Indicazioni per il curricolo di storia: istruzioni per l`uso.
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Indicazioni per il curricolo di storia: istruzioni per l`uso.
Ivo Mattozzi Indicazioni per il curricolo di storia: istruzioni per l'uso. [Università di Bologna, “Clio '92. Associazione di insegnanti e ricercatori in didattica della storia”] [pubblicato in "Le indicazioni per il curricolo. La parola alla scuola", Fascicolo monografico di "Notizie della scuola", n. 2-3, 16-settembre-1 ottobre 2007, Tecnodid, Napoli, pp. 185-189] Una situazione inedita L'anno prossimo si verificherà per l'insegnamento della storia una situazione inedita : a. varranno ancora le indicazioni per i piani di studio personalizzati (p.s.p.) e i libri di testo saranno conformi ad esse; b. le nuove indicazioni per il curricolo saranno proposte alla validazione e alla sperimentazione delle scuole; c. ci saranno ancora insegnanti affezionati ai programmi del 1979 e del 1985, incoraggiati dalle dichiarazioni del Ministro del 5 ottobre 2006. La molteplicità di punti di riferimento contrastanti tra i quali i collegi docenti dovranno districarsi genererà confusione. Tuttavia nei quattro testi c'è un minimo comun denominatore : ciascuno di essi, infatti, presuppone che collegi docenti e singoli insegnanti interpretino il testo e lo traspongano in programmazioni d'istituto e personali. Né i programmi del 1979 né quelli del 1985 hanno un indice di temi definito ed entrambi rimettono agli insegnanti l'onere della selezione e del montaggio delle conoscenze e della delineazione del progressivo sviluppo delle abilità. Le indicazioni per i p.s.p. propongono una lista di conoscenze che sembra dettagliata e inderogabile per la scuola primaria. Ma in effetti i maestri devono prendere molte decisioni : ad es., quali civiltà della Mesopotamia e dell'India e della Cina e quali civiltà italiche proporre agli alunni e come trattare la storia greca e quella romana? Per la scuola media sono indicati raggruppamenti tematici e tocca agli insegnanti la responsabilità di articolarli in conoscenze da insegnare. Il testo riconosce a chiare lettere agli insegnanti il diritto e il dovere di organizzare le conoscenze in unità di apprendimento e di strutturarle in piani di studio personalizzati. Che cambia con le nuove indicazioni? Le nuove indicazioni rendono ancora più esplicita la esigenza che siano gli insegnanti ad organizzare impianti curricolari e a segmentarli in piani di lavoro annuali. L'esplicitazione si evidenzia nel recupero e nella valorizzazione dell'idea di curricolo, nella mancanza di liste di contenuti, nella formulazione di profili di alunni competenti alla fine di ogni ciclo e di obiettivi davvero essenziali in relazione al terzo e al quinto anno della scuola primaria e al terzo anno della scuola secondaria di primo grado... 1 “La scuola predispone il Curricolo, all’interno del Piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi di competenza e degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni.” Gli insegnanti non avevano alibi con i precedenti testi ministeriali, ne hanno ancora meno con il nuovo testo : non possono dire di dover svolgere il programma ministeriale, poiché non esistono pacchetti di conoscenze già programmati dal ministero. La selezione delle conoscenze e il loro montaggio in sequenza è compito degli insegnanti. Questa va organizzata in filiere di processi di insegnamento destinati a far esercitare abilità e a far costruire conoscenze e sistemi di conoscenze nei processi di apprendimento degli alunni. Il testo è chiaro anche su questo: “La progettazione didattica promuove la ricerca delle connessioni tra i saperi disciplinari e la collaborazione tra i docenti.” Ed è compito dei dirigenti promuovere le attività di programmazione e raccogliere i piani di lavoro annuali. Uno spartito da interpretare “Quel che mi preme mettere in rilievo in conclusione è che possiamo considerare il testo delle indicazioni come uno spartito musicale – purtroppo, a mio parere, di cattiva concezione - che aspetta dall’interpretazione e dalla esecuzione degli insegnanti di essere trasformato in qualcosa di vitalmente stimolante e formativo per gli scolari a beneficio della conoscenza storica e dell’eser-cizio della cittadinanza.” Questo ho scritto a proposito delle