La medicina non allunga la vita, non fa che

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La medicina non allunga la vita, non fa che
Editorial
La medicina non allunga la vita,
non fa che prolungare la sofferenza.
Jean-Pierre L. Schupp
Classe 1954,
coniugato, 3 figli,
cristiano dichiarato e
quindi monoteista.
Non fumatore
convinto e dal 1998
vegetariano.
Una citazione che non è farina del mio sacco. Sono parole pronunciate ben 30 anni
fa dal professor Wildor Hollmann. Ed esattamente 30 anni fa, all’età di 33 anni, ho
fondato la FITNESS TRIBUNE. Vi assicuro che in 30 anni ne ho viste tante!
Nel 1979, quando fondai la Top Ten, vendevo integratori alimentari e avevo la rappresentanza di attrezzi di marchi importanti. Ho equipaggiato numerosi centri fitness
in Svizzera e all’estero e nel 1983 ho inaugurato il mio primo grande centro fitness a
Zurigo. Nel 1987 ho poi aperto con un amico il negozio di articoli per il fitness, allora
il più grande punto vendita specializzato in Europa. Dal 1999, tuttavia, mi sono concentrato solo sulla FITNESS TRIBUNE, portandola anche oltre frontiera, in Germania
e in Austria.
Lavorando per lunghi anni nel nostro campo, sono diventato uno specialista in materia di prevenzione, che contempla senz’altro le attività svolte dai FITNESS CLUB.
Molte mie previsioni apparse sulla FITNESS TRIBUNE si sono avverate alcuni anni
dopo. Ecco di seguito due esempi tra i tanti:
- Nel mese di ottobre 2016, l’OMS ha chiesto ai paesi membri di fare in modo che
gli alimenti sani, come frutta e verdura, venissero venduti a prezzi molto più bassi,
per permettere anche ai ceti sociali meno abbienti – presenti in numero crescente
pure in Svizzera, Germania e Austria, di portare in tavola cibi SANI. Guarda caso,
ne avevo parlato nella FT 22 anni fa.
D a l 19 6 8 l a v o r a
nel’ambiente delle
arti marziali.
Dal 1972 è attivo nel settore del fitness e della
promozione della salute.
Dal 1980 detentore del 5° Dan, karate/kick
boxing, ecc.
Dal 1987 caporedattore ed editore di diverse
riviste di fitness, wellness e promozione della
salute.
Dal 1992 membro dell’Associazione svizzera dei
giornalisti specializzati (AGS)
2004-2014:
6 volte campione mondiale di Strenflex-FitnessDecathlon classe d’età 50-59, 60-69, 100 kg+.
Dal 2011 autore di libri
dal 01.05.2016: „Padre Nostro”
ISBN n. 978-3-033-05427-1
dal 01.12.2016: „Il Medaglione di Dio”
ISBN n. 978-3-033-04946-8
- Dal 1998, praticamente in ogni numero della FT, si trova un articolo sul vegetarianismo. Fino a qualche tempo fa venivo deriso per questa scelta. E oggi?
Sempre più giovani sono vegetariani, se non vegani. La ragione ha avuto il soprav vento e ha cambiato le abitudini alimentari di molte persone.
Il settore dei fitness club ha registrato uno sviluppo positivo. Mi fa molto piacere che dopo 30 anni la FITNESS TRIBUNE sia
ancora considerata la rivista specializzata leader di mercato. Anche in futuro continuerà a impegnarsi per consolidare l’industria
del fitness.
Il nostro settore ha accresciuto negli ultimi 30 anni la propria autostima, ma potrebbe fare di più. Le federazioni hanno realizzato
progetti interessanti, per esempio la formazione professionale degli istruttori con il conseguimento di un diploma federale. Ma
sono convinto che solo un partito della salute, da fondare al più presto, sarebbe in grado di operare dai centri di potere, Berna,
Berlino e Vienna, adoperandosi per creare un sistema sanitario nuovo, improntato all’equità e alla promozione della salute. Bisogna smettere di lasciare ad altri il potere di decidere su chi ha il diritto di mantenersi in buona SALUTE e chi deve restare MALATO.
Un’intera industria – aziende farmaceutiche, medici, ospedali - fa affari d’oro sulle spalle dei malati.
Suppongo che quando arriveranno all’età di 65 anni, i 25-40enni di oggi saranno costretti a usare il deambulatore per camminare.
La medicina non farà altro che prolungare la sofferenza delle persone. E chi finanzierà questo accanimento, se per molti la sofferenza inizia a 50 anni e finisce forse a 100?
Per i centri fitness che operano nell’ambito della prevenzione è proprio questo il momento di intervenire. Occorre persuadere le
persone ad andare in palestra, motivandole a fare esercizio fisico.
Il nostro settore deve capire che, sul piano della salute, è il solo a poter aiutare concretamente l’umanità. Quando la FT festeggerà il 60esimo giubileo nel 2047, se Dio vorrà, avrò 93 anni e i centri fitness saranno ben diversi da quelli odierni. Le casse malati
gestiranno le palestre di loro proprietà e avranno a disposizione una squadra di medici che seguirà i clienti. Solo chi dimostrerà
di fare esercizio fisico e di essere in forma avrà diritto all’assicurazione malattia. Chi sarà fuori forma verrà lasciato a patire sulla
strada – come è già il caso negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali.
Se Dio vorrà, dovrete sopportarmi per altri 30 anni. Sopportare, come PORTARE, SOLLEVARE, ossia usar la FORZA!
Jean-Pierre L. Schupp
Il cantone Ticino presenta un mercato del fitness assai interessante, della cui importanza neanche gli
operatori stessi sono del tutto con-sapevoli.
Nella Svizzera tedesca, purtroppo, il settore ticinese è spesso e volentieri negletto. Ciò nonostante, va sottolineato che i
rapporti messi a disposizione dagli addetti ai lavori della Svizzera italiana sono ricchi di informazioni e di novità per chiunque
operi nello specifico settore. Ora la Fitness Tribune intende accrescere la collaborazione interna dando nuovamente spazio
alla Svizzera di lingua italiana come pure ai cantoni romandi.
In Italiano
Per realizzare le pagine dedicate ci occorreranno articoli e servizi redatti in italiano provenienti direttamente dal campo d’azione. Non esitate quindi
a inviarci i vostri testi, che verranno pubblicati sul prossimo numero - il 166 della FT. Termine di consegna è il 12.12.2016
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Fitness Tribune 165