Week-End col morto

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Week-End col morto
Week-end col morto... ( 1 maggio 1994 imm. Num.12)
Santa Marinella di domenica. Uscita sud autostrada di Civitavecchia. La
giornata è bella leggermente ventilata; già si respira aria di estate e mi
ritrovo qui nei pressi del "rifugio della vipera" noto a tutti i subacquei della
zona, perché insieme a Tommaso ed Alex vogliamo farci una immersione
delle nostre, stavolta da riva a differenza delle altre volte dove avevamo
l'ausilio del mitico gommone. Le auto sono parcheggiate lungo la litoranea ed
il traffico oggi è quasi inesistente. Con tutta calma predisponiamo le
attrezzature Ara sugli scogli mentre le nostre mogli e fidanzate si preparano
per una giornata di sole e di relax! Saranno circa le 10,30 e ti arriva un
signore sui sessanta anni e così pensiamo che debba pescare, ma non ha le
canne al seguito. Porta un grosso borsone da dove tira fuori pinne, maschera,
muta, cinta dei piombi, praticamente tutta l'attrezzatura completa per
l’apnea; forse vuol pescare sott’acqua! Ci guardiamo e la cosa che ci desta un
po di stupore e perplessità non è tanto l'età ma quanto il fatto che il signore
si muove a fatica lentamente, affannosamente. Inizia la vestizione con fare
bigotto, si rotola sugli scogli nell’acqua bassa, mentre cerca di indossare la
muta umida. E’ scoordinato tant'è che il sagolino della piccola boa più volte
gli limita i movimenti, gli si attorciglia addosso. Noi stiamo li e i nostri sguardi
si incrociano più volte, non sappiamo se intervenire o chiedere a quest’uomo
di desistere dato che inequivocabilmente manifesta segni di affaticamento.
Ma perché uno deve fare per forza una cosa se non se la sente? Destino di
ognuno di noi! Finalmente il sub riesce a prendere il mare ma mentre si
dirige al largo si muove goffamente ondeggiando, poi pian piano si allontana
all'orizzonte. Adesso anche noi siamo pronti ed iniziamo l'ingresso; la nostra
sarà una di quelle immersioni tranquille per ricominciare la stagione e ci
vedrà impegnati su un fondale inferiore ai 10 metri. Ci facciamo circa un'ora
di fondo poi decidiamo di uscire. Saranno circa le 12,30 e la fame si fa
sentire. A riva le Donne ci porgono dei bei panini e una birretta. Nei pressi
del rifugio della vipera staziona una signora sui sessant'anni. Sta lì da un po’ e
che scruta l'orizzonte ma non chiede nulla ai presenti. Durante la mattinata
la scogliera si era animata anche della presenza di un folto gruppetto di
subacquei intenti negli esami da Open. Questi erano entrati dopo di noi
impegnando il golfo in quel tratto di mare che va dal pontile in cemento
armato (banchina a forma di elle davanti al rifugio della vipera) sino alla
punta dove c'è il porticciolo privato di Riva di Traiano. All'improvviso
scorgiamo che dal largo sta per arrivare una piccola barca a remi con una
persona sopra che urla qualcosa ma data la distanza non si capisce nulla. Un
gruppetto di subacquei, quelli della scuola escono velocemente dall'acqua;
non dicono nulla sono impauriti e smarriti. La barca si avvicina e
distintamente noto che a bordo c’è un sub rivolto con la pancia sulla chiglia,
le pinne indossate e fuori prua. Una persona sicuramente colta da malore.
Distinguo subito chi rema. E l'istruttore subacqueo del gruppetto che si è
immerso lì davanti dopo di noi. Gli urlo "Ma che cazzo... Ma che si porta così
in barca un sub colto da malore?" Mi risponde di avvicinarmi che vuole aiuto
per tirarlo giù. Poi aggiunge << È morto >> Gli chiedo come e cosa e mi
risponde che mentre si trovava sul fondo con gli allievi notava questo sub
completamente aggrovigliato nella sagola della boa. Inutili i tentativi di
rianimazione. Stava li da almeno due ore. Quindi gli dico " Non è uno dei
tuoi?" La risposta è immediata: come riversiamo supino a terra l'uomo lo
riconosco subito! È il signore sessantenne che con fatica è entrato in acqua
prima di noi. Orrore indescrivibile come il mare lo ha restituito dopo appena
due ore di permanenza in acqua: verde in viso tumefatto e gonfio di acqua.
La signora che stava li riconosciuto l'uomo a terra urla disperata << è mio
marito >>. Nel mentre si odono le sirene che sopraggiungono da
Civitavecchia: un'ambulanza ed una volante della polizia di Stato. In pochi
minuti il sub viene caricato a bordo e portato via insieme alla moglie straziata
dal dolore. Un Ispettore di polizia ci passa a turno sul posto per indagare, ma
oltre a quello che abbiamo visto non possiamo che confermare i fatti: lo
stato di affaticamento manifestato da quest' uomo al momento dell'ingresso
in acqua e successivo malore. L'istruttore subacqueo è invitato al
Commissariato di Civitavecchia per la deposizione. Rimaniamo in spiaggia
attoniti, svuotati con un senso strano dentro, forse di colpa. Potevamo fare
qualcosa? Si poteva evitare e come un dramma del genere? Mi rimane
impresso lo sguardo di quell'uomo che poco prima che entrasse in acqua, per
pochi secondi incrociava il suo sguardo con il mio. Unica persona ad
osservarlo prima che morisse!