indicazioni nazionali per i p.s.p.1 Ora abbiamo le nuove indicazioni che sono di migliore concezione, ma il problema dell'interpretazione degli insegnanti si fa ancor più patente. Infatti esse sono per il curricolo, cioè orientative rispetto alla necessità che gli insegnanti hanno di organizzare un curricolo di storia. Come procedere all'interpretazione e all'esecuzione per quanto riguarda la storia? Il primo passo è riconoscere che il testo intende funzionare come fonte di ispirazione. Nella premessa ai singoli campi di esperienze e alle singole aree disciplinari, esso dà conto della concezione della disciplina che è sottesa alle proposte dei traguardi e degli obiettivi. Indica alla scuola dell'infanzia una sintesi dei due campi d’esperienza presenti negli Orientamenti Lo spazio, l’ordine, la misura e Le cose, il tempo e la natura con un'accentuazione che ha rilievo per il curricolo di formazione storica: “LA CONOSCENZA DEL MONDO. Ordine, Spazio, Tempo, Natura. Nella scuola dell’infanzia i bambini apprendono ad organizzarsi progressivamente nel tempo e nello spazio, a partire dai loro vissuti quotidiani di vita famigliare e scolastica e di gioco e in riferimento alle attività degli adulti e agli eventi naturali e culturali. Spazio e tempo sono legati tra loro nell’esperienza fondamentale del movimento, le cui caratteristiche di durata, estensione e rapidità costituiscono uno strumento interpretativo sia degli stessi movimenti direttamente osservati, 1 Cfr. Oltre le indicazioni: il dovere della programmazione del curricolo in “Bollettino di Clio”, n. 22, www.clio92.it 2 sia del cambiamento. Il compito degli insegnanti è quello di rendere i bambini progressivamente consapevoli della ricchezza potenziale della loro esperienza quotidiana e dei modi con cui la cultura dà forma a tale esperienza.” È un invito a prendersi cura della formazione spaziale e temporale dei bambini ed esso viene rafforzato dalla formulazione dei traguardi di competenze : colloca correttamente nello spazio se stesso, oggetti, persone; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali; si orienta nel tempo della vita quotidiana; riferisce eventi del passato recente dimostrando consapevolezza della loro collocazione temporale; formula correttamente riflessioni e considerazioni relative al futuro immediato e prossimo; coglie le trasformazioni naturali. Per la scuola primaria e “media”, la storia è valorizzata come disciplina che produce conoscenza che “si forma e progredisce attraverso un incessante confronto tra punti di vista e approcci metodologici diversi” e che deve essere insegnata allo scopo di favorire “negli alunni la formazione di un “abito critico”, fondato sulla capacità di interpretare le fonti e le conoscenze acquisite”, in modo che “la padronanza degli strumenti critici delle scienze storico-sociali” permetta “di evitare che la storia venga usata strumentalmente e in modo improprio” e che “la storia offra una base solida per ragionare sulle diversità dei gruppi umani che hanno popolato il pianeta, a partire dall'unità del genere umano.” Viene, dunque, valorizzata la concezione di storia come disciplina (con le sue caratteristiche epistemologiche e metodologiche e di struttura delle conoscenze) contro quella di storia-materia (come complesso di nozioni da trasmettere) : come ogni altra disciplina pur essa “permette di esercitare differenti potenzialità di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico.”2 I profili dell'alunno competente alla fine di ogni ciclo sono coerenti con le premesse e delineano lo sviluppo verticale delle conoscenze e delle abilità. Alla fine della primaria l'alunno dovrebbe dimostrare di conoscere “elementi significativi del passato del suo ambiente di vita”, “gli aspetti fondamentali della preistoria, della protostoria e della storia antica”, “le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali”. Le abilità dovrebbero consistere nell'uso della linea del tempo e delle carte geostoriche, per collocare un fatto o un periodo storico, nella organizzazione delle conoscenze e nella produzione di testi, nel riconoscere tracce storiche come elementi del patrimonio culturale. Poiché si constata una progressiva perdita di interesse per la storia insegnata da parte degli alunni, il primo traguardo della scuola “media” viene individuato nell'incremento della “curiosità per la conoscenza del passato.” L'alunno dovrebbe dimostrare di conoscere i momenti fondamentali della storia italiana, i processi fondamentali della storia europea medievale, moderna e contemporanea, i processi fondamentali della storia mondiale, gli aspetti essenziali della storia del suo ambiente. E dovrebbe dimostrare di avere 2 A proposito del concetto di disciplina cfr. I. Mattozzi, Disciplina in G. Cerini, M. Spinosi (a c. di), Voci della scuola, n. 5, Tecnodid, Napoli, 2007. 3 acquisito le abilità di studio, di uso delle fonti per costruire conoscenze testuali, e di riconoscimento del valore del patrimonio culturale e, le più ambiziose, quelle di uso delle conoscenze e degli strumenti per orientarsi nella complessità del presente, comprendere opinioni e culture diverse, capire i problemi fondamentali del mondo contemporaneo. Dalla scuola dell'infanzia alla fine della scuola “media” l'alunno dovrebbe acquisire man mano abilità che vengono riconosciute e messe in gioco continuativamente nei processi di apprendimento e dovrebbe costruire un sapere storico sistematico composto di conoscenze significative che riguardano aspetti e processi del proprio ambiente, dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Come interpretare lo spartito? L’insegnante si trova al centro di un sistema i cui elementi sono: le indicazioni o il programma, i libri di testo, il contesto scolastico, l’ambiente extrascolastico. L'intero sistema gli propone suggestioni, lo sottopone a pressioni, gli pone limiti e vincoli e gli offre risorse. L’insegnante deve reagire e prendere le sue decisioni di progettazione e programmazione. A che cosa deve ispirarsi per non subire le suggestioni e le pressioni del programma e del libro di testo da mero esecutore? Come può cogliere e mettere a frutto le risorse dell’ambiente? come può far fronte ai limiti contestuali? Quali possono essere le sue fonti di legittimazione? Non sono le scelte che gli editori condensano nei manuali. I manuali devono essere considerati degli strumenti per la costruzione del sapere da gestire grazie alle altre fonti di ispirazione che sono le teorie pedagogiche e le teorie e le pratiche didattiche più adatte, ma, soprattutto l’epistemologia e la metodologia disciplinare e la psicologia cognitiva. Si tratta di dare all’epistemologia e alla metodologia la priorità che loro spetta. Infatti, i criteri psicognitivi, pedagogici, didattici dovrebbero essere articolati e curvati verso lo scopo della formazione di conoscenze dichiarative e procedurali prodotte in campo disciplinare. Occorre cominciare a pensare la storia: a. come processo di costruzione delle conoscenze e dei sistemi di conoscenze; b. come testi che sono il risultato dei processi di costruzione e la cui struttura manifesta tutti i segni delle operazioni compiute nel processo di elaborazione; c. come conoscenze organizzate in un sistema che devono essere trasposte e configurate in modo adatto alle capacità cognitive dei discenti, ma sempre in modo che conservino il rigore delle conoscenze esperte. Il processo di costruzione implica strumenti (tracce, fonti, testi), procedure di uso degli strumenti e procedure di costruzione, operazioni mentali e operazioni pratiche per assecondare l’uso degli strumenti e organizzare le informazioni e l’elaborazione della conoscenza, procedure di scrittura e di elaborazione dei testi. Dal punto di vista psico-cognitivo anche l’apprendimento è un processo di costruzione delle conoscenze. Nei processi di apprendimento entrano in gioco le conoscenze previe dei discenti, gli strumenti da usare, le procedure da applicare, le operazioni mentali e quelle pratiche, la necessità di elaborazione 4 di testi di tipo storico. Dunque, l’insegnante deve prendere cura dei processi di apprendimento, deve insegnare ad usare gli strumenti (le tracce, le fonti, i testi), deve insegnare a compiere operazioni cognitive e pratiche di organizzazione delle informazioni, deve insegnare a rispettare le procedure e ad elaborare testi di tipo storico. L’insegnante deve impegnarsi a far apprendere conoscenze e sistemi di conoscenze non banali né distorte e deve rendere gli alunni consapevoli che si tratta di oggetti costruiti. Se questi sono i termini delle esigenze curricolari e