L`educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista

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L`educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista
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Comune di Calcinaia
L’educazione scolastica a Calcinaia e
Fornacette vista attraverso
le fonti storiche
(1600–1900)
DIEGO SASSETTI
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Diego Sassetti
Con il contributo di:
Con la collaborazione di:
L’educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Autore:
Diego Sassetti
Coordinamento editoriale, impaginazione, progetto grafico, selezione colore:
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C.L.D. Libri s.r.l. – Via Torino, 6 – 56025 Pontedera (PI)
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Myck Press s.r.l. – Fornacette di Calcinaia (PI)
In copertina: Una classe scolastica del 1800
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
INDICE
Pag.
La scuola nel 1600 .....................................................................................................
7
Il 1700 ......................................................................................................................
13
Gli anni francesi (1808–1814) ...................................................................................
15
Dalla Restaurazione al 1859 ......................................................................................
21
Dal 1860 al 1900 ......................................................................................................
25
La scuola femminile di Calcinaia, nuovi locali scolastici e classi miste ........................
29
Gli stipendi degli insegnanti alla fine del XIX secolo .................................................
35
Il regolamento scolastico e gli orari delle lezioni .........................................................
39
La preparazione degli insegnanti ................................................................................
43
Scuole private e scuole serali ......................................................................................
47
Cosa c’era sui banchi di scuola ...................................................................................
53
Le scuole di Fornacette ..............................................................................................
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PREFAZIONE
Insegnare è un mestiere difficile che bisogna imparare. Il tempo, da questo punto di vista,
è un eccellente maestro.
Apprendere e farsi successivamente portatrici del sapere per un’intera comunità è qualcosa
di encomiabile. Credere invece che una società possa progredire senza le adeguate conoscenze è semplicemente impensabile. Forse è proprio questo che il tempo, quello della storia, ci insegna: l’istruzione è il primo passo per garantirci un futuro.
La nostra Amministrazione ha da sempre ribadito il ruolo di primaria importanza che riveste la scuola per l’evoluzione e lo sviluppo del futuro del nostro paese, un futuro che ha il
volto, il sorriso e lo sguardo vivace dei nostri ragazzi.
Ed è a loro, oltre che a tutti coloro che hanno la curiosità di tornare indietro al tempo in
cui i loro avi sedevano tra i banchi di scuola, che questo libro è indirizzato.
Oggi diamo ormai per scontato il libero accesso all’istruzione. Una conquista così connaturata nella nostra società che ci appare acquisita ed indiscutibile. Un secolo fa le cose non
stavano così. Avere la possibilità di accedere al sapere era un privilegio che solo una piccola minoranza poteva concedersi, una minoranza che di conseguenza rappresentava la classe
elitaria di una comunità.
Per cui non smettiamo mai di credere nell’istruzione, di vederla come un bene primario a
cui non si può rinunciare per parificare i diritti di tutti. Non stanchiamoci mai, a nessuna
età, di imparare, leggere, ascoltare e di tramandare questi preziosi insegnamenti. Ne va del
nostro futuro e di quello del nostro paese.
Questo piccolo volume, redatto con cura e maestria dal Dr. Diego Sassetti dopo un’appassionata ricerca negli archivi del nostro Comune, racchiude gli ingredienti necessari per
imparare dal tempo, dare uno sguardo ad epoche lontane e poi partire all’inseguimento
della storia più recente dell’educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette. Leggerlo sarà per
tutti una piacevolissima scoperta.
Il Sindaco del Comune di Calcinaia
Lucia Ciampi
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
INTRODUZIONE
La scuola è oggi al centro di un acceso dibattito: fortissima è la richiesta da parte delle famiglie di una scuola di qualità che assicuri un futuro migliore ai nostri giovani e sappia competere con le sfide che la società e l’economia ci richiedono. Una scuola di qualità non è
però possibile senza un cospicuo investimento da parte delle Istituzioni che possano assicurare insegnanti preparati ed aggiornati costantemente, tempi scuola rispondenti alle esigenze di un serio percorso educativo, un’offerta formativa ampia e stimolante, edifici scolastici ben tenuti ed adeguati alle normative vigenti. La stagione che stiamo attraversando è difficile, sempre meno risorse sono destinate alla scuola ed in generale si assiste ad un impoverimento della scuola pubblica costretta ad orari ridotti, con insegnanti e personale di
custodia in calo, con un numero di alunni per classe in aumento ,con sempre minori disponibilità di quelle risorse necessarie a render l’istruzione un processo dinamico e aperto, interessante e motivante per gli alunni.
Nel passato, come si presentavano le scuole e l’insegnamento nel territorio comunale?
Oggi che celebriamo il 150° dell’Unità d’Italia, abbiamo voluto ripercorrere, attraverso una
ricerca negli archivi comunali, la storia dell’Istruzione a Calcinaia e Fornacette dal 1600 agli
inizi del 1900, quando l’intero onere di questo settore gravava interamente sulle competenze dei Comuni. Ne esce fuori un ritratto inedito che presenta le difficoltà attraversate
dall’Istruzione nel nostro territorio in modo non dissimile dagli altri Comuni del
Circondario pisano: stipendi ridotti per gli insegnanti (i quali spesso dovevano pagarsi i supplenti in caso di malattia o di assenza), differenze sostanziali nel trattamento economico tra
maestri e maestre, aule sovraffollate, locali angusti e freddi, mancanza cronica di fondi destinati all’educazione, mancanza di personale per le pulizie che spesso venivano eseguite da
maestri e scolari, evasione dall’obbligo scolastico, maggiori difficoltà per l’istruzione femminile, abbandoni scolastici dovuti alla forte selezione e alle necessità del lavoro nei campi.
La storia con i suoi documenti e le sue fonti d’Archivio ci restituisce l’immagine di un
Comune che però, pur nelle oggettive difficoltà di carattere economico e spesso burocratico, si impegnava a cercare le soluzioni più idoneee ad assicurare ai suoi ragazzi un crescente livello di alfabetizzazione e ci immerge in atmosfere di altri tempi quando il diritto
all’Istruzione si scontrava con la miseria e la povertà, con il lavoro in casa o nei campi, in
aiuto alla famiglia numerosa con tante bocche da sfamare.
Il valore di questa ricerca è sostanziale, ci aiuta a leggere il nostro passato per riflettere sul
nostro presente ed il nostro fututo: oggi noi tutti, consapevoli del ruolo insostituibile della
Scuola per il progresso della Nazione, siamo chiamati a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità, affinchè la formazione e l’educazione siano al primo posto nell’agenda politica e
amministrativa e assicurino alle giovani generazioni una preparazione culturale che sia in
grado di collocarli come cittadini competenti, attivi, responsabili e solidali in questo nostro
mondo sempre più globalizzato.
Maria Ceccarelli
Assessore alla Cultura
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L’Archivio Storico del Comune di Calcinaia è uno scrigno ricco di memorie uniche.
Qui i documenti ci appaiono originali, non filtrati da interpretazioni preconcette (se non
le nostre), rendendolo uno strumento indispensabile per chi voglia approfondire le vicende politiche, amministrative e umane di un territorio, andando a scavare direttamente nelle
fonti.
In queste pagine ripercorreremo la “microstoria” delle istituzioni scolastiche nel
Comune di Calcinaia, passando per tre secoli di storia dal 1600 alla fine del 1800. Un lasso
di tempo ampio, ricco di eventi e avvicendamenti politici che per esigenze editoriali accenneremmo soltanto, mantenendo l’attenzione focalizzata sui protagonisti della ricerca: alunni, insegnanti e scuole.
La lettura è accompagnata da piccoli box di approfondimento su istruzione e curiosità, oltre a un’ampia riproduzione di documenti inediti, tutti provenienti dall’Archivio
Storico di Calcinaia.
RINGRAZIAMENTI
L’autore ringrazia sentitamente l’amministrazione del Comune di Calcinaia, l’Assessore
alla Cultura Maria Ceccarelli, la Dott.ssa Pina Melai del Settore Cultura e Bibliolandia, la
Rete documentaria della provincia di Pisa, che hanno reso possibile questa pubblicazione.
Un ringraziamento particolare va alla Dott.ssa Sarah Tiboni per i preziosi consigli.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
La scuola nel 1600
A
ll’inizio del XVII secolo Calcinaia era sprovvista di un maestro. Una mancanza dovuta allo scarso compenso legato alla carica, 12 scudi1, più che alle difficoltà di reperire
personale idoneo. Sebbene le casse comunali versassero in pessime condizioni, reggendosi
quasi esclusivamente sull’appalto del Passo di Nave2, i calcinaioli erano pienamente consapevoli della necessità di avere fra loro un insegnante. Abbiamo una testimonianza significativa al proposito, lo scritto del pievano Sebastiano Tosoni3, in cui stimava che in un popolo di oltre 400 anime in età da comunione soltanto tre individui fossero in grado di leggere e scrivere, tutti con più di 50 anni.
Il primo insegnante del secolo fu il sacerdote cascinese Cosimo Bacci (1610), che si
accollò oltre al compito d’inségnar leggére, scrivere, e grammatica, anche quello di celebrare
la messa in Pieve nei giorni festivi. Al proposito è utile aprire una breve parentesi sul ruolo
dei mastri cappellani. Nel Seicento, l’istruzione scolastica italiana era saldamente in mano
agli ordini religiosi, e tale rimase fino alla seconda metà del secolo successivo. Fu a partire
dal Quattrocento, con le scuole di dottrina cristiana, che i prelati si occuparono dell’istruzione laica. Si trattava di corsi di catechismo attivi la domenica e nei giorni festivi, che prevedevano anche l’insegnamento di lettura e scrittura. Con quelli aperti durante la Riforma
cattolica, inizialmente dai Gesuiti, seguiti da Scolopi, Barnabiti e Somaschi, gli ordini religiosi assunsero un ruolo di primo piano nell’insegnamento. Anche in seguito alla bolla
papale Dominus ac Redemptor noster (1773), con cui vennero soppressi i Gesuiti, i posti
rimasti vacanti furono perlopiù sostituiti da altri togati, data la difficoltà di trovare un congruo numero di insegnanti laici. Non deve quindi stupirci il lungo elenco di maestri cappellani che si alternarono a Calcinaia nel corso del secolo, spesso provenienti dai territori
“scomodi” della Lunigiana o Garfagnana, e disposti, o più di altri, ad addossarsi un'altra
incombenza legata alla carica: l’obbligo di risiedere stabilmente in paese.
