilizzare? Un primo senso riguarda l’ascolto musicale:
Giorgio Gaslini chiede a chi sta “dall’altra parte” un
approccio attivo e complice. Quell’immagine completa
che il compositore è così restio a fornire, da qualche
parte deve pur venir fuori: è proprio la mente
dell’ascoltatore a doverla creare, come in quei diffusi
giochi di enigmistica dove il solutore prende una matita
e riunisce fra loro una miriade di puntini fino a comporre
un’immagine riconoscibile. Un secondo senso riguarda
invece il problema del significato musicale. La musica è
già di per sé la più astratta delle arti, nella quale non
viene garantita alcuna associazione automatica fra un
significante (come nel linguaggio verbale è per esempio
la parola “matita”) e un significato (l’immagine mentale
di quell’oggetto di legno e grafite con la punta, che
viene usato per scrivere). Se poi il compositore decide
di sottrarre dei dettagli, l’ambiguità aumenta ancora.
[…] Un ultimo senso della stilizzazione di questa
musica, strettamente legato ai due precedenti, riguarda
l’idea che il compositore ha della propria attività
creativa. Chi ha vergato quei segni scarni non
Ivan Vandor
assomiglia certo al pittore d’accademia dalla pazienza
certosina. Quelle non sono pennellate; piuttosto, forse,
dei graffi. Il compositore chiede all’ascoltatore di
scuotersi (laddove tanta altra parte di mondo
preferirebbe lasciarlo nel suo torpore), prendendo
coscienza della molteplicità dei significati possibili
(laddove per taluni è molto più utile indirizzare l’uomo
lungo binari prestabiliti, proponendogli solo le
interpretazioni della realtà che sono consentite –
perché inoffensive – e non altre): i graffiti di Giorgio
Gaslini non sono fatti per cadere nell’indifferenza, anzi
sono fatti proprio per scardinarla. È, quella di Gaslini,
una musica che nella scelta delle sue tecniche e delle
sue forme svela un originario intento civile».
Quest’autunno avranno luogo le prime esecuzioni
assolute di due dei brani inclusi nel Cd, sempre affidate
ad Alfonso Alberti, che il 19 ottobre presenta
all’Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di
Milano, per la rassegna dell’Associazione Secondo
Maggio, le Seven Epiphanies for Piano, e il 19
novembre eseguirà al Center for New Music di San
Francisco la Sonata per pianoforte. Il primo lavoro si
rifà alle Epiphanies di James Joyce (1900-04),
paginette che Virginia Woolf ha definito “momenti
dell’essere”. Seven Epiphanies for Piano è infatti la
trasposizione in musica di altrettante rivelazioni di
fulminee immagini della memoria, momenti dell’essere
del tutto personali. Nelle sette pagine l’Autore ha
adottato la scrittura su tre doppi pentagrammi, in
corrispondenza con le tre gamme timbriche del
pianoforte, basso/medio/alto, sulle quali, in modo
alterno, si distende il tessuto compositivo. Sette visioni
sonore di ritrovate epifanie. La Sonata per pianoforte si
basa invece sull’insolita forma “alphabetical”, ovvero è
composta di 21 sequenze pianistiche quante sono
appunto le 21 lettere dell’alfabeto della lingua italiana:
sequenze di carattere diverso che vanno eseguite di
seguito, in funzione dell’unità inscindibile della
composizione.
Libero contrappunto
Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice
ospitano il 4 dicembre, nel quadro della
rassegna “Ex Novo Musica”, la prima
esecuzione assoluta di Invenzioni a sei voci
per flauto, clarinetto, pianoforte, percussioni,
viola e violoncello, nell’interpretazione
dell’Ex Novo Ensemble diretto da Alberto
Caprioli. Così l’Autore presenta il nuovo
lavoro: «Invenzioni a sei voci è stato scritto
per l’Ex Novo Ensemble e terminato nella
Luca Mosca
primavera di quest’anno. Il titolo allude sia alla
presenza di sei esecutori, sia all’aspetto
contrappuntistico (retrogradazioni, rovesciamenti
ecc.) delle singole “voci” come dell’insieme, sia
infine a una certa libertà formale. Il pezzo infatti
consta di varie sezioni (“invenzioni”) che si
succedono senza soluzione di continuità e che
sono inoltre spesso basate su elementi tematici
della parte iniziale del flauto e del clarinetto».
All’ascoltatore ideale
Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice
ospitano il 4 dicembre, nel quadro della
rassegna “Ex Novo Musica”, la prima
esecuzione assoluta di Per Ernesto, nove
frammenti per flauto, clarinetto, violino,
violoncello e pianoforte, nell’interpretazione
dell’Ex Novo Ensemble. Così Luca Mosca:
«Per Ernesto è una composizione scritta
per l’Ex Novo Ensemble e dedicata al mio
carissimo amico recentemente scomparso
Ernesto Rubin de Cervin, uomo di eccezionale
sensibilità, creatività e intelligenza. Con lui c’era
un’intesa, specie musicale, davvero rara,
magnifica, per fonte inesauribile di stimoli e
sollecitazioni; quando scrivevo, avevo in lui
l’ascoltatore ideale, e quando gli facevo sentire un
mio pezzo, il suo giudizio era sempre
chiarificatore. Con questa composizione, suddivisa
in nove brevi frammenti, ho voluto rendergli
omaggio per tutto il bene da lui ricevuto».
