Stabilizzazione dei vini medianteprocessi additivi
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Stabilizzazione dei vini medianteprocessi additivi
• Cod. EM6U1 Stabilizzazione dei Vini (Tecniche di apporto) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Tecniche di apporto Acidificazioni Tagli Dolcificazioni Acido citrico Gomma arabica Acido metatartarico Mannoproteine Tannini Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Acidificazioni Operazione consentita dal Reg. C.E. 1493/99 nelle zone CII e CIIIb, nella zona CIb invece deve essere autorizzata, mediante impiego di acido tartarico nella dose massima di 2,5 g/l pari a 33,3 meq/l L’aggiunta di tale acido provoca un abbassamento del pH ed un innalzamento del potere tampone del vino. I valori di queste variazioni non sono calcolabili e quindi prevedibili a priore, in particolare il pH, poiché diversi fattori influenzano i nuovi equilibri (alcol, potassio, ecc). Tuttavia, in prima approssimazione, è possibile orientarsi tenendo conto della relazione che segue conoscendo l’acidità totale (T), l’alcalinità delle ceneri (C) : TxC [Acido] = - pH x 2,303 T+C Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Tagli Consentono di mediare i valori di composizione del vino. Per tagli semplici si applica la regola del miscuglio, per tagli complessi, invece, si utilizzano apposite procedure informatizzate che operano col metodo della programmazione lineare. Sono da considerarsi tagli quando i vini provengono: - da Stati diversi - da zone viticole diverse - dalla stessa zona ma diversa origine geografica - dalla stessa zona ma di vitigni diversi o annata diversa - da categorie diverse (bianco, rosso, tavola, vqprd) Le operazioni di taglio devono essere riportate in apposito registro. Non è consentito il taglio tra vini da tavola bianchi e rossi. Il taglio tra vino atto e vino da tavola deve essere eseguito nella zona viticola del primo. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Dolcificazioni Sono consentiti solo nella fase di produzione e del commercio all’ingrosso. Si possono effettuare solo con mosti, mosti concentrati o MCR purché la gradazione totale non venga aumentata di oltre 2 % vol. Se il dolcificante o il vino da dolcificare sono stati già sottoposti ad arricchimento, il dolcificante non può avere una gradazione alcolica complessiva superiore a quella del vino da dolcificare. 48 ore prima dell’operazione deve essere presentata apposita dichiarazione all’ICRF. L’operazione deve essere registrata in apposito registro e riportare tutti i dati relativi ai prodotti interessati. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Acido citrico Stabilizza il Ferro formando citrati solubili, inoltre ammorbidisce i tannini e conferisce rotondità al palato. Il quantitativo massimo che per norma può essere presente nel vino al consumo, è di 1 g/l. Le aggiunte devono essere coperte da adeguati livelli di SO 2 per impedire che l’A.C. venga attaccato da batteri e trasformato in acidi volatili. La sua azione stabilizzante nei confronti della casse ferrica si ritiene sufficiente quando il ferro non supera i 15 mg/l. A scopo stabilizzante, l’impiego dell’A.C. può essere potenziato se viene associato alla gomma arabica. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Gomma arabica E’ estratta dall’essudato, dopo incisioni della corteccia, delle piante di Acacia Seyal e Acacia Verek dell’Africa del Nord. Le gomme arabiche presenti sul mercato enologico possono esser di diverso tipo a seconda della materia prima, dall'area geografica di provenienza, dall'età della pianta, dal grado di purezza e dal processo di lavorazione. E’ un polisaccaride eterogeneo e complesso (P.M. ~ 600.000 – Galattosio, Arabinosio, Ramnosio, Acido Glucuronico, …), svolge azione di colloide protettore verso i cristalli di FePO4, KTH e verso altre sostanze colloidali sfuggite in operazioni precedenti; inoltre, ha azione stabilizzante nei confronti della sostanza colorante precipitabile e adsorbente nei confronti delle sostanze aromatiche per cui conferisce ai profumi una maggiore durata e persistenza nel tempo. La sua capacità stabilizzante risulta potenziata se viene impiegata in forma micronizzata; dosi consigliate, 5-10 ml/hl, ma si possono raggiungere anche dosi di 500 ml/hl. