a QUEL CHE NON DICONO DELLA VOSTRA

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a QUEL CHE NON DICONO DELLA VOSTRA
DA RISPARMIATORI PROTETTI A INVESTITORI A RISCHIO
C'È UNA RAGIONE DI PIÙ PER COMPRENDERE QUEL CHE CI VIENE NASCOSTO O NON CI VIENE DETTO
Il 16 giugno 2014 rappresenta una data importante nella recente storia del paese in relazione al
contestuale superamento di due dati:
1) 54 miliardi di imposte e tasse versate in un solo giorno dalla pletora dei cittadini;
2) 2.146 miliardi di euro l'ammontare del debito pubblico
Avviso ai naviganti.
L'Italia ha raggiunto un punto di non ritorno e mentre la nave affonda l'orchestra incurante
continua a suonare sulla tolda.
Non si può negare che sia ora in atto un'aggressione ai patrimoni piccoli o grandi che siano e che
dunque ci si appresti a pagare decenni di sperperi e di follie politico-sindacali:
- sperpero del denaro pubblico a ogni livello negli enti pubblici locali e loro partecipate;
- Regioni a Statuto speciale dove di speciale c'è solo la dissipazione della ricchezza pubblica
l’appropriazione indebita;
- lottizzazione nel governo della cosa pubblica ed erogazione a ogni livello di prebende agli amici;
- assurde nazionalizzazioni;
- assunzioni nella pubblica amministrazione senza senso e logica;
- spese delle ASL fuori controllo;
- pensioni d'oro;
- pensioni a insegnanti dopo quattordici anni, sei mesi e un giorno e di servizio (si fa per dire)
creando l'esercito dei 500.000 baby pensionati;
- altre pensioni a categorie che mai avevano contribuito;
- confluenza nel sistema INPS delle casse di enti pubblici disastrate;
- pensioni erogate e calcolate con il sistema a riparto;
- elargizioni di sostegni senza ritegno a giornali, giornaletti e giornalisti per la democrazia;
- rete uno, due e tre fuori controllo;
- opere pubbliche compiute o no a costi inaccettabili;
- e molto altro ancora.
Così di giorno in giorno, di anno in anno, si è creato quel mostro noi che chiamammo da subito il
"debito del pubblico" invece che debito pubblico.
Lo abbiamo denunciato e ne abbiamo a più riprese annunciato l’annunciato epilogo.
La rincorsa cominciò a fine anni settanta e poi con i governi di convergenza.
Le parallele convergenti alla fine si sono scontrate. E’ la vendetta della geometria. Guai ignorarla.
La Repubblica del bengodi chiude i battenti.
I trasporti quasi gratis, la sanità a gratis, la scuola a gratis, l'università non se ne parla, le pensioni
pagate a babbo morto: insomma un sistema dove la famiglia e il cittadino avevano quasi tutto a
gratis così che mettevano da parte un bel gruzzoletto. E poi?
Facile, facile.
Lo Stato per pagare tutti quei bei regali s'indebitava emettendo titoli del cosiddetto debito
pubblico (Bot, BTP, CCT e via ancora...) senza limiti e ritegno che venivano sottoscritti dalle
famiglie con i risparmi determinati da servizi a basso costo e dalla consistente evasione fiscale.
Sai he pacchia per le banche partecipare alle aste dei titoli spazzatura.
Commissioni su commissioni, più facile perfino che la gestione denaro.
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Siamo al redde rationem.
Chiediamoci allora del destino dei nostri soldi e del nostro patrimonio.
Abbiamo gridato ai quattro venti che contrariamente agli altri paesi della comunità in Italia non
c'era nessun problema per lo sfondamento del debito pubblico con un rapporto debito PIl da
fallimento (oltre 130%) perché tanto il debito pubblico, massimamente in mano alle famiglie che
pure avevano un inestimabile patrimonio immobiliare, non stava nei fondi esteri ...
Solo en passand ricordo che altri paesi sono falliti per molto meno.
E ora?
Ora ci dicono di cacciare fuori i soldi che furbescamente ci siamo appropriati.
Ricordate il film QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE?
Così succede in casa Italia.
Come dire che ora porgo, a voi risparmiatori colpevolmente preoccupati, quattro notizie buone e
una cattiva con l'intento di svegliarvi e di mandare a quel paese il vostro amico Gigetto, direttore
della banca sottocasa, dicendogli di smetterla di dire stupidaggini e che pure pensi anche lui alla
traballante seggiola su cui siede.
