1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA 28

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1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA 28
29° PREMIO NAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA
del Lions Club Milano Duomo
19 Maggio 2009
[versione web – aggiornata al 29/5/2009]
Cerimonia di premiazione presso la Sede della
Banca Popolare Commercio & Industria
@
COPYRIGHT 2009
LIONS CLUB MILANO DUOMO
PROPRIETA’ LETTERARIA RISERVATA
A.G.D. ARTI GRAFICHE DONATI SRL
Via Bizzozzero 101 - 20032 Cormano MI
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Lions dr. prof. Bruno Salvadori
Nell’ottobre 2008, aveva appena ricevuto dal Presidente della Repubblica l’altissimo
riconoscimento di Cavaliere al Merito della Repubblica, mentre quasi
contemporaneamente a Guijon, nelle Asturie in Spagna, si costituiva la ‘Bruno
Salvadori Lions Fundaćion en su lucha contra el Cáncer de Mama’ (Fondazione Lions
Bruno Salvadori per la lotta contro il cancro della mammella).
Lo scorso dicembre, abbiamo non solo perduto un grande maestro della medicina
oncologica, ma anche un grande maestro di vita, uno splendido esempio di qualità
umane votate alla generosità e al genuino impegno nei confronti del prossimo.
A Bruno, per 32 anni Socio del Lions Club Milano Duomo, è dedicato il 29° ‘Milano
Duomo’.
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LETTERA APERTA AI PARTECIPANTI
Gentili Partecipanti,
la Vostra risposta alla 29ma edizione del ‘Milano Duomo’ è stata particolarmente
positiva, sia per il numero di autori e di composizioni, sia, come informa la Giuria, per
la qualità di molte di esse.
Evidentemente, la crisi sociale ed economica che da anni ci preoccupa non intacca, anzi
rafforza la capacità e la voglia della gente di richiamarsi ai valori veri e di esprimere le
proprie emozioni, anche quelle di protesta, tramite il più antico e il più civile dei
comportamenti: quello di scrivere una poesia o di raccontare una storia.
Ancora grazie e complimenti a tutti i concorrenti, gli amici di sempre e i nuovi autori.
I lusinghieri risultati ottenuti consentiranno di devolvere anche più di quanto
preventivato alle meritorie attività che l’Associazione Libro Parlato Lions Onlus
esplica a favore dei non vedenti e dislessici italiani .
Segnaliamo l’interesse che sta raccogliendo a livello internazionale un progetto di
ricerca che, basato su tecnologie sviluppate dall’Associazione, sembra portare concreti
benefici ai giovani dislessici.
L’ iscrizione-on-line al nostro concorso incontra il crescente apprezzamento del
pubblico per i suoi non pochi vantaggi in termini di rapidità, flessibilità, completezza e
costo della comunicazione.
Vi esortiamo viepiù ad utilizzare in via preferenziale l’iscrizione-on-line, magari
ricorrendo, ove possibile, alle competenze informatiche di giovani parenti o amici.
Ancora una volta, abbiamo aperto questa raccolta di opere letterarie con una dedica ad
un grande amico del ‘Milano Duomo’, recentemente scomparso.
A qualcuno sembrerà eccessivo ma è l’unico mezzo che abbiamo per pubblicamente
ringraziare queste persone esemplari, da decenni discreti quanto importanti sostenitori
della nostra iniziativa.
Il prossimo sarà l’anno del trentennale del ‘Milano Duomo’. Stiamo già lavorando su un
progetto adeguato alla ricorrenza.
Con l’aiuto del Signore e con il Vostro sostegno.
Il Comitato Organizzatore
Milano, 2 maggio 2009
P.S. Alcune curiosità e dati statistici sul 29° ‘Milano Duomo’ sono riportati a pag. 69.
L’indice è a pag. 71.
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Un libro è conoscenza,
è libertà, è fantasia,
è compagnia, è riflessione,
e vita …
Come è difficile
per un non vedente
godere appieno
della ricchezza di un libro.
Integrazione e promozione
socio-culturale della
persona disabile della vista
sono il nostro permanente,
appassionato progetto.
Grazie per il vostro aiuto a realizzarlo.
LIBRO PARLATO LIONS
Tra il maggio 2008 e l’aprile 2009, in proseguimento dell’incarico ricevuto dal
Ministero dei Beni Culturali, il Libro Parlato Lions ha contribuito all’installazione di
speciali postazioni informatiche per non vedenti in circa 100 Biblioteche Regionali /
Provinciali / Comunali, portando il numero complessivo di installazioni a 25
Biblioteche Statali e 632 Biblioteche Regionali/Provinciali/Comunali . L’iniziativa è
tuttora in corso fino a coprire le Biblioteche pubbliche dell’intero territorio nazionale.
Nel 2008, in collaborazione con l’Istituto di ricerche mediche Medea di Bosisio (Lecco)
è stato messo a punto un procedimento che ha mostrato concreti risultati migliorativi
dell’apprendimento e del comportamento di giovani dislessici. [NdR]
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UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO AI GRANDI AMICI DEL ‘MILANO DUOMO’
PER IL CONTRIBUTO ALL’ORGANIZZAZIONE
Giuria del Premio
Giancarla Re Mursia, Presidente
Liana De Luca
Gastone Geron
Lucio Pisani
Silvio Riolfo
Guido Zavarone
Interpreti
Adriana de Guilmi e Natale Ciravolo
Conduttore
Raffaele Fallica
Madrina del Premio
Liliana Feldmann
PER AVER FAVORITO LA DIFFUSIONE DEL BANDO
Quotidiani e Periodici
Corriere della Sera, E-Polis/nazionale, Gazzetta del Sud , Gazzetta di Parma, Giornale di
Sicilia, Il Cittadino di Lodi , Il Cittadino di Monza, Il Tempo, Il Veterano Sportivo, Italia
Oggi, L' Eco di Bergamo, La Provincia di Como, La Provincia di Lecco, La Provincia di
Sondrio, La Provincia di Varese, La Repubblica, La Sicilia, La Voce di Mantova,
l’Unità, Milano Finanza, The Lion.
altri media
ATM, Zeta Radio, Antenna 3
PER AVER SOSTENUTO FINANZIARIAMENTE L’INIZIATIVA
Banca Popolare Commercio e Industria, Arti Grafiche Donati srl, Bruni Glass spa,
Famiglia Ceruti, ICR Industrie Cosmetiche Riunite spa, NH Hotels spa, GNS System
News srl.
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI MILANO - CULTURA
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EMOZIONI …..
In questo libro, in edizione fuori commercio, sono raccolte
le opere premiate nel 29° ‘Milano Duomo’
Premio Nazionale di Poesia e Narrativa
presentate al pubblico nella cerimonia di premiazione
di martedì 19 Maggio 2009
presso la sede di Milano della
Banca Popolare Commercio e Industria
Organizzazione
Lions Club Milano Duomo
a favore della
Associazione Libro Parlato Lions
Centro “Romolo Monti” - Onlus
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VERBALE DELLA GIURIA
del 29° ‘Milano Duomo’ – Premio Nazionale di Poesia e Narrativa
Giunto alla sua 29ma edizione, il Milano Duomo ha confermato la sua validità sia per il
numero quasi da record di partecipanti, sia per il buon livello letterario delle opere
pervenute.
E ciò nonostante il momento di crisi sociale ed economica; il che sta a significare che le
iniziative finalizzate alla solidarietà ed alla crescita culturale sono ancora incentivi che
trovano adeguato riscontro nella sensibilità di tanti italiani.
Per quanto attiene ai temi trattati nelle varie opere, oltre a quelli di evidente attualità, la
pietas per i casi umani più drammatici, la povertà, l’immigrazione, si evidenzia un
ricorso sempre più insistito al fascino memoriale nonché a sentimenti di nostalgia per gli
affetti familiari; soprattutto v’è un bisogno di sogno, una attenzione al vivere più che
all’esistere nella voce gridata della scrittura e attraverso l’inchiostro del cuore.
Certo, si notano ribellioni e rese, a volte uno scadimento nel volgare, come esigenza di
rappresentare una realtà alla deriva. Tuttavia la Giuria vuol ricordare a se stessa e agli
altri che la funzione dell’arte non è pura rappresentazione, ma, preso atto della realtà,
deve sempre tendere ad una sublimazione ed ad uno stimolo di crescita che alcuna
bruttura, pur esistente, può eliminare.
Del resto, anche il richiamo a dolenti vicende dell’attualità fa da cartina di tornasole ad
una sensibilità umana che nella letteratura trova rifugio e speranza: vedi le tante opere
che richiamano problemi di integrazione razziale, la condizione degli umili, dei
diseredati o di chi è semplicemente lontano dalla terra natia, o gli specifici e toccanti casi
umani come quello di Eluana Englaro. Essi testimoniano una sensibilità sociale ed
umana largamente vincente su coloro che intendono sfogare la loro resa in sterili quanto
volgari invettive.
L’immagine della società che si mostra attraverso lo specchio del microcosmo di un
premio letterario non appare così desolante e perduta come alcune cronache del
quotidiano potrebbero far pensare, ma anzi induce alla speranza e alla vita nella sua
pienezza di significato.
La Giuria composta da Giancarla Re Mursia, presidente, Liana De Luca, Gastone Geron,
Lucio Pisani, Silvio Riolfo e Guido Zavanone dopo attenta lettura individuale dei testi
pervenuti e senza alcun preconcetto di scuole o di correnti, ma solo intesa ad individuare
originalità e dignità di temi e stili, ha formulato una prima rosa, nelle varie sezioni, di
complessive 1.395 opere (1.119 autori) tra le 2.879 opere pervenute (2.018 autori).
Una successiva analisi comparativa e una lettura ancor più rigorosamente critica hanno
dato luogo ad una seconda rosa di 548 opere (438 autori), che sottoposte ad ulteriore
esame e vaglio critico ha portato alla scelta di 149 opere semi-finaliste (137 autori).
Nella riunione collegiale conclusiva, dopo analisi e vivaci confronti tra i Giurati, la rosa
dei 48 Autori/opere finaliste è stata così enucleata:
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- Sez. Poesia Adulti: Alvigini C., Ardisia V., Bandini P., Bartolomeoli G., Bernardini
F., Caso G., Cappai G., Cernuschi A., Cocucci S., De Marchi Gherini A., Di Stefano
Busà N., Interlandi G., Luiso D., Mengaziol A., Miliotti R., Pupillo U., Raimondi D.,
Razzini M., Sacco G., Sangiovanni P., Schomberg D., Vanni R., Vicaretti U., Zambolin
P. .
- Sez. Vernacolo: Ascolti C., Bizzarri F., Bonvento L., Lalla M., Tirotto G., Vicari M. .
- Sez. Narrativa Adulti : Angioletti R., Clemente D., Di Dio MC., Gaccione A., Gallo
Jarre P., Montani Inzerillo C., Pillon S., Venturato G. .
- Sez. Giovani Poeti : Botti M., Donella R., Mosca F., Rabaioli A., Venturini G. .
- Sez. Giovani Scrittori : Bernardini L., Giana E.L., Marangon M., Passeretti A., Regis
A.A. .
Tra questi, la Giuria ha unanimemente assegnato i seguenti premi:
Sez. Poesia Adulti :
1° Premio assoluto: L’anima una farfalla di Giovanni Caso
2° Premio assoluto: Rito di Gianfranco Bartolomeoli
Menzione /medaglia d’oro: Nel disegno di Dio di Ninnj Di Stefano Busà
Menzione /medaglia d’oro: REVOCATO 29/5/09
Menzione /medaglia d’oro: L’armonica a bicchieri di Gianluigi Sacco
Menzione /medaglia d’oro: Piccola mosca d’autunno di Raimondo Vanni
Sez. Vernacolo :
1° Premio assoluto: Lu Trateure (Il tiretto) di Michele Lalla
2° Premio assoluto: Ciapeme a brasseto (Prendimi sottobraccio) di Marta Vaccari
Sez. Narrativa Adulti :
1° Premio assoluto: L’uccisione dei cani di Angelo Gaccione
2° Premio ex-aequo: Il volo di Dante Clementi
2° Premio ex-aequo: Amicizia di Gianpiero Venturato
Sez. Giovani Poeti :
1° Premio assoluto: *** Revocato
2° Premio assoluto : Un tetro teatro di Federico Mosca
Sez. Giovani Scrittori:
1° Premio assoluto: Il Signor Pè di Martina Marangon
2° Premio assoluto : Mostri nella notte di Edoardo Luigi Giana
La Giuria infine, nell’auspicare ancor maggior successo per gli anni a venire, ringrazia
l’organizzazione del ‘Milano Duomo’ e in particolare l’impegno e la cura profusi dal
suo presidente e anima del concorso, il Lions dr. Raffaele Mastroleo.
La Giuria del 29° Milano Duomo
*** Controlli successivi al lavoro conclusivo della Giuria, hanno evidenziato alcune
irregolarità riguardanti l’autore dell’opera premiata con il 1° Premio nella sez.
Giovani Poeti. Il Premio è stato pertanto revocato, il corrispondente importo
monetario è totalmente devoluto ad Associazione Libro Parlato Lions Onlus.
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1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria: Il senso e il non senso di una vita nel breve battito d’ali e nel
respiro di una farfalla che vola nel tempo del niente e nel paesaggio inesistenziale degli
approdi non raggiunti.
Fortemente lirica, la poesia ha suggestive provocazioni e nostalgie accorate.
L’ANIMA UNA FARFALLA
Non avemmo che cieli di albicocchi,
volti incarnati nella polpa d'aria,
anime vorticanti. E fummo esperti
al gioco dei cantoni e dietro il cerchio
quando il tramonto accolse i nostri fiati
ed era tutto lì, tra il pozzo e il rovo,
il nostro cuore.
A volte il vento aveva
pelle di gelso e mani di frumento
e sulle labbra un sorso di parole
come inventate ad ogni suo passaggio,
a volte dentro un calice di foglie
custodivamo more e prugne o un grillo
così che il giorno non avesse fine.
Poi il tempo volse il passo oltre le vigne.
Come avvertire ancora, in un bisbiglio,
piangere il cielo e sciogliersi la pioggia,
come sentire galoppare il sogno
dietro lucenti pegasi, se oscuro
si è fatto il giorno e amara è la ferita
al grano dello spirito?
Già forse
svanito è di quell'attimo il dolore.
Esausta è la farfalla al lume bianco
del suo stupore, e l'ala le si accende,
e più non vede il fragile suo corpo
nel caldo mare dell'immensa luce.
Giovanni Caso
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2° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Un giocattolo, un ornamento o un’esistenza? In questo
dilemma carico di civetteria si snoda un verseggiare vezzoso che dona grazia
all’immaginazione, luce agli occhi e sorriso al cuore.
RITO
Non sa capire
una bambola vestale
perché a un tratto uno sguardo
si spenga sopra un viso,
perché resti una volta
questo dubbio sorriso
e un’altra
una stolta parola da ignorare
o un opaco silenzio,
come sassi nell’acqua a macerare
cerchi sempre più grandi di ansietà.
Un’orientale piccola vestale
queste cose non sa.
Chiede soltanto un sole di pastello
o il canto sommesso da ascoltare
nel perdersi del mare sulla sabbia.
O la rabbia
di un cupo temporale.
Il kimono in un gesto
di grazia millenaria,
nell’ora di un vento di Grecale,
prega devote mani che la volgano
con il volto ad Oriente.
Per queste cose è nata
una maiolicata bambola vestale,
cose proprio da niente.
Gianfranco Bartolomeoli
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MENZIONE D’ONORE SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria - Una preghiera o un bilancio? Forse solo l’avventura umana
che, tra speranze e rese, perpetua il mistero dell’essere, il senso di esistere.
Un verseggiare piano in un quadro di immagini suggestive e incisive.
NEL DISEGNO DI DIO
L'approdo è dove non immaginiamo,
dove l'acqua increspa una stilla sorgiva
e il polline si disfa in prodigi d'erba.
Stagione breve, la nostra, di silenzi e memorie
come un fiume in piena che esonda.
Giorni aperti ai soffi delle brezze,
alla spiga che odora di fatica;
un vespro profumato a sbocciare
nelle sere accese all'avventura,
ai gridi spezzati del tramonto,
dilaga ampio fra i rami e oltre il muro
trafitto dalla bruma tra silenzi di strade.
Il cuore trascrive l'epilogo del giorno
serba tutte le sue arsure
tra le pieghe di carne e ripone
l'eterno entro un'orbita vuota.
Forse, nel disegno di Dio siamo
la luce del perdono, oppure solo argilla
da plasmare che inebria e corrode.
C'è una speranza d'oltre cresciuta
in solitudine, sospesa a una sorsata
d'illusioni, fra respiri di zolla fatta carne,
si annida lì o altrove il rovo del mattino,
la gioia di un'attesa oltre il suo nulla.
Ninnj Di Stefano Busà
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MENZIONE D’ONORE SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
Motivazione della Giuria –
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REVOCATO
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29° Milano Duomo
MENZIONE D’ONORE SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – La musica che non muore accompagna il filo memoriale dei
ricordi dove tra affetti ed effetti può ancora contemplarsi l’attimo esistenziale che conta.
Un lirismo sommesso ma sapiente e persuasivo.
L’ARMONICA A BICCHIERI
Stava scritto in un vecchio dizionario
scovato nel solaio di mio nonno
appassionato musicista, che l’armonica
a bicchieri è strumento
musicale - siamo sinceri, non così
normale - usato già nel mille
e settecento, composto da bicchieri
pieni d'acqua a più diverse e calcolate
altezze... - forse sta qui l'errore
che il nonno appassionato bevitore
non avrebbe mai messo, poveretto
il suo bicchiere sotto un rubinetto –
in modo da ottenere intonazioni
differenti - mentr'io ricordo
libagioni persistenti – strofinando
leggermente le dita sui bordi
dei bicchieri - così come ricordo
la sua vita i bagordi i suoi pensieri –
essi emettevano dei suoni dolci
e penetranti - tin tin, cin cin
e avanti... Che "spiritosa" idea
ebbe il nonnino di riempire
quei bicchieri con il vino!
Gianluigi Sacco
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MENZIONE D’ONORE SEZIONE POESIA LINGUA ITALIANA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria - Nella stagione dei morti non si celebrano solo i cari defunti
ma anche lo stupore dell’insetto che simbolicamente inquadra approdi non toccati o
forse mai tentati nel graffio che incide ma non raggiunge l’oltre.
PICCOLA MOSCA D’AUTUNNO
Piccola mosca d’autunno
Aggrappata al vetro della finestra
Guardi il morire lento dell’anno
E non sai capire la tua stagione
Dov’è.
Rinchiusa nella mia stanza
Sei sopravvissuta; vedi, o fortunata
Altri colori, altre stagioni, altri prati
Fioriti d’autunno e di neve, ghiacciati
E non sai se il conoscere oltre il confine
Comune ai tuoi simili è bene o solitudine.
T’affanni a cercare di uscire
A superare quel limite che è lente
Al tuo sguardo e incendia la tua brama di Vita;
Non te ne andare mia piccola amica
Anch’io sono nave in bottiglia;
non avremo mari da navigare,
né Amori che albeggiano lievi e tenaci,
né prati né vita da assaporare:
e ti osservo graffiare quel vetro
come io ferisco il mio cuore
per andare oltre, per afferrare
per sentire sulla pelle passare
quel brivido e un’ultima volta
vivere.
Raimondo Vanni
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1° PREMIO ASSOLUTO SEZ. POESIA LINGUE VERNACOLE
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Da questo cassetto nel quale non si sa bene se vi sia più
accumulo di cose o di sentimenti o di passioni o di immaginazioni emerge un
verseggiare dovizioso e generoso non solo di beni ma di parole che si fanno verso e
ritmo suggestivi. Come se il tiretto fosse un portagioie.
LU TRATEURE
(Vernacolo Abruzzese di Chieti)
Chedd’è cullu trateure de fragaglie
che cure pure canna le scasciglie
e aretravulde riceveute e fuglie
de carte nche le chente, addò tuglie
l’aghe e le vetteune, lu detale
o la fúrceve e la ròcele de file.
IL TIRETTO
(traduzione approssimativa)
Cos’è quel tiretto di cianfrusaglie
che curi anche quando lo scompigli
e rimescoli ricevute e fogli
di carta con i conti, dove togli
l’ago e i bottoni, il ditale
o la forbice e il rocchetto di filo.
Chedd’è cullu trateure che sciagaglie
sotte a le mine parole di pescaglie
addò la memorie te ce arravuaglie
le penzire e ce annascunne lu caglie
de le ulí: recchine, anèlle, e craglie,
fetografí, làttere, e pendaglie
che t’arecorde ore di maraviglie.
Cos’è quel tiretto che balbetta
sotto alle mani parole di pozzanghere
dove la memoria ci aggroviglia
i pensieri e ci nasconde il caglio
di voglie: orecchini, anelli, e collane,
fotografie, lettere, e pendagli
che ti ricordano ore di meraviglia.
Chedd’è cullu trateure de tuvaglie
aricamite scujutite a maglie
de sunne maschichite gnè la quaglie
nche lu nide che le cerase coglie
sotte a le frusce de lu crède mèglie
lu jurre apprisse de mèmme e feglie.
Cos’è quel tiretto di tovaglie
ricamate tranquilla a maglie
di sogni masticati come la quaglia
con il nido che le ciliegie coglie
sotto le foglie del credere meglio
il giorno prossimo di mamma e figli.
Trateure ammendecate sopre a ceglie
de le fusse pe pòrevele de sbiglie
ddò l’acche de la ménde z’arraccoglie
porte sughe a le custate che peglie
de recurde ammuchiete gnè nu steglie
e arescalle lu core che ze scioglie.
Tiretto inventato sopra a ciglia
dei fossi per polvere di sbagli
dove l’acqua della mente si raccoglie
porta sugo alle costole che ardono
di ricordi ammucchiati come una biga
e riscaldano il cuore che si scioglie.
Michele Lalla
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2° PREMIO ASSOLUTO SEZ. POESIA LINGUE VERNACOLE
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Versi che sono quasi una strizzatina d’occhio nel segno di
una complicità sentimentale che è poi la vera essenza dell’amore. Il vernacolo in questa
poesia semiseria è particolarmente coerente con l’atmosfera descritta.
CIAPEME A BRASSETO
(dialetto della periferia sud-est di Verona)
PRENDIMI SOTTOBRACCIO
(Traduzione approssimativa)
Tenme de ocio se te vedi che son ia,
dame un scorlon,
fa’ in modo che mi no’ manda el pensar
a stagnar
su treni che va a pian
in do g’à un sentar la malinconia.
Ma se te farò un segno de stissa,
ti tasi, però,
al massimo dime lassa star, lassa perdar
… no’ stemo s-ciapar l’ànema!
Dopo ciapeme a brasseto
e co’ la man libara
gireme la facia verso de ti
finché na me ocià
la possa fermarse ne i to oci
par farne tremar.
Sarà alora el resussitar
caminando streti streti
da sentir na peldoca unica,
e lassando che le foje seche dedrio de noantri
le deventa coriandoli pestezè
... ghe pensarà el vento a trategnerseli in gola
visto che a lu ghe piase sempre supiar,
disturbando.
Tienimi d’occhio se vedi che sono evanescente,
dammi una scrollata,
fa’ in modo che io non mandi il pensare
a ristagnare
su treni lenti
dove ha un sedile la malinconia.
Ma se ti farò un accenno di stizza,
tu taci, però,
al massimo dimmi lascia stare,
lascia perdere
… non dividiamo l’anima!
Poi prendimi sottobraccio
e con la mano libera
girami il volto verso di te
finché un mio sguardo
possa fermarsi nei tuoi occhi
per farci tremare.
Sarà allora il resuscitare
camminando stretti stretti
da percepire la pelle d’oca accomunarsi
e lasciando che le foglie secche dietro di noi
divengano coriandoli frantumati
…. ci penserà il vento a trattenerseli in gola
visto che lui ama sempre soffiare,
disturbando.
Marta Vaccari
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1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE NARRATIVA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Racconto dove la linearità e la puntualità del linguaggio
ben si sposano con la dinamica e la varietà di una vicenda articolata e complessa, al
limite dell’onirico e dell’ironico, ove amore e violenza nei confronti di ogni forma di
vita ci indicano la via perché la nostra umanità non vada dispersa nell’astrazione delle
idee.
L’UCCISIONE DEI CANI
Il venti dicembre del ’56 era un inverno senza attese e nessuno a Roccabruna si aspettava
alcunché. E nulla sarebbe certamente accaduto se Giovanni Ferro, detto il bandito, per
quelle basette lunghe e cispose da malandrino e quello sfregio sulla guancia destra, non
si fosse messo in testa che i cani del canile comunale li avrebbe sparati lui.
Infilò gli stivali da caccia, si mise il fucile a tracolla e salì la rampa del lucido selciato di
via Sprovieri, fino al sottoportico delle monache del Sacro Cuore. La casa di Guglielmo
Porta distava a meno di uno sputo dalla sua; erano amici da sempre cresciuti nello stesso
quartiere e appena fu sotto il balcone, Giovanni Ferro gli fischiò alla maniera dei pastori
con il pollice e l’indice sotto la lingua. Porta si affacciò sulla ringhiera coperto solo da
una ruvida maglia di lana che la moglie gli aveva lavorato a mano con due ferri robusti,
gli stessi che le servivano per arrotare i fusilli fatti in casa.
