13 APRILE bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative

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13 APRILE bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative
EDITORIALE
13 APRILE
D
a qualche tempo fervono i preparativi
della festa per l’inaugurazione dell’Oratorio. Negli ultimi giorni il paese si è vestito di
colori, giallo e bianco. I commenti sono vari.
“In così poco tempo l’Oratorio è sorto dal niente!”; “Ma è proprio pronto!”; “Certo che in un anno
tutto è stato concluso, non
ci speravamo”… È proprio
così! A fine marzo del 2013
si poneva la prima pietra
prima della processione
delle Palme … La Domenica
delle Palme del 2014 l’inaugurazione. Veramente eccezionale. Nel pomeriggio
della Domenica delle Palme
la gente si è radunata
davanti alla Chiesa e tantissime persone sono convenute, anche da fuori! Bello vedere questo via
vai di persone… Tutti aspettando il Vescovo
Luciano. I bambini con la maglietta bianca, la
banda civica, le autorità. Quando don Luciano
arriva scroscia un applauso denso di accoglienza e di partecipazione. E poi il saluto, la discesa all’oratorio, il taglio del nastro, la preghiera,
la benedizione, il discorso del Vescovo rivolto
ai bambini e ai genitori, la canzone e le danze
dei ragazzi, il lancio dei palloncini con i messaggi, il giro dei locali, il taglio della torta e tanta,
tanta, tanta gente in festa!
Questo è il punto d’arrivo, ma quante difficoltà
affrontate e quanta passione
dimostrata dai vari organismi
della comunità e dal paese
intero! Un cammino fatto di
sogni e speranze, iniziato già
alcuni anni fa e concretizzato
ora. Un grazie sincero allora a
tutti coloro che hanno sognato, che hanno pensato e realizzato questo grande desiderio.
Non è stato facile, così come
la sfida continua! Adesso bisogna riempire quel vaso di contenuti e di iniziative, perché
credere all’educazione delle
future generazioni è una continua scommessa.
bisogna riempire quel
vaso di contenuti e di
iniziative perché
credere
all’educazione
delle future
generazioni è una
continua scommessa
Portiamo avanti con gioia questi principi e
diamo sempre più valore a ciò che abbiamo,
soprattutto alle persone che si dedicano continuamente ad educare le giovani generazioni
aiutandole a crescere. Un sincero grazie a chi
ha permesso la realizzazione di quest’opera: a
Maria Delbono e a Martina Angelo che hanno
lasciato alla Parrocchia i loro beni, a chi crede e
continua mensilmente ad offrire la propria
parte, a chi si impegna con varie iniziative per
coprire il mutuo quasi ventennale, a chi dà la
disponibilità per rendere l’Oratorio accogliente, a chi scommette sulla educazione nella
catechesi e nello sport … Infine (e per primo), a
Colui che è all’inizio e alla fine di ogni nostro
desiderio e iniziativa. Grazie di cuore a tutti!
Don Gigi
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ORATORIO di MONTEROTONDO
UNA GIORNATA INDIMENTICABILE
E
’ difficile raccontare com’è stata l’inaugurazione del nuovo oratorio di Monterotondo
senza oltrepassare i limiti della credibilità, cercando di convincere il lettore che c’erano realmente
più di mille persone e che la torta era davvero
una riproduzione in scala di quello che è stato
definito “un gioiello dell’architettura”. Perciò vi
chiedo cortesemente di provare a fidarvi di me o
se proprio non doveste riuscirci, di concedermi
perlomeno il privilegio del dubbio.
Il mio compito, quel giorno, era quello di riprendere gli attimi salienti con la mia piccola telecamera digitale - niente di troppo professionale solo un modo poco impegnativo per coinvolgermi ed evitare che rimanessi tutta la domenica
pomeriggio a dormire. Sì, perché il grande giorno
era stato fissato di domenica, per l’esattezza alle
15:30 del 13 aprile.
Da brava reporter amatoriale che vuol dare
l’impressione di saper fare qualcosa, arrivai
all’oratorio alle 15:10 sperando di
cogliere di sorpresa gli animatori
per la mia puntualità. Ahimè,
erano già tutti là, e per tutti non
intendo solo animatori, bambini
ed educatori più grandi, ma
anche banda, polizia, alpini e
gente da ogni dove che era
andata a rifugiarsi perfino sulla
montagnetta adiacente al campo
da calcio pur di avere una buona
visuale. Mancava solo il vescovo,
insomma. Che per fortuna quel
giorno ebbe la bella idea di arrivare con venti minuti di ritardo,
lasciandomi il tempo di filmare i
sorrisi impazienti di qualche
bambina ben pettinata e i repentini cambi di
programma dell’ultimo secondo da parte degli
organizzatori.
Una volta arrivato, seguirono i saluti formali a
don Gigi, che per l’occasione era particolarmente
agitato, alla signora sindaco, agli alpini e a qualche altro membro della comunità. Ma furono
brevi perché il responsabile della nostra diocesi
se ne stava già là, all’entrata dell’oratorio, con le
forbici in mano e dovetti sgomitare fra perfetti
sconosciuti per riuscire a non perdermi la scena chiedo umilmente scusa. Tagliato il nastro, mille
persone e stendardi colorati cominciarono a scorrere davanti ai miei occhi, tanto che arrivai a chiedermi da dove fossero sbucate. Era una vera e
propria fiumana, giunsi perfino a ipotizzare che
all’inizio della coda dovesse esserci un buco nero
che stesse rigurgitando donne, uomini e bambini
senza sosta.
E qui arriva la parte difficile, il discorso del vescovo. Proseguiamo per gradi: prima ci fu una simpatica introduzione di don Gigi che assicurò che il
Papa sarebbe arrivato di lì a poco, sotto richiesta
di Andrea Bizioli. Poi il vescovo salì sul palchetto
rosso e cominciò ad esortare bambini e adulti a
crescere insieme all’interno del nuovo oratorio.
Per mia immensa fortuna, sono appena stata
informata che a seguito di questo articolo seguirà
la trascrizione integrale del suddetto discorso
quindi vi rimando direttamente a quello, lo sforzo
di riassumerlo non mi si addice.
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Seguì la benedizione vera e propria della struttura ed uno scambio di doni: don Gigi regalò al
vescovo la maglietta disegnata anche dalla sottoscritta proprio per l’evento eccezionale e lui
ricambiò lasciando alla comunità un crocifisso
dal peso preponderante. Terminata la parte
formale, si aprirono le danze, nel vero senso
della parola. Bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni si
esibirono in un fantastico balletto al ritmo della
canzone “Ecco l’oratorio!” che riflesse in maniera egregia l’impegno delle educatrici nell’insegnarglielo. Dopodiché si lanciarono tutti verso il
campo da calcio, dove liberarono decine di
palloncini colorati che portarono al cielo i loro
desideri riportati su mille fogliettini di carta.
Finisce qui la parte ordinata dell’inaugurazione.
Perché poi si materializzarono dal nulla due
lunghissime tavolate stracolme di vassoi di pietanze dolci e salate e fu
l’inizio della fine. La fiumana si riversò sulle
cibarie, nonostante le
organizzatrici cercassero di fermarla, ma non ci
fu nulla da fare: al taglio
della torta avevano tutti
la bocca piena. Devo
ammettere che pure io
fui molto tentata dalle
pizzette. Ad ogni modo
riuscii a resistere alla
tentazione della mozzarella e credo che nel mio
ultimo video si intraveda il vescovo che, munito di coltello affilato,
taglia l’enorme torta di pasta di zucchero, grande almeno un metro e
mezzo e alta circa quaranta centimetri. Penso che ne abbia tagliata
anche un’altra con la foto della
nostra perla architettonica, ma a
quel punto ero troppo impegnata a
ad accaparrarmi un bicchiere di tè,
per potervelo raccontare.
Le ore seguenti passarono allegramente tra cibo, giri per le nuove
stanze e chiacchiere animate, ed è
meglio che il mio racconto si fermi
qui, perché non credo sia il caso di
riportare il deteriorarsi delle mie
battute all’aumentare dei bicchieri
di vino - gli effetti collaterali dell’abitare in Franciacorta. Ringrazio vivamente tutti quelli che
hanno contribuito alla riuscita di questa giornata indimenticabile, il vescovo, don Gigi, Antonio,
l’architetto Piubeni nonché mio papà e i suoi
due amici, Nicola e Alberto, Gigi per i complimenti,
gli
educatori tra
cui
Elena,
Marco&Marco, Gabriele, Maria, Anna, Chiara, le
mamme che hanno collaborato, Antonella,
Tiziana, Chiara, gli alpini, la sindaco e tutti quelli
che - scusatemi - non conosco. Grazie. Ringrazio
anche il lettore che sia riuscito ad arrivare in
fondo a questo pezzo buffo e stralunato, senza
perdere la pazienza o la fiducia nella mia tanto
labile credibilità.
