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STORIA POSTALE La “Correria di Sicilia” dal XVI secolo ai nostri giorni Le sedi degli antichi uffici postali di Messina tra i secc. XVI - XIX Ricerche, note e cartografia hanno permesso la localizzazione di alcune delle sedi delle Poste messinesi, che, dal XVI secolo, sono state ubicate sempre nella Strada Maestra G razie alle ricerche, alle note ed alla cartografia, cortesemente fornitemi dall’architetto Nino Principato (cui rinnovo il mio ringraziamento), siamo ora in grado di localizzare ove furono ubicate alcune delle sedi delle Poste messinesi. Data l’importanza socio-economica, esse, dal XVI secolo fino ai giorni nostri, hanno avuto sede al centro della città e precisamente nella “Strada Maestra”, ossia la “magna ruga” , l’asse viario di fondazione normanna che, dopo il 1860, venne intitolato “Corso Cavour”. La prima sede della “Correrìa di Sicilia” (1549-1709) fu allocata in casa Zappata de Tassis, Corrieri Maggiori del Regno di Sicilia, come ci dicono i documenti d’archivio; ma a tuttoggi non si è riusciti a individuare ove sorgesse. Alla morte della marchesa Vittoria Zappata de Tassis, vedova Lanza di Ficarra, nel 1709 il Regio Officio di Corriere Maggiore, per successione ereditaria, era pervenuto al nipote Don Vincenzo II Di Giovanni e Napoli, 3° duca di Saponara, il quale installò il Regio Ufficio nel suo palazzo sulla “Strada Maestra” che, nel breve tratto compreso fra la chiesa di S. Nicolò dei Gentiluomini e la “Scesa dei Librai”, venne denominato “Strada della Correrìa” (fig. 1). A quel tempo la “Strada Maestra” si sviluppava dal Piano di S. Giovanni (oggi Villa Mazzini) fino al torrente Portalegni (oggi via Tommaso Cannizzaro) e lungo il suo percorso essa assumeva diverse denominazioni: Strada della Manna, di Santa Maria la Porta, dell’Uccellatore, dei Gentiluomini (poi della Candelora), della Correrìa, dell’ Albergheria, di Sant’Antonio. Durante il Corrierato Maggiore di Don Domenico Alliata-Di Giovanni e Colonna-Morra, principe di Villafranca e duca della Saponara (1730-1774), con l’espulsione dei Gesuiti si ebbe la disponibilità del Real Collegio delle Arti, che era divenuto la Casa Professa dei Gesuiti. Questo complesso, che comprendeva l’annessa chiesa di S. Nicolò dei Gentiluomini, era stato costruito dai PP. della Compagnia del Gesù nel 1548 su disegno di Andrea Calamecca (cfr. Gallo e Samperi) e nel 1767 (come ricorda l’Oliva) fu destinato in parte «ad uso di ufficio postale» e in parte «ad uso di un convitto per la bassa gente». L’area di detto complesso (delimitata con la lettera R nella fig. 1) è quella ove venne eretto poi il Palazzo della Provincia. Questa fu la sede delle Poste borboniche anche durante il Corrierato di Donna Vittoria III Di Giovanni e Pagano, vedova Alliata, duchessa di Saponara e principessa di Villafranca (1774-1783) e vi rimase sino al 2 febbraio 1783, quando l’edificio venne semidistrutto dal ter- di Vincenzo Fardella de Quernfort Fig. 1 – Estratto planimetrico della “Strada Maestra” con il tracciato (scuro) della “Strada della Correrìa”, confinante ad ovest con la “Strada dell’Albergheria” e ad est con la “Strada della Candelora”. L’area delineata e contrassegnata con la lettera R indica il complesso Gesuitico sorto nel 1547-48. (Da: Nicolò Aricò, Cartografia di un terremoto: Messina 1783) V. Fardella de Quernfort, Le sedi degli antichi uffici ..., Agorà XVI (a. V, Gen.