Si dovrà attendere il 26 dicembre 1680 perché avvenga la nomina del primo calcinaiolo, il reverendo prete Francesco del Nero che, salvo una breve parentesi tra il 1686 e il 1690,
rimase in ruolo fino alla morte avvenuta nel 1718: A di 26 di dicembre 1680 ab Inc.ne.
Adunati servatis servandis Pasquino di Filippo Lupi, Francesco di Bastiano Taccini et Cesare di
Camillo Parelli, Governatori rappresentanti la Comunità di Calcinaia in numero sufficiente
per trattare, et stante le buone qualità, et ottimi portamenti del reverendo Prete Francesco del
Nero di detto luogo loro maestro di squola confermano in carica il medesimo Signore Francesco
1
Lo stipendio del maestro era ritenuto irrisorio oltre che ingiusto. Ne sono prova le varie istanze presentate ai Surrogati
dei Nove Conservatori o allo stesso Granduca che, in meno di 50 anni (1609-1652), consentirono l’aumento del salario da
12 a 40 scudi. Le somme erano ricavate dall’estimo di contadini e cittadini, visto che era la stessa comunità a farsene carico.
2
Circa 800 lire, perdute alla metà del 1600 come riportato nel volume Calcinaia, una pieve ed una comunità nell’epoca
moderna, G. Greco, Ponsacco (Pi), Grafiche 2000, 1998.
3
ASP, Fiumi e Fossi, F. 25 n. 624, carta sciolta, 10 marzo 1608.
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Conferma in carica del maestro Francesco del Nero. ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 2, c.75r, 26 dicembre 1680
del Nero per tre anni da cominciare il primo maggio prossimo futuro 1681 che spira l’altro partito, et da finire come segue con il solito salario di scudi quaranta l’anno, et altri obblighi, carichi, et emolumenti ordinarij il tutto con loro legittimo partito di voti tre favorevoli niuno contrario salvo l’approvazione.
I maestri cappellani del 1600
Come accennato, la totalità degli insegnanti del 1600 fu composta da sacerdoti.
L’elenco che segue riporta il nome del maestro con eventuali patronimico e provenienza. Le date segnate tra parentesi rappresentano il momento della nomina o della
riconferma in ruolo.
Cosimo Bacci, Cascina (1610); Piero di Francesco Venturelli, Fivizzano (1612);
Iacopo di Domenico Nardini, Fano (rimosso dall’incarico nel 1616 perché suddito
del Duca di Modena); Orazio di Francesco Puri, campagna pisana (1617); Galbino
Galbini, Castelfiorentino (1618); Antonio di Tommaso Vannucci, Pistoia (1618,
1619); Antonio di Francesco Venturelli, Fivizzano (1621); Ottavio di Simone Rossetti,
Vicopisano (1622, 1623); Iacopo Turi, Santa Croce (1626); Giovanni di Alessandro
Petrelli, Fivizzano (1627); Giuliano Mei, Buggiano (1628); Michele di Camillo Zei,
Buggiano (1630); Vincenzo di Alessandro Braccini, Pontedera (1630, 1631);
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Domenico di Benedetto Bartolini, Montevettolini (1632); Bartolomeo Tosoni
(1633); Benedetto Dini, Buti (1637, 1640); Annibale di Folco Folchi, Colle a
Buggiano in Valdinievole (1641, 1646, 1649 e 1650); Giovanni Marco di Silenzio
Cosci, Buti (1642); Domenico Marchi, Vellano (1644); Benedetto di Ludovico
Morelli, Borgo a Buggiano (1644); Giovanni Simone Petrini, Pastina a Bagnone in
Val di Magra (1650, 1654); Pietro Tosi, Pastina a Bagnone in Val di Magra (16571660); Iacopo di Giovanni Leoni, Pontedera (1662); Vito Leonardi cappellano della
Compagnia della Santissima Trinità di Venezia Nuova, Livorno (1663); Jacopo
Spadoni, Buggiano (1663, 1664, 1665, 1667, 1670, 1673); Michele Galligani (1676,
1679); Francesco del Nero, Calcinaia (1680/86, 1690/1718); Alfonso Stradiotti, San
Giovanni alla Vena (1686); Martino Buonini, Garfagnana (1687, 1688).
Il contratto di insegnamento era triennale, almeno fino al 1697. Non tutti i maestri
però rimanevano in carica fino al termine del mandato, ritirandosi, anche dopo pochi mesi,
ogni qualvolta si presentasse un incarico più appetibile o meglio retribuito. Ne abbiamo
prova dai libri delle Deliberazioni e Partiti4, dove se ne registravano dimissioni, riconferme
o assunzioni. Le ultime non sempre coincidevano con l’anno scolastico, ma nel corso del
Seicento caddero di aprile, maggio, novembre e dicembre; l’anno regolare cominciava il
primo maggio e si concludeva con l’aprile successivo. Sarà solo dalla metà del secolo che si
potrà notare una maggiore regolarità nella permanenza in carica.
I Governatori di Calcinaia furono determinanti nel cambiare la consuetudine del contratto triennale, preferendogli la conferma di anno in anno. Nella risposta dei Surrogati dei
Nove Conservatori a tale richiesta, trascritta nel testo di Gaetano Greco, la motivazione è
perfettamente chiarita e per tanto merita di essere riportata: L’esperienza ha fatto riconoscere, che i salariati delle comunità eletti e confermati per più di un anno trascurino il servizio,
affidandosi di non poter essere licenziati durante il tempo del partito della loro condotta, e che
all’incontro, quando si eleggono e confermano per un solo anno, stanno più applicati per non
restare alla fine dell’anno licenziati […]. Stimiamo pertanto […] che non solo nella Comunità
di Calcinaia, ma anche in tutte le altre Comunità subordinate a questo Magistrato, i salariati
si partitassero ogn’anno per tenerli così a freno, e darli stimolo di soddisfare alla loro carica […]5.
L’approvazione granducale risale al 1697.
I verbali delle riunioni del Consiglio Comunale, composto da tre membri chiamati Governatori.
ASP, Fiumi e Fossi, F. 604 n. 835, carta sciolta, 1697.
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Scrittura e disciplina
Per formarci un’idea sui metodi di insegnamento seicenteschi, è di particolare interesse un libro dal titolo ambizioso: La piazza universale di tutte le professioni del mondo,
pubblicato a Venezia nel 1585 da Tommaso Garzoni. Pur compilato nel secolo precedente, possiamo immaginare che certe modalità fossero ancora valide nei decenni
immediatamente successivi, specialmente in territori agricoli e periferici. Qui troviamo descritta la maniera corretta di usare il pennino: Il maestro baderà che gli scolari
prendano l’inchiostro con discrezione, intingendo solamente la punta della penna e scuotendola leggermente poi nel calamaio e mai per terra […], dovrà disporre egli stesso la
mano dello scolaro […]: avrà cura che metta le tre dita sulle tre intaccature della penna,
che egli stesso avrà fatto col temperino. L’istruzione scolastica dell’epoca, oltre a fornire
le basi dell’alfabetizzazione e dell’abaco, mirava anche a disciplinare allievi spesso irriguardosi nei confronti del maestro. Questo poteva avvenire anche attraverso veri e
propri “rituali”. Sempre dal Garzoni, riguardo la modalità di temperare la penna, leggiamo il comportamento che andava tenuto dagli scolari: si terranno a capo scoperto
fino a che (il maestro) non gliela avrà resa, e ricevendola, gli baceranno la mano e gli
faranno un inchino 6.
Non esistevano locali pensati per l’insegnamento. Fino al 1610 i ragazzi di Calcinaia
seguirono le lezioni all’interno della Pieve, in seguito, per un canone di 8 scudi annui, si
spostarono in una casa di proprietà della Compagnia di San Michele. Non abbiamo informazioni sul materiale didattico di supporto agli insegnanti, ma è legittimo immaginarsi che
questo fosse completamente inesistente. Prova ne sarebbero le autorizzazioni per i lavori di
miglioramento dei locali scolastici, scarne descrizioni che si limitavano a menzionare le suppellettili indispensabili alla scuola. Le carte documentarie dell’Archivio Storico di
Calcinaia, le poche riferite al periodo preunitario ancora conservate presso il Comune, ci
parlano di periodici ordini di materiali. Riportiamo a titolo di esempio quello risalente al
14 settembre 1666: […] stanziano scudi otto da pagarsi dal Camerlengo del Comune per fare
una tavola grande d’albero per li scolari tre panche grande due per detta tavola et una per la
tavola che presentemente vi è e due come dette basse per li ragazzi più piccoli e tre sgabelli […];
e quello del 25 marzo 1682, un impegno di spesa per scudi cinque da spendersi dal
Camerlengo di detto Comune per fare una tavola nuova còn sue panche attorno per servizio
della Squola di detto Comune, acciò li scolari abbino dove sedere e scrivere.
T. Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia 1585.
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Stanziamento di 8 scudi per lavori alla scuola. ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 2, c. 25v, 14 settembre 1666
Stanziamento di 5 scudi per lavori alla scuola. ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 2, c. 80v, 25 marzo 1682
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Il
1700
P
ur non esistendo una vera e propria istruzione pubblica, la scuola toscana del XVIII
secolo aveva subito alcuni cambiamenti considerevoli. La cultura illuminista, sostenendo l’uguaglianza originaria degli uomini, quindi anche di fronte alla cultura, aveva incoraggiato vari sovrani ad assumere il controllo dell’istruzione sottraendola agli ecclesiastici.
Dopo l’espulsione di Gesuiti e Barnabiti, attuata nell’ambito della riforma scolastica voluta da Pietro Leopoldo (1788), si ebbe l’apertura di numerose scuole pubbliche elementari
dette “basse” o “minori di leggere e scrivere Abaco”, con maestri stipendiati dal governo.