Ester Piubeni
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ORATORIO di MONTEROTONDO
Un doveroso ringraziamento a chi, nel passato, ha pensato a noi lasciando i propri beni a servizio delle
opere Parrocchiali, in particolare:
- la signora Maria Del Bono e il signor Angelo Martina (Angeleto) :la vendita dei terreni e del
rustico ci han permesso di realizzare questa grande opera;
- la fondazione CARIPLO per l’erogazione di €. 100.000 (centomila €uro) a fondo perduto
Numerosissimi sono stati i professionisti, le ditte e le imprese che hanno collaborato alla costruzione
del nostro nuovo Oratorio. Per questo si ringraziano:
Ceramiche Sbaraini srl per pavimenti e rivestimenti
Cesareni Costruzioni Generali Srl per opere edili
Dora Mario Lattoniere per manto di copertura e lattoneria
Dott. geol. Luigi Larocchi per indagine geologica
Elettro Service snc di Brescianini e Valloncini in qualità di elettricisti
Estfeller Pareti srl per le pareti mobili
F.lli Gatti snc in qualità di fabbro
Falegnameria Maffezzoni Stefano per i serramenti
Far.Com. di Fenaroli Riccardo & C.snc per cartongessi, cappotti e pittura
Franciacorta Scavi srl per movimento terra
geom. Samuele Pezzotti per le pratiche catastali
Lancini Ascensori srl per il passavivande
Mingardi sas di Mingardi Roberto & C. in qualità di idraulico
Moretti Interholz srl per le strutture del tetto
Per. Ind. Cossandi Mario per il progetto dell’impianto elettrico
Piubeni Associati, studio di architettura e ingegneria per la progettazione, calcoli strutture e direzione lavori
Riccardo Giovanardi per la fornitura dei quadri elettrici
Studiosistema geom. Leonardo Baldassari per la certificazione della prestazione energetica
I Volontari che hanno speso tanto tempo per pensare e proporre le varie soluzioni tecniche e pratiche
:
Si ringraziano anche tutte le persone che hanno collaborato a rendere speciale e indimenticabile
l’inaugurazione dell’Oratorio:
Gruppo alpini, che durante tutto il periodo della costruzione dell’oratorio hanno messo a disposizione della
comunità le proprie strutture
Banda comunale di Passirano
Vescovo Luciano e i suoi collaboratori
Amministrazione Comunale di Passirano
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
Don Gigi e Don Raimondo
Responsabile educativo
Gruppo giovani
Gruppo manutenzione
Gruppo cucina
Gruppo adolescenti
Volontari del punto accoglienza
Pasticcere Angelo Morandini
Bredina fiori
La Fotografa Maddalena e il cineoperatore Mario Delbono
Gianbattista Uberti per le fotografie
Ed infine si ringraziano tutti i volontari che tra torte e palloncini ci hanno regalato questo bel ricordo!
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Ricordo della carissima
Anita
Nel mese di febbraio se n’è andata Anita: presenza
caratteristica nella comunità di Monterotondo: il suo
sorriso, la sua gioia, il suo altruismo sono alcune
caratteristiche che la comunità non scorderà, assieme alla sua inseparabile bicicletta, che ora solca le vie
del cielo. Ricorderemo sempre il suo sorriso e la sua
gioia.
Cara Anita,
ti ringraziamo per il tuo esempio di comunità che ci
hai dimostrato in questi anni. Eri promotrice e sostenitrice in ciò credevi fino alla fine, sempre positiva di
fronte alle difficoltà della vita. Ci hai sempre ricordato di ringraziare il Signore per ciò che abbiamo avuto,
e questo l’hai dimostrato con la tua presenza attiva
nonostante la malattia che hai combattuto fino all’ultimo momento. Ciao Ani, ci mancherà la tua allegria e
la tua simpatia.
Le tue amiche.
“il mio penare è una chiavina d’oro…
piccola ma che apre un gran tesoro.
È croce, ma è la croce di Gesù:
quando l’abbraccio non la sento più.
Non ho contato i giorni di dolore:
so che Gesù li ha scritti nel suo cuore.
Vivo momento per momento,
e allora il giorno passa come se fosse un’ora soltanto.
Mi han detto che, guardata dal di là,
tutta la vita un attimo parrà.
Passa la vita, vigilia di festa;
muore la morte. Il Paradiso resta.
Due stille ancora dell’amaro pianto,
è di vittoria poi l’eterno canto… “
Ricordo di Lazzaroni
In Ricordo di
Alessandro Lazzaroni
Un’altra persona ci ha lasciato nei mesi scorsi, il
nostro Sandro. Pur carico di anni, fino a poco tempo
fa viveva le sue giornate nei lavori in casa e fino a
quando ha potuto partecipava alla messa domenicale e
immancabilmente passava dal “suo” Oratorio, che
tanto aveva amato. Sì perché ora l’Oratorio è nuovo,
ma non dimentichiamo che tanti volontari come lui
avevano reso vivibile l’Oratorio nel tempo passato.
Ancora un grazie a chi ha amato la nostra comunità e
ha creduto donandosi e spendendosi con tanta gioia al
servizio dei più giovani. Aveva un desiderio: vedere il
nuovo Oratorio pronto (così come l’Anita) e poco
tempo prima dell’inaugurazione se n’è andato. Dal
cielo, certamente queste due stelle ci seguiranno e
saranno presenti nel nuovo ambiente educativo, che la
comunità ha posto come segno per le future
generazioni.
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G.S.O.
MONTEROTONDO A.S.D.
all’interno del Progetto Educativo dell’Oratorio della Parrocchia San Vigilio
presenta
la stagione sportiva 2014-2015
“SPORT PER CRESCERE”
Ecco le nostre proposte:
Progetto Edu-Calcio
E’ un progetto sportivo-educativo che si prefigge obiettivi formativi quali l’educazione alla vita di
gruppo, l’istruzione al gioco di squadra ed al perseguimento di obiettivi comuni, quali la tolleranza e
l’integrazione tra i compagni di gioco, ispirandosi a “La Carta dei diritti del Bambino nello sport”.
Categorie di riferimento:
Piccoli Amici: anni 2006 - 2007 - 2008 n.1 allenamento settimanale
Under 12
:anni 2003 - 2004 - 2005 n.2 allenamenti settimanali e partecipazione campionato CSI
Under 14
:anni 2001 - 2002 - 2003 n.2 allenamenti settimanali e partecipazione campionato CSI
Per Informazioni:
Errico Antonio (coordinatore progetto) tel. 329-4022355
Bizioli Nicola (responsabile area tecnica) tel. 338-42270350
Corso JUDO
Rivolto a bambini ed adulti dai 4 ai 99 anni.
Inizialmente finalizzato all’avviamento ed all’insegnamento del Judo attraverso il gioco, rafforzato poi
con il perfezionamento delle tecniche specifiche di questa antica arte marziale.
Possibilità di partecipare a gare provinciali e nazionali organizzate dal CSI o dalla F.I.J.L.K.A.M.
Per Informazioni:
Fiorentino Matteo (Maestro) tel. 030-654273 – [email protected]
Corso Danza Classica/Moderna
E’ un corso aperto ai bambini/e dai 6 ai 16 anni finalizzato a stimolare la conoscenza del corpo ed il
senso del ritmo e del movimento. Nei corsi più avanzati si acquisiscono le tecniche della danza
moderna ed i principi base della danza classica tramite esercizi alla sbarra, salti e coreografie.
Per informazioni:
Nicoletti Sara (insegnante) tel. 348-7489258
Bracchi Daniela (responsabile corso) tel. 349-7502447
Tutte le attività si svolgeranno presso il nuovo oratorio di Monterotondo
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Grazie Bruno!!!
S
ono sincero che, quando don Gigi mi ha al tuo caro Bornato, in aiuto al tuo parroco;
chiesto di scrivere un articolo per il speriamo che ora tu possa dedicare più tempo
bollettino parrocchiale in ringraziamento a alla tua famiglia che per tanto tempo hai
Bruno, il nostro Diacono, mi sono sentito lusin- trascurato per noi.
gato; ma poi ho subito pensato che era difficile Grazie cara Angiolina (per chi non lo sapesse è
riassumere in poche righe i suoi ben 13 anni di la moglie di Bruno) perché senza dare nell’ocservizio tra noi….
chio e senza fare rumore sei stata anche tu una
Cosa si più scrivere del nostro Diacono Bruno?
missionaria per noi passiranesi lasciando libero
Comincio dall’inizio, in quella calda domenica il tuo Bruno di correre a Passirano tutte le volte
sera di Agosto del 2002 quando Mons. Olmi che serviva la sua importante presenza!
allora Vescovo ausiliare di Brescia venne a dare Permettetemi infine un piccolo ringraziamento
l’annuncio che a Passirano non
personale.
Grazie
Bruno,
ci sarebbe stato più un curato,
perché se sono prete lo devo
ma un diacono permanente ad
anche a te. Mi hai sempre
Grazie
di
cuore
aiutare il nostro caro don Giusostenuto, aiutato, insieme
seppe… un diacono!?!? La
abbiamo pregato, lavorato,
per la tua
maggior parte dei passiranesi
correndo in lungo e in largo,
amicizia
non sapeva nemmeno cosa
per le liturgie, per i campi con
fosse un diacono figuriamoci
gli adolescenti e per le feste del
e la tua
uno con la permanente….
Centro Giovanile.
I giorni seguenti non si sono
Grazie di cuore per la tua
testimonianza
risparmiati i commenti…
amicizia e la tua testimonianza
Tralasciamoli …
da vero Cristiano!
di vero
Arriva il giorno dell’ingresso, ed
Don Angelo Bonardi
Cristiano
ecco che in poco tempo
quell’individuo, che molti guardavano con diffidenza, conquista i cuori dei passiranesi, con il suo sorriso e la
sua voglia di fare il bene per la nostra povera
comunità!
Ecco che il Diacono Bruno comincia la sua opera
in aiuto al Parroco don Giuseppe. Incaricato di
dirigere il Centro Giovanile ha saputo arricchire
con la sua esperienza la formazione dei nostri
catechisti, affiancato dalle nostre indimenticabili suore. Catechisti, volontari e giovani hanno
subito trovato in lui un punto di riferimento: ha
saputo coniugare tra di noi la saggezza del
padre di famiglia e la santità dell’uomo di Dio,
per il bene delle Chiesa che è in Passirano.
