Dalla stimolazione magnetica cerebrale una possibile cura efficace

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Dalla stimolazione magnetica cerebrale una possibile cura efficace
COMUNICATO STAMPA
DALLA STIMOLAZIONE MAGNETICA CEREBRALE
UNA POSSIBILE CURA EFFICACE
PER LA DIPENDENZA DA COCAINA
Un team di ricercatori che opera in Italia e negli Stati Uniti ha dimostrato, in
uno studio clinico, che l’uso di cocaina può essere ridotto grazie ad un regolare
trattamento di stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS).
L’uso di impulsi magnetici mirati al cervello si è dimostrato efficace nel ridurre i
sintomi da astinenza e l’uso di droga nelle persone dipendenti da cocaina. I risultati di
uno studio pilota, pubblicato nella rivista peer-reviewed European Neuropsychopharmacology,
suggeriscono che questo potrebbe essere il primo trattamento medico efficace per la
dipendenza da cocaina, sebbene siano ora necessari studi più ampi ed approfonditi per
confermare questi risultati preliminari.
Il lavoro, svolto da Alberto Terraneo e Luigi Gallimberti, ricercatori dell’Istituto di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) Ospedale San Camillo di Venezia, ha
coinvolto i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Padova
Marina Saladini e Mario Ermani, e i ricercatori che operano negli Stati Uniti, Lorenzo Leggio e
Antonello Bonci, quest’ultimo direttore scientifico del National Institute on Drug Abuse
(N.I.D.A.) e professore alla Johns Hopkins University di Baltimora.
Lo studio ha coinvolto 32 persone in cerca di un trattamento per la dipendenza da
cocaina. Un gruppo “sperimentale” di 16 pazienti è stato trattato con stimolazione magnetica
transcranica ripetitiva (rTMS), mentre gli altri 16 pazienti “di controllo” hanno ricevuto dei
farmaci mirati ad alleviare i sintomi astinenziali associati alla dipendenza da cocaina
(depressione, ansia, insonnia, etc…). Durante il periodo di trattamento si sono eseguite analisi
delle urine periodiche per verificare il reale consumo di cocaina. Nei pazienti del gruppo
sperimentale si è riscontrata una forte riduzione dell’uso di droga e dei sintomi da
astinenza, rispetto al gruppo di controllo. Inoltre il 69% (11 pazienti) del gruppo trattato con
TMS non ha avuto ricadute nell’uso di cocaina, mentre solo il 19% (3 pazienti) dei soggetti
trattati con farmaci ha avuto lo stesso risultato positivo. Al termine di questa prima fase
dell’esperimento, i pazienti del gruppo sperimentale hanno continuato a sottoporsi
settimanalmente al trattamento con TMS, mentre ai pazienti del gruppo di controllo è stato
proposto di abbandonare il trattamento farmacologico per passare a quello con TMS. Dopo 63
giorni i risultati hanno nuovamente confermato gli effetti benefici della rTMS
nell’aiutare i pazienti a mantenere l’astinenza da cocaina.
“È molto importante sottolineare che i pazienti trattati sono tutte persone che si erano rivolte ad un
ospedale per curare la loro dipendenza da cocaina”, spiega il prof. Luigi Gallimberti, ricercatore
all’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e responsabile della parte pratica dello studio,
condotta al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. “Questo gruppo di lavoro, per
quanto piccolo, è importante perché rappresenta bene il mondo reale. Abbiamo continuato a seguirlo per più di
un anno e i miglioramenti raggiunti sembrano mantenersi nel tempo. È ora importante che questo studio
prosegua con studi clinici più ampi, ma siamo certi che questa sia la strada vincente per combattere e sconfiggere
la dipendenza da cocaina”.
“Il nostro studio suggerisce che la TMS potrebbe rappresentare un nuovo trattamento per le persone che
soffrono per la dipendenza da cocaina”, continua il dr. Alberto Terraneo, anch’egli ricercatore
all’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e coautore dello studio. “Al momento non esistono
trattamenti efficaci per questo disturbo e quindi non è stato facile stabilire un gruppo di controllo per il nostro
studio. Questo è uno dei motivi per cui consideriamo i risultati promettenti, ma preliminari. Dobbiamo ora
ripetere la sperimentazione in un gruppo più ampio di pazienti. Comunque questo lavoro rappresenta la prima
indicazione clinica che il trattamento con rTMS sia in grado di ridurre significativamente l’uso di cocaina”.
