scheda dell`itinerario
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scheda dell`itinerario
Verbania: arte, natura e paesaggio Villa Giulia si trova nel centro di Verbania. Risale come data di costruzione al 1847, voluta da Bernardino Branca, il quale nel 1845 sposò Maria Scala l’inventrice a Milano del liquore distillato da erbe che prese il nome di “Fernet Branca” (Fernet deriva con tutta probabilità dal lombardo fer net = ferro pulito ossia la piastra rovente su cui veniva preparato il liquore). Il figlio Giuseppe Branca decise di dedicare la costruzione alla moglie chiamandola “Villa Giulia”. Nel 1879, forse a causa di errori costruttivi, avvenne il disastroso affondamento della iniziale compagine di contenimento, le cui tracce divengono ancora oggi visibili sul fondale nei periodi di siccità. Successivamente venne affidato all’architetto milanese Giuseppe Pirovano un progetto di riplasmazione totale. Vennero dapprima realizzati una maestosa cancellata d'ingresso e un porticciolo, al di sopra del quale, venne inserito un terrazzo con pergolato e un giardino, seguendo i precetti dello stile inglese, anche con la creazione di grotte artificiali. Successive modifiche furono apportate con l'ampliamento di circa dieci metri della facciata che prospetta verso il lago, decorandola con un doppio loggiato sostenuto da colonne, il tutto terminò con l’edificazione di un belvedere a forma circolare. Decorazioni in stile Art Nouveau furono aggiunte nel 1904 per desiderio della signora Giulia, divenuta contessa Melzi d’Eril dopo la morte del primo marito. La villa venne acquisita nel dicembre 1932 dall’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo trasformandosi in Kursaal per dotare la città di un “Casinò” e di una “Casa del Forestiero”. Altri interventi avvennero nel 1955 con la costruzione di due saloni, uno seminterrato con accesso dal giardino ed il secondo al livello del piano nobile, nel 1959 nella darsena vennero effettuati interventi per inserirvi dei locali, eliminando le grotte. Nel 1987 la Regione Piemonte trasferì la proprietà della villa al Comune di Verbania. Oggi la villa ospita il CRAA (Centro Ricerca Arte Attuale) ospitando mostre ed altri manifestazioni. Il Museo del Paesaggio venne fondato nel 1909 da A. Massara per favorire la rinascita culturale della zona. Il Massara nel 1912 istituì la Galleria del Paesaggio per raccogliere dipinti , disegni e stampe di paesaggio; nel 1914 la raccolta assunse il titolo di Museo del Paesaggio. Dopo la morte del Massara nel 1926 il Museo mantenne esclusivamente l’attività di conservazione delle collezioni di proprietà. Nel 1983 la Regione Piemonte ha affidato al Museo l’attività di censimento e catalogazione dei giardini storici del Verbano e Cusio Il Museo è attualmente situato nel centro storico di Verbania-Pallanza in due palazzi di pregio artistico il Viani-Dugnani e il Biumi Innocenti. Il primo ospita le collezioni archeologiche raccolte da E. Bianchetti. Si tratta di circa 330 tombe della necropoli di Ornavasso, databile fra il I ed il II secolo D.C. Nel settore Pittura sono ospitate opere dell’Ottocento fra gli autori ricordiamo C. Fornara e C. Maggi. Sono anche presenti quattro tele di Tanzio da Varallo ed affreschi del XV secolo. Importante la gipsoteca di P. Trubetzkoy e le sculture, medaglie, dipinti, disegni e incisioni di A. Martini e G. Branca. Il palazzo Biumi Innocenti ospita una importante collezione di Religiosità e Cultura popolare con 5023 ex voto e ben 66000 “santini” (immaginette) donate da E. Cefis nel 1996. La Gipsoteca allestita all’interno del Museo del Paesaggio ospita molte opere dello scultore russo Paolo Trobetzkoy. Figlio del principe russo Pietro e della cantante americana Ada Winans. Paolo nacque a Intra nel 1866, il fratello Pietro, che fu nella vita un talentuoso pittore, era nato a Ghiffa dove il padre aveva fatto costruire la villa Ada con grande orto botanico dotato di piante rare quali il Pinus Strobus proveniente dall’America unitamente ad araucarie, bossi, cedri glauchi, deodara, eucalipti d’Australia e querce, tutto quanto contornato da azalee, begonie, camelie, gardenie e rododendri. La villa venne frequentata