Grazie per tutto ciò che in questi lunghi anni hai
fatto, caro Bruno, una obbedienza ti ha portato
a Passirano e ora un’altra obbedienza ti riporta
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Le Giornate del Donatore
19a edizione
I
l 4, 5 e 6 aprile scorso il Gruppo AIDO
Mattia Ravelli e la Sezione AVIS di Passirano hanno organizzato le Giornate del Donatore, come abitudine ormai consolidata da anni.
All’incontro di venerdì 4 sono intervenuti la
dott.ssa Elsa Cavagna, psicologa e psicoterapeuta, il dott. Ottorino Barozzi, coordinatore
Prelievo organi e tessuti dell’area bresciana Spedali Civili di Brescia, e Angelo Onger, in
qualità di moderatore. Oltre all’assessore ai
Servizi sociali Francesco Pasini, hanno presenziato anche il presidente e la vicepresidente
provinciale AIDO: Lino Lovo e Rosaria Prandini.
Tema della serata era la donazione degli
organi. La trattazione ha preso il via dalla
storia vera del cortometraggio “E la vita continua”, presentato peraltro alla Mostra di
Venezia 2012; protagonisti sono i genitori di
un ragazzo morto in un incidente stradale, che
acconsentono al prelievo degli organi del
figlio. La loro decisione salverà la vita a un
attore colpito da tumore al fegato.
Il dottor Barozzi, ricordando la nostra Agnese
Bonardi, ultima donatrice in ordine di tempo,
nonché sua valida collaboratrice, ha sottolineato la diffusa difficoltà nell’acconsentire
l’espianto degli organi; anche se in percentuale minore rispetto ad anni fa, ad oggi non
sempre i familiari del defunto danno il consen-
so all’espianto, nonostante sia comprovato
che, quando si parla di morte cerebrale, si
parla di morte certa senza alcun dubbio. Da
qui l’importanza della donazione come gesto
d’amore, di solidarietà e di carità nei confronti
di chi ne ha assolutamente bisogno per
continuare a sperare in una vita migliore.
Sabato mattina AIDO e AVIS hanno incontrato
i ragazzi delle classi seconde della Scuola
secondaria di primo grado di Passirano, al fine
di sensibilizzarli sull’argomento. Sono intervenuti Nicla Bonardi, giovane passiranese
trapiantata di polmoni, Dario Barucco e
Michele Salogni, rispettivamente presidenti
AIDO e AVIS di Passirano. Moderatore: Angelo
Onger.
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XIII CAPITOLO GENERALE
DELLE SUORE OPERAIE DELLA SANTA CASA
DI NAZARETH
S
La sera grande successo per la Compagnia teatrale “Araba Fenice” di Passirano.
La trama avvincente della commedia
dialettale “La servô balosô”, interpretata
da attori tanto convincenti quanto
esilaranti, ha travolto la platea tra
applausi e spassose risate.
Domenica 6 aprile, nella chiesa parrocchiale di Camignone, la celebrazione, da
parte di don Angelo Mantegari, della
Santa messa dedicata ai donatori. Per
concludere, all’oratorio di Passirano è
andato in scena “La Principessa e il Ranocchio”, musical de “I soliti ignoti” di
Brescia: un allegro spettacolo per i più
piccoli e per le famiglie, proposto da
esuberanti adolescenti.
I momenti intensi e significativi delle
testimonianze, alternati all’ilarità degli
spettacoli, hanno regalato occasioni di
riflessione e di condivisione, riuscendo a
coinvolgere anche stavolta la nostra
comunità.
L’appuntamento è per il prossimo anno,
in occasione della 20 a edizione!
Chiunque volesse aderire all’AIDO,
oppure desiderasse semplicemente
avere informazioni e chiarimenti, può
scrivere all’indirizzo mail
[email protected] o contattare
Dario Barucco, Presidente AIDO di
Passirano, al numero 338/2712624.
i è concluso da poco il nostro XIII Capitolo generale. Il solenne inizio ha avuto luogo domenica 23
marzo nella Basilica di S. Arcangelo Tadini a Botticino
Sera, con la Celebrazione presieduta dal Vescovo
Luciano Monari. I lavori capitolari si sono conclusi l’8
aprile.
Per la nostra Famiglia religiosa è stato un momento di
forte comunione, un'occasione preziosa per cercare
insieme la Volontà di Dio.
Il tema scelto, “Donne della Casa di Nazareth, grembo
del Vangelo per la vita del mondo”, intende esprimere,
per le Suore Operaie, l’irrinunciabilità di essere
presenza significativa oggi nel mondo del lavoro, da
donne consacrate.
Siamo chiamate ad inventare strade nuove e curare
nuovi germogli di vita, convinte che seguire la nostra
vocazione di Suore Operaie della S. Casa di Nazareth è
fare un viaggio instancabile verso
la quotidianità, la pasta in cui
immettere il lievito del Vangelo.
Sabato 29 marzo è stata eletta la
nostra nuova madre generale,
suor Sabrina Pianta e domenica
30 sono state elette le sorelle che
affiancheranno la madre nella
guida della nostra Congregazione, suor Elena Faletti, suor Enza
Frignani, Suor Susanna Bukuru e
suor Raffaella Falco.
Con grande gioia abbiamo accolto il soffio dello Spirito
che ha affidato a queste “donne della Casa di
Nazareth” la cura della nostra Famiglia, a servizio dei
fratelli lavoratori.
La nostra gioia diventa ringraziamento sia per suor
Sabrina, per la sua disponibilità e il suo esempio di
fede, sia per la nostra carissima madre Emma, che per
18 anni ha custodito e guidato la nostra Famiglia con
grande cura, tenerezza e saggezza.
A suor Sabrina e alle sorelle del Consiglio auguriamo
un cammino nello Spirito, per essere, come Maria nel
Magnificat, capaci di sentire in grande, di pensare in
grande, con i piedi ben appoggiati sul pavimento della
nostra quotidianità e con le finestre delle nostre
comunità sempre spalancate sulla grande storia. Così
scopriremo che il tempo che il Signore ci dona da
vivere è carico della sua Presenza, è un tempo che
lancia sfide e offre segnali ed appelli. Lo Spirito ci
donerà luce e capacità di rispondere alle urgenze del
nostro mondo, secondo quella vocazione della quale
Egli stesso ci riveste.
La Santa Famiglia di Nazareth e S. Arcangelo Tadini ci
accompagnino con la loro benedizione!
Le Suore Operaie
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Papa Paolo VI
D
opo aver canonizzato Giovanni XXIII
e Giovanni Paolo II, domenica 19
ottobre papa Francesco proclamerà beato
un altro suo predecessore, Paolo VI. Un
evento che coinvolge direttamente la
Chiesa bresciana che annovera Giovanni
Battista Montini tra i suoi figli. È nato
infatti a Concesio il 26 settembre 1897.
I genitori, l'avvocato Giorgio Montini e
Giuditta Alghisi, si erano sposati nel
1895 ed ebbero tre figli: Lodovico, nato
nel 1896, che divenne avvocato, deputato
e senatore della Repubblica, morto nel
1990, Giovanni Battista e, nel 1900,
Francesco, medico, morto improvvisamente nel 1971. Il padre, al momento
della nascita del futuro pontefice, dirigeva
il quotidiano cattolico “Il Cittadino di
Brescia”, e fu poi nominato deputato per
tre legislature nel Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo; Giorgio Montini e
Giuditta Alghisi morirono entrambi nel
1943 a pochi mesi di distanza.
Il 29 maggio 1920 ricevette l'ordinazione
sacerdotale nella cattedrale di Brescia; il
giorno successivo celebrò la sua prima
Messa nel Santuario delle Grazie. Nel
novembre dello stesso anno si trasferì a
Roma. Nel 1923 venne avviato agli studi
diplomatici presso la Pontificia accademia
ecclesiastica. Nel 1924 conseguì tre
lauree: in Filosofia, Diritto canonico e
Diritto civile. Nell'ottobre 1925 fu nominato assistente ecclesiastico nazionale
della Fuci, carica che mantenne fino al
1933. In quell’ambito, Montini formò la
futura classe dirigente della Dc. Il 13
dicembre 1937 fu nominato sostituto della Segreteria di Stato; iniziò a lavorare
strettamente al fianco del cardinale
segretario di stato Eugenio Pacelli, divenuto poi Pio XII che, il 1º novembre 1954,
lo nominò arcivescovo di Milano.
Montini fu il primo cardinale nella lista
dei porporati creati da Giovanni XXIII nel
Concistoro del 15 dicembre 1958. Il breve
ma intenso pontificato di Giovanni XXIII
vide Montini attivamente coinvolto,
soprattutto nei lavori preparatori del
Concilio Vaticano II, aperto con una
solenne celebrazione l'11 ottobre 1962. Il
Concilio però si interruppe il 3 giugno
1963 per la morte di papa Roncalli, malato da qualche mese. Il Conclave che seguì
si concluse con l'elezione di Montini, che
assunse il nome di Paolo VI, il 21 giugno
1963. Di grande rilievo fu la sua scelta di
rinunciare, nel 1964, all'uso della tiara
papale, mettendola in vendita per aiutare,
con il ricavato, i più bisognosi.
Da Papa seguì il percorso innovativo
iniziato da Giovanni XXIII, consentendo
una riuscita prosecuzione del Concilio
Vaticano II e il suo compimento. Sostenne l’aggiornamento e la modernizzazione
della Chiesa, ma, come tenne a sottolineare il 29 giugno 1978, in un bilancio a
pochi giorni della morte, la sua azione
pontificale aveva tenuto quali punti fermi
la "tutela della fede" e la "difesa della vita
umana".
