Gatti (Bakoo): “Si chieda a Sogei la certificazione per le Vlt”

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Gatti (Bakoo): “Si chieda a Sogei la certificazione per le Vlt”
Gatti (Bakoo): “Si chieda a Sogei la certificazione per le Vlt”
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Categoria principale: Newslot / Vlt
Creato Lunedì, 31 Marzo 2014 10:01
Data pubblicazione
Scritto da Alessio Crisantemi
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Certificazione e gestione delle Vlt: Cangianelli (Mag) “Rete pubblica, diversa da quella Awp”
“In questi giorni tiene banco la questione legata alle videolottery. In particolare, la certificazione
17025 che Sogei sembra non possedere. Mi pare paradossale, come sottilmente avanzato,
considerare quasi 'superflua' una condizione necessaria come la certificazione 17025 per la
società che deve certificare la sicurezza del sistema vlt”. A parlare è Francesco Gatti, ingegnere
della software house Bakoo, produttrice di schede da gioco, che evidenzia le differenze tra il
settore delle Awp e quello delle Vlt italiane, ravvisando una 'anomalia', se non altro, nel metro di
giudizio.
“Qualora passasse un discorso del genere – aggiunge - allora cadrebbe tutto il castello del
gioco legale in Italia. Aziende non certificate Iso potranno fare manutenzione alle macchine
purché lo facciano correttamente? La precisione formale tanto cara ad Aams è superflua
per taluni attori? Tutto il gioco legale si basa sul concetto di controllo diretto, certificazione
di sistemi di controllo per il controllo remoto e verifiche di conformità. Quello che non si
dice è che a differenza delle awp in cui è stato stabilito uno standard di comunicazione e di
funzionamento generale, per il sistema vlt sono state prese per buone le singole tecnologie
purché ritenute sicure attraverso l'esame e l'approvazione del sistema da parte di una
società che allo stato delle cose potrebbe non avere titolo per farlo”.
E aggiunge: “Se questo è un particolare poco significativo allora, permettetemi, qualsiasi
altra questione legata alla sicurezza delle awp lo è altrettanto. Spero e credo che il buon
senso prevalga e che si chieda a Sogei, qualora non lo possieda, di attivare tutte le
procedure per ottenere perlomeno il certificato richiesto”.
L'auspicio di Gatti è che “ci si interroghi profondamente in merito al fatto che un
servizio televisivo abbia scoperto una magagna talmente evidente o se la cosa era
conosciuta ben prima e qualcuno abbia sottaciuto colpevolmente questa grave
situazione. Si discute sulla reale controllabilità di un sistema e improvvisamente
tutti sono ben agguerriti e stranamente uniti nell'attaccare Nadia Toffa. Troppo
facile. Non mi pare di avere visto lo stesso atteggiamento in altri frangenti, strano.
Sta di fatto che a torto o a ragione, oggi, qualcosa è cambiato. Se ne prenda
coraggiosamente atto”.
Certificazione e gestione delle Vlt: Cangianelli (Mag) “Rete
pubblica, diversa da quella Awp”
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Categoria principale: Newslot / Vlt
Creato Sabato, 29 Marzo 2014 09:58
Data pubblicazione gioconews
Scritto da Alessio Crisantemi
Dopo un primo servizio televisivo e la conseguente smentita dell'Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli, la trasmissione Mediaset 'Le Iene' torna ad occuparsi delle videolottery suscitando
nuovi dubbi in merito alla gestione delle piattaforme e alla loro certificazione.
Una volta smontate le accuse di 'sistema fuori controllo', sulla base della bizzarra ricostruzione
secondo la quale Monopoli e Sogei non sarebbero a conoscenza dei movimenti di denaro che
avvengono nei terminali di gioco se non attraverso i concessionari, ora sarebbe emersa la mancanza
di requisiti da parte di Sogei – il partner tecnologico della pubblica amministrazione – proprio per la
certificazione di tali sistemi. Uno spunto sul quale si costruisce, nuovamente, una feroce critica al
sistema, al punto da far avanzare in Parlamento una serie di richieste di chiarimenti (che certo non
guastano, ci mancherebbe). Ma come avviene la certificazione delle piattaforme Vlt e cosa significa
questa defezione in termini concreti e di sicurezza della rete? GiocoNews.it ha chiesto un parere sul
caso ad Emmanuele Cangianelli, Partner di Mag, esperto del mercato dei giochi pubblici e
tra coloro che hanno collaborato negli anni scorsi all'impostazione del modello di
regolazione e controllo delle gaming machines.
Anzitutto, è corretto parlare di 'certificazione' dei sistemi Vlt?
