SM 06-2016 - Prenotazioni Club Tennis Povegliano Asd

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SM 06-2016 - Prenotazioni Club Tennis Povegliano Asd
Wilson Ultra 97
leggerezza classica
Il test della racchetta più tecnica
nella nuova serie targata Usa
LA RIVISTA
Anno XII - n.6 - 17 febbraio 2016
Pag.22
Vinci, compleanno e spettacolo di varietà
Domani Roberta
compie 33 anni.
Si è regalata
San Pietroburgo,
danzando
il suo tennis
elegantissimo
Pag.4
Rovescio a due mani?
Ce ne sono tre...
L’amico... Taylor Fritz
è già in finale Atp
Pag.20
Pag.10
Sei mesi fa era un u.18 emergente: a
Memphis l’ha fermato solo Nishikori
Il tuo è come quello di Nadal o
come quello di Djokovic e Murray?
Al via il Kinder +sport
circuito dei ragazzini
Saranno 142 i tornei in giro per
l’Italia, dagli under 10 agli under 16
Pag.16
GLI ALTRI CONTENUTI
Festa a sorpresa Pag.3 - Batch-point: la prima e l’ultima
Pag.6 Circuito Atp: Thiem, l’ora del predestinato Pag.8
Terza pagina: Guillermo Vilas Pag.11 - I numeri della
settimana Pag.12 - Tennis in tv Pag.14 - Circuito FitTpra: 4 marzo, punti doppi Pag.18 - La regola del gioco:
il giudice arbitro, posso chiamarlo? Pag.24
prima pagina
Festa a sorpresa
DI
ENZO ANDERLONI
ST PETERSBURG LADIES TROPHY
FOTO
U
na cosa così non si era mai vista sul campo da tennis: per la
premiazione di Roberta Vinci a
San Pietroburgo è stato allestito un vero e proprio spettacolo, tale da
rimandare subito a una di quelle cerimonie fantasmagoriche che in campo
sportivo vengono studiate solo per i
Giochi Olimpici.
Giochi di luce, ballerine, coreografie e
una vera e propria scenografia che ha
aggiunto spettacolo al grande spettacolo che l’azzurra aveva disegnato sulla superficie sintetica del Wta Premier
russo, con le sue variazioni, le sue plastiche volée, la bellezza di un gioco che
è un insieme di tecnica, rapidità, ritmo,
intelligenza ed eleganza. Così l’inedito
show che gli organizzatori russi, alla
prima edizione Premier del loro torneo,
avevano pensato per stupire il mondo
(e che potrebbe essere destinato a rappresentare un nuovo modello di festa
in onore del vincitore di un torneo di
DIRETTORE
Angelo Binaghi
COMITATO DI DIREZIONE
Angelo Binaghi, Giovanni Milan,
Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini,
Massimo Verdina
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Anderloni
tennis) ha finito per premiare proprio lei,
uno splendido esempio di tennista.
Gli strani intrecci del destino non finiscono qui, se consideriamo che domani,
giovedì 18 febbraio, è il compleanno di
Roberta. E che questa settimana potrebbe regalarle l’oggetto del desiderio più
profondo, quel posto tra le prime dieci
giocatrici del mondo che sarebbe suggello definitivo a una carriera da grande
campionessa, già n.1 del mondo in doppio, realizzatrice insieme a Sara Errani
di un Career Grand Slam nella specialità,
10 titoli Wta di singolare nel palmarès.
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3
E se non dovesse riuscirci ora, c’è tempo (ci sono solo 347 punti tra lei, n.13 e
Maria Sharapova, n.6 Wta). La magia di
questa settimana sembra averle già fatto cambiare idea: questa non sarà più la
sua ultima stagione.
E dunque ha tutto il tempo per provarci, esibendosi con successo su tutti i
palcoscenici del mondo, dimostrando che
non di soli muscoli e
pallate vive il tennis,
ma anche di morbide
palle tagliate. E di una
ricchezza di spirito
maturata dentro e fuori dal campo, nel tempo, che ti permette un fine settimana di essere in tv a
Milano, a sganasciarti dalle risate con
in pugno una racchetta gigante e addosso un costume gonfiabile da lottatrice di sumo in una sfida carnevalesca
con Alessandro Cattelan, e quello dopo
a San Pietroburgo a tagliuzzare e infilzare di vere volée Ana Ivanovic e Belinda Bencic. Tanti auguri, Roberta; tanti
auguri a te.
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circuito mondiale
Robertina salverà
il mondo (del tennis)
La bellezza del gioco
della Vinci, che ha
alzato il trofeo di San
Pietroburgo ai danni
di Belinda Bencic,
è una ricchezza da
preservare. Ma non
è fine a se stessa,
perché fa vincere
partite e confonde
avversarie. Ecco
come...
DI
Roberta Vinci, 33 anni da compiere giovedì 18 febbraio, dopo il successo
a San Pietroburgo è n.13 del mondo
PIERO VALESIO
ST PETERSBURG LADIES TROPHY
FOTO
D
i Roberta Vinci e della bellezza. Avrebbe titolato così, il
Plutarco (uno che di biografie
se ne intendeva), un saggio su
colei che mai come di questi tempi è
gioia per i nostri occhi. Titolo senza
fronzoli, essenziale: di cosa si può filosofeggiare, trattando di Roberta, se
non della bellezza?
A un passo dalle Top 10
Perché questo le sta succedendo: da
semplice (semplice...) tennista di sopraffino e praticamente unico talento
sta diventando simbolo di bellezza
nel senso più alto del termine. Un’epifania che, ne converrete, fa passare
in secondo piano, e pure in terzo e
in quarto, il fatto che qualora Roberta
conquisti la semifinale a Dubai (oppure la Suarez Navarro fallisca il medesimo obiettivo) metterà finalmente
piede fra le prime dieci giocatrici del
pianeta. Diventare paradigma del bello: e non certo di un bello farlocco come di chi si ricostruisce la faccia e il
corpo nel tentativo impossibile di arrestare il fluire del tempo. Ma di quel
bello che può poggiare sulle stimmate dell’originalità: un bello assoluto
perché nasce dalle origini stesse della
persona e ha richiesto solo di essere
Quello vinto in Russia, dopo il 6-4 6-3 inflitto alla svizzera Belinda Bencic, è il decimo titolo
vinto dalla Vinci in carriera (il primo del 2016)
coltivato, preservato e atteso a seconda dei momenti della vita.
Simbolo della bellezza
Un bello che, nel caso della Vinci, trova ovviamente la sua manifestazione
nel tennis che la nostra pratica. Anche se non è certo un mistero che Roby sia affascinante pure come donna:
4
ha dimostrato a centinaia di colleghe
che si può avere successo nello sport
anche senza trasformare il proprio
corpo in una muscolare macchina da
guerra. E che grandi risultati possano convivere con una fisicità certo
ineccepibile sul piano atletico ma
pienamente mediterranea, con tutto
quanto questo comporta. Roberta sta
circuito mondiale
Roberta Vinci è al 17esimo anno di carriera
da pro: aveva già annunciato che la stagione
2016 sarebbe stata la sua ultima nel tour. Dopo
il titolo russo ha aperto uno spiraglio alla
possibilità di giocare un altro anno
Nel suo percorso verso il titolo Roberta Vinci ha
superato la n.55 Wta Yanina Wickmayer, la n.51
Babos, la n.20 Ana Ivanovic (in foto) e la n.11
Belinda Bencic
assurgendo al ruolo di simbolo della
bellezza perché sta riscattando un’arte antica che da più parti e da anni
si dà per defunta; oppure, qualora
respiri ancora, certamente perdente.
Il suo tennis, che spessissimo abbiamo definito “pandesco” nel senso di
appartenente ad una specie (i panda
per l’appunto) che lotta ogni giorno
per sopravvivere, sta uscendo dalla
riserva indiana dove i più ottimisti
ritenevano sarebbe rimasto relegato
per il resto del tempo, e sta lasciando
a bocca aperta fior di soloni perché si
è rivelato pure vincente.
La trasformazione
del rovescio
Traduzione: se reggi da fondo e trovi tempo e modo di spezzare il ritmo
all’avversaria chiudendole lo spazio a
rete, conquisti i punti oltre che strappare applausi. Se il rovescio a una
mano tagliato si trasforma da colpo
difensivo da eseguire quando sei con
l’acqua alla gola di fronte ad avversarie che tirano forte il doppio rispetto
a te a colpo di costruzione semplicemente perfetto, talmente perfetto da
essere così intelligente da scomparire
quando è il caso lasciando spazio ma-
5
gari a qualche rovescio più piatto, allora quel colpo diventa un’arma letale.