“Dammi due minuti” disse, “il tempo di mettermi qualcosa” e scomparve dietro le
vetrate.
Da un basso saliva il canto di Rosa Saporito che al bandito era rimasta in gola; aveva
fatto lo scientifico, il cascamorto, per mesi l’aveva coperta di serenate, ma Rosa non
s’era lasciata impressionare da tutto quel miele.
“Quando la gallina canta vuol dire che il pollaio è allegro” le gridò il bandito, e la voce
cessò.
Porta scese bardato di fucile a canne doppie, tascapane e anfibi come se dovesse andare
in guerra. Il figlio, un vispo ragazzetto riccioluto di circa sette anni, gli teneva dietro con
la cartucciera infilata ad un braccio.
“Lo porto così lo svezziamo” disse l’uomo alludendo al figlio, “la madre lo vorrebbe
sempre attaccato alla sottana”.
Aveva appena finito la frase che la moglie inviperita lo apostrofò dal balcone:
“Dove vai col segnato di Dio?” disse riferendosi a Giovanni Ferro e alla cicatrice che
aveva sulla faccia, “ora anche il bambino mi porti alla rovina” proseguì, “Ferro non ha
famiglia, se lo trovano impiccato non lo piange nessuno” concluse acida.
Il marito si girò e le puntò contro il fucile come se volesse spararle. La donna rientrò
lesta e sbatté il vetro.
“Come la sopporti?” si intromise Ferro, ma Porta non gli badò; cavò del tabacco da una
tasca, l’avvolse nella cartina inumidendola con la lingua ed accese.
“Mille lire al colpo” lo informò Ferro.
“Quanti sono i cani?” domandò Porta.
“Parecchi” ribatté Ferro, “la giornata c’è, stai tranquillo”.
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Man mano che scendevano verso il ghetto per superare Càlamo e portarsi oltre il
Calvario, una folla di ragazzi prese a seguirli; guardavano ammirati il bandito e le armi,
e molestavano il ragazzino perché ad ogni costo volevano vedere le cartucce infilate
nelle celle della cartucciera. Arrivati sull’arcata del ponte che scavalcava il fiume, Ferro
si arrestò di colpo e li minacciò con il braccio: “Adesso sparite!” e il gruppo dei ragazzi
non osò più proseguire. Rimasero a guardare fino a quando le tre figure disparvero oltre
la fitta barriera del canneto che sovrastava il fiume.
Faceva molto freddo ed il respiro si condensava in uno spesso fiotto di vapore.
“Sei stanco?” domandò Porta al ragazzino.
Il figlio fece cenno di no con la testa. Era tutto accaldato ed il freddo gli aveva arrossato
le guance.
“Perché li ammazzate?” domandò brusco, e gli uomini furono colti di sorpresa.
Il padre lo guardò con ammirazione; con quella cartucciera infilata al braccio pareva
molto più grande della sua età.
“Perché ci pagano” rispose secco.
Ferro cercava di darsi un contegno agli occhi del piccolo e cominciò a fare lo scientifico,
al solito.
“Sono randagi. Bastardi sono, senza alcuna utilità”.
Il ragazzo non osò ribattere.
Ferro proseguì: “Sono malati e i padroni non li vogliono più in casa; sono contenti che li
ammazziamo, non pagano nemmeno la tassa per il rilascio. Oh, non faccio per dire, ma
un cane che si rispetti gira con la museruola. Hai visto i cani da caccia di don Saverio?
Lucidi, grassi, puliti, e che intelligenza! .. manca la parola”.
Il piccolo avrebbe voluto ribattere che a lui i cani di don Saverio facevano paura, sempre
liberi per il quartiere, aggressivi, spavaldi, e guai a chi osasse toccarli… ma non ne ebbe
il coraggio. In silenzio li seguì attraverso lo stretto sentiero che menava al canile
comunale, sulle prime pendici di Serra di Buda fuori dalle mura della città.
Camminarono un’altra buona mezz’ora e appena giunti in prossimità del casolare, il
rumore dei passi e delle voci scatenarono l’inferno. Latrati, guaiti, abbaii, ululati, si
fondevano minacciosi, disperati, assordanti. Il bandito si avvicinò ad un lato del casolare,
tirò fuori un fascio di chiavi e fece scattare il robusto lucchetto che fermava una solida
lastra di ferro. Era piuttosto arrugginita e gli costò fatica spingere all’insù la serranda.
Si avvicinò anche Porta e si trovò davanti uno spettacolo che lo eccitò: un branco
indistinto si ammassava in uno spazio angusto; ciechi di furore, affamati, assetati di
vendetta, si erano dilaniati a vicenda in una spaventosa furibonda lotta all’ultimo sangue,
per un brandello di carne, un minimo di spazio vitale, di liquido per sopravvivere. Alcuni
giacevano per terra esanimi con gli occhi spalancati ed il ventre squarciato dai morsi,
altri vagolavano ebeti con il pelo lacerato e la cancrena viva nelle ferite, altri ancora
ululavano e mostravano i denti ai più deboli e a quanti osavano avvicinarsi. Porta li
provocò con un gesto della mano ed essi si misero a ringhiare come lupi assetati di
sangue; si avventarono rabbiosi contro i ferri della gabbia che li imprigionavano. Porta
rideva crudele, trasse un tozzo di pane dal tascone e lo lanciò in mezzo alle bestie con il
deliberato intento di provocare una lotta ancora più devastante.
Il risultato non si fece attendere e dentro la gabbia si scatenò il finimondo.
Il bambino era impietrito dalla paura, era diventato pallido e non riusciva né a muoversi
né ad articolare parola, mentre il padre gridava come un ossesso, come se un bagliore di
pazzia gli avesse compromesso l’ordine logico del cervello.
22
Ferro dovette sparare contro la gabbia un colpo di fucile per far cessare quell’inferno.
Spaventati i cani si disposero ad arco facendo il vuoto attorno alla carcassa abbattuta
dallo sparo, e per la prima volta ebbero il presentimento di una minaccia ancora più
terribile del buio, della fame e della sete che erano stati costretti a subire là dentro.
Finalmente si quietarono e allora si poté vedere tutta la loro miseria. Alcuni erano
completamente privi di pelo, altri erano scheletriti e spolpati, rinsecchiti come tante
pannocchie vuote divorate dalle cavallette. Quelli più vecchi stentavano a reggersi sulle
zampe, molti tremavano, quasi tutti erano pieni di zecche, costretti com’erano a rivoltarsi
nel proprio sterco. Il fetore era insopportabile e si sparse come un’onda maligna e
dolorosa. Ferro parafrasò con un antico proverbio l’amaro destino di quelle creature
senza speranza: “Puttane, cani randagi e cavalli da carrozza, fanno buona gioventù e
cattiva vecchiezza”. E davvero non c’erano parole più efficaci per significare la loro
sorte miseranda.
“Dammi la cartucciera” disse Porta rivolto al figlio, ma gliela dovette levare, tanto il
piccolo era rimasto imbambolato ed incapace di qualsiasi movimento.
Sparavano mirando nel mucchio e man mano che i cani cadevano abbattuti dal tuono
perentorio, le file si assottigliavano e i gruppi diventavano più radi. Una luce sinistra
emanava dagli occhi dei due carnefici, una luce tuttavia gioiosa che li spingeva a
gareggiare, a non fallire il colpo, a misurarsi in una specie di sfida, esaltata dalla
riverenza e dalla voluttà dello strumento; uno strumento che li attraeva con tutto il suo
carico di potenza e di sopraffazione, capace di estinguere la vita in un baleno.
Le detonazioni secche e precise si espandevano in una serie di onde stordenti ed avevano
paralizzato gli ultimi cani superstiti, il cui destino era stato procrastinato solo per il
tempo necessario al loro turno. Tuttavia questi sembravano oramai del tutto indifferenti a
quanto avveniva intorno a loro, come se una benevola alienazione li avesse già liberati
dal peso di una sofferenza cosciente.
Mezz’ora più tardi l’odore acre della polvere delle cartucce sovrastava il fetore dello
sterco e delle carcasse decomposte. Una nuvola grigiastra avvolgeva in un’atmosfera
plumbea tutto il casolare.
“Riposiamoci” disse Ferro all’amico, “prendiamoci una boccata d’aria”.
“Ce n’è ancora uno” annunciò Porta, “passami il cappio”.
Si avvicinò ad una macilenta cagnetta e le avvitò il nerbo di bue attorno alla gola. Era
così terrorizzata dagli spari e dalla presenza ostile degli uomini, che non trovava la forza
di alzarsi.
Porta la strattonò con durezza e la condusse fuori; la cagnetta non emise il più lieve
guaito e non oppose alcuna resistenza. L’uomo rise crudele e disse: “Guardate come
trema, posso lasciargli il cappio allentato, è così stupido che non fa neppure un tentativo
per scappare” ed infierì sulla cagnetta con una frusta. Poi levò il fucile, fermò il calcio
vicino alla clavicola e prese la mira. La cagnetta smarrita e sconfitta si accucciò di più
raccogliendosi tutta, guardò l’uomo per l’ultima volta e una lacrima le si staccò dagli
occhi.
“Cristo!” esclamò Porta, “Dio Cristo!” e cominciò ad imprecare come un dannato.
Ferro vide che gli tremavano le mani e non capiva un accidente, e quello zotico si dava
pugni sulla testa e continuava a ripetere come la bestia che era: “Cristo! Dio Cristo!” e
non sapeva dire altro, come se gli fosse entrata una cicala nel cervello ed era ammattito
di colpo come una capra. Saltava da un lato all’altro e pareva un tarantolato e invece di
dire a o ba, faceva segno col dito, e indicava il cane come uno scimunito.
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Ferro pensò che il cane l’avesse morso, ma osservandone il tremore gli pareva
impossibile e non si spiegava quella reazione così scomposta.
“Calmati!” gli urlava, “calmati!” e poiché quello continuava a fare il teatro come se
avesse dinanzi a sé il demonio, imbracciò il fucile e sparò la cagnetta in mezzo alla
fronte.
Improvvisamente Porta sembrò calmarsi, ma si chiuse in un mutismo così ostinato che
non pronunciò una sola parola per tutto il viaggio di ritorno, e Ferro si convinse sul serio
che l’amico fosse diventato pazzo.
Il venti dicembre di quell’anno i segni oscuri si infittirono e i testimoni dicono che fu
tutta colpa dei cani, e di quel segnato di Dio: ché se uno si ritrova una coltellata sulla
faccia non si può dire che sia un mazzo di rose. E Giovanni Ferro un mazzo di rose non
lo era di certo, e molti dicevano che presto avrebbe avuto un altro taglio sull’altra
guancia se non la smetteva di portare le serenate, chitarre e mandolino, alle mogli degli
emigranti rimaste sole a Roccabruna.
Al quartiere Castello, lo stesso dove abitava l’uomo che aveva perso la parola per aver
dato retta al bandito, una vecchia paralitica dal ballatoio di casa imprecando malediceva i
passanti con parole incomprensibili, e si percuoteva il seno avvizzito con mani
raggrinzate.
“Che avete da ridere?”, con queste parole Vera Livrieri apostrofò Nunzio De Seta che
avendo studiato a Napoli, faceva il saputo e si prendeva spasso della credulità popolare.
“Il gabbo aggobba” gli cantò sul grugno e gli spense il riso su quell’osceno labbro
leporino.
Prima del vespro la notizia rimbalzò per tutto il quartiere e riempì ogni anfratto: la madre
del saputo, che per tutta la vita non aveva mai conosciuto una febbre, si mise a letto con
una quartana e pareva che da un momento all’altro dovessero venire i diavoli
dell’inferno a portarsela via. Il saputo piangeva e batteva la testa contro la spalliera del
letto: “Santa Teresa mia, se me la salvi andrò a chiedere l’elemosina scalzo casa per
casa”.
“Ci facesse fare almeno il Natale senza lutto” implorava la cognata del saputo.
“Ci facesse fare almeno il matrimonio di Chiara” le faceva eco uno dei cugini che era
stato scelto per fare il compare d’anello.
Gli inviti erano stati spediti e la data era stata fissata.
“Tre giorni di vita, solo tre giorni di vita chiediamo al Padreterno”.
La moglie di Guglielmo Porta gelò le speranze: “Non si possono drizzar le gambe ai
cani” disse, e aggiunse che le anime dei cani ammazzati avevano maledetto il paese e
che quel Natale l’avrebbero ricordato come l’anno più amaro. Allora fu mandata a
chiamare Dora Fiorito che era una donna pratica e sapeva dispensare consigli con lo
stesso garbo di una madama. Dora Fiorito radunò le donne, ordinò di impastare e fece
mettere sul fuoco la padella più grande perché si friggesse.
A tutti fu proibito di bere [1]: il saputo non aveva mai visto uscire l’olio dal rubinetto
[2], né sentito gli animali parlare all’Epifania [3], ma questa volta non rise; le bestie
ebbero cibo in abbondanza e i vicini furono invitati numerosi.
“Mangiate per l’anima buona di questa santa donna” ripeteva Dora Fiorito, e infilzava
allo spiedo le piccole ciambelle dorate e gibbose che galleggiavano nell’olio
scoppiettante. Erano fragranti e dolci cosparse di zucchero o affogate nel miele caldo,
denso e odoroso.
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“Portate canestri a chi è in lutto e non può friggere, e spargetene pezzi sulla via: che i
cani abbiano la loro parte”.
La saggezza di Dora Fiorito fece il miracolo e la donna guarì; il saputo disse che contro
il malaugurio, la sera della Vigilia avrebbe fatto mettere sulla tavola le tredici pietanze
della tradizione; perché ora si sentiva parte di una comunità ritrovata e voleva sentirne il
calore e capirne il senso. Qualcuno giurò di aver visto quella notte, sul bordo della via,
una cagnetta macilenta saltare festosa con una ciambella gibbosa fra i denti; il saputo di
turno ne rise, sostenendo che alle fiabe credono solo i minchioni. Ad ogni modo Chiara
poté sposarsi senz’altri intoppi nella data stabilita, ed il falò di quell’anno superò, in
questo concordano tutti, quelli delle Vigilie precedenti. Era così imponente che da tutta
la città venivano lì sulla piazza a tesserne le lodi. Rimase acceso fino al mattino del
giorno dopo, superando di tre ore persino il falò dei casalicchioti, notoriamente abili a
comporre la pira, perché il fuoco si mantenesse vivo e consumasse lento.
Il bandito era allegro come una pasqua; portò l’organetto a mantice e suonò senza posa
bevendo con tutti quelli che volevano brindare. Ogni tanto gettava un mozzicone nel
fuoco e ripeteva che col nuovo anno avrebbe messo la testa a posto e fatto famiglia.
La vecchia paralitica morì qualche anno più tardi, non aveva mai avuto parenti e si
ignorava chi l’avesse cresciuta; tuttavia il quartiere fu generoso: fece una colletta a cui
partecipò anche il bandito che vendette il fucile per l’occasione. Comprarono una bella
tomba e la donna fu sepolta tra la cappella di famiglia dei Bramante, ed il solenne
mausoleo della famiglia De Filippis che si ergeva maestoso sulle misere croci allineate
sulla nuda terra.
[Milano dicembre 1995]
Angelo Gaccione
…………………..
[ 1 ] Un’antica usanza prescriveva il divieto di bere durante le fritture natalizie. Secondo
questa credenza l’olio si sarebbe prosciugato nella padella, segno di malaugurio.
[ 2 ] e [ 3 ] Narra una credenza popolare, che la notte dell’Epifania, dai rubinetti delle
case sarebbe uscito olio al posto dell’acqua, e gli animali avrebbero, per quella notte,
acquistato il dono della parola. Era pertanto necessario esser prodighi nelle razioni di
cibo nei loro confronti, altrimenti gli animali tenuti al digiuno o non saziati abbastanza,
avrebbero usato quel dono contro i membri della famiglia, imprecando e maledicendo.
Gravi disgrazie si sarebbero abbattute sulla casa che ne fosse stata investita.
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2° PREMIO EX-AEQUO SEZIONE NARRATIVA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Il racconto surreale di sapore kafkiano prende forma nella
metafora dolorosa delle famiglie che sopportano il disagio esistenziale della convivenza
con un familiare colpito da un’infermità insopportabile: quasi una maledizione.
Il linguaggio è sapiente e ricco di effetti.
IL VOLO
“Una mattina Gregorio Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un
insetto mostruoso”. Da “Le metamorfosi di Franz Kafka”
Si era svegliato nel cuore della notte, all’improvviso. Dalla stanza in fondo al corridoio
venivano rumori sempre più insistenti: sembravano graffi sul pavimento e soffi
mescolati a corte grida di dolore. Eppure da mesi, ormai, quella stanza era vuota e
nessuno vi era più entrato. Da quando la donna a mezzo servizio vi aveva trovato lo
scheletro di quell’orribile insetto capovolto sul pavimento, tra mucchi di escrementi, e
l’aveva infilato in un sacco. Grosso come un cane, aveva detto, trascinando il sacco
lungo il corridoio mentre il sig. Hermann e la signora Julie si voltavano dall’altra parte
per non vedere.. Solo la sorella Ottla, senza uscire dalla sua camera, aveva guardato con
un sussulto di pena quel sacco nero di juta spinto giù dagli scalini e lasciato poi sul
marciapiede, per gli spazzini del mattino.
Da allora nessuno più ne aveva parlato. La donna a mezzo servizio era stata licenziata
bruscamente il giorno dopo, senza un motivo apparente. Il sig. Hermann non aveva
nemmeno preso in considerazione un debole tentativo di difesa da parte di sua moglie.
Quella donna,ossuta e gigantesca, che si allontanava finalmente dalla loro casa
dondolando sulla testa una piuma di struzzo infilata in un cappellino di lana, provocava
in lui un’irritazione crescente e un malumore che nelle ultime settimane non riusciva più
a nascondere. Ma tutti in quella casa sapevano il motivo del suo licenziamento: negli
ultimi giorni era stata la sola che era entrata là dentro. L’aveva visto e gli aveva parlato
mentre lui scivolava dal letto o da dietro un armadio per succhiare dalla ciotola latte e
pezzi di pane che lei gli spingeva addosso con il piede.
E in quella stanza sembrava che ora qualcuno o qualcosa fosse ritornato e si muovesse.
Il sig. Hermann si era seduto sul letto, tendendo le orecchie. Ormai una leggera sordità
gli impediva di sentire i rumori deboli e lontani, ma quelle che ora gli giungevano erano
lacerazioni stridule e secche, seguite da tonfi e rotolii. Sembrava che qualcosa
rimbalzasse sul pavimento: lamine o scaglie che mandavano scricchiolii prolungati,
come se fossero strappate a fatica.
Ciò che più, tuttavia, lo inquietava erano i lamenti (così almeno egli li interpretava) che
ogni tanto sostituivano i rumori, riempiendo da soli la notte.
Ad un certo punto essi parvero mutarsi in un fitto schioccare di becco e in un sommesso
pigolio.
*****
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Il temporale della notte doveva aver spinto ventate furiose contro la finestra perché il sig.
Hermann ne sentì l’imposta battere contro la parete e coprire ogni altro rumore.
La signora Julie, invece, sembrava non essersi accorta di niente: dormiva
profondamente. Il sig. Hermann sentiva intorno a sé il suo respiro profondo e provò per
lei un improvviso sentimento di tenerezza e di protezione.
Gli accadeva raramente, quasi si vergognasse di cedere a commozioni giudicate un
tempo ridicole, ma ora sempre più pronte a sorprenderlo. Anche quando la moglie gli
domandava dolcezza per quel figlio spaurito e sensibile, egli troncava bruscamente le
sue parole con un gesto di stizza. Voleva farne un uomo di quel figlio, non un
intellettuale che produceva parole, un inseguitore di turbamenti e angosce di carta.
Adesso dalla stanza non veniva alcun rumore, ma il silenzio lo turbò ancora di più
diventandogli insopportabile. Scese allora lentamente dal letto, allungò la mano verso la
sedia vicina e si avvolse nella sua vestaglia scura. La moglie aveva lasciata accesa la
lampada sul tavolino del salotto e una striscia di luce filtrava da sotto la porta: una
dimenticanza che altre volte l’avrebbe infastidito ma non in quella notte.
Nella penombra seguì la luce ed entrò nel salotto. Andò subito alla finestra, la spalancò e
guardò fuori. Doveva essere piovuto a lungo, quella notte, una pioggia violenta, di fine
inverno. Ma niente preannunciava l’arrivo della primavera; il cielo era ancora nero e dai
marciapiedi giungevano fino al davanzale le luci fredde dei lampioni e lo strisciare dei
primi tram all’angolo di via Maislova con via Kaprova. Dalla strada qualche passo di
persona; di tanto in tanto una carrozza: Praga sembrava ancora morta, in quell’ora della
notte.
Il sig. Hermann fissò il buio sopra i tetti con una stanchezza che non aveva mai provata.
Una solitudine improvvisa gli piombò addosso, una sofferenza che pensava infinita per
sempre ed invece quei rumori là dentro la stanza l’avevano ridestata senza pietà. Eppure
un tempo erano stati una famiglia felice; una famiglia come tante a Praga: i figli, la
scuola tedesca, la sinagoga, le ricorrenze della tradizione, il negozio nello splendido
palazzo Kinsky: chincaglierie, tessuti, articoli di moda, ombrelli, bastoni da passeggio…
Ne aveva fatta di strada il figlio del macellaio! Ma in quel momento, diversamente da
altre volte,non provò alcuna soddisfazione: la sua esistenza gli apparve insignificante e
inutile. Da quella mattina in cui la donna di servizio aveva scaricato sul marciapiede quel
sacco, qualcosa si era rotto in lui, per sempre. Sentiva dentro di sé una colpa che non gli
dava respiro, che riaffiorava ogni volta che tornava a casa dal negozio, ogni volta che
incrociava lo sguardo di sua figlia Ottla e di sua moglie.
I silenzi tra loro si erano fatti ogni giorno più lunghi, soprattutto a sera, durante la cena, o
quando tutti e tre in salotto, incontravano, anche senza volerlo, nella fotografia posta sul
tavolino,il “suo” volto: gli occhi brucianti, le orecchie aperte in contrasto con il taglio
virile del naso e della bocca, gli zigomi taglienti che si ammorbidivano in un’espressione
di enigmatica dolcezza.
Uno schianto improvviso proveniente dalla stanza in fondo al corridoio lo fece
sobbalzare e distogliere dalle sue riflessioni. Questa volta decise di andare a vedere. La
luce schermata del salotto non riusciva a rischiarare neppure debolmente il corridoio e il
sig. Hermann dovette procedere piano, rasentando il muro e allungando le mani davanti
a sé. Quando esse toccarono la porta, le ritrasse indietro, preso da un turbamento che non
era solo paura. Alla fine si risolse e appoggiò l’orecchio. Rimase così nell’oscurità ad
ascoltare. Da dentro ogni tanto giungevano suoni come di una tela lacerata cui faceva
seguito un colpo sul pavimento come di cose che vi cadevano. Il sig. Hermann era
troppo stordito per chiedersi quali cose.
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Non si era neppure accorto che alle sue spalle erano sopraggiunte la moglie e la figlia,
che lo interrogavano con occhi spaventati.
Allora si decise ad aprire. Girò la chiave e socchiuse la porta. Dapprima vide lui solo,
poi anche la moglie e la figlia. Qualcosa si muoveva sul pavimento, la schiena polverosa
di un enorme insetto si dibatteva capovolta con tremiti convulsi e un’antenna, o quel che
ne rimaneva, si ergeva di scatto, orribile e annerita. L’animale tentava di girarsi ma le
sue zampe si agitavano in aria sbatacchiavano sul pavimento senza fare presa. Una,
poi,curiosamente terminava con quello che il sig. Hermann avrebbe definito un abbozzo
di ali. Parevano uscire a fatica, ma inesorabilmente, come sospinte da uno sforzo
doloroso di parto. Nella stanza, schiarita ora dalla prima luminosità dell’alba, l’insetto
gigantesco si stava trasformando sotto i loro occhi, tra gemiti e convulsioni di antenne e
di scaglie. Dalla corazza scossa cadevano a terra croste e squame di pelle violacea e
rugosa. Poi tutte le zampe di destra fecero leva e l’animale si ribaltò lanciando uno
squittio disperato. Il sig. Hermann e le due donne videro appena il ventre convesso,
bruniccio, spartito da solchi arcuati e chiusero gli occhi per il ribrezzo.
Quando li riaprirono, si accorsero che nessun animale si dibatteva più sul pavimento:un
uccello, invece, dalle grandi ali bianche era fermo sul balcone aperto e sembrava
guardarli.
-Gregor- gridò il padre correndo verso la finestra.
-Gregor- sussurrarono le due donne, immobili sulla porta spalancata.
L’uccello volse la testa verso i tetti della città e spiccò il volo con un grido rauco, simile
ad uno scroscio di risa.
I primi chiarori del giorno illuminavano, alle spalle del sig. Hermann, la stanza. Il
pavimento appariva coperto da scaglie a pezzi o intere. Una minuscola zampa chitinosa,