-Mar. 2004) www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected] AGORÀ 35 STORIA POSTALE Arrivi Lunedì: Vettura-corriera da Palermo con il Lotto, e Corriera da Napoli ed Estero Martedì: Corriere delle Marine Mercoldì: Vettura-corriera e Staffetta settimanale da Napoli Giovedì: Corriere da Napoli ed Estero Venerdì: Corriere delle Marine Sabato: Vettura-corriera da Palermo Partenze Lunedì: Vettura-corriera per Palermo, e Corriere di Patti Mercoldì: Vettura-corriera, e Corriere per Napoli ed Estero Giovedì: Corriere per le Marine Venerdì: Vettura-corriera per Palermo Sabato: Corriere per Napoli ed Estero Domenica: Corriere per le Marine. In alto: Tabella I – Calendario degli arrivi e delle partenze dei corrieri e delle diligenze. In basso: L’attuale prospetto di Palazzo dei Leoni. 36 AGORÀ remoto, insieme alla chiesa di S. Nicolò. In quello stesso anno era deceduta a Palermo la principessa Vittoria III e il Regio Ufficio di Corriere Maggiore, per sua volontà testamentaria, era passato al nipote Don Fabrizio Alliata e Colonna-Orsini, principe di Villafranca, il quale, sin dal 3 febbraio 1783, aveva fatto trasferire gli uffici di Distribuzione della Real Posta di Messina in una “baracca” provvisoriamente costruita al Piano di Terranova. Con l’abolizione della privativa postale ai principi di Villafranca e la nuova gestione statale dell’Amministrazione borbonica (giugno 1786) l’antico Ufficio di Corriere Maggiore era stato sostituito con la Regia Luogotenenza di Posta di Messina, affidata al marchese Letterio de Gregorio, il quale, nel mese di settembre 1786, aveva ricevuto l’incarico di trovare una degna sede degli uffici postali, ancora adattati nella baracca al Piano Terranova. Egli propose di rioccupare l’ex Casa Professa dei Gesuiti sulla “Strada Maestra”, nella zona ora denominata al Pianetto, che ospitava la “Residenza dei Giovani Artisti che apprendevano l’Arte Liberale”. L’edificio, notevolmente danneggiato dal terremoto del 1783, necessitava però di essere ristrutturato per adattarlo alla nuova destinazione. Il progetto del sacerdote don Salvatore Attinelli “Ingegnere Camerale della Città di Palermo” fu approvato da Re Ferdinando III nel gennaio 1788 e i lavori furono appaltati al Regio Capo Mastro messinese Letterio Cassarà, per una spesa preventivata di 1500 onze. Il cinquecentesco edificio gesuitico si elevava su due piani, ma per la migliore sistemazione degli uffici fu necessario elevare un terzo piano e requisire altri locali attigui, già occupati dalla “Congregazione della Sciapica”. Ciò comportò una maggiore spesa di 155 onze, 21 tarì e 6 grana. Ultimati i lavori nell’ottobre 1789, il primo e secondo piano ospitarono gli uffici della Luogotenenza e della Distribuzione delle lettere; il terzo piano fu destinato alle abitazioni delle famiglie del Luogotenente De Gregorio e del Regio Custode dell’Ufficio, Rosario Fazio. Il piano terra venne destinato alla Posta-Cavalli, con la Cavallerizza e la Scuderia, per il ricovero dei cinque cavalli in dotazione ai corrieri di Messina. Le imposte sulla facciata principale erano dipinte in color bianco e pistacchio; le mensole di sostegno ai quattro balconi erano pitturate “a barrette dorate”, mentre cancellate, balconi e nuscarole erano “ad olio di color nero”. All’ingresso principale, oltre alle “Tabelle delle Corse” il Luogotenente de Gregorio aveva fatto affiggere la nuova Insegna con lo stemma borbonico, in sostituzione di quella che portava ancora le insegne araldiche dei Villafranca. Nel complesso, quindi, l’edificio doveva presentarsi sobrio ed elegante. Sino alla fine del 1888 questa rimase la sede delle Poste messinesi, anche se durante la direzione del 6° duca di Saponara, Don Domenico Alliata e Stagno (1833-1839), in un’ala del palazzo venne ubicato anche