Paolo VI fu il primo papa a viaggiare in
aereo: volò per raggiungere terre lontanissime, come nessuno dei suoi predecessori
aveva ancora fatto; è stato il primo papa
a visitare tutti i cinque continenti. Questi
i paesi esteri visitati durante il pontificato: Terra Santa e India (1964); Nazioni
Unite di New York (1965); Fatima e
Turchia: in questa occasione avvenne lo
storico incontro con il patriarca Atenagora I (1967); Bogotà (1968);
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Ginevra e Uganda (1969); Asia Orientale,
Oceania e Australia (1970).
Nel 1966 Paolo VI abolì, dopo quattro
secoli, e non senza contestazioni da parte
dei porporati più conservatori, l'indice dei
libri proibiti. Nel 1967 annunciò l'istituzione della Giornata mondiale della pace,
che si celebrò la prima volta il 1º gennaio
1968.
Fra i documenti principali del suo magistero
le
encicliche
“Ecclesiam
suam” (1964), sul dialogo all'interno della
Chiesa e della Chiesa con il mondo;
“Populorum progressio” (1967), sullo
sviluppo
dei
popoli;
“Humanae
vitae” (1968), sul matrimonio e sulla
regolazione delle nascite.
È morto il 6 agosto 1978. Nel testamento
ha scritto, fra l’altro:
“Fisso
lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di
Cristo, che solo la rischiara. [...] Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e
si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come
ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono,
anche superiore, della fede e della grazia, in cui alla fine unicamente si rifugia il
mio essere superstite? [...] E sento che la Chiesa mi circonda: o santa Chiesa,
una e cattolica e apostolica, ricevi col mio benedicente saluto il mio supremo
atto d'amore [...] ai cattolici fedeli e militanti, ai giovani, ai sofferenti, ai
poveri, ai cercatori della verità e della giustizia, a tutti la benedizione del Papa,
che muore”.
Questi dati scarni bastano a delineare la
figura di un Papa che in vita ha ricevuto
più critiche che elogi. Non era certo un
papa da società dello spettacolo. Tuttavia
negli ultimi anni sono stati profondamente rivisti molti giudizi nei suoi
confronti.
Il pontificato di Paolo VI fu certamente
travagliato e sofferto, a causa delle circostanze storiche. Non bisogna dimenticare
che governò la Chiesa in un’epoca
tormentata sotto molti punti di vista, al
timone di una barca che attraversava la
tempesta provocata dalle trasformazioni
che cancellavano il mondo vecchio senza
descrivere il mondo nuovo (descrizione
peraltro ancora incompiuta).
Allora come oggi il punto di riferimento è
la fede, oggi come allora valgono le parole
che Papa Montini rivolse a un gruppo di
giovani studenti di Firenze:
“Siate contenti, siate fedeli, siate forti e
siate lieti di portare intorno a voi la
testimonianza che la fede cristiana è
forte, è lieta, è bella e capace di trasformare davvero nell’amore e con l’amore
la società in cui essa si inserisce” (dicembre 1977).
Angelo Onger
12
I
alcune osservazioni elettorali
l 25 maggio 2014 la nostra cittadinanza è chia- nostro paese; piuttosto voglio rimarcare quella che,
mata alle urne per il rinnovo dell’amministra- mi auguro, sia una nuova presa di coscienza da
zione comunale e, al contempo, per eleggere i nuo- parte delle nuove generazioni, le quali – dopo anni
vi rappresentanti al parlamento europeo; nella stes- di disinteresse e, in alcuni casi, di disprezzo – semsa data, quindi, i cittadini passiranesi – come quelli brano aver riscoperto nella politica un valore da
di molti altri comuni italiani – sono invitati a pren- coltivare e uno strumento, forse il più nobile e imdere posizione su due sfere, quella legata al conte- pegnativo, per mettersi al servizio della comunità.
sto locale e quella proiettata verso un orizzonte Il secondo elemento su cui voglio soffermarmi è
sovranazionale, che sono apparentemente molto collegato a quello poc’anzi ricordato: credo che, in
lontane ma che, invece, nella nostra società sempre anni in cui la politica gode di una cattiva fama e
più aperta a dimensioni globali, rivelano legami viene spesso associata dall’opinione pubblica al
profondi e strutturali.
malaffare, l’impegno e la disponibilità messi a
Non è certo questa la sede più consona per stendere disposizione da tutti i candidati per migliorare il
un bilancio sulle precedenti amministrazioni o per nostro comune e per servire la cittadinanza siano
arrischiarsi in avventurose previsioni su ciò che indiscutibilmente dei meriti. Dispiace, invece,
verrà; mi pare comunque il caso di soffermarmi imbattersi sempre più di frequente in discorsi che
brevemente su alcuni elementi di interesse portati a mirano a svalutare, aprioristicamente, ogni tentatigalla da questa tornata elettorale.
vo di impegno politico: augurandomi di non cedere
Innanzitutto, alcune veloci considetroppo alla retorica, voglio ricordarazioni sulle europee. La politica
re che, se compito dei futuri eletti
a partire da
italiana è, tendenzialmente, sempre
sarà quello di amministrare con
queste elezioni
orientata a concedere ampio spazio
cura il bene pubblico, tale dovere
amministrative,
ai contrasti e alle beghe interne e,
deve essere condiviso anche dagli
si apra una
spesso, perde di vista gli orizzonti di
elettori (e, più in generale, da tutti i
nuova stagione
più vasta portata; proprio per questo
cittadini); credo, infatti, che non
credo valga la pena di ribadire un
siano state solo le malefatte della
in cui tutti siano
elemento che, a mio modo di vedere,
“casta” ad aver svilito la politica
coscienti di
non è stato sottolineato a sufficienza:
italiana, ma anche la critica fine a
far parte di una
per la prima volta nella storia dell'Use stessa e l’opposizione fatta per
comunità
nione europea, infatti, il nuovo
amore di polemica. Voglio invece
Parlamento, in base alle novità introaugurarmi che, a partire proprio da
dotte con il Trattato di Lisbona, eleggerà chi sarà queste elezioni amministrative, si apra una nuova
alla guida della Commissione europea, organo stagione in cui tutti siano coscienti di far parte di
esecutivo dell'UE. In pratica, quindi, il candidato una comunità: ogni abitante del nostro paese, pur
presenterà il suo programma politico al Parlamento nel limite delle proprie predisposizioni e dei propri
e, per essere eletto a Presidente della Commissione interessi, è chiamato ad aiutare gli amministratori,
europea, tale programma dovrà essere poi o con la collaborazione, o con il confronto e la
‘approvato’ dalla maggioranza assoluta dei deputati critica costruttiva, o, anche, semplicemente con il
(376 su 751); in caso di mancato consenso, gli Stati rispetto per chi si assume le responsabilità di
membri presenteranno un nuovo candidato. Mi governo.
pare, quindi, che si stiano facendo, seppur gradualGabriele
mente, significativi passi avanti verso delle istituzioni europee più vicine ai cittadini e che concedano maggior peso al voto espresso dagli elettori.
Veniamo ora alle amministrative, limitandoci
anche in questo caso a considerazioni di ordine
generale. Per prima cosa, sottolineo un elemento
che, seppur con diversi gradi di intensità, caratterizza tutte le liste che si sono presentate, ovvero
una significativa partecipazione di giovani. Con
questa considerazione non intendo ammiccare al
diffuso sentimento che, forse con un po’ di faciloneria, vede nello “svecchiamento” della classe
politica uno strumento per risolvere i problemi del
13
D
TIFOSERIE VIOLENTE
a dieci anni si discute sull’argomento “tifo
violento”, che troppo spesso ha tenuto in
scacco il mondo del calcio. Calcio degenerato in
duelli da Far West.
Dal 2004 a oggi si ricordano l’omicidio di Filippo
Raciti, lo stadio Marassi nella morsa di Ivan Bogdanov e le maglie genoane consegnate ai tifosi del
Grifone, le minacce dei sostenitori della Nocerina,
gli striscioni di San Siro e per ultimi i disordini di
Roma. Una spirale di pazzia che non trova fine.
Ma di chi è la colpa? Delle tifoserie organizzate? Di
delinquenti-marionetta che eseguono degli ordini?
E soprattutto, chi sono i burattinai che ne manovrano i fili? Ogni squadra ne ha uno. Eminenze grigie
che riescono, come ha fatto Genny 'a carogna sabato 6 maggio, a placare una intera curva inferocita.
Sono i capi ultrà, tifosi numeri uno che decidono
per tutti: ras del calcio con al seguito fino a 15 mila
persone disposte a tutto per eseguire i loro ordini.
Uomini con alle spalle storie di criminalità organizzata come il napoletano Gennaro De Tommaso,
protagonista della trattativa con la Polizia e i giocatori del Napoli prima del fischio d'inizio della finale
di Coppa Italia contro la Fiorentina; di militanza
politica nelle fila dell'estrema destra come Daniele
De Santis, detto Gastone, romanista che ha sparato
a Ciro Esposito, 28enne tifoso del Napoli fuori
dall'Olimpico prima della partita. E che, per inciso,
è stato arrestato all'Ospedale Gemelli di Roma,
dov'è ricoverato in condizioni gravi (rischia la paralisi agli arti inferiori), perché secondo gli inquirenti
avrebbe provocato la reazione del romanista.