coperta di ciuffi neri,era ai piedi del letto e un’antenna spezzata colava una riga di
schiuma grigia su un troncone d’insetto svuotato. Una mela, o quel che ne restava,
marciva conficcata in una fessura del pavimento di legno, vicino all’armadio.
******
Da alcune settimane Ottla usciva prima del solito per andare al negozio del padre.
Infilava una via della Città Vecchia e si avviava verso il ponte, sul fiume. Qui si
appoggiava al parapetto di pietra e aspettava. A volte tirava fuori dalla borsetta un
cartoccio di pane e lanciava verso la corrente manciate di briciole. I gabbiani si
gettavano stridendo per afferrarle. Risalivano, poi, in alto sopra la sua testa, pronti a
lasciarsi cadere di nuovo in picchiata. Qualcuno si avvicinava più degli altri, sostava
lottando contro il vento, a poca distanza dalla sua mano, prima di rituffarsi sotto le arcate
del ponte.
Una mattina un gabbiano che si distingueva dagli altri per le dimensioni insolite delle ali
e del becco scese dall’alto. Volteggiò, incurante del cibo che Ottla gli lanciava,
rasentando dapprima la sua testa e poi aggrappandosi con le zampe alla sua mano
spalancata. Ottla lo guardò intenerita: le sembrava che qualcosa luccicasse nella pupilla
dell’uccello e il suo pigolio volesse dirle qualcosa.
-Franz, fratello mio- sussurrò dolcemente Ottla.
Il gabbiano scosse le grandi ali e si staccò dalle sue dita. Ottla lo vide alzarsi sul fiume e
scomparire in alto, dietro le nuvole e i tetti della città.
Dante Clementi
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2° PREMIO EX-AEQUO SEZIONE NARRATIVA
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Più che un racconto l’opera si rappresenta come una
descrizione ricca di riflessioni, di analisi, di introspezioni tutte intese all’individuazione
di una identità dell’altro o dell’uno, simboli della nostra incapacità di pervenire al vero.
La prosa in cui il racconto si esprime è sapiente e ben articolata.
AMICIZIA
Compresi sino in fondo l’intensità della nostra amicizia grazie al verificarsi di un
episodio che si manifestò nel silenzio, senza che nemmeno un accenno, un gesto magari,
venissero a sottolineare tra noi l’accaduto. Praticavamo entrambi il pudore delle parole.
Non preannunciato, ero giunto al borgo nel pomeriggio di una di quelle giornate
malinconiche, quando la pioggia si traveste di solo vapore acqueo e ogni cosa risulta
velata allo sguardo, visibile ma come da un vetro vecchio, povera di luce nonostante
l’ora. L’avevo cercato nella sua abitazione e poi nell’unica osteria ma senza averne
notizie. Con la speranza di udirne il passo inconfondibile sui gradini e poi
sull’acciottolato della piccola corte, sempre aperto l’uscio di casa, mi ero trattenuto in
cucina per qualche secondo, chiamandolo ad alta voce ma senza riceverne risposta:
l’umidità e un freddo ostile definitivamente insediati fra le mura.
Incuriosito – ma più libero a ragione della sua assenza – mi ero guardato intorno
considerando ancora una volta la modestia delle cose di ogni giorno e l’atmosfera, che
lui assente le svelava ancor più: la penombra presidiava gli ambienti per ogni lato. Vi
regnava un ordine minimo ma riconoscibile: quello di un uomo dalle modeste esigenze e
solo. Sparse ovunque nella completa disponibilità, le forme; eleganti sculture lavorate
nel bosso tenace e nel roseo pero, lasciate come casualmente, per essere prese e toccate
al bisogno, accarezzate come ottemperando ad una richiesta irrinunciabile dello sguardo
e delle mani. Alle pareti, quasi abbandonate, alcune tele che mi disse appartenere al
tempo dei suoi primi lavori.
Nel centro della cucina il gran tavolo di noce con la sua patina maculata, oscura, che di
ognuno dei visitatori conosceva le vicende. Dominante, l’odore rappreso che ben
riconoscevo: vino, resti di cibo dell’ultimo pranzo sull’acquaio e vecchie stoffe
dimenticate in un armadio. Poi quel silenzio grave, quasi una forma dell’anima, una sua
proiezione palpabile. Sarei riuscito a conviverlo io? Fuori, il verde fitto nella piccola
corte e le altre abitazioni, seconde case sul pianerottolo a ringhiera, tutte serrate assenti i
proprietari.
Mi sorprese l’improvviso sopraggiungere di un suono, raro benché il palazzetto fosse
situato nel centro dell’abitato. Un borgo, il suo, disposto ai confini del nostro tempo,
dimenticato dai più in quel “verde polmone” di Lombardia, fuori mano e solo sfiorato
dai domenicali cercatori d’aria non inquinata.
Antonio era in confidenza con questi boschi, ne conosceva ogni albero e tutti i sentieri,
penosamente abbandonati. Mi faceva notare la situazione del sottobosco con un sorriso
amaro, e guardandomi, per leggere le mie reazioni, quando considerava quanto poco
osassero spingersi all’interno i gitanti del picnic domenicale. “Hanno paura di perdersi…
sono così gli uomini adesso, il loro bosco è profondo venti metri dalla statale…”. Era
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vero. Muoveva adagio le mani nel dirlo, non so come ma rivelavano anch’esse del
disappunto
Mi risultava molto arduo comprendere come un individuo vissuto da sempre nel cuore
della Milano creativa, quella insediatasi tutt’intorno a Brera, avesse potuto fuggirne
definitivamente senza mai più averne una qualunque nostalgia. Ne avevo seguito il
percorso d’allontanamento sin dall’inizio.
Tre coppie amiche per le quali la Milano di quei giorni non era più vivibile. Dopo avere
cercato a lungo l’altrove più rispondente, se ne allontanano a metà circa degli anni
sessanta. Con tremenda determinazione tagliano i ponti alle spalle e si rifugiano senza
più volgersi, quasi privi di risorse economiche, in un borghetto di poche case dell’alto
luinese del tutto abbandonato. Un paesello solo separato da un torrente per la linea di
confine col territorio svizzero. Difficile immaginarsi più divisi, più fuori del mondo
civilizzato di così.
Attore di una diversa scelta e seppur dubitando della loro determinazione avevo
partecipato alla complessa individuazione del luogo. Io invece m’arrampicavo in città un
giorno dopo l’altro, scalando i gradini del sociale ma senza mai perderli di vista e
percependo, visita dopo visita, il loro progressivo inselvatichirsi. Capivo che niente del
mio vivere poteva più interessarli.
Avevano preso possesso di un’ampia abitazione ancora in buone condizioni,
restaurandone ogni ambiente: era stata ufficio postale e scuola. Ne ricordo il biancore
accecante delle pareti, i rari mobili ed il suono cristallino dell’acqua che precipita nella
coppa della fontanella pubblica, udibile da qualunque punto dell’abitato come una
presenza di vita. Era cosa consueta per loro mettere in acqua fili ed ami, la sera, per
trovarne le prede il mattino, ancora guizzanti. In breve tempo avevano rivitalizzato con
successo un orto.
Gradualmente, si avvicinò il momento in cui mi resi conto di essere percepito come
qualcuno che ne scrutava i comportamenti ma sempre da più lontano, diverso e portatore
di un linguaggio del vivere a loro divenuto del tutto insopportabile. I segnali della
sintonia si erano fatti più deboli e involontariamente meno sinceri. La separazione netta
dei codici di vita reciproci e delle scelte conseguenti praticate ogni giorno, divennero
inconciliabili.
Scivolavamo verso un’imbarazzante incomunicabilità. Di volta in volta andarono
rarefacendosi gli argomenti, la loro estraneità si fece cosa solida generando imbarazzo ed
esclusione. Mi sentivo come colui al quale era mancato l’ardire della scelta; qualcuno
che adesso ne spiava la durezza del vivere, incapace – dal loro punto di vista – di
comprenderne davvero le ragioni, i differenti valori e l’indifferibile necessità. Colluso –
così mi ritenevano – con l’onda alta del consumismo avanzante.
Li vidi per l’ultima volta al principiare di un inverno che li avrebbe isolati del tutto,
portai a Gianni un telo militare per preservare dalle intemperie la sua ormai anziana,
amatissima Guzzi. Mi rincorse giù per il pendio per regalarmi un coltellino che poco
prima avevo osservato per un attimo di troppo, esposto con altri in una teca della casa. Ci
scambiammo un’ultima occhiata: c’erano sentimenti inespressi nei nostri occhi. Non
l’avrei più rivisto. Era un gran fotografo e una magnifica persona di pochissime parole;
gli volevo bene anche perché aveva saputo dedicarsi per un intero pomeriggio alla
stampa di un mio negativo. Rappresentava dei sassi ancora umidi, deposti sul piano di
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ferro del tavolino di un bar, nella prospettiva velata dell’infinito: voleva che se ne
potesse percepire la materia con lo sguardo. E ci riuscì.
Ritrovai Antonio molti anni dopo, quasi casualmente. La loro comune si era sciolta. Lui
aveva interrotto il rapporto con l’importante editore che gli garantiva un flusso
ininterrotto di sostentamento, commissionandogli tavole naturalistiche per le sue
enciclopedie vendute a dispense. Tutto ciò mi disse, gli impediva di trovare in sé i tempi
e la concentrazione per dipingere. Pur necessaria e determinante, egli subiva questa
collaborazione come una drammatica schiavitù e coerentemente la interruppe,
accettandone i rischi e le implicazioni.
Seppi da lui di Gianni e Mario trasferitisi in Maremma, lontani e come dispersi nel
tempo e nei luoghi.
Il più incerto, meno praticato dei rapporti era proprio quello intessuto con lui, con
Antonio, ben più chiuso dei due fratelli. Ne percepivo le occhiate interrogative: s’andava
poco e con imbarazzo oltre il saluto. Probabilmente aveva avvertito più degli altri del
controsenso nel mio apparire in quel luogo, troppo contraddittorie le nostre scelte di vita.
Quando lo rincontrai stava giocando a bocce in Valganna, mi ero fermato per una sosta
al bar. Non sapeva di me né io di lui: abitavamo adesso a pochi chilometri. Milano
lontana anche dalla mia prospettiva, che non fosse per l’attività professionale. La
compagna lo aveva lasciato all’improvviso, andandosene con la figlia. “Stanca di
ristrettezze” mi disse laconico. Nella voce e negli occhi un turbamento infinito che
sarebbe durato a lungo.
Presi a frequentarlo. Vivevo e lavoravo di corsa in un’Italia resa piccola dai mezzi, e lui
divenne un punto di riferimento certo. In qualunque giorno od ora avessi deciso di fargli
visita, sapevo che lì l’avrei ritrovato; privo persino di un telefono utilizzava al bisogno
quello dell’osteria.
Si mostrava fanciullescamente curioso del mio vivere ma erano rarissime le domande.
Lasciarsi andare al dialogo era cosa difficile per entrambi: un motore impigrito che ogni
volta recalcitrava prima di mettersi in moto ma che risuonava perfettamente quando
avviato. Gli stetti vicino per quanto mi riuscì. Viveva il suo lutto dei sentimenti senza
tentare di evaderne. Aveva smesso di dipingere e pareva non averne rimpianto: mi
sbagliavo. Trascorsero mesi, discutevamo di donne e politica. La sua opinione circa le
prime era senza appello. Interpretava la seconda distribuendo in paese, la domenica,
qualche copia dell’Unità, subendone l’acrimonia dei compaesani, per la gran parte devoti
sottomessi, e la sotterranea ostilità del parroco.
Improvvisa apparve sul suo orizzonte una donna, presentatagli da un amico in gita
domenicale e forse non del tutto casualmente. Sperai di ritrovarcela e così accadde.
S’innamorò di lui impadronendosi d’ogni aspetto della situazione e lavorandoci ogni fine
settimana con dedizione. Non le ci volle molto tempo. Seppe recuperarne la vitalità
artistica, ridurne la sete e, cosa determinante, favorirne il riavvicinamento al dipingere.
Anche la casa cambiò volto: riuscì a sostituirvi persino gli odori. Antonio lavorava
finalmente con impegno ma la sua creatività necessitava di tempi molto lenti. Anche per
questa ragione aveva rifiutato in passato, così come adesso, proposte contrattuali
generose da parte di noti galleristi della sua Milano. Non tollerava di sentirsi il fiato sul
collo, escludendo stizzito di poter aumentare i ritmi del proprio dipingere. Pagava molto
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caro questo rifiuto, così come gli fu di ostacolo la difficoltà di separarsi dalle opere
concluse, anche perché a suo giudizio, per davvero, non lo erano quasi mai.
C’erano molta nobiltà, ostinazione e coraggio in questa scelta: era giunto a subire
logoranti ristrettezze economiche e sconvolgimenti personali pur di non accettare
compromessi con i propri fini. Furente quando, messo in ginocchio dalle situazioni,
cedeva qualche tela a persone che non giudicava capaci di comprenderne l’impegno
pittorico e ancor meno i significati simbolici. Avvoltoi, così li apostrofava, individui le
cui opere in questo modo acquisite, mai più sarebbero state esposte e considerate da un
pubblico competente: sapeva che costoro avrebbero solo atteso il giorno della sua
scomparsa.
Densi di allusioni i soggetti: ebbi da lui il fronte di un cassetto che pareva giacere nel
vuoto. Una piccola tela interamente realizzata sui valori del grigio mille volte uguali e
diversi; e che in quel vuoto così intensamente abitato da misteriosi interrogativi,
sembrava custodire le questioni decisive del nostro vivere, l’imponderabilità delle
circostanze, l’oscurità ostinata in cui permane il futuro di ognuno, avendone l’esistenza
scompaginato a suo piacimento le ore e gli errori del passato. M’interrogo ancora davanti
a quella piccola tela, e scandaglio tacitamente la personalità dei miei ospiti occasionali
dall’interesse che le dedicano
Lo attesi ancora facendo due passi. Stavo infine per andarmene dopo avergli lasciato un
biglietto, quando mi venne in mente che potesse essere in studio, benché fossero ancora i
giorni del suo rifiuto a dipingere e pur essendo lei già entrata nella sua vita. Giunsi nella
corte del palazzetto ad un piano e ne gridai senza molta fiducia il nome. Una voce nel
silenzio: “sono qui”… “sali”. Lo feci con qualche esitazione, ne stavo interrompendo la
concentrazione?
Era ossessionato dall’esigenza di definire in dettagli perfetti i temi delle sue tele, seppure
– questa la magia – avvolgendone la riconoscibilità come dentro una caligine misteriosa;
un ambiente pittorico intensamente interpretato che rappresentava ogni possibile
connubio nella tavolozza del bianco e del nero, facendola indossare ai protagonisti
dell’opera non raramente oggetto d’una graffiante ironia. Poteva il suo sentire di quegli
anni spronarlo diversamente?
Questa volta non depose i pennelli, mi salutò con lo sguardo e una parola, divertito
dall’espressione del mio volto. Ero infatti frastornato per ben due formidabili ragioni.
Innanzitutto la mia venuta non ne aveva interrotto l’agire: quale segno più alto di
amicizia e fiducia? L’attenzione poi, mi era stata subito catturata dal centro del dipinto in
lavorazione. In quella minuscola apertura sull’infinito stava capitando qualcosa di
straordinario: tenue e quieto era apparso il colore. Animava, per la prima volta da gran
tempo, un paesaggio dalle morbide sfumature pastello, immerse in una luce dorata.
Un’atmosfera toscana perfetta nel riflettere la pace più verosimile e necessaria: quella
dell’autore, che finalmente aveva trovato in sé l’energia bisognevole a darne pubblica
rappresentazione, riaffacciandosi alla vita.
Ma fu proprio la vita a tradirne maligna le aspettative. Esattamente nel momento in cui si
seppe profondamente corrisposto nei sentimenti e rappacificato con l’universo – tanto da
avere allestito col lavoro di poco più di un anno quel numero di tele che considerava
numericamente congruo e qualitativamente meritevole di una personale – Antonio seppe
di avere un tumore.
34
Me lo disse a modo suo, rompendo un silenzio ostinato davanti ad un bicchiere e con la
stufa che scoppiettava festosa: mi stavo chiedendo la ragione di quell’umore cupo, così
simile a quello di certe serate di un tempo e che pareva adesso cosa lontana e rimossa.
Guardò di sottecchi la mia reazione. Si alzò senza una ragione per risedersi quasi subito.
Riuscii a dirgli le poche cose che mi parvero credibilmente cariche di speranza. Fu
operato dopo qualche giorno e l’intervento sembrò riuscito e capace di arrestare la
diffusione del male, tanto che riprese a lavorare e ritrovare il sorriso. Formidabile lei per
l’energia che profuse nell’assisterlo ma soprattutto nel tenere viva e credibile la fede nel
loro domani.
Dopo non molto prese a dimagrire, gli esami rivelarono il diffondersi di quella tremenda
entità. Lo incontrai ad ogni rientro dal mio girovagare professionale. Fu così anche nel
giorno della scomparsa. Riposa nel cimitero del paese, proprio dinanzi al principiare del
sentiero che s’inerpica subito e che mille volte aveva percorso in solitudine per entrare
ed uscire dal suo bosco, con quel passo lento e pesante.
Busso sul marmo quando gli faccio visita.
Gianfranco Venturato
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36
1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE GIOVANI POETI
29° Milano Duomo
REVOCATO
Controlli successivi al lavoro conclusivo della Giuria hanno
evidenziato alcune irregolarità riguardanti l’autore dell’opera
premiata con il 1° Premio nella sez. Giovani Poeti.
Il Premio è stato pertanto revocato, il corrispondente importo
monetario è totalmente devoluto ad Associazione Libro Parlato
Lions Onlus.
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2° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE GIOVANI POETI
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Di questi tredici versi meraviglia la sapiente capacità di
assonanze e di ritmi che dimostrano una maturità sorprendente nel fare poesia.
UN TETRO TEATRO
Pupazzi di latta
sorrisi di cera.
Dietro le quinte del cielo,
il silenzio la sera.
Passi vuoti
rumori spenti.
Scale di vetro,
urli, lamenti.
Scelte già fatte,
un triste diario.
Perché ci fai questo?
Si chiuda
il sipario.
Federico Mosca
16 anni
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1° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE GIOVANI SCRITTORI
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Immaginario che si fa persona in una visionarietà che
lenisce le tristezze del vivere e ci insegna come anche i più lontani paesi possano essere
vicini se soltanto il fischio di avvio lo emette la fantasia.
Il SIGNOR PE’
Il signor Pè era quello che, vedendo in un negozio le ultime due confezioni di dentifricio
acquistabili, chiedeva al commesso se per favore avesse il diritto di comprarle entrambe.
Il signor Pè era quello che dopo aver fatto una coda di trentun minuti alle Poste, per
pagare i bollettini, arrivato ad avere quattro sole persone davanti a lui (ovvero meno di
tre minuti d'attesa rimanente), se ne tornava indietro a fatica ed usciva perché si era
proprio rotto, proponendosi di tornare l'indomani mattina.
Il signor Pè era anche quello che in un qualsiasi locale si faceva portare il listino, lo
consultava per qualche ora, per poi richiedere al cameriere con aria afflitta se non si
potesse proprio trovare un grappino al pane. Di norma, il cameriere si avvicinava in
modo benevolo sussurrando Come, scusi? oppure Prego? o altrimenti Il...?
Il signor Pè ripeteva, grappino al pane, diceva in tono comprensivo, grappino al pane,
perché a me piacciono tanto sia la grappa sia il pane. No, signore, spiacente, non ne
abbiamo. I camerieri più esperti ci aggiungevano un bel Li abbiamo terminai giusto ieri.
Allora il signor Pè prendeva un'acqua tonica. Perché non era certo quello che si alzava e
se ne andava da un locale solo per il fatto di non avere trovato il suo grappino al pane,
non gli sembrava corretto.
Per questi suoi modi di essere e per altri non citati, si era beccato in paese il soprannome
di Mattopè: “Hai visto Mattopè, l'altro giorno?”, “C'era Mattopè che parlava con un
pettirosso...”, “Andiamo a fare uno scherzo a Mattopè?”. Effettivamente, era un poco
bizzarro. Lo attorniava un'aura di curiosità, ma lui pareva non rendersene conto.
Il signor Pè, poi, era buono: solo che nessuno lo capiva. Lo capivano unicamente i
bambini, i quali avrebbero pagato oro (pur non conoscendo l'effettivo valore di un
pagamento in oro) per farsi raccontare una storia da lui. Ma i bambini troppo presto
crescevano e diventavano pre-adolescenti, un po' più superficiali, tanto che iniziavano a
stra-fregarsene delle storie, perché - a detta loro - le storie non erano cose da grandi e
loro - sempre a detta loro - erano grandi. E poi, i pre-adolescenti crescevano ancora e
diventavano adolescenti. E finiva che non solo se ne stra-fregavano delle sue storie, se ne
stra-fregavano e basta. Di tutto. Il signor Pè scompariva per loro, poteva schiattare, non
gliene importava nulla.
Infine, adulti, ovvero iniziavano a temerlo un po' , quel vecchio stravagante, e
imponevano ai figlioletti di non rivolgergli mai la parola e di scapparsene via, nel caso in
cui si fossero trovati soli con lui: ma in questo modo finivano per alimentare la curiosità
dei piccoli. Andava avanti così da qualche generazione, Mattopè con la sua bella età
(107), gli adulti con il distacco e un velo di paura, gli adolescenti con la noia, i preadolescenti con la superficialità e i bambini col divieto e la voglia assurda di parlargli.
Così, uno tra i più coraggiosi, o meglio, uno tra i più curiosi, lo salutò un giorno.
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Ciao.
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Ciao; come ti chiami?
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Federico.
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Federico?! Ma è un nome bellissimo...io avevo un amico, una volta, che si
chiamava Federico.
E adesso non ce l'hai più?
Partito per il Tibet, non ci siamo più visti. Capita a volte. Non vuoi sapere come
mi chiamo io?
Io lo so già come ti chiami.
Ah sì? E come mi chiamo?
Ti chiami Mattopè!
Mattopè?! Eh no, Federico, hai sbagliato proprio. Chi ti ha detto che mi chiamo
così?
Lo dicono tutti...i grandi, soprattutto. Lo dice anche la mamma.
Ah, anche la mamma? Allora ci dev'essere stato un equivoco, la mam..
Cos'è un chivoco?
Un equivoco è un errore, uno sbaglio. Dicevo, c'è stato uno sbaglio, la mamma
non ti racconterebbe bugie, ti vuole bene.
Sì, tanto.
Già...deve avere proprio capito male anche lei...in ogni caso, io mi chiamo
Gattopè. Con la g.
Gattopè...come un gatto? Ma perché, sei un gatto?
No...ti sembro un gatto? Un gatto ha i baffi e la coda. E il pelo, nero o bianco o
chessoio.
O giallo!
O giallo, esatto. Io l'ho visto pochissimo tempo fa un gatto col pelo giallo...
Ma mia mamma dice che i gatti non sono mai gialli. Però anche io ne ho visti,
due.
Ecco, Federico, nell'insieme abbiamo visto ben tre gatti gialli! Vuoi vedere se
non esistono.
Sei simpatico.
Grazie. È bello che tu apprezzi la mia compagnia. La apprezzano in così pochi.
E perché?
Sai...è difficile stare con le persone vecchie che vedono ancora i gatti gialli. Noi
vecchi, secondo l'opinione comune, non dovremmo vedere gatti gialli, ma
grigi...dovremmo vedere tutto grigio, grigio anche il sole. Ti pensi, un sole
grigio? Sarebbe brutto. Ma sai, se dicessi di vedere sole e gatti grigi, tutto
grigio, i grandi direbbero: è vecchio, è normale che veda grigio, va capito. Ma
io vedo gatti gialli, allora dicono: è vecchio e pazzo, non è normale che veda
giallo, bisogna stargli alla larga.
Non ho capito.
Ah, Federico, non importa che tu capisca ora. Ma ti prego, continua a ricercare i
gatti gialli. Sono anche più belli degli altri.
Però è difficile accarezzarli!
Oh sì! I gatti gialli, mica tutti riescono a vederli...figurati ad accarezzarli! È già
bello riuscire a scorgerli, credimi...
La mamma non li vede, però. Sei tanto simpatico. E non fai paura.
Dovrei far paura?
Dicono... però secondo me non fai paura.
L'hai già detto, Federico. Dimmi, devi tornare a casa?
Sì, adesso vado.
40