Nonostante fosse proibito al clero regolare di insegnare ai laici, ad eccezione degli Scolopi,
i mutamenti non furono drastici come parrebbe. Era ancora tra
le file dei togati che si cercava il personale docente, mutava,
casomai, la motivazione della scelta: non più una prerogativa
della Chiesa all’insegnamento, ma la logica scelta di coloro che,
disimpegnati dagli affari secolari, erano più liberi di adoperarsi nell’istruzione. Questo valeva specialmente nelle campagne,
dove si esortavano curati e cappellani a impegnarsi nell’insegnamento, promettendo di tener conto degli anni di servizio
per eventuali promozioni a scuole più lucrose e ottenere
Benefizi Ecclesiastici7. Non approfondiremo la disputa venuta- Timbro raffigurante lo stemma della
si a creare fra Stato e Chiesa riguardo l’insegnamento, ci limi- casata Lorena, granduchi di Toscana
dal 1737 al 1859 (salvo per la
teremo a segnalare che ancora durante il primo Congresso dei parentesi napoleonica), presente in
cattolici d’Italia del 1874, la questione era di estrema attualità. varie carte dell’Archivio Storico di
Calcinaia
Lo dimostrano con chiarezza questi brevi estratti dagli atti del
Congresso: La legge naturale e la legge divina positiva hanno conceduto ai genitori il diritto
d’istruire e educare i figliuoli. La legge divina positiva ha conceduto alla Chiesa sola insegnare
a tutti. Né la legge naturale né la divina positiva hanno dato ai governi degli stati diritto di
insegnare […]. E qual è al postutto l’istruzione obbligatoria che ormai si vuole dare a’ fanciulli? Con gergo di gente non cristiana si chiama laica, laica suona atea 8.
In definitiva a Calcinaia la situazione rimase invariata, con il susseguirsi di maestri cappellani e alcuni allontanamenti dalla carica prima della scadenza naturale. Purtroppo i libri
delle Deliberazioni e Partiti non ci forniscono particolari spunti di approfondimento, limitandosi a registrare entrate in carica, dimissioni e confermando il consueto stipendio di 40
scudi annui. Salario che dopo i vari aumenti del secolo precedente tornava ad essere scarsamente interessante; va considerato che stava al sacerdote procurarsi un sostituto in caso
7
L. Ruta, Tentativi di riforma dell’Università di Pisa sotto il Granduca Pietro Leopoldo (1765-90) in Quaderni Fiorentini
per la storia del pensiero giuridico moderno. N. 8, Giuffré Editore, Milano 1979, p. 255.
8
S. Santamaita, Storia della scuola, Bruno Mondadori, Milano 1999, p. 27.
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di malattia o assenza prolungata e retribuirlo di tasca propria. A titolo di paragone, riportiamo la paga percepita nel 1700 dal moderatore dell’orologio pubblico, 28 lire (circa 4
scudi), e dal “predicatore della chiesa della comunità”, una sorta di oratore specializzato che
veniva ingaggiato annualmente in occasione della Quaresima per 8 scudi.
Conferma in carica del maestro Domenico Chiocchini con l’obbligo di tenere il sostituto a tutto suo conto.
ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 6, c.5v, (28 marzo 1761)
Nomina del maestro Angelo Pellegrino di Jacopo Marinai con evidenziati i compiti dell’insegnante.
ASCC, Deliberazioni e Partiti F .6, c.29v (5 febbraio 1770)
Permaneva l’obbligo per il maestro di celebrare messa. Quanto l’aspetto fosse importante per i Governatori calcinaioli, lo si ricava da una nomina avvenuta il 19 agosto 1765.
Rimasto vacante l’impiego per la morte del sacerdote Domenico Chiocchini, si presentarono due candidati: Pier Giovanni Marsili, prete di Pontedera e Ferdinando Tamberi di
Calcinaia. Nonostante l’ultimo risultasse vincitore, essendo Chierico in minoribus e quindi
non potendo celebrare la messa, si vide assegnare il termine di un anno per essere avanzato
al carattere di Sacerdote altrimenti non avrebbe potuto essere riconfermato.
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Gli anni francesi (1808–1814)
C
on il trattato di Fontainebleau la Toscana venne assoggettata al potere napoleonico e
nel marzo del 1809 affidata alla Granduchessa Elisa Baciocchi. Il precedente Regno
d’Etruria fu diviso in tre settori amministrativi chiamati Dipartimenti dell’Arno,
dell’Ombrone e del Mediterraneo. Dall’ultimo, comprendente Pisa, Livorno e altre appendici centrali e settentrionali confinanti con le province di Lucca, Pistoia e Firenze, dipendeva anche Calcinaia. Il Comune (o mairie) era amministrato da un maire, una sorta di sindaco che veniva eletto dal Prefetto di Livorno se governava una popolazione inferiore alle
5000 anime, come nel nostro caso, dove si supererà tale quota solo nel 1900.
Si trattò di un periodo breve ma significativo (1808-1814), ricco di cambiamenti
amministrativi che riguardarono in parte anche l’istruzione. Dove, accanto al tentativo di
applicare la concezione scolastica ispirata a Condorcet9, in cui la scuola primaria era pensata come pubblica, obbligatoria e almeno in teoria gratuita, si aggiunse la severità che
accompagnava ogni nuova occupazione.
Annualmente i sindaci dovevano inviare al Sottoprefetto una nota sul personale docente, annotandone pregi e mancanze.
Emblema dell’Università Imperiale Accademia di Pisa. ASCC, Carteggio del Maire F .26, carta sciolta, 1811
9
J. C. Condorcet, Rapport et project de décret sur l’organisation génerale de l’Instruction publique, presentato all’Assemblea
Legislativa il 20/21 aprile 1792.
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Nomina del maestro Federigo Baroni da approvarsi da parte dal Senatore Gran Maestro dell’Università Imperiale.
ASCC, Carteggio del Maire F. 29, carta sciolta, 15 gennaio 1814
Nessuno era autorizzato a tenere una scuola senza il consenso del Senatore Gran Maestro
dell’Università Imperiale, in mancanza della di cui autorizzazione si veniva soppressi dall’incarico. Questo accadde anche Calcianaia l’8 gennaio 1814, quando fu rimosso un non
meglio precisato maestro, sostituto una settimana dopo dell’ecclesiastico Federigo Baroni.
Sembra che nei primi anni francesi si fosse avuta una certa difficoltà a reperire un’insegnante. Sono le parole del maire a raccontarlo: Fino che non è stato approvato dal Governo
un onorario per il maestro di Scuola di questa Comunità (£ 350), non si è trovato chi ci si sia
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occupato all’educazione generale dei teneri fanciulli, neppure coll’impiego di un’ora o due il giorno anche delle più oziose per insegnargli la dottrina cristiana, le massime principali per formare un buon cittadino, ed a leggere scrivere e far di conto 10.
Di notevole interesse il documento riprodotto nella pagina. Una sorta di manifesto in
cui, con estrema chiarezza, si evidenziano le criticità legate all’istruzione per l’impero francese: vigilare sui testi di insegnamento usati per formare le menti e accertarsi sull’orientamento politico degli insegnanti, perché non sfruttassero il loro ascendente contro il
Governo.
Prescrizioni date al Maire di Calcinaia dal Vice Prefetto di Pisa riguardo ai libri di testo e scelta degli insegnanti.
ASCC, Carteggio del Maire F. 24, carta sciolta, 17 ottobre 1810
ASCC, Carteggio del Maire F. 29, carta sciolta, 15 gennaio 1814.
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Ne riportiamo la trascrizione per comodità di lettura: Dovendo render conto superiormente,
e prima che accada l’imminente riaprimento del corso annuale delle scuole, del sistema che vien
praticato in rapporto all’insegnamento da codesti maestri verso i loro scolari, devo pregarvi, o
Sig. Meire, a volervi compiacere a volermene dare immediata contezza, e d’indicarmi insieme
di quali libri elementari si vagliano per imbevere i giovani dei primi rudimenti che servir devono a formare in progresso tanti Cittadini utili al Sovrano allo stato ed alla Patria. Voi comprendete bene che dalle prime impressioni ricevute nell’Educazione Infantile, formandosi il carattere dell’Uomo che ordinariamente sostiene per tutta la vita, convien riscontrare ed assicurarsi con
la scorta del sistema d’istruzione tenuto dai Maestri se possono spargervi e radicarvi quei germi
che servono di radice alle Virtù e ai Costumi. Importa anco assicurarsi che i Maestri non siano
punto pregiudicati, e che siano attaccati per convinzione al nostro attual sistema affinché imbevuti di principj contrari non infondessero massime opposte nella mente ancor tenera dei loro
Allievi. La lettura e spiegazione del Codice Civile, e di quello dei Delitti e delle Pene è molto
importante ed utile per i giovani che apprendono di buon ora l’estensione dei loro diritti e dei
loro doveri, ed imparano a distinguere l’azioni innocenti dalle criminose e ad evitarne le pene.
Finalmente è importante di procurare che frà le ordinarie Istruzioni abbia un posto principale
l’Istoria gloriosa dell’attul Dinastia che fortunatamente ci governa […], in modo che gli studenti vi si affezionino. Fu anche a questo scopo che il calendario venne arricchito di feste
pubbliche legate alle vicende della famiglia imperiale o alle vittorie sui campi di battaglia.
Alcuni esempi: 20 marzo per la nascita di Napoleone II Re di Roma, 29 marzo per il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, 15 agosto per l’onomastico di Napoleone,
prima domenica di dicembre per la vittoria di Austerlitz etc.
Pur non riguardanti l’istruzione scolastica elementare, meritano di essere ricordati i tentativi di far seguire l’allevamento e la cura degli animali a personale scientificamente preparato. Nel settembre del 1811 si informò il popolo calcinaiolo che era possibile iscriversi alla
scuola di veterinaria di Lione. La cura degli animali, si diceva, è confidata a degli uomini a
cui le nozioni pratiche tengon luogo di quelle che avrebbe potuto somministrarli la Teoria, che
non hanno alcuna idea ragionata di quest’arte si essenziale all’agricoltura. La scuola era destinata a ricevere tre alunni per Dipartimento, che dopo tre anni di corso sarebbero tornati
nella terra di origine per esercitare la professione. Gli interessati dovevano allegare alla
domanda di ammissione la copia di una cauzione di 600 franchi registrata da un notaio.