Esce un Cd monografico
dedicato all’opera pianistica
recentissima
Henri Pousseur
Mnemosyne I, monodia per una
voce sola è in programma l’11
ottobre alla Casa della Musica
di Parma per il festival
Traiettorie, nell’interpretazione
di Truike van der Poel,
mezzosoprano dei Neue
Vocalsolisten. Fantaisie et
fugue - Dicté par... n. 1b
(Arnold Schönberg 1930) per
violoncello e pianoforte è in
cartellone il 19 ottobre per i
Weingartner Musiktage junger
Künstler a Weingarten (Baden),
affidato a solisti del Texture
Ensemble.
Prima cameristica per
l’Ex Novo Ensemble
Paolo Castaldi
Left per pianoforte sarà
eseguito da Alfonso Alberti il 19
novembre eseguirà al Center
for New Music di San
Francisco.
Novità cameristica
in memoriam
11
Riproposta per la prima volta la fiaba
radiofonica su testo di Gozzi, mentre
esce un prezioso Cd dedicato alla
produzione per flauto
Luciano Berio
Thema (Omaggio a Joyce) per
nastro magnetico sarà proposto
da Francesco Giomi alla regia
del suono il 12 ottobre nella
Limonaia di Villa Strozzi, a
Firenze, per il Tempo Reale
Festival, il 19 ottobre alla Cité
de la Musique di Parigi, e il 7 e
8 novembre, in questo caso
abbinato a Perspectives per
nastro magnetico, al Festival
RomaEuropa. Il Quartetto per
archi è in cartellone, sempre
con l’interpretazione dello
Stadler Quartett, il 9 novembre
allo Small Hall of the Redutam
di Bratislava, per il Festival
Melos Ethos, e l’11 novembre,
nell’ambito del 22° Festival di
Milano Musica. La Sequenza I
per flauto è in programma il 10
novembre alle Sale Apollinee
del Teatro La Fenice, per la
rassegna Ex Novo Musica,
interprete Daniele Ruggieri.
Esce un Cd dedicato a un ciclo
realizzato ad apertura di millennio
Bruno Maderna
Fiaba filosofica
Ha avuto luogo il 30 settembre al Cortile Federico II di
Cremona la prima esecuzione in forma di concerto del
radiodramma L’augellino belverde su testo di Carlo
Gozzi adattato per la radio da Vittorio Sermonti,
realizzata dall’Associazione Studenti di Musicologia e
Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia (Sede
di Cremona) e dagli strumentisti del Conservatorio
“Luca Marenzio” di Brescia, sulla base dell’edizione –
attualmente in preparazione per le ESZ – a cura di
Angela Ida De Benedictis. Mentre la fortuna
dell’Augellino Belverde, “fiaba filosofica del Signor
Carlo Gozzi, nobile veneto” (1765) dura ancora oggi
grazie all’opera di compagnie teatrali, nella critica
letteraria e in altre forme artistiche (come il
cortometraggio d’animazione di Emanuele Luttazzi),
pressoché sconosciuta è invece la versione radiofonica
che, a partire dal medesimo testo, fu realizzata da
Bruno Maderna e Vittorio Sermonti e messa in onda
dalla Rai di Milano nel 1958. Centro artistico e culturale
d’eccellenza, la sede Rai milanese ospitava allora uno
tra i più avanzati centri di musica elettronica del mondo,
lo Studio di Fonologia Musicale, laboratorio per la
produzione di musica elettroacustica d’arte e d’uso
fondato da Luciano Berio e Bruno Maderna. Proprio
quest’ultimo fu autore delle musiche per questa fiaba
radiofonica, scritte per un ensemble di dieci strumenti,
con Mozart e il suo teatro come referente ideale. Il testo
fu adattato alle esigenze del nuovo mezzo da Vittorio
Sermonti, che ne curò inoltre la regia radiofonica.
Com’è costume per le produzioni radiofoniche, musiche
e testo de L’Augellino Belverde non furono licenziati a
stampa, sebbene Maderna avesse depositato le
musiche della commedia musicale presso il proprio
editore. Queste fonti manoscritte, insieme alla
registrazione della radiocommedia depositata negli
archivi della Rai, sono state studiate dalla musicologa
Angela Ida De Benedictis in un volume della sua tesi di
dottorato, dedicata alla storia della musica per radio in
Italia, divenuto in seguito la base per l’edizione a
stampa in preparazione dell’Augellino Belverde.