O la mamma si preoccupa.
È che devo farmi la doccia.
E allora vai, su.


Quando quella sera Federico tornò a casa, non fece parola ai genitori dell'accaduto,
poiché aveva capito che era molto meglio restarsene zitti. Prima di andare a letto, però,
successe che rovesciò il caffè di suo padre sul divano e subito si scusò, aggiungendo con
un sorriso: “ È stato un chivoco”.
E ancora, nonostante l'espressione stupita del padre, non fece il minimo accenno al
pomeriggio appena trascorso.
Il giorno seguente, trovò il signor Pè che accarezzava le zampette pelose di un ragno.
Come uno a 107 anni riesca a tenere fermo nella mano un ragno, questo non saprei
proprio dirlo. Ma dopotutto era il signor Pè, mica uno qualsiasi.

Ciao Federico. (Senza alzare lo sguardo dal ragnetto.)
Come sai che sono io, senza vedermi?

Semplice, me l'ha detto il ragno e un ragno non sbaglia mai.

Posso vederlo?

È un po' timido, sai...magari, però...vieni qui...sì, esatto, fermati lì. E zitto, mi
raccomando.
Il signor Pè schiude la mano. Sbuca un ragnetto peloso.

Che brutto! È nero!

Di che colore li vedi tu, i ragni?

Io, blu o verdi...ma questo è nero...è bruttissimo...
Il signor Pè sorride, come per il ricordo di un centinaio d'anni prima.

Com'è che non sei in giro con i tuoi amichetti?

Loro vanno al parco giochi...io preferisco venire qui da te. Oh, attento...il ragno
scappa!

E vabbè, lascialo andare...tanto era bruttino... blu o verdi, hai detto?

Sì, ma tanti blu e pochi verdi.

Capisco. Torna domani, se vuoi. Ma ora è meglio se vai al parco giochi e passi
il tempo coi tuoi coetanei, perché vedi bene che io sono vecchio e chissà quanto
ancora ci sarò.

Come?

Sai, i vecchi, dopo un po', devono partire, per fare un viaggio lungo,
lunghissimo.

E dov'è che vanno?

Vanno in Tibet, Federico. Vanno in Tibet...

Ehi, così vai a trovare il tuo amico, quello che si chiama come me, no?

Sì, esatto.

Così lo vedi! Ma perché non vai a trovarlo subito, allora? Parti, così lo vedi!

Eh no, Federico...aspetto ancora un po'. Non posso mica lasciarti subito, ti ho
appena conosciuto. Sai, anche tu mi sei simpatico. Ora però ti accompagno al
parco giochi, se vuoi.

