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ALESSANDRO PASSARO [Mesagne, 1974]
LUCAMALEONTE [Roma, 1983]
TELLAS [Cagliari, 1985]
GIANMARIA GIANNETTI [Milano, 1974]
G.LOOIS [Lamezia Terme, 1983]
JOYS [Padova, 1974]
fame di luce
artemide trasformata in cinghiale protegge
le coltivazioni
selva
breve storia su come diventare vegetarianismatici a
partire da pitagora di samo senza dimenticare le fave
atlas
autumn leaf
Writer romano classe 1983, maestro dello stencil, tra
i pochi artisti italiani invitati da Banksy al Cans
Festival londinese del 2008. Lucamaleonte coniuga
arte di strada e immaginario medievale, passando
dal rigore accademico a quello più innovativo fino a
lasciar coabitare nello stesso ambiente la modernità
urbana e l’antichità di disegni tratti dalla catalogazione
di piante e animali.
Lucamaleonte è un assiduo frequentatore del
mercato. Affascinato dall’idea scanzonata, divertente
e un pò dissacrante di un fruttivendolo all’interno di
un ristorante ci regala il suo primo lavoro a colori.
“Artemide trasformata in cinghiale protegge le
coltivazioni” è un chiaro legame alle miniature
medioevali benedettine e alla scansione del tempo
nelle fasi dell’agricoltura.
Lucamaleonte reinterpreta egregiamente un
messaggio agreste attraverso la tecnica dello stencil,
creando un ponte immaginario tra tradizione e
ultracontemporaneità.
Il suo nome in sardo antico vuol dire pietre. Il suo
lavoro traspira dalle suggestioni della sua terra, della
natura soprattutto, un rapporto speciale tra emozioni
e dinamiche, ed una fascinazione di un alfabeto
visivo ricco di texture tonali e metriche, di patterns
paesaggistici frutto di una ricerca costante. Le sue
forme naturali sconfinano in un’immagine surrealista
di grande impatto visivo. E’ stato chiamato a
dipingere in Norvegia, in Polonia, in Spagna, in
Francia, è stato uno dei protagonisti della Tour Paris
13 di Parigi. La sua passione di disegnare alberi già
da bambino e di guardare i volatili che partivano da
casa sua, verso i paesi più caldi, ci parla di un
mondo vegetale tracciato da linee sottili, seriali,
precise, dove non compare mai l’essere umano.
Selva è una cucurbita vegetale. Una grande bolla di
foglie, alghe, radici, grappoli marini, per certi versi
simile ad uno stormo di uccelli mentre fluttua in aria
e spande delicatamente le proprie ali, che sbucano
come foglie e si adagiano lentamente nel bianco
della parete.
È il caso disperato di un artista filosofo non
vegetariano che decide di scrivere una lettera ai
vegetarianismatici a partire da Pitagora di Samo
senza dimenticare le fave. L’artista lombardo, ormai
pugliese da tempo, si diverte a costruire e
decostruire le sue monadi alla ricerca della verità.
Una dubbia realtà vegetariana o vegana, forse la
verità di un impossibile equilibrio di ricerca spesso
minato da un fragoroso nulla di mille parole e tanti
piccoli personaggi un pò strani e alquanto buffi che
popolano la parete. L’eccentrico Pitagora, il primo
vegetariano della storia antica, dialoga con il signor
Spops e ne dice delle belle. Secondo voi, i
vegetariani sono dei bei bistecconi? Un irriverente
cortocircuito, con un tocco di leggerezza, offre
soluzioni immaginarie che ondeggiano sul muro.
Neanche l’autore è a conoscenza di come la
conversazione andrà a finire.
Nuova promessa della street art italiana.
Fin dal ‘98 si appassiona al mondo dei graffiti,
partecipa a diversi eventi e mostre collettive a livello
nazionale, l’approccio con le grandi superfici e le
figure sono lo stimolo per sperimentare nuovi metodi
e linguaggi espressivi, fino ad arrivare ad una vera e
propria astrazione formale.
L’artista calabrese approfondisce il rapporto con la
natura, concentrando la propria visione sull’origine e
sulla dinamicità delle forme vitali. Atlas è l’esplosione
di una formazione rocciosa, di una cellula, di un
microcosmo e di un macrocosmo che si fondono
schiudendo un nucleo rosso e centrale che
dinamizza la figura e si dirama in una sospensione di
frammenti. Le forme grumose di organismi e di
minerali irrompono sulla parete con successive
forme di frattura e di fusione. Il suo morbido tratto
definisce il rapporto tra nuclei diversi creando un
gioco di contenitori e contenuti destrutturati.
Atlas è la sua riflessione sul tema della natura e del
rapporto che l’uomo ha con essa.
L’artista padovano inizia la sua carriera negli anni
novanta scrivendo il suo nome sul muro e focalizza
la sua indagine sul lettering.
La sua ricerca maniacale progettata tra linee livelli e
intrecci di spazi vuoti si ispira alle fascinazioni delle
figure di Escher, ma le sue esplorazioni prospettiche
con l’infinito, qui si sbrigliano in un percorso
orizzontale in cui sperdersi dentro una metrica
poetica tracciata dalla cromaticità funzionale del blu,
dell’arancione e del verde.