il Commissariato di Polizia – come ricordava il La Farina nella sua Guida di Messina del 1840, ove riportava il calendario degli arrivi e delle partenze dei corrieri e delle diligenze (vedi Tabella I). Fra il 1880 e l’88, su progetto degli architetti Giacomo Fiore, Giuseppe Munagò e Giuseppe La Bruto, viene edificato il palazzo della “Camera di Commercio ed Arti” che occupa l’area della ex-chiesa e convento di S. Camillo dei Crociferi. Fino alla data del terremoto del 1908 gli uffici della Direzione Provinciale delle Regie Poste d’Italia vengono trasferiti al primo piano di questo palazzo, con prospetto su via V. Fardella de Quernfort, Le sedi degli antichi uffici ..., Agorà XVI (a. V, Gen.-Mar. 2004) www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected] STORIA POSTALE S. Camillo n° 13, dirimpetto al Palazzo del Municipio, ove i più importanti servizi vengono svolti “nell’atrio dalla tettoia in cristallo”. Il secondo piano viene destinato agli uffici del Telegrafo; i locali dal civico n° 7 al n°15 di via S. Camillo ospitano l’Ufficio Centrale delle Poste. Come riportato dalla Guida di Messina, pubblicata nel 1902 a cura del Municipio, esistevano anche cinque uffici Succursali, ubicati in Corso Cavour n° 99; in via Cardines n° 252; in via Garibaldi n° 456; in Corso Vittorio Emanuele n° 132 e in Piazza Roma n° 22. Il terremoto del 1908 distruggerà completamente sia quest’ultima sede delle Poste, sia la cinquecentesca Casa Professa gesuitica che dal 1866 ospitava l’Archivio Provinciale dello Stato, la Questura e la Prefettura e sulla cui area di oltre 7500 metri quadrati, tra il 1915 e il 1918, su progetto dell’ingegnere Alessandro Giunta, sorgerà il nuovo “Palazzo dei Leoni” sede della Provincia, con uno dei prospetti sulla piazza Antonello, sulla quale si affacciano il Palazzo del Municipio, la Galleria Vittorio Emanuele e l’attuale Palazzo delle Poste e Telegrafi, la cui sede – come si vocifera – sembra destinata ad essere ancora una volta trasferita in un anonimo edificio della periferia. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI GIANFRANCO ARENA, Pianta della città di Messina rilevata dopo le rovine di terremoti di Febrajo 1783…, Messina, 31 gennaio 1784. ANTONIO VERARDO , Relazione al principe di Caramanico, Vicerè di Sicilia, da Messina, 9 giugno 1786, in Archivio di Stato di Palermo, fondo Poste & Procacci, Vol. I, anno 1786. GIUSEPPE LA FARINA, Messina e i suoi monumenti, ivi 1840. Messina e dintorni, Guida stampata a cura del Municipio, Messina 1902. NICOLA ARICO’, E. BELLANTONI, G. MOLONIA, G. SALEMI, Cartografia di un terremoto: Messina 1783, in “Storia delle città”, Electa, Milano 1988, pp. 90-93. VINCENZO FARDELLA DE QUERNFORT, Storia Postale del Regno di Sicilia dalle origini all’introduzione del francobollo (1130-1858), ed. Zefiro, Palermo, settembre 2000, Vol. I, pp. 100-101, 150, 168-169. FELICE BELLANTI, I Corrieri Maggiori di Sicilia – Gli Alliata, principi di Villafranca, Tesi di laurea, Relatore: prof. Rita Cedrini, Correlatore: G. Cacioppo; Università di Palermo, Facoltà di Architettura, Cattedra di Antropologia Culturale, A. A. 1999-2000. NINO PRINCIPATO, Il Palazzo della Provincia di Messina, tra storia e architettura, in N.U. “Peloro 2001”, ed. Circolo Filatelico Peloritano, Messina, settembre 2001, pp. 89-95. V. Fardella de Quernfort, Le sedi degli antichi uffici ..., Agorà XVI (a. V, Gen.-Mar. 2004) www.editorialeagora.it - E-mail: [email protected] In alto – L’angolo del Palazzo Postelegrafonico su piazza Antonello (a sinistra) e il Palazzo della Provincia sul corso Cavour, intorno al 1920. AGORÀ 37