Davanti alla quale la picchiatrice più
o meno geometrica che hai di fronte
non ha altra scelta che accettare lo
scambio: il che è giusto l’anticamera
di una resa senza condizioni.
L’aura perduta
Capite perché è giusto parlare di bellezza assoluta? Perché nelle vittorie
di Roberta, nel suo essere diventata
gioiosamente vincente proprio quando era da molti definita coma un rassegnata camminatrice sul viale del
circuito mondiale
tramonto, c’è il riscatto del bello sul
potente, dell’idea rivoluzionaria sul
binario prefissato; della non riproducibilità del talento puro contro l’eterna riproducibilità di uno schema fisso. Secondo Walter Benjamin, autore
del saggio più celebre, per l’appunto,
sulla riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, la possibilità, ad esempio,
di fotografare una data opera priva
il suo originale dell’aura che la rendeva, in un’epoca precedente, unica.
Nel nostro piccolo possiamo dire che
grazie a Roberta Vinci e sopratutto
agli ultimi mesi della sua carriera, il
tennis femminile ha ritrovato la sua
aura perduta. Quell’alone magico che
ha avvolto non molte atlete nel corso dei tempi e che era stato offuscato
dal gioco sempre uguale privato di
qualsivoglia creatività che decine di
maestri (spesso presunti) insegnano
alle loro allieve, spesso distruggendo, qualora ci sia, qualunque talento
atipico per i tempi.
Cerimonia olimpica? Anche no...
Spettacolare ma bocciata. La premiazione del St Petersburg Ladies Trophy, spettacolo ricchissimo
e imponente, ispirato ai cerimoniali olimpici, va contro il senso stesso della cerimonia. “Il momento
della premiazione non deve essere uno spettacolo in sé perché deve mettere in risalto al 99% gli
attori protagonisti della finale - spiega Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali BNL d’Italia -.
La gente vuole loro, vuole sentire le loro parole. Il resto può solo distogliere dallo spettacolo vero,
che è quello che hanno offerto loro sul campo”.
La bellezza salverà il tennis
Nessuna notizia dunque (se Roberta
la confermerà) potrebbe essere più
gradita di quella di un ritiro posticipato della nostra: avremmo ancora
davanti a noi due anni quasi pieni
per mostrare al mondo che il tennis
femminile ha ritrovato una perfetta interprete della sua bellezza più
profonda. Perfino del suo senso. Con
grande e presunto scorno di tutte
(soprattutto tutte) coloro le quali
non hanno mai imparato a giocare
una volée in vita loro.
Se è ancora vero che la bellezza salverà il mondo, allora in questi tempi in cui quella complessiva non eccelle, abbiamo una certezza: c’è una
bellezza grande che salverà il tennis.
Imparate dalla Vinci, ragazzine di
tutto il mondo, imparate. Qualcosa,
di bello, resterà.
batch-point
La prima e l’ultima
Che sarebbe successo se lì in attesa, invece di Roberta Vinci, che è simpatica, e di Belinda Bencic,
che non è simpatica ma è ancora ragazzina, ci fossero state, che ne so, Serena Williams e Maria
Sharapova?
Che succederebbe se a Roma, prima di dare la coppa a Djokovic o a Nadal, facessimo sfilare i gladiatori e scendere in campo, per premiarli, Binaghi vestito da Nerone?
Che scriverebbe Gianni Clerici se a Wimbledon incoronassero Murray dopo venti minuti di concerto
con le cornamuse diretto dal Principe Carlo in kilt?
Domande che mi si sono affollate in testa, domenica, mentre assistevo in tv al delirio pseudolimpico
degli organizzatori di San Pietroburgo, che hanno subordinato la premiazione a una interminabile
“cerimonia di chiusura” fatta di balletti e giochi di luce.
Siccome la risposta è sin troppo evidente, resta solo da sperare che Wta, Atp e compagnia cantando
facciano in modo che, in futuro, potremo dire di aver visto una cosa del genere soltanto due volte:
la prima e l’ultima.
Batch
6
circuito mondiale
Dominic Thiem,
l’ora del predestinato
La vittoria in
semifinale su Rafael
Nadal a Buenos Aires
sa di consacrazione.
Anche perché subito
dopo è arrivato il
successo in finale
su Almagro. Ora il
22enne austriaco è
quasi pronto per il
grande salto tra i Top
DI
22 anni, nato a Wiener Neustadt,
occupa la 19esima posizione del
ranking Atp. A Buenos Aires si è
confermato un grande interprete
del rosso vincendo il 4° titolo in
carriera. Degli ultimi 30 match
sulla terra, ne ha vinti 24...
so, attuale numero 258 Atp, che lo ha
affrontato nel Futures di Este tre anni
fa - perché faceva saltare la palla molto alta e ti teneva lontano dal campo.
Giocava esattamente come ora, anche
se i colpi adesso sono certamente ancor più robusti e potenti. Fisicamente,
inoltre, è un vero treno...”. Un predestinato, come spiega anche Alberto
Brizzi. “Palla pesantissima, si vedeva
lontano un miglio che sarebbe arrivato in alto”.
ALESSANDRO NIZEGORODCEW
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FOTO
“I
l mio compagno di allenamenti entrerà tra i Top 5
della classifica Atp”. Parole
di Riccardo Bellotti, tennista
italo-austriaco oggi intorno al numero 270 Atp, pronunciate nel marzo
del 2011. Il soggetto della frase in
questione è Dominic Thiem, il giocatore del momento, l’astro nascente, il
recente vincitore dell’Atp 250 di Buenos Aires. Numero 19 del ranking,
l’austriaco ha già conquistato 430
punti Atp nel 2016, piazzandosi alla dodicesima piazza della “Race to
London”. In più, la vittoria a Buenos
Aires su Rafael Nadal, giunta dopo
una lotta di quasi 3 ore, ha l’aria della definitiva consacrazione, anche se
urge un ulteriore salto di qualità per
l’ingresso nell’agognata Top 10.
Diritto pesante,
rovescio poetico
Il tennis di Dominic Thiem è completo, potente e aggraziato, in un mix di
tradizione (rovescio a una mano) e
modernità (servizio e diritto). E pensare che il rovescio lo ha giocato bimane
a lungo, sino a quando coach Gunter
Bresnik non decise di fargli staccare
la mano una decina di anni fa. “Il mio
rovescio, in passato, non era niente di
che - ha sottolineato più volte Thiem
- mentre oggi è divenuto un punto di
Terra... di conquista
forza. Sono anche contento di giocare
a una mano, come i grandi campioni
del passato”. Il rovescio è certamente il colpo più spettacolare di Thiem,
ma sono gli altri due fondamentali
a rendere solido ed efficace il tennis
dell’austriaco. “Servizio e diritto erano
colpi pesantissimi - racconta Claudio
Grassi, che lo ha affrontato a livello
challenger nel 2013 - e già si capiva
che sarebbe diventato fortissimo. Anche il rovescio era molto buono e carico, tanto che si faceva fatica a giocare
di anticipo. Credo che in massimo due
anni lo vedremo stabile tra i Top 10”.
“Fargli il punto era praticamente impossibile - sottolinea Salvatore Caru-
8
Il tennis di Dominic Thiem è prettamente adatto al “rosso”: servizio in
kick molto efficace, soprattutto da
sinistra (con il quale non disdegna il
serve and volley), e posizione in risposta molto lontana dalla riga di fondo.
I suoi schemi sono da terra battuta e,
non a caso, sul veloce non ha ancora
raccolto risultati di straordinario valore. La sensazione è che Bresnik sappia
esattamente come e quando lavorare
sulle migliore tecniche e tattiche del
suo allievo, avvicinandolo maggiormente al campo: prima consolidarsi
sul “lento”, poi attaccare il “veloce”. La
vittoria su Rafael Nadal in semifinale
a Buenos Aires, giunta con il punteggio di 6-4 4-6 7-6, e ancora di più il
successo per 7-6 3-6 7-6 su Nicolas
Almagro in finale, hanno evidenziato
importanti elementi di crescita: solidità mentale, strapotere fisico e, soprattutto, la capacità di alzare il livello al
circuito mondiale
Klizan fa l’Houdini: vince
annullando 8 match point
Non succedeva dal 2011. Che un giocatore vincesse un torneo Atp dopo essere tornato dagli inferi
di 5 match point annullati nei quarti di finale e altri 3 salvati in semifinale, 8 in totale. A riuscirci
è stato Martin Klizan, mancino dal diritto fulminante e dal cuore forte, slovacco e numero 27 del
ranking mondiale. Ha vinto a Rotterdam (Atp 500), dove si è giocato uno dei grandi classici della
stagione indoor europea. Su 5 match disputati, Klizan ne ha vinti quattro al terzo set, con Robredo
al primo turno, con Bautista Agut nei “quarti”, con Mahut in semifinale e con Monfils nell’atto decisivo. Proprio contro Bautista si era salvato da 5 match point, prima di ripetersi il giorno dopo sul
francese Mahut, cui ne ha concessi “solo” 3, di match point. Alla fine è arrivato il titolo, il quarto
in 5 stagioni, il più importante della sua carriera. Ovviamente è arrivato in stile, vale a dire in salsa
thriller: perché pure il francese Monfils, in finale, era avanti di un set. Ma ormai per tutti Klizan è
“the escape artist”, colui che sa fuggire dalle situazioni peggiori. Chiamatelo pure Houdini. (g.r.)