In modo più prosaico e casalingo riferisco il colloquio di Pierino e il papà,
- Papà, papà - dice Pierino al babbo.
- Ti do una notizia buona e una cattiva.
- Sentiamo - dice il babbo.
- Comincio con la buona. Sono stato promosso!
- Bravo Pierino, e quella cattiva? Chiede il papà.
- Non è vero!
Molto in sintesi senza che, ad ogni apodittica affermazione, spalanchiate la bocca in segno di
soddisfatto stupore sussurrando " Ah si? Meno male!"
Meno male di che?
La legnata viene da ultima, e vediamo un po’.
1. Le banche non possono fallire;
2. Lo Stato non fallisce;
3. Lo Stato ripagherà il proprio debito;
4. art. 47 della Costituzione recita "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue
forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito Favorisce l'accesso del risparmio
popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto
investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese "
Succede invece che lo Stato ha ceduto per la seconda volta una parte della sovranità nazionale.
Cosa gravissima, roba da referendum, da rivoluzione. Invece.
Televisione zitta! Giornali zitti! Politici? Zitti! Vuoi che sia perché le banche sono pure padrone dei
giornali?
La prima volta è successa con l'euro.
Scrivemmo allora un panphlet titolato "Contro l'euro" e ci mandarono prima la GdF e poi pure la
Consob e fecero in modo di farci chiudere la nostra bella SIM che operava con ottimi risultati per i
clienti senza colpe e senza violazione di alcuna norma.
Ora è successo la seconda volta con la cessione di un'altra parte della sovranità nazionale: il
controllo del sistema bancario. Vi pare poco?
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Già, ma vi siete mai accorti che Banca d'Italia, il nostro Istituto Centrale, è ente privato?
Come dire maglificio Zuzzurro spa.
Banca Italia che appartiene ai soggetti che dovrebbe controllare? Boh!
Quando gli ispettori di Banca d’Italia dopo un comodo e tranquillo viaggio tra le meravigliose
colline di Toscana approdarono in visita ispettiva in una banca antichissima di cui non ricordiamo
bene il nome – pure lei azionista di Banca d’Italia - controllata peraltro da un robusto apparato
politico di colore rosso cominciarono l'ispezione verso le 11.00 e dopo un paio d'ore, stanchi del
lavoro, andarono a pranzo con l'establishment della banca.
Ripreso il lavoro d'ispezione nel tardo pomeriggio, appesantiti dagli ottimi pici al ragù e da
abbondanti libagioni di "Brunello", trovarono che i conti erano perfettamente a posto ...
Quando i conti sono a posto, sono a posto e allora che cerchi a fa’?
Sveglia! Ora ci comanda la BCE che di sede sta a FRANCOFORTE.
Gli ispettori arriveranno dal nord e busseranno all'antica magione alle otto di mattina in punto.
- Gutte morgen!
- Noi essere fenuti per ispezionen. Bitte shoen, fare federe conten, tutti! Subiten, bitte shon.
Alle dodici qualcuno avviserà loro che la presidenza del Banco dei Pacchi ha approntato un bel
pranzo in una villa a due passi, a Castelnuovo della Berardenga...
- Ci dispiace, ma noi afere cià pronto in cestinen krauten, paninen e pirra! diranno sorridenti gli
ispettori.
Dopo mezza giornata di lavoro vero troveranno subito subito che il Monte dei Pacchi è roba da
chiudere. (1)
Ci sono degli step.
Norma operativa finale dal 10 gennaio 2016.
C'è lo chiede l'Europa!
Con il sorriso da sirena di Christine Lagarde, sempre avvolta in scialli improbabili. Un po' meno
sorridente dopo l'imbarazzante inchiesta sulla cessione di Adidas.
Se non vi piace Christine Lagarde vedete se vi pare meglio la faccia da kapò di Anghela Merkel.
Il popolo dei risparmiatori protetto, per così dire, dall'art. 47 della Costituzione è così passato
anestetizzato, senza fiatare e senza accorgersene dal rendimento senza rischio al rischio senza
rendimento.
C'è rimasto un buco da colmare pari almeno, ben scontati, a mille miliardi di euro che l'Italia si è
impegnata a colmare in 20 anni (diconsi venti) a botte di 50 miliardi per anno a meno di
un'improbabile crescita del PIL pari al 3% per anno. E siamo negativi da tempo e quand’anche
positivi con percentuali da prefisso telefonico
Il che tradotto in termini concreti vuole dire consolidamento fiscale ( cioè ulteriore aumento della
pressione fiscale).
