Lavoro e salute mentale

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Lavoro e salute mentale
18/09/2015
VOLONTARI E FAMIGLIE IN RETE
PER LA SALUTE MENTALE
Edizione 2015
Lavoro e salute
mentale
Pinel - Tuke
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Simon
La radice di tutto il male … è insito nell’inattività… In mancanza
di attività la vivacità ancora presente, in alcune psicosi
accentuata in modo eccessivo, evolve in mania, stereotipie,
comportamenti scandalosi, coazione a raccogliere, correre su e
giù incoordinato, disturbo dell’ambiente.
Tutto il trattamento dei malati deve partire dallo sforzo di
reintrodurre la logica dei sani nella loro vita.
Danilo Sedmak
In manicomio i pazienti facevano
facevano anche bene. Poi
dinamiche istituzionali: si diceva:
questo lavoro da fare, invece di
operai per fare questo lavoro,
pazienti.
i lavori e li
subentravano
noi abbiamo
prendere gli
prendiamo i
C’era anche una moneta, come compenso
simbolico. Di qui tutta una serie di persone che
potevano essere dimesse non venivano dimesse
perché facevano comodo come operai.
Rotelli Torresini
Se avviene un processo di formazione e se l’inserimento
lavorativo più che essere un adattamento a un mondo
circoscritto diventa, o si cerca di farlo diventare, un processo di
formazione, allora il discorso si sposta completamente e lì
accadono delle cose molto più interessanti, che hanno molto più
a che fare con la progressività delle cose. Certe cose che
avvengono col teatro, con alcuni momenti di costruzione del
nuovo, di innovazione, sono dei processi formativi che hanno
rapporto con l’inserimento lavorativo.
Normalmente avviene che non è tanto che i nostri utenti non
siano abili a fare un determinato lavoro, quanto che la loro
personalità si è allontanata dalla capacità di interessarsi di
alcunché, ed essi personalmente sono lontani dalla traduzione
d’opera, perché sono lontani da un’articolazione di bisogni, da
un’articolazione di un’attività, da un’articolazione di interessi.
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Rotelli
Si è ridotto il mondo degli interessi complessivamente,
intendendo per interessi sia bisogni che desideri. La ripresa di
campo degli interessi è poi una strada molto articolata,
complessa e difficile, ed è in questo che dovrebbe consistere un
vero processo di reinserimento lavorativo. Si tratta di riampliare
questa gamma di interessi, e di darvi delle gambe.
Tuttavia è esattamente il contrario dell’ergoterapia. Perché
l’ergoterapia si fonda pochissimo sull’ampliamento della sfera di
interessi, e si fonda moltissimo su dei condizionamenti a
rispondere a un interesse normalmente deciso altrove.
Token economy
1) Seleziona i comportamenti desiderabili che
debbono essere rinforzati
2) Individua i tokens da usare come rinforzi
condizionati (gettoni stelline ecc)
3) Stabilisci i rinforzi da scambiare con i tokens
(dolci, tempo libero ecc)
4) Costruisci una scheda o metodo per la
distribuzione dei tokens (p.e. un rinforzo per ogni
risposta corretta)
5) Stabilisci quanti tokens debbono essere scambiati
per ingrandire il backup
6) Stabilisci un tempo e luogo per scambiare i
tokens
7) Definisci la punizione
comportamenti inappropriati
quando
compaiono
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Uno dei capisaldi dell’"educazione manicomiale" era costituito dal gioco di premi,
punizioni, minacce attraverso il quale si sarebbe dovuto ristabilire la "sanità
mentale".
Fin dagli esordi le donne filavano la stoppa; con la nuova "terapia morale" le
malate venivano impiegate, oltre che nella tessenda, nel guardaroba, nelle
cucine e nella lavanderia, gli uomini nel lavoro agricolo e in attività operaie. Ove
permesso dai compiti da svolgere, alcuni erano legati persino durante le ore di
lavoro. Il lavoro a costo zero del paziente, veniva elevato a rango di vera e
propria cura.
Gli alienati, classificati in base al loro comportamento, una volta entrati
tendevano a non uscire dall'istituzione totale, che li poteva accogliere sin da
bambini, e che guidava duramente in modo gerarchico e autoritario il loro
cammino di "cura", che meglio si può rappresentare come un periodo forzato di
permanenza in un luogo che certo non curava. I laboratori dei malati, i loro
manufatti, le feste nel teatro, la biblioteca e le rare scampagnate facevano del
manicomio una "macchina educativa", che inseriva l'ergoterapia nel lungo
percorso. Il comportamento morale era oggetto di rigoroso controllo da parte
degli infermieri, che applicavano sul lavoro i rigidi principi che regolavano la
società civile.
A cavallo dei due secoli, la teorizzazione dell'ergoterapia
risolve un conflitto irrisolto tra pauperismo, recupero
dell'emarginazione e nuova dimensione produttiva. Calandoci
nel vissuto di chi era ricoverato, ecco la testimonianza di una
donna: "Finchè lavoravo le infermiere erano buone ma
quando non lavoravo mi trattavano come una bestia. La
mattina, quando mi alzavo, spesso mi sentivo svenire e
dovevo restare a letto. E quelle mattine che non me la
sentivo di lavorare le infermiere mi offendevano. Magari non
picchiavano ma offendevano e le offese fanno più male delle
botte. Mi facevano lavorare per forza ma pagare non è che
mi pagassero: mi sfruttavano e basta."
Terapia occupazionale
Secondo l’AOTA (American Occupational Therapy Association)
la terapia occupazionale è “l’arte e la scienza di dirigere la
partecipazione di un individuo in compiti selezionati, per
ristabilire, rinforzare e migliorare la prestazione; facilitare
l’apprendimento di quelle capacità e funzioni essenziali
all’adattamento e alla produttività; diminuire o correggere
la patologia”
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