Da Torino a Milano, da Catania a Brescia e Verona,
ogni curva il suo capo. Repubblica ha tracciato il
ritratto di alcuni che si sono fatti notare per episodi
di cronaca che poco hanno di "sportivo", pur
riguardando il calcio. Si scopre così che a Roma
Gastone non conta più molto all'Olimpico, sostitui-
to in curva da esponenti di altri gruppi, anche più
piccoli. Sulla curva opposta, quella della Lazio, il
gerarca è Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, 47
anni, leader degli Irriducibili nel Lazio. È in carcere
per traffico di stupefacenti. Ma se Roma e Lazio
hanno tifoserie di estrema destra, a Livorno e a
Teramo le curve sono tutte rosse. A Teramo, chi
comanda è un 31enne comunista, Davide Rosci,
che è stato condannato a 6 anni di carcere per
l'assalto ad un blindato dei Carabinieri nel 2011.
Anche la criminalità organizzata è un terreno fertile
per far crescere i capi ultrà. Genny a' carogna è
figlio di Ciro De Tommaso, condannato in primo
grado a 24 anni per associazione camorristica e
fatti di droga. "È lui il capo di tutta la curva del
Napoli", indicò nel 2008 il pentito Emilio Zapata
Misso, disegnando ai magistrati la geografia ultrà
del San Paolo con i nomi degli infiltrati mafiosi in
curva.
Spostandosi a Nord Repubblica fa i nomi di Loris
Grancini, capo dei Viking della Juventus, considerato uomo vicino a Cosa nostra e alla cosca calabrese
dei Rappocciolo; di Giancarlo "Sandokan" Lombardi, capo della "Curva Sud" del Milan, che ha precedenti per rapina, lesioni, tentato omicidio; di
Franco Caravita, fondatore dei Boys, arrestato più
volte per reati da stadio, è il ras della curva
dell'Inter. Poi c'è il Bocia, leader storico dei tifosi
dell'Atalanta, al secolo Claudio Galimberti, che a 42
anni ha già collezionato una ventina di daspo;
Fabrizio Fileni è invece capo ultras del Genoa:
ordinò ai giocatori rossoblu di togliersi le maglie
dopo la sconfitta col Siena. Diego Piccinelli, del
gruppo ultras Brescia 1911, è stato denunciato per
aver aggredito un tifoso del Verona: ha il foglio di
via. Michele Spampinato, 37 anni, ha subito il
daspo ma ancora gestisce la curva del Catania.
Matteo Gilberti
14
LUDOPATIA…
UNA VERA E PROPRIA PATOLOGIA!
I
l gioco d'azzardo patologico (definito anche
azzardopatia o genericamente e impropriamente
ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. Nell'edizione di maggio 2013
del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei
disturbi mentali) il gioco d'azzardo è stato inquadrato nella categoria delle cosiddette "dipendenze comportamentali". Ha una forte attinenza con la tossicodipendenza; infatti il giocatore patologico mostra
una crescente dipendenza nei confronti del gioco
d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il
tempo passato a giocare, la somma spesa nell'apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo
oltre le proprie possibilità economiche (facendosi
prestare i soldi) e trascurando gli impegni che la vita
presenta. Nell’era "multimediale” la figura del
giocatore d’azzardo ha subito però un’evoluzione:
prima era facilmente individuabile, “segregato” nei
luoghi a lui deputati, ora chiunque sia in possesso di
un computer collegato a internet e di una carta di
credito può diventare un giocatore compulsivo. Il
gioco on-line è estremamente pericoloso da questo
punto di vista, perché nella solitudine della propria
casa il giocatore non ha freni, né inibitori né pratici:
ha infatti la possibilità di accedere al gioco sempre,
senza incorrere nello sguardo giudicante altrui.
Viene in questo modo a mancare la funzione socializzante del gioco, che diviene, invece, un rituale
solitario e una compulsione. Anche qui, come in
altre net-patologie, il soggetto rimane imprigionato
in un circolo vizioso, al punto da trascurare, nei casi
patologici, i rapporti umani, sociali e famigliari. In
Italia la cura del gioco d'azzardo patologico è piuttosto recente. In alcune regioni i SerT (Servizi per le
dipendenze patologiche delle ASL) hanno istituito
specifiche équipe (composte da medici, psicologi,
assistenti sociali, educatori, infermieri) che si occupano di diagnosi e cura del gioco d'azzardo patologico. Esistono inoltre associazioni che si occupano
di auto mutuo aiuto, tra le quali i Giocatori Anonimi.
La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma è
una vera e propria malattia, che rende incapaci di
resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare
scommesse. Per ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere all’impulso
di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante
l’individuo affetto sia consapevole che questo possa
portare a gravi conseguenze.
Per continuare a dedicarsi al gioco d’azzardo e alle
scommesse, chi è affetto da ludopatia trascura lo
studio o il lavoro e può arrivare a commettere furti o
frodi. Questa patologia condivide alcuni tratti del
disturbo ossessivo compulsivo, ma rappresenta
un’entità a sé. È una condizione molto seria che può
arrivare a distruggere la vita.
Durante i periodi di stress o depressione, l’urgenza
di dedicarsi al gioco d’azzardo per le persone che ne
sono affette può diventare completamente incontrollabile, esponendole a gravi conseguenze, sia personali che sociali. La ludopatia può portare a rovesci
finanziari, alla compromissione dei rapporti e al
divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di
dipendenza da droghe o da alcol, fino al suicidio. Il
DDL 13/9/2012 n. 158 (art. 5), ha inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (Lea), con
riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e
riabilitazione rivolte alle persone affette da questa
patologia. Le cause di questo disturbo non sono note
ma potrebbero consistere in un insieme di fattori
genetici e ambientali. Tra i maschi in genere il
disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre
nelle donne inizia all’età di 20 - 40 anni. Secondo
alcune stime americane la ludopatia può interessare
il 2 - 4% della popolazione, rappresentando dunque
anche un importante problema di salute pubblica.
Secondo alcuni autori, la ludopatia è la patologia da
dipendenza a più rapida crescita tra i giovani e gli
adulti.
15
Ludopatia…è un’emergenza sociale! In Lombardia re, l'indebitamento, la solitudine, la frantumazione
delle relazioni familiari, fino alla collusione con la
allarme della Caritas
«Sono i ludopatici la nuova emergenza sociale». È microcriminalità o la criminalità organizzata.
quanto emerge da una recente indagine condotta su un La conferma viene da un altro strumento della rete di
campione di centri di ascolto della Caritas Ambrosia- assistenza che fa capo a Caritas Ambrosiana: la
na, gli sportelli che offrono la prima assistenza alle Fondazione San Bernardino voluta dai vescovi
persone più disagiate. Il 71% dei centri di ascolto che lombardi per aiutare le persone gravemente indebitate
hanno riposto all'indagine
e prevenire il fenomeno
afferma che «il gioco di
dell'usura. Secondo l'analisi
azzardo è molto o abbastanza
della Fondazione, ogni anno
diffuso tra i propri utenti», il
almeno un quarto degli utenti,
le conseguenze sono
58% ritiene di aver avuto la
segnalati proprio dai centri di
l'impoverimento
percezione che le persone inascolto Caritas, accumula debicontrate avessero problemi di
ti soprattutto a causa del gioco
ulteriore,
gioco d'azzardo problematico,
d'azzardo.
l'indebitamento,
il 48% dichiara di avere inSecondo le stime, i giocatori
contrato giocatori patologici.
d'azzardo patologici in Italia
la solitudine,
Almeno la metà dei centri
sarebbero 700 mila, vale a dire
la
frantumazione
delle
Caritas ha intercettato da una
il doppio degli alcolisti e dei
a 20 persone in un anno che si
tossicodipendenti assistiti dai
relazioni familiari,
sono rovinate con il gioco.
servizi. Ma poco è stato fatto
fino alla collusione con la
E poiché gli utenti dei centri
per elaborare percorsi di cura
di ascolto sono in maggioranspecifici. «Una classe politica
microcriminalità o
za stranieri, disoccupati, con
poco lungimirante ha, in modo
la
criminalità
livelli d'istruzione medioassolutamente bipartisan, trabassi, l'indagine conferma che
sformato il gioco d'azzardo in
organizzata
le vittime preferenziali del
una vera e propria industria. Il
gioco d'azzardo sono proprio
boom di questo settore econole persone con minori risorse
mico ha prodotto danni collateeconomiche e culturali. «Condizione che rischia di rali e a farne le spese sono state, soprattutto, le fasce
appesantire ulteriormente il grado di sofferenza sociale più deboli della popolazione - osserva Luciano
diffuso nel territorio della diocesi».
Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e presi«Tuttavia - spiega ancora Caritas -, la ricerca mette in dente della Fondazione San Bernardino . Il fenomeno
luce soltanto la punta dell'iceberg». La dipendenza da ha proporzioni ormai importanti. Ciò nonostante, non
gioco d'azzardo non è in genere esplicitamente espres- solo la nostra classe dirigente pare non voler cambiare
sa dalle vittime e soltanto l'ascolto del paziente è in rotta, ma non riesce nemmeno a correre ai ripari».
grado di far emergere il problema. Nel 23% dei casi, Alla fine dell'anno, il 31 dicembre il ministero della
infatti, la ludopatia è stata individuata soltanto nel salute ha avviato la procedura per l'aggiornamento dei
corso di svariati colloqui; nell’ 11% a indicarla è stato livelli essenziali di assistenza, estendendoli per la
un parente della vittima (in genere la moglie), e solo prima volta anche alle ludopatie, come previsto del
nel 7% è stata confidata al volontario del centro di decreto n. 158, noto come decreto Balduzzi, convertito
ascolto direttamente dalla persona interessata, che ha in legge l'8 novembre. «Tuttavia, pur riconoscendo per
chiesto aiuto proprio in qualità di giocatore.
la prima volta che di azzardo ci si può ammalare e che,
Gli effetti sociali sono facilmente immaginabili. Dal quindi, dei giocatori patologici si deve far carico il
momento che le possibilità di vittoria sono, in genere, Sistema sanitario nazionale, lo stesso ministero ha
minime, le conseguenze sono l'impoverimento ulterio- rinunciato a reperire finanziamenti dedicati e finalizzati all'avvio sistematico di iniziative di cura e prevenzione - spiega Caritas Ambrosiana -. La conseguenza è
che non vi è ancora certezza sulle effettive risorse che
saranno destinate per assistere i ludopatici e sui
percorsi terapeutici che potranno essere previsti». Se i
giocatori patologici potranno essere curati, dipenderà
dai criteri di priorità che ogni Regione, in modo autonomo, individuerà per ripartire le quote assegnate del
Fondo sanitario nazionale.