“La materia è piuttosto complessa, giuridicamente forse più che tecnologicamente: questa forse è la
ragione della confusione nella quale incappano molti. I sistemi Vlt, al contrario delle new slot, sono
stati direttamente concepiti come parte del sistema informatico pubblico di gestione e controllo, fin
dalla prima previsione di legge, del 2006. Quindi, mentre ciascun modello di slot necessita di una
certificazione 'di parte terza' da parte di organismi specializzati per essere connesso alla rete
pubblica di gestione e controllo, i sistemi Vlt sono 'verificati' nel loro insieme (sistemi centrali,
terminali, software di gestione e di gioco). Le disposizioni amministrative richiedono infatti non
una 'certificazione' (termine talvolta utilizzato nel senso amministrativistico, non in quello
tecnologico) ma una 'verifica di conformità' alle specifiche definite dalla regolazione tecnica dei
sistemi stessi, predisposta dalla Sogei, adottata dall'Aams e sottoposta alle consuete procedure
di informazione comunitaria che garantiscono la libera circolazione di beni e servizi della società
dell'informazione, anche se destinati a sistemi informatici pubblici. Parliamo
quindi, essenzialmente, di un collaudo di sistemi tecnologici pubblici, effettuato tecnicamente dalla
Sogei a supporto dell'Amministrazione finanziaria, che ne è il committente”.
Chi gestisce concretamente la rete delle Vlt?
“La rete è sviluppata e gestita, come è noto, in concessione. L'affidamento dei servizi per la
gestione telematica sia delle Awp che delle Vlt è stata - ed è ancora, a mio avviso, bilanci alla mano
- la soluzione più efficiente: affida alle Amministrazioni pubbliche estesi poteri di controllo sulle
tecnologie sviluppate da operatori commerciali, garantendo al contempo la competizione tra questi
operatori sulla gestione delle reti e sulla commercializzazione dei relativi prodotti di gioco. Una
soluzione che, tra l'altro, tutela l'Italia da contenziosi in materia di limitazione della concorrenza
che, nei giochi in denaro, sono frequenti in ambito Ue; in altri comparti del gioco pubblico, a partire
dalle scommesse, sono ben evidenti i danni che la sottovalutazione di questi temi nella
regolamentazione hanno apportato al corretto sviluppo del mercato regolato. Deve ricordarsi, infine,
che i sistemi di gioco Vlt sono beni devolvibili all'ente concedente al termine degli affidamenti
concessori”.
Sono ipotizzabili soluzioni di controllo più efficaci?
“In sistemi tecnologici complessi come quelli di cui parliamo, credo che l'efficacia dei controlli sia
inevitabilmente funzione dell'esperienza. In ambito Awp ci sono dieci anni di funzionamento del
sistema di controllo che - non volendo considerare letture palesemente strumentali - testimoniano la
crescente capacità del sistema pubblico di organizzare e controllare questo prodotto; in questo caso,
credo che l'efficacia non si trovi più nella sola tecnologia ma nella tutela di un'adeguata presenza sul
territorio di questa offerta, indispensabile per continuare a soddisfare la domanda di intrattenimento
con piccole vincite (pena pericolosi ritorni delle sempre vivaci e non controllabili offerte illegali).
La tecnologia Vlt si caratterizza per l'esteso utilizzo della gestione telematica che - seppure con un
periodo di esercizio minore - garantisce fin dal primo giorno una controllabilità puntuale di ogni
funzione del sistema. Se si utilizzano politiche di controllo costantemente aggiornate, dalla pratica
quotidiana ed anche dal confronto con esperienze esterne all'Amministrazione, questa rimane la
tecnologia più efficace, seppure ancora la più costosa”.
Ecco quindi che la mancanza di certificazione di Sogei riscontrata da Le Iene, nonostante
possa rappresentare motivo sufficiente per far inalberare gli operatori del ramo
Awp, anch’essi sottoposti a procedure assai onerose e complesse per la messa sul
mercato delle proprie macchine, non si traduce automaticamente in una carenza di
garanzie per i giocatori o per la rete in senso generale. La questione, pertanto, al di là
dei sensazionalismi televisivi (o via web) e dei conseguenti allarmismi in ambiente
politico, sembrerebbe assai più lineare di come è stata esposta. Anche se, i tecnicismi
racchiusi nella descrizione di questi processi, risultano inevitabilmente difficili da
digerire. Ma non per questo vuol dire che ci debba essere dietro del marcio. Tanto più
tenendo in considerazione che Sogei, non rappresenta una società che si occupa di
giochi, bensì un'azienda che ha in mano l'intera anagrafica del nostro paese.