Prima del successo in finale sullo spagnolo
Almagro, Dominic Thiem ha battuto in semifinale
Rafael Nadal dopo una lotta lunga 3 ore e 3 set.
Chiusa solo con il punteggio di 6-4 4-6 7-6
Sulla terra
rossa Thiem
vince l’80%
dei match
4
momento opportuno; così è avvenuto nei tie-break decisivi, giocati alla
perfezione da Thiem. Il match point
annullato a Nadal, grazie a un diritto
vincente a sventaglio sulla riga, ne è
la diretta testimonianza.
Top 10 nel mirino
L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere le prime dieci posizioni del
ranking Atp. “La domanda non è ‘se’
ma ‘quando’ - spiega l’ex davisman azzurro Diego Nargiso -. Questo ragazzo
gioca troppo bene a tennis, arriverà
certamente in alto”. Gunter Bresnik è
riuscito a portare nella Top 10 un cavallo pazzo, seppur talentuoso, come
Ernests Gulbis. L’impressione è che
ogni step della crescita di Thiem sia
stato rispettato senza eccessiva fretta,
bensì scalando la montagna Atp in maniera esponenziale e quasi chirurgica.
Il gotha del tennis sembra solamente
l’ultima tappa di un percorso delineato e inevitabile di un giocatore brillante e, allo stesso tempo, solido e potente. “Credo che ogni giocatore provi ad
essere se stesso, non voglio provare a
essere o somigliare a qualcun altro. Mi
piace essere Dominic Thiem”.
Le finali Atp consecutive conquistate da
Dominic Thiem. Dopo aver perso la prima sfida a Kitzbuhel 2014 contro David
Goffin, l’austriaco ha realizzato quattro vittorie di fila. Nel 2015 ha alzato la coppa a Nizza (6-7 7-5 7-6 a Leonardo Mayer), Umago
(6-4 6-1 a Joao Sousa) e Gstaad (7-5 6-2 a
David Goffin), prima del recente successo a
Baires su Rafael Nadal (6-4 4-6 7-6).
2
Il best ranking raggiunto, il 3 gennaio
2011, nella classifica Itf under 18. I
migliori risultati sono stati la doppietta
all’Eddie Herr (2010 e 2011), il trionfo all’Orange Bowl e la finale persa contro lo statunitense Bjorn Fratangelo al Roland Garros.
Due sono anche i titoli challenger conquistati
sinora in carriera (Kenitra e Casablanca, entrambi nel 2013).
5.30
L’orario in cui Dominic
Thiem è stato costretto a
svegliarsi ogni mattina, durante il periodo di leva, negli ultimi due mesi del
2014. “E dopo essermi alzato così presto dovevo rimanere sveglio sino a mezzanotte - ha spiegato l’austriaco -, diciamo che non fu il modo
migliore per preparare la successiva stagione”.
11
L’età che aveva Dominic Thiem quando papà Wolfgang, anch’egli maestro
di tennis, chiese a Gunter Brensik di
dare un’occhiata a suo figlio. Da quel momento
Gunter e Dominik non si sono più lasciati.
24-6
12
Il record di Thiem su terra battuta negli ultimi
30 incontri disputati nel
circuito Atp.
Le vittorie dell’austriaco su giocatori
classificati tra i Top 20 del ranking
Atp. Tra questi spiccano i successi su
Rafael Nadal e Stan Wawrinka.
9
focus
E ora Fritz fa paura
Il gigante statunitense già noto ai talent scout di tutto il mondo
è già pronto per i piani alti: lo dimostra la finale raggiunta a Memphis
e persa soltanto contro il Top 10 Kei Nishikori, al poker in Tennessee
ALESSANDRO NIZEGORODCEW
FOTO GETTY IMAGES
DI
T
ennis moderno, schemi offensivi, colpi potenti e testa da campione. Taylor Fritz, californiano
classe 1997, è il volto nuovo del
tennis statunitense, il giocatore su cui
la USTA punta per tornare al vertice del
circuito internazionale. A Memphis si è
spinto sino all’ultimo atto, perso soltanto per 6-4 6-4 contro Kei Nishikori, diventando il più giovane “yankee” a raggiungere una finale Atp dai tempi di Michael
Chang. Il suo tennis ha incantato appassionati e addetti ai lavori, non tanto per
le capacità tecnico-tattiche, peraltro invidiabili, quanto piuttosto per la capacità
di giocare al meglio i punti importanti.
“Taylor ha un grande futuro davanti a sé
- aveva raccontato Pete Sampras, paragonato da alcuni esperti proprio a Fritz
- colpisce la palla in maniera incredibile
e il suo diritto è fantastico. Inoltre ha il
giusto atteggiamento in campo, ha voglia di imparare e ascoltare”.
Dal football al tennis - La storia di
Taylor Fritz, figlio d’arte per eccellenza,
inizia a Rancho Santa Fe, un piccolo sobborgo di San Diego, California. Il padre
è Guy Fritz, numero 301 Atp nel 1978
mentre la madre, Kathy May, ha conquistato lo Us Clay Court Championships a
Indianapolis nel 1976. Tifosissimo dei
San Diego Chargers, compagine NFL della sua città, da giovanissimo sogna di diventare giocatore di football americano,
ma il suo destino si chiama tennis. La
USTA supporta da sempre Taylor, aiutandolo economicamente, mentre nei tornei
a seguirlo è papà Guy. A livello giovanile
la sua crescita è folgorante. La prima semifinale in uno Slam junior arriva a Wim-
Taylor Fritz è nato a Rancho
Santa Fe, il 28 ottobre 1997:
è alto 193 cm ed è n.102
Atp. Prima della finale Atp
di Memphis avevo vinto 3
challenger (Sacramento,
Faifield e Happy Valley)
bledon nel 2014, quando supera Filippo
Baldi nei quarti di finale 7-5 6-7 7-5. “Ricordo benissimo quel match – racconta
Baldi – che fu giocato ad alto livello da
entrambi. Mi impressionò perché non
riuscivo a trovargli un punto debole. La
mia sensazione fu di un giocatore già
pronto ad esplodere, anche se non si
muoveva benissimo in campo”.
Sa prendersi rischi - Il 2015 porta Fritz
sul tetto del mondo nella classifica under
18, con la cilieigina della torta del successo agli Us Open in finale sul connazionale Tommy Paul. Durante la stagione
si destreggia bene anche sulla terra, raggiungendo la finale a Parigi e la “semi” al
Bonfiglio. “Il tennis di Fritz è straordinario - spiega il giovane azzurro Alexander
Weis, sconfitto dallo statunitense in quel
di Milano - perché è sempre aggressivo,
Ma Nishikori a Memphis
le suona (ancora) a tutti
Fritz ci è andato vicino, ma il giapponese non ha mollato il trono. Per la quarta volta
in carriera Kei Nishikori fa suo il torneo di Memphis, patria di Elvis e della musica, per
festeggiare strimpellando la sua chitarra al cielo del Tennessee. Con il 6-4 6-4 in finale
sul giovane americano, il giapponese n.7 al mondo raggiunge Federer, Nadal e Djokovic
nel club degli unici giocatori in attività ad aver vinto per almeno 4 volte uno stesso torneo
del circuito. Per Nishikori si tratta dell’11° acuto in carriera.
10
sia al servizio che in risposta. È quella la
caratteristica che lo differenzia da tutti
gli altri. Ha le idee molto chiare, sa dove vuole arrivare e come raggiungere i
suoi obiettivi”. Il resto è storia recente: 3
titoli challenger, qualificazione ottenuta
agli Australian Open e finale nel torneo
Atp di Memphis dopo aver battuto Steve Johnson, Benjamin Becker e Ricardas
Berankis. “Sin dalla prima volta che ho
visto Fritz - racconta il tecnico Fit Mosè
Navarra - ho capito che aveva qualcosa
in più. I colpi di inizio gioco sono fantastici e ha una qualità che solo i grandi
campioni possiedono: nei momenti di
difficoltà è sempre lui a prendersi il rischio. Il punto, in pratica, è sempre nelle
sue mani”. Lo sguardo è da predestinato,
la forza mentale da campione. Che gli
Stati Uniti abbiano finalmente trovato il
loro “eletto”?
terza pagina
Gran Willy, che colpo
del poeta Vilas!
