Dall`Asinara ad Alghero
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Dall`Asinara ad Alghero
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Il viaggio A.A.S.T. Alghero Dall’Asinara ad Alghero Passaggio a nord-ovest Per cancellare le tensioni e le fatiche non c’è nulla di meglio di un viaggio in barca a vela. Magari in uno degli angoli più affascinanti della Sardegna 62 Gennaio 2004 Gennaio 2004 63 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Asinara Caratteristico scorcio della spiaggia di Porticciolo, vicino Capo Caccia la Reale P. Tumbarino Rada della Reale Cala Scombro di Fuori APT Stintino INDIRIZZI PER IL CHARTER P. Caprara o dello Scorno Cala Arena C. Molla Porto Mannu d. Reale Il viaggio Isola Piana C. del Falcone Golfo Torre Rada d. Fornelli P. Scoglietti Pelosa dell’Asinara C. Coscia di Donna Stintino Castelsardo Cala Capotagliato Porto Torres A.A.S.T. Alghero Sorso Sennori C. Mannu Porto Palmas Argentiera Sassari Porto Ferro Cala Viola P. Cristallo Mar di Sardegna Ittiri Cala Burantinu Torre Poglina Cala Griecas di Federica Ameglio sola battuta dai venti, selvaggia e fiera, la Sardegna è fra i territori più invitanti per disintossicarsi dallo stress accumulato nel corso dell’anno. Luogo ideale per questo esercizio di rinascita è la sua punta nord occidentale: quell’angolo di costa che, come un piccolo braccio, si allunga verso la Francia. Un tratto di mare dove il maestrale è l’unico, vero padrone. Le sue raffiche hanno segnato profondamente il paesaggio, piegando gli alberi e modellando le pietre dei nuraghi. Quando il vento soffia violentemente, l’aria si carica di sapori marini, e un sottile strato di sale ricopre ogni cosa; quando si fa più calmo, soprattutto d’estate, i suoi refoli allontanano la calura estiva e danno una sferzata d’energia. Questo lembo di terra è una delle mete predilette dai velisti: la costa è ancora poco frequentata e silenziosa, la natura ha una bellezza folgorante, i ridossi e le rade sono numerosi. L’ideale è percorrerlo con tappe di piccolo cabotaggio: si può partire da Porto Torres, (raggiunta in aereo o in traghetto), noleggiando una barca lì, oppure dal porticciolo di Stintino, fantastica gemma della marineria sarda. In poche miglia, da Stintino si raggiunge la punta di Capo Falcone e il suo prolungamento naturale, l’Isola dell’Asinara: un tempo colonia penale, oggi meraviglioso parco naturale. Mantenendosi sempre protetti dal maestrale, si può esplorare la costa orientale dell’Isola. Poi, tornati a Capo Falcone, si prosegue verso sud - fra rocce e spiagge assolate - fino al Capo dell’Argentiera, da dove si prosegue poi per Capo Caccia e la rada di Porto Conte, che si apre immediatamente all’interno. Ultimo tratto verso Alghero, perla architettonica dai marcati connotati catalani. I mesi migliori per seguire questo itinerario sono maggio, giugno, I 64 Aprile 2005 ASINARA YACHTING SCUOLA DI MARINERIA via Enrico Costa, 17 - 07046 Porto Torres (SS) Tel. 079.512459 www.asinarayachting.it Flotta: due Jeanneau Sun Fast 32i e un Bavaria 38 Basi: Stintino e P.Torres APT Stintino Porto Fertilia Cala della Barca Conte Cala d’Inferno Tramariglio Rada Grotta di Nettuno di Alghero Alghero C. Caccia Due splendide vedute aeree di Stintino, pittoresco villaggio abitato da pescatori e frequentatissimo centro balneare 3000 - CHARTER via Bruscu Onnis, 4 - 09032 Assemini Tel. 070.9477242 www.charter.3000.it E-mail: [email protected] Flotta: Oceanis da 38, 43 e 47 Basi: Cagliari, Carloforte, Cannigione, Portocervo, Alghero, Villasimius. 