Pertanto, sollevare dei dubbi rispetto all'operato di tale realtà, qualora venissero
riscontrate delle anomalie, innescherebbe dei meccanismi ben più grandi
rispetto a quelli dello specifico contesto delle Vlt. Ma anche per questa ragione è
opportuno che venga fatta chiarezza, non soltanto su queste pagine, ma anche in
ambienti parlamentari.
No slot - http://www.vita.it/noslot/sogei-ecco-chi-controlla-l-azzardo-italiano.html
25/03/2014
Sogei: ecco chi controlla l'azzardo italiano
di Marco Dotti
Parla Eugenio Bernardi, imprenditore che con la sua
azienda ha scritto la storia dell’intrattenimento in Italia
ed ex vice presidente di Euromat. «È giusto il controllo
da parte dello Stato, un po’ meno corretto che ciò sia
demandato a concessionarie con ampi poteri e dove gli
è stato consentito anche di fare il gestione diretta di
apparecchi propri»
Il servizio di Nadia Toffa, andato in onda giovedì scorso nella trasmissione Le Iene,
ha sollevato critiche e consensi. Molte critiche e molti consensi (qui l'intervista alla Iena
su Vita.it). Limitandoci alle critiche, possiamo trarre una considerazione generale: il fronte
del “gioco lecito” non pare così compatto e unitariamente rappresentato quanto si tende a
credere. Gli interessi in ballo sono tanti e non tutti convergenti. La produzione e la
gestione dei servizi, il ruolo di Concessionari dello Stato, gli esercenti, i Monopoli,
la Sogei... Tutto chiaro e semplice quando si parla ai convegni, ma quando gli interessi di
una parte vengono toccati a discapito dell'altra, le acque calme in superficie si agitano e
mostrano un orizzonte di intenti non così univoco. Per guardare dentro il mondo del
“gioco lecito” – così lo chiama l’ordinamento italiano – ci siamo rivolti a Eugenio
Bernardi, imprenditore, che con la sua azienda ha scritto la storia
dell’intrattenimento in Italia. Bernardi è stato Vice-Presidente Euromat ed è anche un
esperto di tecnologie applicate all’intrattenimento, oltre che consulente chiamato in causa
da diversi tribunali quando si è trattato di passare oltre le parole e guardare “dentro” le
macchine. Pur non condividendo la sua posizione generale sul sistema del gioco,
Bernardi è un interlocutore tecnicamente competente e una voce critica con la quale
non possiamo non confrontarci. Vi invitiamo a ragionare con lui. (Questa è la prima
parte dell'intervista. Il secondo tempo arriverà nei prossimi giorni)
Secondo lei, perché ha suscitato tanta agitazione il servizio di Nadia Toffa? Non era
il primo e, a mio avviso, nemmeno il più duro... Nessuno si è mosso, ad esempio,
dai Monopoli, quando si è parlato di new slot...
Tutto nasce dalla poca informazione che ha prodotto anche una cattiva informazione. Per
anni nessuno - o pochi - si sono accorti del cambio generazionale dei giochi nei locali
pubblici tant’è che hanno continuato a chiamarli videopoker anche quando più non lo
erano da anni, ovvero dal 2004, quando con la modifica del 110 TULPS e la nascita del
comma 6 abbiamo assistito all’arrivo delle A.W.P. ovvero le New Slot.
Questo è un problema per tutti, perché la poca informazione o la scarsa
informazione minano alla base la capacità di comprendere e di conseguenza
intervenire anche in termini di politiche pubbliche di contrasto dell’azzardo…
Per cominciare e non andar troppo per il sottile - come è mia consuetudine e visto che
opero nel settore del gioco da intrattenimento da quasi 35 anni - da oltre 15 anni mi
definisco “partigiano”, nel senso di parte e la mia parte è quella di tanti colleghi produttori e
gestori, ovvero aziende del settore nate con l’amusement o coin op (coin operated,
macchina a gettoni ndr) ovvero il gioco inteso come intrattenimento e ora volenti o nolenti
approdati al gaming con piccola vincita. Questi imprenditori e queste aziende spesso non
si sentono rappresentati da entità che create solo 10 anni fa per gestire il gioco pubblico e
che cercano di esautorarle in ogni modo. Lo dico, lo affermo da sempre: è giusto il
controllo da parte dello Stato, un po’ meno corretto che ciò sia demandato a
concessionarie con ampi poteri e dove gli è stato consentito anche di fare il gestione
diretta di apparecchi propri (il controllore che controlla se stesso, non mi pare il massimo).