La scorsa settimana gli hanno intitolato il campo centrale di Buenos
Aires: Guillermo Vilas ha vinto 4 tornei del grande Slam, detiene
il record di vittorie consecutve, 46, nell’era open, ma passerà alla storia
anche per aver inventato il tweener (o Gran Willy), il colpo tra le gambe
DI
ALESSANDRO MASTROLUCA
“I
poeti immaturi imitano”, scriveva Thomas Stearns Eliot,
“i maturi rubano”. Guillermo
Vilas, il campione-poeta che
raccoglieva versi nelle stanze d’albergo tra una partita e l’altra, ha
imitato e ha rubato. Il campione fragile
e sensibile cui i freddi numeri hanno negato il numero 1 del mondo nel suo anno di gloria, il 1977, ha portato nel tennis quel che nel tennis prima non c’era.
Ha inventato un colpo nuovo guardando
una pubblicità.
Il campione creativo
Vilas ha sempre lavorato molto sul campo. È un mancino dal topspin esasperato. Sente meglio la palla dalla parte del
rovescio, che gioca classico, a una mano,
e sfrutta al meglio l’arma del pallonetto,
quel colpo inventato nel 1878 da Frank
Hadow, il contadino di 23 anni che decide di iscriversi e finisce per vincere il
titolo senza cedere un set. Il campione
creativo è davanti alla tv quando passa
lo spot per il whisky Old Smuggler, il
marchio del “Vecchio Contrabbandiere”
che nel 1976 sponsorizzerà la scuderia
automobilistica di turismo che vincerà sei gare di fila e farà della Chevrolet
Chevy di Roberto Mouras la leggendaria
“7 de Oro”. Per lo spot che tanto colpisce
Vilas hanno scelto il più grande giocatore di polo di tutti i tempi, Juan Carlos
Harriott. Lo chiamano l’Inglese o Juancarlitos per distinguerlo dal padre che si
chiama come lui, e nella sequenza che
fa scattare la mente di Vilas fa passare la
palla tra le gambe del cavallo.
È il primo passaggio di un’evoluzione
creatrice messa a punto con la stessa
pazienza con cui cesella sillabe e parole
sulle pagine bianche della vita e della storia. Il percorso rimane segreto fino a un
pomeriggio di primavera del 1974. Vilas
sta giocando un’esibizione contro il francese Wanaro N’Godrella, che l’anno prima
aveva raggiunto il suo miglior risultato in
Un’immagine unica di Vilas mentre
esegue il colpo che ha inventato.
Sotto, il campione argentino alla
cerimonia con cui gli è stato intitolato
il campo centrale di Buenos Aires. Con
lui, Juan Monaco, Guillermo Coria e
Gaston Gaudio
uno Slam, i quarti all’Australian Open, e
arrivava dalla semifinale di doppio misto
al Roland Garros. Si gioca al club Obras
Sanitarias, il circolo nato nel 1925 per i
dipendenti della compagnia che fornisce l’acqua corrente in Argentina. Oggi
l’azienda ha cambiato nome, ma quello
antico sopravvive soprattutto nell’omonima squadra di basket che porta in alto
i colori storici, oro e nero.
La nascita del tweener
“La prima volta che provai quel colpo”
ha raccontato qualche tempo in una delle sue lezioni ancora frequentatissime, i
cui video hanno ancora un notevole successo su Youtube, “la palla, dopo avermi
11
scavalcato, rimbalzò forse su una piccola pietra e non ebbi più il tempo di posizionarmi per giocare un dritto o un rovescio”. È nato così il tweener, quello che
i francesi con qualche eccesso di sciovinistica grandeur chiamano colpo Noah.
Un colpo che Vilas proverà in una partita
ufficiale solo un anno dopo, sulla terra
grigia di Indianapolis, contro Manolo
Orantes. Una magia, un trucco che però
mostrerà solo una decina di volte, che riserverà a poche occasioni, con studiata
parsimonia. Ma bastano per un’etichetta
che porta dritto nella storia: Gran Willy,
soprannome di Vilas e della sua invenzione ispirata da una pubblicità. Gran
Willy, basta la parola.
i numeri della settimana
Vinci, passo da Top 10
I primi 25 del ranking Atp
DI
GIORGIO SPALLUTO
347
i punti che nel ranking di questa
settimana separano Roberta Vinci (nella
foto St Petersburg) da Maria Sharapova,
n.6 del ranking. Sono appena 156 i punti
che la dividono dalla Top 10.
116 le tenniste ad essere entrare in Top
10 da quando è stato introdotto il ranking
Wta (novembre 1975). Belinda Bencic è
diventata la 5a svizzera a centrare questo
traguardo dopo Maleeva-Fragniere, Hingis,
Schnyder e Bacsinszky.
35 i titoli conquistati complessivamente
da Francesca Schiavone, Flavia
Pennetta, Sara Errani e Roberta Vinci.
Le 4 magnifiche rappresentanti della
generazione d’oro del tennis azzurro hanno
vinto più del 50% del totale dei titoli vinti
dall’Italia nella storia (69).
7
i match persi in carriera da Nadal dopo
non aver sfruttato matchpoint. Quello ceduto
a Thiem è il primo sulla terra dalla sconfitta
subita a Stoccarda nel 2004 da David
Ferrer.
19 le sconfitte subite in carriera da John
Isner dopo aver avuto matchpoint. Con i 3
mp non sfruttati contro Guido Pella a Rio de
Janeiro, ha portato il totale dei matchpoint
mancati in incontri poi persi, alla quota
record di 39.
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Novak Djokovic (SRB)
2
Andy Murray (GBR)
3
Roger Federer (SUI)
4
Stan Wawrinka (SUI)
5
Rafael Nadal (ESP)
6
David Ferrer (ESP)
7
Kei Nishikori (JPN)
8
Tomas Berdych (CZE)
9
Jo-Wilfried Tsonga (FRA)
10
Richard Gasquet (FRA)
11
John Isner (USA)
12
Marin Cilic (CRO)
13
Milos Raonic (CAN)
14
Kevin Anderson (RSA)
15
Gilles Simon (FRA)
16
Gael Monfils (FRA)
17
David Goffin (BEL)
18 Roberto Bautista Agut (ESP)
19
Dominic Thiem (AUT)
20
Bernard Tomic (AUS)
21
Viktor Troicki (SRB)
22
Benoit Paire (FRA)
23
Jack Sock (USA)
24
Fabio Fognini (ITA)
25
Feliciano Lopez (ESP)
I primi 25 italiani del ranking Atp
Punti
16790
8855
8795
5870
4880
4325
4235
3990
2950
2760
2585
2495
2450
2200
2100
2010
1970
1935
1930
1720
1625
1616
1570
1515
1495
Le prime 25 del ranking Wta
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Serena Williams (USA)
2
Angelique Kerber (GER)
3
Simona Halep (ROU)
4
Agnieszka Radwanska (POL)
5
Garbine Muguruza (ESP)
6
Maria Sharapova (RUS)
7
Flavia Pennetta (ITA)
8
Petra Kvitova (CZE)
9
Belinda Bencic (SUI)
10
Lucie Safarova (CZE)
11 Carla Suarez Navarro (ESP)
12
Venus Williams (USA)
13
Roberta Vinci (ITA)
14
Karolina Pliskova (CZE)
15
Victoria Azarenka (BLR)
16
Timea Bacsinszky (SUI)
17
Ana Ivanovic (SRB)
18
Svetlana Kuznetsova (RUS)
19
Caroline Wozniacki (DEN)
20
Jelena Jankovic (SRB)
21
Elina Svitolina (UKR)
22
Sara Errani (ITA)
23
Madison Keys (USA)
24
Sloane Stephens (USA)
25 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS)
12
Punti
9245
5700
5545
5210
4991
3672
3611
3582
3505
3481
3390
3370
3325
3010
2935
2894
2645
2535
2511
2505
2405
2405
2060
1965
1920
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
24
37
50
68
93
142
146
162
180
203
218
228
254
255
258
263
272
283
317
318
330
331
337
364
373
Nome
Fabio Fognini
Andreas Seppi
Paolo Lorenzi
Simone Bolelli
Marco Cecchinato
Thomas Fabbiano
Luca Vanni
Andrea Arnaboldi
Matteo Donati
Filippo Volandri
Gianluca Naso
Alessandro Giannessi
Federico Gaio
Lorenzo Giustino
Salvatore Caruso
Roberto Marcora
Riccardo Bellotti
Matteo Viola
Alessandro Bega
Erik Crepaldi
Gianluca Mager
Flavio Cipolla
Edoardo Eremin
Francisco Bahamonde
Lorenzo Sonego
Punti
1515
1050
843
740
613
415
398
352
295
262
240
232
213
212
211
203
185
176
148
148
141
140
138
123
119
Le prime 25 italiane del ranking Wta
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
Nome
Punti
7
Flavia Pennetta
3611
13
Roberta Vinci
3325
22
Sara Errani
2405
40
Camila Giorgi
1205
63
Karin Knapp
933
132
Francesca Schiavone
427
254
Martina Caregaro
177
289 Giulia Gatto-Monticone 144
326
Alice Matteucci
125
330
Alberta Brianti
121
343
Anastasia Grymalska
115
356
Cristiana Ferrando
106
366
Georgia Brescia
101
373
Martina Trevisan
98
387
Nastassja Burnett
93
397
Gioia Barbieri
88
430
Corinna Dentoni
73
466
Bianca Turati
65
475
Claudia Giovine
62
486
Jasmine Paolini
59
488
Alice Balducci
59
495
Jessica Pieri
57
499
Stefania Rubini
56
500 Anna Giulia Remondina
56
502
Gaia Sanesi
55
il tennis in tv
18 ore al giorno...
