13 APRILE bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative
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13 APRILE bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative
EDITORIALE 13 APRILE D a qualche tempo fervono i preparativi della festa per l’inaugurazione dell’Oratorio. Negli ultimi giorni il paese si è vestito di colori, giallo e bianco. I commenti sono vari. “In così poco tempo l’Oratorio è sorto dal niente!”; “Ma è proprio pronto!”; “Certo che in un anno tutto è stato concluso, non ci speravamo”… È proprio così! A fine marzo del 2013 si poneva la prima pietra prima della processione delle Palme … La Domenica delle Palme del 2014 l’inaugurazione. Veramente eccezionale. Nel pomeriggio della Domenica delle Palme la gente si è radunata davanti alla Chiesa e tantissime persone sono convenute, anche da fuori! Bello vedere questo via vai di persone… Tutti aspettando il Vescovo Luciano. I bambini con la maglietta bianca, la banda civica, le autorità. Quando don Luciano arriva scroscia un applauso denso di accoglienza e di partecipazione. E poi il saluto, la discesa all’oratorio, il taglio del nastro, la preghiera, la benedizione, il discorso del Vescovo rivolto ai bambini e ai genitori, la canzone e le danze dei ragazzi, il lancio dei palloncini con i messaggi, il giro dei locali, il taglio della torta e tanta, tanta, tanta gente in festa! Questo è il punto d’arrivo, ma quante difficoltà affrontate e quanta passione dimostrata dai vari organismi della comunità e dal paese intero! Un cammino fatto di sogni e speranze, iniziato già alcuni anni fa e concretizzato ora. Un grazie sincero allora a tutti coloro che hanno sognato, che hanno pensato e realizzato questo grande desiderio. Non è stato facile, così come la sfida continua! Adesso bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative, perché credere all’educazione delle future generazioni è una continua scommessa. bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative perché credere all’educazione delle future generazioni è una continua scommessa Portiamo avanti con gioia questi principi e diamo sempre più valore a ciò che abbiamo, soprattutto alle persone che si dedicano continuamente ad educare le giovani generazioni aiutandole a crescere. Un sincero grazie a chi ha permesso la realizzazione di quest’opera: a Maria Delbono e a Martina Angelo che hanno lasciato alla Parrocchia i loro beni, a chi crede e continua mensilmente ad offrire la propria parte, a chi si impegna con varie iniziative per coprire il mutuo quasi ventennale, a chi dà la disponibilità per rendere l’Oratorio accogliente, a chi scommette sulla educazione nella catechesi e nello sport … Infine (e per primo), a Colui che è all’inizio e alla fine di ogni nostro desiderio e iniziativa. Grazie di cuore a tutti! Don Gigi 1 2 ORATORIO di MONTEROTONDO UNA GIORNATA INDIMENTICABILE E ’ difficile raccontare com’è stata l’inaugurazione del nuovo oratorio di Monterotondo senza oltrepassare i limiti della credibilità, cercando di convincere il lettore che c’erano realmente più di mille persone e che la torta era davvero una riproduzione in scala di quello che è stato definito “un gioiello dell’architettura”. Perciò vi chiedo cortesemente di provare a fidarvi di me o se proprio non doveste riuscirci, di concedermi perlomeno il privilegio del dubbio. Il mio compito, quel giorno, era quello di riprendere gli attimi salienti con la mia piccola telecamera digitale - niente di troppo professionale solo un modo poco impegnativo per coinvolgermi ed evitare che rimanessi tutta la domenica pomeriggio a dormire. Sì, perché il grande giorno era stato fissato di domenica, per l’esattezza alle 15:30 del 13 aprile. Da brava reporter amatoriale che vuol dare l’impressione di saper fare qualcosa, arrivai all’oratorio alle 15:10 sperando di cogliere di sorpresa gli animatori per la mia puntualità. Ahimè, erano già tutti là, e per tutti non intendo solo animatori, bambini ed educatori più grandi, ma anche banda, polizia, alpini e gente da ogni dove che era andata a rifugiarsi perfino sulla montagnetta adiacente al campo da calcio pur di avere una buona visuale. Mancava solo il vescovo, insomma. Che per fortuna quel giorno ebbe la bella idea di arrivare con venti minuti di ritardo, lasciandomi il tempo di filmare i sorrisi impazienti di qualche bambina ben pettinata e i repentini cambi di programma dell’ultimo secondo da parte degli organizzatori. Una volta arrivato, seguirono i saluti formali a don Gigi, che per l’occasione era particolarmente agitato, alla signora sindaco, agli alpini e a qualche altro membro della comunità. Ma furono brevi perché il responsabile della nostra diocesi se ne stava già là, all’entrata dell’oratorio, con le forbici in mano e dovetti sgomitare fra perfetti sconosciuti per riuscire a non perdermi la scena chiedo umilmente scusa. Tagliato il nastro, mille persone e stendardi colorati cominciarono a scorrere davanti ai miei occhi, tanto che arrivai a chiedermi da dove fossero sbucate. Era una vera e propria fiumana, giunsi perfino a ipotizzare che all’inizio della coda dovesse esserci un buco nero che stesse rigurgitando donne, uomini e bambini senza sosta. E qui arriva la parte difficile, il discorso del vescovo. Proseguiamo per gradi: prima ci fu una simpatica introduzione di don Gigi che assicurò che il Papa sarebbe arrivato di lì a poco, sotto richiesta di Andrea Bizioli. Poi il vescovo salì sul palchetto rosso e cominciò ad esortare bambini e adulti a crescere insieme all’interno del nuovo oratorio. Per mia immensa fortuna, sono appena stata informata che a seguito di questo articolo seguirà la trascrizione integrale del suddetto discorso quindi vi rimando direttamente a quello, lo sforzo di riassumerlo non mi si addice. 3 Seguì la benedizione vera e propria della struttura ed uno scambio di doni: don Gigi regalò al vescovo la maglietta disegnata anche dalla sottoscritta proprio per l’evento eccezionale e lui ricambiò lasciando alla comunità un crocifisso dal peso preponderante. Terminata la parte formale, si aprirono le danze, nel vero senso della parola. Bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni si esibirono in un fantastico balletto al ritmo della canzone “Ecco l’oratorio!” che riflesse in maniera egregia l’impegno delle educatrici nell’insegnarglielo. Dopodiché si lanciarono tutti verso il campo da calcio, dove liberarono decine di palloncini colorati che portarono al cielo i loro desideri riportati su mille fogliettini di carta. Finisce qui la parte ordinata dell’inaugurazione. Perché poi si materializzarono dal nulla due lunghissime tavolate stracolme di vassoi di pietanze dolci e salate e fu l’inizio della fine. La fiumana si riversò sulle cibarie, nonostante le organizzatrici cercassero di fermarla, ma non ci fu nulla da fare: al taglio della torta avevano tutti la bocca piena. Devo ammettere che pure io fui molto tentata dalle pizzette. Ad ogni modo riuscii a resistere alla tentazione della mozzarella e credo che nel mio ultimo video si intraveda il vescovo che, munito di coltello affilato, taglia l’enorme torta di pasta di zucchero, grande almeno un metro e mezzo e alta circa quaranta centimetri. Penso che ne abbia tagliata anche un’altra con la foto della nostra perla architettonica, ma a quel punto ero troppo impegnata a ad accaparrarmi un bicchiere di tè, per potervelo raccontare. Le ore seguenti passarono allegramente tra cibo, giri per le nuove stanze e chiacchiere animate, ed è meglio che il mio racconto si fermi qui, perché non credo sia il caso di riportare il deteriorarsi delle mie battute all’aumentare dei bicchieri di vino - gli effetti collaterali dell’abitare in Franciacorta. Ringrazio vivamente tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita di questa giornata indimenticabile, il vescovo, don Gigi, Antonio, l’architetto Piubeni nonché mio papà e i suoi due amici, Nicola e Alberto, Gigi per i complimenti, gli educatori tra cui Elena, Marco&Marco, Gabriele, Maria, Anna, Chiara, le mamme che hanno collaborato, Antonella, Tiziana, Chiara, gli alpini, la sindaco e tutti quelli che - scusatemi - non conosco. Grazie. Ringrazio anche il lettore che sia riuscito ad arrivare in fondo a questo pezzo buffo e stralunato, senza perdere la pazienza o la fiducia nella mia tanto labile credibilità. Ester Piubeni 4 ORATORIO di MONTEROTONDO Un doveroso ringraziamento a chi, nel passato, ha pensato a noi lasciando i propri beni a servizio delle opere Parrocchiali, in particolare: - la signora Maria Del Bono e il signor Angelo Martina (Angeleto) :la vendita dei terreni e del rustico ci han permesso di realizzare questa grande opera; - la fondazione CARIPLO per l’erogazione di €. 