Veronica
16
la gioia di partecipare
P
er i filosofi greci la conoscenza delle cose
crea la condizione per la felicità. Per S.
Francesco il raggiungimento della felicità è
nell’umiltà. L’evangelista Matteo, con le
“beatitudini”, ci tramanda parole di Gesù che
permettono di raggiungere la felicità “del
regno dei cieli”. La felicità è tutto questo, ma
anche il raggiungimento di un semplice obiettivo specifico. E’, infatti, felice la mamma che
vede crescere il proprio figlio in salute; è felice
il maestro quando i suoi allievi sono attenti e
interessati;
è
felice il bimbo
dopo i primi
passi. La felicità
è anche tutto
questo.
La
sera
di
domenica
27
aprile u.s., nelle
sale della casa
canonica, quando tanti compaesani ci hanno
omaggiato della
loro
presenza
per la chiusura
della manifestazione, eravamo “felici”. Non
era felicità perché si era in compagnia di tante
persone o perché finalmente “era tutto finito”,
ma perché la comunità ci aveva dimostrato di
aver capito l’importanza di essere stati
“partecipi” e di aver “condiviso”. Quando una
piccola comunità come la nostra sa apprezzare
le piccole cose, quando le sente proprie, quando ne vuole trarre i frutti, tutto diventa
“felicità”. I giovani, gli anziani, le donne, i
bambini, quando si trovano in comunità si trasmettono sensazioni piacevoli che generano
gioia e serenità e con esse tanta felicità.
L’obiettivo della manifestazione, il concorso di
pittura Premio San Zenone, è stato quello di
dare spazio, attraverso l’arte, alla gioia di
partecipare a cogliere “il bello”. La bellezza è
l’insieme delle qualità percepite tramite i sensi
che suscitano sensazioni piacevoli che deriviamo da concetti, oggetti, animali, cose o persone dell’universo osservato. Può trattarsi della
bella macchina che puliamo tutti i giorni, lo
smartphone che culliamo nelle nostre mani
ogni minuto, il cielo stellato, l’albero fiorito, il
viso giovane e quello con le rughe, purché
diventiamo capaci, nell’incontro con queste
realtà, di scorgervi un valore universale,
l’idea che tutti possiamo cogliere allo stesso
modo, compiacendoci insieme, superando il
soggettivismo del “a me piace questo”, a te
piace “quello”, “non è bello ciò che è bello, ma
è bello ciò che piace” e di amenità del genere… E’, invece, bello ciò che è bello, ma è
difficile coglierlo! La bellezza va ricercata,
ama nascondersi, come la verità! Un primo
segno della sua presenza è, frequentemente,
una emozione che può sciogliersi nel nulla
oppure rafforzarsi con i criteri di lettura dell’opera o dell’oggetto considerato. Non ci si
ferma all’“emozione” che, comunque va considerata un primo gradino per la conoscenza,
come la “meraviglia”!
Noi con la manifestazione organizzata abbiamo
voluto creare un primo contatto con opere
d’arte collegando interpretazioni del passato
con quelle dell’oggi. L’arte del passato genera
ricordi e mantiene viva la memoria; quella di
oggi stimola fantasia e creatività. Il passato è
il Gruppo Arte Sacra Passirano è:

un gruppo di cittadini di Passirano

sensibile all’Arte

desideroso di conoscere, far conoscere, salvaguardare il patrimonio
artistico culturale di Passirano

impegnato a divulgarne il valore

aperto a tutti i concittadini che
sentono la necessità di attivarsi
contro il degrado del nostro patrimonio culturale comune

attivo nella diffusione di valori
ideali attraverso un coinvolgimento
diretto

libero da vincoli politici

senza scopo di lucro
17
dentro di noi, fa parte di noi stessi e tutto
quello che ci circonda ce lo dimostra in
ogni momento. In ogni comunità, piccola
o grande che sia, la memoria riempie gli spazi
che ci circondano. I piccoli oggetti di uso quotidiano, le parole a volte stravaganti di un dialetto
dimenticato, le mura delle case, i racconti dei
nonni, i luoghi di culto, i “loca sacra!”.
La memoria è il contrario dell’oblio e non produce l’indifferenza figlia di quest’ultimo, di cui la
nostra società è malata. In un testo della mostra
avevamo annotato che “questa indifferenza porta
a rimuovere il passato, a giudicare la storia, la
conservazione di oggetti, come qualcosa di stantio, qualcosa che sa di vecchio, qualcosa che non
serve a niente e a nessuno” e che ci porta a
“perdere la nostra identità”, fino al punto “di non
sapere più chi siamo; ed è chiaro che se noi non
sapremo più nulla di noi, dovremo sempre più
uniformarci a modelli e a valori che non ci
daremo più da soli, ma che riceveremo sempre
più da altri”.
La sera della domenica 27 aprile abbiamo
assaporato… l’ebbrezza della felicità. Un piccolo
passo era stato fatto verso la crescita della comunità tramite la bellezza dell’arte e il risveglio
della memoria collettiva aveva combattuto
l’indifferenza, ricuperando una certa autonomia
verso la libertà, quella libertà che diventa tale
solo con la partecipazione.
Tutto era nato un anno fa, con l’esposizione
dell’orologio del campanile e con l’idea di far
conoscere alla comunità quanto nei secoli scorsi
la comunità stessa ha prodotto partecipando alla
crescita socio-culturale-religiosa di Passirano.
Da più di un anno, poi, dei concittadini stavano
prodigandosi nella digitalizzazione dei documenti
dell’archivio parrocchiale e proprio da quei
documenti sono emerse cose che mai sarebbero
giunte alla conoscenza del vasto pubblico.
Qualcuno ricordava certamente i piccoli dipinti
raffiguranti le chiesette di Passirano esposti
nell’ingresso della canonica, o forse li avranno
visti pubblicati nel libro di Ottavio Falsina, ma
mai erano stati esposti affinché tutti ne potessero
godere insieme.
Da questi dipinti è nata l’idea di organizzare un
concorso di pittura che in qualche modo desse
stimolo agli artisti locali di rappresentare la
religiosità degli edifici sacri.
È nato così il Gruppo Arte Sacra Passirano.
Pochi i primi concittadini coinvolti nell’idea, ma,
man mano che il progetto prendeva
corpo, ha avuto l’adesione sufficiente da
poter realizzare una manifestazione che è
risultata di grande interesse.
La gioia della domenica del 27 aprile è stata tale
da spronarci in un programma di impegno che
prevede due manifestazioni annuali con scadenza
stabilita:
- una ad ottobre, in occasione delle feste patronali, con un concorso fotografico;
- una seconda con un concorso di pittura, in
concomitanza con le feste pasquali.
Ogni manifestazione sarà affiancata da una
“collaterale” nella quale verranno presentati
oggetti e documenti inerenti alla vita parrocchiale
di Passirano.
Il programma per l’ottobre 2014 prevede il
concorso fotografico sul tema “Arti e mestieri in
Franciacorta” e la collaterale “Ex voto suscepto”,
in relazione alla devozione della Madonna
dell’Abito.
Sicuramente sarà un altro fiume di gioia se ci
sarà partecipazione anche nell’organizzazione
dell’evento. Vi aspettiamo.
G.A.S.P.
Un paese vuol dire
non essere soli,
sapere che
nella gente,
nelle piante,
nella terra c'è
qualcosa di tuo
(Cesare Pavese)
18
LA MEMORIA a puntate
P
lo spirito del luogo
er conoscere un territorio non serve solo abitarlo,
è necessario viverlo con consapevolezza, saperlo
osservare interpretando i segni e i simboli, immergersi
nella sua "memoria". È importante tramandare la
storia di un territorio, dove per storia si intende il
complesso mondo culturale fatto di valori di credenze
e verità condivise da una comunità. È fondamentale
favorire una memoria collettiva, quella memoria che ci
conduce al nostro passato, per rileggere con consapevolezza il presente e progettare con responsabilità il
futuro. I segni sacri sono testimonianze storiche e
culturali oltre che religiose che permettono di entrare
nel “genius loci”, lo spirito del luogo, di un territorio e
di mantenere vivo il rapporto tra la comunità e la sua
terra. Attraverso questi “luoghi della memoria” è possibile riconoscere e riconoscersi, riscoprire le proprie
radici e salvaguardare aspetti della propria identità.
LA STORIA
La Franciacorta e l’area meridionale del Sebino in età
preistorica erano caratterizzate da foreste di tipo
alpino, da laghetti intermorenici e da corsi d’acqua,
tuttavia l’utilizzo di legname, gli incendi e la canalizzazione hanno profondamente modificato il paesaggio e l’ambiente.
Questo territorio, costituito da terre fertili e acque
ricche di pescagione, era l’habitat ideale per lo
stanziamento.