Serenata n. 2 per undici strumenti e Musica su due
Roberto Fabbriciani
Tre flauti per quattro elementi
È uscito di recente il Cd monografico
Brilliant Classics Alchemies (9446),
dedicato a Roberto Fabbriciani nella
duplice veste di compositore e di
interprete. L’album presenta un ciclo di
quattro brani dedicati all’illustre
simbologia dei quattro elementi, dal titolo
appunto di Alchemies, e composto tra il
2000 e il 2004. I quattro pezzi, intitolati
rispettivamente Mercury (Water), Salt
(Earth), Sulphur (Air) e The Imponderable (Fire), pur
Valerio Sannicandro
Novità per ensemble ispirata
agli antichi miti metamorfici
12
dimensioni per flauto e nastro magnetico saranno
proposte dall’Asko|Schönberg Ensemble diretto da
Etienne Siebens il 9 ottobre al Muziekgebouw di
Amsterdam, nel quadro dell’AAA Festival Muziek en
Kunst, e il 18 ottobre al Vredenburg Leeuwenbergh di
Utrecht. Musica su due dimensioni verrà ripreso,
sempre al Muziekgebouw, il 12 ottobre da Jeannette
Landré, solista dell’Asko|Schönberg Ensemble. La
Casa del Suono di Parma ospiterà invece il 16
novembre, nell’ambito del Festival Traiettorie, tre
composizioni per nastro magnetico: Continuo, Le rire e
Notturno. È uscito recentemente il Cd monografico
Bruno Maderna. Music in Two Dimensions: Works for
Flute (Mode 260), pubblicato a New York e prodotto e
interpretato da Roberto Fabbriciani. L’album indaga la
presenza del flauto nel mondo creativo di Maderna,
proponendo una nutrita serie di composizioni: Musica
su due dimensioni per flauto e nastro magnetico (nelle
due versioni del 1952 e del 1957), Divertimento in due
tempi per flauto e pianoforte (1953), il Concerto per
flauto e orchestra (1954), commissionato da Wolfgang
Steinecke e ripreso per la prima volta – dopo la prima di
Severino Gazzelloni a Darmstadt nell’anno della
composizione – nel 1981 da Roberto Fabbriciani a cui
l’aveva affidato lo stesso Maderna, Honeyrêves per
flauto e pianoforte (1961), la Cadenza per flauto da
Dimensioni III (1963), Serenata per un satellite per
ensemble, realizzata nella presente registrazione con
l’impiego di cinque flauti diversi, sovrapposti tramite la
tecnica della sovraincisione, e infine il dittico di
miniature composto da Maderna per le figlie: Per
Caterina per violino e pianoforte (1963), e Serenata für
Claudia per violino e clavicembalo (1968), trascritte da
Fabbriciani per flauto e pianoforte. Coadiuvano
Fabbriciani Massimiliano Damerini in tutte le
composizioni che contemplano il pianoforte, Alvise
Vidolin alla direzione sonora nelle due versioni di
Musica su due dimensioni, l’Orchestra Filarmonica
“G. Monaco” diretta da Marcello Panni nel Concerto
per flauto e orchestra, e la flautista Luisella Botteon in
Serenata per un satellite.
Rinascita silvestre
Il 27 settembre Valerio Sannicandro ha
diretto a Detmold l’Ensemble Horizonte,
dedicatario del nuovo pezzo, nella prima
esecuzione assoluta di Silvae per flauto,
clarinetto, corno inglese, trio d’archi e
arpa. In questi termini l’Autore descrive
questa novità: «È interessante scoprire
come nel mito antico i boschi fossero
sempre il luogo in cui avvenivano le
trasformazioni da essere umano ad albero
avvalendosi tutti del contributo di una parte
elettronica, sono destinati a flauti diversi:
Mercury è concepito per flauto iperbasso, i
centrali Salt e Sulphur per flauto tradizionale,
mentre il conclusivo The Imponderable richiede
sia il flauto di coloratura, sia il flauto iperbasso.
La ricerca timbrica si colloca così al centro
dell’ispirazione di questo ciclo unitario, ma al
contempo profondamente differenziato al
proprio interno.
o pianta, immerse in un ambiente magico e
misterioso. Nelle Metamorfosi di Ovidio tali
trasformazioni sono a un tempo crudeli e piene di
grazia, legate alla morte e al tempo stesso alla
compassione degli dèi, che offre, in luogo della fine
della vita, una nuova rinascita». … All Shadows of
Red and Yellow per flauto in sol, viola e arpa è in
cartellone il 7 ottobre allo Helsinki Music Centre,
per la rassegna Tapiola Sinfonietta Goes Klang,
nell’esecuzione della Tapiola Sinfonietta.
Andrea Mannucci
Diffrazioni letterarie
Tre prime esecuzioni assolute nell’autunno di Andrea
Mannucci. Il 27 settembre Sara Minelli e Marco Vincenzi
hanno presentato nella Chiesa di San Rocco di Piove di
Sacco (Padova) 4 Aforismi per flauto e organo, brano a
loro dedicato, che l’Autore così introduce: «Nella
successione flauto e organo, flauto solo, organo solo e
l’ultimo ancora per flauto e organo, i quattro aforismi si
basano su altrettanti diversi componimenti poetici
brevissimi, appunto aforismi letterari di varia natura, tratti
da autori come A. Ginsberg, E. Estin, G. Ungaretti e W.