L’ingente cifra serviva da garanzia che l’allievo avrebbe continuato gli studi, ma sarebbe
stata rimborsata di fronte a “inettitudine alla scienza”. Un anno più tardi vennero offerti
dei posti per le scuole di pastorizia di Rambouillet, Ireves e Perpignano; il Circondario di
Pisa aveva diritto al posto per uno studente. Nessuna delle due scuole fu frequentata da abitanti del comune.
Con il Piano d’istruzione generale varato nel 1808, si decise di istituire nel Regno d’Italia
un liceo in ogni capoluogo di Dipartimento e un ginnasio in ogni comune con più di
10.000 abitanti. Se anche tali progetti non poterono applicarsi completamente per la brevità dell’occupazione, rimase come elemento positivo la divisione del sistema scolastico
nelle tre fasi elementare, medio e superiore, che ha provato ampliamente la sua efficacia
resistendo fino ai nostri giorni.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
L’importanza della veterinaria per il Governo francese.
ASCC, Carteggio del Maire F. 26, carta sciolta, 19 settembre 1811
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
Dalla Restaurazione al 1859
L
a sorte degli stati francesi, o loro satelliti, venne decisa durante il Congresso di Vienna
(settembre 1814 – giugno 1815), dove le potenze vincitrici decretarono di ripristinare
l’assetto europeo precedente alla Rivoluzione. La Toscana venne inizialmente occupata dalle
truppe napoletane di Gioacchino Murat, che ambiva a diventare re d’Italia, ma il 14 settembre 1814 Ferdinando III Lorena rientrò nel Granducato, ed il 20 aprile dell’anno successivo riprese ufficialmente il possesso del regno con l’approvazione del Congresso.
Nella prima adunanza del Magistrato e Consiglio Generale della Comunità di
Calcinaia (31 ottobre 1814), fu ripristinato in blocco il personale stipendiato dal Comune.
I salari annuali rimasero invariati, è interessante riportarli: 875 lire per il medico condotto,
210 per l’organista, dalle 28 alle 64 per il donzello, 84 per il temperatore dell’orologio pubblico, 112 per il custode del Campo Santo, 14 per lo spazzino e 350 (circa 50 scudi) per il
maestro Anton Federigo Baroni, il cui mandato era tornato a essere triennale.
L’incipit del Regolamento per la pubblica Scuola di Calcinaia.
ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 62, carta sciolta, 13 ottobre 1823
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La scuola, ancora esclusivamente maschile, si era trasferita in un fondo di proprietà di
Francesco Borzoli, e da qui, nel 1825, in una casa di Giovanni Guelfi sulla via della Porta
Pisana. Aperta due ore la mattina e due ore il pomeriggio, ad eccezione del giovedì, ospitava alunni di età diverse. Una promiscuità anagrafica che poteva causare inconvenienti. Lo
vediamo dagli scritti del sacerdote Giuseppe Cei (1838), che lamentando come ci fosse
l’usanza di mandare a lezione i bambini di quattro anni compiuti, dal che ne deriva un’indecenza nella Scuola medesima ed una inquietudine nell’esercizio della istruzione, ottenne che
dall’anno seguente venissero accettati solo al compimento del quinto anno.
L’età dei bambini che possono frequentare le scuole.
ASCC, Deliberazioni e Partiti F. 63, carta sciolta, 3 dicembre 1838
Insegnare nelle scuole di allora, in aule anguste, dove si affollavano bambini sprovvisti di
ogni formazione e studenti già indottrinati, non era un compito da poco. Spesso, per far
arrivare la voce del maestro alle ultime file, era necessario l’aiuto di un monitore, uno degli
studenti più bravi che insegnava ai coetanei quello che aveva appreso; un metodo riscontrato anche a Calcinaia. Per tenere a freno i più agitati, ancora nei primi anni del secolo, i
docenti si avvalevano di verga e ferula: la prima era un bastone con fissate dalle 4 alle 5
corde con nodi alle estremità, la seconda era formata da due strisce di cuoio cucite insieme.
Pur non giustificando questi metodi medievali, va ribadita la difficoltà di un mestiere che
si scontrava con varie difficoltà organizzative e scarse soddisfazioni economiche. Può sembrarci improbabile, ma nel 1854, il maestro Giuseppe Cei si vide costretto a chiedere al
Consiglio Comunale un indennizzo per le spese sostenute per far spazzare settimanalmente la stanza della scuola; istanza che venne bocciata. Lo stesso accadde l’anno dopo, quando domandò di essere esonerato dalle sacre funzioni per problemi di salute certificati dal
medico. Va precisato, comunque, che non venne dimenticato al momento della pensione.
Cei fu uno dei maestri rimasti in carica più a lungo. Nato nel 1800, dopo 34 anni di servizio, ottenne un vitalizio di 30 scudi annui a partire dal 1859, nonostante gli mancassero
sei anni per raggiungere l’età prescritta dalla legge sulle pensioni degli Impiegati Regi.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
La scuola per ostetriche (1816–1878)
All’inizio del 1800 la professione dell’ostetrica era ancora esercitata da donne che non
avevano ricevuto una formazione professionale. Era ritenuto sufficiente aver avuto
figli, l’età avanzata e una fede del sacerdote che certificasse la moralità del soggetto. Si
può leggere nelle Deliberazioni della Giunta Comunale: ll Paese di Calcinaja da tempo
remoto è mancante di pubblica Levatrice Matricolata, dal che consegue essere le partorienti necessitate valersi dell’opera di donna che per sola pratica esercitano la professione di
Levatrici Mammane, ossia Levatrici 11. Nel marzo 1816 fu istituito nell’Ospedale degli
Innocenti di Firenze un Offizio di Maternità, dove si sarebbero ospitate 12 ragazze,
una possibilmente di Calcinaia, per istruirsi nella materia. Il corso aveva la durata di
due anni ed era riservato alle provenienti da famiglia facoltosa, a chi fosse in grado di
leggere e scrivere, avesse un’età compresa tra i 20/35 anni e disponesse di un vestiario
decente. Nessuna donna rispose al bando. Per trovare la prime due candidature si
dovrà attendere il 1878, stavolta per i posti di Alunna Ostetrica sussidiati dalla
Provincia di Pisa nei Regi Ospedali. I nominativi furono: Verdina Taccini e Maria
Biasci.
Fu negli anni precedenti all’Unità d’Italia che l’istruzione a Calcinaia subì due cambiamenti che potremmo definire epocali. Il primo riguardava le materie insegnate. Stando al
regolamento scolastico, fino al 1853, era fra i compiti dell’insegnante l’impartire nozioni di
lingua latina. Dall’anno seguente, per uniformarsi a una legge valida per le comunità con
meno di 4.000 anime, queste divennero facoltative, inserendo al loro posto l’obbligo di
istruire i ragazzi sul sistema dei pesi, misure e monete del Granducato. Il secondo mutamento toccava il personale docente, per la prima volta, dopo secoli, scelto anche fra i laici.
Ne abbiamo notizia da un giornale dell’epoca, il Monitore Toscano, dove in previsione
della giubilazione del maestro Cei fu pubblicato l’avviso di concorso. Si presentarono solo
due uomini (21 febbraio 1859), il sacerdote Serafino Giannetti, scartato perché si candidava senza essere disposto a celebrare la messa (per i religiosi l’obbligo permaneva) e il laico
Giuseppe Casarosa. L’ultimo fu eletto nonostante si fosse presentato al colloquio senza il
Diploma di Idoneità, che dichiarò aver dimenticato a casa. Segnalo questo particolare per
sottolineare come pur di avere un maestro in paese si fosse disposti a chiudere un occhio,
dato che, per la verità, il Casarosa il diploma proprio non lo aveva, lo dimostrerebbe l’obbligo impostogli di conseguirlo entro tre mesi pena la rimozione dall’incarico.
ASCC, Protocolli delle Deliberazioni della Giunta Municipale 1875-1879, F. 3, c. 414, 25 settembre 1878.
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Dal 1860 al 1900
C
on gli accordi del 25 gennaio 1860, anche la Toscana e l’Emilia Romagna entrarono a
far parte dello stato sabaudo, il tutto ratificato con il plebiscito del 12 marzo 186012.
Uno dei problemi maggiori che si ebbero dopo l’Unità d’Italia, fu quello di far seguire ad
un’unificazione di tipo giuridico-amministrativo (che aveva dovuto risolvere i problemi di
pesi, misure e leggi, per non parlare di usi e costumi spesso in contrasto fra loro), un’unificazione dal punto di vista linguistico. A complicar ulteriormente il quadro contribuiva
l’alto tasso di analfabetismo, che mediamente si aggirava attorno al 78% con punte del
90% nel Meridione.
Dalla seconda metà dell’Ottocento la scuola pubblica fu regolata secondo la Legge
Casati13, che riconobbe una certa parità dei sessi riguardo l’esigenze dell’educazione.
L’istruzione elementare, a carico dei comuni, era divisa in un ciclo biennale inferiore (6-7
anni) gratuito e obbligatorio e un ciclo biennale superiore (8-9 anni) attivato nei comuni
con istituti secondari o popolazione superiore ai 4.000 abitanti. Tra le materie era prevista
la “dottrina religiosa”, il cui insegnamento era affidato nelle scuole elementari al maestro
sotto il controllo del parroco; questa rimase in vigore fino al 1877, quando la Legge
Coppino proibì ai maestri di insegnare storia sacra e catechismo.
Nonostante la gratuità del biennio inferiore, la massa degli agricoltori non mandò di
buon grado i figli a scuola o non li mandò affatto. Il motivo maggiore era la miseria, che
non permetteva di privarsi senza danno del lavoro infantile, ma anche un diffuso senso dell’orgoglio, che spingeva a preferire l’ignoranza al far vedere il proprio figlio senza scarpe o
magari digiuno. La Regia Prefettura di Pisa scriveva periodicamente al Sindaco perché stendesse l’elenco dei bambini tra i 6 e 9 anni che dovevano frequentare le elementari, chiedendo di convincere i genitori, con la sua autorità o quella delle persone più influenti del paese,
a mandarli a scuola. Un quadro preciso sul problema viene tracciato da Olinto Montorzi,
maestro della scuola rurale maschile di Fornacette. Interrogato sull’andamento della sua
scuola nel 1887, dichiarò di aver avuto 77 iscritti, con una media di 63 frequentanti fra
dicembre e febbraio e soltanto 47, quasi tutti della prima e seconda classe, da aprile a giugno: i mesi dei lavori campestri. Secondo Montorzi, le cifre mostravano lo scarso valore
attribuito all’insegnamento da parte dei genitori: La scuola forse, a loro modo di vedere, è
piuttosto un sicuro ricovero pei fanciulli, lungi dal considerarla il tempio dell’educazione popolare. Concludendo la nota con un suggerimento per aumentare il numero delle presenze:
Osa (il maestro) inoltre esternare il desiderio che vengano provveduti dal Comune di carta e
12
Calcinaia si pronunciò con 677 voti favorevoli e 11 contrari, da G. Caciagli, La Provincia di Pisa vol. 3, Pisa 2001
p. 164.