B
astano 18 ore al giorno di tennis
da tutto il mondo? SuperTennis
mette sul tavolo un’altra, ennesima settimana di tornei. Con
entrambi i circuiti. C’è l’evento Wta
Premier di Dubai, padrone della scena durante la mattinata e il pomeriggio. Poi, con il calare del sole, il fuso
orario permette di rimanere sempre
in diretta, basta cambiare continente.
Uno switch in regia e si vola, senza
nemmeno toccare il telecomando, in
Nord e Sud America, dove il circuito
Atp si sdoppia sulla terra rossa di Rio
De Janeiro (Atp 500) e sul sintetico
di Delray Beach, la cui finale si gioca
proprio domenica sera in prima serata, alle 21.
Sono queste le portate principali della
programmazione attuale di SuperTennis Tv, canale n.64 del digitale terrestre, n.224 della piattaforma Sky e
n.30 di TivùSat (oltre al web streaming
su www.supertennis.tv).
Il menù però si completa con un altro
appuntamento maschile, quello indoor europeo di Marsiglia (Atp 250),
che si dividerà tra le dirette (una delle
Dopo quello
di Rotterdam,
SuperTennis
trasmette
tutti i giorni
l’Atp 500 di
Rio De Janeiro
(in Brasile),
la settimana
successiva si va
a Dubai (foto
Getty Images)
500 di lusso, dal 22 l’Atp sbarca a Dubai
Il duro degli Emirati Arabi Uniti sta facendo in questi giorni da cornice alle protagoniste Wta,
ma da lunedì il palcoscenico passa al circuito Atp. Non cambiano le fasce orarie, così come le
coordinate per non perdersi un 15: SuperTennis va in diretta dalla tarda mattinata (ore 11) fino
al pomeriggio inoltrato. Di primissima mattina (ore 5) e in seconda serata (dalle 23), spazio
alle dirette messicane da Acapulco, con un altro Atp 500). Una full-immersion lunga 24 ore.
due semifinali al sabato e la finalissima di domenica) e le numerose differite per vivere tutte le fasi del torneo
senza accavallarsi con gli altri tornei.
Infine, da venerdì a domenica, sarà
possibile rivedere le fasi finali - semifinale e finale – del primo torneo challenger italiano nel calendario 2016,
l’11a edizione del torneo di Bergamo
(sempre a mezzogiorno).
Domenica alle 22 in diretta la finale di Rio De Janeiro
Giovedì 18
Venerdì 19
02:00 - LIVE ATP
Delray Beach
04:00 - ATP 250
Delray Beach
(differita)
07:30 - Magazine ATP
08:00 - La Voce delle
regioni
09:00 - ATP 500 Rio
de Janeiro (replica)
11:00 - Live WTA
Premier Dubai OF
16:00 - LIVE WTA
Premier Dubai OF
19:45 - Tennis Parade
20:00 - LIVE ATP
500 Rio De Janeiro
21:30 - LIVE ATP
500 Rio de Janeiro
02:00 - LIVE ATP 250
Delray Beach
04:00 - ATP 250
Delray Beach
(differita)
08:00 - ATP 500 Rio
de Janeiro (differita)
12:00 - Challenger
Bergamo SF1
(differita)
13:45 - Tennis Parade
14:00 - Live WTA
Premier Dubai SF
16:00 - Live WTA
Premier Dubai SF
17:30 - LIVE ATP 500
Rio de Janeiro
Sabato 20
01:30 - LIVE ATP
250 Delray Beach
03:30 - ATP 250
Delray Beach
(differita)
08:00 - ATP 250
Marsiglia QF
(differita)
12:00 - Challenger
Bergamo SF2
(differita)
14:00 - Magazine ATP
14:30 - Live ATP 250
Marsiglia SF1
16:00 - Live WTA
Premier Dubai Finale
18:00 - ATP 250
Marsiglia SF2
(differita)
21:00 - LIVE ATP
250 Delray Beach SF
22:00 - LIVE ATP
500 Rio de Janeiro
SF
Domenica 21
02:00 - LIVE ATP
250 Delray Beach SF
04:00 - ATP 250
Marsiglia SF1
(replica)
06:00 - WTA Premier
Dubai Finale (replica)
08:00 - ATP 500
Rio de Janeiro SF1
(replica)
10:00 - ATP 250
Delray Beach SF
(replica)
11:45 - Tennis
Parade
14:00 - Reloaded Fed
Cup 1° turno
15:00 - Live ATP 250
Marsiglia Finale
17:00 - News
17:05 - ATP 500
Rio de Janeiro SF2
(replica)
19:00 - WTA Premier
Dubai Finale (replica)
21:00 - LIVE ATP
250 Delray Beach
Finale
22:00 - LIVE ATP
500 Rio de Janeiro
Finale
Lunedì 22
01:00 - ATP 250
Marsiglia Finale
(replica)
03:00 - WTA Dubai
Finale (replica)
05:00 - ATP 500 Rio
de Janeiro Finale
(replica)
07:00 - ATP 250
Delray Beach Finale
(replica)
09:00 - ATP 250
Marsiglia Finale
(replica)
10:45 - Tennis Parade
11:00 - LIVE ATP
500 Dubai
13:00 - LIVE ATP
500 Dubai
15:00 - Circolando
15:30 - Magazine
WTA
16:00 - LIVE ATP
500 Dubai
19:30 - ATP 500 Rio
de Janeiro Finale
(replica)
21:00 - News
21:05 - WTA Dubai
Finale (replica)
23:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
Martedì 23
01:00 -ATP 500
Dubai (replica)
03:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
05:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
07:00 -ATP 500
Dubai (replica)
08:45 - Tennis Parade
09:00 - ATP 500
Acapulco (replica)
11:00 - LIVE ATP
500 Dubai
13:00 - LIVE ATP
500 Dubai
15:00 - Reloaded Fed
Cup 1° turno
16:00 - LIVE ATP
500 Dubai
20:00 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 -ATP 500
Dubai (replica)
23:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
Mercoledì 24
01:00 -ATP 500
Dubai (replica)
03:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
05:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
07:00 -ATP 500
Dubai (replica)
09:00 - ATP 500
Acapulco (replica)
11:00 - LIVE ATP
500 Dubai
13:00 - LIVE ATP
500 Dubai
15:00 - La Voce
delle Regioni
16:00 - LIVE ATP
500 Dubai
20:00 - WTA Doha
(differita)
22:30 - Magazine
ATP
23:00 - LIVE ATP
500 Acapulco
NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali
14
giro d’italia
Kinder, sport all’infinito
Comincia prima, finisce dopo e mette in calendario 38 tornei in più
rispetto al 2015 (142 in totale). L’11a edizione del Trofeo Tennis Fit
‘Kinder +sport’ ideato da Rita Grande è partita fortissimo
passato dagli 8 ai 9 anni. Salendo con
le categorie tutto resta invariato.
Copertura capillare
142 tappe nel corso del
2016, 4 quelle già in corso
o concluse. Lo scorso anno
erano 102 (master compreso). Quest’anno l’evento
finale si gioca a fine agosto
DI
GABRIELE RIVA
S
ette mesi per 141 tornei. 142 con
il Master di fine stagione, che
quest’anno viene posticipato a fine
agosto (lo scorso anno era a metà
luglio) per dar spazio a tutte le tappe. Aumentate quasi del 30%.