Burroughs. Attraverso una tecnica compositiva, in cui
ogni singola sillaba genera una nota, si ottiene una
selezione di scale elaborate secondo criteri di circolarità
e simultaneità. Su questo materiale si lascia che la
suggestione letteraria eserciti la sua influenza sulla
musica». Seconda novità dell’autunno è Homunculus,
melologo per voce recitante e quintetto di fiati su testo di
Marco Ongaro, in programma il 26 ottobre per la XVI
Edizione della rassegna “Microludi” a Cislago (Varese),
il successivo 27 ottobre alla Galleria d’Arte
Contemporanea di Torino per la XXVIII stagione di
“Musica in mostra”, e infine il 24 novembre all’Auditorium
Celesti di Desenzano del Garda (Brescia), per la
Stagione Concertistica “Città di Desenzano”, VI Festival
del Ned Ensemble. Ne saranno interpreti Marco Ongaro,
voce recitante, e il Quintetto di fiati del Ned Ensemble.
Non a caso il protagonista del melologo, un incrocio tra
l’Homunculus alchemico e il Golem rabbinico, si chiama
Ogololem. Leggendo il suo nome al contrario si può
riconoscere il melologo invertito, scoprendo così che la
prima creatura cui gli autori cercano di dare un’anima è la
loro opera. Partendo dal mistero di un nome e dalla
“materia sciocca” venuta al mondo all’ombra di un muro
che evoca quello del Pianto, quello di Berlino, la Muraglia
cinese come pure Wall Street, Mannucci e Ongaro
Daniela Terranova
Amore e morte
La Chiesa di Santa Cristina di Bologna ospita il 30
ottobre la prima esecuzione assoluta di Asfodeli.
Immagini dell’amore e della morte per soprano, flauto,
clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, affidato al
soprano Valentina Coladonato e al FontanaMix Ensemble
diretto da Francesco La Licata. L’esecuzione s’inquadra
nel Progetto d’Annunzio promosso dall’Accademia
Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del
poeta, col coinvolgimento di sei compositori
contemporanei. In questi termini la compositrice descrive
il nuovo lavoro: «Asfodeli. Immagini dell’Amore e della
Morte trae ispirazione da alcuni versi del sonetto La
Visitazione di Gabriele d’Annunzio (pubblicato per la
prima volta in «Lettere ed Arti» nel 1889). Il testo era
stato incluso, subito dopo un Prologo, all’interno d’un
canzoniere d’amore, ma restava volutamente isolato,
quasi come “ammonimento funebre su la porta d’un luogo
dilettoso”. Il Vate vi immagina l’incontro di Amore e Morte:
Riccardo Panfili
portano letteralmente alla luce il miracolo della realtà
alimentata dal sogno, della paura riscattata dal desiderio,
della schiavitù liberata dall’intelligenza. Con l’andatura di
una fiaba, la storia accumula l’uno sull’altro leitmotiv che
si nutrono di sé e ingigantiscono come la creatura
sapienziale prodotta dalla superbia umana di cui si narra.
La musica dei fiati sottolinea, accende, meraviglia e
sostiene come l’alito stesso della vita una struttura
altrimenti magmatica e insensata. La Musica è l’anima
delle parole, la parola rivela il prodigio musicale. Il Verbo
soffia negli strumenti e gli strumenti, dopo esserne stati il
mezzo, ne diventano il fine. È affidata inoltre a Claudio
Scimone e ai Solisti Veneti, committenti del nuovo lavoro,
la prima esecuzione assoluta di Preghiera per orchestra
da camera, in programma in dicembre. Spiega l’Autore:
«La composizione Preghiera, per flauto, oboe, clarinetto
e orchestra d’archi, scritta su commissione dei Solisti
Veneti e dedicata al M° Claudio Scimone, si lega e
s’ispira a tre salmi tratti dalla Bibbia cristiana, ognuno dei
quali rappresenta un inno di vario genere: lode, supplica
e meditazione. I testi dei tre salmi, celati e nascosti,
vengono utilizzati per rappresentare una doppia
drammaturgia, musicale e scenica, attraverso
l’architettura della parola che genera suoni, campi
armonici, agglomerati ritmici e timbrici. Dal testo germina
anche una sorta di forma divisa in tre tempi, senza
soluzione di continuità, una prima parte elaborata su
successioni ritmiche e dinamiche contrastanti a cui segue
un movimento lento e meditativo. La terza parte si staglia
su una sorta di danza con trio e ripresa. La composizione
si chiude con un momento salmodico in cui gli strumenti
a fiato riecheggiano antiche melodie ebraiche, mentre il
finale, breve e dirompente, trova la sua soluzione
letteraria e musicale utilizzando alcuni versi tratti dalla
Pietà di G. Ungaretti».
un voluttuoso abbandono che si scolora nel bianco
pallore dell’asfodelo, fiore sacro a Proserpina e simbolo
degli Inferi. La voce del soprano incarna l’ambiguità del
doppio, alternando la dolcezza e la forza del canto al
sussurro, sempre più fragile e scuro, avvolto dal respiro
dell’intero ensemble». È uscita intanto la registrazione in
Dvd dell’opera L’Orfeo. Immagini di una lontananza,
riscrittura di Daniela Terranova dell’Orfeo secentesco di
Luigi Rossi. Lo spettacolo era andato in scena a Martina
Franca nel contesto del XXXVIII Festival della Valle
d’Itria, come progetto della Fondazione Paolo Grassi e
col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Puglia. Per l’occasione Carlo Goldstein aveva diretto
l’Ensemble dell’Orchestra Internazionale d’Italia e un cast
guidato da Ilham Nazarov, Kristel Pärtna, Candida Guida
e Giampiero Cicino. La regia era affidata a Fabio Ceresa,
le scene a Benito Leonori e i costumi a Massimo Carlotto.