Nell’area morenica tra Provaglio d’Iseo e Timoline
sono state trovate tracce di insediamenti risalenti
all’epoca mesolitica (7000-5000 anni fa), all’età del
bronzo invece risalgono i ritrovamenti archeologici
della zona del Montorfano, Timoline, Borgonato,
Iseo, Rovato e Coccaglio.
Nel passaggio dalla preistoria alla storia, l’area fu interessata da migrazioni di Etruschi e da invasioni
celtiche. I Celti, chiamati Galli dai Romani, si insediarono nell’Italia Settentrionale e nel bresciano si
stabilirono i Cenomani che fissarono in Brixia il loro
centro amministrativo, militare e religioso; numerose
sono le testimonianze della loro presenza in Franciacorta.
In età romana la Franciacorta acquistò grande importanza, la popolazione si organizzò attorno al castrum
(fortezza romana) di Rovato e di Coccaglio, aree strategiche per difendersi dagli attacchi di eventuali
invasori.
Testimonianze della centuriazione romana si rintrac-
ciano in quasi tutta la campagna.
I Romani bonificarono il territorio e questo favorì lo
sviluppo dell’agricoltura, inoltre costruirono strade
per migliorare i collegamenti tra i diversi villaggi.
Alla fine dell’Impero romano d'Occidente nel V secolo, purtroppo anche la Franciacorta non poté sottrarsi alle terribili invasioni barbariche: prima giunsero i
Goti di Alarico, poi i famigerati Unni di Attila e la
popolazione subì persecuzioni continue.
I secoli a venire furono un susseguirsi di invasioni, di
guerre sanguinose, fino a che i Longobardi non ebbero consolidato la loro presenza nel territorio; a questo punto anche la Franciacorta riprese a vivere.
Purtroppo si possiedono documenti e testimonianze
archeologiche e storiche solo dell’epoca più matura
del loro dominio, intorno al VII secolo.
Attiva forza dell’epoca in Franciacorta fu il cristianesimo, ai pagi romani ( che insieme ai vici costituivano
le circoscrizioni amministrative) si sostituirono le
pievi, le quali erano sostanzialmente circoscrizioni
rurali circondate da modesti villaggi. In questo periodo sorsero le pievi di Erbusco, Bornato, Coccaglio e
Gussago.
L'antico borgo di Passirano dipendeva dalla pieve di
Bornato.
I Longobardi non riuscirono mai ad unificare l’Italia
Settentrionale, anzi, proprio questo bisogno di
espansione fece scatenare la guerra con i Franchi di
Carlo Magno.
Nei secoli successivi la Franciacorta tornò ad essere
terra di guerre ed invasioni, significativa fu quella
degli Ungari che venne descritta quasi apocalittica.
Cominciarono a nascere numerose fortificazioni e
castelli a Paderno, Passirano, Iseo, Capriolo.
Passirano nel Medioevo non si presentava come un
paese dal nucleo compatto, ma era costituito da un
insieme caotico di case e cascine, suddiviso in contrade che formavano due paesi distinti: Passirano
Sera e Passirano Mattina.
Ogni paese possedeva il suo castello e una cappella:
Passirano Sera dedicata a San Zeno e Passirano
Mattina dedicata e San Pietro.
Unica testimonianza dell'epoca è il meraviglioso
castello ancora ben conservato.
Siamo ormai nell’età dei Comuni e la Franciacorta fu
direttamente coinvolta nelle lotte tra Guelfi e
Ghibellini.
19
Gli scontri tra i sostenitori del papato (Guelfi) e
dell’impero ( Ghibellini) furono tragici anche per il
territorio passiranese: si narra che nel 1212 gente armata di Passirano e di Rodengo, capeggiata dal Guelfo Masperoni, assalì gli Iseani guidati da Oldofredi
che fu ucciso.
Nel 1222 nella zona bresciana ci fu un terremoto che
causò migliaia di morti.
Nel 1272, dopo numerosi e continui scontri, venne
stipulata a Coccaglio una pace fra Guelfi e Ghibellini
che prevedeva anche il disarmo di alcuni castelli.
Purtroppo col passaggio dai comuni alle Signorie la
situazione non migliorò, la zona fu di nuovo colpita
da guerre e massacri fino alla caduta di alcuni paesi
sotto la Signoria viscontea di Milano nel 1326.
Le difficoltà di convivenza tra Guelfi e Ghibellini continuarono ancora, fino alla supremazia di Gian
Galeazzo Visconti che riuscì ad ottenere il controllo
di Milano e Brescia.
Oltre alle continue guerre, dal 1361 al 1485 in Franciacorta, si contarono cinque epidemie di peste. Ovviamente tra tante guerre, saccheggi e calamità naturali
le campagne ne risentirono. Molti borghi, come per
esempio Bornato, persero di rilevanza ed è proprio in
questo periodo che i due paesi Passirano Sera e
Passirano Mattina cominciarono ad assumere una
maggiore importanza. Alla morte del Visconti nel
1402 ricominciarono le lotte tra Milano e Venezia e
l’instabilità durò fino alla pace di Lodi del 1454,
Venezia acquisì i territori di Brescia, Bergamo e
Cremona e sancì la fine di tanti secoli di guerre.
Questa memorabile pace consentì finalmente alla
popolazione di Passirano di ritornare a vivere, furono
anni tranquilli e prosperi anche se ci furono problemi
legati alle calamità naturali: due gravi siccità nel 1467
e nel 1469, un terremoto nel 1471, una carestia nel
1476 ed un’invasione di locuste nel 1477.1 La Franciacorta riuscì ad ottenere particolari riconoscimenti
per essere rimasta fedele a Venezia che organizzava i
territori occupati concedendo largo spazio gestionale
ai nobili delle zone; questo favorì la ripresa dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato. Nel 1478
una forte epidemia di peste spinse gli abitanti di
Passirano ad erigere un santuario dedicato a San
Rocco e un piccolo convento in cui furono chiamati i
Padri dell'ordine dei Servi di Maria. Il XVI secolo non
cominciò sotto stelle propizie. Con la morte di
Lorenzo il Magnifico terminò la politica dell’equilibrio e la frammentaria situazione politica della penisola italiana era un bottino appetibile per i re d’Europa; la discesa di Carlo VIII nel 1494 fu il primo avvertimento di quanto sarebbe successo poco tempo
dopo. Inoltre la Franciacorta nel 1506 fu colpita da
un'altra epidemia di peste, che causò moltissimi
decessi e da una fortissima siccità, che prosciugò tutti i pozzi e le cisterne creando notevoli problemi alle
coltivazioni e di conseguenza alla popolazione che
soffriva la fame. Dopo la discesa senza risultati di
Carlo VIII in Italia, il suo successore, il re francese
Luigi XII, con la scusa di essere nipote dei Visconti
accampò pretese sul Ducato di Milano e scese in
Italia conquistando subito la città con le sue terre.
L’obiettivo però era quello di fermare la conquista
veneta che infastidiva il papa e gli altri piccoli stati
dell’Italia, nonché Spagna e Impero.
Nacque la lega di Cambrai che inflisse una dura sconfitta all’esercito veneziano ad Agnadello nel 1509.
Luigi XII entrò in territorio bresciano accampandosi
a Coccaglio e poi entrò a Brescia, passando dalla
Franciacorta, gli abitanti accolsero i francesi con
entusiasmo, tuttavia la conquista fu devastante, e
nella provincia cominciarono i primi focolai di rivolta
contro i francesi, come la rivolta di Rovato nel 1509
capeggiata da Lorenzo Gigli che esaltava la Serenissima. L'insurrezione dopo pochi giorni fu domata e
Gigli venne ucciso.
A questo punto la situazione politica si complicò con
l’alleanza di Venezia e il papa nella Lega Santa contro
i francesi e i nobili bresciani cercarono di riconquistare la città, ma i francesi riuscirono ad espugnarla
con il famoso sacco di Brescia il 19 febbraio 1512.
Numerose le testimonianze di saccheggi e violenze
da parte dei francesi anche nei paesi della
Franciacorta.
Subito dopo Brescia e i suoi territori vennero ceduti
agli spagnoli, ma dopo quattro anni ritornarono sotto
il controllo della Repubblica Serenissima.
Furono ancora anni difficili: Carlo V nel 1521 inviò i
Lanzichenecchi a Roma che naturalmente passarono
dalla Franciacorta saccheggiandola, inoltre le truppe
imperiali continuarono a invadere il territorio
bresciano fino al 1540.
Il Concilio di Trento era alle porte, le terre bresciane
furono seguite religiosamente da due figure di spicco,
che lasceranno un segno fondamentale nella storia
spirituale della provincia, Carlo Borromeo arcivescovo di Milano e Domenico Bollani prima podestà e poi
1 ABENI,CAMILLA, La storia Antica, Altomedioevale, Medioevale, in Il Sebino e la Franciacorta, a cura di Boroni, C., Venezia, Corbo e
Fiore Editori, 1998, pp. 68-80.
20
LA MEMORIA a puntate
vescovo di Brescia.
Bollani si dedicò al rinascimento spirituale della diocesi, che pur restava sotto il controllo di Milano; nel
1565 intraprese la visita pastorale in tutto il territorio.
Carlo Borromeo nel 1580 visitò la Franciacorta,
soggiornando a Rovato e anche a Passirano.
Queste visite lasciarono una traccia di rinnovamento
spirituale che durò a lungo.