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Emanata dal Ministro della Pubblica Istruzione Gabrio Casati il 13 novembre 1859.
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Difficoltà e aspettative della Legge 15 luglio 1877 N. 3961, con cui si rendeva obbligatoria l’istruzione elementare.
ASCC, Carteggio degli affari comunali F. 41, carta sciolta, 18 aprile 1883
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penne per quei bambini che, figli di genitori di notoria miseria, frequenterebbero, come pel passato la scuola […] con quel profitto che ognuno può immaginare 14. Rimaneva comunque
escluso chi non aveva un abbigliamento decoroso e si presentasse senza scarpe.
Elenco di bambini/e che non frequentano la scuola nonostante l’obbligo imposto dalla legge.
ASCC, Carteggio degli affari comunali F. 20, carta sciolta, 1877
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 40, carta sciolta, 7 agosto 1887.
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La scuola femminile di Calcinaia, nuovi locali scolastici
e classi miste
A
bbiamo accennato come la Legge Casati prevedesse un’istruzione obbligatoria e gratuita anche per le bambine. Ne troviamo una prima traccia a Calcinaia dal Protocollo
delle Deliberazioni Magistrali e Consiliari, quando, dovendosi attivare la scuola per le femmine (18 marzo 1861), fu stabilito di indire un concorso pubblico per maestra con uno stipendio di 235,20 lire italiane15. L’annuncio venne pubblicato a novembre sul Monitore
Toscano, con un salario aumentato a 300 lire, insieme a quello del maestro della scuola la
maschile, il cui stipendio era esattamente il doppio. Al bando risposero solo i coniugi pisani Michele e Cesira Soderini, entrambi eletti in carica. Contestualmente alla ricerca della
prima maestra il Comune si adoperò per trovare un fondo adatto a contenere un numero
maggiore di alunni. Fu scelto un locale di proprietà Coccapani, per una pigione di 18
scudi, circa 105 lire.
Va precisato che sebbene l’istruzione femminile fosse oramai considerata necessaria, la
preparazione scolastica aveva come scopo principale formare spose e madri esemplari.
Siamo ancora molto lontani dalla parità: materie come lavori donneschi, economia domestica e, più avanti, puericultura, costituiranno il punto centrale nella formazione di generazioni di donne. D’altronde la stessa legge Casati prevedeva classi distinte per sesso e programmi diversificati. Al proposito merita di essere letta una Circolare del Ministero della
Pubblica Istruzione, diramata a Calcinaia nel 1898: La scuola femminile, dalla modesta stan-
Attivazione del concorso per la maestra della scuola femminile e suo stipendio.
ASCC, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio Comunale F. 71, c. 120, 1881
ASCC, Protocollo delle Deliberazioni Magistrali e Consiliari, F. 71, C. 120, 18 marzo 1861.
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Ammonimento a non trascurare i lavori donneschi nelle scuole.
ASCC, Carteggio degli affari comunali F. 57, carta sciolta, 17 marzo 1894
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zetta, ove si adunano le classi rurali, alle grandi aule […], restauri il culto dei lavori donneschi,
troppo a lungo negletti per le vacue pompe di mal digerita istruzione. Direttrici e maestre sappiano che la famiglia, il Comune e lo Stato, giustamente pretendono che la donna abbia
un’istruzione sufficiente, si che, liberata da superstizioni e pregiudizi, comprenda i suoi doveri e
li adempia; ma esigono soprattutto che sorella, sposa e madre, con la soavità della parola e degli
atti, diventi maestra di quella virtù, che sono l’anima della convivenza familiare. È dunque
indispensabile che sia esperta in tutti quei lavori che meglio si convengono alla gentilezza ed alla
diligenza mulierbe; di guisa che possa prendere in mano il governo dell’azienda domestica e
informarla a spirito di operosità, di economia, di ordine, di nettezza, di pace 16.
L’insegnamento della musica a Calcinaia
Calcinaia offriva anche un’istruzione musicale gratuita ai ragazzi del paese. Fin dal
1789 aveva stipendiato un maestro d’organo, ma questa figura era venuta a mancare
nel 1870. Fu una petizione dei componenti della Società Filarmonica comunale a portare l’attenzione sulla questione, facendo notare l’assurdità di aver recentemente
restaurato l’organo parrocchiale senza che ci fosse nessuno in grado di suonarlo.
L’anno seguente fu eletto il maestro di musica/organista Francesco Virgili, che avrebbe istruito i giovani dagli 8 ai 18 anni nel solfeggio, negli strumenti a fiato e accompagnato le funzioni religiose per un salario di cento lire l’anno. Le lezioni si tenevano
tre volte a settimana e avevano la durata di un’ora. Nonostante l’impegno modesto, la
paga era assolutamente inconsistente se paragonata ai salari del periodo, a cui, come
nel caso del maestro di scuola, si aggiungeva l’obbligo della residenza nel Comune,
escludendo così ogni possibilità di ricoprire incarichi simili. Non è un caso se in tre
anni fu aumentata prima a 600 e poi a 900 lire. Per frequentare la scuola era necessario saper leggere e scrivere ed essere autorizzati dalla Giunta Municipale, salvo si fosse
iscritti alla Società Filarmonica. Due volte a settimana, preferibilmente il giovedì e il
sabato sera, si tenevano esercizi nella sala del Teatro (al primo piano del palazzo comunale), a cui erano ammessi tutti i giovani già istruiti nella musica nonostante avessero
superato i 18 anni. Al termine dell’anno scolastico (30 settembre), il maestro presentava alla Giunta l’elenco dei giovani che si erano distinti per frequenza e capacità di
apprendimento; alla fine dell’800 i corsi erano frequentati mediamente da una trentina di allievi. Nel 1898 la Società Operaia di Calcinaia aprì una vera e propria scuola di musica, la cui cattedra, dopo un anno, fu assegnata al Virgili. Il motivo della
nomina è spiegato in questa breve frase di un consigliere comunale: Perché creare due
posti quando lo stipendio di ambedue, sia pur cumulato, basterà appena appena al mantenimento d’una persona?
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 69, carta sciolta, Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione del 1898.
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Dal 1884 l’educazione musicale, canto corale per l’esattezza, fu anche materia scolastica vera e propria. Secondo le istruzioni del Ministro della Pubblica Istruzione
Coppino: È indubitato che fra tanti mezzi il canto corale ha importanza massima; tien
desta la fantasia, educa il buon gusto, coltiva acconciamente la memoria e figge negli
animi, per via di bene scelte poesie, il sentimento della Patria e della famiglia. A darne
comunicazione fu il Provveditore agli Studi della Provincia di Pisa, che condividendo
a pieno le parole del Ministro aggiunse: In tale argomento io non posso aggiungere parole a quelle di S. E. per dimostrare quanto un tale insegnamento risveglia con maggior forza
i sentimenti generosi, educando la mente e il cuore 17.
Gli indirizzi delle quattro scuole comunali alla fine del XIX
secolo. ASCC, Carteggio degli affari comunali F. 42,
carta sciolta, 1888
ASCC, Carteggio Affari Comunal,. F. 32, carta sciolta, 1884.
17
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Dopo la costruzione del Palazzo
Comunale (1868) le scuole vennero trasferite al suo interno; entrando dall’attuale portone principale si trovava a
destra la femminile e a sinistra la maschile. Il costo dei lavori fu di £ 24.473.
Date le ristrettezze economiche in cui
versava il Comune, che non aveva altre
rendite patrimoniali oltre a 78 lire dai
canoni di livello, e per non gravare la
popolazione con un aumento di tasse per
vari anni, il Sindaco si rivolse al Regio
Ministero della Istruzione Pubblica ottenendone un sussidio di £ 2.000. Cinque
anni dopo gli insegnanti fecero notare
che l’aumento della popolazione studentesca aveva già reso i locali troppo angusti. Nel 1874 il maestro della scuola
maschile fu costretto a non ammettere in
aula i bambini che non avessero compiuti i sei anni (che evidentemente, nonostante la legge, continuavano a frequentare i corsi), risolvendosi per dividere gli
scolari in due classi: una con gli studenti
dai sei agli otto insieme ai più grandi che
ancora non sapevano leggere e scrivere,
con orario 8.00-9.00 e 16.00-17.00; una
con tutti i rimanenti, dalle 9.00 alle
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11.00 e dalle 17.00 alle 18.00. Le scuole furono ingrandite a partire dal 1878 e inaugurate nell’anno ‘81/82. Il nuovo locale si appoggiava al municipio dalla parte di levante, anche
con lo scopo di conferire maggiore stabilità al palazzo.
Il 1893 fu l’anno di una
decisione innovativa quanto
breve: l’apertura di una
scuola mista maschile e femminile affidata alla direzione
della
maestra
Lavinia
Baglini. Breve perché creata
per ottenere dal Consiglio
scolastico provinciale l’autorizzazione a istituire corsi
elementari superiori. Un
progetto che non poté mai
realizzarsi per il numero di
abitanti di Calcinaia, inferiore a quello richiesto per i
comuni obbligati ad avere
una scuola di grado superiore (nel 1897 Comune
Calcinaia contava 3963 abitanti, di cui 517 residenti a
Fornacette) e per la media
degli studenti: 57 ragazze e
80 ragazzi che scendevano
sotto i 60 cessando molti
bambini di frequentare la
scuola nella buona stagione
Il programma scolastico della seconda elementare.
per seguire nei campi in aiuto
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 42, carta sciolta, 1888
dei propri genitori, e prestar
loro qualche piccolo aiuto 18.