“Come siamo fiduciosi di aumentare anche il numero dei bambini coinvolti”, butta lì Rita Grande con un pizzico dell’innata umiltà che la contraddistingue.
È l’undicesima edizione del Trofeo Tennis Fit Kinder +sport, ormai una tradizione per le giovanissime racchette
italiane. Il treno ora è già partito con
quattro tappe - quelle calendarizzate
per febbraio - già concluse o in corso.
Lo scorso anno furono oltre 15 mila le
baby racchette scese in campo lungo
l’annata, da febbraio a luglio.
Nel 2016, se non altro per maggior
ampiezza di calendario, è giusto pensare a un incremento netto. “Non solo
per il calendario - spiega l’ex azzurra
di Fed Cup - perché quest’anno siamo partiti per tempo con tutto, sia da
un punto di vista organizzativo che
da quello della comunicazione. È per
questo motivo che credo si possa fare
ancora meglio delle passate edizioni”.
Le tappe ai Centri Estivi
E non è facile, visto il successo riscosso fin qui. Ma una campionessa è tale
anche perché sa non accontentarsi. Il
punto di partenza è già ottimo, dalla
filosofia al concetto di fair-play dominante, e le migliorie non mancano mai.
“Quest’anno avremo anche 10 tappe in
concomitanza con i Centri Estivi Fit,
una bella occasione in più per coloro
che parteciperanno per prendere parte a una tappa e puntare alla qualificazione al Master”. Che come lo scorso
anno porterà non solo alla manifestazione finale (nel 2015 giocata da oltre
860 bambini), ma anche nel tabellone principale di un altro prestigioso
master giovanile, quello del circuito
giovanile Fit-Babolat. Di novità regolamentare ce ne sono poche, se non il
limite minimo per accedere alle gare,
Durante la fase preparatoria della scorsa
edizione, molti circoli erano rimasti senza una sistemazione in calendario. Ma
quest’anno anche questa problematica è
stata superata, il che porta a una copertura molto più approfondita e capillare
del territorio. Con la maggior parte delle
regioni italiani capaci di ospitare 3-4 tappe. “E questo è un bel vantaggio - sottolinea Rita Grande - perché non costringe
famiglie e bambini a spostamenti troppo
onerosi, sia in termini di tempo che di soldi”. La natura del circuito, principalmente
promozionale, richiedeva uno sforzo in
questa direzione. Sforzo puntualmente arrivato, per accontentare tutte le latitudini
e le longitudini. “Resta da stabilire la sede
del Master finale di fine agosto - sottolinea
Rita - ma ci sarà modo e tempo per trovarlo”. L’anno passato si è giocato nella cornice mozzafiato del Foro Italico, e il Roma
Bis resta ancora un’opzione al vaglio.
Ospiti d’onore
Ciò che non si discute, ancora in “palinsesto”, sarà la possibilità per molti bambini di incontrarsi e scambiare qualche
Una delle tradizioni più amate dai partecipanti al
circuito Kinder +sport, la possibilità di incontrare i grandi campioni (qui Fabio Fognini)
Under 10 aperta a tutti
Qui sotto la tabella con i limiti massimi di classifica imposti nelle varie categorie. La prima riga è
dedicata ai ragazzi, la seconda alle ragazze.
Under 10
Maschile
Tutti
Femminile Tutti
16
Under 11
4.3
4.2
Under 12
4.2
3.5
Under 13
4.1
3.4
Under 14
3.4
3.3
Under 15 e 16
3.3
3.2
giro d’italia
Dove andare a giocare:
18 tornei nei primi due mesi
La prima porzione di calendario degli appuntamenti del Trofeo Tennis Fit 2016, circuito Kinder
+sport. Tutto il calendario è disponibile sul sito www.trofeotennis.it. Qui i tornei da oggi fino alla
fine di marzo.
L’ideatrice del circuito Rita Grande alla presentazione della stagione 2016 con Antonello
Badanesi in rappresentanza di LR, new entry tra
i partner del circuito
palla con i campioni. Anche in questo
caso sarà impossibile anticipare troppo
le date, che dipenderanno molto dalle
varie programmazioni degli atleti. Però,
vista la concomitanza con i Centri Estivi,
è probabile che nel 2016 le occasioni di
incontro siano addirittura molteplici. “Lo
scorso anno - ricorda Rita – al Master di
Roma i ragazzi hanno avuto modo di giocare con Flavia Pennetta, che poi ha vinto
gli Us Open.
Vedremo quest’anno a quale ospite d’onore porteremo fortuna questa volta facendogli vincere uno Slam (ride, ndr)”.
Città
Circolo
Inizio
Fine
Chiavenna
Benevento
Grottaglie
Carcare
Napoli
Forte Dei Marmi
Osimo
Poirino
Tricase
Roma
Pietrasanta
Palermo
Molfetta
Ventimiglia
Salerno
Lecce
Foligno
Catania
Tennis Club CIS Chiavenna
Tennis Club Benevento 2002
C.T. San Francesco de Geronimo
Tennis Club Biancorosso Carcare
New Tennis San Pietro
A.S.D. Tennis Raffaelli
Junior Tennis Osimo
Il Poggio Agrisport
Circolo Tennis Tricase
Queens Club Roma
A.S.D. Circolo Tennis Taddei
Sporting Club Palermo
Country Club Molfetta
Tennis Club Ventimiglia
C.T. Le Querce
Circolo Tennis Lequile
A.S.D. Tennis Training Villa Candida
Green Garden
20/02/2016
27/02/2016
29/02/2016
04/03/2016
04/03/2016
05/03/2016
05/03/2016
05/03/2016
07/03/2016
11/03/2016
12/03/2016
13/03/2016
14/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
18/03/2016
19/03/2016
20/03/16
28/02/2016
06/03/2016
06/03/2016
13/03/2016
13/03/2016
13/03/2016
13/03/2016
27/03/2016
13/03/2016
20/03/2016
20/03/2016
20/03/2016
20/03/2016
26/03/2016
27/03/2016
27/03/2016
28/03/2016
27/03/2016
Internazionali Bnl d’Italia:
parte da Torino il treno del tennis
“Vogliamo che gli Internazionali BNL d’Italia
2016 diventino sempre più del Paese nella sua
interezza e non solo di Roma”. Con queste parole il Presidente FIT Angelo Binaghi ha sintetizzato allo Sporting Club Monviso di Grugliasco (To) quello che oggi è l’evento sportivo n.1
d’Italia:”Puntiamo altresì a superare il tetto dei
10.000 partecipanti agli Open di qualificazione alle pre-qualificazioni degli Internazionali e
quello dei 200.000 paganti nel corso delle due
settimane di torneo. In quanto a tetti nel 2015
abbiamo superato anche quello dei 300.000
tesserati alla Federazione che è prima in molti
ambiti, vedi quello del bilancio, certificato, amministrativo e promozionale”.
Intanto per incentivare sempre più la partecipazione agli Open ecco sul piatto un investimento
in montepremi di circa 500.000 euro, suddivisi
nelle 25 tappe diffuse negli altrettanti circoli
italiani: “Per ogni appuntamento regionale con
uomini, donne e doppio, circa 25.000 euro - ha
proseguito il Presidente FIT - a testimonianza
di quanto la Federazione creda nel suo momento
clou, appunto gli Internazionali BNL d’Italia e
nelle sue tappe di avvicinamento”.
Ma non è l’unica grande novità 2016:”Il recentissimo accordo con Trenitalia ci consentirà di
portare, con partenza proprio da Torino, grazie
ai treni Frecciarossa, circa 1.500 persone gratuitamente agli Internazionali. Biglietto gratis,
quattro ore di treno e poi navetta per l’impianto.
Dobbiamo ancora individuare i giorni migliori,
ma potrebbero essere il primo fine settimana del
torneo, il lunedì sul martedì e il martedì sul mercoledì, quando scenderanno in campo tutti i big.
La tratta sarà quella Torino-Milano-BolognaFirenze. Stiamo parlando anche con Alitalia per
allestire voli charter e il tutto per far sì che anche i non romani possano sempre più far parte
della grande kermesse. Tra le note anche il wi-fi
gratuito nell’impianto di gara, iniziativa che riteniamo doverosa anche se costosa”.
