Primiarchitetti_Rebellato

Transcript

Primiarchitetti_Rebellato
TANGRAM
Viaggi nella storia
e nell’archeologia
Agenzia certificata
ISO 9001
I PRIMI ARCHITETTI
Relatrice: dott.ssa Manuela Rebellato
Durante l’VIII millennio nel vicino oriente compaiono le prime abitazioni costruite, anche in Europa i primi villaggi risalgono al neolitico. Il più grande villaggio neolitico noto in Europa è quello di Passo Corvo nel Gargano, esteso su un’area di 50 ettari con un centinaio di abitazioni.
Al Neolitico e alla conseguente età del Rame risalgono le prime costruzioni non riconducibili alla sfera abitativa. In Europa occidentale e settentrionale si assiste, attorno al IV millennio a.C., alla nascita del fenomeno
del Megalitismo (dal greco mega-grande e lithós-pietra) caratterizzato da grandiosi monumenti. Fra le realizzazioni più grandiose vi sono i dolmen (termine bretone che significa dol-tavola di pietra (men); tombe
destinate ad accogliere molti defunti e ad essere utilizzate per più generazioni.
Sono i primi documenti di costruzioni votate al culto. Dolmen o camera sepolcrale di Pentre Ifan, pietra blu
delle Preseli Mountains, (Galles). In origine i dolmen erano sempre coperti da un cairn, cumulo di pietrame o
terra che dava alla tomba l’immagine di una collinetta.
In Italia i dolmen più antichi si trovano in Sardegna, snodo di rotte marittime per il commercio dell’ossidiana
e dell’ambra, resina fossile assai preziosa proveniente dall’Europa del nord. Durante l’età del Rame il fenomeno si diffuse nell’arco alpino. Il menhir (dal bretone men-pietra e hir-lunga) sono pietre infitte nel terreno
alte da 2 a 20 metri. Possono essere isolati, posti accanto ai dolmen oppure raggruppati in allineamenti rettilinei o circolari (soprattutto in Bretagna e nelle isole britanniche).
Questa ultima disposizione dà origine al cromlech (dal gallese crom-ricurvo e lech-pietra) utilizzato come
luogo di culto all’aperto e quasi sicuramente come calendario astronomico. A Carnac, nella Bretagna meridionale, si trovano allineamenti megalitici: 2761 spuntoni di pietra (alcuni sono alti oltre 20 m.). Il più spettacolare è quello di Ménec (1099 menhir disposti su 11 file).
Vi sono poi quelli di Kermario (1029 megaliti allineati su 10 file) e Kerlescan (594 menhir disposti su 13 file
ed emiciclo -cromlech- di 39 menhir). Sono siti suggestivi che si trovano a 15 Km. di distanza nei pressi del
porticciolo di Locmariaquer ed attirano ogni anno mezzo milione di visitatori. Ciò ha fatto nascere un conflitto
tra popolazione locale e la “direzione dei monumenti nazionali” (“La Stampa” 18 agosto 2002). Lo Stato accusano i militanti di “menhir liberi”- vorrebbe museificare e forse imbalsamare un’area che è ancora viva
permettendo la vista solo dall’alto di una terrazza panoramica.
L’esempio più noto è quello di Stonehenge, situato a nord di Salisbury, nell’Inghilterra meridionale e realizzato in più fasi, tra il 2.500 e il 1.500 a. C., era un complesso monumentale dal diametro esterno di circa 30
metri, fatto di dolmen disposti in modo da formare figure circolari concentriche. All’interno dell’anello 5 triliti
sono disposti a ferro di cavallo. Le ipotesi più attendibili sul significato del complesso è che fungesse da osservatorio astronomico (i monoliti erano disposti in modo da formare un doppio colonnato, creando allineamenti che corrispondono alle posizioni del sole nei solstizi d’estate e d’inverno e le 56 buche che circondano
l’anello di pietre servirebbero per contare gli anni -56 appunto- che separano ciclicamente un’eclissi solare
dalla successiva) e da area sacra.
La costruzione denota una avanzatissima capacità di osservazione astronomica. Non possiamo attribuire queste costruzioni ai Celti. Quei lettori che si sono imbattuti nella mitologia celtica, sapranno che i druidi sono
presentati come onnipotenti ed essenziali elementi della società. Non più tardi dell’avvento del Cristianesimo,
tuttavia, il loro status era già stato ridotto a maghi ed indovini.
Il modo ideale per visitare una città è
quello di avere con sé una guida
tascabile, pronta a suggerire i punti più
interessanti da osservare e alcuni
dettagli poco conosciuti. Nella pratica
confezione
sono
incluse
mappe,
ricostruzioni
grafiche,
stupende
fotografie e tante informazioni utili per
conoscere il vero volto di Merano.
Un racconto storico in grado di coinvolgere emotivamente il lettore nella drammatica esperienza di
un uomo vissuto oltre 5.000 anni fa. Stupende immagini, filmati, ricostruzioni animate e schede didattiche accompagnano la parte narrativo e rendono il Cd-Rom un’importante fonte di consultazione
per la scuola e l’intera famiglia.
ISBN: 978-88-902852-1-9
In vendita a € 10 presso Tangram, via Portici 204 – 39012 Merano
© Tangram 2002
Tel. 0473-210430
www.tangram.it
Comunque, in Inghilterra, i druidi vengono visti dalla gente comune come uomini e donne ferventi, vestiti di
bianco che continuano ad officiare cerimonie mistiche durante il solstizio d’estate presso cromlech come quello di Stonehenge e anche in luoghi come Parliament Hill o Tower Hill a Londra. bianco che continuano ad officiare cerimonie mistiche durante il solstizio d’estate presso cromlech come quello di Stonehenge e anche in
luoghi come Parliament Hill o Tower Hill a Londra.