da pittori, scultori e musicisti. Un errato investimento economico e le forti spese per il parco condussero il principe Pietro a vendere la proprietà alla contessa Ceriana Rocca ed a trasferirsi in un più modesto villino. I contatti avuti dal giovane Paolo con diversi artisti, in specie Ranzoni e Cremona, lo indirizzarono verso la scultura. Nel 1884 si trasferì a Milano dove studiò per poco tempo con Donato Barcaglia ed Ernesto Bazzaro dedicandosi successivamente allo studio dal vero degli animali. Partecipò senza successo ad alcuni concorsi ed espose a Venezia, sue opere vennero acquistate per il Golden Gate Museum di San Francisco e per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Viaggiò e soggiornò a lungo in Francia, Stati Uniti e Russia dove realizzò nella città di Pietroburgo il monumento ad Alessandro III (sopravvissuto alla Rivoluzione d’Ottobre). Realizzò moltissimi ritratti scultorei di personaggi importanti fra cui il conte di Montesquieu (il noto barone Charlus de La recherche proustiana), Leone Tolstoj, Auguste Rodin, Anatole France, i baroni de Rothschild e George Bernard Shaw. Durante una sua permanenza negli Stati Uniti aprì uno studio di scultura ad Hollywood ritraendo Mary Pickford e Douglas Fairbanks sr. Qui scolpì i busti di numerosi personaggi importanti fra cui Franklin D. Roosevelt e John Rockefeller ed anche gente comune come indiani e cow-boy osservati nei rodei o nel loro lavoro. Dal 1921 divise la sua attività artistica fra lo studio di Neuilly-sur-Seine e la Ca Bianca di Suna nei pressi di Pallanza. Quest’ultima città lo incaricò di realizzare il Monumento ai caduti nel 1923. La conoscenza con Tolstoj lo aveva portato a divenire vegetariano, la stretta osservanza di questo regime di vita sembra sia stata la causa di una grave anemia che lo portò alla morte nel 1938. Per suo espresso desiderio gli eredi donarono al Museo del Paesaggio di Pallanza tutte le copie in gesso delle sue opere presenti a Neuilly e a Suna. Qui è possibile ammirare alcune opere che risentono di influssi diversi, dal Segantini “scapigliato” ai due Tolstoj realistici alle opere del primo decennio del Novecento con influssi dell’ Art Nouveau. Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti ONLUS Fondata in Torino il 20 febbraio 1874 Palazzina SPABA, Via Napione 2 - 10124 Torino Tel./Fax 011 8177178 [email protected] - www.spaba.net STORIA La Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, fondata in Torino nel 1874 da un gruppo di studiosi e appassionati nel campo dell’arte e dell’archeologia, ebbe sede inizialmente presso il Museo Archeologico e dal 1911 nella Palazzina di via Napione donata dal socio Vittorio Avondo. Attualmente la Società collabora con le autorità preposte alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio archeologico ed artistico subalpino e pubblica un Bollettino in cui compaiono le comunicazioni di soci e studiosi su argomenti concernenti l’archeologia, la pittura, la scultura, l’architettura e le arti applicate in Piemonte. Dal 2005 pubblica anche la collana: Quaderni di Archeologia e Arte in Piemonte Ente Morale dal 1907, trasformata in ONLUS nel 1998, la SPABA gestisce donazioni liberali destinate a finanziare restauri conservativi di edifici ed opere d’arte, organizza mostre e convegni in collaborazione con gli Enti pubblici. ATTIVITÀ La SPABA propone agli iscritti durante l’anno, una serie di incontri (sedute scientifiche) in Sede su tematiche inerenti l’arte, l’archeologia, l’architettura, la scultura, le arti applicate e la fotografia in ambito piemontese. Fin dal 1932 organizza convegni in sedi diverse, a cadenza pluriennale dedicati a zone specifiche del Piemonte o a personaggi che ebbero particolare rilevanza nella vita culturale e artistica regionale. Dal 1999 al 2008 ha organizzato “Rivelazioni Barocche”, poi confluita all'interno del progetto "Gran Tour". Scambia le sue pubblicazioni con numerose Società e Istituti storici italiani e stranieri aventi analoghi interessi culturali. La biblioteca è ricca di oltre 5000 titoli. È aperta in orario di segreteria e raccoglie pubblicazioni tematiche sul arte, architettura, archeologia e storia del Piemonte.