La defaillance di una qualunque banca non sarà più a carico di pantalone come in passato, cioè del
sistema o dello Stato ma a carico dei risparmiatori che hanno prestato soldi a quella banca in
default.
Capito?
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Ne pagano le conseguenze nell'ordine:
- gli azionisti
- gli obbligazionisti
- i risparmiatori (forse protetti fino al massimo di 100.000 euro, ma ancora questo non è chiaro).
Riporto alcuni acronimi con cui prendere confidenza.
MVU: Meccanismo di Vigilanza Unico; vuol dire che gli ispettori sono a Francoforte non a Roma.
SSM: meccanismo unico di risoluzione delle crisi.
SRM: Sistema Supervisione single supervisori mechanism
SRF: single resolution fund
Sono i tre passaggi del controllo e delle procedure di gestione della crisi.
A controllo chiuso le conseguenze sono a totale carico dei risparmiatori.
Invece di "wanted you", con il dito ben puntato e la tuba a stella e strisce con la stella di sceriffo
sul bavero, zio Sam ci dice:
"YOU GONNA PAY"
CAPITO?
BAIL-IN: altra parola emblematica che sta a fondamento dell'unione bancaria che sancisce la
responsabilizzazione degli investitori. (2)
Peccato che bail-in pronunciato in fretta o a mezza bocca suoni molto, molto simile e anzi
identico, al genovese "belin".
Sarà la stessa identica cosa anche nelle annunciate e sottintese premesse? Temo di sì.
Prendetene ora buona nota.
Il bollettino meteo annuncia tempesta in arrivo con isobare da paura e barometro in picchiata.
La situazione.
Le sofferenze del sistema bancario italiano ammontano ora a 168,5 miliardi pari all'11% del PIL e si
sono incrementata del 20% negli ultimi tre anni e quadruplicate dal 2008.
La settimana scorsa la BCE con l'ulteriore riduzione dei tassi ha deliberato un piano di sostegno del
sistema bancario con l'acquisto di ABS (Asset Backed Securities).
Intanto le sofferenze del sistema bancario italiano si sono incrementate del 5,00 % e i prestiti sono
scesi del 3,30%. Qualcosa vorranno pur dire questi due indici divaricati a forbice, o no?
Le prime 15 banche del sistema bancario italiano sono già in "cura", sotto osservazione della BCE.
Gli stress test. Di questo gruppo di grandi banche le prime 5 sono già sotto il controllo BCE.
Delle altre restanti banche del sistema bancario italiano, che sono circa seicento, su circa 160
ispezionate da Banca d’Italia emerge che:
a. 1 su 5 presenta difetti di governance
b. 1 su 7 presenta pure rilievi penalmente rilevanti
con questo s'intende che nel caso a) dette banche sono rette da incapaci e nel caso b) da criminali.
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Ora di corsa e in affanno si corre ai ripari.
Unicredit annuncia la chiusura di 350 filiali e presenta un esubero di centinaia di dipendenti.
MPS oltre alla chiusura di centinaia di sportelli prevede 8.000 licenziamenti.
Le altre seguono a breve distanza.
Si spiega così che l'ABI - tra lo stupore inorridito e inspiegabile dei sindacati - ha detto un sonoro
NO al rinnovo del CCNL dei circa 315.000 dipendenti. Tutti o quasi da ri-professionalizzare.
Ancora è da dire che l'anello debole del sistema, contrariamente a quel che si crede, sono le BBC.
Ne è previsto il commissariamento.
Chiediamoci come fino ad ora hanno retto le banche un siffatto così precario equilibrio.
Le commissioni per servizi applicate dalla banche sui c/c sono cresciute in tre anni del 43% in tre
anni.
C'è qualche altra azienda privata che nello stesso tempo ha triplicato i ricavi per servizi resi?
BANKING COMPACT
Così si chiama e che ben si sposa con il fiscal compact
In termini piani, ci aspettano 20 anni di purgatorio o d’inferno.
I nostri cari risparmiatori depositanti, blanditi e addormentati dal mitico dr. Gigetto, direttore della
filiale sotto casa hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
Solo che ora si accorgono che non era sabbia …
Per uscirne bisogna spostare la tassazione dai fattori produttivi ai consumi e agli immobili.
Da subito IVA fino al 25% oltre ad altre accise.
Forse anche il consumo del sole per la tintarella sugli scogli.
Non ci avevano detto i nostri esperti che contrariamente agli altri paesi della comunità in Italia non
c'era nessun problema per lo sfondamento del debito pubblico perché tanto il debito pubblico era
massimamente in mano alle famiglie che pure avevano un inestimabile patrimonio immobiliare?
