24i Un concentrato-It-compr

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24i Un concentrato-It-compr
“Voile magazine ” del maggio 2003
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IN CIFRE …
lunghezza fuori tutto (L.F.T.)
8,02 m
lunghezza scafo
7,30 m
lunghezza al galleggiamento (L.G.) 6,71 m
baglio massimo (B.M.)
2,50 m
larghezza al galleggiamento
2,12 m
pescaggio
1,50 / 0,85 m
altezza (tirante d’aria)
11,60 m
dislocamento
1800 / 1820 Kg
bulbo (per pescaggio 0,85 m)
520 Kg
bulbo (per pescaggio 1,50 m)
500 Kg
superficie velica randa
18,2 m2
fiocco
12,2 m2
categoria di progettazione CE :
B/C
categoria della Marina Mercantile Fr.: 3a
Architetti: M.O.von Ahlen/ETAP Yachting
L'Etap 24i sembra essere piccola in
mezzo alle altre barche di 7,50 m
di questa rassegna comparativa.
Eppure è solo 20 cm più corta
delle altre. Questa impressione è
dovuta sicuramente al suo baglio
massimo limitato a 2,50 m. Una
differenza visibile di fianco ai 2,94
m del Super Câlin o ai 3 m del
Django. La
larghezza del
pozzetto, del resto, è rivelatrice : lo
spazio fra i due sedili è di soli 60
cm. Ma, in mare, nessuno se ne è
lamentato. Così è facile puntarsi
quando la barca è sbandata: basta
appoggiare le gambe sul sedile
opposto. Per le sue dimensioni
esteriori, sapendo anche che questo
ETAP, come tutte le consorelle che
escono dal celebre cantiere belga, è
inaffondabile, si poteva temere che
l’interno fosse un po’ ristretto ( un
rien étriqué). Non lo è affatto, anzi,
si ha piuttosto una bella sorpresa
entrando all’interno. Gli arredi
ricoperti di impiallacciatura color
faggio sono chiari e molto
completi. Vi si trova una vera
cabina di prua (letto di 1,90 x 1,27
m) ed anche il WC marino
separato ed un bel vano
appendiabiti.
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L’angolo cucina è ricco di ripostigli
ed offre un fornello inox a due fuochi
ad alcool (un Origo della Electrolux,
ndt). La porta dell’armadio per le
cerate si trasforma in tavola e si
posiziona fra i due divani della
dinette, oppure in pozzetto. I volumi
riservati al poliuretano espanso per
l’inaffondabilità non impediscono di
trovare grandi gavoni sotto i sedili, né
di disporre del serbatoio d’acqua
dolce sotto il letto di prua. Le porte
degli armadietti, di forma arrotondata,
ricordano il disegno degli oblò della
tuga. Il grado di finitura di
quest’ultima
è
assolutamente
impeccabile: la coperta e la tuga
dell’Etap 24i formano un sol pezzo in
RTM (Resin Transfer Moulding).
Questa è una tecnica di fabbricazione
per iniezione che ricorre ad uno
stampo maschio e uno stampo
femmina. Allo stesso modo, anche lo
scafo è interamente controstampato,
con lo spazio fra la superficie esterna
e quella interna riempito con
poliuretano espanso a cellule chiuse
che assicura l’inaffondabilità, ma
anche un eccellente isolamento
termico ed acustico.
Carrellabile e facile da armare
Grazie ad una struttura d’alluminio
annegata nel poliestere, non c’è
necessità, all’interno, del solito palo
di sostegno dell’albero (che è
appoggiato in coperta): questo
migliora la circolazione a bordo.
L'Etap 24i è una « carrellabile »
(ecco la ragione per cui il baglio
massimo è limitato a 2,50 m) e,
senza alcun dubbio, il proprietario
può facilmente armarla e disarmarla.
Tanto più che la battagliola, in
corrispondenza del piede d’albero,
si trasforma in balcone rigido.
Questo è un punto ideale per
incocciarvi le sartie durante le
manovre per armare la barca. Ma
l’aspetto “stradale” della barca è
contraddetto dal peso: con 1800 kg,
il rimorchio impone l’impiego di
una grossa cilindrata e il possesso
della patente (Francese) « E ».
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Lasciamo quindi da parte l’aspetto
stradale, per issare invece le vele e
costatiamo che l’ETAP 24i è
veramente a suo agio in acqua. Le
superfici veliche sono molto ben
pensate. La randa, munita in alto di
due stecche forzate, viene issata fino
alla sommità dell’albero senza
alcuna difficoltà. Il fiocco è
relativamente stretto e la sua
balumina rimane a giusta distanza
dalle grandi crocette. Il punto di tiro
del fiocco si regola mediante una
rotaia fissata sul corrimano della
tuga. La barra di scotta opzionale
(trasto,) della randa si fissa in pochi
secondi in mezzo al pozzetto, e si
rimuove con altrettanta facilità in
porto o alla fonda. Forse non è
indispensabile, tanto più che il
paranco del vang rigido può essere
tesato mediante un winch della tuga,
ma noi ne abbiamo molto apprezzato
la capacità di regolazione fine della
randa con i venti capricciosi
incontrati (da 0 a 20 nodi). La nostra
ETAP era a suo agio nelle brezze
leggere, e quando il vento ha superato
15 nodi – eravamo allora in due a
bordo – non abbiamo esitato a ridurre
la tela. La presa di mani di terzaroli è
automatica e la barca, su mare calmo,
si comportava assai bene.
La superficie limitata del fiocco, le
cui scotte vengono tesate mediante i
winch della tuga, facilita i viramenti
di bordo.
Orziera solo quanto basta
Il timoniere deve, d’altra parte,
spingere un poco la barra, con rischio
di vedere la barca poggiare troppo
all’uscita del viramento di bordo.
L'Etap 24i, quando è sbandata, risulta
leggermente orziera ma senza
eccedere. Mentre si è ben puntati
quando si è seduti nel pozzetto, si è
invece un po’ meno comodi quando
si è all’esterno, troppo vicini alla
battagliola. La posizione di richiamo
con le gambe penzolanti all’esterno è
un po’ scoraggiata dall’altezza della
falchetta punta-piedi in tubo. Ma
quest’ultima dà sicurezza negli
spostamenti, facilitati pure dalla
presenza
dell’eccellente
antisdrucciolo e dei lunghi corrimano.
Questo abbiamo potuto verificarlo
andando ad installare lo spi
asimmetrico. Una volta che questo è
stato issato, la barca ha subito
accelerato: un po’ di sbandamento,
ma senza alcuna ansietà per il
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timoniere che, grazie ai due
timoni, conserva sempre il
controllo della barca.
La
presenza di queste due pale si
spiega con l’esistenza di una
versione a piccolo pescaggio,
con chiglia “Tandem”. In
questo caso, la 24i ha
un’immersione di soli 85 cm.
La barca da noi provata aveva
una chiglia con bulbo di
piombo con una immersione
di 1,50 m, garanzia di buona
stabilità
e
di
buone
prestazioni di bolina. Tutti
fattori rassicuranti per questa
barca a vela omologata in
categoria CE “ B “. Essa
risponde pienamente alle
esigenze
della
piccola
crociera familiare; la qualità
elevata della costruzione e le
prestazioni eccellenti
ne
giustificano il successo.
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