39° FALASCO CHARTER corso Italia, 21 - 09072 Cabras (OR) Tel. 0783.392183 www.falasco.com Basi: Oristano, Alghero, Costa Smeralda. settembre e ottobre; anche se luglio e agosto non sono da escludere a priori a causa dell’affollamento turistico, tipico di altre zone della Sardegna, qui invece mai eccessivo. Il litorale, a tratti segnato da spiagge di sabbia finissima, (ma anche da rocce scure o da falesie rossastre), è caratterizzato dai colori e dai profumi accesi della macchia mediterranea: i sentori del mirto, del rosmarino e del ginepro selvatico giungono facilmente nel pozzetto della barca, portati dal vento. I porti in questo tratto di mare sono meno frequentati che sulla costa orientale: Stintino, Alghero e Porto Conte sono marine moderne e attrezzate che donano ospitalità a tutti i tipi di imbarcazione; rade sicure sono anche quelle dell’Isola Piana, vicino all’Asinara, nonché quelle intorno a Porto Conte e all’Argentiera. A tutti gli appassionati di nautica raccomandiamo comunque la massima prudenza: ricordate che il mare qui può ingrossare all’improvviso e che soprattutto i tratti di mare aperti verso occidente sono soggetti a forti maestralate. IL POPOLO E LA STORIA Lungo la sua storia millenaria, la Sardegna ha sviluppato una cultura originale e molto creativa, caratterizzata da alcuni elementi tipici: primi fra tutti i nuraghi, costruzioni turrite di stampo megalitico dell’era neolitica. L’unicità di questa cultura, diffusa su tutta l’estensione dell’isola, ha alimentato la teoria che la Sardegna fosse un tempo un potente Stato marittimo (se non addirittura la misteriosa isola di Atlantide andata perduta). In realtà, non esistono prove di questa teoria. Tanti, invece, sono stati i popoli (a partire dai Fenici fino ai Romani) che, nei secoli, hanno raggiunto e conquistato la Sardegna dal mare. I Fenici fondarono le loro prime colonie a Sulci, l’odierna Sant’Antioco; a Nora, vicino a Cagliari; e a Tharros, nell’oristanese. Dopo di loro, con la conquista romana nel 238 a.C., la Sardegna non venne comunque sottoposta a una completa assimilazione culturale: rimasero sempre in vita culti e tradizioni locali, perpetuate per tutto il Medioevo. Per tutto il periodo storico (che va dall’anno mille ai giorni nostri), la Sardegna fu contesa fra le forze dominanti europee: dai Genovesi, che vi mantennero a lungo il controllo dei porti, agli Spagnoli e ai Francesi fino al dominio dei Savoia. L’aspirazione all’indipendenza rimase comunque una costante della storia sarda, sin dai tempi di Eleonora d’Arborea, eroina delle prime rivendicazioni di autonomia. L’annes- sione al Piemonte, avvenuta nel 1720 alla fine delle guerre napoleoniche, non favorì lo sviluppo economico dell’Isola, considerata dallo Stato sabaudo poco più che una colonia o un bacino minerario. Soltanto negli ultimi anni si sono creati, grazie al turismo, i presupposti per lo sviluppo economico. L’ITINERARIO Iniziamo il nostro viaggio da Porto Torres, la “porta nord” della Sardegna per quanto riguarda i collegamenti marittimi con il continente e, da lì, proseguiamo per Stintino. La costa da Porto Torres a Stintino, dolce e pianeggiante, non presenta particolari attrattive, ma nemmeno difficoltà di navigazione. Si deve solo prestare attenzione se si entra in porto a Stintino con forte vento di poppa: l’onda tende a crescere via via che ci si avvicina alla costa, rendendo molto pericoloso (se non impossibile) l’ingresso. Stintino ha due porticcioli, entrambi molto riparati, nei quali è possibile sostare e trovare ogni tipo di servizio in banchina. Il vecchio porto, quello più a sud, è circondato