Vero. Circa l'84% del patrimonio delle famiglie italiane è in immobili.
In Italia per l'acquisto di una normale casa d’abitazione ci vogliono otto stipendi.
In Europa in media ne bastano quattro.
E ora metteteci mano dice kapò Merkel! Anzi impone e nemmeno raccomanda.
Con quel che si è detto non resta che attendersi un robusto aggiustamento in basso dei valori
immobiliari corroborato dall'incremento della tassazione trascinato dall'aumento prossimo degli
estimi catastali.
È possibile pure, ancorché smentita, una patrimoniale 10% sui conti correnti.
Quindi, crollo dei prezzi e reintroduzione della tassa di successione, con aliquota tra il 20 e il 25%.
Aggiustati così gli indici catastali e reintrodotta la tassa di successione non resta che aspettare
seduti sulla riva del fiume.
Da fonte dati statistici ISTAT 2012 risulta che il 20,8% della popolazione supera i 65 anni di età.
Cioè una fetta rilevante della popolazione intestataria di immobili nel giro di una quindicina di anni
passerà a miglior vita: basta aspettare.
Si calcola l’introito atteso in 1.200 miliardi: un esproprio e il salvataggio dei conti dello Stato.
Io ho quel che ho donato. Sembra quasi il motto di Gabriele D’Annunzio scolpito sull’ingresso del
Vittoriale.
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Terrorismo?
No consapevolezza.
Quando si apre un conto corrente o un deposito bisogna analizzare per bene gli indici (se ne
trovano in quantità su internet tra di loro raffrontati con l’elenco delle banche che in tal modo
sono classificate per affidabilità) e comportarsi come usa la banca comportarsi con noi prima di
accordarci un prestito.
Dunque chiedi alla tua banca di fornire:
- indici patrimoniali;
- indici economici;
- modalità di servizi (ad esempio chiusura sportelli).
Se rifiuta di darci quei dati, questo è un motivo sufficiente per alzare i piedi e andarsene da un
altra parte.
Si dice Nemesi.
Personificazione nella mitologia greca e latina della giustizia distributiva, e perciò punitrice di
quanto, eccedendo la giusta misura, turba l’ordine dell’universo,
Una sorta di CRIF dei cattivi pagatori per le banche come atto di giustizia compensativa.
Non ci avreste scommesso un euro. Vero?
ALLORA BISOGNA SCEGLIERE NOI LA BANCA COME LEI SCEGLIE NOI.
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(1) Costruzione dell’unione bancaria
Meccanismo di vigilanza unico: elemento costitutivo essenziale dell’unione bancaria
L’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico (MVU) nell’autunno 2014 rappresenterà una pietra miliare
nella realizzazione dell’unione bancaria in Europa. L’unione bancaria è uno dei quattro elementi costitutivi
di un’autentica Unione economica e monetaria.
Obiettivo dell’unione bancaria è dare vita a un quadro finanziario integrato per salvaguardare la stabilità
finanziaria e ridurre al minimo il costo dei fallimenti delle banche.
Le sue componenti saranno il Meccanismo di vigilanza unico e i nuovi quadri integrati di garanzia dei
depositi e di risoluzione delle crisi degli enti creditizi.
L’unione bancaria si baserà su un corpus unico di norme per i servizi finanziari, esaustivo e dettagliato. La
competenza di sviluppare ulteriormente questo corpus e di tenere sotto osservazione la sua applicazione è
affidata all’Autorità bancaria europea (ABE).
Tappe fondamentali della realizzazione del Meccanismo di vigilanza unico
15 maggio 2014 Entrata in vigore il regolamento quadro sull’MVU
Il regolamento quadro sull’MVU definisce la struttura giuridica per la cooperazione con le autorità
m
nazionali competenti (ANC) nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico; inoltre, disciplina le relzioni tra
la BCE e le ANC e contempla disposizioni applicabili direttamente alle banche.
Tre Pilastri della Banking Union
Primo: SSM Framework europeo di supervisione bancaria
Secondo: SRM Sistema europeo di risoluzione delle crisi
Terzo: SRF Sistema Resolution fund
Quarto: DGS Sistema accentrato di assicurazione dei depositi
Propedeutica è l’armonizzazione di strumenti e procedure (Direttive BRR e DGS)
(2) Cosa capita in caso di fallimento di una banca e sopratutto come verranno interessati
anche i clienti (correntisti, azionisti ed obbligazionisti) della banca.