100.000 (centomila €uro) a fondo perduto Numerosissimi sono stati i professionisti, le ditte e le imprese che hanno collaborato alla costruzione del nostro nuovo Oratorio. Per questo si ringraziano: Ceramiche Sbaraini srl per pavimenti e rivestimenti Cesareni Costruzioni Generali Srl per opere edili Dora Mario Lattoniere per manto di copertura e lattoneria Dott. geol. Luigi Larocchi per indagine geologica Elettro Service snc di Brescianini e Valloncini in qualità di elettricisti Estfeller Pareti srl per le pareti mobili F.lli Gatti snc in qualità di fabbro Falegnameria Maffezzoni Stefano per i serramenti Far.Com. di Fenaroli Riccardo & C.snc per cartongessi, cappotti e pittura Franciacorta Scavi srl per movimento terra geom. Samuele Pezzotti per le pratiche catastali Lancini Ascensori srl per il passavivande Mingardi sas di Mingardi Roberto & C. in qualità di idraulico Moretti Interholz srl per le strutture del tetto Per. Ind. Cossandi Mario per il progetto dell’impianto elettrico Piubeni Associati, studio di architettura e ingegneria per la progettazione, calcoli strutture e direzione lavori Riccardo Giovanardi per la fornitura dei quadri elettrici Studiosistema geom. Leonardo Baldassari per la certificazione della prestazione energetica I Volontari che hanno speso tanto tempo per pensare e proporre le varie soluzioni tecniche e pratiche : Si ringraziano anche tutte le persone che hanno collaborato a rendere speciale e indimenticabile l’inaugurazione dell’Oratorio: Gruppo alpini, che durante tutto il periodo della costruzione dell’oratorio hanno messo a disposizione della comunità le proprie strutture Banda comunale di Passirano Vescovo Luciano e i suoi collaboratori Amministrazione Comunale di Passirano Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Don Gigi e Don Raimondo Responsabile educativo Gruppo giovani Gruppo manutenzione Gruppo cucina Gruppo adolescenti Volontari del punto accoglienza Pasticcere Angelo Morandini Bredina fiori La Fotografa Maddalena e il cineoperatore Mario Delbono Gianbattista Uberti per le fotografie Ed infine si ringraziano tutti i volontari che tra torte e palloncini ci hanno regalato questo bel ricordo! 5 Ricordo della carissima Anita Nel mese di febbraio se n’è andata Anita: presenza caratteristica nella comunità di Monterotondo: il suo sorriso, la sua gioia, il suo altruismo sono alcune caratteristiche che la comunità non scorderà, assieme alla sua inseparabile bicicletta, che ora solca le vie del cielo. Ricorderemo sempre il suo sorriso e la sua gioia. Cara Anita, ti ringraziamo per il tuo esempio di comunità che ci hai dimostrato in questi anni. Eri promotrice e sostenitrice in ciò credevi fino alla fine, sempre positiva di fronte alle difficoltà della vita. Ci hai sempre ricordato di ringraziare il Signore per ciò che abbiamo avuto, e questo l’hai dimostrato con la tua presenza attiva nonostante la malattia che hai combattuto fino all’ultimo momento. Ciao Ani, ci mancherà la tua allegria e la tua simpatia. Le tue amiche. “il mio penare è una chiavina d’oro… piccola ma che apre un gran tesoro. È croce, ma è la croce di Gesù: quando l’abbraccio non la sento più. Non ho contato i giorni di dolore: so che Gesù li ha scritti nel suo cuore. Vivo momento per momento, e allora il giorno passa come se fosse un’ora soltanto. Mi han detto che, guardata dal di là, tutta la vita un attimo parrà. Passa la vita, vigilia di festa; muore la morte. Il Paradiso resta. Due stille ancora dell’amaro pianto, è di vittoria poi l’eterno canto… “ Ricordo di Lazzaroni In Ricordo di Alessandro Lazzaroni Un’altra persona ci ha lasciato nei mesi scorsi, il nostro Sandro. Pur carico di anni, fino a poco tempo fa viveva le sue giornate nei lavori in casa e fino a quando ha potuto partecipava alla messa domenicale e immancabilmente passava dal “suo” Oratorio, che tanto aveva amato. Sì perché ora l’Oratorio è nuovo, ma non dimentichiamo che tanti volontari come lui avevano reso vivibile l’Oratorio nel tempo passato. Ancora un grazie a chi ha amato la nostra comunità e ha creduto donandosi e spendendosi con tanta gioia al servizio dei più giovani. Aveva un desiderio: vedere il nuovo Oratorio pronto (così come l’Anita) e poco tempo prima dell’inaugurazione se n’è andato. Dal cielo, certamente queste due stelle ci seguiranno e saranno presenti nel nuovo ambiente educativo, che la comunità ha posto come segno per le future generazioni. 6 G.S.O. MONTEROTONDO A.S.D. all’interno del Progetto Educativo dell’Oratorio della Parrocchia San Vigilio presenta la stagione sportiva 2014-2015 “SPORT PER CRESCERE” Ecco le nostre proposte: Progetto Edu-Calcio E’ un progetto sportivo-educativo che si prefigge obiettivi formativi quali l’educazione alla vita di gruppo, l’istruzione al gioco di squadra ed al perseguimento di obiettivi comuni, quali la tolleranza e l’integrazione tra i compagni di gioco, ispirandosi a “La Carta dei diritti del Bambino nello sport”. Categorie di riferimento: Piccoli Amici: anni 2006 - 2007 - 2008 n.1 allenamento settimanale Under 12 :anni 2003 - 2004 - 2005 n.2 allenamenti settimanali e partecipazione campionato CSI Under 14 :anni 2001 - 2002 - 2003 n.2 allenamenti settimanali e partecipazione campionato CSI Per Informazioni: Errico Antonio (coordinatore progetto) tel. 329-4022355 Bizioli Nicola (responsabile area tecnica) tel. 338-42270350 Corso JUDO Rivolto a bambini ed adulti dai 4 ai 99 anni. Inizialmente finalizzato all’avviamento ed all’insegnamento del Judo attraverso il gioco, rafforzato poi con il perfezionamento delle tecniche specifiche di questa antica arte marziale. Possibilità di partecipare a gare provinciali e nazionali organizzate dal CSI o dalla F.I.J.L.K.A.M. Per Informazioni: Fiorentino Matteo (Maestro) tel. 030-654273 – [email protected] Corso Danza Classica/Moderna E’ un corso aperto ai bambini/e dai 6 ai 16 anni finalizzato a stimolare la conoscenza del corpo ed il senso del ritmo e del movimento. Nei corsi più avanzati si acquisiscono le tecniche della danza moderna ed i principi base della danza classica tramite esercizi alla sbarra, salti e coreografie. Per informazioni: Nicoletti Sara (insegnante) tel. 348-7489258 Bracchi Daniela (responsabile corso) tel. 349-7502447 Tutte le attività si svolgeranno presso il nuovo oratorio di Monterotondo 7 Grazie Bruno!!! S ono sincero che, quando don Gigi mi ha al tuo caro Bornato, in aiuto al tuo parroco; chiesto di scrivere un articolo per il speriamo che ora tu possa dedicare più tempo bollettino parrocchiale in ringraziamento a alla tua famiglia che per tanto tempo hai Bruno, il nostro Diacono, mi sono sentito lusin- trascurato per noi. gato; ma poi ho subito pensato che era difficile Grazie cara Angiolina (per chi non lo sapesse è riassumere in poche righe i suoi ben 13 anni di la moglie di Bruno) perché senza dare nell’ocservizio tra noi…. chio e senza fare rumore sei stata anche tu una Cosa si più scrivere del nostro Diacono Bruno? missionaria per noi passiranesi lasciando libero Comincio dall’inizio, in quella calda domenica il tuo Bruno di correre a Passirano tutte le volte sera di Agosto del 2002 quando Mons. Olmi che serviva la sua importante presenza! allora Vescovo ausiliare di Brescia venne a dare Permettetemi infine un piccolo ringraziamento l’annuncio che a Passirano non personale. Grazie Bruno, ci sarebbe stato più un curato, perché se sono prete lo devo ma un diacono permanente ad anche a te. Mi hai sempre Grazie di cuore aiutare il nostro caro don Giusostenuto, aiutato, insieme seppe… un diacono!?!? La abbiamo pregato, lavorato, per la tua maggior parte dei passiranesi correndo in lungo e in largo, amicizia non sapeva nemmeno cosa per le liturgie, per i campi con fosse un diacono figuriamoci gli adolescenti e per le feste del e la tua uno con la permanente…. Centro Giovanile. I giorni seguenti non si sono Grazie di cuore per la tua testimonianza risparmiati i commenti… amicizia e la tua testimonianza Tralasciamoli … da vero Cristiano! di vero Arriva il giorno dell’ingresso, ed Don Angelo Bonardi Cristiano ecco che in poco tempo quell’individuo, che molti guardavano con diffidenza, conquista i cuori dei passiranesi, con il suo sorriso e la sua voglia di fare il bene per la nostra povera comunità! Ecco che il Diacono Bruno comincia la sua opera in aiuto al Parroco don Giuseppe. Incaricato di dirigere il Centro Giovanile ha saputo arricchire con la sua esperienza la formazione dei nostri catechisti, affiancato dalle nostre indimenticabili suore. Catechisti, volontari e giovani hanno subito trovato in lui un punto di riferimento: ha saputo coniugare tra di noi la saggezza del padre di