Camminano, un vecchio (107) e un bambino curioso, camminano insieme, felici, e
parlano, anche.
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Parlano di gatti gialli e di ragni blu (pochi verdi). A vederli così, vien da chiedersi cosa
possa unire due età così distanti, due mondi così diversi. Forse la “pazzia” allegra che li
accomuna. O il non vedere nulla di grigio. Ma perché cercare risposte sul loro particolare
rapporto appena nato?
Basti dire che uno sta per partirsene verso il Tibet, mentre l'altro, il Tibet, non sa manco
dove si trova. Ma stanno camminando insieme, parlano, e sono felici. E il resto non
conta proprio nulla.
All'entrata del parco giochi, si fermano. Scorgono, a fianco del cancello, un gatto giallo
che si sta leccando le zampe anteriori (pulizia intima quotidiana). Federico scoppia a
ridere divertito, come ridono i bambini, senza controllo. Il signor Pè sorride. Il gatto
giallo alza gli occhi su di loro un attimo, poi torna a curare la sua igiene personale. E il
resto, davvero non conta proprio nulla.
Martina Marangon
20 anni
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2° PREMIO ASSOLUTO SEZIONE GIOVANI SCRITTORI
29° Milano Duomo
Motivazione della Giuria – Un incidente automobilistico è occasione di bilancio di una
vita: nella rissa dei clacson, la constatazione dell’effimero e della precarietà
dell’esistenza. Rappresentazione spietata di una civiltà in crisi.
MOSTRI NELLA NOTTE
Luci insistenti, vanità di una città che non rinuncia al proprio rimmel nemmeno di notte.
Luci, tante luci. E i fari delle auto si gasano, potenti, ruspanti. Rispondono con la
strafottenza dei loro abbaglianti al lampeggiare delle insegne un po' troppo naif, simile al
battito civettuolo di svampite ciglia truccate. Nel loro ammiccare c'è un po' di sana
ingenuità, forse una lieve sfumatura di lascivia, giusto per aggiungere quel tocco di
volgarità che il capriccio del mondo si ostina ormai a richiedere. Ed eccoli di nuovo. I
fari si atteggiano, si danno arie: rombano il muggito del loro motore, ruggiscono
apprezzamenti pesanti, strizzano l'occhio con fare esaltato, e poi via, nel buio di una
strada che porta lontano. Lontano da casa. Dal bagordo. Dal ricordo.
Mario è al volante, dimentico di tutto ciò che avrebbe dovuto ricordare. Fugge anche lui,
sordo alle imprecazioni dei clacson che la radio a palla soffoca col proprio urlare. Ed è
musica, musica che sfonda, pompata fuori dalle casse della Yaris in un parto doloroso.
Musica che pulsa nella lamiera, che pulsa sul parabrezza. Musica che pulsa nelle vene. E
Mario la sente. Dentro, nella pancia. La sente con le orecchie e con lo stomaco; palpita
nel petto, sussulta dietro le palpebre, agita convulsamente la sua gamba, quella gamba
che se ne frega del contatto con l'acceleratore e che guizza su e giù sulla scia del quattro
quarti del rock.
Sulle sue labbra c'è una vaga smorfia. Disgusto, forse. Lingua e denti sì muovono
convulsamente, masticando a fatica parole aliene, frutto del cuore di una generazione a
cui lui non appartiene ma che invece vorrebbe appartenesse a lui. Le storpia, le schiaccia
per bene e poi le sputa fuori, sul parabrezza appannato.
Gesù.
Mario ha cinquantasei anni. Anni profondi, anni incisi attorno agli occhi e attorno alla
bocca: cicatrici del tempo. Anni che tingono di grigio i capelli. Anni che con le loro
impietose sforbiciate s'improvvisano parrucchieri e provvedono a sfoltirli un po', non
soddisfatti dei ciuffi folti che trovano sulla sommità del cranio e che si apprestano a
tagliare. Anni che gonfiano il ventre. Anni che lo sospingono al di là della cintura da
quattro soldi, lasciandolo cascare sulle grosse cosce di sotto. Anni che inaridiscono le
mani, che le essiccano e le screpolano, che le macchiano di scuro e le irrigidiscono. Anni
che rompono e si fanno sentire. E con la batteria.
Sì, insomma, anni buttati nel cesso, uno dopo l'altro.
Otto ore al giorno di culo frustrato in uno schifo di industria metalmeccanica, schiacciato
dal peso e dalla fame di quattro figli che sembrano fare apposta a non crescere più. E che
restano lì, in quella casa firmata Lorenzetti che puzza di moglie svogliata e di soldi che
passano solo per un ciao. Bambini che il problema del pane non se lo pongono
nemmeno. Bambini che si mettono a piangere e che piangono per le loro cazzate senza
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neanche rendersi conto delle centinaia e centinaia di lacrime che il loro padre ha dovuto
ingoiare, a grandi cucchiaiate. E, Dio, quanto sono amare...
Mario Lorenzetti sterza di scatto.
«Pezzo d'idiota!» ruggisce all'eco dell'urlo di un clacson.
Quella santa bottiglia è stata una benedizione, una manna dal cielo, il pegno
dell'esistenza di un Dio che troppe volte aveva staccato il telefono per non essere
disturbato. Mario abbozza un sorriso. L'arida sabbia di un deserto di sofferenza aveva
cominciato a turbinargli nel cuore. Si era sentito morire. L'arsura del dolore che aveva
avvertito dentro di sé era diventata così insopportabile da indurlo a pregare che presto gli
piovesse dentro qualcosa di gelido e scrosciante, che potesse lavare via tutto quanto. E
dopo giorni e giorni di schedine beffarde e muri presi a testate, la sua pioggia redentrice
l'aveva trovata nel caldo e irresistibile piscio del diavolo. Alcol. Oh, signore alcol...
L'alcol lo aveva ubriacato con tutta la sua rovente illusione d'oblio. Cuore e dolore. Sì,
Mario li aveva affogati per bene, tutt'e due, annaffiandoli a larga mano con quell'ultimo
bicchierino che ultimo non era mai stato.
«Ah, al diavolo.»
Mario sbatte le palpebre, spalancate sul parabrezza appannato e sul mondo che di fronte
ad esse comincia ad appannarsi. Ci sono lampi. Lampi senza tuono che si affollano di
fronte a lui. Lampi che sfarfallano con ali di nulla e che sbattono davanti ai suoi occhi.
Accidenti. Le palpebre hanno forza, si chiudono di nuovo, pesanti, sempre più pesanti.
Dio, le prenderebbe a pugni. Le apre, impreca cupamente tra sé e stringe tra le mani il
volante. E tutt'a un tratto si fa scivoloso.
«Accidenti», ripete.
La musica continua a pulsare, rombando nel tuono di tamburo che accompagna i suoi
lampi dì luce. Pulsa. Pulsa, sempre più forte. Gli pulsa nel cranio, nelle tempie. Sono
sanguisughe, nematodi invisibili che gli succhiano il sangue oltre le orbite.
Mario scuote la testa. Volge il capo, le sue vertebre scricchiolano.
Là fuori le macchine corrono, mostri della notte, del giorno e di qualsiasi altra ora
vogliano possedere. Le carrozzerie sono anonime, scure, lucide come la corazza di un
coleottero, lustrate a gratis dal buio delle ventitré e trenta e dal chiarore di quelle stelle
che nessuno si degna più di ringraziare. Sfrecciano. Rapide. Gli sguardi chiusi nei loro
involucri di ferro e lamiera si soffermano un istante sulle donne al margine della strada.
Scintillano. Passano veloci su giacche attillate e gonne troppo corte per il freddo che fa
fuori. Sfiorano sorrisi stanchi, professionali, ombra di una voglia che non è mai esistita e
che adesso più che mai vorrebbe non dover esistere. Toccano sguardi vuoti, occhi
cerchiati dai pugni di un mascara violento che si ostina ad attaccarsi a quelle fragili
orbite. Gli sguardi indugiano, sognano. Peccano. Qualcuno cede. Gli altri si girano e
tornano sulla strada.
Mario non vede più nulla.
Forse ha chiuso le palpebre. Forse no. Forse l'ha deciso lui.
«Dio Santo...» mormora.
C'è l'urlo di un freno.
Poi l'impatto. Violento, massacrante. La Yaris è pazza, incontrollabile, non sa più
dominarsi. Scatta in avanti, bruscamente, digrignando il rombare del suo incedere, poi la
sua stessa velocità prende il sopravvento e la scaraventa con immensa potenza contro la
fiancata di una Punto. Impattano con violenza, tutt’e due, l'utilitaria italiana rotea su se
stessa, fuori controllo, i pneumatici ringhiano sull'asfalto, si afferrano ad esso, slittano
lontano, oltrepassano la linea bianca, si bloccano. Qualcun altro sterza. Freni che latrano,
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occhi che urlano. C'è un secondo impatto, più tremendo, la Punto è tranciata a metà dalla
potenza distruttiva di un tir. Il muso del bestione schiatta contro la sua fiancata,
l'accartoccia e la scaraventa via, lontano. A pezzi, come una carcassa dilaniata. Questa
rotea. Rotea nell'aria. Quando si abbatte di nuovo a terra trova il sussultare di una
Mercedes e la travolge, fracassandone il parabrezza e stritolandole il cofano. Il retro
s'impenna, la macchina si piega in due come un foglio di cartone. Il clacson suona, suona
e grida la propria agonia ad un cielo immoto, freddo e distaccato. Poi c'è silenzio.
Mario apre piano gli occhi.
La morbidezza dell'airbag la soffoca nella propria stretta rassicurante, calda e consolante
come il petto di una balia. Boccheggia. Tenta di sollevare la testa ma le vertebre
cervicali cigolano la propria insofferenza.
«Oh mio Dio» mormora, e c'è sangue nella sua bocca. I suoi occhi sorpassano il
parabrezza infranto, scrutano attraverso la cupa ragnatela dell'incidente.
Di fronte a lui c'è la carcassa di un'auto. E' capottata.
Dal finestrino rotto, tra i cocci finissimi di vetro sparsi per terra, sporge una mano
giovane, affusolata e priva di vita, rossa di sangue, rivolta verso l'alto nel patetico gesto
di offrire a Dio tutto quello che Lui stesso avrebbe potuto offrire a lei nel corso della
vita, e che ora non avrebbe più potuto ricevere. All'anulare scintilla una fede.
Mario chiude gli occhi.
«Oh, mio Dio... » ripete.
Mostro della notte.
Edoardo Luigi Giana
18 anni
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ELENCO DEI PARTECIPANTI
L’elenco riporta in ordine alfabetico cognome e nome e provincia di residenza
dei 2.018 Autori ammessi al 29° Milano Duomo - Premio Nazionale di Poesia e Narrativa.
Nel rispetto della ‘privacy’ è stato tralasciato deliberatamente ogni altro riferimento anagrafico.
Aderendo alla richiesta di molti partecipanti di essere informati sulle valutazioni della Giuria,
il simbolo ‘x’ che precede il nominativo ha il seguente significato:
x = almeno un’opera dell’autore figura nella prima rosa di valutazione ( 1.116 Autori)
xx = almeno un’opera dell’autore figura nella seconda rosa di valutazione ( 438 Autori)
xxx = almeno un’opera dell’autore figura nella raccolta delle opere semi-finaliste ( 137 Autori).
Gli Autori ‘finalisti’ e quelli ‘premiati’ sono nominati nel Verbale della Giuria a pag. 9.
Benché l’elenco sia stato realizzato con la massima accuratezza,
ci scusiamo per gli eventuali errori, inesattezze ed omissioni.
Vi saremo grati per ogni segnalazione correttiva.
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X XX X X X X XX XX X XXX X X XX X X X XX X X X XXX X X XX X X XX X X X ABATIELLO PASCAL ABBATE FRANCESCO ABBATE SEBASTIANA ABBONDANZA GIUSEPPE ABELA ANGELO ACCORINTI MARIA TO ACCORONI DONATELLA ACQUAVIVA FRANCESCA ADAMI ANDREA ADAMOLI GIANLUCA ADDIS ANNA ADRIANI FRANCESCO AGNELLO PAOLO AGOSTO GABRIELE AGOZZINO GIORDANO CLARA AGRÒ ANGELICA AJELLO GABRIELE ALAINO ANTONINO ALASIA DANIELE ALBA STEFANIA ALBANI KENJI ALBERGAMO FRANCESCA ALBERTINI GIANNI ALBIERO ELEONORA ALDEGHERI NICOLE MI ALDRIGHETTI CRISTINA ALESSANDRINI MARIA ALESSI GAETANO ALESSIANI GIOV.BATTISTA ALFANO OLIMPIA ALFIERI ELENA ALGISI PETRA ALÌAS DINO ALICHINO ANTONIO ALIOTO ANTONINO PA ALLEGRINI LORENZO ALLETTO MARGHERITA PV PA ME MI PA XX XXX X X X X XX X XXX XX X XX X X X X XX XX XXX XX XX X X X X AN RM MN MI CA RM GE GE PA BS PA BG CN CA VA PA BS PD MN MC TO AP ME MI BG RM BS AN FI ALTOMARE DE MARTINI MIRELLA GE ALVIGINI CLAUDIO RM ALZATI VALENTINA VA ALZETTA VASCO PN AMADDEO LOREDANA BG AMANTINI CLAUDIO GE AMATO GIOVANNI PA AMATO SERGIO PA AMBROSIO ANNALISA TO AMBROSIO RUCCIA WILMA CE AMENTA ROSARIO CT AMICO SALVATORE CL AMMONI ELENA AO AMODEO MATTEO PA 48
AMORE GIOVANNI RC AMOROSO ANDREA BS VE ANCILOTTO PAOLA ANDRIGHETTO MARIA LUISA VI ANFOSSI ANDREA IM ANGELICA DOMENICO EE ANGIOLETTI ROSSANO MI ANGIOLINI LORI PI ANSALDI MARCELLA VE ANTOGNOLI GIULIANO TA ANTONELLI ANTONIO RM ANTONIAZZI BEATRICE MI ANTONUCCI ROSA TR CL ANZALONE ROSANNA APARO ESTER FE APRILE ANGELA PA APRILE GAETANO CT ARAMU GIUSEPPE MI ARBIB KARIN RM ARDEMAGNI CLAUDIO MI ARDISIA VINCENZO BG ARDITO ANTONIO MI ARECCHI ALBERTO PV ARENA ROSSELLA ME ARESU GIOVANNA CA ARETINO SABINA BG ARGENTI CECILIA MI ARGENTO NINO PA ARICÒ MARILIA NA ARIENTI LAURA MI ARONICA MARIA MI ARPAIA ELIANA NA LE ARSENI LUCIA ANNA ARSUFFI FABRIZIO BG ARTIGIANI FABIO LI ARTONE BERNARDINO LT ASCIONE CIRO NA ASCOLTI CLAUDIO BS ASTOLFI GABRIELE BO MI ATZORI PIERPAOLO AUDAGNOTTO CARLA TO AUFIERO GAETANA AV AVANZINI NICOLA GIUS. MI AVOLA LORENZO PA AZZOLA GIANNI MI BACCEI MARCO FI BACCHI MELLIN VIRGILIO VA BACCINI ISA BO BADII DANIELA FI BAGLIANI ALBERTO CARLO AL BAGNASCO FRANCESCA RE XXX XX XX X X X XXX X X X XX XX X X X X X X XXX XXX XX X X XXX XX XX XX BAIANO MARIA ANNA BALBI NATASCIA BALBONI GIULIANAMO BALDI VINCENZO GIUSEPPE BALDINI VIVIANA BALLESIO LAURA BÀMBINA GABRIELE BANDIERA GIOVANNI BANDINELLI CETTI ALLEGRA BANDINI PIA BANFI VANESSA BANZATO LETIZIA BARABA GAETANA BARACCHI ARTURO SO BARBAGALLO PAOLA BARBAGLIA LUCA BARBANO MARIA GRAZIA BARBARO ELEONORA BARBAZZA ANDREA BARBERA PIETRO BARBERI TANINO BARBIERI MARICA BARBON FABIO BARDELLI MASSIMO BARLASSINA PIETRO BAROFFIO ARNALDO BARONE ARMANDO BARONE MARIA BARONE VINCENZO BARONI CARLA BARONIELLO CONCETTA BARSOTTI MARIA LAURA BARTHOLINI AURELIA BARTOCCI MARIO BARTOLI FRANCESCO BARTOLOMEO GIOVANNA BARTOLOMEOLI GIANFRANCO BARTOLOTTA EUGENIO BARUFFALDI MAURIZIO BARUFFALDI STENO BASILE FRANCESCO PA BASILICO EMILIO BASSETTI ELISABETTA BASSO ANNA FRANCESCA BASSO DE ROBERTO LUCA BASSO LUCIA BASSO PIETRO BASSO RICCI SILVANO BASTA MICHELE BASTELLI ANNA BATACCHI ALESSANDRA GE VI X XX X X X XXX XX XXX XXX XX X X X X X X X X X XX X X X EN LU TO MI PA FI GE VA PD SA CT MI AL MI VE TP VA TO TV VA MI VA BS NA TO FE NA PI FI PG RE ME TO PA MI BO CO VA VI TV VE TV CR BG BO PD 49