Autumn leaf è l’esperimento astratto, mai casuale, di
questa perfetta scultura tridimensionale su parete,
da un lato si concede pronto ad incendiarsi in una
materica psichedelia ordinata e dall’altro sa
genialmente confermarsi come un’archigrafia
geometrica di forti vibrazioni, una logica di stile che
da 20anni lo rende inconfondibile sui muri di tutto il
mondo.
[pittura ad olio su parete]
[acrilico su parete]
[acrilico su muro]
L’arte di Alessandro Passaro si può raccontare con
una sequenza di parole: vibrazione pittorica emotva,
cromatica, dal gesto violento, liberatorio e autentico.
L’arte del pittore pugliese è fatta di forme interpretate
dal colore deflagrato, figure smaterializzate, scomposte
da intense pennellate che ridefiniscono in modo
originale i concetti di spazio e luce e, come lui stesso
sostiene “presentano se stesse prima di
rappresentare”. L’obiettivo dell’opera fame di luce è
quello di creare un cortocircuito sensoriale in cui si
evidenzi anche una linea chiara: nella società del
futuro l’uomo impara a mangiare in modo corretto,
riuscendo a “vedere” il cibo perché vede se stesso;
così come la rappresentazione, mostra la materia
che la forma, l’uomo vede il suo essere, luce
rallentata intorno ad un vuoto, prendendo coscienza
di sè. La società del futuro non assume carne.
Le mucche possono leggere il giornale in pace ed il
corpo fisico è l’espressione simbolica di questo
equilibrio ritrovato che manifesta in modo comico e
leggero, il dualismo uomo-animale.
[acrilico su parete]
[spray su muro]
[smalto, matite indelebili e colle, su muro]
NATURA*NATURANS. equilibri di altra natura
In una società in cui l’uomo riprende a curare il proprio alimentarsi con un criterio, con un senso che non
vada solo verso il riempimento o allo stereotipo del cibarsi in modo meccanico, ma si avvia verso una
riscoperta di quella che è l’alimentazione consapevole, immagino un gioco di forme paragonabili alla
danza e alla musica che con millimetrica proporzione e stili diversi spazia dalle proprie emozioni ai sentieri
più intimi della calligrafia del wall painting.
L’antidoto al degrado degli spazi urbani e il trash fotonico del junk food si contrappone ad una cifra
stilistica molto poetica ed onirica che ci mette in pace anche con la forma e la sostanza del nuovo cibo.
Natura naturans nasce dalla voglia di sentirsi a casa, di mangiare sano, di essere a contatto con la natura.
La chiave di lettura di questo incipit riporta la sensibilità umana al concetto spinoziano di rendere l'azione
tipica della natura, ovvero il produrre della natura la sua stessa realtà. Una natura che non rinuncia alla
morbida fragilità dei propri frutti ma sollecita i sensi alla chiara visione di uno stato naturale di grazia in cui
l’opera d’arte è parte integrante di un progetto unico: un fruttivendolo, un ristorante ed un progetto
artistico site specific. Dal figurativismo realista e surrealista al lettering più geometrico e ricercato, sei
leggende urbane, sei precisi codici stilistici differenti, che non appartengono soltanto alla strada ma al
panorama nazionale ed internazionale dell’arte contemporanea sono chiamati a dialogare all’interno di un
luogo frequentato quotidianamente dalla gente.
Con la direzione artistica del critico d’arte Grazia De Palma, i progetti wall paintings di Alessandro Passaro,
Gianmaria Giannetti, G.Loois, Joys, Lucamaleonte e Tellas, regalano al visitatore della mostra permanente
un equilibrio di forme e di colori che sia pur mantenendo una propria autenticità per nulla decorativa
conducono il proprio discorso e linguaggio multiforme nei mille ingredienti della forza generatrice che rende
la natura artistica quasi perfetta. Natura naturans, la natura è il punto di partenza e il punto di arrivo, una
concezione panteistica in cui la natura è divina come l’opera d’arte perché pensata per il bello in un
divenire dinamico e libero in cui nulla è contingente o casuale.
wall-paintings d'arte contemporanea in mostra permanente
Grazia De Palma
Critico d’arte contemporanea e chakra chef. Dal 2000 al 2004 ha collaborato con il Corriere del Mezzogiorno
occupandosi di recensioni critiche e monografie su artisti contemporanei. Ha inoltre scritto su: Kult, Arte
Mondadori, Tema Celeste e Collezioni Edge. Nel 2001 ha fondato ed è presidente dell’Associazione
culturale Metamorfosi che svolge la propria attività nel settore della formazione professionale del turismo e
della cultura. Dopo più di quindici anni di attività come pubblicista e critico d’arte, oltre alle collaborazioni
con ambasciate ed istituzioni italiane ed estere, ha iniziato a coltivare la sua passione per la cucina e per
tutto ciò che riguarda il mondo del benessere, comprese le attività olistiche, per questo ha dato vita al suo
osservatorio del cibo contemporaneo, un concept in cui far vivere armoniosamente l’arte e il cibo:
Le Dernier Restaurant (www.ledernierestaurant.com), frutto del connubio dello “star bene” e del “nutrirsi” in
maniera consapevole.
Via Melo 47 Bari