Stefano Scali Il problema delle introduzioni di anfibi e rettili in Italia e
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Stefano Scali Il problema delle introduzioni di anfibi e rettili in Italia e
LE SPECIE ALLOCTONE IN ITALIA: CENSIMENTI, INVASIVITÀ E PIANI DI AZIONE 13 Stefano Scali Il problema delle introduzioni di anfibi e rettili in Italia e nel mondo The amphibian and reptile introduction problem in Italy and in the World Gli anÞbi e i rettili sono stati oggetto di numerosi casi di introduzioni volontarie ed involontarie in Italia e nel resto del mondo e ciò ha provocato talvolta problemi di conservazione della fauna locale, come la riduzione della biodiversità a livello locale o l’estinzione di alcuni taxa entrati in competizione o direttamente predati dalle specie introdotte. Lo studio di queste invasioni biologiche è diventato quindi un argomento di primaria importanza per la tutela della diversità biologica e risulta necessario per la pianiÞcazione delle strategie di conservazione (Ficetola et al., 2008a). In Italia sono frequenti i casi di abbandono o di fuga dall’allevamento di specie di anÞbi e di rettili, ma di solito si tratta di singoli individui appartenenti a specie esotiche con scarsa probabilità di sopravvivenza e di acclimatazione nelle nostre regioni. Tuttavia, alcune specie si sono dimostrate particolarmente resistenti e stanno creando problemi alla fauna locale, diffondendosi in ampi territori. Tra queste si possono ricordare la rana toro americana (Lithobates catesbeianus) e la testuggine dalle orecchie rosse (Trachemys scripta). La prima è stata introdotta in Italia negli anni ’30 del secolo scorso in provincia di Mantova, subendo un’espansione, dovuta anche a successive traslocazioni ad opera di allevatori ed agricoltori motivate dalla volontà di sfruttarle per scopi alimentari (Albertini & Lanza, 1987). Nel 1987 erano note più di 160 località di presenza per la specie, che si riproduce regolarmente in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio. La sua presenza è stata accertata anche in Belgio, Francia, Germania, Grecia e in numerosi stati sud-americani e asiatici. Questa rana è dannosa per gli altri anÞbi a causa della sua voracità e delle sue grandi dimensioni. Inoltre, si è rivelata un agente per la diffusione del fungo Batrachochytrium dendrobatidis (Hanselmann et al., 2004), causa di declino di numerosi anÞbi nel mondo e, addirittura, di estinzioni di massa. Studi recenti hanno dimostrato l’origine delle popolazioni italiane da un numero molto limitato di fondatori (meno di sei femmine) (Ficetola et al., 2008a), dimostrando la capacità di espansione e di radicamento nel territorio di questa specie alloctona. L’introduzione di T. scripta, testuggine originaria del nord e centro America, allevata e venduta in tutto il mondo come animale da compagnia, negli ambienti naturali è frutto di rilasci di individui commercializzati; la specie si è diffusa capillarmente tanto da diventare, con la rana toro americana e il serpente gatto bruno (Boiga irregularis), una delle 100 specie aliene più invasive del mondo, secondo l’IUCN (Lowe et al., 2000). In Europa, T. scripta è in competizione con l’autoctona Emys orbicularis, che ha subito un drastico declino in molte zone. Studi in corso stanno evidenziando la maggiore rapidità di termoregolazione della specie alloctona rispetto a quella autoctona, una possibile chiave di interpretazione per spiegarne la competitività (Macchi et al., 2008). Negli ultimi anni è stata dimostrata anche la capacità della prima di ripro- dursi in molte aree di introduzione, a testimonianza della sua plasticità ecologica e della necessità di attuare serie politiche di controllo delle popolazioni e del commercio (Ficetola et al., 2008b). Oltre a quelle già citate, alcune specie hanno creato gravi problemi di conservazione in diversi luoghi, in particolare il rospo marino (Rhinella marina) e il serpente gatto bruno. Il rospo marino, originario del centro e sud America, è stato usato per la lotta biologica agli infestanti della canna da zucchero in molte isole tropicali, risultando estremamente pericoloso per molti predatori, non adattati alle potentissime tossine secrete per difesa da uova, larve