Riascoltare d’Annunzio
L a Chiesa di Santa Cristina di Bologna ospita il 30
ottobre Vaterland, per clarinetto, violino e pianoforte,
affidato al FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La
Licata. L’esecuzione s’inquadra nel Progetto d’Annunzio
ideato da Claudio Longhi e promosso dall’Accademia
Filarmonica di Bologna nei 150 anni dalla nascita del
poeta, con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di
compositori contemporanei. Il progetto realizza un viaggio
attraverso la parola del poeta decadente con un percorso
articolato in un Incipit e in sei Sequenze, espressione di
momenti centrali nell’esperienza del Vate: Poesia/Fama,
Guerra, Musica, Donne, (Eleonora) Duse, Poesia/Morte,
ciascuna delle quali organizzata tramite una serie di testi
dannunziani e uno o più interventi musicali di altrettanti
compositori. Il contributo di Riccardo Panfili, cui spetta la
seconda sezione, dedicata alla guerra, proporrà due
interventi distinti ad accompagnare testi (di Filippo
Tommaso Marinetti, oltre che dannunziani) legati
all’impresa di Fiume, luogo chiave della biografia del
poeta.
Aforismi, salmi e un melologo
ispirano la scrittura strumentale
di tre “prime”
Sándor Veress
Le Quattro danze transilvane
per orchestra d’archi sono in
cartellone il 17 ottobre a
Budapest nell’interpretazione
dell’Óbuda Danubia Symphonic
Orchestra. Threnos (In
memoriam Béla Bartók) per
orchestra sarà eseguito dalla
Budapest Festival Orchestra
diretta da Iván Fischer il 18,
19 e 20 ottobre, sempre a
Budapest, al Béla Bartók
National Concert Hall, il 29
ottobre a Parigi e il 31 ottobre
ad Atene.
Sonorità ambigue ispirate
a un sonetto dannunziano
Novità cameristica in occasione
dell’anniversario dannunziano
13
Novità orchestrale ispirata alle
modalità peculiari dell’ascolto
radiofonico e Cd monografico
cameristico
Maurilio Cacciatore
Da una porta socchiusa
Il 18 novembre l’Orchestre National d’Île de France
diretto da Pierre-André Valade registrerà in studio a
Alfortville, per il progetto “Alla breve” di Radio France,
committente del lavoro, Radio racconti appena accennati
per orchestra, in prima esecuzione assoluta. Spiega
l’Autore: «Radio racconti appena accennati sono cinque
estratti di pezzi. I primi due e l’ultimo sono degli inizi, il
terzo è un finale, il quarto una parte di mezzo. L’inizio e
la fine sono convenzioni che ci siamo dati per raccontare
le cose del mondo in maniera più semplice. Questi brani
ricalcano quello che succede nei sogni: essi non
cominciano “dall’inizio”, semplicemente noi ci ritroviamo
dentro; non terminano con la “fine”: il risveglio ci strappa
all’immaterico mondo parallelo, spezzando un incanto o
salvandoci dall’agonia d’un incubo. Il passaggio non è
dolce e non aspetta la fine della storia: la narrazione nei
sogni non si mette d’accordo con la sveglia. Una musica
accennata è ciò che possiamo ascoltare con lo spirito di
chi si accosta alla radio accesa su una stazione e poi
perde il segnale; la sua esistenza è rivelata ma non è
completa, come se sbirciassimo dallo spazio stretto di
una porta socchiusa. L’idea e la forma di questi pezzi
sono intimamente correlati con il formato radiofonico a
Esce un Cd monografico
dedicato al ricco panorama
della produzione cameristica
Marco Momi
Spazio transizionale
È uscito di recente il Cd monografico Stradivarius
Almost Pure (STR 33950), dedicato a composizioni di
vario formato, ma latamente cameristiche, che coprono in
modo omogeneo il periodo 2005-2012 della produzione
di Marco Momi. Ne sono interpreti David Brutti, saxofono,
Matteo Cesari, flauto, Valentina Valente, soprano, e l’Mdi
Ensemble diretto da Marino Formenti. Il campionario
d’una stagione relativamente ampia della produzione
recente e recentissima del compositore propone sei pezzi
di consistenza simile, ma dall’organico diversificato.
