Thailandia - Gianluca Trotta

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Thailandia - Gianluca Trotta
Thailandia
Alessandro Zuech
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Nome completo: Regno di Thailandia
Nome originale: Ratcha-a-na-chakr Thai
Forma di governo: monarchia parlamentare
Capitale: Bangkok
Stati confinanti: ad ovest con il Burma, a nord con il Burma e con il Laos, ad
est con il Laos e la
Cambogia, a sud con la Malesia
Superficie: 514.000 km²
Popolazione: 64.200.000
Densità: 125 ab./km²
Lingua: thai (ufficiale),
dialetto Isan (non ufficiale)
Etnie: Thai, mon, khmer, e
una considerevole
minoranza cinese
Religione: buddismo nella
variante Theravāda (95%),
musulmani (4,6%) e cristiani
principalmente cattolici
(0,75%)
Principali attività economiche: il
70% della popolazione thailandese
è dedito all’agricoltura.
Settore primario: il riso è l’alimento
base, mais, manioca,
banane, caffè, tabacco,
ananas, canna da zucchero e iuta; si ricavano anche molti legnami pregiati.
Settore secondario: la risorsa principale è lo stagno, vi sono poi Piombo, zinco,
antimonio, sale, manganese, lignite, petrolio e gas naturale; vi sono industrie
tessili, agro-alimentari, produzione di cemento e metallurgia dello stagno.
Settore terziario: molto sviluppato il turismo e le molteplici esportazioni
Principali esportazioni: la Thailandia è al primo posto nel mondo per
l’esportazione di tapioca, al secondo per quella di riso e di caucciù, al terzo per
quella di ananas in scatola.
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Moneta: Baht thailandese
PIL procapite: 8.368 $ (69°)
ISU (posizione): 0,781 (medio) (78º)
Speranza di vita:
Organismi di cui fa parte:
Il conflitto fra Thailandia e Cambogia risale a molto tempo fa, a causa di un antico
tempio di chiamato Preah Vihear.
Nel 1904 il Siam e le autorità francesi che governavano la Cambogia decretarono i
confini che, nei pressi del tempio,
sarebbero coincisi con lo spartiacque
dei monti Dângrêk.
Nel 1907, però, alcuni ufficiali
francesi disegnarono una mappa
della zona, in cui il tempio risultava in
territorio cambogiano.
Nel ’53 la Thailandia
colloca a nord un posto di polizia e issa
la propria bandiera sul
tempio.
Dopo negoziati durati dal ’54 al
’58, nell’ottobre del 1959, il
governo cambogiano si rivolse
alla Corte Internazionale di Giustizia chiedendo di convalidare il documento del
1907.
Il 15 giugno 1962 la Corte Internazionale attribuì alla Cambogia la sovranità sul
tempio, specificando che il governo thailandese non aveva mai contestato il fatto che
il tempio apparisse in territorio cambogiano.
Nel 1963 la Cambogia assunse definitivamente possesso del luogo con una cerimonia
durante la quale il principe Sihanouk, a capo della Cambogia, dichiarò che tutti i
Thailandesi avrebbero potuto visitare il tempio senza bisogno del visto e che la
Thailandia si poteva tenere le opere sottratte in precedenza.
Nel 2008 la Cambogia chiese all’UNESCO di inserire Preah Vihear nella lista dei
patrimoni dell’umanità, ma la richiesta dovette essere modificata perché
nell’originale si prendevano in considerazione anche alcuni territori nelle vicinanze
del tempio, ma in territorio thailandese.
In seguito ad alcune tensioni in entrambi gli stati, il 15 luglio di quello stesso anno si
sono riaccesi gli scontri: in seguito all’arresto di tre dimostranti Thai, il governo
thailandese inviò dei soldati nella zona.
Il 15 ottobre ci fu uno scontro a fuoco, in cui morirono tre militari cambogiani e uno
thailandese.
Quando,
in
via
diplomatica,
la
questione
sembrava
risolta, l’anno seguente
avvenne
un
altro
scontro a fuoco.
Tutt’ora la faccenda
non è conclusa, e i
contrasti all’interno dei
due Paesi proseguono.