Relatorio 2006-2010

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Relatorio 2006-2010
UNIVERSIDAD EXTERNADO DE COLOMBIA
CÁTEDRA UNESCO1
DERECHOS HUMANOS Y VIOLENCIA: GOBIERNO Y GOBERNANZA
Cuestionario para la recolección de información
acerca de las actividades realizadas
(2006-2010)
UNIVERSIDAD/FACULTAD/CENTRO DE INVESTIGACIÓN:
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAMERINO (ITALIA)
NOMBRE DEL (LA) DIRECTOR(A) DEL EQUIPO DE INVESTIGACIÓN:
Maria Cristina De Cicco
EQUIPO DE INVESTIGACIÓN:
Maria Cristina De Cicco prof. Associato di diritto privato
Giovanna Ricci ricercatore
Agostina Latino ricercatore
Nicoletta Forni dottoranda in diritto civile nella legalità costuzione
Simona Pocceschi specializzando in diritto civile
Livio Aliotta specializzando in diritto civile
Francesco De Matteis specializzando in diritto civile
Lucia Quaglia specializzando in diritto civile
Claudia Angeli laureanda in giurisprudenza
Allesia Del Moro laureanda in giurisprudenza
1) TEMÁTICA DE LA INVESTIGACIÓN O NOMBRE DEL PROYECTO DE
INVESTIGACIÓN:
La costituzionalizzazione dei diritti umani. Persona e mercato, con speciale riferimento
allo sfruttamento del lavoro minorile e alla responsabilità sociale dell’impresa
2) RESULTADOS DE LAS ACTIVIDADES DE INVESTIGACIÓN
1
En el marco de la cual funciona la Red UNITWIN (conformada, además de la Universidad Externado de
Colombia (UEC), por la Universidad Carlos III de Madrid, la Universidade do Vale do Rio dos Sinos
(Unisinos) [Brasil], la Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro (PUC), la Universidad Paris Ouest
Nanterre La Défense y la Università di Camerino (UNICAM) [Italia]) y el Convenio PREFALC (Programme
régional de coopération universitaire France-Amérique latine-Caraïbes).
¿Averiguaron sobre las políticas públicas existentes en el ámbito de
investigación?
La mancanza di politiche pubbliche nell’ambito della nostra ricerca fino alla fine del
2010 ci ha portato a spostare l’àmbito di indagine ad un argomento parallelo: la
responsabilità sociale di impresa, nella speranza di poter, nel prosieguo del lavoro,
trovare soluzioni piú adeguate al problema.
La scelta si è mostrata vincente in quanto l’UE ha individuato nella RSI una delle
possibile vie per affrontare la questione del lavoro minorile. Difatti, l’UE ha assunto
come proprio obiettivo quello di sradicare il lavoro minorile promovendo la
responsabilità sociale d’impresa anche in questo àmbito.
¿Cuáles políticas públicas seleccionaron?
Le politiche pubbliche italiane, proposte, ma non ancora attuate, che possono in
qualche modo giovare alla nostra ricerca riguardano la lotta all’abuso e ai
maltrattamenti, in generale, dei minori. Piú mirate invece le proposte dell’Unione
europea che emergono dalla Risoluzionedel Parlamento Europeo del novembre 2010.
¿Evaluaron estas políticas?
Si è provveduto ad analizzare le politiche europee in quanto piú vicine al nostro
obiettivo.
Describan el resultado de esta evaluación, enfatizando las eventuales
deficiencias de su implementación y las causas de estas ineficacias y/o
deficiencias2.
V. allegato.
¿Localizaron las ONG y las Organizaciones Gubernamentales e Internacionales
implicadas en el campo que abarca las políticas públicas que escogieron?
Mencionen estas organizaciones.
Le ONG che si occupano specificamente del lavoro minorile sono state identificate
nel primo anno di ricerca: le principali sono UNICEF e Save the Children.
Importante lavoro svolge anche il coordinamento PIDIDA che ingloba
2
Puede anexar documento de respuesta.
numerosissime ONG del settore. Le problematiche legate al nostro tema di ricerca
sono al centro dell’attenzione anche dei sindacati, principalmente della CGIL .