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Ha forte potere colmatante nei confronti dei setti filtranti, quindi deve essere impiegata dopo i trattamenti chiarificanti. Se il vino viene sottoposto a refrigerazione la G.A. deve essere impiegata successivamente altrimenti precipita in buona parte. L’impiego della G.A. è incompatibile con i trattamenti a caldo, perché spesso in essa sono presenti tracce di enzimi ossidasici che provocherebbero un rapido invecchiamento dei vini; è da evitare nei lunghi invecchiamenti. I prodotti oggi presenti sul mercato sono molto diversificati e dichiarano prestazioni molto interessanti; tuttavia è necessario sperimentarli per ogni determinato vino, nei dosaggi e nelle condizioni di impiego. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano HO-CH-COOH Acido metatartarico HO-CH-COOH HO-CH-COOH HO-CH-CO-O-CH-COOH HO-CH-COOH E’ un poliestere dell’acido tartarico della famiglia dei lattidi, ed è il prodotto più utilizzato per la stabilizzazione tartarica, sebbene la sua efficacia risulta limitata nel tempo, poiché per idrolisi ritorna ad acido tartarico. L’idrolisi completa può avvenire in poche ore, in 3 mesi, in 10 mesi o in alcuni anni, secondo che la temperatura varia da 35 a 25, 10, 0 °C. Va tenuto al riparo dell’umidità e aggiunto dopo le operazioni di collaggio per evitare che le flocculazioni ne asportano una parte e comunque prima della filtrazione finale di pre-imbottigliamento in quanto potrebbe dar luogo a leggere velature. Dose consigliata intorno a 10 g/hl Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Polifenoli Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Polifenoli sono sintetizzati nelle foglie a livello di cloroplasti, hanno funzione cromatica oltre che di difesa verso alcune alterazioni. La produzione è stimolata dalla luce in particolare quella con lunghezza d’onda del blu e del rosso. La carenza di azoto o di fosforo come pure le basse temperature ne incrementano la produzione e l’accumulo •Flavonoidi (antocianine, flavonoli o flavoni) [Glicosidi = aglicone + glucide] .Antocianine o antociani, solubili in acqua,conferiscono colore all’acino dal blu violaceo al rosso. Flavonoli, sono simili alle antocianine, conferiscono all’acino colore giallo paglierino. •Tannini idrolizzabili (tannini del raspo e del legno di quercia) [gallotannini ed ellagitannini]. Si accumulano nei raspi; per quantità prodotte e importanza sono trascurabili, al contrario di quelli prodotti nelle galle delle querce. •Tannini condensati (proantocianidine o leucoantociani o flavan 3,4-dioli e catechine o flavanoli). Simili agli antociani, i più stabili sono dati da 2-8 unità monomeriche. Caratterizzano molti sapori di frutta e di bevande. Si accumulano principalmente nella buccia e in maniera significativa nei vinaccioli; nella polpa, invece, si trovano quantità non rilevanti. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Flavonoidi Antocianine, Flavonoli o Flavoni Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Struttura di antocianina R OH 3’ + HO 8 2’ 4’ 1’ 5’ R’ 6’ 9 1 7 2 6 3 5 10 4 O - Glucide OH Antocianina = Glicoside = Antocianidina (Aglicone) + Glucide La parte evidenziata con carica positiva costituisce lo ione flavilio Al variare di R - R’ coi sostituenti gruppi alchilici: H, OH, -OCH3, si ottengono le varie antocianine Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Antocianidine Le più importanti antocianidine (antocianine se sono glucosidate) che caratterizzano le varie cultivars di vitis vinifera ( in rapporti diversi ma specifici tra loro) sono: Pelargonidina R = R’ = H Delfinidina Malvidina Cianidina Peonidina Petunidina R = R’ = OH R = R’ = OCH3 R = OH R = OCH3 R = OCH3 R’ = H R’ = H R’ = OH Il loro colore caratterizza i vini rossi e varia in funzione del pH del mezzo: pH acido: dal rosso al violetto pH neutro: blu-verde pH basico: blu intenso. Combinati con la solforosa (-HSO3 in posizione 2) sono incolore Sono molecole molto reattive a causa di una carenza elettronica nello ione flavilio Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Struttura di flavonolo R OH 3’ HO 8 2’ 4’ 1’ 5’ R’ 6’ 9 1 7 2 6 3 5 OH 10 4 O - Glucide O • La parte centrale evidenziata costituisce il gruppo chinonico detto Flavone, elemento di differenziazione rispetto agli antociani. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Flavonoli (flavoni) • Sono pigmenti gialli, di cui si conoscono oltre 800 tipi • sono simili agli antociani • sono presenti nei vini bianchi e nei vini rossi • inizialmente sono presenti come glucosidi, ma durante la prima fase dell’invecchiamento assumono la forma libera (aglicone) • nonostante la loro colorazione, il contributo maggiore al giallo paglierino dei vini bianchi è dato dai polifenoli tannici leggermente ossidati. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Tannini idrolizzabili Gallotannini, Ellagitannini Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Gallotannini COOH COOH HO CO O OH OH HO HO Acido Gallico HO OH HO Acido m-Digallico Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Gallotannini Pur essendo acidi, ma con forza inferiore agli acidi del vino, se aggiunti ad esso si comportano da base per cui innalzano il potenziale redox I numerosi gruppi –OH presenti sono suscettibili ad essere ossidati quindi presentano un forte potere antiossidante Le forme polimeriche sono insolubili, quindi non hanno importanza enologica Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Ellagitannini HO O O OH OH Acido ellagico Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Ellagitannini Gli ellagitannini derivano essenzialmente dal legno di rovere e di castagno. Sono idrosolubili e quindi passano facilmente in soluzione nei mezzi idroalcolici quali i vini e le acquaviti. La loro ossidabilità e le loro proprietà sensoriali giocano un ruolo importante nel corso dell’affinamento dei vini in fusti di quercia. Nei legni di quercia europea gli ellagitannini sono presenti in forma monomera e dimera, in quelli americani, invece, non sono presenti dimeri. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Tannini condensati Proantocianidine (leucoantociani o flavan 3,4-dioli) Catechine (flavanoli) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Proantocianidina OH (o leucoantociano o flavan 3,4-diolo) OH 3’ HO 8 4’ 1’ 5’ 6’ 9 1 7 2’ R’ 2 6 3 5 OH 10 H OH H OH 4 Sono simili agli antociani, differiscono nella parte centrale evidenziata, ove sono presenti solo legami semplici. Le forme non glucosidate danno origine ai poli-idrossi-flavan-3,4-dioli. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Catechina OH (o flavan 3-olo) OH 3’ HO 8 4’ 1’ 5’ 6’ 9 1 7 2’ R’ 2 6 3 5 OH 10 4 H OH H H Simile alla proantocianidina, presenta un solo gruppo ossidrilico nell’anello centrale: le forme non glucosidate danno origine ai poliidrossi-flavan-3-olo Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano OH 3’ HO 8 2’ 4’ 1’ 5’ R’ OH 6’ 9 1 7 2 6 3 5 OH HO 4 10 8 H OH OH 3’ 2’ 4’ 1’ 5’ R’ OH 6’ 9 1 7 2 6 3 5 10 4 4 OH HO 8 H OH 2 3 5 OH 10 4 2’ 4’ 1’ 5’ 6’ 1 7 OH 3’ 9 6 Rosario DI GAETANO Polimero proantocianidinico (colore giallo) R’ H OH Scuola Enologica di Conegliano Conformazione spaziale delle proantocianidine Gli anelli laterali sono disposti ad elica con orientamento dei gruppi idrofili verso l’esterno, idonei a formare complessi stabili con le proteine I legami tra monomero e monomero sono tra le posizioni 4-8 oppure 4-6 degli anelli condensati. Se trattate con acido a caldo si originano antocianidine (dalla rottura dei legami 4-8 oppure 4-6) Alle proantocianidine si deve il sapore di molti frutti: mele, banane, kaki, e di bevande: cioccolata, te, sidro di mele, ecc. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano 3’ HO 8 9 2’ 4’ 1’ 5’ 1 7 6’ 2 6 3 5 4 10 OH HO 8 H OH H+ OH Da proantocianidina (gialla) ad antocianidina R’ (rossa) OH OH 3’ 2’ 4’ 1’ 5’ R’ OH 6’ 9 1 7 2 6 3 5 10 4 + OH HO 8 H OH O + 9 2 6 2’ 4’ 1’ 5’ 6’ 1 7 OH 3’ R’ 3 5 10 4 OH Rosario DI GAETANO OH Scuola Enologica di Conegliano Tannini condensati In genere presentano carbocationi la cui forza si affievolisce col crescere del grado di polimerizzazione della molecola. In ambiente acido, però, come nel vino, aumentano la loro carica elettrica positiva, per cui da elettron attrattori, si comportano da acidi e abbassano il potenziale redox Le forme monomeriche sono solubili in acqua formando legami idrogeno forti che non consentono la loro reazione con le proteine. La carica elettronegativa totale, e quindi la reattività con le proteine, aumenta col crescere del polimero (diminuisce quella singola del monomero), fino a circa 10 monomeri (p.m. 600-2500) e poi tende a diminuire. Questa proprietà al palato si manifesta come aumento di astringenza (inizialmente prevale la sensazione acida). Una loro limitata presenza nei vini bianchi permette di precipitare le proteine presenti, un loro eccesso e la facilità ad ossidarsi a composti chinonici portano alla maderizzazione. Nei vini rossi, invece, rivestono notevole importanza nel processo di stabilità del colore Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Funzioni dei tannini Idrolizzabili Gallici Ellagici Ac.gallico Ac.digallico Ac. ellagico Inibiz.laccasi Cattura tioli Chelazione dei metalli Cattura ossigeno Innalzano l’ rH Condenati Proantocianidine Catechine Deproteinizzante Abbassano l’rH Polimerizzano con antociani Rischi derivanti dall’impiego dei tannini • Uso non corretto nei tempi (utilizzo nei momenti sbagliati) • Uso non appropriato della tipologia ( un tannino al posto di un altro) • Errato dosaggio ( vino con marcato retrogusto amaro) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Precipitazione delle proteine I più reattivi sono i proantocianidinici, in particolare quelli del vinacciolo, i meno reattivi quelli ellagici. I gallotannini (media reattività) a basso contenuto di acido digallico (retrogusto amaro) possono essere impiegati per la stabilizzazione proteica dei vini bianchi perché risultano i meno colorati L’azione precipitante è dovuta alle cariche elettronegative che si formano sull’anello fenolico (aromatico) in seguito alla delocalizzazione elettronica. L’ossidazione dei gruppi –OH fa diminuire la carica elettronegativa e quindi la reattività verso le proteine. Anche la presenza di polisaccaridi legati alla molecola tannica, ne attenuano la reattività. L’azione precipitante dei tannini risulta più significativa rispetto alla bentonite nei confronti di quelle proteine instabili a bassa carica e di quelle legate a colloidi protettori. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Polimerizzazione con gli antociani La presenza di tannini e antociani nel vino comporta la stabilizzazione del colore, che si esplica in due modi: a) attraverso la maggiore disposizione dei tannini ad ossidarsi preservando gli antociani b) dalla combinazione delle due molecole, ove entrambi acquistano maggiore resistenza all’ossidazione; in questo caso la possibile combinazione può avvenire nei seguenti modi: 1 - Reazione diretta dell’antociano sui tannini 2 - Reazione del tannino sull’antociano 3 - Reazione antociano tannino attraverso un ponte etilico Nel primo caso l’attacco è condotto dallo ione flavilio (+) dando luogo ad un composto incolore, che assume un intenso colore rosso alla prima ossigenazione (rimontaggio, delestage, svinatura, ecc..) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Nel secondo caso, invece, è il tannino di natura procianidinica (-) a reagire con l’antociano (+). Questo tipo di reazione è favorita dal calore e dall’ambiente acido e la molecola che si forma è di colore rosso aranciato. Processo caratteristico del vino che invecchia in vasca o in bottiglia in condizioni indipendenti dalla presenza di ossigeno Nel terzo caso interviene la molecola di aldeide acetica come ponte di unione tra antociano e tannino dando luogo ad un composto color salvia. L’aldeide acetica si forma dall’alcol etilico in ambiente ossidante e in presenza di catalizzatori quali rame e ferro e cofattori di ossidazione come i tannini gallici o ellagici. In ambiente acido l’aldeide acetica assume carica positiva, come carbocatione reagisce prima col tannino e quindi con l’antociano. Il rapporto ottimale T/A risulta essere tra 2 – 2,5. Se l’antociano si trova in concentrazione minore la condensazione coinvolgerà solo tannino. Col principio descritto si possono formare molecole complesse dove tannini ed antociani risultano legati da vari ponti etilici e aventi p.m. intorno a 1750. Detti composti hanno il massimo assorbimento a 620 nm (D.O.) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Inibizione della laccasi Dopo la SO2 il maggior potere inibente verso la laccasi è manifestato dai gallotannini, seguono gli ellagici e quindi i proantocianidici. Tale azione si esplica indirettamente perchè essi risultano essere substrato preferianziale all’attacco della tirosinasi. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Cattura dei tiolo • I tannini, in particolare gli ellagitannini, in ambiente acido reagiscono con i tioli (mercaptani) formando dei precipitati che abbassano del 25 – 50 % questi composti responsabili del sentore di ridotto. • L’ossigeno, in questo processo, ha un’azione sinergica, infatti l’abbattimento di etantiolo può giungere all’85 % Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Chelazione dei metalli • Caratteristica di tutti i tannini è di reagire con i metalli in forma cationica dando luogo ad un precipitato scuro. • Più reattivi risultano i tannini gallici. • La loro azione, per quanto energica, non è in grado di sostituire un intervento demetallizzante quando occorre. • Una considerazione: non preparare mai i tannini in recipienti metallici (acciai esclusi). Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Origine dei tannini esogeni I gallotannini derivano da galle di quercia, legno di mimosa, frutti come il mirabolano, ecc. hanno assorbanza massima a 280 nm. Gli ellagitannini derivano essenzialmente dal legno di rovere e di castagno. Hanno assorbanza massima a 250 nm. I tannini condensati, in generale, sono estratti da vinaccioli, vinacce, legni esotici. Hanno assorbanza massima a 280 nm con andamento più variabile rispetto agli altri. La qualità è determinata dall’età dell’albero, dalla zona di provenienza e dalla tipologia estrattiva. In riferimento all’estrazione (acqua, vapore, alcol, soluzione idroalcolica), quella realizzata con acqua risulta migliore perché garantisce la totale solubilità del tannino nel vino. Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Mannoproteine • Cosa sono • Dove si trovano • Che funzione svolgono • Quando usarli e con quale dosaggio Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Mannoproteine: Cosa sono • Sono macromolecole colloidali, aventi p.m. tra 20.000 e 450.000, costituite: - da una frazione polisaccaridica rappresentata principalmente dal mannosio - e da una frazione proteica Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Mannoproteine: Dove si trovano • Sono i costituenti principali, insieme ai glucani, delle parete dei lieviti, dalle quali si ottengono per estrazione mediante processi chimici o enzimatici (quest’ultimi più idonei per l’impiego nel settore enologico) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Mannoproteine: Funzione • Nella cellula svolgono funzioni particolari, secondo la loro struttura: - Unione sessuale - Flocculazione - Effetto killer - Attività enzimatiche (invertasi, glucosidasi, esterasi, ecc.) • Nel vino, invece: - Inibiscono la cristallizzazione tartarica - ostacolano la flocculazione delle proteine Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Mannoproteine: Impiego • Nelle prove sperimentali si sono dimostrate più attive le mannoproteine ottenute dalla digestione delle pareti di lieviti, mediante -glucanasi, perché risultano più ricche in proteine e la loro frazione polisaccarida contiene solo mannosio (p.m. 30.000 – 50.000) • Le dosi possono oscillare da 5 a 25 g/hl tuttavia è necessario controllare sempre con appositi tests i risultati ottenuti. Nella stabilità tartarica non si devono superare i 30 g/hl perché tali dosi inducono un effetto di surdosaggio per cui il vino ritorna nuovamente instabile. • La loro presenza spontanea nei vini è dovuta alla lunga permanenza del prodotto sulle fecce fini (almeno 10 mesi) Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano