Articolo scaricabile gratuitamente in
Transcript
Articolo scaricabile gratuitamente in
Tecnica gennaio - febbraio 2012 la TermoTecnica Elettricità e Inquinamento di R. Lauri 79 centrali termoelettriche Condizioni di processo degli impianti SCR La riduzione catalitica selettiva è una tecnologia di controllo, operante a valle del processo di combustione e basata sulla conversione degli ossidi di azoto (NOx) in azoto molecolare (N2) ed acqua (H2O). L’ammoniaca è l’agente riducente maggiormente utilizzato nelle applicazioni SCR. La vaporizzazione dell’ammoniaca, la sua diluizione con il fluido di trasporto ed il controllo della sua portata da convogliare alla zona di iniezione costituiscono degli aspetti importanti per l’esercizio del sistema SCR. Questi temi sono diventati sempre più rilevanti a causa degli elevati requisiti di efficienza imposti dalle vigenti normative. Il processo SCR è completamente automatizzato e controllato mediante DCS. L’articolo illustra le principali modalità di controllo del sistema SCR (rapporto molare NH3/NOx, portata dell’aria di diluizione e suo livello di pressione, quantità di ammoniaca da vaporizzare). THermoelecTric PoWer PlanTS: oPeraTing conDiTionS oF Scr PlanTS Selective Catalytic Reduction (SCR) is a post-combustion control technology based on the chemical reduction of nitrogen oxides (NOx) into molecular nitrogen (N2) and water (H2O). Ammonia is the reducing agent, which is employed by the majority of SCR plants. Ammonia vaporization, dilution and flow control are important topics in the field of SCR systems. These topics have risen in importance due to the high efficiency requirements dictated by the current emissions regulations. The SCR system is fully automatic and controlled by the plant DCS. The paper illustrates basic control of SCR plant (NH3/NOx ratio adjustment, dilution air flow and pressure, ammonia vaporization). Le centrali termoelettriche a vapore sono ancora oggi le protagoniste indiscusse nella produzione di energia elettrica in Italia, utilizzando come fonte energetica un’ampia gamma di sorgenti primarie (combustibili fossili di varia natura e pregio, sorgenti rinnovabili quali le biomasse ecc.). Questa considerazione è ulteriormente rafforzata dal rapporto ambientale 2010 stilato da Enel, dal quale emerge che tale tipologia di impianto copre il 46,8% della potenza efficiente netta totale contro il 24,1% dei gruppi a ciclo combinato. Nelle centrali alimentate con combustibili fossili il tema del contenimento delle emissioni di inquinanti gassosi (inclusi gli NOX) è di fondamentale importanza. La rimozione degli ossidi di azoto nelle centrali a vapore avviene mediante gli interventi primari di denitrificazione, che ne limitano la formazione durante il processo di combustione, e quelli secondari (impianti SCR), che ne prevedono la rimozione dai gas combusti. Questi ultimi sono indispensabili per gli impianti alimentati a carbone o ad olio combustibile al fine del rispetto dei limiti di emissione. Il processo di riduzione catalitica selettiva è molto articolato e necessita di un rigoroso controllo delle fasi (in particolar modo la preparazione e la successiva alimentazione della soluzione reagente alla zona di iniezione), che lo compongono, in modo da innalzare gli standard di sicurezza e garantire un’efficace abbattimento degli NOX. La configurazione impiantistica che verrà analizzata è quella “high-dust”, caratterizzata dall’installazione del catalizzatore a monte del sistema di depolverazione. componenti di un impianto DenoX L’impianto DeNOX dispone di diverse sezioni, le quali assolvono le funzioni di stoccaggio del reagente (ammoniaca anidra o soluzione acquosa di NH3), vaporizzazione dello stesso, adduzione del