Si spazia dall’ensemble corposo di Le mots (2005) per
soprano, flauto, clarinetto, tromba, percussione,
pianoforte e trio d’archi, a formazioni più contenute, come
quelle impiegate in Iconica (2007) per flauto, clarinetto,
pianoforte e trio d’archi, in Almost Pure for E.P. (2011) per
quartetto d’archi, e in Cinque Nudi (2012) per saxofono
tenore e stomp boxes. Un unico strumento solista
prevede Almost Vanishing for E.P. (2011) per flauto solo,
mentre la voce umana è contemplata soltanto in Iconica
III (2009) per sei voci, unico pezzo registrato live. Nelle
Novità per violino e pianoforte
al Teatro La Fenice
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cui per ora sono destinati: ogni brano è diffuso prima
singolarmente, poi i cinque sono ridiffusi in ordine tutti
insieme. La doppia articolazione microforma/macroforma
è uno degli assi portanti del lavoro: se da un lato alcuni
materiali sono riproposti in contesti differenti, agendo
nella musica differentemente, dall’altro svolgono
un’azione collante per dare coesione al lavoro nella sua
integrità». Concertino per clarinetto e live electronics in
otto micromovimenti è in cartellone il 16 novembre al
Festival Novelum di Toulouse, affidato al clarinettista
Jean-Jaques Godron e allo Studio éOle. Il 15 settembre
è stato pubblicato il Cd monografico Lo spazio
apparente. (In)strumental E-Music, prodotto dalla M.A.P.
di Milano. L’album, che dà conto del percorso recente di
Maurilio Cacciatore in ambito cameristico, con o senza
elettronica, tra il 2007 e quest’anno, contiene IV Anfibio
per flauto amplificato, Tre lacrime per saxofono soprano
amplificato, Concertino per clarinetto e live electronics in
otto micromovimenti e il recentissimo Corpo d’aria per
flauto basso e live electronics. Ne sono interpreti Matteo
Cesari, flauto, Philippe Kœrper, saxofono, Alice Caubit,
clarinetto, Maruta Starovaitova, flauto basso, e l’Autore al
live electronics.
Martino Traversa
note d’accompagnamento al Cd, così Pierluigi Basso
Fossali presenta questa produzione del compositore:
«La musica di Momi si situa in uno spazio che potremmo
dire transizionale, ossia uno spazio che resta modulato
attorno al corpo che lo sperimenta (produttivamente o
ricettivamente). Testare il suono è anche un po’ tastarlo,
familiarizzarlo pur nella sua selvaggia provenienza o
nella sua induzione eterodossa (rispetto ai canoni
strumentali). […] Con un ossimoro, potremmo dire che
la musica di Momi è di un nitore lattiginoso: ogni
affermazione sonora si sgrana, si estende, esibendo una
testura. Non solo i suoni vengono ricondotti a
configurazioni in miniatura, ma di ciascuno si persegue
l’esplorazione micro-composizionale della sua
consistenza frastagliata. La forma compiuta è colta solo
di passaggio, nel trasferimento continuo tra focalizzazioni
che l’indefiniscono; in tal senso, anche la stabilità iconica,
il pattern pur sempre presente, è evanescente o
comunque multistabile (per ogni figura tante costellazioni
di appartenenza)».
Evocatore d’immagini
Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice ospitano il 15
dicembre, nel quadro della rassegna “Ex Novo Musica”,
la prima esecuzione assoluta d’una novità per violino e
pianoforte, nell’interpretazione di Marco Rogliano e Aldo
Orvieto. Quest’ultimo così presenta l’attuale ispirazione di
Martino Traversa: «Come afferma Yves Bonnefoy le
forme “sbarrano più di quanto non aprano la strada
all’intuizione poetica: sostituendo un’attività del
linguaggio rinchiusa per sempre su se stessa al pieno
incontro con ciò che è”. Ma, al tempo stesso, “se la forma
è in tal modo una barriera, il muro dietro cui si può
soltanto presentire che ci siano degli alberi, essa è anche
il fato che l’essere parlante, se non rifiuta di sapere che
parlare lo rende solidale con esistenze diverse dalla sua,
non può che subire”. Ho citato queste meravigliose
parole di uno dei massimi poeti contemporanei perché
sintetizzano alcuni tratti fondanti della musica di Martino
Traversa: rendersi “solidale” con esistenze diverse dalla
sua, cioè superare quella indifferenza verso l’arte che “è
un segno tangibile dello smarrimento dell’uomo non più
in grado di essere-nel-mondo”; al tempo stesso non
lasciarsi invischiare nell’attività del linguaggio “rinchiusa
per sempre su se stessa”, cioè allontanarsi dalla trappola
di costruirsi un linguaggio la cui messa a punto anteceda
il momento creativo. Ciò “significa l’abbandono totale del
logocentro, la perdita di quel principio per cui sempre
un’idea dovrebbe essere l’antecedente della musica”
(Luigi Nono, 1985) che per Traversa vuol dire operare in
modo “simile alle api che pur saccheggiando fiori qua e
là, danno poi un miele che appartiene soltanto a loro”
(Montaigne). Confrontarsi a viso aperto con le musiche
del passato per dischiuderne il mondo, svelarne i misteri,
riportare alla luce qualcosa che ha già fatto parte della
nostra esperienza, ed è quindi in grado di trasmetterci
quel processo di mutazione dinamica del linguaggio,
senza il quale l’ascolto assume forme di labirintica
perdita di coscienza critica. In sostanza evocare (forse
anche provocare) nell’ascoltatore alcune immagini
sonore, alcuni “reperti” legati alla memoria».