famiglia e la santità dell’uomo di Dio, per il bene delle Chiesa che è in Passirano. Grazie per tutto ciò che in questi lunghi anni hai fatto, caro Bruno, una obbedienza ti ha portato a Passirano e ora un’altra obbedienza ti riporta 8 Le Giornate del Donatore 19a edizione I l 4, 5 e 6 aprile scorso il Gruppo AIDO Mattia Ravelli e la Sezione AVIS di Passirano hanno organizzato le Giornate del Donatore, come abitudine ormai consolidata da anni. All’incontro di venerdì 4 sono intervenuti la dott.ssa Elsa Cavagna, psicologa e psicoterapeuta, il dott. Ottorino Barozzi, coordinatore Prelievo organi e tessuti dell’area bresciana Spedali Civili di Brescia, e Angelo Onger, in qualità di moderatore. Oltre all’assessore ai Servizi sociali Francesco Pasini, hanno presenziato anche il presidente e la vicepresidente provinciale AIDO: Lino Lovo e Rosaria Prandini. Tema della serata era la donazione degli organi. La trattazione ha preso il via dalla storia vera del cortometraggio “E la vita continua”, presentato peraltro alla Mostra di Venezia 2012; protagonisti sono i genitori di un ragazzo morto in un incidente stradale, che acconsentono al prelievo degli organi del figlio. La loro decisione salverà la vita a un attore colpito da tumore al fegato. Il dottor Barozzi, ricordando la nostra Agnese Bonardi, ultima donatrice in ordine di tempo, nonché sua valida collaboratrice, ha sottolineato la diffusa difficoltà nell’acconsentire l’espianto degli organi; anche se in percentuale minore rispetto ad anni fa, ad oggi non sempre i familiari del defunto danno il consen- so all’espianto, nonostante sia comprovato che, quando si parla di morte cerebrale, si parla di morte certa senza alcun dubbio. Da qui l’importanza della donazione come gesto d’amore, di solidarietà e di carità nei confronti di chi ne ha assolutamente bisogno per continuare a sperare in una vita migliore. Sabato mattina AIDO e AVIS hanno incontrato i ragazzi delle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Passirano, al fine di sensibilizzarli sull’argomento. Sono intervenuti Nicla Bonardi, giovane passiranese trapiantata di polmoni, Dario Barucco e Michele Salogni, rispettivamente presidenti AIDO e AVIS di Passirano. Moderatore: Angelo Onger. 9 XIII CAPITOLO GENERALE DELLE SUORE OPERAIE DELLA SANTA CASA DI NAZARETH S La sera grande successo per la Compagnia teatrale “Araba Fenice” di Passirano. La trama avvincente della commedia dialettale “La servô balosô”, interpretata da attori tanto convincenti quanto esilaranti, ha travolto la platea tra applausi e spassose risate. Domenica 6 aprile, nella chiesa parrocchiale di Camignone, la celebrazione, da parte di don Angelo Mantegari, della Santa messa dedicata ai donatori. Per concludere, all’oratorio di Passirano è andato in scena “La Principessa e il Ranocchio”, musical de “I soliti ignoti” di Brescia: un allegro spettacolo per i più piccoli e per le famiglie, proposto da esuberanti adolescenti. I momenti intensi e significativi delle testimonianze, alternati all’ilarità degli spettacoli, hanno regalato occasioni di riflessione e di condivisione, riuscendo a coinvolgere anche stavolta la nostra comunità. L’appuntamento è per il prossimo anno, in occasione della 20 a edizione! Chiunque volesse aderire all’AIDO, oppure desiderasse semplicemente avere informazioni e chiarimenti, può scrivere all’indirizzo mail [email protected] o contattare Dario Barucco, Presidente AIDO di Passirano, al numero 338/2712624. i è concluso da poco il nostro XIII Capitolo generale. Il solenne inizio ha avuto luogo domenica 23 marzo nella Basilica di S. Arcangelo Tadini a Botticino Sera, con la Celebrazione presieduta dal Vescovo Luciano Monari. I lavori capitolari si sono conclusi l’8 aprile. Per la nostra Famiglia religiosa è stato un momento di forte comunione, un'occasione preziosa per cercare insieme la Volontà di Dio. Il tema scelto, “Donne della Casa di Nazareth, grembo del Vangelo per la vita del mondo”, intende esprimere, per le Suore Operaie, l’irrinunciabilità di essere presenza significativa oggi nel mondo del lavoro, da donne consacrate. Siamo chiamate ad inventare strade nuove e curare nuovi germogli di vita, convinte che seguire la nostra vocazione di Suore Operaie della S. Casa di Nazareth è fare un viaggio instancabile verso la quotidianità, la pasta in cui immettere il lievito del Vangelo. Sabato 29 marzo è stata eletta la nostra nuova madre generale, suor Sabrina Pianta e domenica 30 sono state elette le sorelle che affiancheranno la madre nella guida della nostra Congregazione, suor Elena Faletti, suor Enza Frignani, Suor Susanna Bukuru e suor Raffaella Falco. Con grande gioia abbiamo accolto il soffio dello Spirito che ha affidato a queste “donne della Casa di Nazareth” la cura della nostra Famiglia, a servizio dei fratelli lavoratori. La nostra gioia diventa ringraziamento sia per suor Sabrina, per la sua disponibilità e il suo esempio di fede, sia per la nostra carissima madre Emma, che per 18 anni ha custodito e guidato la nostra Famiglia con grande cura, tenerezza e saggezza. A suor Sabrina e alle sorelle del Consiglio auguriamo un cammino nello Spirito, per essere, come Maria nel Magnificat, capaci di sentire in grande, di pensare in grande, con i piedi ben appoggiati sul pavimento della nostra quotidianità e con le finestre delle nostre comunità sempre spalancate sulla grande storia. Così scopriremo che il tempo che il Signore ci dona da vivere è carico della sua Presenza, è un tempo che lancia sfide e offre segnali ed appelli. Lo Spirito ci donerà luce e capacità di rispondere alle urgenze del nostro mondo, secondo quella vocazione della quale Egli stesso ci riveste. La Santa Famiglia di Nazareth e S. Arcangelo Tadini ci accompagnino con la loro benedizione! Le Suore Operaie 10 Papa Paolo VI D opo aver canonizzato Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, domenica 19 ottobre papa Francesco proclamerà beato un altro suo predecessore, Paolo VI. Un evento che coinvolge direttamente la Chiesa bresciana che annovera Giovanni Battista Montini tra i suoi figli. È nato infatti a Concesio il 26 settembre 1897. I genitori, l'avvocato Giorgio Montini e Giuditta Alghisi, si erano sposati nel 1895 ed ebbero tre figli: Lodovico, nato nel 1896, che divenne avvocato, deputato e senatore della Repubblica, morto nel 1990, Giovanni Battista e, nel 1900, Francesco, medico, morto improvvisamente nel 1971. Il padre, al momento della nascita del futuro pontefice, dirigeva il quotidiano cattolico “Il Cittadino di Brescia”, e fu poi nominato deputato per tre legislature nel Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo; Giorgio Montini e Giuditta Alghisi morirono entrambi nel 1943 a pochi mesi di distanza. Il 29 maggio 1920 ricevette l'ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Brescia; il giorno successivo celebrò la sua prima Messa nel Santuario delle Grazie. Nel novembre dello stesso anno si trasferì a Roma. Nel 1923 venne avviato agli studi diplomatici presso la Pontificia accademia ecclesiastica. Nel 1924 conseguì tre lauree: in Filosofia, Diritto canonico e Diritto civile. Nell'ottobre 1925 fu nominato assistente ecclesiastico nazionale della Fuci, carica che mantenne fino al 1933. In quell’ambito, Montini formò la futura classe dirigente della Dc. Il 13 dicembre 1937 fu nominato sostituto della Segreteria di Stato; iniziò a lavorare strettamente al fianco del cardinale segretario di stato Eugenio Pacelli, divenuto poi Pio XII che, il 1º novembre 1954, lo nominò arcivescovo di Milano. Montini fu il primo cardinale nella lista dei porporati creati da Giovanni XXIII nel Concistoro del 15 dicembre 1958. Il breve ma intenso pontificato di Giovanni XXIII vide Montini attivamente coinvolto, soprattutto nei lavori preparatori del Concilio Vaticano II, aperto con una solenne celebrazione l'11 ottobre 1962. Il Concilio però si interruppe il 3 giugno 1963 per la morte di papa Roncalli, malato da qualche mese. Il Conclave che seguì si concluse con l'elezione di Montini, che assunse il nome di Paolo VI, il 21 giugno 1963. Di grande rilievo fu la sua scelta di rinunciare, nel 1964, all'uso della tiara papale, mettendola in vendita per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi. Da Papa seguì il percorso innovativo iniziato da Giovanni XXIII, consentendo una riuscita prosecuzione del Concilio Vaticano II e il suo compimento. Sostenne l’aggiornamento e la modernizzazione della Chiesa, ma, come tenne a sottolineare il 29 giugno 1978, in un bilancio a pochi giorni della morte, la sua azione pontificale aveva tenuto quali punti fermi la "tutela della fede" e la "difesa della vita umana". Paolo VI fu il primo papa a viaggiare in aereo: volò per raggiungere terre lontanissime, come nessuno dei suoi predecessori aveva ancora fatto; è stato il primo papa a visitare tutti i cinque continenti. Questi i paesi esteri visitati durante il pontificato: Terra Santa e India (1964); Nazioni Unite di New York (1965); Fatima e Turchia: in questa occasione avvenne lo storico incontro con il patriarca Atenagora I (1967); Bogotà (1968); 11 Ginevra e Uganda (1969); Asia Orientale, Oceania e Australia (1970). Nel 1966 Paolo VI abolì, dopo quattro secoli, e non senza contestazioni da parte dei porporati più conservatori, l'indice dei libri proibiti. Nel 1967 annunciò l'istituzione della Giornata mondiale della pace, che si celebrò la prima volta il 1º gennaio 1968. Fra i documenti principali del suo magistero le encicliche “Ecclesiam suam” (1964), sul dialogo all'interno della Chiesa e della Chiesa con il mondo; “Populorum progressio” (1967), sullo sviluppo dei popoli; “Humanae vitae” (1968), sul matrimonio e sulla regolazione delle nascite. È morto il 6 agosto 1978. Nel testamento ha scritto, fra l’altro: “Fisso lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di Cristo, che solo la rischiara. [...] Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il mio essere superstite? [...] E sento che la Chiesa mi circonda: o santa Chiesa, una e cattolica e apostolica, ricevi col mio benedicente saluto il mio supremo atto d'amore [...] ai cattolici fedeli e militanti, ai giovani, ai sofferenti, ai poveri, ai cercatori della verità e della giustizia, a tutti la benedizione del Papa, che muore”. Questi dati scarni bastano a delineare la figura di un Papa che in vita ha ricevuto più critiche che elogi. Non era certo un papa da società dello spettacolo. Tuttavia negli ultimi anni sono stati profondamente rivisti molti giudizi nei suoi confronti. Il pontificato di Paolo VI fu certamente travagliato e sofferto, a causa delle circostanze storiche. Non bisogna dimenticare che governò la Chiesa in un’epoca tormentata sotto molti punti di vista, al timone di una barca che attraversava la tempesta provocata dalle trasformazioni che cancellavano il mondo vecchio senza descrivere il mondo nuovo (descrizione peraltro ancora incompiuta). Allora come oggi il punto di riferimento è la fede, oggi come allora valgono le parole che Papa Montini rivolse a un gruppo di giovani studenti di Firenze: “Siate contenti, siate fedeli, siate forti e siate lieti di portare intorno a voi la testimonianza che la fede cristiana è forte, è lieta, è bella e capace di trasformare davvero nell’amore e con l’amore la società in cui essa si inserisce” (dicembre 1977). Angelo Onger 12 I alcune osservazioni elettorali l 25 maggio 2014 la nostra cittadinanza è chia- nostro paese; piuttosto voglio rimarcare quella che, mata alle urne per il rinnovo dell’amministra- mi auguro, sia una nuova presa di coscienza da zione comunale e, al contempo, per eleggere i nuo- parte delle nuove generazioni, le quali – dopo anni vi rappresentanti al parlamento europeo; nella stes- di disinteresse e, in alcuni casi, di disprezzo – semsa data, quindi, i cittadini passiranesi – come quelli brano aver riscoperto nella politica un valore da di molti altri comuni italiani – sono invitati a pren- coltivare e uno strumento, forse il più nobile e imdere posizione su due sfere, quella legata al conte- pegnativo, per mettersi al servizio della comunità. sto locale e quella proiettata verso un orizzonte Il secondo elemento su cui voglio soffermarmi è sovranazionale, che sono apparentemente molto collegato a quello poc’anzi ricordato: credo che, in lontane ma che, invece, nella nostra società sempre anni in cui la politica gode di una cattiva fama e più aperta a dimensioni globali, rivelano legami viene spesso associata dall’opinione pubblica al profondi e strutturali. malaffare, l’impegno e la disponibilità messi a Non è certo questa la sede più consona per stendere disposizione da tutti i candidati per migliorare il un bilancio sulle precedenti amministrazioni o per nostro comune e per servire la cittadinanza siano arrischiarsi in avventurose previsioni su ciò che indiscutibilmente dei meriti. Dispiace, invece, verrà; mi pare comunque il caso di soffermarmi imbattersi sempre più di frequente in discorsi che brevemente su alcuni elementi di interesse portati a mirano a svalutare, aprioristicamente, ogni tentatigalla da questa tornata elettorale. vo di impegno politico: augurandomi di non cedere Innanzitutto, alcune veloci considetroppo alla retorica, voglio ricordarazioni sulle europee. La politica re che, se compito dei futuri eletti a partire da italiana è, tendenzialmente, sempre sarà quello di amministrare con queste elezioni orientata a concedere ampio spazio cura il bene pubblico, tale dovere amministrative, ai contrasti e alle beghe interne e, deve essere condiviso anche dagli si apra una spesso, perde di vista gli orizzonti di elettori (e, più in generale, da tutti i nuova stagione più vasta portata; proprio per questo cittadini); credo, infatti, che non credo valga la pena di ribadire un siano state solo le malefatte della in cui tutti siano elemento che, a mio modo di vedere, “casta” ad aver svilito la politica coscienti di non è stato sottolineato a sufficienza: italiana, ma anche la critica fine a far parte di una per la prima volta nella storia dell'Use stessa e l’opposizione fatta per comunità nione europea, infatti, il nuovo amore di polemica. Voglio invece Parlamento, in base alle novità introaugurarmi che, a partire proprio da dotte con il Trattato di Lisbona, eleggerà chi sarà queste elezioni amministrative, si apra una nuova alla guida della Commissione europea, organo stagione in cui tutti siano coscienti di far parte di esecutivo dell'UE. In pratica, quindi, il candidato una comunità: ogni abitante del nostro paese, pur presenterà il suo programma politico al Parlamento nel limite delle proprie predisposizioni e dei propri e, per essere eletto a Presidente della Commissione interessi, è chiamato ad aiutare gli amministratori, europea, tale programma dovrà essere poi o con la collaborazione, o con il confronto e la ‘approvato’ dalla maggioranza assoluta dei deputati critica costruttiva, o, anche, semplicemente con il (376 su 751); in caso di mancato consenso, gli Stati rispetto per chi si assume le responsabilità di membri presenteranno un nuovo candidato. Mi governo. pare, quindi, che si stiano facendo, seppur gradualGabriele mente, significativi passi avanti verso delle istituzioni europee più vicine ai cittadini e che concedano maggior peso al voto espresso dagli elettori. Veniamo ora alle amministrative, limitandoci anche in questo caso a considerazioni di ordine generale. Per prima cosa, sottolineo un elemento che, seppur con diversi gradi di intensità, caratterizza tutte le liste che si sono presentate, ovvero una significativa partecipazione di giovani. Con questa considerazione non intendo ammiccare al diffuso sentimento che, forse con un po’ di faciloneria, vede nello “svecchiamento” della classe politica uno strumento per risolvere i problemi del 13 D TIFOSERIE VIOLENTE a dieci anni si discute sull’argomento “tifo violento”, che troppo spesso ha tenuto in scacco il mondo del calcio. Calcio degenerato in duelli da Far West. Dal 2004 a oggi si ricordano l’omicidio di Filippo Raciti, lo stadio Marassi nella morsa di Ivan Bogdanov e le maglie genoane consegnate ai tifosi del Grifone, le minacce dei sostenitori della Nocerina, gli striscioni di San Siro e per ultimi i disordini di Roma. Una spirale di pazzia che non trova fine. Ma di chi è la colpa? Delle tifoserie organizzate? Di delinquenti-marionetta che eseguono degli ordini? E soprattutto, chi sono i burattinai che ne manovrano i fili? Ogni squadra ne ha uno. Eminenze grigie che riescono, come ha fatto Genny 'a carogna sabato 6 maggio, a placare una intera curva inferocita. Sono i capi ultrà, tifosi numeri uno che decidono per tutti: ras del calcio con al seguito fino a 15 mila persone disposte a tutto per eseguire i loro ordini. Uomini con alle spalle storie di criminalità organizzata come il napoletano Gennaro De Tommaso, protagonista della trattativa con la Polizia e i giocatori del Napoli prima del fischio d'inizio della finale di Coppa Italia contro la Fiorentina; di militanza politica nelle fila dell'estrema destra come Daniele De Santis, detto Gastone, romanista che ha sparato a Ciro Esposito, 28enne tifoso del Napoli fuori dall'Olimpico prima della partita. E che, per inciso, è stato arrestato all'Ospedale Gemelli di Roma, dov'è ricoverato in condizioni gravi (rischia la paralisi agli arti inferiori), perché secondo gli inquirenti avrebbe