didattiche, possiamo tornare all’analisi del testo delle indicazioni e fare un'ipotesi di applicazione. Come eseguire lo spartito? Le indicazioni sono in accordo con l'epistemologia e la metodologia storica? Sì lo sono, in quanto propongono un'immagine di storia come conoscenza costruita con procedure e metodi di uso delle tracce e operazioni cognitive e pratiche di organizzazione delle informazioni che producono molteplicità di interpretazioni. Sono coerenti con le teorie di didattica disciplinare elaborate negli ultimi decenni? Sì, in quanto, nella parte generale, propongono di valorizzare didatticamente le preconoscenze degli alunni, stigmatizzano la didattica trasmissiva, esaltano le attività laboratoriali e, nella parte specifica, raccomandano la ricerca storico-didattica e la valorizzazione del patrimonio culturale che è all'origine di ogni conoscenza storica; suggeriscono la costruzione di conoscenze a molteplice scala temporale e spaziale e la loro integrazione in un sistema di sapere. Sono rispettose dei ritmi di sviluppo cognitivo e affettivo degli alunni? Sì, in quanto propongono di partire fin dalla scuola dell'infanzia a promuovere la formazione delle abilità di organizzazione temporale e spaziale delle esperienze quotidiane (che possono diventare la base di conoscenze significative se organizzate in rappresentazioni), di proseguire con la produzione di conoscenze riguardanti il passato vicino temporalmente, spazialmente e affettivamente; di iniziare la costruzione delle conoscenze sistematiche dalla classe quarta mediante la descrizione di aspetti della vita sociale (che possono configurarsi in quadri di civiltà) e di proseguirla con l'insegnamento dei processi di trasformazione che possono rendere conto di come il mondo è diventato com'è attualmente, con un'accentuazione di quelli che si sono distesi lungo il XX secolo. Le abilità sono graduali, continuative e importanti? Sì, perché mirano alla produzione delle informazioni e alla loro organizzazione e servono alla comprensione dei testi, per l'organizzazione delle conoscenze e per il loro uso. La parte degli insegnanti e dei dirigenti La traduzione nel disegno curricolare e in piani di lavoro annuali può avvenire rispondendo alle domande: come facciamo a sviluppare le abilità e le 5 conoscenze delineate nel profilo terminale dell'alunno? Come rendere significative le conoscenze nella scuola dell'infanzia e nella prima fase della primaria? Come costruire un sistema di conoscenze significative sull'antichità in due anni scolastici e come selezionare e organizzare in sistema i processi di trasformazione dal Medioevo ad oggi nelle 180 ore della scuola “media” in modo che vi siano contemplate conoscenze alle diverse scale spaziali e temporali? Come articolare gli obiettivi poliennali in obiettivi annuali? La risposta a queste domande spetta agli insegnanti che possono trovare ispirazioni nelle proposte didattiche che la ricerca teorica e quella applicata hanno elaborato con grande varietà di soluzioni.3 Una maestra mi scrive delle note sulle indicazioni per il curricolo e le conclude con questa speranza. “Credo siano una buona bozza nel complesso (ho letto la parte generale e le discipline dell’area storico – geografico), che lascia alle scuole autonomia di manovra nella progettazione … Speriamo in chi “governa” i vari istituti e nei gruppi docenti che dovranno “interpretare e concretizzare” tali indicazioni!… e nelle attività di formazione che verranno promosse!” Ha ragione. Le indicazioni ci sono, ma per “pon mano ad elle” è necessario che si verifichino tre condizioni: 1. che gli insegnanti si considerino specialisti della mediazione didattica, della trasposizione delle conoscenze, dell'organizzazione di processi di apprendimento, e protagonisti della ricerca-azione per la progettazione del curricolo e dei processi di insegnamento della storia; 2. che i dirigenti assumano il ruolo di registi dell'impresa della progettazione del curricolo e dell'organizzazione della ricerca-azione dei gruppi di insegnanti e custodi della documentazione riguardante curricoli e piani di lavoro; 3. che si mettano in atto iniziative di aggiornamento e di sostegno alla ricerca-azione delle scuole autonome. 3 Cfr. B. D'Amore e M. Fandiño Pinilla, Le didattiche delle discipline, Erikson, Trento, 2007 6