BATISTI SYLVA PO BATTAGIN LUCA FI BATTAGLIA PASQUALE CZ BATTAGLINI MASSIMO FI BATTINI ERIKA PR BATTISTELLA MIRCO VI BAZZANI GIULIANO FI BAZZU ANTONELLO SS BECCA ALBERTO BO BEGLIA EMILIO SV BELBUSTI LAURA AN BELLABARBA ANGELICA AP BELLOMETTI ALESSANDRA BS BELLUCCI DONATELLA FI BELOTTI ELENA GIULIA BG BELTRAME MENINI LUCIA VR BENAGLIO GIOVANNI VR BENASSI FABIO PR BENVENUTI ISABELLA LI BERARDI TERESA TV BERETTA ORNELLA MI BERNARDELLI CECILIA MI BERNARDI CESARINA BO BERNARDINI FEDERICA AN BERNARDINI LIVIA BO CH BERNAVA ARTURO BERRA LAURANA MI BERSANI COSTANZA MI BERSINI IVANO BS BERTINI ANGELO OT BERTOLA ANTONELLA GISELLA VA BERTOLA CARLO ANTONIO EE BERTOLINI ANNA MARIA RO BERTOLINO ALESSANDRO TO BERTONCELLI ALVARO BS BERTONCELLO NICO VI BETTARINI SABRINA FI BETTI MATTEO SI BETTIOL FABIO TV BIACCO DANIELE VA BIANCHERI ANNA IM BIANCHI CINZIA RM BIANCHI ELENA M. CHRISTINA MI BIANCHI ROBERTO BS BIANCHI SIMONA CO BIANCO DAVIDE PAOLO MI BIANCO DENNIS TO BIASIN FRANCESCA VI BIASION MARIATERESA TO BIFFANI MARCO RM BILLO GASTONE ERMANNO VA X XX X XX X X XXX XXX X X X X X X XX XXX X XX X X XXX X XX XX X X X X X XX X X BILOTTA SANTA BINDELLI GIOVANNA BINELLI GRAZIA BINI ATTILIO BINOSI ELISABETTA BIONDO GIUSEPPINA BIONDO MARCELLA BIOZZI PARRIZIA BIRSAN BIANCA BISIO MARIA ROSA BIZZARRI FERNANDO BLANDINO SILVANA BLASI LUCIO BLASI PAMELA BLUMETTI FRANCESCA BOASELLI EMANUELE BOATI REBECCA BOCCHI PAOLA BOERO GIUSEPPE BOGLIONE FRANCESCO BOIETTI MARCO BOLOGNESI LIETA BOMBINO VITTORIO BONADÈ LORENZO BONAGURA MARIO BONAMICO ELIANO BONANNO CONTI MARIO BONCI ANNA BONFANTI BRUNO BONFIGLIO RITA BONI ANNA BONIZZONI GIORGIO BONOMELLI LIONELLO BONOMO GIOVANNI BONVENTO LUCIANO BONVINI BLANDINA BONZANO LUCA AUGUSTO BORASCO RENATO BORDIGNON GIANCARLO BORGIANNI GIUSEPPE BORRONI CAGELLI GIULIA BORSATO MARIO BORSONI PAOLO BORTOLETTO CHIARA BORTOLOTTI DANIELE BOSCALI SIMONE BOSCHI LAURA BOSIA GIOVANNI BOSSI BRUNA BOSSI LUCIA BOSSINI MASSIMILIANO MI BG TN PV VR TP CT FO LT LC VA RG PD LE BG RM TV VA GE MI MI CO VA PC NA MI ME MI GE MI BO CR MI PD RO BS MI PD TV CO VA TV AN TV BG BG PT AT CO VA CO X XXX XXX X XX X X X X X X XXX XX X X X X X X X X X X X X 50
BOTTAI BRUNO LU BOTTERO DIEGO CN BOTTI MARTINA MI BOTTURI GIULIANA BS MI BRACCINI FABIANO BRAGA JOHN NO BRAGGIO CLAUDIO AL BRAMBILLA ENRICO BG BRANDANU SALVATORE OT BRAUCCI VINCENZO NA BREVIARIO PAOLO BG BREVIARIO PASQUALINA BG BRIGLIADORI IVANA BO BROCCA VESNA MARIA TV BROCCOLI ANGELA CRISTINA MI MI BROCCOLI BARBARA BRUNI LIVIO GR BRUNITTO GIOV.PATRIZIA MI BRUNO FRANCESCO PA BRUNO LUCA PAOLO TO BRUNO SETTIMIO RM BRUSCA ADRIANA PA BRUSCHI MARTINA RM BRUSUTTI FABIO TV BUA NUNZIATO TO BUCOLO MARCO AL BUONO LAURA CB TA BUONOMO SALVATORE BUONVICINI RICCARDO CO BURATTI MATTEO BO BURDINO MARIA CRISTINA BG BUSCEMI PIERO SR BUSETTA MARCO BO BUSSETTI ALESSANDRA TR BUTERA CARLO TP C.E.O.D . ARCHIMEDE PD CABRIOLU PABLO FABRIZIO CA CACACE MASSIMO NA CACCAMESE GIUSEPPE CT CACCIA OIERFRANCO TO CADEDDU SANDRA CA VA CAGELLI MARZIA CAGLIERO ANDREA CN CAIRO MARIO AO CALABRESE FRANCESCO CT CALASCIBETTA ANTONIO PA CALDARO EUGENIA VI CALDERA ISABELLA TO CALIENDO GIUDITTA NA CALÒ ROBERTA BA CALOGERO GIOVANNI RM XX XXX X X X X XX X XXX X XXX X X X XX X XX XX X XX XX X XXX XX X XXX X XX XX XX XX CALOGERO ITALO GE FI CALSOLARO LUCIANA CALVARUSO CONCETTO CT CALVI PAOLA NA CALZOLARI MARIA BO CAMERINO FILOMENA BA CAMETTI PONZANA NORIS MO CAMMARATA MICHELE PA CAMMAROTO LUCIANO MI CAMPANALE LUIGI BA CAMPESI STEFANO CA CAMPUS FRANCESCO CA CANDIDO NICOLA RC CANÈ ARCANGELO BO CANEPA PIERANGELO GE CANEPARO MAURO NO CANGEMI VINCENZO PA CANINO FRANCESCA TP CANNAROZZO ALESSIO TO CANNARSI EMILIO PD CANNATA ANGELO TO CANNIZZARO SIMONETTA VE CANOBBIO ROBERTO AL CANTAGALLO CAMILLO PG CANTARELLI DERNO MI CANTARINI ROBERTO RM CANTARUTTI LUCIANO MI CANTELLI MAURIZIO AR CANTIELLO ANTONIETTA MO CANTON PATRIZIA TV CANZI DR ACHILLE MI CAO ALESSANDRA CA FI CAPACCIOLI ROBERTO CAPARRELLI B. VASCO SS CAPISANI DEA PO CAPITANO GAE TO CAPOBIANCO M. M.PALMA PG CAPOCCI MAURIZIO NA CAPORALE MARIA AGATA SA CAPORUSSO MADDALENA BA CAPPA ELEONORA CA CAPPAI GIANFRANCO CA CAPPELLARI SONIA UD CAPPELLETTI RICCARDO FI CAPPELLETTI STEFANO VI CAPPELLI RANIERO PO CAPPIELLO SILVIA MI CAPPONI SIMONETTA RM CAPUANO GAETANO MI CAPUANO ROMOLO CE XX X XX X X X X X X X XX X X X XXX X X XXX X XX X X XX XX XX X 51
CAPUTO GIANFRANCO CAPUTO SARA CAPUTO TANIA CARABAICH TIZIANA CARACCIOLI GIANFRANCO CARAVELLI LORENZA CARBONARA STEFANO UD TO GE VI TP MI BA CARBONARO B. GIANNA MI CARCHIDI GIUS. GREGORIO CZ CARCIS FEANCO CZ CARDACI LIUBA SV CARDÌA ROMINA PA CARDILLO ANNA MARIA RM CARDINALE ANGELA PA CARDINALI SARA RM CARIDI SIMONE IM CARLESSO ALBERTO TV CARLIS FRANCO CZ CARLON CATIA TV CARLOTTA ANNA CL CARMENI GIANLUCA CT CAROLA ALFONSO NA CARONDA GIUSEPPE TO CARONIA FERDINANDO PA CARPITELLA ROBERTO VE CARRUS ALESSANDRO SS CARUSO GABRIELE PA CASALI PAOLO RM CASALINI GUIDO LC CASANA COSTANZA VI CASATI SANTA MI CASAVOLA M. GABRIELLA BR CASCELLI CRISTIANO RM CASELLA ANDREA NO CASELLA ELENA SS CASERTA LUCA VR CASO GIOVANNI SA CASSIERI MARIA TO CASTELLANETA LISA TO CASTELLANI DANIELA PG CASTELLETTI BRUNO VR CASTELLI ENRICO MI CASTINI ALESSANDRO FI CASTRO SERENA TS CATANZARO GIUSEPPE RM CATANZARO NICOLA CT CO CATARRASO FRANCESCA CATTAFI MASSIMO BO CATTANEO EZIO BG CATTANEO LORIS CR XXX X X XX X X X XX X X XX XXX XX X XX XX XX XXX X XX X X CAUCIGH CARLA CAUCIGH CARLA CAULI CESARE CAUSI NICOLA CAVAGNA GABRIELE CAVAGNERO RENATO CAVALIERI D’ORO ALBERTO CAVALLI OTTAVIO CAVALLI VERGA CARMEN CAVAZZI MARIA LUISA CAVEDONI GILDA CAVIGLIA EVELINA CECCAROLI MARIKA CECCHETTO ERIKA CECCHI FABIO CECCHINATO ALESSANDRA CECERE GIOVANNI CECOVINI A. SUSANNA CEFALÌ CLAUDIA CELENTANO MICHELE CELLA FRANCESCA CENISI LUCA CENTI GINA CENTURIONI GIORGIO CERBONI LORENZO CERCIELLO MARIO CERÈ RODOLFO CERIANI S. FABRIZIO CERILLI COLAIANNO MARISA CERNUSCHI ANTONIO CERRONI ANNA CERUSO VINCENZO CESTARO GIUSEPPINA CHECCHI ROBERTO CHESSA GIOVANNI CHESSA SEBASTIANO CHIABRA PIETRO CHIANELLO GABRIELLA CHIANELLO ROSA MARIA CHIAPPA VALERIA CHIARAMONTE GABRIELE CHIARELOTTO BRUNO CHIAROMONTE ADRIANA CHIBBARO CLAUDIO CHIELLINO GIOVANNINO CHIERICI GIANLUCA CHIESI MAZZANTI STEFANO CHINAGLIA FEDERICA CHIUNCHIO JUSSY CHIZZOLINI FABIO FI VE CA TA MI TO BO TO SO VA MO PA EE MI CO MI NA TS MI CE MI PN FI SP FI NO CO XX XX XX XX X X XX XXX X XX XXX XX X X XX X X X X X X X XX MI RM MI NA PA SA PD CA CA LT PA MI MI PA TV LI PA TO BO BO PD PD BS 52
CIAMBRONE DENISE TO CIAMPI ROBERTO TV CIBIN PATRIZIA TV CICALI ALESSIO FI CICCHETTI FULVIO MI CO CICERI PIERANGELA CICETTI ENZO PU CIGNI SIMONE PV CILLI DEBORA TO CIMINO MARIA DANIELA PA CIOCCA VASINO NATALE VB CIPOLLONE GIULIO CESARE BO CIPOLLONE ROBERTO AQ CIPRIANO CHIARA NA CIRMI CONCETTA CT CITTON GIAN BL CIUFFO RENATO CO CIULLO FRANCO CO CLEMENTI DANTE VR COBELLI GRAZIANO MICHELE VR COCCO STEFANIA CA COCOZZA DOMENICO MI COCUCCI SERGIO MI COELLO MATTEO TO COEN CRISTIANA MI COGLIATI RENATO LC COLACI MARCELLA BO COLANGELO GIOVANNI MI COLANGELO ROSA MARIA MI COLFI LORENZO MO COLLINA ALBERTO BO COLLOSI MINNITI ADRIANA BS COLOMBI MAURA PA MI COLOMBINI FABRIZIO COLOMBO EZIANNA CO COLOMBO RAFFAELE CO COLONNA V. ANTONELLA RM COLOR FABRIZIO RM COLZANI ANGELO MI COMANESCU K. ISABELA RM COMELLI CRISTIAN BS COMIN MARIA ANTONIETTA PD COMOTTI GIGLIOLA BG COMPAGNUCCI ALESSANDRA MC COMPATANGELO LUCA PV CONCERTO ACHILLE RC CONDORELLI GRAZIA PA CONSOLI FABRIZIO MO CONSOLI MARTINO MI CONSONNI RAOUL MI CONSORTE FABIOLA R. TE X X X XXX XX X X X X XXX X X X X XX XX XX X XX X X XXX X XX X X CONTI SALVATORE CONTI SILVANA CONVERSO CHIARA COPPETA MARIA COPPI ALESSIA ELETTA COPPOLA DANILO COPPOLA LUIGI CORDONE RENZO CORDOVA FERNANDO CORGIOLU LUCA CORLETO ANDREA CORNELLI CINZIA CORRADINI RITA MATILDE CORRADO RAMONA CORSETTI M. EUFEMIA CORSINOVI CARLO CORTESI DANIELE CORTESI LUIGI CORTI DARIO CORTI ITALO CORTINA LUCA COSENTINO FULVIO COSMA ANTONIO COSTANTINI ANNARITA COSTANTINI SERENA COSTANTINO MARIANGELA COSTANZA PAOLA COSTI FELICITA COUCOURDE FAUSTO CRAVERO MARIA CARLA CRETTO GIUSEPPINA CRIPPA MARIA LUISA CRISCI VINCENZO CRISCIONE SALVATORE CRISPINO DOMENICO CRISTARELLI VINCENZO CRISTIANI PIERA CRISTIANINI GIOVANNI CRISTOFANI ANTONELLA CRISTOFARI LUCIO CRIVELLI ALIDA CRIVELLI FRANCO CROCCHINI RAFFAELLA CROSATO FRANCESCO CROSERA MARCO CUCCIA PROVVIDENZA CUCCO CINZIA CUCCO SERENA ANGELA CUCCURULLO MARIA RITA CUCINO CONCETTA CUGNATA VITA BG BG RO NA MI MI SS RM RM CA RM PG PI BL NA FI BG BG CO GE TO RC NA NA FI RC CT CR TO AT BG MI TV PA NA NA BS GO RM TV BS MI FI TV TV PA PA TO SA SA CT XX X XX X X X XX XX X X XX X X XX X X X XX X X XX X XXX X XX 53
CUOMO GENNARO CURATOLO NICOLA CURATOLO ROBERTO CUTILLO MARIANNA CUTINI MANUEL DAL DOSSO GIOVANNA DAL POZZO WANNA D'ALEO SALVATORE DALLA PALMA MARIO DALLA PRIA VERONICA D'AMATO MARIANO U. DAMIANO PAOLO D'AMICIS ALESSANDRA D'AMICO TOMMASO D'ANCA ANNA D'ANDREA ANDREA DANDREA GIANGIACOMO DANESE MICHELE D'ANGELO RICCARDO D'ANGELO SERGIO DANIELE ELIO DANIELI MIRELLA DANIELI PAOLA DANIELI ROSALIA D'ANTONIO RACHELE MARIA D'ARCA LUIGI D'AUSTRIA SABRINA DAVALLI BENEDETTA DAVEGGIA CLAUDIO DAVID MARA DAVITE GRAZIELLA DAVOLI FRANCESCO DAVOLI SARA DE ANGELIS FEDERICO BS FG MI NA PT BS BS RC VI VI NA MI TA CT PA FI TN MI RM RG PA RM RM VA NA PA MI RA VE BS MI CZ RE RM DE BENEDICTIS ROBERTO LUIGI BA DE BENETTI ANDREA PD DE BIASI NICOLA CH DE BONA SABRINA PV DE CANI NORBERTO LC DE CAPRIO DOMENICO MI DE CARIA PAOLA MI DE CESARE VITTORIO NA DE FONZO CARLO CT DE FRANCHI M. MADDALENA GE DE GENNARO VITO BA DE GIGLIO GIOVANNA BA DE GIORGI DANIELA GIOVANNA BG DE GIORGIS WANDA MI DE GIROLAMO FRANCESCO RM DE LAZZER ECCLI ISOTTA BZ DE LUCA CONCETTA VI X XXX X X X XXX X X XX X XX X X XXX X X X X X X XXX X XXX XX X XXX XX DE LUCA DONATO DE LUCA M. ANTONIETTA DE LUCA ROSA DE MAIO DINO DE MARCHI GHERINI ANTONIO DE MASI GABRIELE DE MEO GIULIANO DE MEO VITO DE MIELESI D.C. EDVIGE DE MURO ROSALBA DE NARDI MARISA DE NICOLÒ DANIELA DE NIGRIS MARIA CRISTINA DE PADOVA PATRIZIA DE PALMA ANTONIO DE PALMA NICOLETTA DE ROSA ANTONIO DE ROSA MARIO DEFASSI ROBERTA DEGOLA FRANCESCA DEL BONO CARLA DEL NOCE RITA DEL PRETE RUGGIERI ADRIANA DEL RE PIERO DEL VECCHIO REGINALDO DELIA ANDREA DELIA JULENE DELIPERI PIETRO DELLA VEDOVA ROBERTO DELL'OGLIO FILIPPO DELL'OMO ANGELICA DELPINO PAOLO DEMARIA ROBERTO DEMICHELI ETTORE DENINNO FRANCESCO DEPINI MARA DERIU PAOLO DEROSAS FABRIZIO DESCLOUX GIUSEPPE D'ESTE FABIANO D'ESTE LORENZO DEVANI FRANCO DI BARTOLOMEO LUCA DI BELLA FRANCESCO DI BONAVENTURA IOLANDA DI CAPRIO NICOLA DI CIANNI ANGELO DI DIO LO CICERO LUIGI DI DIO MARIA CRISTINA DI DOMENICO CLAUDIA DI FIGLIA ANGELO X X XX XX XX X X XX XX X XXX X XXX X X X X X XX X XX XXX X XXX X X X XXX MI PA GE VA CO AV VI FI BG MI TV RM MI PV BA BA SA NA TO RE PA CB MI VR FI TV VE SS GE PA BA MI CN PC FI PC CA OT NA VE VE AL SA TP AQ CE MI PA CT AQ MI 54
DI FIORE RUSSO LULE ROSALBA CL DI GIORGIO ALFONSO PA DI GIROLAMO CHIARA MI DI GIULIO GIUSEPPE PO DI GREGORIO GIUSEPPA PA DI LEO FRANCO VA DI LIETO GIUSEPPE SA DI LORENZO RAFFAELE VI DI MARTINO MARIA PA DI MARTINO SALVATORE MI DI MATTEO COSTANTINO TR DI MAURO MARIA CH DI MICELI LUIGI PV DI NAPOLI VINCENZO PA DI NUTO PIETRO ANTONIO FI DI PIRAMO VALERIO PT DI PRIMA ROSANNA CT DI PROSSIMO MARIA PIA MI DI ROSA RODOLFO AG DI SALLE GIANFRANCO NA DI SALVATORE ROSA MARIA CT DI SALVO GIUSEPPINA PA DI SANTO DARIO RM DI STASI VALERIA BA DI STEFANO BUSÀ NINNJ MI DI STEFANO SANTI PA RM DI TROCCHIO ELISA DI VITO CHIRICO NATSUMI MI DIELI MARIA GRAZIA CT DINI DANIELA PI DINI D'AREZZO M. VANNA AL DIOTTO GIUSEPPE TO DISTANTE FRANCESCO MI DOLCE FLORIANA PA DONAGGIO ALBERTO VE DONATI LORENZO AN DONATI MARTA MI DONATO AGNESE PD DONDOSSOLA GIOVANNI BG DONELLA REBECCA TO DONZELLO GIULIANA LI DORATO GABRIELLA RM D'ORAZIO MARIA CELESTE AQ DORI PUDDU ROBERTA MI DOSSENA ANTONIO VA D'OTTAVIO ALBA MI DOTTO ANDREA VE EN DOTTORE LIRIO DROCCO IVANA TO DURKIC TAGLIAVINI MARINA MI DURO ALMA RM XX X XX XX X X X X X X X XX XXX X XX XX X X X X X X X XX XX X X XXX XX DUSCI LUIGI VV EGIDI ANDREA BS EGITTO ALESSANDRO MARIA ME ELIA ANNIBALE LE EMILIANI TINA RM EPISCOPO ANGELO MORO CA ERMIO PASQUALE ME ESAWI ELSAYED MI ESPOSITO C. GIUSEPPE NA ESPOSITO DANIELA NA ESPOSITO EMANUELA MI ESPOSITO FRANCESCO MI ESPOSITO MIRKO MI EVARISTO MAURIZIO TO FABBRI ANGELA FE FABBRI CAMILLA FI GO FABBRONI ANNAMARIA FABBRONI GLORIA GO FABIANO NICOLAS SV FABRIS PIERO BA FACCHINELLI LOREDANA VE FAGGION CRISTINA VA FAGNANI LAURA MI FAGNANO GIANFRANCO BO FAGNONI MASSIMO BO FAINI SILVIA BS FALABRINO GIAN LUIGI MI FALASCO TIZIANO VE FALCHANO BARDAL DIOGO EE FALINI VALERIA MI NA FANTACCINI ALFONSO FANTIN DIEGO VI FANTINI ROBERTA FI FANTONI LUCIANO FI FARACCI GIANLUCA PO FARINA GIOVANNI PA FARINON PAOLO MI FASANO FABRIZIO BA FASOLI SABINA VR PD FASSINA S. IOLANDA FATONE FILIPPO PV FATTOROSI ANNA MARIA GE FAVARON SARA RM FAVERO GIANNI TV FAVUZZI SELENE BA FAZI CHIARA RM FEDELI STEFANO CO FEDERICI ROBERTA RM FELICETTI CINZIA TO FELTRIN DINO MI FERRADINI ALDO MI X XX X X XX X X X XX XX X X X X X XX XX XXX XX XX XX X XX X X X X 55
FERRAMOLA ELENA MO FERRANTE CHRISTIAN RM FERRANTI FRANCESCA PG FERRARA ANTONIO CE FERRARI ANNA BG CI FERRARI BARBARA FERRARI GIANMARIA MI FERRARI LIDIA MI FERRARI LUCA VE FERRARINI CARLO SP FERRARINI ROMOLO MN FERRARIO SILVANA LC FERRÈ GABRIELE MI FERREIRA CLAWDETTE MI FERRI FRANCESCA MI VE FERRIGATO MASSIMO FERRO LUIGI TN FERRON ALESSANDRA MI FERRONI CAMILLA VI FICHERA CLAUDIO RM FIGARI NICOLETTA GE FILIPPI MARCO RM FILIPPINI MARIA STELLA AG FINETTI FABRIZIO FI FIOCCHI ELISABETTA MI FIOCCO SIMONE RM FIORE MASSIMILIANO NA FIORE RAFFAELE MT FIORENTINO LUIGI FI FIORI LAURA FI FIORINI FRANCO FR FIRINU MARIA CHIARA CA FLORI VINCENZO TO FI FOGLIA ANNAMARIA FONA CRISTINA BS FONTANA FEDERICA MI FONTANA GIULIA MI FONTE BISCONTI SABINA PA FORESTI ELISABETTA MI FORLANI LETIZIA TO FORMENTI COSTANZA MI FORMENTI TERESA LC FORNARA B. GIULIANO GE FORNELLI ADELE BO FORNERO CLAUDIO TO FORTE ALFONSO BA FORTI MARIA GRAZIA GR FORTUNATI VITTORIO PV FOSSATI ARMANDO GE FOTI NUCCIA RC FRAGOMENI EMILIA GE X X XXX X XX X X X X X XX X XXX X XX X X X XXX X X X X FRANCESCHINI GIUSEPPE FRANCESCHINI SARA FRANCESETTI ALESSANDRA FRANCHINI JACOPO FRANGIPANE ALDO FRANZOI MARCO FRASCÀ FABIANA FRASCATI ANTONIA FRATICELLI SARA FRAU GIULIA FREGNAN DIEGO FREGOLA LUIGI FRENI ANTONINO FRESIA ELEONORA FRIZZONI CRISTINA FROLDI ALDO FRONTERRÈ ANGELA FURLAN MORENA FURLAN SUSANNA FUSCO ALBERTO FUSI CRISTINA GABBA MARIA LUISA GABRIELE SILVANO GABRIELLI GIORGIO GACCIONE ANGELO GADALETA PAOLO GAITO GIUSEPPINA MARTA GALASSO GIUSEPPINA GALATIOTO ROSARIO GALEOTTI MARIA‐LUISA GALIA GIAN LUCA GALIAZZO MONICA GALIMBERTI MATTEO GALIOTO ANTONIO GALLERI AUGUSTO GALLO ALBERTINA GALLO JARRE PAOLA GALLO SILVIO GALLUCCI VITO GALLUCCIO CLAUDIO GAMBA DENISE GAMBA MANUELA GAMBARDELLA SILLA GAMBINO ROBERTA GANDOLFO CARLO GARAVAGLIA SONIA GARBELLINI LUISA ROMANA GARDINAZZI FABIA GARIGLIO CARLA GARLATO ALESSIO GARZILLO VINCENZO CO BO TO MO CZ VE NA NO TV CA RO CZ AL SV BG MI SP TV PD FG FI PV TO LI MI MI PZ TA PA RM SS MI MI BG OT MI EE PD BA NA BS RM RM PA MI NO SO MN TO VE MI XX XXX X X X X X XXX XX X XX XX X X X XX X XXX X XXX XX XX XXX XX X XX X X X XXX X 56