provocato la reazione del romanista. Da Torino a Milano, da Catania a Brescia e Verona, ogni curva il suo capo. Repubblica ha tracciato il ritratto di alcuni che si sono fatti notare per episodi di cronaca che poco hanno di "sportivo", pur riguardando il calcio. Si scopre così che a Roma Gastone non conta più molto all'Olimpico, sostitui- to in curva da esponenti di altri gruppi, anche più piccoli. Sulla curva opposta, quella della Lazio, il gerarca è Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, 47 anni, leader degli Irriducibili nel Lazio. È in carcere per traffico di stupefacenti. Ma se Roma e Lazio hanno tifoserie di estrema destra, a Livorno e a Teramo le curve sono tutte rosse. A Teramo, chi comanda è un 31enne comunista, Davide Rosci, che è stato condannato a 6 anni di carcere per l'assalto ad un blindato dei Carabinieri nel 2011. Anche la criminalità organizzata è un terreno fertile per far crescere i capi ultrà. Genny a' carogna è figlio di Ciro De Tommaso, condannato in primo grado a 24 anni per associazione camorristica e fatti di droga. "È lui il capo di tutta la curva del Napoli", indicò nel 2008 il pentito Emilio Zapata Misso, disegnando ai magistrati la geografia ultrà del San Paolo con i nomi degli infiltrati mafiosi in curva. Spostandosi a Nord Repubblica fa i nomi di Loris Grancini, capo dei Viking della Juventus, considerato uomo vicino a Cosa nostra e alla cosca calabrese dei Rappocciolo; di Giancarlo "Sandokan" Lombardi, capo della "Curva Sud" del Milan, che ha precedenti per rapina, lesioni, tentato omicidio; di Franco Caravita, fondatore dei Boys, arrestato più volte per reati da stadio, è il ras della curva dell'Inter. Poi c'è il Bocia, leader storico dei tifosi dell'Atalanta, al secolo Claudio Galimberti, che a 42 anni ha già collezionato una ventina di daspo; Fabrizio Fileni è invece capo ultras del Genoa: ordinò ai giocatori rossoblu di togliersi le maglie dopo la sconfitta col Siena. Diego Piccinelli, del gruppo ultras Brescia 1911, è stato denunciato per aver aggredito un tifoso del Verona: ha il foglio di via. Michele Spampinato, 37 anni, ha subito il daspo ma ancora gestisce la curva del Catania. Matteo Gilberti 14 LUDOPATIA… UNA VERA E PROPRIA PATOLOGIA! I l gioco d'azzardo patologico (definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. Nell'edizione di maggio 2013 del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) il gioco d'azzardo è stato inquadrato nella categoria delle cosiddette "dipendenze comportamentali". Ha una forte attinenza con la tossicodipendenza; infatti il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell'apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo oltre le proprie possibilità economiche (facendosi prestare i soldi) e trascurando gli impegni che la vita presenta. Nell’era "multimediale” la figura del giocatore d’azzardo ha subito però un’evoluzione: prima era facilmente individuabile, “segregato” nei luoghi a lui deputati, ora chiunque sia in possesso di un computer collegato a internet e di una carta di credito può diventare un giocatore compulsivo. Il gioco on-line è estremamente pericoloso da questo punto di vista, perché nella solitudine della propria casa il giocatore non ha freni, né inibitori né pratici: ha infatti la possibilità di accedere al gioco sempre, senza incorrere nello sguardo giudicante altrui. Viene in questo modo a mancare la funzione socializzante del gioco, che diviene, invece, un rituale solitario e una compulsione. Anche qui, come in altre net-patologie, il soggetto rimane imprigionato in un circolo vizioso, al punto da trascurare, nei casi patologici, i rapporti umani, sociali e famigliari. In Italia la cura del gioco d'azzardo patologico è piuttosto recente. In alcune regioni i SerT (Servizi per le dipendenze patologiche delle ASL) hanno istituito specifiche équipe (composte da medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri) che si occupano di diagnosi e cura del gioco d'azzardo patologico. Esistono inoltre associazioni che si occupano di auto mutuo aiuto, tra le quali i Giocatori Anonimi. La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma è una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Per ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze. Per continuare a dedicarsi al gioco d’azzardo e alle scommesse, chi è affetto da ludopatia trascura lo studio o il lavoro e può arrivare a commettere furti o frodi. Questa patologia condivide alcuni tratti del disturbo ossessivo compulsivo, ma rappresenta un’entità a sé. È una condizione molto seria che può arrivare a distruggere la vita. Durante i periodi di stress o depressione, l’urgenza di dedicarsi al gioco d’azzardo per le persone che ne sono affette può diventare completamente incontrollabile, esponendole a gravi conseguenze, sia personali che sociali. La ludopatia può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol, fino al suicidio. Il DDL 13/9/2012 n. 158 (art. 5), ha inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (Lea), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia. Le cause di questo disturbo non sono note ma potrebbero consistere in un insieme di fattori genetici e ambientali. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20 - 40 anni. Secondo alcune stime americane la ludopatia può interessare il 2 - 4% della popolazione, rappresentando dunque anche un importante problema di salute pubblica. Secondo alcuni autori, la ludopatia è la patologia da dipendenza a più rapida crescita tra i giovani e gli adulti. 15 Ludopatia…è un’emergenza sociale! In Lombardia re, l'indebitamento, la solitudine, la frantumazione delle relazioni familiari, fino alla collusione con la allarme della Caritas «Sono i ludopatici la nuova emergenza sociale». È microcriminalità o la criminalità organizzata. quanto emerge da una recente indagine condotta su un La conferma viene da un altro strumento della rete di campione di centri di ascolto della Caritas Ambrosia- assistenza che fa capo a Caritas Ambrosiana: la na, gli sportelli che offrono la prima assistenza alle Fondazione San Bernardino voluta dai vescovi persone più disagiate. Il 71% dei centri di ascolto che lombardi per aiutare le persone gravemente indebitate hanno riposto all'indagine e prevenire il fenomeno afferma che «il gioco di dell'usura. Secondo l'analisi azzardo è molto o abbastanza della Fondazione, ogni anno diffuso tra i propri utenti», il almeno un quarto degli utenti, le conseguenze sono 58% ritiene di aver avuto la segnalati proprio dai centri di l'impoverimento percezione che le persone inascolto Caritas, accumula debicontrate avessero problemi di ti soprattutto a causa del gioco ulteriore, gioco d'azzardo problematico, d'azzardo. l'indebitamento, il 48% dichiara di avere inSecondo le stime, i giocatori contrato giocatori patologici. d'azzardo patologici in Italia la solitudine, Almeno la metà dei centri sarebbero 700 mila, vale a dire la frantumazione delle Caritas ha intercettato da una il doppio degli alcolisti e dei a 20 persone in un anno che si tossicodipendenti assistiti dai relazioni familiari, sono rovinate con il gioco. servizi. Ma poco è stato fatto fino alla collusione con la E poiché gli utenti dei centri per elaborare percorsi di cura di ascolto sono in maggioranspecifici. «Una classe politica microcriminalità o za stranieri, disoccupati, con poco lungimirante ha, in modo la criminalità livelli d'istruzione medioassolutamente bipartisan, trabassi, l'indagine conferma che sformato il gioco d'azzardo in organizzata le vittime preferenziali del una vera e propria industria. Il gioco d'azzardo sono proprio boom di questo settore econole persone con minori risorse mico ha prodotto danni collateeconomiche e culturali. «Condizione che rischia di rali e a farne le spese sono state, soprattutto, le fasce appesantire ulteriormente il grado di sofferenza sociale più deboli della popolazione - osserva Luciano diffuso nel territorio della diocesi». Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e presi«Tuttavia - spiega ancora Caritas -, la ricerca mette in dente della Fondazione San Bernardino . Il fenomeno luce soltanto la punta dell'iceberg». La dipendenza da ha proporzioni ormai importanti. Ciò nonostante, non gioco d'azzardo non è in genere esplicitamente espres- solo la nostra classe dirigente pare non voler cambiare sa dalle vittime e soltanto l'ascolto del paziente è in rotta, ma non riesce nemmeno a correre ai ripari». grado di far emergere il problema. Nel 23% dei casi, Alla fine dell'anno, il 31 dicembre il ministero della infatti, la ludopatia è stata individuata soltanto nel salute ha avviato la procedura per l'aggiornamento dei corso di svariati colloqui; nell’ 11% a indicarla è stato livelli essenziali di assistenza, estendendoli per la un parente della vittima (in genere la moglie), e solo prima volta anche alle ludopatie, come previsto del nel 7% è stata confidata al volontario del centro di decreto n. 158, noto come decreto Balduzzi, convertito ascolto direttamente dalla persona interessata, che ha in legge l'8 novembre. «Tuttavia, pur riconoscendo per chiesto aiuto proprio in qualità di giocatore. la prima volta che di azzardo ci si può ammalare e che, Gli effetti sociali sono facilmente immaginabili. Dal quindi, dei giocatori patologici si deve far carico il momento che le possibilità di vittoria sono, in genere, Sistema sanitario nazionale, lo stesso ministero ha minime, le conseguenze sono l'impoverimento ulterio- rinunciato a reperire finanziamenti dedicati e finalizzati all'avvio sistematico di iniziative di cura e prevenzione - spiega Caritas Ambrosiana -. La conseguenza è che non vi è ancora certezza sulle effettive risorse che saranno destinate per assistere i ludopatici e sui percorsi terapeutici che potranno essere previsti». Se i giocatori patologici potranno essere curati, dipenderà dai criteri di priorità che ogni Regione, in modo autonomo, individuerà per ripartire le quote assegnate del Fondo sanitario nazionale. Veronica 16 la gioia di partecipare P er i filosofi greci la conoscenza delle cose crea la condizione per la felicità. Per S. Francesco il raggiungimento della felicità è nell’umiltà. L’evangelista Matteo, con le “beatitudini”, ci tramanda parole di Gesù che permettono di raggiungere la felicità “del regno dei cieli”. La felicità è tutto questo, ma anche il raggiungimento di un semplice obiettivo specifico. E’, infatti, felice la mamma che vede crescere il proprio figlio in salute; è felice il maestro quando i suoi allievi sono attenti e interessati; è felice il bimbo dopo i primi passi. La felicità è anche tutto questo. La sera di domenica 27 aprile u.s., nelle sale della casa canonica, quando tanti compaesani ci hanno omaggiato della loro presenza per la chiusura della manifestazione, eravamo “felici”. Non era felicità perché si era in compagnia di tante persone o perché finalmente “era tutto finito”, ma perché la comunità ci aveva dimostrato di aver capito l’importanza di essere stati “partecipi” e di aver “condiviso”. Quando una piccola comunità come la nostra sa apprezzare le piccole cose, quando le sente proprie, quando ne vuole trarre i frutti, tutto diventa “felicità”. I giovani, gli anziani, le donne, i bambini, quando si trovano in comunità si trasmettono sensazioni piacevoli che generano gioia e serenità e con esse tanta felicità. L’obiettivo della manifestazione, il concorso di pittura Premio San Zenone, è stato quello di dare spazio, attraverso l’arte, alla gioia di partecipare a cogliere “il bello”. La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i sensi che suscitano sensazioni piacevoli che deriviamo da concetti, oggetti, animali, cose o persone dell’universo osservato. Può trattarsi della bella macchina che puliamo tutti i giorni, lo smartphone che culliamo nelle nostre mani ogni minuto, il cielo stellato, l’albero fiorito, il viso giovane e quello con le rughe, purché diventiamo capaci, nell’incontro con queste realtà, di scorgervi un valore universale, l’idea che tutti possiamo cogliere allo stesso modo, compiacendoci insieme, superando il soggettivismo del “a me piace questo”, a te piace “quello”, “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace” e di amenità del genere… E’, invece, bello ciò che è bello, ma è difficile coglierlo! La bellezza va ricercata, ama nascondersi, come la verità! Un primo segno della sua presenza è, frequentemente, una emozione che può sciogliersi nel nulla oppure rafforzarsi con i criteri di lettura dell’opera o dell’oggetto considerato. Non ci si ferma all’“emozione” che, comunque va considerata un primo gradino per la conoscenza, come la “meraviglia”! Noi con la manifestazione organizzata abbiamo voluto creare un primo contatto con opere d’arte collegando interpretazioni del passato con quelle dell’oggi. L’arte del passato genera ricordi e mantiene viva la memoria; quella di oggi stimola fantasia e creatività. Il passato è il Gruppo Arte Sacra Passirano è: un gruppo di cittadini di Passirano sensibile all’Arte desideroso di conoscere, far conoscere, salvaguardare il patrimonio artistico culturale di Passirano impegnato a divulgarne il valore aperto a tutti i concittadini che sentono la necessità di attivarsi contro il degrado del nostro patrimonio culturale comune attivo nella diffusione di valori ideali attraverso un coinvolgimento diretto libero da vincoli politici senza scopo di lucro 17 dentro di noi, fa parte di noi stessi e tutto quello che ci circonda ce lo dimostra in ogni momento. In ogni comunità, piccola o grande che sia, la memoria riempie gli spazi che ci circondano. I piccoli oggetti di uso quotidiano, le parole a volte stravaganti di un dialetto dimenticato, le mura delle case, i racconti dei nonni, i luoghi di culto, i “loca sacra!”. La memoria è il contrario dell’oblio e non produce l’indifferenza figlia di quest’ultimo, di cui la nostra società è malata. In un testo della mostra avevamo annotato che “questa indifferenza porta a rimuovere il passato, a giudicare la storia, la conservazione di oggetti, come qualcosa di stantio, qualcosa che sa di vecchio, qualcosa che non serve a niente e a nessuno” e che ci porta a “perdere la nostra identità”, fino al punto “di non sapere più chi siamo; ed è chiaro che se noi non sapremo più nulla di noi, dovremo sempre più uniformarci a modelli e a valori che non ci daremo più da soli, ma che riceveremo sempre più da altri”. La sera della domenica 27 aprile abbiamo assaporato… l’ebbrezza della felicità. Un piccolo passo era stato fatto verso la crescita della comunità tramite la bellezza dell’arte e il risveglio della memoria collettiva aveva combattuto l’indifferenza, ricuperando una certa autonomia verso la libertà, quella libertà che diventa tale solo con la partecipazione. Tutto era nato un anno fa, con l’esposizione dell’orologio del campanile e con l’idea di far conoscere alla comunità quanto nei secoli scorsi la comunità stessa ha prodotto partecipando alla crescita socio-culturale-religiosa di Passirano. Da più di un anno, poi, dei concittadini stavano prodigandosi nella digitalizzazione dei documenti dell’archivio parrocchiale e proprio da quei documenti sono emerse cose che mai sarebbero giunte alla conoscenza del vasto pubblico. Qualcuno ricordava certamente i piccoli dipinti raffiguranti le chiesette di Passirano esposti nell’ingresso della canonica, o forse li avranno visti pubblicati nel libro di Ottavio Falsina, ma mai erano stati esposti affinché tutti ne potessero godere insieme. Da questi dipinti è nata l’idea di organizzare un concorso di pittura che in qualche modo desse stimolo agli artisti locali di rappresentare la religiosità degli edifici sacri. È nato così il Gruppo Arte Sacra Passirano. Pochi i primi concittadini coinvolti nell’idea, ma, man mano che il progetto prendeva corpo, ha avuto l’adesione sufficiente da poter realizzare una manifestazione che è risultata di grande interesse. La gioia della domenica del 27 aprile è stata tale da spronarci in un programma di impegno che prevede due manifestazioni annuali con scadenza stabilita: - una ad ottobre, in occasione delle feste patronali, con un concorso fotografico; - una seconda con un concorso di pittura, in concomitanza con le feste pasquali. Ogni manifestazione sarà affiancata da una “collaterale” nella quale verranno presentati oggetti e documenti inerenti alla vita parrocchiale di Passirano. Il programma per l’ottobre 2014 prevede il concorso fotografico sul tema “Arti e mestieri in Franciacorta” e la collaterale “Ex voto suscepto”, in relazione alla devozione della Madonna dell’Abito. Sicuramente sarà un altro fiume di gioia se ci sarà partecipazione anche nell’organizzazione dell’evento. Vi aspettiamo. G.A.S.P. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo (Cesare Pavese) 18 LA MEMORIA a puntate P lo spirito del luogo er conoscere un territorio non serve solo abitarlo, è necessario viverlo con consapevolezza, saperlo osservare interpretando i segni e i simboli, immergersi nella sua "memoria". È importante tramandare la storia di un territorio, dove per storia si intende il complesso mondo culturale fatto di valori di credenze e verità condivise da una comunità. È fondamentale favorire una memoria collettiva, quella memoria che ci conduce al nostro passato, per rileggere con consapevolezza il presente e progettare con responsabilità il futuro. I segni sacri sono testimonianze storiche e culturali oltre che religiose che permettono di entrare nel “genius loci”, lo spirito del luogo, di un territorio e di mantenere vivo il rapporto tra la comunità e la sua terra. Attraverso questi “luoghi della memoria” è possibile riconoscere e riconoscersi, riscoprire le proprie radici e salvaguardare aspetti della propria identità. LA STORIA La Franciacorta e l’area meridionale del Sebino in età preistorica erano caratterizzate da foreste di tipo alpino, da laghetti intermorenici e da corsi d’acqua, tuttavia l’utilizzo di legname, gli incendi e la canalizzazione hanno profondamente modificato il paesaggio e l’ambiente. Questo territorio, costituito da terre fertili e acque ricche di pescagione, era l’habitat ideale per lo stanziamento. Nell’area morenica tra Provaglio d’Iseo e Timoline sono state trovate tracce di insediamenti risalenti all’epoca mesolitica (7000-5000 anni fa), all’età del bronzo invece risalgono i ritrovamenti archeologici della zona del Montorfano, Timoline, Borgonato, Iseo, Rovato e Coccaglio. Nel passaggio dalla preistoria alla storia, l’area fu interessata da migrazioni di Etruschi e da invasioni celtiche. I Celti, chiamati Galli dai Romani, si insediarono nell’Italia Settentrionale e nel bresciano si stabilirono i Cenomani che fissarono in Brixia il loro centro amministrativo, militare e religioso; numerose sono le testimonianze della loro presenza in Franciacorta. In età romana la Franciacorta acquistò grande importanza, la popolazione si organizzò attorno al castrum (fortezza romana) di Rovato e di Coccaglio, aree strategiche per difendersi dagli attacchi di eventuali invasori. Testimonianze della centuriazione romana si rintrac- ciano in quasi tutta la campagna. I Romani bonificarono il territorio e questo favorì lo sviluppo dell’agricoltura, inoltre costruirono strade per migliorare i collegamenti tra i diversi villaggi. Alla fine dell’Impero romano d'Occidente nel V secolo, purtroppo anche la Franciacorta non poté sottrarsi alle terribili invasioni barbariche: prima giunsero i Goti di Alarico, poi i famigerati Unni di Attila e la popolazione subì persecuzioni continue. I secoli a venire furono un susseguirsi di invasioni, di guerre sanguinose, fino a che i Longobardi non ebbero consolidato la loro presenza nel territorio; a questo punto anche la Franciacorta riprese a vivere. Purtroppo si possiedono documenti e testimonianze archeologiche e storiche solo dell’epoca più matura del loro dominio, intorno al VII secolo. Attiva forza dell’epoca in Franciacorta fu il cristianesimo, ai pagi romani ( che insieme ai vici costituivano le circoscrizioni amministrative) si sostituirono le pievi, le quali erano sostanzialmente circoscrizioni rurali circondate da modesti villaggi. In questo periodo sorsero le pievi di Erbusco, Bornato, Coccaglio e Gussago. L'antico borgo di Passirano dipendeva dalla pieve di Bornato. I Longobardi non riuscirono mai ad unificare l’Italia Settentrionale, anzi, proprio questo bisogno di espansione fece scatenare la guerra con i Franchi di Carlo Magno. Nei secoli successivi la Franciacorta tornò ad essere terra di guerre ed invasioni, significativa fu quella degli Ungari che venne descritta quasi apocalittica. Cominciarono a nascere numerose fortificazioni e castelli a Paderno, Passirano, Iseo, Capriolo. Passirano nel Medioevo non si presentava come un paese dal nucleo compatto, ma era costituito da un insieme caotico di case e cascine, suddiviso in contrade che formavano due paesi distinti: Passirano Sera e Passirano Mattina. Ogni paese possedeva il suo castello e una cappella: Passirano Sera dedicata a San Zeno e Passirano Mattina dedicata e San Pietro. Unica testimonianza dell'epoca è il meraviglioso castello ancora ben conservato. Siamo ormai nell’età dei Comuni e la Franciacorta fu direttamente coinvolta nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini. 19 Gli scontri tra i sostenitori del papato (Guelfi) e dell’impero ( Ghibellini) furono tragici anche per il territorio passiranese: si narra che nel 1212 gente armata di Passirano e di Rodengo, capeggiata dal Guelfo Masperoni, assalì gli Iseani guidati da Oldofredi che fu ucciso. Nel 1222 nella zona bresciana ci fu un terremoto che causò migliaia di morti. Nel 1272, dopo numerosi e continui scontri, venne stipulata a Coccaglio una pace fra Guelfi e Ghibellini che prevedeva anche il disarmo di alcuni castelli. Purtroppo col passaggio dai comuni alle Signorie la situazione non migliorò, la zona fu di nuovo colpita da guerre e massacri fino alla caduta di alcuni paesi sotto la Signoria viscontea di Milano nel 1326. Le difficoltà di convivenza tra Guelfi e Ghibellini continuarono ancora, fino alla supremazia di Gian Galeazzo Visconti che riuscì ad ottenere il controllo di Milano e Brescia. Oltre alle continue guerre, dal 1361 al 1485 in Franciacorta, si contarono cinque epidemie di peste. Ovviamente tra tante guerre, saccheggi e calamità naturali le campagne ne risentirono. Molti borghi, come per esempio Bornato, persero di rilevanza ed è proprio in questo periodo che i due paesi Passirano Sera e Passirano Mattina cominciarono ad assumere una maggiore importanza. Alla morte del Visconti nel 1402 ricominciarono le lotte tra Milano e Venezia e l’instabilità durò fino alla pace di Lodi del 1454, Venezia acquisì i territori di Brescia, Bergamo e Cremona e sancì la fine di tanti secoli di guerre. Questa memorabile pace consentì finalmente alla popolazione di Passirano di ritornare a vivere, furono anni tranquilli e prosperi anche se ci furono problemi legati alle calamità naturali: due gravi siccità nel 1467 e nel 1469, un terremoto nel 1471, una carestia nel 1476 ed un’invasione di locuste nel 1477.1 La Franciacorta riuscì ad ottenere particolari riconoscimenti per essere rimasta fedele a Venezia che organizzava i territori occupati concedendo largo spazio gestionale ai nobili delle zone; questo favorì la ripresa dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato. Nel 1478 una forte epidemia di peste spinse gli abitanti di Passirano ad erigere un santuario dedicato a San Rocco e un piccolo convento in cui furono chiamati i Padri dell'ordine dei Servi di Maria. Il XVI secolo non cominciò sotto stelle propizie. Con la morte di Lorenzo il Magnifico terminò la politica dell’equilibrio e la frammentaria situazione politica della penisola italiana era un bottino appetibile per i re d’Europa; la discesa di Carlo VIII nel 1494 fu il primo avvertimento di quanto sarebbe successo poco tempo dopo. Inoltre la Franciacorta nel 1506 fu colpita da un'altra epidemia di peste, che causò moltissimi decessi e da una fortissima siccità, che prosciugò tutti i pozzi e le cisterne creando notevoli problemi alle coltivazioni e di conseguenza alla popolazione che soffriva la fame. Dopo la discesa senza risultati di Carlo VIII in Italia, il suo successore, il re francese Luigi XII, con la scusa di essere nipote dei Visconti accampò pretese sul Ducato di Milano e scese in Italia conquistando subito la città con le sue terre. L’obiettivo però era quello di fermare la conquista veneta che infastidiva il papa e gli altri piccoli stati dell’Italia, nonché Spagna e Impero. Nacque la lega di Cambrai che inflisse una dura sconfitta all’esercito veneziano ad Agnadello nel 1509. Luigi XII entrò in territorio bresciano accampandosi a Coccaglio e poi entrò a Brescia, passando dalla Franciacorta, gli abitanti accolsero i francesi con entusiasmo, tuttavia la conquista fu devastante, e nella provincia cominciarono i primi focolai di rivolta contro i francesi, come la rivolta di Rovato nel 1509 capeggiata da Lorenzo Gigli che esaltava la Serenissima. L'insurrezione dopo pochi giorni fu domata e Gigli venne ucciso. A questo punto la situazione politica si complicò con l’alleanza di Venezia e il papa nella Lega Santa contro i francesi e i nobili bresciani cercarono di riconquistare la città, ma i francesi riuscirono ad espugnarla con il famoso sacco di Brescia il 19 febbraio 1512. Numerose le testimonianze di saccheggi e violenze da parte dei francesi anche nei paesi della Franciacorta. Subito dopo Brescia e i suoi territori vennero ceduti agli spagnoli, ma dopo quattro anni ritornarono sotto il controllo della Repubblica Serenissima. Furono ancora anni difficili: Carlo V nel 1521 inviò i Lanzichenecchi a Roma che naturalmente passarono dalla Franciacorta saccheggiandola, inoltre le truppe imperiali continuarono a invadere il territorio bresciano fino al 1540. Il Concilio di Trento era alle porte, le terre bresciane furono seguite religiosamente da due figure di spicco, che lasceranno un segno fondamentale nella storia spirituale della provincia, Carlo Borromeo arcivescovo di Milano e Domenico Bollani prima podestà e poi 1 ABENI,CAMILLA, La storia Antica, Altomedioevale, Medioevale, in Il Sebino e la Franciacorta, a cura di Boroni, C., Venezia, Corbo e Fiore Editori, 1998, pp. 68-80. 