Binaghi si è poi intrattenuto con la stampa
nazionale e locale, presso il nuovo Palatennis
del Monviso Sporting Club, inaugurato per
l’occasione (con tanto di taglio del nastro
iniziale in compagnia dell’AD del centro, Ste-
17
fano Ponzano e del Presidente FIT Piemonte
Pierangelo Frigerio) e gremito dai partecipanti al corso di 2° grado per Dirigenti Sportivi Fit, seguita all’appuntamento di 1° grado tenutosi venerdì 12 a Genova. Prossima
tappa dei corsi quella dedicata a Calabria e
Sicilia, che si svolgerà venerdì 19 febbraio
a Reggio Calabria (1° grado) e sabato 20 a
Messina (2° grado).
Proprio sui campi del Monviso Sporting Club invece scatterà il 20 febbraio, il torneo Open BNL
maschile che si chiuderà il 20 marzo con le finali
che qualificheranno per il Foro Italico. Si parte
dagli NC e 4.a categoria per arrivare ai big di
2.a, doppisti al maschile compresi per un montepremi complessivo di 13.000 euro.
circuito amatoriale fit-tpra
4 marzo, punti doppi
I tornei week-end organizzati dal 4 al 6 marzo accrediteranno due volte
il punteggio normale. L’iniziativa si chiama Tpra Days ed è solo l’ultima
grande novità di un 2016 nato sotto l’insegna dell’innovazione
DI
MAX FOGAZZI
CAROLA CARERA
FOTO
U
n week-end, punti doppi. Il
circuito Fit-Tpra lancia l’iniziativa Tpra Days, i giorni del
Tpra. Sono il 4, il 5 e il 6 marzo - lo stesso week-end in cui si gioca la Coppa Davis, per giunta - e per
tutti i tornei con la formula week-end
appunto, i punti in palio saranno raddoppiati. È l’ultima grande iniziativa
targata 2016, un anno ricco di novità con cui il circuito amatoriale sta
cercando di offrire agli appassionati
di tutta Italia un tennis divertente ed
entusiasmante. Tutti i circoli affiliati
alla Federazione Italiana Tennis possono contribuire a questo nuovo percorso comune organizzando eventi e
manifestazioni.
Chi può giocare? Lo ricordiamo sempre, tutti gli appassionati che siano in
possesso di una tessera Fit (anche non
agonistica) e che non abbiano mai superato la classifica di 4.2 (ex C4).
Nuovi “limit” d’accesso
A dire il vero, proprio dal 2016, anche questa barriera è stata in parte
superata, aprendo lo spettacolo Tpra
al più vasto numero possibile di appassionati.
Le nuove limitazioni vanno diminuendo con il crescere dell’età. E così, anche i 4.1 così come gli ex C3 possono
entrare in corsa nel circuito a partire
dai 55 anni. Dal canto loro, gli ex C2
trovano porte aperte a partire dai 60
anni, e tutti gli altri possono accedervi a partire dal 65° anno d’età (senza
alcuna limitazione).
I migliori diventati All-Star
Tra le tante novità anche il grande
premio stagionale a chi ha tenuto un
rendimento talmente alto da meritarsi il massimo indice di valore gioca-
tore (il cosiddetto power). Tutti i giocatori amatoriali del circuito Fit-Tpra
che durante l’anno si meritano lo status di Power 90 - per quanto riguarda
il circuito maschile - a fine stagione
vengono premiati con la classifica
Fit di 4.1 e potranno, nell’anno successivo, gareggiare negli eventi clou
del circuito Fit-Tpra nella categoria
All-Star. Lo stesso discorso vale per il
circuito femminile, ma in questo caso
il livello power utile per ottenere la
“promozione” scende a quota 87.
Non solo punti in più
Abbiamo cominciato parlando di punti doppi, e siamo arrivati a parlare di
Power. Bene, anche in questo campo,
quello che riguarda l’indice del valore
di ogni giocatore calcolato secondo
uno specifico algoritmo, c’è da tenere
a mente che nel 2016 sono stati introdotti dei bonus-power assegnati a chi
conquistato la vittoria in un torneo.
Questi bonus specifici variano a seconda della grandezza del torneo,
o meglio del tabellone cui si prende
parte. Nei tabelloni da 16 giocatori, il bonus corrisponde a +(3,2), nei
tabelloni a 32 giocatori corrisponde
a +(4,3), infine in quelli da 64 partecipanti il bonus sale fino a +(5,4). Il
power, ricordiamolo, serve a “valutare” un giocatore ed è particolarmente
importante perché delimita le partecipazioni nei tornei Limit (45 o 65).
Come faccio a organizzare
un torneo con punti doppi?
Tutti i circoli già iscritti al circuito Fit-Tpra (e regolarmente affiliati alla Federazione Italiana
Tennis) che vogliono organizzare un torneo inserito nella rassegna Tpra Days (dal 4 al 6 marzo, con
punteggio doppio assegnato a tutti i tornei) possono farlo semplicemente inserendo un torneo della
tipologia “Weekend” e “OneDay”. È sufficiente che le date di inizio e conclusione della manifestazione siano comprese tra il 4 e il 6 marzo. E i punti offerti ai giocatori saranno raddoppiati. Per i
circoli che invece ancora non si sono registrati, è possibile contattare gli organizzatori, i promoter
territoriali oppure direttamente la direzione Tpra ([email protected]) per avere tutte le delucidazioni relative al funzionamento della piattaforma e alle dinamiche del circuito.
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personal coach
Rovescio a due mani?
Ci sono tre modi...
C’è quello ad azione unita, con gli arti superiori estesi.
Come lo gioca Nadal. E poi c’è quello ad azione multipla,
che a sua volta si differenzia in due, alla Ferrer, o alla Djokovic.
Vediamo che cosa cambia e come si riconoscono
GENNARO VOLTURO,
I.S.F. R. LOMBARDI - FOTO GETTY IMAGES
DI
N
el tennis moderno è possibile distinguere almeno tre
modalità esecutive del rovescio bimane, che rendono
conto dell’elevato indice di variabilità di tale abilità tecnica. Vediamoli
nel dettagli.
Braccia distese, alla Nadal
Questa prima tipologia si caratterizza per l’utilizzo di entrambi gli arti
superiori distesi nella fase di impatto. Tale meccanica esecutiva è propria di chi adotta una presa prossima
alla eastern di rovescio nella mano
inferiore, e una eastern di diritto nella mano superiore.
Rafael Nadal (strong continental grip
nella mano inferiore) attualmente è
uno dei pochi interpreti del cosiddetto “rovescio bimane ad azione unita”
in cui gli arti superiori distribuiscono equamente le dominanze durante la fase di accelerazione con una
biomeccanica molto simile a quella
del rovescio a una mano. Come svantaggio dobbiamo registrare eventuali
difficoltà nell’applicazione della forza, dovute alla lunghezza delle leve
prodotte a seguito dal movimento di
estensione orizzontale degli arti superiori. Da qui lo scarso utilizzo di
tale meccanica per quanto concerne
il tennis femminile. In passato Borg,
Connors, Wilander, Agassi, Kafelnikov sono stati tra i migliori esecutori della suddetta tipologia di rovescio a due mani.
Braccia flesse, alla Ferrer
Le tre tipologie di rovescio bimane,
da quella di Nadal con entrambe le braccia
estese, a quella di Ferrer, con entrambi gli arti
flessi, e quella di Djokovic e Murray,
con un braccio esteso e uno flesso
A differenza della prima modalità,
nel rovescio bimane ad azione multipla, entrambi gli arti superiori sono
flessi nella fase di impatto.
Tale modalità esecutiva (definibile come rovescio bimane ad azione
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multipla) è propria di chi adotta una
presa prossima alla eastern di diritto
nella mano inferiore e una eastern/
semi-western di diritto nella mano
superiore (ad esempio David Ferrer)
e comporta una dominanza prodotta prevalentemente dall’arto sinistro
con una meccanica molto simile a
quella del diritto.
Con gli arti superiori flessi il momento di inerzia è piuttosto ridotto
e ciò garantisce maggiore torsione
del tronco durante la fase di accelerazione e notevoli benefici per
quanto concerne l’applicazione della
forza rispetto al rovescio bimane ad
azione unita. Non a caso tale biomeccanica è molto ricorrente nel tennis
femminile.
Flesso & disteso,
come Nole e Andy
Nella terza tipologia di rovescio bimane, anche’essa definibile come ad
azione multipla, l’arto destro è flesso
e l’arto sinistro è disteso nella fase
di impatto. Per beneficiare al meglio
di tale modalità è opportuno adottare una presa continental nella mano
inferiore (vedi Djokovic e Murray) e
una eastern di diritto nella mano superiore. Ma soprattutto è fondamentale colpire la palla con una buona
distanza laterale controllando i gradi
di libertà di movimento del tronco,
affinché il gomito dell’arto dominante (il sinistro per i destrimani) possa
estendersi durante la fase di impatto
garantendo la produzione di accelerazione lineare.