A quanto detto si aggiungeva la diffidenza della maggior parte della popolazione alla promiscuità creata. La scuola fu soppressa prima dell’anno scolastico 1896/97, si dovrà attendere il 1900 perché si torni a parlare di scuole miste.
18
Nell’anno 1895-96 la scuola mista fu frequentata da 59 alunni (dei 35 ammessi agli esami finali se ne presentarono in
22, i promossi furono 16) e 58 alunne (delle 40 ammesse agli esami finali se ne presentarono 30, le promosse furono 22). Da
ASCC, Protocolli delle Deliberazioni della Giunta Municipale, F. 7, cc.12v-13v, 21 marzo 1896.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
Gli stipendi degli insegnanti alla fine del XIX secolo
Adunanza del Consiglio Comunale per discutere la richiesta di aumento di stipendio da parte del maestro Moscadelli.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 42, carta sciolta, 1 maggio 1888
I
maestri presentavano periodicamente, quasi a cadenza annuale, una richiesta di aumento di stipendio. Le difficoltà economiche degli insegnanti erano aggravate da una crisi
generale e dalle caratteristiche del paese in cui operavano. Sono le parole dei diretti interessati, scritte a giustificazione delle loro petizioni, a darcene testimonianza. Nel 1867 il maestro Montorzi annotava: il Paese (è) piccolo e privo d’ogni e qualunque risorsa attinente alla
sua industria; la numerosa famiglia composta di numero quattro individui di tenera età, al
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sostentamento della quale egli deve provvedere; ed in fine il caro delle pigioni, dei viveri e di
quant’altro è necessario ai quotidiani bisogni della vita, rendono insufficiente al suo onesto mantenimento lo stipendio annuo di italiane £ 600, stanziatogli dall’Amministrazione di questo
Comune […]19. Sette anni più tardi gli faceva eco la maestra Penelope Baglini: Nessuno ignora come le condizioni di tutti siano in oggi radicalmente cambiate, e come riesca malagevole, a
chi non è discretamente provvisto di mezzi, il mantenersi in una posizione la quale abbia qualche esigenza 20. Sono le note di Fortunato Moscadelli ad essere le più interessanti. In queste
viene ripercorsa brevemente la sua carriera scolastica, lasciando emergere come ritenesse di
essersi impegnato nell’istruzione anche oltre le sue normali mansioni. In effetti l’insegnante ricevette vari riconoscimenti dalla Provincia e dal Ministero della Pubblica Istruzione: Il
sottoscritto maestro della scuola elementare maschile di Calcinaia, rispettosamente espone alle
SS. VV. Ill.me che egli da circa venti anni insegna in questa scuola, e con quale amore e zelo è
benissimo noto alle SS. VV. Ill.me che hanno avute le più amplie conferme non tanto dai superiori scolastici della Provincia, quanto dal Ministero della Pubblica Istruzione; che fino dal
primo giorno del suo insegnamento in questo paese il numero della scolaresca è stato così ragguardevole da richiedere in lui la pazienza, l’operosità e la fatica di quattro insegnanti; che con
tale sua operosità ha ottenuto resultati si certi e buoni da risparmiare al Comune una spesa maggiore di altri insegnanti, i quali superiori avrebbero potuto forzare il municipio a mettere, qualora non avessero trovato nell’unico attuale insegnante tali requisiti da rispondere da sé solo ai
bisogni della scolaresca del paese; che il suo stipendio oberato da una tassa di ricchezza mobile
di £ 72 e da tassa di famiglia ed altro, viene ogni due mesi decimato di £ 18.87 che a fin d’anno formano £ 113.22, cifra che significa circa due mesi di stipendio del maestro, il quale in quel
tempo dovrà naturalmente stare a digiuno per rispondere alle esigenze esattoriali ed agenziali;
che siccome ogni fatica merita premio non solo, ma che anco, quando giunge al di là del dovere e tocca il sacrificio e l’abnegazione, merita plauso ed altrettanto incoraggiamento […]21.
Non ripercorreremo la serie degli aumenti avuti nel corso degli anni, ci limitiamo a segnalare che al 1899 tutti gli insegnanti avevano una paga compresa tra le 667.60 e le 816 lire
con eccezione del Moscadelli, che guadagnava annualmente £ 1132.222.
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 4, carta sciolta, 26 marzo 1867.
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 13, carte sciolte, 28 aprile 1874.
21
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 40, carte sciolte, 23 agosto 1887.
22
Altri stipendi del periodo: medico condotto £ 1.600, chirurgo condotto £ 1.800, postino rurale (corrispondenza per
Calcinaia, Fornacette e Pontedera) £ 600, amanuense del Comune £ 400.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
L’impegno del maestro Moscadelli nell’insegnamento.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 42, carta sciolta, 11 ottobre 1887
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Piccoli scandali e note di colore legati all’istruzione
Gli ultimi anni del secolo ci offrono lo spunto per trattare alcune note di colore che
ebbero come protagonisti docenti e alunni calcinaioli. La prima riguarda il maestro
Fortunato Moscadelli, sottoposto a “autorevole monito” del Sindaco e minaccia di
licenziamento in caso di reiterazione. Che cosa era successo? Per saperlo dobbiamo
leggere il rapporto di una guardia municipale: col quale si denunzia avere il giorno precedente il Sig.re Fortunato Moscadelli, maestro della Scuola Elementare di Calcinaja, dato
luogo a una grave e scandalosa pubblicità, introducendo nelle ore pomeridiane di detto
giorno, e mentre il paese era in festa, una femmina nella di lui Scuola e colla quale ivi si
rinchiuse e trattenne alquanto tempo, facendola di poi uscire da una delle finestre che
guardano l’orto della limitrofa casa del D.re Luigi Barsali, nella credulità forse, di eludere con tale espediente la vigilanza dei curiosi che eransi appostati all’uscio d’ingresso di
detta Scuola per vederli uscire 23.
Un secondo caso è legato a una “passeggiata scolastica”, in cui gli alunni, accompagnati dalla Banda di Calcinaia e membri del Consiglio Comunale, visitarono i
Comuni di Vicopisano, Buti e Bientina. Giunti all’ultimo paese, nella piazza davanti
al municipio, trovarono un gruppo di persone a giocare a pallone. Dovendo queste
smettere per il loro arrivo, cominciarono subito a insultarli: ecco i lavativi o spudorati
a romperci i c..... I bambini furono costretti a correre a casa da soli, mentre i paesani
presero le difese di una ragazza molestata dopo l’inizio delle liti. Alla fine non accadde nulla di particolarmente grave, ma l’episodio non contribuì ad accrescere l’amicizia tra i due territori: entrambi i sindaci dovettero far circolare un manifesto in cui
minacciavano di arresto i paesani che avessero disturbato il transito di persone dell’altro Comune.
L’ultimo episodio, sicuramente più serio dei precedenti, costò l’interdizione dall’insegnamento per tre anni al maestro Alfonso Baldissieri (21 maggio 1888) per gravi offese al buon costume. Di quali fossero le colpe del maestro non abbiamo trovato menzione.
ASCC, Protocolli delle Deliberazioni della Giunta Municipale, F. 4, c. 89r, 3 giugno 1880.
23
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
Il regolamento scolastico e gli orari delle lezioni
P
er quanto i programmi scolastici fossero stabiliti dal Regolamento per le Scuole
Elementari della Provincia, il Consiglio Comunale di Calcinaia poteva riservarsi raccomandazioni particolari agli insegnanti che, in fin dei conti, erano pur sempre dipendenti
municipali. Ad esempio si consigliava ai maestri di istruire i ragazzi sui nomi delle parti del
corpo, sulla divisione del tempo, sul disegno lineare e di valutare se esercitarli nella lettura
del latino, come desiderato da vari calcinaioli. Per le maestre rimanevano le solite prescrizioni sui lavori a maglia e cucito, essendo questi i lavori più necessari a una donna.
Gli insegnanti sono dipendenti del Comune di Calcinaia.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 18, carta sciolta, 21 novembre 1870
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Nel 1868 l’anno scolastico iniziava il 2
novembre e si concludeva il 30 settembre successivo
(nel 1876 le scuole iniziarono il primo di ottobre, il 3
settembre nel 1883), con orario 9.00-12.00/14.0016.00 da novembre al primo maggio e dalle 8.0011.00/16.00-18.00 negli altri mesi. Per evitare che
bambini provenienti da varie frazioni, spesso in aperta campagna, dovessero percorrere il tragitto fino alle
classi due volte al giorno, dal 1880 le scuole di
Fornacette ottennero di avere lezione dalle 9.00 alle
14.00; nell’83 fu deciso di tornare al vecchio orario.
Oltre al consueto giovedì, si faceva festa il
pomeriggio del sabato, per la patrona Santa
Ubaldesca, per il titolare della Pieve San Giovanni
Battista, il 3 giugno per la festa nazionale e i giorni
del genetliaco di Re e Regina (14 marzo e 20 novembre)24. Va fatto notare, a differenza da oggi, che le
vacanze non erano propriamente fissate. Il maestro
aveva la possibilità di spostarle da ottobre a un periodo a sua scelta, era sufficiente che avvertisse il
Gonfaloniere per tempo e ricevesse la sua approvazione. Due esempi: nel 1872 e 1873 la maestra della
scuola femminile di Calcinaia chiuse la scuola dal 14
luglio al 20 agosto per curarsi con dei bagni marini;
nel 1873 la scuola maschile del capoluogo venne
chiusa per permettere al maestro di preparare gli
esami di Insegnamento Normale25.
Un estratto dal calendario scolastico 1882-83.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 32,
carta sciolta, 1882
24
Dal 26 dicembre 1892, ogni volta che i giorni di scuola consecutivi fossero più di tre, la festa del giovedì era osservata anche se nella settimana cadeva un’altra vacanza straordinaria: Non si tratta di dar riposo al corpo, bensì alla mente, e la vacanza sarà più bene impiegata sia nelle esercitazioni ginnastiche, sia ed anche meglio in passeggiate, le quali ricreando l’animo, e porgendo occasione ad utili insegnamenti, contribuiscono a crescere la reciproca benevolenza fra i docenti e gli alunni. Da ASCC,
Carteggio Affari Comunali, F. 51, carta sciolta, 26 dicembre 1892.