dall’antico borgo dei pescatori, dove è possibile ammirare una miriade di antichi gozzi in legno e lance tradizionali, armate a vela latina, una volta utilizzate per la pesca. In estate, però, i posti in transito si esauriscono presto e si può es sere costretti a rivolgersi all’altra darsena, il porto nuovo. Aprile 2005 65 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Il viaggio PORTI, RADE E DISTANZE - CONSIGLI UTILI PER LA NAVIGAZIONE PORTO TORRES Porto Commerciale (40°51’85”N - 8°24’08”E) Cormorano Marina Tel. 079 512290 Posti barca: 500, lungh. max. m.35 Tutti i servizi. Il porto è esposto al maestrale che, quando soffia impetuoso, può creare onde all’imboccatura. A.A.S.T. Alghero PORTO TORRES - STINTINO: circa 20 miglia E.P. Asinara STINTINO Porto minore (40° 56’13”N - 8°13’96”E) Nautica Benenati Tel. 079 523345 Pochi posti in transito Profondità: max. m.1,90 In alto e a sinistra, l’isola dell’Asinara: territorio incontaminato e ricco di fascino Lasciata Stintino, è d’obbligo fare una sosta alla spiaggia de La Pelosa, situata all’estremità nord-est di Capo Falcone: una lingua di sabbia finissima e bianca che spesso si confonde con il mare, considerando la notevole trasparenza dell’acqua. Entrare veleggiando nella rada della Pelosa è un’esperienza molto suggestiva: il mare cambia improvvisamente colore, passando dal blu intenso all’azzurro cielo, facendo somigliare questo luogo a una spiaggia tropicale, contraddistinta però da una vegetazione tipicamente mediterranea. E’ meglio arrivare qui di primo mattino o passare la notte in rada e scappare prima del massiccio arrivo di turisti e bagnanti. La baia è protetta dal mare aperto da una barriera naturale formata dai faraglioni di Capo Falcone, dall’isola Piana e dall’Asinara. Il fondo è ottimo tenitore: solo le barche con pescaggio superiore ai due metri devono prestare attenzione ai banchi di sabbia trascinati dalle correnti. L’acqua è sempre calma anche quando il maestrale si fa sentire mentre, quando soffiano venti del primo quadrante, la sosta è disagevole. Di fronte alla spiaggia si trova l’isolotto con la caratteristica torre aragonese della Pelosa, edificata nel 1578 a difesa del litorale, che dà il nome alla rada. Poco oltre si nota l’isola Piana, usata in passato come pascolo per il bestiame. Nella stessa direzione, oltre l’isola Piana, si scorge il profilo delle rocce maestose dell’Asinara, un tempo chiamata l’isola d’Ercole. 66 Aprile 2005 VERSO L’ASINARA Navigando dalla Pelosa verso l’Asinara bisogna prestare la massima attenzione alla secca di “Scannacapretti”, che si protende verso est per circa 500 metri a partire dal versante di sud-est dell’Isola Piana. E’ praticamente invisibile, specie con mare calmo, e ogni anno miete molte vittime. In piena stagione è segnalata da un gavitello bianco, che va interpretato come fosse una boa cardinale est. Lasciata lontano l’insidia, proseguiamo approfittando del fatto che ora è possibile navigare a vela nell’Area Marina Protetta del Parco Nazionale, invece ancora interdetta al diporto a motore. Occorre comunque munirsi di carte nautiche aggiornate e fare attenzione a non oltrepassare i confini delle zone “A”, nelle quali è consentito l’accesso solo per ricerche scientifiche. Per chi vuole pernottare all’Asinara, visto che non esistono strutture attrezzate, le barche a vela possono passare la notte ormeggiandosi a pagamento alle boe gialle appositamente allestite nella Rada della Reale. Occorre però fare attenzione alla secca che dal faro di Cala Reale si protende verso sud-est per circa un miglio. In tutta