fluido di trasporto, miscelazione della soluzione reagente con il fluido di trasporto (principalmente aria) e successivo convogliamento alla zona di immissione, iniezione nella corrente dei gas combusti, uniformità della miscelazione tra soluzione riducente e fumi, omogeneità della ripartizione della portata gassosa da trattare nel catalizzatore e regolazione dei parametri di controllo. L’impianto SCR (Figura 1) è composto quindi da: - serbatoi di stoccaggio dell’ammoniaca anidra o della soluzione acquosa di ammoniaca; - stazioni di vaporizzazione per portare l’NH3 allo stato gassoso; - un sistema di tubazioni per l’immissione del fluido di trasporto (verrà presa in esame l’aria, ma in alternativa può essere impiegato anche il vapore), il quale ha la funzione di offrire alla corrente gassosa una miscela omogenea di reagente nebulizzato in particelle fini e di conferire un adeguato grado di turbolenza all’immissione, al fine di favorire la distribuzione del reagente quanto più rapida ed uniforme possibile a tutta la sezione attraversata dai fumi; - un sistema di riscaldamento del fluido di trasporto al fine di garantire al catalizzatore di lavorare all’interno di un ottimale range di temperatura (generalmente compreso tra 280-400°C); - un miscelatore NH3/aria; - un sistema di tubazioni per il trasporto del reagente fino al punto di immissione. Queste sono realizzate in acciaio inossidabile al fine di contrastare l’azione corrosiva dell’ammoniaca; - un sistema di immissione del reagente all’interno della zona di processo, a vari stadi di iniezione, posizionati a diverse altezze all’interno del generatore di vapore; ciascuno di essi è equipaggiato con gruppi di lance dotate di iniettori multipli, i quali possono variare l’angolo di spruzzo, aumentano la velocità e la turbolenza della miscela e consentono un Dott. ing. roberto lauri, INAIL ex ISPESL, Dipartimento Installazioni di Produzione e Insediamenti Antropici (DIPIA) Tecnica 80 Elettricità e Inquinamento gennaio - febbraio 2012 la termotecnica stributore di flusso (rectifier layer) per ripartire nel modo più uniforme possibile, in ingresso al catalizzatore, la portata dei fumi (Figura 2); - un reattore catalitico, responsabile, mediante i suoi elementi attivi (principalmente V2O5 e WO3), della conversione degli ossidi di azoto in acqua ed azoto molecolare; -- un equipaggiamento di regolazione e controllo delle portate e dei principali parametri fisici; -- un sistema di controllo in remoto e di allarmi per segnalare eventuali anomalie; -- un complesso di misure di sicurezza per gli operatori e per la prevenzione e lo spegnimento di incendi. Serbatoi di stoccaggio della soluzione acquosa di ammoniaca Figura 1 - Layout di un impianto SCR in configurazione high dust Figura 2 - Palette deviatrici e distributore di flusso della corrente gassosa maggiore e più uniforme investimento della corrente dei fumi in transito. Tutti i collettori degli stadi e ciascuna lancia d’immissione sono dotati di valvole manuali per la messa in servizio del singolo stadio; -- un miscelatore soluzione reagente/gas combusti (static mixer); -- una schiera di palette deviatrici (turning vanes) e da un di- L’ammoniaca può essere utilizzata o in soluzione acquosa o in forma anidra. La prima opzione consente di ridurre i rischi legati al trasporto e richiede minori pressioni di stoccaggio, con conseguenti requisiti di sicurezza meno gravosi. Si deve preventivare, però, una maggiore spesa energetica per la vaporizzazione dal momento che anche l’acqua deve evaporare. Nelle applicazioni SCR il contenuto di NH3 nella soluzione acquosa è generalmente pari al 29% in peso. L’ammoniaca viene stoccata come liquido in pressione in serbatoi di acciaio, posizionati