Dopo il Concilio di Trento le chiese parrocchiali cominciarono gradualmente a sostituire le pievi. Nel
XVII secolo l'avvenimento che più di tutti incise sulla
vita della popolazione fu la grande epidemia di peste
del 1630, ricordata anche dal Manzoni nei Promessi
Sposi. La peste fu una catastrofe di grandi dimensioni,
ci vollero molti anni prima che la popolazione
bresciana riprendesse i livelli di densità demografica
anteriori alla pandemia.
Le attività artigianali e commerciali soffrirono di
queste condizioni e molte cessarono.
Dopo tanti secoli Passirano si presentava ancora un
paese di case raggruppate in contrade con una popolazione esigua e prettamente contadina.
Nel frattempo divennero abituali le missioni rurali dei
gesuiti come metodo di educazione religiosa delle
popolazioni delle campagne. I rettori veneti non gradirono molto questa eccessiva popolarità dei gesuiti e
cercarono di reprimere le loro predicazioni, tuttavia
la loro presenza consolidò la fede della popolazione.
Purtroppo intorno alla metà del XVII secol,o per ordine di papa Innocenzo X, i Serviti dovettero lasciare il
convento. Fu un dramma per la popolazione passiranese, molto devota; tuttavia gli abitanti, dopo molte
diatribe, riuscirono ad avere la loro chiesa. Con il
decreto vescovile in data 19 maggio 1670 nacque la
nuova parrocchiale dedicata a San Zeno a metà strada
tra le due antiche chiese. Il 1700 iniziò in modo cruento, perché il territorio bresciano fu coinvolto nella
guerra di successione spagnola con conseguenti
saccheggi del territorio. Per quanto riguarda gli avvenimenti storici di fine Settecento la popolazione
passiranese, quasi esclusivamente contadina, non fu
direttamente coinvolta nelle vicende poiché costretta
a lavorare duramente per sopravvivere. I Passiranesi
subirono con passività anche la dominazione austriaca. Purtroppo comparvero nuove malattie: il colera e
il tifo.
L’epidemia di colera colpì la Franciacorta nell’aprile
del 1836; da qui il contagio si estese a tutta la provincia, provocando circa 10000 morti.
La popolazione di Passirano continuò ad essere esigua
e cercava di tirare avanti alla meno peggio, indifferente delle questione politiche. L'unica consolazione fu
sempre la grande fede condivisa con celebrazioni e
riti.
Anche dopo l'Unità d'Italia i passiranesi sembravano
refrattari ai cambiamenti, legati alle antiche tradizio-
ni cattoliche e chiusi verso qualsiasi novità.
La popolazione di Passirano dimostrò da sempre,
oltre alla fede, un grande spirito volontaristico e di
solidarietà, che ancora oggi la contraddistingue.
Verso la fine del 1800 nacquero le Confraternite di
Carità per aiutare i poveri e i malati. Sempre verso la
fine del XIX secolo sorsero le prime filande, furono
costruiti un asilo infantile, una banca e una farmacia.
A piccoli passi il progresso cominciava ad influenzare
anche Passirano.
Durante la Prima guerra mondiale, anche se il fronte
era lontano, la popolazione di Passirano diede il suo
contributo con 15 vittime.
Inoltre sul finire della guerra si aggiunse un'epidemia
di dimensioni mondiali, la “spagnola”, che in soli tre
mesi causò moltissimi decessi anche a Passirano.
Dopo la guerra iniziò di nuovo un periodo di profonda crisi economica per l'intera nazione italiana, che
porterà agli esiti tragici della Seconda guerra
mondiale.
Anche in questo caso la popolazione passiranese
manifestò la sua generosità verso i compaesani
bisognosi.
Oltre ai numerosi giovani che combatterono al fronte,
i passiranesi subirono direttamente i terribili anni
dell'occupazione nazista dal 1943 al 1945 e dimostrarono, come in altre occasioni, un grande coraggio,
aiutando chi aveva bisogno, anche rischiando la vita.
Passirano ormai è uscito da molto tempo dal suo
ruolo di paese prevalentemente agricolo, si sono
sviluppate nuove attività e la popolazione è in
continuo aumento.
Negli ultimi anni la Franciacorta è diventata un luogo
in cui molti desiderano abitare, sia per la posizione
strategica vicina alla città, sia per la possibilità di
vivere una vita più a misura d’uomo, ancora immersa
nella natura.2
Lara Faustini
2 COMINI, MARIANO, La storia Moderna fino al 1797, Contemporanea, in Il Sebino e la Franciacorta, a cura di Boroni, C., Venezia
21
Parrocchie di San Zenone e San Vigilio
Passirano e Monterotondo
Cre Grest 2014
Passirano
Dal 30 Giugno al 18 LuglioPresso l’ex Oratorio Misto
Monterotondo
NOVITÀ!!!
Dal 16 Giugno al 4 Luglio
Presso l’Oratorio
ESTATE 2014
SETTIMANA A
SETTEMBRE dall’1 al 5
ORARI:
9.00 - 12.00 / 14.30 - 17.30
€ 25,00 a settimana
ISCRIZIONI (presso gli Oratori):
Sabato 31 Maggio
Campo Estivo a Pontedilegno
5^ Elementare, 1^ e 2^ Media: dal 21 al 26 Luglio
3^ Media e Adolescenti (1^-4^ superiore): dal 26 al 31 Luglio
€ 150,00 (viaggio compreso)
Iscrizioni entro il 10 Giugno versando € 50,00
Follest
serate varie per adolescenti
22
Calendario liturgico di PASSIRANO
ORE
MAGGIO
31
Iscrizioni GRES e campi estivi
DOMENICA
01
9,30
Iscrizioni GRES e campi estivi
S. Messa di chiusura dell’anno catechistico e Festa con pranzo insieme in
Oratorio e giochi
LUNEDI
02
9,30
S. Messa al Cimitero n ricordo degli Alpini
DOMENICA
08
10,30
S. Messa e commemorazione del 90° degli Alpini - non ci sarà la S. Messa delle
9,30
VENERDI’
13
20,00
S. Messa a S. Antonio Contrada di Sopra
SABATO
14
15,00
Assemblea Parrocchiale con Consiglio Pastorale - Consiglio dell’Oratorio - Catechisti - Consiglio Affari Economici
SABATO
GIUGNO
08,00
10,00
18,30
S. Messe festive
10,00
Festa del CORPUS DOMINI S. Messa solenne - segue processione del Corpus Domini per le vie del paese.
da DOMENICA
15
DOMENICA
22
MERCOLEDI’
25
DOMENICA
29
LUNEDI’
30
Inizio Grest presso ex Oratorio.
GIOVEDI’
03
inizia la S. Messa del giovedì al cimitero
VENERDI’
18
Fine Gres presso l’ex Oratorio
da LUNEDI’
a SABATO
21
26
campo estivo medie a Pontedilegno
SABATO
26
da SABATO
a GIOVEDI’
26
31
campo estivo adolescenti a Pontedilegno
1
5
settembre insieme (mini Grest per ragazzi)
Inizio festa dell’Oratorio
10,00
S. Messa all’oratorio , con il saluto al diacono Bruno e mandato animatori grest
LUGLIO
08,00
20,00
Festa S. Gioacchino e S. Anna - S. Messa alla chiesina di S. Anna
SETTEMBRE
da LUNEDI’
a GIOVEDI’
23
Calendario liturgico di MONTEROTONDO
ORE
MAGGIO
SABATO
31
Iscrizioni Gres e campi estivi
DOMENICA
01
Iscrizioni Gres e campi estivi
S. Messa di chiusura dell’anno catechistico e festa dello sportivo con pranzo insieme in Oratorio e giochi
LUNEDI’
16
DOMENICA
22
MERCOLEDI’
25
GIUGNO
10,30
Inizio Gres all’Oratorio
10,30
20,00
Festa del Corpus Domini
S. Messa solenne – segue processione del Corpus Domini per le vie del paese.
inizio sante messe al Cimitero
LUGLIO
VENERDI’
04
Fine Gres all’Oratorio
da GIOVEDI’
a DOMENICA
17
20
festa dei giovani in Oratorio
da LUNEDI’
a SABATO
21
26
campo estivo medie a Pontedilegno
da SABATO
a GIOVEDI’
26
31
campo estivo adolescenti a Pontedilegno
"La Parrocchia e l'Oratorio
ringraziano gli Alpini di
Monterotondo per aver
messo a disposizione la loro
struttura in quest'anno di
chiusura dell'Oratorio certi
che la collaborazione continuerà anche nel nuovo
Oratorio"
GRAZIE ALPINI!!!
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“Ex voto suscepto”, ambito bresciano 1848
La Madonna intercede per la salvezza di un contadino
TUTTE LE MATTINE dalle ORE 9,00 alle 11,00
LA SEGRETERIA PARROCCHIALE DI PASSIRANO
E' APERTA!!!
NUMERI DI TELEFONO UTILI
Segreteria parrocchiale:
030654005
Don Gigi: 030654005/3460447955
email: [email protected]
Don Raimondo: 030653637
Cellulare: 3336716325
Diacono Bruno: 3385953190
Oratorio “Santi Francesco e
Chiara”: 030653391
email: oratorio.francescoechiara
@gmail.com
Padri Oblati (OMI):
030653629
Chiunque voglia
COMUNITÀ DI
PASSIRANO
Notiziario
Parrocchiale
Numero 2 - Anno 2014
Direttore responsabile
Adriano Bianchi
Autorizzazione del
tribunale
n.27/1988
del 4 luglio 1988
scrivere al bollettino
puo farlo inviando
una mail all’indirizzo mail
[email protected]
oppure
lasciando una lettera
nella cassetta postale
dell’ex oratorio.
Sito web:
www.parrocchiadisanzenone.it