l’Area Marina è rigorosamente vietato l’ancoraggio, mentre lo sbarco a terra è consentito esclusivamente utilizzando i mezzi navetta del Parco. L’Asinara è selvaggia e magnifica, può addirittura lasciare sconcertato il visitatore impreparato. Il lazzaretto prima e la colonia penale dopo hanno segnato in maniera discutibile il suo territorio, ma hanno anche salvaguardato l’ambiente marino. La trasparenza dell’acqua è strabiliante e praterie di poseidonia si alternano, nel versante orientale dell’isola, a chiazze sab- Porto Mannu (40°56’13”N - 8°13’96”E) Circolo Nautico Torres Tel. 079 523519 Posti barca: 300, lungh. max. m.13. Profondità: max. m.2,30. Tutti i servizi. Con venti forti del primo quadrante può essere molto pericoloso o impossibile l’accesso. Attenzione alla secca antistante. Tutti i servizi. Ben riparato perché situato dentro la baia di Porto Conte. STINTINO - ALL’ASINARA: circa 25 miglia I.Asinara - Cala del Reale Ormeggio con boe di colore giallo. Quelle color arancio sono riservate ai day-charter autorizzati e quelle blu ai pesca-turismo. Cala Tramariglio (40°35’,42N - 08°10’,62E) Club Nautico Capo Caccia Tel. 079 946638 Posti barca: 120, lungh. max. m.10. Profondità max. m.3,50. Tutti i servizi. I.Piana - Villamarina Banchina esterna riservata alle imbarcazioni in transito. PORTO CONTE - ALGHERO: circa 10 miglia ASINARA - CAPO FALCONE: circa 20 miglia A nord dell’Isola Piana è il passaggio dei Fornelli, molto pericoloso con mare mosso e durante la notte. CAPO FALCONE - ARGENTIERA: circa 30 miglia Poco prima del capo c’è un ancoraggio praticabile solo con il tempo bello. DALL’ARGENTIERA A PORTO CONTE: circa 25 miglia PORTO CONTE Base Nautica (40°35’73”N - 08°12’83”E) Centro Nautico Porto Conte Marina s.r.l. Tel. 079 942013 Posti barca: 300, lungh. max. m.25. Profondità max. m.4. biose. Non sono invece facilmente visibili i numerosi relitti che giacciono sui fondali della costa. Uno dei più importanti, recentemente rinvenuto, si trova a poche centinaia di metri dalla punta del molo della Rada del Reale: una nave romana affondata attorno al 120 a.C. con un carico di anfore, recuperato a partire dal 1958. Lungo le coste si possono spesso notare asinelli bianchi, capre selvatiche e cinghiali, che si spingono fino a riva quando i Il porto di Alghero è uno dei più caratteristici della Sardegna, ben attrezzato e immerso in uno scenario suggestivo ALGHERO Porto di Alghero (40°33’87”N - 08°18’46”E) Porto di Alghero Tel. 079 952025 Posti barca: 800, lungh. max. m.50. Profondità max. m.3,80. Tutti i servizi. Transito: Banchina Sanità e Banchina Dogana. (a poche miglia, si trova il porto rifugio di Fertilia) FERTILIA Porto Turistico (40°35’N - 08°17’E) Porto di Fertilia Tel. 079 930233 Posti barca: 250, lungh. max. m.30 Profondità max. m.3,50 Tutti i servizi visitatori si allontanano. A sud dell’Asinara, l’Isola Piana offre la possibilità di ormeggiare nel porticciolo di Villamarina: la banchina esterna è infatti riservata alle imbarcazioni in transito, mentre i pontili interni sono a uso esclusivo dei condomini. CAPO FALCONE E L’ARGENTIERA Proseguendo per doppiare Capo Falcone, è meglio non avAprile 2005 67 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Il viaggio A.A.S.T. Alghero LA CUCINA Il maestoso promontorio di Capo Caccia domina un mare dai colori incantevoli. A lato, il promontorio visto dal porto di Alghero venturarsi nel canale che separa l’Isola Piana dal promontorio, irto di scogli semi-sommersi e di secche: è più agevole passare per il canale di Fornelli, seguendo rigorosamente gli allineamenti