su ancoraggi in grado di bilanciare le oscillazioni dovute all’azione del vento e le vibrazioni prodotte da eventuali eventi sismici. Il serbatoio di stoccaggio deve essere dotato di un indicatore della pressione (lo spessore della parete deve essere progettato per resistere a pressioni di 24 bar), che emette un segnale di allarme ad una postazione sempre presidiata, qualora siano superati i livelli minimo e massimo della pressione. Sul recipiente vanno poste due valvole di sicurezza indipendenti (la loro pressione di apertura viene fissata dalle condizioni operative e, in ogni caso, non può essere superiore alla pressione di progetto del serbatoio), ognuna delle quali provvista a monte di una valvola di intercettazione, in modo che, anche durante la manutenzione, ci sia almeno una valvola di sicurezza attiva. Inoltre per ogni serbatoio sono previsti un indicatore di livello e due dispositivi di protezione contro il riempimento eccessivo. Infatti il recipiente di stoccaggio può essere riempito fino al 85% del suo volume, in modo da poter garantire sufficiente spazio per i vapori di ammoniaca. Tale serbatoio è costituito da materiale flottante, in grado, cioè, di adattarsi alle espansioni termiche a cui sono sottoposti i vapori di ammoniaca in equilibrio dinamico con il liquido per effetto del riscaldamento atmosferico (soprattutto nei giorni più caldi). Quando uno dei due dispositivi di protezione si innesca le valvole di arresto di sicurezza devono interrompere l’alimentazione della soluzione reagente al serbatoio e contemporaneamente un segnale di allarme deve essere emesso nella postazione di riempimento. È previsto anche un bacino di contenimento, che deve avere una capacità Tecnica gennaio - febbraio 2012 la termotecnica Elettricità e Inquinamento 37 81 pari ad almeno il 20% del volume contenuto nel serbatoio e la parete del bacino non deve superare 1,5-2 m di altezza. Nello stabilire questa altezza occorre anche tener presente che, in caso di fuoriuscita massiccia della soluzione reagente, si può avere una specie di onda liquida dinamica, che non deve comunque scavalcarne il bordo. In alcuni casi si possono utilizzare pareti di contenimento alte da metà a due terzi dell’altezza del recipiente e poste a 7-8 m di distanza da esso. Il bacino viene realizzato in cemento, che, a causa della sua scarsa conducibilità termica, riduce la trasmissione di calore dal terreno verso il liquido fuoriuscito e quindi attenua il tasso di evaporazione di questo ultimo. La sezione di alimentazione del fluido di trasporto La sezione di alimentazione svolge la funzione di addurre al miscelatore aria/NH3 la necessaria portata di fluido di trasporto ad un adeguato livello di pressione. Nelle condizioni di esercizio del sistema SCR il rapporto aria/NH3 è di 20:1. Per garantire con continuità la disponibilità di tale flusso sono previsti in tale sezione: -- due ventilatori operanti in parallelo (uno in funzione e l’altro pronto ad entrare in azione in caso di guasto); -- un riscaldatore elettrico; -- valvole di regolazione; -- strumentazione per la misura ed il controllo della portata, della pressione e della temperatura. La pressione del fluido di trasporto recita un ruolo non trascurabile ai fini dell’abbattimento degli NOX in quanto influenza direttamente il grado di turbolenza e quindi la miscelazione tra soluzione reagente e gas combusti. Il range ottimale dei valori della pressione viene desunto dalle prove sperimentali e mediante un indicatore di pressione si monitora il suo andamento al fine di non discostarsi da tale intervallo. Il controllo della temperatura dell’aria in uscita dal riscaldatore è effettuato in remoto mediante un apposito trasmettitore ed il suo riscaldamento