Su questi studi e sperimentazioni conclude la Prof.ssa Annalena Venneri, direttrice
scientifica dell’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia: “Questi risultati evidenziano come si sia
potuto ottenere una modifica del comportamento di dipendenza attraverso la stimolazione della corteccia frontale,
il cui ipofunzionamento risulta in disturbi del comportamento. Questo studio apre la strada a possibili
applicazioni più ampie di questa metodica di trattamento, come ad esempio in altre condizioni di dipendenza
patologica che si verificano dopo danno acquisito di questa area del cervello”.
A questo link è disponibile la pubblicazione originale in lingua inglese “Transcranial
magnetic stimulation of dorsolateral prefrontal cortex reduces cocaine use: A pilot study”
(European Neuropsychopharmacology)
La dipendenza da cocaina
L’uso di cocaina è molto diffuso nel mondo occidentale. Lo scorso anno, 2,3 milioni di giovani
europei (tra i 15 ed i 34 anni) hanno fatto uso di cocaina. Il National Institute on Drug Abuse degli
Stati Uniti ha stimato che circa 1,4 milioni di Americani ne sia dipendente. Sebbene nel mondo vi
siano più di 20 milioni di persone che soffrono per la dipendenza da cocaina, non esistono
trattamenti efficaci per curare le persone con questo devastante problema. Al momento, il principale
elemento di ogni trattamento di questo disturbo consiste nelle terapie comportamentali.
La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS)
La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) consiste nell’applicare impulsi magnetici ad
un’area del cervello ben localizzata. È un approccio terapeutico ben testato, non invasivo e molto
sicuro, usato ampiamente in neurologia e in psichiatria, dove si è già dimostrato utile nel
trattamento di condizioni quali, ad esempio, il dolore neuropatico e la depressione. La TMS viene
usata in alternativa alla Terapia Elettro Convulsiva (ECT). Al posto di una corrente elettrica,
vengono applicati potenti campi magnetici per provocare modificazioni nel tessuto cerebrale.
Venezia, dicembre 2015
Contatti per la Stampa:
Fabio Cian, Comunicazione e Relazioni Esterne Fondazione Ospedale San Camillo IRCCS
e-mail: [email protected] - Tel. 041.2207264
Luigi Gallimberti, medico specializzato in Psichiatria e
Tossicologia e docente presso l’Università di Padova, attualmente
dirige nella stessa città una struttura ambulatoriale e di ricovero per il
trattamento delle dipendenze. In veste di ricercatore lavora presso
l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS)
Ospedale San Camillo di Venezia e collabora con il National
Institute on Drug Addiction (NIDA) di Bethesda-Washington, con la
Feinberg School of Medicine - Northwestern University di Chicago e
con il National Institute of Mental Health (NIH) americano in un
promettente progetto di ricerca sul trattamento della dipendenza da
cocaina. Con la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) è impegnato in progetti di prevenzione
e di ricerca sugli abusi/dipendenze comportamentali nei bambini e negli adolescenti.
Ha pubblicato con Rizzoli i saggi scientifici Il bere oscuro – viaggio nei misteri dell’alcolismo e
Morire di piacere. Dalla cura alla prevenzione delle tossicodipendenze, mentre con Book Editore
ha pubblicato C’era una volta un bambino… Le basi neuroscientifiche della prevenzione.
Alberto Terraneo si è laureato a Padova nel 2004 in Psicologia
Generale e Sperimentale.
Da alcuni anni si occupa dei progetti di ricerca della Fondazione
Novella Fronda di Padova, sia nell’ambito della prevenzione che in
quello delle dipendenze.
Ha collaborato con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università
di Padova, con il National Institute on Drug Abuse (USA), e con la
Northwestern University di Chicago (USA) per la stesura e la
realizzazione di disegni sperimentali di ricerca nell’ambito delle
dipendenze.
Attualmente svolge la professione di psicologo clinico presso la Casa di Cura Villa Maria di
Padova, e di ricercatore presso l’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia.
Antonello Bonci è considerato in tutto il mondo uno dei principali
scienziati nel campo della Neuropsicofarmacologia.
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e la specializzazione in
Neurologia a Roma, si è trasferito negli Stati Uniti dove è stato
Ordinario di Neurologia presso l’Università di San Francisco.
Nel 2010 lascia San Francisco per accettare l’incarico di Direttore
Scientifico del National Institute on Drug Abuse (NIDA). Diventa
anche Adjunct Professor di Neuroscienze e Psichiatria alla Johns
Hopkins School of Medicine.
Ha pubblicato oltre 150 articoli in molte delle più prestigiose riviste
scientifiche mondiali, ed ha ricevuto numerose onorificenze e premi
internazionali per la sua straordinaria attività di ricerca nel campo
delle dipendenze.