L’archeologo francese Stufane Verger afferma: “Fu soprattutto Napoleone III a riscoprire il mito nazionale dei
galli, partendo da ciò che disse Giulio Cesare. Non esiste di fatto un popolo unitario dei 2 Celti”. Bisogna tenere conto di una ovvietà: i popoli antichi non avevano coscienza unitaria, concetto che nasce dopo la Rivoluzione Francese con gli stati-nazione. Sia i dolmen che i cromlech si avvalgono del principio costruttivo trilitico,
cioè costruito da tre pietre, di cui due verticali (piedritti) ed una orizzontale (architrave). Il sistema, ovviamente, può essere esteso a qualsiasi materiale da costruzione ed è stato utilizzato in tutta la storia
dell’architettura, dal tempio greco alle porte o finestre degli edifici attuali.
Tremila anni di architettura
I materiali impiegati per l’edificazione sono un tipo di arenaria grigio-azzurra e massicci blocchi di pietra ricavati dalle colline Marlborough a circa 30 Km. dal luogo. Nella prima metà del XVII sec. si diffonde un druidismo immaginario poetico-religioso di William Stukeley che nel 1725 pubblica la sua prima opera, Itinerarium
curiosum. Il suo intento é quello di riunire le chiese nella Gloria di Cristo, incluse quella ebraica e quella druidica. “I pastori e i coltivatori del Neolitico vivono in un luogo fisso, operano in uno spazio conosciuto e determinato, fanno parte del sodalizio sociale.” ARGAN.
La loro immagine del mondo non è dinamica, ma statica; il loro ideale è un ordine costante nei rapporti con la
realtà. Sanno come sono fatte tutte le cose formano il loro ambiente e con cui hanno una consuetudine quotidiana; non hanno neppur bisogno di descriverle, le indicano con certi segni sui quali si è stabilito un accordo
comune. Sono quei segni che gli etnologi chiamano astratti o geometrici, contrapponendo la loro regolarità
alle immagini improvvisate del Paleolitico.
Dalla ripetizione e dalla pluralità dei segni nasce l’ornamentazione. I menhir e i monoliti che formavano i monumenti megalitici, a volte, venivano decorati con motivi geometrici (ad U, semicerchi concentrici, linee ondulate, zigzag, spirali) o figurativi (asce, animali, uomini, donne, figure solari) e venivano dipinti oppure incisi. Gli studiosi hanno individuato tre grandi tipologie di motivi decorativi: bretone, iberica e irlandese. Nel terzo millennio a. C. si manifesta con evidenza anche nella nostra regione il fenomeno delle statue-stele antropomorfe. “Lastre di pietra recanti incisa la rappresentazione di oggetti come asce e pugnali, ma talvolta tratti
del volto e, negli esemplari femminili, del seno: sono espressione di comunità distinte al loro interno sulla base dell’età e del sesso. Nel ricorrere della raffigurazione di armi metalliche va riconosciuta l’importanza del
rame e dei possessori di armi (maschi adulti, guerrieri). Si può pensare che gli individui eternati in queste
lastre fossero antenati divinizzati o vere e proprie divinità.” U.Tecchiati
Templi di Malta
I grandiosi templi di Malta esprimono, forse per primi, le nuove concezioni religiose che si diffondono nel nostro continente a partire dal IV millennio a.C. I templi maltesi furono costruiti in un lasso di tempo che va dal
3800 al 2500 a. C. e costituiscono una documentazione singolare che non trova confronto in nessun sito del
Mediterraneo e del continente europeo. Considerata inoltre la ridotta estensione dell’isola, ancora misteriosa
appare la presenza di circa 30 templi di notevoli dimensioni la cui costruzione dovette richiedere lo sforzo di
una numerosa e ben coordinata comunità. La loro struttura é assai complessa.
I grandi blocchi di pietra calcarea del muro perimetrale alto sino a m. 9, racchiudono solitamente un corridoio
o un cortile attorno ai quali si aprono da due a sei stanze di forma ellittica. Le coperture delle stanze, oggi
non conservate, dovevano essere originariamente in legno. Ma chi veniva celebrato in costruzioni così grandiose? Al loro interno sono state trovate svariate statue riferibili al culto della cosiddetta Dea Madre: sia le più
grandi sia quelle di misure più piccole, recano, ben evidenziati, gli attributi femminili. Doveva essere venerata
anche la divinità maschile rappresentata attraverso simboli come tori o falli, anch’essa simbolo di fecondità. I
templi all’interno erano decorati con disegni astratti e gruppi di animali scolpiti a bassorilievo o dipinti. Tra i
templi più importanti ricordiamo il complesso dell’ipogeo di Hal Saflieni.
Bibliografia L.R. Nougier, L´avventura umana della Preistoria, Editori Riuniti, Roma 1976 H. Miller Karpe, Introduzione alla Preistoria,
Laterza, Bari 1979 G.Clark, La Preistoria del mondo, Garzanti, Milano 1986 A.Broglio, J.Kozlowski, Il Paleolitico. Uomo, ambiente e culture, Milano 1986 A.Leroi-Gourhan, Le religioni della Preistoria , Milano 1964 J.A. Ramirez, Arte preistorica e primitiva, Madrid 1989 J-P
Mohen, I megaliti,pietre della memoria, Electa Gallimard 1990
© Tangram 2002