Tale biomeccanica è la più funzionale
a favorire una combinazione tra velocità angolare e lineare ma richiede un
elevato livello di coordinazione affinché gli arti superiori in pochi millisecondi possano differenziare le azioni
di flessione orizzontale (arto non dominante) ed estensione orizzontale
(arto dominante).
racchette e dintorni
Wilson Ultra 97
La più selettiva della nuova famiglia in casa Wilson, Ultra 97 è un
attrezzo agonistico non difficile, adatto a giocatori a tutto campo.
Supera i 300 grammi ma è bilanciata al cuore, dunque maneggevole.
Buona spinta ma anche controllo. Prezzo di listino: 210 euro
IL LAB
Lunghezza 68,6 cm
Peso 306 g
Ovale 97
Profilo 22-24 mm
Bilanciamento 31,4 cm
Rigidità 62
Inerzia 307
Potenza 42/100
Controllo 59/100
Maneggevolezza 82/100
(corde Wilson Sensation
tensione 24 kg)
Tra le testimonial della serie
Ultra di Wilson c’è la bielorussa
Victoria Azarenka
DI
MAURO SIMONCINI
I
l talento mancino di Feliciano Lopez e
la potenza di Vika Azarenka sono lì a
testimoniare la versatilità delle nuove
armi Wilson. Le nuovissime Ultra che
maneggiano molti dei testimonial della casa americana stanno sostituendo le
Wilson Juice: agonistiche profilate, sommariamente definite “le meno difficili” tra
tutte le racchette selettive di Wilson.
La gamma Ultra è nata proprio con l’intento di proporre telai agonistici ma con
sweetspot ampio; per chi ama spingere,
specialmente da fondo campo. La Ultra
100 è quella abbinata a Lopez e Azarenka, con il piatto corde da 100. Poi ci sono
le versioni da 103 (Spin, con reticolo corde 16x15) e da 108 pollici quadrati.
Più tecnica e per tanti aspetti interessante è Ultra 97, un attrezzo dalle specifiche
miscelate in un “riassunto” singolare.
Il peso del
telaio è di poco
superiore
ai 300 grammi;
il bilanciamento,
neutro,
la rende molto
maneggevole
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racchette e dintorni
C’è il piatto midplus, di poco inferiore
al “classico moderno” ovale da 100, che
garantisce precisione e controllo, anche
a velocità elevate. Poi c’è la bilancia, che
ci presenta un attrezzo oltre i tre etti sia
pur di poco. Queste caratteristiche di difficoltà sono in qualche modo mitigate da
un profilo pronunciato e da un bilanciamento concentrato al cuore, come non se
ne vedono più tanti. È raro, soprattutto
considerando la categoria, anche il dato
di rigidità, molto contenuto.
IN CAMPO
Comodità e maneggevolezza prima di
tutto. Queste le primissime sensazioni
quando si manovra Wilson Ultra 97. Si
fa fatica a credere di avere in mano tre
etti e oltre di racchetta. Il bilanciamento,
spostato verso il manico, si sente eccome
incidendo e tanto in senso positivo sulla maneggevolezza. La manovrabilità del
telaio, nei primi colpi da fondo, potrebbe
ingannare: il telaio è agevole da muovere
quanto un’amatoriale, facile ma sembra
“leggera” e poco cattiva. Con il passare
del tempo le idee si schiariscono: si colpisce benissimo la palla piatta o leggermente coperta. Non conviene sbracciare
esagerando con il top spin; meglio swing
raccolti e impatti puliti. I giocatori classici si troveranno a meraviglia perché la
racchetta ha un’elasticità e un profilo che
aiutano anche in situazioni di difficoltà.
Proprio la bassa rigidità fa “sentire” bene
la palla sulle corde.
Riesce bene anche il backspin, basso e radente. E le conclusioni di volo sono abbastanza facili. Nei pressi della rete infatti,
se non si pretende una precisione chirurgica, il reale vantaggio è la manovrabilità
dell’attrezzo, davvero sorprendente.
Identico discorso si potrebbe ripetere per
i colpi sopra la testa: al servizio la racchet-
La Ultra 97 è predisposta per ospitare lo
Smart Tennis Sensor di Sony. Basta scalzare
il tappo rosso all’estremità del manico
E adesso
la racchetta fa
il verso di Maria…
Dopo la racchetta connessa, la racchetta
che fa il verso della Sharapova. Quell’urletto a metà tra dolore e godimento che
gli inglesi chiamano “grunt”. A pensarla e
realizzarla un ingegnere giapponese, Seiya
Kobayashi, grande appassionato di tennis.
Kobayashi ha messo a punto un dispositivo
che ha montato sulla sua Wilson: emette
un gemito ad ogni swing, diritto o rovescio
che sia. E non si limita a questo: l’ingegnere sostiene che l’aggeggio sia programmato per emettere anche i “grunt” di Serena
Williams, Novak Djokovic e Rafael Nadal.
Guardare il video per credere: https://vimeo.com/146327296.
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ta gira davvero bene e comodamente. Riescono meglio e sono più incisive le battute
piatte o con un po’ di slice. Servono fisico e
tecnica adeguata per appesantire il “kick”.
In conclusione una racchetta agonistica
particolare: non difficile, di peso superiore ai 300 grammi ma comoda, perfetta per chi cerca un telaio moderno sulla
falsariga dei classici di qualche tempo fa,
che oggi sarebbero complicati da gestire.
IL PAGELLONE:
79/100
Estetica 7
A fondocampo 8
A rete 8
Servizio 8
Top 8
Back 8
Potenza 7
Controllo 8
Maneggevolezza 9
Comfort 8
la regola del gioco
Il giudice arbitro,
posso chiamarlo?
Se i tuoi dubbi riguardano “una questione di fatto”, no. Se invece vuoi
mettere in discussione una “questione di diritto”, allora l’arbitro di sedia non
è l’unica autorità e il suo giudizio non è inappellabile. Ecco la differenza...
La situazione
Giulio sta giocando una partita di
singolare contro Paolo.
Che cosa succede?
Durante uno scambio, una palla colpita da Paolo rimbalza vicino alla
riga di base: l’arbitro chiama la palla “out”. Paolo chiede la verifica del
segno, e l’arbitro dopo aver controllato il segno, giudica la palla buona.
Giulio protesta e chiede all’arbitro
di chiamare il giudice arbitro affinché possa lui stesso vedere che il
segno è fuori – secondo la sua interpretazione - e cambiare la decisione
dell’arbitro.
Che situazione è?
Una delle prime distinzioni che bisogna fare nel mondo delle regole - e
quindi anche nel mondo degli arbitri - è la distinzione tra “questione di
fatto” e “questione di diritto”. La prima, la cosiddetta “questione di fatto”
fa riferimento a tutto ciò che accade
dentro il campo (palla che rimbalza
nel campo o fuori dal campo, palla
che tocca la rete, palla che tocca un
arredo permanente, ecc), invece una
“questione di diritto” fa riferimento a
dubbi, interpretazioni e applicazione
delle regole.
Si può chiamare
il giudice arbitro?
Ogni “questione di fatto” è di unica
e primaria responsabilità dell’arbitro
di sedia, quindi ogni sua decisione
sarà definitiva e inappellabile. Nel
caso da noi descritto, quindi, ci troviamo nella situazione in cui Giulio
chiede che venga chiamato il giudice
arbitro per valutare un segno già giudicato dall’arbitro, quindi un chiaro e
tipico caso di decisione su una “questione di fatto”. Il giudice di sedia sarà quindi impossibilitato a chiamare
il giudice arbitro per questo caso, e
quindi dovrà negare al giocatore questa possibilità, quand’anche il giudi-
ce arbitro stesse guardando in quel
momento quella partita.
Quando diventa
una questione di diritto?
Una “questione di fatto”, però, può
diventare a sua volta una “questione
di diritto”.
Vediamo come, e per farlo poniamo
il caso in cui Giulio, nella medesima
situazione, fosse convinto del fatto
che l’arbitro una volta effettuata una
chiamata dalla sedia, non possa cambiare la sua decisione.
Questo trasformerebbe una “questione di fatto” in una “questione di diritto”, dove non è più il segno stesso
a essere messo in dubbio, ma il fatto stesso che un arbitro possa prima
chiamare dalla sedia una palla “out”
e poi giudicarla buona dopo la verifica del segno. In questo caso, quindi,
Giulio avrebbe diritto a chiamare il
giudice arbitro, il quale ha l’autorità
per chiarire ogni suo dubbio.
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LE VOSTRE
DOMANDE
I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come?
Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e
spiegateci i vostri dubbi di natura regolamentare.
Li sottoporremo ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di
questa rubrica numero per numero.