Eccolo l’accordo sull’Unione Bancaria.
In un precedente post ne abbiamo già fatto cenno a quello che sarebbe potuto succedere.
Ve lo avevamo detto.
È quindi stato deciso il meccanismo dell’SRM, ovvero il metodo di fallimento controllato di una
banca in crisi, con l’obiettivo di rendere l’evento il meno destabilizzante possibile e nello stesso
tempo dividere il mondo banca dal mondo stato, cercando di far tornare la fiducia nel settore.
Saccomanni lo acclama come “accordo storico”: senza dubbio lo è in quanto cambia radicalmente
le cose e mette un po’ di ordine:
[…] Saccomanni ha parlato di “risultato storico”, paragonabile a “un’altra storica conclusione
che era quella dell’unione monetaria”. Anche in questo caso, aggiunge il ministro dell’Economia,
“nei prossimi mesi si lavorerà”. E ha sottolineato che grazie a quest’accordo “è stato esorcizzato
il pericolo che si ripeta quello che è successo con Lehman Brothers”. […]
Incredibile, la soluzione che tutti cercavano.
Peccato che si dimentica che in un default bancario qualcuno deve pagare.
E nella fattispecie a pagare saranno i clienti della banca.
Bella cosa! Inoltre l’effetto contagio è debellato? Su questo ce ne sarebbe da dire …
Ma andiamo a vedere i contenuti dell’intesa.
[…] gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sugli istituti di
credito a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine
confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni. Nel primo anno, le banche in default
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controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese, ma negli anni successivi, man mano
che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse.
Quindi prevede la creazione di un fondo unico di risoluzione (Srf) da 55 miliardi di euro in dieci
anni, che servirà al sistema bancario per rifinanziare gli istituti europei in crisi.
Il fondo Srf, dopo una fase transitoria che comincerà il 1 gennaio 2015, sarà a regime dal 2025.
[…] La seconda componente del meccanismo di risoluzione unico è l’autorità che prende la
decisione di far fallire una banca in difficoltà: sarà un board formato da rappresentanti delle
autorità nazionali, che agirà su impulso della Bce. Saranno gli Stati ad avere l’ultima parola,
perché la Commissione, che avrebbe voluto voce in capitolo, è stata invece in pratica estromessa.
La decisione su come e quando “risolvere” una banca sarà presa in 24 ore, come voleva la Bce. Il
meccanismo unico di risoluzione si applicherà a tutte le banche supervisionate dalla Bce, entrerà in
vigore il 1 gennaio 2015, mentre le regole del ‘bail-in’ si applicheranno esattamente un anno dopo.
Già, bail-in.
Che dire , un grande successo! Soprattutto per i clienti della banca in difficoltà. Pensate per esempio
ad una banca come MPS … Ma i toni sono entusiastici …
Peccato che bail-in pronunciato in fretta a mezza bocca suoni molto, anzi identico, al genovese
"belin".
Sarà la stessa identica cosa.
«In futuro le crisi bancarie del recente passato saranno gestite in modo completamente diverso –
ha detto il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem –. Le banche da ora in poi
saranno chiamate a rispondere delle loro perdite e dei loro rischi. Mi sembra un cambiamento
molto salutare»
Molto salutare! Certo, non c’è dubbio. In linea di massima le banche finanzieranno loro stesse il
fondo per eventuali salvataggi.
Quindi sono soldi dei risparmiatori. Ma si sapeva.
Era il modello “bail-in” quello candidato a diventare ufficiale.
Come diventa ufficiale, finalmente, un ruolo per l’ESM:
Il “backstop” o paracadute voluto dall’Italia assicura che nella fase iniziale del fondo, dopo
l’auto-salvataggio o ‘bail-in’ delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e
grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere “finanziamenti ponte”
da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm. Saranno possibili anche i prestiti tra
compartimenti del fondo salva-banche. Per Saccomanni il principio è che il sistema sia finanziato
dalle banche stesse, ma se c’è necessità possono intervenire garanzie dei governi.
Morale, ora lo sapete.
Se avete delle obbligazioni subordinate o convertibile, avete in mano PURO capitale di rischio.
Da tempo è chiara la nostra posizioni sulle subordinate.
Oggi, questo provvedimento, conferma tutti i nostri timori su questa categoria di bond.
Almeno però, ora, c’è un po’ più di chiarezza di cosa potrebbe succedere in caso di una banca in
crisi.
Mutatis mutandis si potrebbe parafrasare:
"IL MIO NOME È BOND. DEFAULTED BOND"
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