Purtroppo, il regolatore, nel 2003 lo concesse pensando che le migliaia di ditte che
operavano all’ora sparissero d’incanto. Incentivò perfino la nascita di RTI per fare nuovi
concessionari con risultati che non sempre si sono rivelati essere un successo. Tornando
ai servizi delle Iene, della Toffa in particolare, ritengo che siano spesso dettati dal
sensazionalismo, che per carità ci può anche stare (sul metodo stamina non mi pare
abbiano reso un buon sevizio, però), ma non può essere e non è solo irregolarità, illegalità
e truffe, giusto smascherare gli inganni, altrettanto giusto mostrare correttamente certe
realtà.
Resta un fatto: la reazione dei monopoli di Stato. Perché, a suo avviso, su altre
denunce relative alle slot machine da bar (le new slot) non abbiamo assistito a un
analogo “interventismo?
Perché nei servizi precedenti le istituzioni non siano intervenute mi pare lampante: ci sono
figli e figliastri, i così detti “street operator” che sono quelli che giornalmente ci mettono la
faccia nei locali forse non hanno quel potere di certe altre entità più strutturate, magari
quotate in borsa o piene di fondi d’investimento.
Un altro ente chiamato in causa da Nadia Toffa è SOGEI, la società informatica
controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che offre servizi tecnologici
in regime di monopolio alle agenzie fiscali. Fondata nel 1976, passata da Telecom al
MEF nel 2002, Sogei tiene l'anagrafe tributaria, monitora la spesa sanitaria, realizza i
software per l'Agenzia delle Entrate, delle Dogane, del Demanio e del Territorio, è la
madrina dei codici fiscali e delle tessere sanitarie di tutti gli italiani e, soprattutto,
gestisce il sistema e le informazioni per conto dell'ex AAMS, ora incorporata
nell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Che cosa fa praticamente la SOGEI?
Premetto che i numeri calcolati in quel tipo di trasmissione non sono mai corretti, vedasi i
casi precedenti sui contatori e delle contabilizzazioni delle New Slot, non mi dilungo oltre
ma resto disponibile a qualsiasi tipo di confronto. SOGEI è il così detto partner tecnologico
di AAMS che ora si chiama ADM. Detto altrimenti, è il controllore di tutti i dati di incasso di
tutti i giochi dalle comma 6/a NEW Slot o meglio A.W.P. ( e su cui sovraintende alle
omologhe con i 5 Enti Certificatori convenzionati internazionali - con sede in Italia e con
AAMS). Controlla i dati d’incasso delle Videolottery o VLT ( di cui certifica anche le
piattaforme di gioco), controlla e vigila sul gioco on-line ovvero il cash game, casinò game,
giochi definiti di abilità ( come il Texad Hold’em), scommesse varie e ora anche quelle
virtuali ecc. ecc. ( di cui sovraintende alle omologhe con i 12 Enti Certificatori internazionali
convenzionati con AAMS). Ogni gioco o sistema di gioco ha le sue peculiarità, certamente
SOGEI scrive tutte le linee guida e tutti i protocolli di comunicazione, di collaudo
demandati agli enti terzi, in collaborazione con AAMS , per le VLT si è riservata la
certificazione interna dopo che un ente internazionale terzo scelto, in modo un pochino
discutibile a detta dei rumors di settore, ha fornito loro le basi tecnico formative.
C’è quindi un problema di attendibilità complessiva dell’omologazione?
SOGEI certifica le piattaforme di gioco per le VLT, come ho già affermato ripetutamente in
passato e nessuno mi ha mai smentito, non è in possesso del requisito ISO IEC 17025
che è obbligatorio per gli Enti certificatori delle piattaforme on-line e lo possiedono anche
gli enti che omologano e certificano gli apparecchi da gioco comma 6/a del 110 TULPS,
meglio note come A.W.P. o New Slot… Mi parrebbe logico che ne dovesse essere in
possesso pure tale struttura. La norma UNI EN ISO/IEC 17025 è uno standard
comprensivo di requisiti gestionali e tecnici, impiegato in tutto il mondo per conseguire
l'accreditamento di prove e taratura da parte dei laboratori che se ne occupano, Accredia
è ora l’Ente unico nazionale di accreditamento. Non è questione di attendibilità ma di
certezze, già in passato (2007) al settore delle A.W.P. ha subito il caso Black slot con il
ritiro di 105 mila apparecchi per cause di cattiva interpretazione della norma, non vorrei
che riaccadesse, ci sono stati anche processi civili in cui AAMS è risultata soccombente e
però SOGEI ne è sempre uscita indenne.
(In copertina Cristiano Cannarsa, presidente e AD di Sogei)