può essere condotto fino a 340-350 °C in modo da uniformare il più possibile il suo livello termico a quello dei fumi e quindi consentire al catalizzatore di lavorare nelle migliori condizioni, riducendo il rischio di degrado termico. L’immissione del fluido di trasporto viene modulata da una valvola regolatrice di flusso (Figura 3), che invia alla sala controllo un segnale per la determinazione della portata. La presenza di una valvola di non ritorno impedisce all’ammoniaca di occupare la tubazione adibita all’adduzione del fluido di trasporto. Le regolazioni dell’impianto SCR L’impianto SCR deve garantire con assoluta continuità elevate performance di rimozione degli NOX (80-85%), limitando il rilascio di ammoniaca a valle del catalizzatore (ammoniaslip). Infatti per quanto possa essere accurata la miscelazione Figura 3 - Sezione di alimentazione del fluido di trasporto della soluzione reagente con i gas combusti, vi è sempre una data frazione di NH3, che non partecipa alle reazioni di riduzione degli ossidi di azoto. Tale quantità, deve essere minimizzata poiché è responsabile, insieme con la SO3 presente nei fumi (soprattutto nelle centrali alimentate a carbone), della possibile formazione di bisolfato di ammonio (NH4HSO4), che ha attitudine a precipitare in intervalli di temperatura corrispondenti a quelli dei fumi durante l’attraversamento dei preriscaldatori d’aria, causando l’intasamento degli stessi ed il conseguente ricorso a frequenti lavaggi. Il dosaggio dell’ammoniaca e quindi il rapporto NH3/ NOX avviene in remoto dalla sala di controllo, attraverso il sistema DCS, che regola l’apertura della valvola regolatrice del flusso (Figura 4). Sulla base degli input in ingresso al sistema di controllo (concentrazione degli NOX in ingresso al catalizzatore, concentrazione degli NOX in uscita dal catalizzatore, portata volumetrica dei fumi in ingresso al reattore catalitico e slip di ammoniaca) viene calcolato il rapporto teorico NH3/NOX richiesto: ⎞ ⎛ NH ⎛ NH ⎞ ⎛ η 3slip NO X ⎟ ⎜ 3 ⎟ ⎜ = ⎜ + ⎜ NO ⎟ ⎜ 100 ⎟ ⎜⎜ NO ⎝ X ⎠t X inlet ⎝ ⎠ ⎝ ⎞ ⎟ ⎟⎟ ⎠ Dove: - ηNOx rappresenta l’efficienza di rimozione degli ossidi di azoto (valore percentuale); - NH3,slip rappresenta la concentrazione di ammoniaca nei fumi secchi, riscontrata a valle del catalizzatore (ppmvd); - NOX,inlet indica la concentrazione degli ossidi di azoto nei fumi secchi, in ingresso al catalizzatore (ppmvd). Il valore ottenuto viene corretto sulla base della comparazione tra la misura della concentrazione degli ossidi di azoto in uscita dal reattore catalitico ed il valore imposto dalle normative per le emissioni in aria. Come dispositivo di sicurezza viene utilizzata una valvola shut-off, azionabile sia localmente che in remoto, la quale è in grado di interrompere il flusso di ammoniaca qualora si dovessero registrare delle condizioni anomale di esercizio. Tale valvola e quella di regolazione della portata di NH3 sono dotate di un dispositivo pneumatico Tecnica 82 Elettricità e Inquinamento di arresto in caso di emergenza. Il verificarsi di una delle seguenti condizioni provoca un’interruzione nell’alimentazione della portata di NH3 (chiusura della valvola shut-off): -- bassa portata dei gas in ingresso al catalizzatore; -- elevato rapporto NH3/aria; -- temperatura dei fumi in ingresso al reattore catalitico inferiore al valore minimo consentito dalla finestra di lavoro del catalizzatore; -- temperatura dei fumi in ingresso al reattore catalitico superiore al valore massimo consentito dalla finestra di lavoro del catalizzatore. Inoltre ai fini di un’omogenea miscelazione dell’agente riducente nei gas combusti deve essere assicurata continuità all’adduzione del fluido di trasporto (aria). Come detto in precedenza