25
ASCC, Protocollo delle Deliberazioni del Consiglio (18 ottobre 1870 – 9 maggio 1875), F. 2, pp. 94 e 167. E ASCC,
Protocollo delle Deliberazioni della Giunta Municipale, F. 2 (21 nov. 1870 – 18 ottobre 1875), p. 190.
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Disposizioni relative alle scuole elementari. ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 38, carta sciolta, 1886
La maestra Penelope Baglini ha l’autorizzazione a chiudere le scuole per sottoporsi a cure mediche.
ASCC, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio Comunale F. 2, carta sciolta, 1873
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La preparazione degli insegnanti
I
l numero degli insegnanti era in lento e costante aumento, ma ancora troppo spesso ci si
rivolgeva a personale scarsamente preparato. Secondo il Ministro della Pubblica Istruzione,
molte amministrazioni comunali erano convinte che saper leggere, scrivere e fare i conti con
una certa precisione, fosse più che sufficiente a chi si dedicava all’insegnamento dei bambini
più piccoli. Ritenendo che una preparazione più approfondita fosse inutile, perfino sconsigliata, alla vita di annegazione a cui sembravano condannati i maestri di campagna. La nomina degli insegnanti, sosteneva il Ministro, era il frutto di una selezione basata sulla scelta di
chi si accontentava di uno scarso stipendio più che sull’attitudine a educare. Errore non da
poco, ritenendo che per insegnar poco e bene si deve saper bene e molto 26. Le preoccupazioni
del Ministero non erano infondate, si consideri che si arrivò alle soglie del XX secolo (1897)
prima di rimuovere dall’incarico gli ultimi docenti che insegnavano senza l’abilitazione.
Per migliorarne la preparazione i maestri venivano sottoposti a periodici corsi di aggiornamento, obbligatori o liberi, su pedagogia e ginnastica educativa. Fra le materie facoltative,
non indispensabili nel curriculum degli educatori, c’era “insegnamento agrario elementare”. La troviamo insegnata anche a Calcinaia da Fortunato Moscadelli (solamente nella
scuola serale), che dichiarò di averla appresa alla Scuola Tecnica di San Miniato e tramite
esperienza personale27.
Letture del maestro
Nel primo mese dell’anno scolastico, prima di ancora di usare il sillabario, il maestro
delle sezioni inferiori insegnava agli studenti a maneggiare correttamente la penna, a
“tirare linee” e la disciplina necessaria. Questi concetti basilari erano riportati nel
Calendario Scolastico inviato agli insegnati prima dell’inizio dei corsi. Un foglio di
grande formato, dove accanto ai giorni di scuola si segnalavano i libri adatti agli alunni a seconda della classe frequentata.
Ma quali erano le letture suggerire per la formazione e aggiornamento del maestro?
Ne riportiamo un breve elenco diviso per libri e periodici. Libri: I promessi sposi
(Manzoni), Le mie prigioni (Pellico), Ricordi e Romanzi (D’Azeglio), Novelle (Carcano),
Lettere morali (Ferrucci), Antologia italiana (Puccianti), Antologia (Targioni Tozzetti),
Antologia (Leopardi), Nozioni di Geografia (Pontani), Animali e Piante (Fornari), Trattato
completo di Pedagogia (S. Colonna), Trattato di Ginnastica elementare (Valletti). Periodici:
L’Osservatore Scolastico, Il Maestro elementare italiano, L’Istruttrice, Giornale per i
Bambini, La Pergola.
26
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 7, Circolare n. 211 del Ministero della Istruzione Pubblica. Comitato per l’Istruzione
primaria e popolare, carta sciolta, 23 settembre 1867.
27
ASCC, Carteggio Affari Comunali, N° 30, carta sciolta, 13 novembre 1882.
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I risultati degli esami finali del 1893.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 57, carta sciolta, 2 settembre 1886
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
I libri di testo consigliati per le scuole festive, serali e di campagna.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 32, carta sciolta, 1883
Le letture per i più piccoli. ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 32, carta sciolta, 1883
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L’immagine sottostante riporta una “noticina” del maestro della Scuola elementare
maschile di Fornacette per il Sindaco di Calcinaia. Contiene l’elenco del materiale scolastico da acquistare, tra cui dei libri da procurarsi prima dell’inizio delle lezioni; il Regio
Ispettore del Circondario aveva riscontrato l’uso di testi non approvati dal Consiglio
Scolastico della Provincia.
Nota del maestro di Fornacette con i libri da acquistare.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 22, carta sciolta, 14 ottobre 1878.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche
Scuole private e scuole serali
Frontespizio del ruolo degli scolari che hanno frequentato la scuola serale di Fornacette, Anno Scolastico 1873-1874.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 14, carta sciolta, 1874
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I
ragazzi provenienti da famiglia benestante o chi desiderava rimettersi in pari con gli studi
nonostante svolgesse un lavoro, aveva la possibilità di iscriversi alle scuole private riconosciute dalla legge Casati. Nel corso degli anni Ottanta del XIX secolo, il Comune ebbe dalle
6 alle 7 scuole maschili, femminili e miste, che offrivano corsi serali e diurni. Ad insegnare, spesso nella propria abitazione, erano gli stessi maestri che tenevano i corsi ordinari, ai
quali si poteva aggiungere il sacerdote.
Prendiamo in esame l’anno scolastico 1884/85. Si contavano: 1) scuola femminile diurna
di Calcinaia con 22 allieve, tenuta da Giovanna Giacomelli 2) scuola femminile diurna di
Fornacette con 23 allieve, tenuta da Assunta Montorzi; 3) scuola maschile diurna di
Fornacette con 18 iscritti, tenuta da Giovanni Marinai; 4) scuola maschile serale di
Calcinaia con 65 iscritti, tenuta da Fortunato Moscadelli; 5) scuola maschile serale di
Fornacette con 20 iscritti, tenuta da Olinto Montorzi; 6) scuola maschile serale di
Fornacette con 12 iscritti, tenuta da Giovanni Marinai.
Registro di ammissione alla scuola serale maschile di Fornacette con il numero dei frequentanti.
Anno Scolastico 1873-1874. ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 14, carta sciolta, 1874
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Statistica degli iscritti alla scuola serale maschile di Calcinaia, Anno Scolastico 1884-1885.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 36, carta sciolta, 1885
La necessità di confrontarsi con un panorama europeo sempre più industrializzato,
portò il Ministero della Pubblica Istruzione a occuparsi della formazione della classe operaia. Nel 1866 si sottolineava senza mezzi termini l’inferiorità italiana riguardo alle arti,
industrie e agricoltura. Si riconosceva l’impegno dei comuni per creare nuove scuole elementari, ma poco o nulla si era fatto per la “generazione attuale” e l’attivazione di scuole
serali per adulti. Col Regio Decreto del 22 agosto furono stanziate 300.000 lire per lo scopo
e coniate medaglie in oro e argento per gli insegnanti che più si fossero distinti nella materia. Una coeva Circolare dell’Ispettore Scolastico della Provincia di Pisa spiegava: È inutile
trattenersi qui a dimostrare i vantaggi della istruzione in generale, e in particolare per gli operai, giacché non vi ha persona di buona fede che non ne sia convinta […] è da osservarsi che
solo alla maggiore coltura degli operai devono la Francia e l’Inghilterra quell’alto grado di perfezione a cui là son giunte le industrie e le manifatture, e il quale non possiamo in alcun modo
sperare che raggiungano presso di noi, finché il lavoro meccanico e materiale non sia regolato
dalla intelligenza raffinata della istruzione 28.
28
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 2, Circolare del Dott. R. Masi Regio Ispettore Scolastico della Provincia di Pisa, carte
sciolte, 6 Giugno 1866.
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Le professioni esercitate dagli alunni della scuola serale di Fornacette, Anno Scolastico 1893-1894.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 57, carta sciolta, 2 aprile 1894
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Il Comune aveva scuole serali regolari, tenute fino agli anni Novanta dai maestri
Fortunato Moscadelli e Olinto Montorzi (a cui si aggiunse Giovanni Marinai dal 1885),
rispettivamente per la comunità di Calcinaia e Fornacette. La durata dei corsi era di circa
quattro mesi. Dalle note di pagamento sappiamo che il compenso per gli insegnanti oscillava tra le 40 e le 100 lire e che si aveva un numero di allievi considerevole: nell’anno 18731874 il Montorzi insegnò a 88 giovani adulti analfabeti di età compresa tra i 13 a i 28 anni.
Venti anni dopo la scuola era frequentata da 38 allievi. Il Registro di Ammissione ci permette di conoscere le professioni esercitate dagli studenti. Per lo più barrocciai (8), braccianti (8) e coloni (7), ma anche possidenti (5), falegnami (3), impiegati ferr.a (3), calzolai
(2), bottegai (1) e fabbri meccanici (1), tutti dai 12 ai 23 anni, provenienti anche dai
Comuni di Santa Maria a Monte, Cascina, Vicopisano e Pontedera.
Richiesta di “lumi” per attivare una scuola serale.
ASCC, Protocolli delle deliberazioni magistrali e consiliari F. 71, p.198 , 17 marzo 1862
Illuminazione
Nel 1873 l’illuminazione di Calcinaia era affidata a sei lampioni. Cinque erano i
cosiddetti lumi della “mezzanotte”, accesi dall’imbrunire fino alle 24.00, l’ultimo
rimaneva in funzione fino all’alba. In caso di mancanza di luce lunare e tempo nuvoloso rimanevano tutti attivi fino alle prime luci del giorno. Il lumaiolo (o accenditore),
si impegnava a comprare di tasca propria petrolio, calzette, cilindri e i cristalli che si
fossero rotti. Doveva pulire i lampioni frequentemente e togliere le macchie d’olio che
potevano offuscare le lanterne sottoponendole a bollitura mensile; ogni qualvolta una
luce fosse trovata spenta in orario di accensione veniva multato. Al termine del mandato, solitamente triennale, i lampioni andavano riconsegnati in perfetto stato, il
Comune si occupava della sola riverniciatura29. Dopo che il medico condotto cadde
in un fosso la notte del 6 ottobre 1883, fu piazzata una nuova luce nella “via del
Giardino del Paese” per maggiore sicurezza dei paesani.