guida. Il paesaggio sotto il promontorio di Capo Falcone è caratterizzato da una vasta estensione di macchia mediterranea su cui spicca una torre saracena, antico baluardo difensivo. A ragione, questo litorale è considerato una sorta di paradiso per le sue bellezze naturali: la costa diventa rocciosa e impervia, con piccoli canyon e strapiombi di circa 150 metri sul mare blu e profondo. Questa costa rocciosa continua sin verso l’ Argentiera e offre poche occasioni di riparo dal maestrale. L’Argentiera è una splendida cala formata da due spiagge: una più grande a nord e una più piccola a sud chiamata Cala Onanu. Questa è dominata dal fabbricato della Laveria in legno, un agglomerato di edifici in legno scuro e travi, alle spalle del quale sorge l’antico centro minerario sfruttato sino al 1962. Uno spettacolo da vivere al tramonto, quando il vento si placa e la coltre dell’oscurità comincia a calare lentamente sul borgo, disegnando scorci indimenticabili. Dopo Capo Argentiera la costa piega verso sud-est e, percorse circa quattro miglia si entra nella baia di Porto Ferro (che consente un ancoraggio sicuro solo con tempo bello, essendo completamente aperta a ovest). Il fondale è sabbioso e la lunga spiaggia che contorna la baia è chiusa alle sue spalle da una bellissima pineta e da una folta macchia mediterranea, cresciuta su una gran68 Aprile 2005 de duna. Scendendo a terra con il tender è possibile, seguendo i numerosi sentieri tracciati, oltrepassare la duna per raggiungere l’oasi naturalistica del Lago di Baratz. CAPO CACCIA Riprendendo la navigazione, dopo circa dieci miglia si raggiunge Punta Cristallo; il paesaggio cambia improvvisamente. Lo spettacolo mozza il fiato: al nero delle rocce scistose si sostituisce il calcare e ci si ritrova sotto una scogliera bianchissima in cui il mare, con la sua forza, ha scavato insenature e caverne. Il candore delle rocce ci accompagna fino all’estrema punta di Capo Caccia dove, all’interno di falesie strapiombanti nelle acque, si apre la grotta di Nettuno, raggiungibile sia dal mare che da terra. Dentro la grotta vi è un vasto lago salato, dalle cui acque si elevano enormi colonne di roccia. In questa straordinaria grotta viveva, sino a non molto tempo fa, anche la rarissima foca monaca (ormai da tempo estinta). A levante (in lontananza) s’intravede l’abitato di Alghero, mentre a Quasi tutte le città e le cittadine costiere della Sardegna hanno, per tradizione, una ricca cucina di mare: la varietà di pesci di cui è ricco il mare sardo permette infatti una vastissima gamma di elaborazioni gastronomiche quali la rinomata “copaza de peixe”, le fritture e le grigliate. Il posto di preminenza è però indiscutibilmente occupato dalla “regina del mare e della tavola”: l’aragosta. Nella preparazione dei pesci prevale la cottura al forno (sotto sale grosso), che garantisce la conservazione ottimale dei sapori originari. La cucina di mare viene perfettamente accompagnata ed esaltata dai vini bianchi provenienti dai vigneti della sua fascia costiera, in particolare dal bianco secco “Torbato” e dal “Vermentino”. Indimenticabili il tipico liquore di mirto (rosso o bianco), i liquori di erbe come il flora del Limbara e il Villacidro Murgia, il pregiato limoncello prodotto da agrumi sardi. L’acqua vite è certamente un’altra specialità di questa terra. Altro spazio importante appartiene ai legumi e agli ortaggi: fave, piselli, pomodori, zucchine e melanzane vengono utilizzati per gustosissimi contorni o nord si apre l’ampia insenatura di Porto Conte: eccellente ridosso da tutti i venti. Poiché