ciò è ottenibile mediante l’ausilio di due ventilatori operanti in parallelo. L’azionamento del ventilatore di riserva avviene in automatico qualora la pressione allo scarico del ventilatore in esercizio, monitorata da un apposito indicatore, scendesse al di sotto del valore minimo di set point impostato o si presentassero dei guasti. Il sistema di controllo consente anche di regolare la produzione dei vapori di ammoniaca. La stazione di vaporizzazione deve essere progettata per una pressione operativa di almeno 25 bar ed è generalmente costituita da resistenze nelle quali fluisce olio diatermico, la cui temperatura viene regolata dalla quantità di vapori di NH3 richiesta e quindi dal loro livello di pressione nel serbatoio di stoccaggio. Questa regolazione viene effettuata installando un indicatore di pressione nel pannello di controllo del vaporizzatore. Tale indicatore riceve segnali dal trasmettitore di pressione del serbatoio. Nel caso in cui gennaio - febbraio 2012 la termotecnica la pressione dei vapori di ammoniaca dovesse scendere al di sotto del valore di set point si provvederebbe all’attivazione della stazione di vaporizzazione. È previsto anche un sistema di sicurezza finalizzato ad evitare il surriscaldamento del fluido circolante (olio diatermico) nel riscaldatore mediante l’interruzione dell’alimentazione elettrica. Un altro aspetto cruciale per il corretto esercizio del sistema SCR è il monitoraggio della temperatura dei fumi in ingresso al DeNOX in modo da rispettare sempre la finestra di lavoro del catalizzatore. A tal proposito si impiegano sensori costituiti da termocoppie (vari per ogni stadio di iniezione), che monitorano in continuo il valore della temperatura in prossimità della zona di trattamento, al fine di assicurare che le reazioni di riduzione avvengano nel prestabilito range di temperatura. Conclusioni Il corretto esercizio del sistema SCR non dipende solamente dalla gestione del reattore catalitico, ma anche dalle fasi preliminari di preparazione e adduzione della miscela reagente, che rivestono un ruolo assolutamente non secondario. Infatti solamente attraverso delle preliminari prove sperimentali, condotte in impianto su scala reale, è possibile individuare i valori della pressione di immissione del fluido di trasporto ed una finestra di dosaggio per il rapporto NH3/NOX, che determinino il verificarsi di condizioni di funzionamento ottimali del sistema (elevati rendimenti di rimozione degli ossidi di azoto e contenuto slip di NH3). Risulta quindi fondamentale garantire un controllo puntuale ed automatico del processo al fine di non discostarsi dai risultati ottenuti con le suddette prove. Bibliografia Figura 4 - Regolazione della portata di ammoniaca [1] ENEL, Rapporto ambientale 2010. [2] J. J. Van Ormelingen, H. J. Holm, S. L. Hvid, Experience from erection and operation of two SCR denitrification units at Electrabel’s Langerlo Power Station, Genk, Belgium - Combined Power Plant Air Pollutant Control MEGA Symposium, 19-22 Maggio 2003, Washington DC, USA. [3] R. Lauri, M. Mariani, G. Mari, I sistemi di abbattimento degli ossidi di azoto nelle centrali termoelettriche: il processo di riduzione catalitica selettiva (SCR) - Prevenzione Oggi, Volume 6, n. 1/2 Gennaio-Giugno 2010. [4] D.P. Tonn, A. Kokkinos, D. Monnin, SCR system operating experience at AES Somerset - Power-Gen International 2002, 10-12 dicembre 2002 Orlando, USA. [5] T.R. Stobert, G. Wensell, S. Xuan, N. Cheng Gang, R. Iskandar, SCR catalyst design and management - CEPSI 2010, 28 Ottobre 2010, Taipei. [6] H.J. Holm, P. Lindenhoff, S. Safronov, SCR design issues in reduction of NOX emissions from thermal power plants Russia Power 2007. [7] UNI EN 12952-14, Marzo 2005.