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
OTTOBRE
Giorgio Colombo Taccani
IN CONTROLUCE
per pianoforte
Roma, Festival delle Nazioni, Teatro di
Marcello, 2 ottobre
Adele D’Aronzo, pianoforte
Eric Maestri
VISIONI
per ensemble e dispositivo elettroacustico
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Teatro Piccolo Arsenale, 5 ottobre
Ensemble L’Imaginaire
Vittorio Montalti
L’ARTE E LA MANIERA DI AFFRONTARE
IL PROPRIO CAPO PER CHIEDERGLI UN
AUMENTO
Opera da camera per tre voci, ensemble e
elettronica da un testo di Georges Perec
Libretto di Giuliano Compagno
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Teatro Piccolo Arsenale, 9 ottobre
Ljuba Bergamelli, soprano
Salvatore Grigoli, baritono
Jo Bulitt, performer
Ensemble Nuovo Contrappunto
dir.: Mario Ancillotti
Giancarlo Cauteruccio, regia e scenografia
Raffaele Grimaldi
LA MACCHINA
Opera da camera per tre cantanti,
attore/performer, ensemble e elettronica
su soggetto e libretto di Diego Giordano
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Teatro Piccolo Arsenale, 9 ottobre
Mirella De Vita, soprano
Stephanie Lewis, mezzosoprano
Edoardo Hurtado, tenore
Jo Bulitt, performer
Ensemble Nuovo Contrappunto
dir.: Mario Ancillotti
Giancarlo Cauteruccio, regia e scenografia
Aureliano Cattaneo
PAROLE DI SETTEMBRE
per voci e strumenti su testi di Edoardo
Sanguineti
Wien, Konzerthaus, 10 ottobre
Donatienne Michel-Dansac, soprano
Daniel Gloger, controtenore
Otto Katzameier, baritono
Klangforum Wien
dir.: Michael Wendeberg
Pasquale Corrado
PULSE
per ensemble
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Teatro Piccolo Arsenale, 11 ottobre
Ensemble L’Instant Donné
Giorgio Gaslini
SEVEN EPIPHANIES
per pianoforte
Milano, Associazione Secondo Maggio,
Auditorium Di Vittorio, Camera del Lavoro,
19 ottobre
Alfonso Alberti, pianoforte
Michele Tadini
LA TERZA LUCE
per percussione, violoncello, fagotto, live
electronics, video e light performance
Meylan, Théâtre Hexagone, Scène
Nationale de Grenoble, Rencontres Biennale
Arts-Sciences, 11 ottobre
Thibaut Weber, percussioni
Sophie Raynaud, fagotto
Marie Ythier, violoncello
Michele Tadini, live electronics
Françoise Henry, scenografia e luci
Angelo Guiga, ricerca tecnologica
Eric Maestri
FOUR WALLS
per due pianoforti, due percussionisti e
elettronica
Berlin, Konzerthaus, 26 ottobre
Ensemble Berlin Piano Percussion
Eric Maestri
TRE CASE
per clarinetto, trio d’archi e pianoforte
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Teatro Piccolo Arsenale, 11 ottobre
Ensemble L’Instant Donné
Federico Gardella
CINQUE NOTTURNI DA BRACCIO
per viola d’amore
Venezia, La Biennale di Venezia, 57. Festival
Internazionale di Musica Contemporanea,
Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian,
12 ottobre
Marco Fusi, viola d’amore
Francesco Hoch
CONSUMO DI DONNA
per soprano e tredici strumenti
Genève, Contrechamps, Radio de la
Suisse Romande, Studio Ernest Ansermet,
15 ottobre
Barbara Zanichelli, soprano
Ensemble Contrechamps
dir.: Michael Wendeberg
Luis de Pablo
TURRIS EBURNEA
per chitarra
Sevilla, 4° Festival de la Guitarra de Sevilla,
Cajasol, Sala Joaquín Turina, 18 ottobre
Adam Levin, chitarra
Nicola Sani
COME UNA SPECIE DI INFINITO
Versione per clarinetto basso e pianoforte
Milano, Musica Realtà, Aula Magna
dell’Università Bocconi, 23 ottobre
Selene Framarin, clarinetto basso
Alfonso Alberti, pianoforte
Andrea Mannucci
HOMUNCULUS
Melologo per voce recitante e quintetto di
fiati su testo di Marco Ongaro
Cislago (Varese), Rassegna “Microludi”,
XVI Edizione, 26 ottobre
Marco Ongaro, voce recitante
Quintetto di fiati del Ned Ensemble:
Tommaso Benciolini, flauto
Enrico Calcagni, oboe
Alessandro Beverari, clarinetto
Manuel Cester, fagotto
Oreste Campedelli, corno
Carmine Emanuele Cella
MUTA, GLI OCCHI D’OMBRA
per suoni di sintesi
Roma, EMUfest 2013, Conservatorio di