ed adulti. In particolare, in Australia si è espanso dal 1935 alla velocità di circa 40 km all’anno, causando il decremento numerico di varani, serpenti, coccodrilli e piccoli mammiferi (Mayes et al., 2005). Finora, l’unico limite alla sua espansione è dovuto alla sua incapacità di penetrare nelle zone forestali, ma le grandi superÞci semidesertiche australiane costituiscono un habitat decisamente favorevole per questa specie. Attualmente è stato stimato un numero di circa 200 milioni di individui nella sola Australia, ma la specie è presente anche in Florida, Papua Nuova Guinea, Filippine, Giappone, in gran parte delle isole caraibiche e in molte isole dell’Oceano PaciÞco. B. irregularis, originario del sud-est asiatico è stato, invece oggetto di alcune introduzioni involontarie a causa di individui trasportati dagli aerei militari in altre basi del PaciÞco. Particolarmente preoccupante è la situazione dell’isola di Guam, dove questo serpente arboricolo ha causato l’estinzione di 11 delle 12 specie di uccelli forestali endemici, oltre a due dei tre pipistrelli, a tre scinchi e due gechi autoctoni (Rodda & Fritts, 1992; Rodda et al., 2002). B. irregularis ha causato a Guam anche ingenti danni economici (circa 4,5 milioni di dollari), dovuti ad oltre 1.600 interruzioni delle linee elettriche in venti anni, a causa di individui che entrano in contatto con le linee elettriche (Fritts, 2002). La specie è stata già osservata in numerosi altri stati, tra cui Texas, Giappone, Taiwan, Hawaii e Spagna, oltre ad altre isole dell’Oceano PaciÞco. Grazie alla sua plasticità è in grado di adattarsi a condizioni molto variabili e può colonizzare nuove aree anche a causa della capacità delle femmine di ritenzione dello sperma. Già nel 1988 la stima del numero di individui presenti a Guam era di circa 12.000, sicuramente aumentati negli ultimi anni. Per entrambe le specie sono in atto campagne di contenimento e di eradicazione che stanno avendo discreti risultati. Il rospo marino viene catturato in massa di notte sotto i lampioni, dove sono attirati dall’elevato numero di insetti. Per il controllo del serpente gatto bruno, invece, è stata proposta la posa di barriere Þsse o temporanee che impediscano gli spostamenti degli animali, unita alla cattura manuale o con trappole e all’ausilio di cani (Engeman et al., 1998; Atkinson & Atkinson, 2000; Rodda et al., 2002; Rodda et al., 2007). 14 A CURA DI GABRIELE GALASSO, GIORGIO CHIOZZI, MAMI AZUMA & ENRICO BANFI A queste specie problematiche se ne aggiungono altre che potrebbero assumere un ruolo nel declino della biodiversità locale. Tra queste si può citare il varano del Nilo (Varanus niloticus) in Florida, presente con un migliaio di individui già nel 2005 e in continua espansione territoriale (Campbell, 2005), e le numerose specie introdotte sulle isole, dove i danni risultano normalmente più evidenti. È, ad esempio, il caso delle Hawaii, dove sono attualmente presenti 28 specie di rettili, di cui solo sei autoctone (un serpente marino e cinque tartarughe marine) a cui si sono aggiunti numerosi sauri (camaleonti, gechi e scinchi), serpenti (tra cui B. irregularis) e tartarughe (Trionyx sinensis e T. steindachneri, importate come fonte di cibo nell’800 da emigranti cinesi e giapponesi). Bibliografia Albertini G. & Lanza, B., 1987 – Rana catesbeiana Shaw, 1802 in Italy. Alytes, 6 (3-4): 117-129. Atkinson I. A. E. & Atkinson T. J., 2000 – Land vertebrates as invasive species on islands served by the South PaciÞc Regional Environment Programme. In: Invasive Species in the PaciÞc: A Technical Review and Draft Regional Strategy. Sherley G. (ed.). SPREP, Samoa: 19-84. Campbell T. S., 2005 – Eradication of introduced carnivorous lizards from Southwest Florida. Final Report to the National Fish and Wildlife Foundation General Challenge Grant Program, Washington: 1-30. Engeman R. 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Stefano Scali Sezione di Zoologia dei Vertebrati, Museo di Storia Naturale di Milano, Corso Venezia 55, 20121 Milano, Italia e-mail: [email protected] Le specie alloctone in Italia: censimenti, invasività e piani di azione Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano Volume XXXVI – Fascicolo I