20 LA MEMORIA a puntate vescovo di Brescia. Bollani si dedicò al rinascimento spirituale della diocesi, che pur restava sotto il controllo di Milano; nel 1565 intraprese la visita pastorale in tutto il territorio. Carlo Borromeo nel 1580 visitò la Franciacorta, soggiornando a Rovato e anche a Passirano. Queste visite lasciarono una traccia di rinnovamento spirituale che durò a lungo. Dopo il Concilio di Trento le chiese parrocchiali cominciarono gradualmente a sostituire le pievi. Nel XVII secolo l'avvenimento che più di tutti incise sulla vita della popolazione fu la grande epidemia di peste del 1630, ricordata anche dal Manzoni nei Promessi Sposi. La peste fu una catastrofe di grandi dimensioni, ci vollero molti anni prima che la popolazione bresciana riprendesse i livelli di densità demografica anteriori alla pandemia. Le attività artigianali e commerciali soffrirono di queste condizioni e molte cessarono. Dopo tanti secoli Passirano si presentava ancora un paese di case raggruppate in contrade con una popolazione esigua e prettamente contadina. Nel frattempo divennero abituali le missioni rurali dei gesuiti come metodo di educazione religiosa delle popolazioni delle campagne. I rettori veneti non gradirono molto questa eccessiva popolarità dei gesuiti e cercarono di reprimere le loro predicazioni, tuttavia la loro presenza consolidò la fede della popolazione. Purtroppo intorno alla metà del XVII secol,o per ordine di papa Innocenzo X, i Serviti dovettero lasciare il convento. Fu un dramma per la popolazione passiranese, molto devota; tuttavia gli abitanti, dopo molte diatribe, riuscirono ad avere la loro chiesa. Con il decreto vescovile in data 19 maggio 1670 nacque la nuova parrocchiale dedicata a San Zeno a metà strada tra le due antiche chiese. Il 1700 iniziò in modo cruento, perché il territorio bresciano fu coinvolto nella guerra di successione spagnola con conseguenti saccheggi del territorio. Per quanto riguarda gli avvenimenti storici di fine Settecento la popolazione passiranese, quasi esclusivamente contadina, non fu direttamente coinvolta nelle vicende poiché costretta a lavorare duramente per sopravvivere. I Passiranesi subirono con passività anche la dominazione austriaca. Purtroppo comparvero nuove malattie: il colera e il tifo. L’epidemia di colera colpì la Franciacorta nell’aprile del 1836; da qui il contagio si estese a tutta la provincia, provocando circa 10000 morti. La popolazione di Passirano continuò ad essere esigua e cercava di tirare avanti alla meno peggio, indifferente delle questione politiche. L'unica consolazione fu sempre la grande fede condivisa con celebrazioni e riti. Anche dopo l'Unità d'Italia i passiranesi sembravano refrattari ai cambiamenti, legati alle antiche tradizio- ni cattoliche e chiusi verso qualsiasi novità. La popolazione di Passirano dimostrò da sempre, oltre alla fede, un grande spirito volontaristico e di solidarietà, che ancora oggi la contraddistingue. Verso la fine del 1800 nacquero le Confraternite di Carità per aiutare i poveri e i malati. Sempre verso la fine del XIX secolo sorsero le prime filande, furono costruiti un asilo infantile, una banca e una farmacia. A piccoli passi il progresso cominciava ad influenzare anche Passirano. Durante la Prima guerra mondiale, anche se il fronte era lontano, la popolazione di Passirano diede il suo contributo con 15 vittime. Inoltre sul finire della guerra si aggiunse un'epidemia di dimensioni mondiali, la “spagnola”, che in soli tre mesi causò moltissimi decessi anche a Passirano. Dopo la guerra iniziò di nuovo un periodo di profonda crisi economica per l'intera nazione italiana, che porterà agli esiti tragici della Seconda guerra mondiale. Anche in questo caso la popolazione passiranese manifestò la sua generosità verso i compaesani bisognosi. Oltre ai numerosi giovani che combatterono al fronte, i passiranesi subirono direttamente i terribili anni dell'occupazione nazista dal 1943 al 1945 e dimostrarono, come in altre occasioni, un grande coraggio, aiutando chi aveva bisogno, anche rischiando la vita. Passirano ormai è uscito da molto tempo dal suo ruolo di paese prevalentemente agricolo, si sono sviluppate nuove attività e la popolazione è in continuo aumento. Negli ultimi anni la Franciacorta è diventata un luogo in cui molti desiderano abitare, sia per la posizione strategica vicina alla città, sia per la possibilità di vivere una vita più a misura d’uomo, ancora immersa nella natura.2 Lara Faustini 2 COMINI, MARIANO, La storia Moderna fino al 1797, Contemporanea, in Il Sebino e la Franciacorta, a cura di Boroni, C., Venezia 21 Parrocchie di San Zenone e San Vigilio Passirano e Monterotondo Cre Grest 2014 Passirano Dal 30 Giugno al 18 LuglioPresso l’ex Oratorio Misto Monterotondo NOVITÀ!!! Dal 16 Giugno al 4 Luglio Presso l’Oratorio ESTATE 2014 SETTIMANA A SETTEMBRE dall’1 al 5 ORARI: 9.00 - 12.00 / 14.30 - 17.30 € 25,00 a settimana ISCRIZIONI (presso gli Oratori): Sabato 31 Maggio Campo Estivo a Pontedilegno 5^ Elementare, 1^ e 2^ Media: dal 21 al 26 Luglio 3^ Media e Adolescenti (1^-4^ superiore): dal 26 al 31 Luglio € 150,00 (viaggio compreso) Iscrizioni entro il 10 Giugno versando € 50,00 Follest serate varie per adolescenti 22 Calendario liturgico di PASSIRANO ORE MAGGIO 31 Iscrizioni GRES e campi estivi DOMENICA 01 9,30 Iscrizioni GRES e campi estivi S. Messa di chiusura dell’anno catechistico e Festa con pranzo insieme in Oratorio e giochi LUNEDI 02 9,30 S. Messa al Cimitero n ricordo degli Alpini DOMENICA 08 10,30 S. Messa e commemorazione del 90° degli Alpini - non ci sarà la S. Messa delle 9,30 VENERDI’ 13 20,00 S. Messa a S. Antonio Contrada di Sopra SABATO 14 15,00 Assemblea Parrocchiale con Consiglio Pastorale - Consiglio dell’Oratorio - Catechisti - Consiglio Affari Economici SABATO GIUGNO 08,00 10,00 18,30 S. Messe festive 10,00 Festa del CORPUS DOMINI S. Messa solenne - segue processione del Corpus Domini per le vie del paese. da DOMENICA 15 DOMENICA 22 MERCOLEDI’ 25 DOMENICA 29 LUNEDI’ 30 Inizio Grest presso ex Oratorio. GIOVEDI’ 03 inizia la S. Messa del giovedì al cimitero VENERDI’ 18 Fine Gres presso l’ex Oratorio da LUNEDI’ a SABATO 21 26 campo estivo medie a Pontedilegno SABATO 26 da SABATO a GIOVEDI’ 26 31 campo estivo adolescenti a Pontedilegno 1 5 settembre insieme (mini Grest per ragazzi) Inizio festa dell’Oratorio 10,00 S. Messa all’oratorio , con il saluto al diacono Bruno e mandato animatori grest LUGLIO 08,00 20,00 Festa S. Gioacchino e S. Anna - S. Messa alla chiesina di S. Anna SETTEMBRE da LUNEDI’ a GIOVEDI’ 23 Calendario liturgico di MONTEROTONDO ORE MAGGIO SABATO 31 Iscrizioni Gres e campi estivi DOMENICA 01 Iscrizioni Gres e campi estivi S. Messa di chiusura dell’anno catechistico e festa dello sportivo con pranzo insieme in Oratorio e giochi LUNEDI’ 16 DOMENICA 22 MERCOLEDI’ 25 GIUGNO 10,30 Inizio Gres all’Oratorio 10,30 20,00 Festa del Corpus Domini S. Messa solenne – segue processione del Corpus Domini per le vie del paese. inizio sante messe al Cimitero LUGLIO VENERDI’ 04 Fine Gres all’Oratorio da GIOVEDI’ a DOMENICA 17 20 festa dei giovani in Oratorio da LUNEDI’ a SABATO 21 26 campo estivo medie a Pontedilegno da SABATO a GIOVEDI’ 26 31 campo estivo adolescenti a Pontedilegno "La Parrocchia e l'Oratorio ringraziano gli Alpini di Monterotondo per aver messo a disposizione la loro struttura in quest'anno di chiusura dell'Oratorio certi che la collaborazione continuerà anche nel nuovo Oratorio" GRAZIE ALPINI!!! 24 “Ex voto suscepto”, ambito bresciano 1848 La Madonna intercede per la salvezza di un contadino TUTTE LE MATTINE dalle ORE 9,00 alle 11,00 LA SEGRETERIA PARROCCHIALE DI PASSIRANO E' APERTA!!! NUMERI DI TELEFONO UTILI Segreteria parrocchiale: 030654005 Don Gigi: 030654005/3460447955 email: [email protected] Don Raimondo: 030653637 Cellulare: 3336716325 Diacono Bruno: 3385953190 Oratorio “Santi Francesco e Chiara”: 030653391 email: oratorio.francescoechiara @gmail.com Padri Oblati (OMI): 030653629 Chiunque voglia COMUNITÀ DI PASSIRANO Notiziario Parrocchiale Numero 2 - Anno 2014 Direttore responsabile Adriano Bianchi Autorizzazione del tribunale n.27/1988 del 4 luglio 1988 scrivere al bollettino puo farlo inviando una mail all’indirizzo mail [email protected] oppure lasciando una lettera nella cassetta postale dell’ex oratorio. Sito web: www.parrocchiadisanzenone.it