GASPARRONI LUIGI GASPERINI ANTONIO GATTI GIOVANNA GATTO YURI GAVA LUCIO GAYE CHEIKH TIDIANE GELLI LUCIANO GELLI MARIA ROSA GENNARO ALFREDO GENNARO ROBERTO GENTILI GIANPIERO GENTILIN MARIA LUISA GENUARDI ANTONELLA GERARDI GIUSEPPE TO GERRI FRANCO GHIABI MAZIYAR GHIDINI MARTA GHILARDI VINCENTI EDDA GHIONE ESTER GHIROLDI AURORA GIACOMA ROPOLO PIERO GIACOMAZZO MASSIMO GIACOMAZZI GIACOMO GIACOVELLI ENRICO GIAMMUSSO FABIO GIANA EDOARDO LUIGI GIANGRANDI ILARIA GIANNI ESMERALDA GIANNINI ALBA GIARDINA FILIPPO GIARDINA FRANCESCA GILBERTI DONATO GIORDANO ALESSANDRA GIORDANO GIOVANNI GIORGI ARMANDO GIORGI GILBERTO GIORGI LARA GIOTTI ADRIANO GIOVANNELLI B. LUCIA GIOVANNETTI FABRIZIO GIRARDI LIDIA GIRELLI LANZA ERICA GIRO SILVIA MARIAMI GIUDICI CRISTINA GIUMELLI NORMA GIUNTA FRANC. PAOLO GIUSTI VANESSA GNECCHI FRANCA GOATELLI BRUNO GOBBO GIANFRANCO GOTTI ALESSANDRO TE FO MI VI TV MI LI AR RM GE BS VI AG BS MN BS BG TO BS TO VE PA TO FI MI FI MI FI CL CA NA NA PA GE MI MI SI PR CO MI VR VA SO PA FI BG MI TV TO XX X XX X X XX X XX XX X X X X XX X X X XX XX XX X XXX X XX XX X X PI GRACCI BIASCI ATHE GRALLO ROSANNA MI GRAMEGNA CHIARA PV GRAMEGNA IOLANDA MI GRANAI ALESSIA NU GRANATA GIUSEPPE NA GRASSO C. e GIUFFRIDA R. CT GRASSO FRANCA PC GRASSO MICHELANGELO EN GRAUSO GIULIETTA CA GRAVINA LAURA VE GRAZIANI GIACOMO CR GRECO ANTONIA TA GRECO ANTONIO RC GRECO EMANUELE BO GRECO MARGHERITA MI GREGORI RITA AP GREGORIN SERGIO GO GREGORIO M. GIUSEPPINA CA GRIECO GENNARO TO PD GRIGGIO BARBARA GRIGOLETTO LORENA MI GRILLI LORENZO RN GRION PIERGIORGIO UD GRISANZIO CATERINA GE GRIZI SERENA RM GROSSI AMBROGIO MI GUARINO ANDREA RM GUARINO NICOLA AV GUARNACCIA PAOLA CE GUARRERA GIUSEPPE EN GUASTELLA RICCARDO PD GUERRIERO PAOLINO MI VI GUGLIELMIN STEFANO GUIDO CARLO BI GULINO FORTUNATO CT GULOTTA VINCENZA PA GURRERA ROSSANA SS GUSMEROLI R. M.ROSA MI GUSSAGO LUIGI BS GUSTAPANE ANNA MARIA LE IACOBELLIS DOMENICO FI IACOBUCCI CLAUDIO RM IACOBUCCI GIUSEPPINA CE IACOBUCCI SABINA RM IANNACCONE PELLEGRINO BO IANNANTUONI M. ANTONIA NA IANNELLI LINDA OT IANNIELLO ALBA RM IAVARONE MARIA CRISTINA NA IMBIMBO MARIO BG XX X XX X XXX X X X X XXX XXX XX X X X XXX X XXX X X X X X XXX X X XXX 57
IMBRIACO SERENA IMPERADRICE FEDERICA IMPROTA ILDEBRANDO IMPROTA MARIA INDIGENO ANTONIO INNOCENTI SIMONETTA INNOCENTI UMBERTO INTERLANDI GIANCARLO INTROZZI ALESSIO INVIATI ANGELA IODICE IPPOLITA PAOLA IPPOLITO MARIKA ISETTA FLAVIA IUS ERALDO JACONO LUCIA JORIO ALESSANDRA KAMAL HAZEM KENNEY ALYCE MARIE KING SAGLIA EILEEN KOFLER ANGELA KOSHKINA MARIA KRAMAR ANA KUSTRIN DANIELA LA CHIMIA S. EMMA LA MONICA M. ANGELINA LA NOVARA ENZO LA PAGLIA SAVERIO LA SCALA ANTONINO LA SPINA MARIO LA VIA PAOLA LABARTINO DANIELE LAI SERGIO FRANCO LALLA MICHELE LAMANNA VINCENZO LAMBERTI VANESSA LAMPIS ANTONIO LAMPONI PIER LUIGI LANCINI C. M.ROSA LANEVE ANTONIO LANZO TIZIANA LAPORTA ALBANO LAPORTA PARSAEI GIULIA LASCARI LIDIA LAUTIZI ALVARO LAZZERI MARCELLO LEALI MARUSCA LEGGIERO ANTONIO LENCI MARCO LENTINI GIUSEPPE LEONARDI ALESSANDRA LEONARDI GIUSEPPE NA NA NA NA NA FI LI CT CO PA MI LT GE PN BS FI FI FI MI PD EE MN TS EE PA MI PA ME FI PV FI CA MO SA OT CA AP VA CO TA PA VB RM VT LU BS AV MI TV RM EN XX X XXX X X X X XX X XX X X X X X XX X XX X X X XX XX X XX X XXX XX X BA LEONE ANTONELLA LEONE FRANCESCA VI LEONE PASQUALE NA LEONELLI GUIDO TN LEONI ELISA BG LERMA DAVIDE VR LIBERTI GIUSEPPE NA LICATA NICOLÒ MI LICCIARDELLO ALFIO A. CT LICCIOLI GLORIA FI LIGIA MARCELLA A.GIULIA CA LIGUORI LUCA RM LIPARI FRANCO BO LISETTI NICCOLÒ ANDREA FI LIVIO MARCO CO LIZZA GIOVANNA PR LO CASTRO GAETANO CT LO CURTO SOMMA TINUCCIA UD LO DUCA MANUELA PV LO RE VINCENZO MI LO SARDO MARA RM LO SCIUTO GIUSEPPE MI LODI DARIO MI LOI CHRISTIAN CA LOI MARIELLA RM LOMBARDI FRANCESCA FI LOMBARDO BRUNA CT LOMBARDO SALVATORE AG LONARDO ANTONIO RG LONGANESI BRUNO MI LONGHI EGIDIO SO LONGO ANDREI MI LONGO MARIA LUIGIA LC LONGO PASQUALE MI LONGONI FRANCESCO MI LONGONI PAOLO BG TA LONOCE FEDERICO LOREFICE LORENA CA LORENZI MAURIZIO BG LUCACCINI M. MENTANA SI LUCANIA GAETANO PA LUCCA STEFANO FI LUCCI ROSA CARMELA NA LUCERI MONICA MI LUGARO MARIA CRISTINA PA LUISO DOMENICO BA LUMINI CAMILLA FI LUMINI DANIELA FI LUNARDI DAVIDE PD LUPERINI MARIA GE LUPPI PAOLO MN X XX XXX X XX X X X XXX X X XX X XX XXX XX X XX X XX XXX X X XX X XX X X X XXX XX X 58
LUSARDI ARIANNA BO LUTAN NICU MI LUTEROTTI LUCIO BS MACCAN GIADA MI MACCHI PIERA BO MACCHIA LAURA SV MI MACCHINI SILVIA MADERNA ALESSANDRO CR MAENZA SALVATORE TO MAESTRONI ALFREDO VA MAFFEI ERNESTO KR MAGLIULO P. CLEMENTINA RM MAGNAVACCA ANNA MS MAINENTE RENZO VE MAINETTI RICCARDO SO MAINIERO PAOLA RM MAIO LIDIA MARTA CS MALARA PAOLO UD MALATESTA EGIZIA MS MALENGO MARTA PD MALERBA GIORGIO MI MALERBA VALENTINA RA MALFATTO JESSICA MI MALFI LIVIO VE MALINVERNI MARINA VA MALUCELLI VITTORIO LUIGI MI MALUNE CLAUDIO NU MALVANI CARLO ENRICO FI MAMELI CATERINA CA MAMELI DANIELA CA MANCA MARIA DOLORES CA MANCA MIRELLA MI MANGHISI LUIGIA RM MANIDI ELISABETTA MI MANNO S. GIUSEPPINA LISA MI MANTELLINI ALESSANDRO CR MANZELLA ELISABETTA TO MANZO ANTONELLA SA MANZO GIUSEPPE TP MANZO IDA GE MANZO ROSSELLA MI MANZONI LUCIA CO MANZONI LUISA BO MARAN BENELLA MARY VI MARANDO ANTONIO MI MARANGI GIUSEPPE RM MARANGON MARTINA VI MARANI MORENO PG MARANZATO MARIA LUISA TV MARASCA FRANCESCO MC MARCECA RITA PA X X X X X X XX X XX XX XX X X X X X XX XXX X X X XX X X XXX X X X X X MARCHESE ANTONIA MARCHESI DAVIDE MARCHESI MARIA MARA MARCHIANÒ ROCCO FRANC. MARCHIONI DANIELE MARCIA ANNA RITA MARCON GIACOMO MARCORA GIANLUIGI MARCUCCI DOMENICO MARI MARIA TERESA MARIANI TULLIO MARIANO BARBARA MARIN FEDERICA MARINI RAFFAELLA MARINI SIMONE MARINO MARIO MARINO OLIMPIA MARIOTTO EMANUELA MARMIROLI CLAUDIO MARNONI CHIARA MARRAS ALESSANDRA MARRAS MARIO LUCIO MARRAS VINCENZO MARRONE ANTONINO MARTANO GRIGOROV ANNA MARTINCICH DIEGO MARTINO A. MARIA ANNA MARTINO LAURA MARUCCIO SILVANA MARVALDI ROSELLA MARZANO MASSIMO MASALA GIUSEPPE MASCHERONI ELENA MASELLI MARIA MASI DANIELA MASI FEDERICO MASNERI GRAZIELLA MASO MARIA ANTONIA MASONI BENEDETTA MASOTTI ANDREA MASSONE SARA MASSUCCI LUIGI MASTROLIA ANNA RITA MATAROZZO MASSIMO MATERA ANNAMARIA MATTA ALDO MATTEOLI EDI MATTIOLI POMPEO MAURI GUGLIELMO MAURO ROBERTO MAURO VITO BS MI MI PC BS CA BL VA MI FE PI OT VA PU VI NA NA MI BO MI CA SS SS TP EE BO AV PA PD SV MI CA CO BA RE FI EE TV LI BO MI RM LE FI CS CA PI RM LC RM PA XX XXX X XX XX X X X X X XX X X XXX X X X X X XXX XXX XX X XX XXX X XXX X X XX XX X 59
MAZZOCCHI ALESSIO CO MAZZOCCOLA GENNARO NA MAZZOLENI CARLO LC PD MEGGIOLARO FULVIA MEL GALENO BR MELE ADAMO DINO LE MELE ALMA FG MELE ARISTIDE RM MELE EMANUELE RM MELE VITO GIUSEPPE BA MELIDONI GIUSEPPINA MI MELIS ALBERTO CA MELIS ALICE CA MELIS FRANCA CO MEMKO BLERINA PD MEMOLI FULVIA BA MENATO ASSUNTA VE MENDOLIA VINCENZO TP MENGAZIOL ANNADINA TS MERCIAI GIAMPAOLO PT MERIGHI GIUSEPPINA LO PD MERLIN BRUNETTA MERLO SIMONA ME MERULLA GINA RM MESSAGGI ALBERTO MI MESSANA FEDERICO MI MESSINA RAFFAELLA MI MESTRONE ROBERTO TO PR MEZZADRI DAVIDE MEZZETTI MARCO BO MIANI ANNA BA MICHELAZZI LUCIA VR MICHELON STEFANIA PD MIGLIONICO MICHELE TO MIGLIORE ROSANNA PA MILANOPULO CARLO UD MILETO GERARDA MI MILILLO NICOLA TV MILINI NICOLA BS MILIOTTI ROBERTO RM MILO CARMINE NA MILONE GIANFRANCA TO BZ MINACH FERRUCCIO MINNITI MAURIZIO FI MION ANNA MARIA EE MIOTTO ALIOSCIA TV MISITANO RAFFAELLA RM MOALLI PAOLA MI MODAFFARI B. ANTONELLA VA MODICA MAURO MI MOISER GIANLUCA SO X XX X X X XXX XXX X XX X X X X XXX X XX XXX X X XXX X X X XXX X X X X XX XX X XXX XX X MOLINARI MAURIZIO PZ MOLINARI MAURIZIO ALBERTO MI MOLINAROLI ROSANNA VR MOLTENI ADRIANO MI MOLTENI SILVIA CO MONACO LUIGI RM MONACO SALVATORE SR MONICA GIULIA RM MONTALBINI ANNA MARIA BZ MONTANI INZERILLO CLELIA BS MONTEMAGGIORE M. GRAZIA VI MONTENOVO ANTONIETTA MI MONTICCIOLO CATERINA TP MONTICELLI ANTONIO RE MONTIERI GIANNI MI MORANDI MAURIZIO VA MORANDUZZO B. ROSSELLA GE MORAZZONI MARTA MI MOREA MARGHERITA BA MOREA NICOLA MI MORELLI PIER LUIGI LI MORENO M. M. EUGENIA FI MORETTI FEDERICO MI MORETTI NELLY UD MORGANTI PRIVITERA MARIA ME MORICCI ANNAMARIA FI MORMILE RAFFAELLA NA MORO ANNAMARIA PD MOSCA FEDERICO PA MOSCARIELLO GERARDO SA MOSCATELLI CARLA RM MOSCHELLA VINCENZO MI MOSELLA DANIELA NA MOSSI CLAUDIA RM MOTOLO AUGUSTO TO MOTTOLA VALLI ANNA MI MUCCIOLI LORENZO RN MUCILI ANNALISA LO MUNTONI FRANCESCA LO MURA ANNAMARIA CA MURA GIANCARLO CA MURA GIOVANNI ANTIOCO OR MURGIANO M. GIOVANNA CA PD MURILLO ESPERANZA MURTAS PAOLA CA MUSCAS LUIGI CA MUSCETTA GIUSEPPE CS MUSIO ENRICA PAOLA RN MUSSI VALENTINA MI MUSUMECI SARA MI MUZY CLAUDIA NA X XXX XX X XX X XX XXX X X XXX X X X XXX X X X X XX X X X XXX X X 60
OT MUZZU ANTONELLO NACUCCHI FEDELE BA NAGARI ANGELA MARIA NO NALE MAURELLI MILLY GR NANNI AURELIO MI NAPOLI ANNAMARIA TP NAPOLI MICHELA BA NAPPA SALVATORE NA NAPPO FRANCESCO NA NARDI GAETANO MI NARDONE M. ANTONIETTA RM NARDULLI MARIA SS PD NASILLI NINA NASTRI TERESA NA NATALE STEFANIA BS NATALI CARLA LI NATALI FABIANA SS NATTA LUCREZIA TO NAZZANI SARA BS NAZZARRO R. MARGHERITA VB NEGROTTI GIOVANNI ANDREA SS NEMBRI EMANUELA CO NEMISIO MARIA FIORELLA PG NENCIONI G.C. RICCARDO E. PI NERI NOVI MARGHERITA PA NERVETTI STEFANO MI NESE GIOVANNA SA NIBBI GIAMPIERO FI NICOLETTI ROCCO RM NICOLI GIANERNESTO VI NICOLINI FRANCESCA MI NICORA P. M. GRAZIA VA NICOSIA NICOLETTA PA NOARO EMILIO PD NOBILE GIORGIO RM NOBILE UMBERTO NO NOCENTINI ANNA MARIA GE NOCERINO LUCIANO TO NOMICISIO ALGISA PV NOPETTI CARMEN TV NORIS MAURIZIO BG NORO OLGA MI NOSARI GIOVANNI BG NOTO ANTONIO PI NOVELLI MARGHERITA FI NOVELLINI ALESSANDRO TO IM NOVELLO MARGHERITA NUNCIATI ANGELA MN NUNZIATA PINUCCIO VA OCCHINO GIOVANNA MI OCCHIPINTI MELISSA MI X X X XX X X X X XX X X XXX XXX X X XXX X XXX X X XX X X X X X X NA OCCUPATO VINCENZO OLFI ORNELLA BS OLIVERIO SALVATORE CO OLMI GABRIELLA PD ORAZI SABRINA M. GRAZIA MI ORGIANA ADELAIDE CA ORIFICI DOMENICO ME ORIZI SERENA SS ORLANDI SILVIA FI ORLANDO CIRO NA ORRICO LUIGI PC ORRÙ ANNALISA CA ORSUCCI PATRIZIA PO OVEDI MARIA RM PACI MARCO PA PACINI MARTA MI PADOVAN ELENA MI PAGANI MARIO VR PAGLIARELLO ADRIANA FI PAGLIUCA ROBERTO RM PAIANO DINO LE PAIANO FRANCA LE PALA FRANCA CA PALAMARA VINCENZO RM PALERMO ALDA NA PALERMO ANTONIETTA RM BR PALERMO FRANCESCO PALETTI LUIGINA BS PALMA RAFFAELA BR PALMERONE SABRINA RM PALMISANO FRANCESCO TO PALOMBA ILARIA BA PALUMBO GIULIANO ALTEO OR PALUMBO RITA PD PAMPALONE ALESSANDRA FI PANARELLI UBALDO BA PANCIERA ELENA VI PANDOLFETTI CARMELA NA PANDOLFI ORNELLA FI PANETTA ALFREDO MI NA PANETTIERI MARIA PANI GINO CN PAOLI MARCELLA TN PAOLINI DABIZZI M.GRAZIA PT PAPALE IVAN ME PAPIRO SAMUELE VB PAPPALARDO GIUSEPPE PA PAPPALARDO ORAZIO CT PAPPALETTERA SERGIO NO PAPPANO LUIGINO AT PARADISO CESARE TA X X XX X X X XXX XX X X X X XXX XX X X XXX X X X X X X X X X XXX XX X 61
PARATORE MARIAROSA PARENTE ANTONIO PARENTIGNOTI GIOVANNI PARISI ANTONINO MARIA PARISI CARMELO PARLAPIANO CALOGERO PARMA GRAZIELLA PARODI PASTORINO ANGELA PAROLINI GIANCARLO PARRINO GAETANO PASARGIKLIAN MIHRTAD PASETTO PIERLUIGI PASOTTO ADRIANO PASQUALETTI GIORGIO PASSALACQUA GIULIANO PASSANTE MARIANGELA PASSARETTI ALESSANDRA PASSAVANTI ROSARIA PASTA GIOVANNI PASTARO FEDERICO PASTORE ANGELA PASTORINI ALBERTINO PATANÈ EUGENIO PATTI FERNANDO PATTI MARIO PAU PAOLO PAULETTO RENATO PAVIA ALESSANDRA PAVONE ROBERTA PECCARISI A.LUCIA PECCHIONI DANIELA PEDRETTI DOMENICO PELLE GIOVANNA PELLE GIOVANNI PELLEGRINI DARIO PELLESI ERNESTINA PELLITTERI ADELAIDE PELUSO ASSUNTA PENATI GIOVANNI PEPE BIANCA PEPE MARIA CARMELA PERALTA GIOVANNI PERALTA GUGLIELMO PERCHIA MARIA PIA PERELLI STEFANIA PERINO MICHELE PEROTTO FIORENZA PEROZZI MARINA PEROZZIELLO FRANCESCA PERROZZI MICHELA PERSEU JOHNNY ME NA SR ME PO AG MI GE MI BS MI VI BL PD SP PA NA PA BG MI CE PD CT MI CT PI VE MI RM PC FI MI SV RC MI IM PA NA MI CS TA PA PA PA RM TO PO VA MI MI CA XX X X X X X X X X X XXX XX X XXX X X X XX XX XX X XX X XX XX XX XX XXX VT PERSI VALENTINA PERSOD S.GIORGIO ANGELO CA PERUCON PATRIZIA BL PES ANNA MARIA CA PES LUIGI SS PESCI PIERALLI ANNALISA FI PESCINA LUIGI PD PESENTI LUIGI SV PESETTI SILVIA GE PETRONE SALVATORE CB PEYRETTI MICHELA MI PEZZETTI ETTORE PD PEZZOTTA OMAR BG PIAMONTE MARCO VE PIANTONI MICHELE BS PIAZZONI FRANCESCO VR PICCININI BRUNO PR PICCIOLO BEATRICE LE PICCOLI REMO BO PICCOLINI GIUSEPPE MI PICK SILVIA VE PICOTTI LORETTA BS PIERALICE SERGIO RM PIERI PIERO MI PIERINI FARO SI PIERONI CLAUDIA BS PIERPAOLI GIUSEPPE LC MI PIERRO ALFONSO PIETROSANTI FLORA RM PILLININI ANITA GO PILLON SANDRA TV PINDUCCIU SERGIO VB PINI CARLO RM PINI PIERINO BS PINNA MARIELLA CA PINO GIULIANA CL PINTORE SALVATORE SS PIOVAN ANNA PD PIRAS ANGELICA CA PIRAS CRISSI SS TO PIRAS ROBERTA PIRAS STEFANIA TO PIRIA ANNA MARIA MI PIRINI MATTEO FO PIRODDI STEFANO CA PIRODDU TORE MARIO SS PIROLA ELENA MI PIRONE MIRCO RM PISANI ANNA MARIA FI PISANI PAOLO GR PISTIDDA SARA SS X X X XX XXX XX XXX X X X X XX X X X X X X X X X X XXX XXX X XXX X XX X X X X X XX X 62
PISTIS MAURIZIO PISTONE ANDREA PISTONE IVAN PISU VALENTINA PIVA MARIA BRUNA PIZZO LORENZA PLATANIA TANINO PLAYER PIANTA ARVENA PLEBANI FAGA ELISA POGGESE NERINA POLETTI LAURA POLIN ALBERTO POLINAS GIOVANNI POLITO BIONDI LUCIANA POLLASTRI ELENA POLLERO ENRICO POLLICE ALFONSO POLLIO ROBERTO POLO ANDREA POLO EVA MARINA POMI ELISABETTA POPOLO LENTINI ANITA PORTANOME SANTI TV VA TO CA TV PD EN MI BG VR GE TV OT NA PI SV MI NA TV SS VI SR ME PORTOCARRERO OLIVA JUANA MI POTENZA GIOVANNA NA POTI' JOLANDA TA POZZANI CAMILLA VR POZZI MARCO AL POZZI ROBERTO PV POZZOLI MARGHERITA BG PRADOLIN GIORGIA VR PRATO CATERINA TO PRESSENDA GIANCARLO RM PRETI ANNAMARIA MO PRETI PIER PAOLO MI PREVIATO LUCA MI PRIANO M.ROSA LAURA TO PRIBAZ SILVA UD PRINA VALERIA MI PRIOGLIO TOMASO BS PROFITA GIUSEPPINA PA PROIETTI ANGELA RM PRONZATO ANGELA ALBERTINA MI PROVENZANO DANIELA PA PROVENZANO GIUSEPPINA VA PUCCETTI CARL. VERONICA MC PUDDU ELENA CI PUDDU MILENA TV PUGGIONI GAVINO SS PUGLIESE IDA FEDERICA FI PUGLIESE PATRIZIA RM XXX X X X X XX XXX X X X XXX X XX X XX X X XXX X XX XXX X XX XXX PULEJO FEDERICO PUPILLO UGO PUSCEDDU MASSIMO PUTTINI LUISA QUARANTA MARINA QUARANTA PAOLA QUARANTA VALERIO QUARISA MICHELE QUARTERO GABRIELE QUATTROCCHI TERESA QUERCI GIULIA QUEZEL FILIPPO QUINTO SALVATORE RABAIOLI ALESSIA RACCUGLIA BARBARA RADICE LUIGIA RAFFO CIRO ALBERTO RAGAZZI NIVA RAIA FRANCESCO RAIMONDI DANIELA RAINA TIZIANA RAINERI LUCIANO RAJIC RADA RAMASCHIELLO VINCENZA RAMINELLI FEDERICO RAMUNNO ORIANA RAPISARDA ALFIO RASCHETTI LINA RASCHILLA' STEFANIA RASPA GIANFRANCO RASPANTE FABRIZIO RATTI STEFANO RATTO PIETRO RAVASI ROSETTA RAVASIO GUIDO RAZERA MARIA ROSARIA RAZZINI MARIO REALE VITTORIO DAVIDE REALINI ARTURO REBUZZI LILIANA REDAELLI TERESITA REDENTORI GINO REGIS AMELIA AUGUSTA REGIS MAURIZIO RENGA STEFANO RENOSTO SANTINA RESCHIGNA FAUSTO RESCIGNO GIANNI RESPLANDOR KATTY RESTELLI CARLO MARIA RESTELLI RICCARDO ME CT CA FI TO TO TO RM BI AQ FI PD BO MI MI MI BS CO MI EE CN TP VI PC TO BO CT MI GE FI PA LC AT MI LI CO NA PA VA MI MI AR RM RM BR TV VB SA CO MI MI X X X X XX X X XXX X X X XX X X X XX X X XX X X X XXX XX XX XX X X XX XX 63
RIBECCO CARMELA RICCARDI MARCO RICCI ALICE RICCI NUNZIA RICCO STEFANIA RICCOBELLI ROBERTO RIERA VITTORIO RIGAMONTI ENRICO RIGAMONTI MASSIMO RIGHETTI MARIA ROSA RIGHETTI PAMELA RIGHETTINI PAOLA RIGHI GIULIA RIGHI MILENA RINALDI CARLO RINALDI MARCELLO RINAUDO L.M. MICHELA RISSO CRISTINA RISTIC LAZAR RIVA DAVID RIVA LORENZA RIVIERA ISOTTA RIVOLA CELSO RIVOLI LAURA RIZZO ALESSANDRA RIZZO TOMMASA ROBBA MANGIONI ADRIANA ROBERTO ANTONIO ROBUCCI MATTIA ROCCHEGIANI ANDREA ROCCHETTI SILVANA ROCCHI GIORGIO ROCCHI PATRIZIA ROCCHI REMILIA RODOLAO SARA ROERO ALDO ROGGERO ALESSANDRO ROMAGNOLO MIRIAM ROMANO ANTONIA ROMANO BASILIO ROMANO GIUSEPPE ROMANO RODOLFO ROMEO ELISA ROMEO PASQUALE RONDINELLA M.ROSARIA RONDINONE M. CHIARA ROSADI ELISABETTA ROSAS LUCIANA ROSATI ANGELA ROSI ELEONORA ROSINI GIANFRANCO TA RM CA FG PA BS PA LC MI CR TO BO FI FO TA RM PA GE VI CO LC PD FO FR TV TV CN BA FI RM MI MC RM RM IM TO MI VA BA TO VR RM CO RC NA PD VE MI BO FI FI X X X X X X X XX X X XX X X XX X XX X XXX X XX X X XX XX XXX XX XXX ROSITANI GIUS. FRANCESCO RC ROSSATI FRANC. SAVERIO MI ROSSETTI VALENTINA VE ROSSI BASTIANINI ANNAMARIA VA ROSSI DARIO RM ROSSI DAVIDE MI ROSSI ENRICO RM ROSSI LAURA PV ROSSI MOI MARISTELLA PI ROSSI TULLIO TV ROSSINI MONIKA NA ROSSITTI ILARIA UD ROTA FRYDA VC ROTA NODARI ANNAMARIA BG ROTUNDO NICOLETTA MI ROVELLI ALBERTO MI ROVERSI CATERINA BS BO ROVERSI ENEA RUBINO CRISTOFORO PA RUFFO GIORDANI ELEONORA SR RUGGER CARLA PD RUGGERI FRANCESCO PA RUGGIERO ANTONELLA RI RUGGIERO DOMENICO BA RUI DANILO MI RUSCICA STEFANIA VALERIA PN RUSSO ALESSANDRO BS RUSSO ANTONIO VI RUSSO MARIA GRAZIA VI RUSSO ROSSELLA NA RUSSO SERGIO NA SABATINI UMBERTO RC SABATINO ANTONIO FI SABBADINI CRIVELLI VITTORIA IM SACCHETTI ROBERTA MS SACCHI GIANCARLO MI SACCO GIANLUIGI PV SACCUCCI LUIGI RM SAIA ONOFRIO PA SALA ENRICO MI SALA LUISA CO SALA OSVALDA MI SALAHORU PAULA TO SALAMONE MANLIO RM SALAMONE MARIA EE SALARDI ALBERTO VR SALAZAR MICHELE RC SALDI SANDRO NO SALERNO GAETANO VE SALIS ANTONIO NU SALLUSTIO COSTANZA BA X X X XX X X XX X XXX XX XX XX XX X X X X X X X XX X X XX XX XX X X X 64
MI SALVI GIANNINA SAMBO LEDA MI SAMMARELLI D.C. F.SAVERIO BA SAMMARELLI L. VINCENZA BA SAMMARITANO DOMENICA PC SÁNCHEZ PALOS ISAAC BG SANCILIO MAURIZIO MI SANDRINI DARIO RE SANFILIPPO SALV. ANTONIO PA SANGIORGIO ANGELA GIÒIA LC SANGIOVANNI PAOLO RM SANNA ALICA RM SANNA ELEONORA SS SANNA PIERPAOLO OR SANNICANDRO FRANCESCO BA SANTACROCE ANTONIETTA CE SANTANGELO GIUSEPPINA TO SANTANGELO MARCO MI SANTARPINO GIANNI NA SANTARSIERO STEFANIA BO SANTOJANNI ERMELINDA NA SANTORO D.M. MADDALENA SA SANTUCCIO GIUSEPPE SR SAPORITO CARMELA BG SARCHINI DONATELLA MI SARCUNO FABIANA MI SARDI DUNIA PT SAROLLI ANGELO PV SAROLLI SOFONISBA PV SARTIRANA GIANLUCA MI SARTIRANA MICHELE MI SATO GIOVANNI PD SATTA ANTONIO NU SAULINI GIOVANNA BO SAVALLI ELEONORA PV SAVARIS BANAUDI CARMELA TO SAVINO MARIA ALBERTA BA SAVINO MARIA GRAZIA BA SAVIOLI GIUSEPPE VC SAVONA MAURILIO RICCARDO TP SCALABRELLI GIACOMO MI SCANDALITTA ADRIANO PV SCANDROGLIO PATRIZIA VA SCAPPINI REINA NADIA TN SCARDINA IGNAZIO ROMANO PA SCARPIGNATO DORA RI SCARPONI ANNUNZIATA RM SCARZELLO MARCO TO SCAVONE M. GIOVANNA CL SCHEMBARI EMANUELE RG SCHIATTARELLA ANDREA NA X X X XXX X X XXX X X XX X X XX XXX X X X X XX XX X X XX XX XX X XX XX XXX X X PD PD VE PA PA BA FO VE PD RM CT CR SC. MEDIA DON BOSCO CL 2C MI SCURATI MARIO MI SEGATI DARIO GO SEIDITA MANILA PA SELLA DIANA PA SELMIN MANUEL PD SEMEJA NADIA TS SEMERARO GIANFRANCO BR SEMINARA NUCCIA MI SERAFINI ELISA RE SERBASSI SAURO MC SERCI MARIA CRISTINA SS SERGI DOMENICO ME SERRA LIVIO CA SA SERRITIELLO DORA SERRITIELLO FERNANDO SA SERVILLO ELEONORA FI SESSA GIULIA TP SESSA MARIA DOLORES VA SESSA VITALI MONICA MI SETOLA DEBORAH MI SFERRAZZA PAPA FRANCESCO MI SGARAMELLA MAURO RM SGARRELLA EUGENIO MI SGRO PIETRO RC SGROI LEONARDO PA SHAFI MICHELE MI SICA IVANA MO SICCARDI LUIGI SV SICHENZ ELISA MI SICILIANO VINCENZO NA SICLARI PIER GASPARRE TO SILVA SABRINA PC SILVESTRI MARIA ROSARIA MI SILVESTRI MARINA SCINTILLA MI SILVESTRI SILVESTRO VA SIMONCINI SILVANA FI SIRAGUSA ANTONINO PA SIRIGU MARCO CA SCHIAVO MICHELA SCHIAVON MARCO SCHIAVON M.ANTONIA SCHIFAUDO FRANCESCO SCHIMMENTI GABRIELE SCHINO ALESSANDRO SCHIOPPA FABIO SCHONBERG DARIO SCHVARCZ GIAMPAOLO SCIANDIVASCI FEDERICA SCIUTO MARIA SCOLARI SILVANA X X X X XXX X XX X XX X X X X X X XXX X X XXX X X X XX X X X XX XX X X X 65
SISCA GIUSEPPINA CS SISINO SILVANA NA SITZIA MARIA ROSARIA OR SIVIERI ARNALDO PD SOCORRO P. ELISABETTA MC SOLARO GIUSEPPE BA SOLDAINI NEDO LU SOLDO DOMENICO NA SOMENZI VANNA MI SOMMARUGA DANIELA VA SOMMARUGA MICHELE MI SOMMAVILLA V. GIOVANNI BO SORBO ROSA ANNA PD SORIO MARCO MI SORTINO FRANCESCO PA SPADA IVANA TV SPAMPINATO M. ANTONIO CT SPANO' MAURIZIO GE SPANU ANTONIO PIETRO SS SPANU DORIANA SS SPARACINO BALDASSARRE RM SPATAFORA SERAFINA PA SPERANZINI GRAZIA BO SPICCIA GIUSEPPE MI SPINA MARIA CONSOLATA ME SPOLAOR SIMONE CO SPORTELLI DOMENICO BA SPOSITO NUNZIA PA SQUILLONI ELEONORA FI CZ STAROPOLI GIUSY STEFANI GIULIA VT STEFANUZZI M.CRISTINA VE STEGHER VITTORIO RM STERI MASSIMO CA STERNHEIM N. GABRIELLA PA STORELLI MARIANNA CR STRAMARE CHRISTIAN TV STRIPPARO LUANA PV SURANO PAOLA VA TABASCIO NICOLA BA TADDEI GIAN BATTISTA TO TADDIA FRANCESCO BO TADIOTTO GIOVANNA PD TAGLIABUE MARISA MI TAGLIAFERRI CLAUDIO PC TAGLIAFERRO M. TERESA PD TAGLIAGAMBE VALENTINA FI TAGLIAPIETRA E. LEOPOLDO VI TAGLIATI ROMANO FRANCO MI TAGLIETTI SONIA BS TALAMO FRANCESCO VA XX X XX XX X XX X XX X X X X X XX X XX XX X XX X XX XX X X X X XX XX X XX XX XX X XX TALENTI TERESA BO TAMANTINI DIANA TV TAMBORNINI ELISA PV TAMPONI GIOVANNI OT SS TANDA SALVATORE TANI SIMONE FI TANTERI VINCENZO CT TANZI IVANA MI TARANTELLO CONCETTA SR TARCHI ETTORE LI TASSAN MIRIAM RM TASSONE BRUNO AGOSTINO TV TAURISANO MIMMINA NA TAVANI RIGGIO FRANCESCA RC TAVASSI GIAN MARIA NA TECCHIO GIOVANNI NA TEDDE MARIANGELA SS TEDESCO ELISABETTA BS TELATIN MARTA PD TELESCO VALENTINA NA TERENZIO ROBERTO MI TERZA GISELLA CO TESORIO ARMANDO RM TESTA GIUSEPPE PV TETI FABIO CH TINEBRA ENRICO VE TINEBRA VINCENZO VE TIRELLI STEFANIA MI TIROTTO GIUSEPPE SS TISO MICHELE CO TOBIA GUIDO MI TO TOCALLI MARCELLO TOFANI GIOVANNAFI TOFANI PATRIZIA FI TOGNOCCHI GIGLIOLA MI TOLA FRANCESCO SS TOLOTTI PIERINO VA TOMASELLI AZALEN MI TOMASI TOMMASO PR TOMASINA EDOARDO VA RM TOMMASOLI LAVINIA TONELLI STEFANO MI TONIATO CARLA PD TONIN GIUSEPPE VI TONIN PAOLA VI TONIOLI SILVIA FE MI TORELLI S. GIUSEPPINA TORRESAN MARIA CRISTINA TV TORRIONE D.G. ANNA AO TORRISI ANTONINO MI TORTO SILVANA MI X XX X X X X XX X XX XX XX X XX X XX XX XX XX X X XX X XX XXX XXX X X XX X XX X XXX X 66
TOSCANO SERENA TOVAGLIARI ANNALISA TOZZOLA GIUSEPPINA TRAINA ELENA TRAMONTANA NINO TRAMUTA VINCENZO TRANCHINA GIUSEPPE TRASCIATTI CAMILLA TRECCANI CHINELLI ALBERTO TREGAMBE CORRADO TRENTIN MONICA TREVISAN MARCO TREVISAN MARILISA TRIASSI GRETA TRICCO LAURA TRIMBOLI PATRIZIA TRINCAS SARA TRINCHILLO PASQUALINA TRINCIA MARIA TERESA TRIPODI LEANDRO TRIVELLATO NICOLETTA TROCCHI ROSSELLA TROCCOLI ANGELA TRONCIA PIERLUIGIA TROVATO CARLO TROVATO SALVATORE TURCO BALDASSARE TUZZOLINO BERNARDO UBERTONE MASSIMO UBIZZONI GAIA UBOLDI FEDERICA UCCHEDDU SARA ULIANA PIER FRANCO URGESE SARAH VACCARI MARTA VACCARI ROBERTO VACCARO ANNAMARIA VACCARO MAURIZIO VALENTE CARMINE VALENTI F. CELESTE VALENTINO GIOVANNA VALENTINO SANTE VALERIANI TAMARA VALLAURI CARLO VALLONE ELEONORA VALORI ADRIANO VANNI LARTHIA VANNI RAIMONDO VANNUCCHI GIULIA VANOLI TATIANA VARRA' ALESSIA FI BS PD MI PA VA PA PC GE BS CO PD GO MI AL AN CA NA BO PA VE RM BA CI CT MI GE PA RO CO CO CA TV MI VR MO VA SR NA PA PA RM PI RM RM BA FI MI LU VA ME XX XX X X X XX XXX X XXX X X X XX X XX XX XXX XX X X X X X X XX XX X XX VASTA MICHELANGELO VATOVA MARIA VECCHIONE ANGELA VECCHIONE PAOLO VEDOVELLI MANUELA VELONÀ FRANCESCO VENDIGNI ROSA VENEZIANO MARCO VENTIMIGLIA GIOVANNA VENTRIGLIA GABRIELLA VENTURATO GIANFRANCO VENTURI VALENTINO VENTURINI FABIO VERACCHI CARMELA VERCESI SILVANA VERDERIO ANGELO VERDIANI BENEDETTO VERDIROSI NERI GENESIO VERSACE VITTORIO VESCO CATIA VESCOVI ELEONORA VETTORATO MAURO VETTORE WALTER VEZZOLA ALEXEI VEZZOLA PATRIZIA VIANELLI MARIA LUISA VICARETTI UMBERTO VICELLI FRANCESCA VICENZI LAURA VICINO ROSA VIGILANTE LIDIA VIGLIOTTI MICHELA VIGNA SURIA SILVIA VIGO CLAUDIA VINACCI ILARIA VINCI MARCO VIO DAMIANO VIO VITTORIO VIOLA LORENZO VIOLA MASSIMO VISTOLI PAOLO VITALE MARTA CT VE MI RM BS NA RG SR PD NA RM BG VA RM PV MI NA BA MI VI BO MI PD MI BS BO AQ TO VI MI NA CE TO MI NA RM VE VE NA PC MO PV X XX X X XXX XX XX X X XX X XX XXX X X X XX 67
VITERITTI VIOLA FI VITI MARISTELLA FI VE VIVIAN GIANNI VOZZA MASSIMO TO VURCHIO MADDALENA BA ZACCAGNA MASSIMO FI ZACCARI UMBERTO RM ZAGARIA MARCELLO MI ZAGO ALESSANDRA PD ZAMA GIACOMO RA ZAMBOLIN PIERGIORGIO PD ZAMBON GIORGIO VI ZAMBRUNO B. CRISTINA AL ZAMPOL SARA MI ZANARDI GIULIA BG ZANELLA LISA LI ZANELLATI LORELLA FE ZANELLI ROBERTO MI ZANETTI MATTEO GIOVANNI BG ZANNIER CHIARA MI ZANNIER STEFANO MI ZANOBINI GIULIA FI ZANON MARIA CRISTINA RE ZANOTTI LUCIA CR ZANUS STEFANO VE ZATTARIN SAMANTA PD ZAZZARO VINCENZO NA ZECCA LUCA SO ZECCA RITA BIANCA MARIA VA ZEMA ANGELO RM ZEMA ANTONINO RC ZENNARO ALEMANNO FRANCA PD ZINETTI LILIANA BG ZINGARELLI M.TONIETTA MI ZITELLI C. MASSIMILIANO RM ZOCCALI CARMELA RM ZOLLA PASQUALE FG ZOPPÈ FRANCESCO SS ZORDAN MARCELLA VI ZUCCA LIVIA PV ZUCCHELLI ALESSANDRO VA 68
APPENDICE STATISTICA
Tutte le province e regioni Italiane hanno partecipato al 29° Milano Duomo, quest’anno
Valle d’Aosta inclusa, per complessivi 2018 Autori e 2879 opere.
E’ un record superato soltanto dall’edizione-anno 2000, alla quale però avevano
partecipato anche le Scuole.
Quasi paritetica la partecipazione di uomini 51% e donne 49%.
La Lombardia, seguita da Veneto, Sicilia, Toscana e Lazio sono le Regioni con il più
alto numero di partecipanti. La classifica sorprendentemente cambia se si considera il
rapporto tra il numero di partecipanti in ciascuna Regione e il numero ISTAT di abitanti
della stessa Regione (“indice di partecipazione”).
INDICE DI PARTECIPAZIONE
4,9
Veneto
Valle d'Aosta
Umbria
2,5
1,3
1,0
Trentino AltoAdige
Toscana
Sicilia
Sardegna
Puglia
4,1
4,0
6,7
1,9
2,9
Piemonte
Molise
Marche
Lombardia
Liguria
0,9
1,4
6,3
3,5
2,6
Lazio
Friuli VenGiulia
EmiliaRomagna
Campania
Calabria
2,1
2,7
2,1
1,5
0,5
Basilicata
Abbruzzi
0,9
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
Come mostra il grafico, il 29° Milano Duomo ha avuto una partecipazione di 3,5 Autori
ogni 100.000 abitanti come media nazionale, con sensibili differenze tra regione e
regione. La Sardegna è in testa con un indice di 6,7 seguìta da Lombardia (6,1) , Veneto
(4,9), Toscana (4,1) e Sicilia (4,0). Il grande exploit della Sardegna è probabilmente
69
spiegabile con la recente realizzazione del sistema di informatizzazione, quindi di
comunicazione, che ha interessato l’intera isola.
L’indice relativamente basso di alcune Regioni del centro-nord (es. Piemonte, Lazio,
Emilia-Romagna) è probabilmente dovuto alla mancata pubblicazione del Bando sui
giornali locali.
Gli autori che hanno partecipato per la prima volta al ‘Milano Duomo’ rappresentano il
70% del totale, con ciò indicando una molto confortante tendenza del Premio a
rinnovarsi.
458 Autori, 27% del totale, hanno inviato 2 o più opere.
Ancora in crescita (ca 40% del totale) è il numero di Autori che utilizzano l’iscrizioneon-line via Internet (52% uomini, 48% donne). Essi sembrano gradire la rapidità, oltre
che l’economicità, della nuova procedura la quale anche permette un efficace sistema di
comunicazione con i partecipanti nelle varie fasi del Concorso (purtroppo non
realizzabile con il servizio postale).
Il concorrente più giovane è una signorinella di Varese di 8 anni, il più maturo è una
freschissima signora di Firenze di 102 anni.
Delle 2.879 opere ammesse, il 78% è dedicato alla Poesia vernacolo incluso, 22% alla
Narrativa.
Le opere dei partecipanti sotto i 21 anni sono 11% del totale.
Sezione
1-Poesia Adulti
Opere
ammesse
4‐Poesia Giovani
1.808
63%
2-Vernacolo Adulti
194
7%
3-Narrativa Adulti
578
20%
4-Poesia Giovani
217
8%
5-Narrativa Giovani
82
3%
TOT. OPERE 2.879
5‐Narrativa Giovani
3‐Narrativa Adulti
2‐Vernacolo Adulti
1‐Poesia Adulti
100%
Il processo organizzativo del 29°Milano Duomo ha richiesto 3900 ore di lavoro del
volontariato.
70
INDICE
Dedica
Lettera aperta ai partecipanti
Libro Parlato Lions
Un particolare ringraziamento ai grandi amici del Premio
Emozioni …
3
5
6
7
8
Verbale della Giuria
9
Sez. Poesia in Lingua Italiana
1° Premio assoluto:
2° Premio assoluto:
Menzione /medaglia d’oro:
Menzione /medaglia d’oro:
Menzione /medaglia d’oro:
Menzione /medaglia d’oro:
L’anima una farfalla di Giovanni Caso
Rito di Gianfranco Bartolomeoli
Nel disegno di Dio di Ninnj Di Stefano Busà
REVOCATO 29/5/09
L’armonica a bicchieri di Gianluigi Sacco
Piccola mosca d’autunno di Raimondo Vanni
11
13
14
15
16
17
Sez. Poesia in Lingue Vernacole
1° Premio assoluto:
Lu Trateure di Michele Lalla
2° Premio assoluto:
Ciapeme a brasseto di Marta Vaccari
19
20
Sez. Narrativa
1° Premio assoluto:
2° Premio ex-aequo:
2° Premio ex-aequo:
L’uccisione dei cani di Angelo Gaccione
Il volo di Dante Clementi
Amicizia di Gianfranco Venturato
21
27
31
Sez. Giovani Poeti
1° Premio assoluto:
2° Premio assoluto :
***Revocato***
Un tetro teatro di Federico Mosca
37
38
Sez. Giovani Scrittori
1° Premio assoluto:
2° Premio assoluto :
Il Signor Pè di Martina Marangon
Mostri nella notte di Edoardo Luigi Giana
39
43
Elenco dei Partecipanti
47
Appendice Statistica
69
Indice
71
Segreteria del ‘Milano Duomo’
73
71
72
Segreteria del ‘Milano Duomo’
presso Associazione Libro Parlato Onlus
Via Boscovich 44 20124 Milano
Tel: 02-2951.0942
Fax: 02-2951.3384
e-mail: [email protected]
c/c postale: 000073168973 intestato a Lions Club Milano Duomo
IBAN: IT33C 0760101600000073168973
Informazioni aggiornate sul ‘Milano Duomo’
sono disponibili sul sito web:
www.premionazionalepoesia.it
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Edizione fuori commercio
Finito di stampare nel mese di Maggio 2009 a cura di
ARTI GRAFICHE DONATI SRL
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