Musica S. Cecilia, 26 ottobre
Federico Gardella
ARCHITETTURE DI UNA LONTANANZA
Micro-dramma per due attori e strumenti
su testi di Gabriele d’Annunzio, Eleonora
Duse e Claudio Longhi
Bologna, Chiesa di Santa Cristina, 30 ottobre
FontanaMix Ensemble
dir.: Francesco La Licata
Riccardo Panfili
VATERLAND
per clarinetto, violino e pianoforte
Bologna, Chiesa di Santa Cristina, 30 ottobre
FontanaMix Ensemble
dir.: Francesco La Licata
Daniela Terranova
ASFODELI. IMMAGINI DELL’AMORE E
DELLA MORTE
per soprano, flauto, clarinetto, violino,
violoncello e pianoforte su un testo di
Gabriele d’Annunzio
Bologna, Chiesa di Santa Cristina,
30 ottobre
Valentina Coladonato, soprano
FontanaMix Ensemble
dir.: Francesco La Licata
NOVEMBRE
Giorgio Colombo Taccani
R’LYEH
per chitarra elettrica
Polla (Salerno), Sala Convegni del
Santuario di Sant’Antonio, Festival
Internazionale della Chitarra di Lagonegro,
1 novembre
Sergio Sorrentino, chitarra elettrica
Stefano Gervasoni
“Amor l’alma m’allaccia”da:
DI DOLCI ASPRE CATENE
Tre madrigali a cinque voci su testi di
Torquato Tasso
London, Wigmore Hall, 6 novembre
EXAUDI Vocal Ensemble
dir.: James Weeks
Giorgio Colombo Taccani
DI MARE
per pianoforte
Milano, Teatro Spazio89, 10 novembre
Carlo Boccadoro, pianoforte
Luis de Pablo
PENTIMENTO
per sei strumenti
Zaragoza, Auditorio de Zaragoza, Sala Luis
Gálvez 11 novembre
Plural Ensemble
dir.: Fabián Panisello
Maurilio Cacciatore
RADIO RACCONTI APPENA ACCENNATI
per orchestra
(Studio recording per la serie “Alla
breve”)
Alfortville, 18 novembre
Orchestre National d’Île de France
dir.: Pierre-André Valade
ESZ
Giorgio Gaslini
SONATA
per pianoforte
San Francisco, Center for New Music,
19 novembre
Alfonso Alberti, pianoforte
Martino Traversa
NOVITA’
per violino e pianoforte
Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee
del Teatro La Fenice, 15 dicembre
Marco Rogliano, violino
Aldo Orvieto, pianoforte
DICEMBRE
Luca Mosca
PER ERNESTO
Nove frammenti per flauto, clarinetto,
violino, violoncello e pianoforte
Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del
Teatro La Fenice, 4 dicembre
Ex Novo Ensemble
Ivan Vandor
INVENZIONI A SEI VOCI
per flauto, clarinetto, pianoforte,
percussioni, viola e violoncello
Venezia, Ex Novo Musica, Sale Apollinee del
Teatro La Fenice, 4 dicembre
Ex Novo Ensemble
dir.: Alberto Caprioli
Giovanni Verrando
MULTIPLICITY
per quattro percussionisti e orchestra
Umeå (Svezia), NorrlandsOperan,
Konsertsalen, 5 dicembre 2013
Kroumata, percussioni
NorrlandsOperan’s Symphony Orchestra
dir.: Rumon Gamba
Luis de Pablo
PER FAGOTTO
per fagotto solo
Firenze, G.A.M.O., Conservatorio
“L. Cherubini”, Sala del Buon Umore,
15 dicembre
Paolo Carlini, fagotto
Luis de Pablo
CUARTETO CONCERTANTE
per due violini, viola e fagotto obbligato
Firenze, G.A.M.O., Conservatorio
“L. Cherubini”, Sala del Buon Umore,
15 dicembre
Paolo Carlini, fagotto
Duccio Ceccanti, violino
Edoardo Rosadini, violino
Carmelo Giallombardo, viola
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Javier Torres Maldonado
MASIH
Versione per quartetto di saxofoni e
elettronica
Bilbao, Guggenheim Foundation, dicembre
(data da definire)
Sigma Project Quartet
Andrea Mannucci
PREGHIERA
per orchestra da camera
dicembre (data da definire)
I Solisti Veneti
dir.: Claudio Scimone
GENNAIO
Stefano Gervasoni
HEUR, LEURRE, LUEUR
per violoncello e orchestra
Milano, Teatro alla Scala, Stagione Sinfonica
2013/14, 20 gennaio
Francesco Dillon, violoncello
Orchestra Filarmonica della Scala
dir.: Susanna Mälkki
Francesco Hoch
EX-ANTIQUO
per due flauti di Pan e orchestra d’archi
Lugano, Auditorio Stelio Molo della RSI,
Concerti dell’Auditorio, 31 gennaio
Michel Tirabosco e Matthijs Koene, flauti
di Pan
I Barocchisti
dir.: Diego Fasolis
Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:
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