tutta la zona è un’area marina protetta, occorre seguire con attenzione le indicazioni delle carte nautiche e rispettare i regolamenti che limitano la navigazione e l’ancoraggio. Dentro la baia di Porto Conte ci sono due porticcioli attrezzati: la Base Nautica e Cala Tramariglio. Situate a circa due miglia da Capo Caccia, entrambe offrono un efficace rifugio e un buon servizio alle imbarcazioni da diporto. Il piccolo agglomerato di case sorto intorno a Cala Tramariglio era un tempo colonia penale, oggi trasformata in residenza estiva. Su un piccolo promontorio svetta la Torre di Tramariglio, edificata alla fine del Cinquecento dagli Spagnoli. ALGHERO Lasciato lo splendido riparo di Porto Conte, si aprono l’ampio golfo e la città di Alghero, una delle prime mete turistiche della Sardegna. Per visitarla si può fare sosta nella darsena turistica situata all’interno del porto, a due passi dal centro storico. Il centro di Alghero brulica di vita, sia di giorno che di notte: lungo le sue stradine acciottolate si aprono botteghe di artigiani specializzati nella produzione di gioielli, ma anche di mille altre come condimento per deliziosi primi piatti. Tra le ricette più gustose i “malloreddus” (gnocchetti sardi), preparati con il pecorino sardo grattugiato. Il formaggio (a pasta dura, più o meno stagionato, o molle) è notoriamente molto saporito ma è il pane l’elemento più caratteristico della cucina tradizionale: il pane “carasau” (chiamato anche “fresa” o “pistoccu”) è infatti il prodotto alimentare simbolo della regione. Meglio conosciuto come “carta da musica” (data la somiglianza con le pergamene sulle quali anticamente venivano scritte le musiche sacre), il pane “carasau” ha lunga conservazione ed era per lo più consumato dai pastori: potrebbe essere considerato l’antenato degli odierni crackers. Caratteristica anche la pasta dura, sia di farina sia di semola, chiamata in molti luoghi “coccoi”: elaborata in varie forme, si consuma in particolari occasioni (Pasqua, Natale, matrimoni, feste di santi protettori). Da segnalare infine gli straordinari dolci “candelaus”, confezionati con impercettibili sfoglie di pasta di mandorle appena aromatizzate da essenze di fiori e di agrumi e le “pardulas”, tortine di pasta e ricotta dolce. specie di manufatti tipici. Nelle vicinanze di Alghero si trova anche uno dei più bei nuraghi della Sardegna: il nuraghe Palmavera, situato sulla via che congiunge il golfo di Alghero con quello di Porto Conte. Il torrione ha qualcosa di misterioso e di straordinario. Intorno alla costruzione più antica fu creata in tempi successivi una poderosa cinta muraria di forma irregolare, delimitata da quattro torri. Tutto intorno, all’esterno delle mura, vi era l’antico villaggio. Il nuraghe centrale è costruito con grosse pietre grezze disposte in filari orizzontali sovrapposti a cerchi sempre più stretti dal basso verso l’alto, fino a formare una sorta di falsa cupola, al centro della quale un foro permette l’ingresso della luce e delle piogge. Le pietre si reggono senza l’aiuto di alcun cemento, solo con il peso e il contrasto dei massi. Ciò che più stupisce il visitatore è però la ricchezza e la complessità dell’intero sistema difensivo: torri, bastioni, mura di cinta e poi feritoie, botole e garritte di guardia. Qualcosa di molto simile a un castello medievale, ma costruito venticinque secoli prima. Dall’alto dell’insediamento, lo sguardo spazia fino al mare lontano che, sotto gli ultimi raggi del sole, si copre di un velo di porpora. Un altro segno del poderoso splendore di questa terra. Aprile 2005 69