ASCC, Protocolli delle Deliberazioni della Giunta Municipale, F. 2, p. 211, 2 ottobre 1873.
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Cosa c’era sui banchi di scuola
U
n’informazione curiosa che l’Archivio Storico ci fornisce riguarda il materiale che si trovava comunemente in un’aula. Sommando i dati degli inventari agli elenchi di acquisti
fatti dal Comune, possiamo ricostruire con una certa precisione l’interno di una classe ottocentesca a Calcinaia. Oltre alla lavagna, solitamente erano presenti un cartellone del sistema
decimale, le carte geografiche (Italia, Europa e mappamondo) e delle tavolette da applicarsi al
muro per contenere le lettere dell’alfabeto. Alcune scuole disponevano anche di un mappamondo in globo e di un abaco: una intelaiatura di legno dolce sostenuta da quattro piedi con 10 filoni
di tondino di ferro trasversali ove sono infilate 100 palline (o ghiandine) per la numerazione. I banchi degli alunni erano lunghi da 1.60 m a 3.10 m con alloggi per 2 o 6 calamai. Un armadio in
legno di abete con serratura conteneva la cassetta delle penne e matite, una brocca di gesso, un
calamaio in ceramica con la “ciotola del polverino”, un campanello di bronzo e la bomboletta
di latta per il canfino30. Ogni classe aveva lumi, crocifisso e ritratto (o busto in gesso) del Re.
Alcuni beni di proprietà della scuola maschile di Calcinaia. ASCC, Inventari F. 2, carte non numerate, 1861)
Un olio resinoso distillato dal petrolio.
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Non tutti gli oggetti elencati si trovavano in ciascuna delle scuole comunali, la più fornita
era la maschile di Calcinaia.
Col Regio Decreto N. 4085 del 1° settembre 1886, fu stabilito il concorso dello Stato alle
spese di fabbricati e arredamenti scolastici elementari sostenute dai comuni. Il municipio forniva il necessario per la pulizia delle aule e comodità degli alunni e ogni anno, bilancio permettendo, acquistava testi scolastici, materiale da cancelleria, carta, petrolio e legna per l’inverno31.
La scelta del materiale era suggerito dai maestri o dal Regio Ispettore Scolastico della Provincia
di Pisa, nei cui verbali si annotavano giudizi sul livello dell’insegnamento e sullo stato delle
aule. Negli anni 1860-80 la scuola maschile di Calcinaia fu sempre giudicata ottima, anche grazie alle grandi capacità del maestro Moscadelli, discrete la femminile del capoluogo e la maschile di Fornacette; la femminile di Fornacette dava speranza di buoni risultati. Per farci un’idea
sulle richieste dei docenti, prendiamo ad esempio una nota degli oggetti di stretta necessità
scritta dalla maestra Penelope Manetti per le alunne di Calcinaia (19 ottobre 1878): 1° Una
catinella con qualche asciugatoio per le bambine. 2° Un vaso di terra per la latrina e brocchina per
la medesima. 3° I calamari occorrenti per tutte le alunne. 4° Una bottiglia con bicchiere per la
maestra. 5° Un pajo di forbici.
I nomi di alcuni alunni che hanno superato con successo gli esami finali.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 33, carta sciolta, 1872
31
Due acquisti particolarmente consistenti si ebbero nel 1875: 800 lettere per la “sillabatura” e 24 cartelloni (carte geografiche probabilmente); e nel 1878, quando alla Libreria Scolastica del Professore Silvestro Bini di Firenze si comprarono: 150
registri per la scuola, una risma e mezza di “carta rigata”, 60 calamai di maiolica, 20 scatole di penne, aste da penna, una scatola di matite per la lavagna, 45 copie del libro di lettura per la I^ classe, 40 per la II^, 35 per la III^, e 60 copie del testo
Prima Lettura.
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Appunti per le pagelle di tre alunni calcinaioli. ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 33, carta sciolta , 1872.
Il rapporto fra insegnanti e istituzioni non fu sempre felicissimo. Alcune richieste furono ripetute per anni prima di trovare accoglimento, producendo corrispondenze dai toni
indispettiti. Dopo aver segnalato la mancanza di caldano, “calzette per i lumi” e dei libri
cento volte domandati, il maestro Montorzi scrisse al Segretario Comunale: Mi risponde alle
domande che le feci nella mia lettera speditale otto giorni or sono? Io non so come contenermi in
quanto a provvedere ciò che occorre per questa scuola. O provveda lei o ci penso io; ma risponda almeno. Mi creda 32.
ASCC, Carteggio Affari Comunali, F. 24, carta sciolta, 24 ottobre 1879.
32
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Lette ai giorni di oggi, alcune richieste rischiano quasi di farci tenerezza. Nel novembre
1887 la maestra Bianca Marinaj aveva ricevuto solo l’inchiostro e il registro, mancavano le
matite, lapis, carta e, soprattutto, chiedeva che alla scuola femminile, come alla maschile, si
passasse un po’ di brace per combattere il freddo dell’inverno.
Custodia e pulizia delle aule era affidata ai bidelli o “servi della scuola”. Nella seconda metà dell’Ottocento ebbero un guadagno annuo dalle 40 alle 84 lire, con possibili
aggiunte per servizi serali o in occasione degli esami. Le sorelle Marianna e Guglielma
Baccheretti arrivarono a 96 lire nel 1894, ma oltre a curasi delle scuole di Calcinaia erano
anche spazzine dei locali comunali. In alcuni periodi il servizio non dovette essere attivo.
Da una nota del Regio Ispettore sappiamo che nel 1882 la scuola femminile di Fornacette
fu trovata molto sporca. La maestra, vistasi rimproverata, rispose che nessuno pensava a
spazzare e a pulire la scuola e che era costretta far fare un poca di pulizia dalle bambine.
In una certa misura rientravano nel personale scolastico anche il medico e il chirurgo
di Calcinaia. Tra i loro compiti, infatti, c’era la visita settimanale delle scuole per individuare alunni affetti da malattie contagiose e l’annuale inoculazione del “vaiolo vaccino33”.
33
Nel 1858 il medico riscosse £ 10.13.4 per la somministrazione a 32 bambini; sempre al medico, nel 1869, si assegnarono £ 6.16 per 22 bambini e £ 28 al chirurgo per 100 alunni.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Le scuole di Fornacette
La frazione di Fornacette si trova in una zona facilmente raggiungibile da Cascina,
Pontedera e Vicopisano. Questi Comuni, dal 1862, iniziarono le trattative per attivare una
scuola maschile consorziata da finanziarsi in proporzione al numero degli allievi proventi
dai loro territori. Fu aperta nel 1864, nei locali forniti da Giuseppe Pierazzini per 176.40
lire. Cinque anni dopo si inaugurò l’Asilo d’Infanzia per le Femmine o asilo rurale d’infanzia,
a cui si ammettevano bambine a partire dai tre anni. Nel 1876 la nomenclatura ufficiale
divenne “Scuola Elementare Femminile”, dato che, osservando l’età delle alunne, si era constatato che sole 13 su 66 non raggiungevano i 6 anni di età, mentre le restanti andavano dagli
8 ai 15. Regolamenti scolastici, corsi e orari, erano simili a quelli esaminati per le scuole del
capoluogo34. Altrettanto può dirsi per i problemi organizzativi. Le scuole, oltre a diventare
sempre più piccole in rapporto al numero degli studenti, si tenevano in locali inadatti, pericolosi e nocivi alla salute dei docenti, come pure a quella degli alunni.
L’istituzione ufficiale della scuola maschile di Fornacette.
ASCC, Protocolli delle deliberazioni magistrali e consiliari, F. 33, c. 74r, 1872
34
Nell’anno scolastico 1886/7 i corsi si tennero dal 1 settembre 1886 al 7 luglio 1887, giorno degli esami finali. Come
consigliarono i pedagogisti, la scuola fu divisa in tre sezioni con un totale di 77 iscritti.
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Una delle questioni principali era legata dalla mancanza di acqua potabile. Sembra che a
Fornacette fosse pessima, tanto da costringere la popolazione a bere quella di Pontedera o
Vicopisano, procurandosela per 60 centesimi a ettolitro dai venditori pubblici. Era compito del Comune di Calcinaia procurarla a maestri e alunni.
Le difficoltà di spazio si sarebbero potute risolvere con il nuovo edificio progettato dall’ingegnere comunale Angiolo Reali a partire dal 1886.
La scuola avrebbe dovuto costruirsi su un terreno di tale Vittorio Masoni
per una spesa di poco superiore alle 20.000 lire. ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 40, carta sciolta, 1886
Pur senza l’aiuto degli altri comuni consorziati tiratisi indietro, Calcinaia era disposta a
addossarsi l’impegno di un mutuo trentennale al 3% con la Cassa Depositi e Prestiti. Tutto
sembrò procedere per il meglio fino al giugno 1888, quando la richiesta venne bocciata per
alcune irregolarità progettuali: la distanza eccessiva tra le finestre e l’orientamento dell’edificio. L’ostacolo maggiore era comunque legato all’uso del primo piano, pensato per essere
affittato alle famiglie dei maestri, soluzione vietata dalla legge. Si finì per ripiegare su una
casa dell’On. Cavaliere Francesco Orsini Baroni da riadattare per l’insegnamento che, pur
non soddisfacendo a pieno le esigenze igieniche, è però certo che riuscirà più salubre, più
comoda, e meglio situata che non i locali attuali.
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Elenco delle alunne della scuola femminile di Fornacette, Anno Scolastico 1887-1888.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 40, carta sciolta, 1887.
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Elenco delle alunne della scuola femminile di Fornacette, Anno Scolastico 1888-1889.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 40, carta sciolta, 1888
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L’Educazione scolastica a Calcinaia e Fornacette vista attraverso le fonti storiche (1600 – 1900)
Risultati degli esami finali nelle scuole femminili di Fornacette, Anno Scolastico 1888-1889.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F .40, carta sciolta, 1886-1887
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Esito degli esami finali nella scuola maschile di Fornacette, Anno Scolastico 1887-1888.
ASCC, Carteggio degli Affari Comunali F. 40, carta sciolta, 1887.
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Finito di stampare nell’anno 2011