Dopo l’introduzione del federalismo, in Italia anche le Regioni hanno assunto un
ruolo fondamentale nel garantire i diritti dei minori. Difatti, la modifica del Titolo V,
parte II, della Costituzione della Repubblica italiana ha radicalmente innovato la
suddivisione delle competenze tra lo Stato centrale e le Regioni determinando diversi
livelli di potestà legislativa in base a cui alcune materie rientrano nella competenza
legislativa esclusiva dello Stato, altre in quella concorrente di Stato e Regioni, altre
ancora (come le politiche per l’infanzia e l’adolescenza) in quella esclusiva delle
Regioni.
¿Se pusieron en contacto con estas organizaciones? ¿Con cuáles?
I nostri contatti si sono consolidati principalmente con il coordinamento PIDIDA e
con la CGIL, specie la FILTEA, federazione legata al settore tessile che si sono
resi molti disponibili e che ci hanno messo a disposizione importanti materiale che
ci ha servito di base per procedere allo studio della situazione. Lo stesso dicasi
della Federazione tessile a livello europeo, che, specie nell’anno scorso, si è resa
disponibile a cooperare con la nostra ricerca.
Ottimi contatti sono stati stabiliti anche con l’UNICEF-Macerata e con L’Ufficio del
Garante per l’infanzia e l’adolescenza delle Marche.
¿Realizaron un trabajo de diseño de políticas públicas, más coherentes, más
efectivas, más eficientes, con estas organizaciones?
¿Propusieron estas reorientaciones de políticas públicas a los gobernantes? Sí,
¿A quiénes?
¿Intentaron lograr una verdadera concertación con ellos?
¿Cuáles fueron los resultados y las experiencias aprendidas de ello?3
¿Analizaron las razones por las cuales fueron rechazadas las proposiciones
hechas?, en caso de que esto haya ocurrido ¿Cuáles son?4
Il fatto che lo schema del PNI sia stato approvato soltanto alla fine del 2010 e la
mancanza di politiche specifiche relative al lavoro minorile hanno di fatto impedito un
lavoro di analisi congiunta con le organizzazioni del settore. Si è potuto soltanto
accompagnare e verificare le osservazioni e le critiche portate avanti dalle
associazioni. Va menzionato che le associazioni stesse hanno trovato difficoltà nel
ridesegnare e nel fare accettare le proposte di politiche pubbliche relative ai diritti dei
minori. Queste associazioni svolgono un eccellente lavoro e ciò nonostante soltanto
3
4
Ídem.
Ídem.
dopo anni di insistenza, critiche e richiami sono riuscite a far approvare dal Governo il
PNI. La loro consolidata esperienza in questo momento non va messa in discussione
stante i risultato da loro ottenuto.
Mencionen las principales dificultades de cooperación con ONG, OG y OI, y
demás obstáculos que consideren relevantes.5
Nel corso della ricerca abbiamo costatato la difficoltà di accedere alle informazioni
istituzionali per lo svolgimento dell’indagine. Una difficoltà che, in realtà, deriva dal
mancato impegno delle istituzioni governamentali. Da tenere in considerazione che
le ONGs e le istituzioni che trattano le tematiche della nostra ricerca operano nel
settore da moltissimi anni e hanno una esperienza piú che consolidata. Per questo
motivo, anche se aperte al dialogo, sono un po’ diffidenti nei confronti del mondo
accademico, che ritengono troppo teorico e poco aderente alla realtà. Ciò, come si può
ben immaginare, ha impedito di “lavorare” insieme per l’elaborazione delle politiche
pubbliche anche se abbiamo potuto contare sempre sulla loro collaborazione
nell’ottenere il materiale necessario per studiare e approfondire il nostro tema di
ricerca. Si può dire che abbiamo “accompagnato” il loro lavoro di elaborazione delle
politiche pubbliche.
Tuttavia, è necessario rimarcare quanto già evidenziato nelle relazioni passate, cioè,
che le difficoltà maggiori sono principalmente quelle legate all’aspetto finanziario
giacché i mancati contributi finanziari compromettono il buon funzionamento della
Cattedra. I finanziamenti esterni, sia pubblici che privati, difficilmente sono rinvenibili
nell’area di attuazione legata ai diritti umani e sebbene molte istituzioni si dimostrino
entusiasti delle nostre iniziative, si mostrano restie a elargire il benché minimo
finanziamento. A ciò si deve sommare ovviamente la mancanza di apporto materiale
da parte dell’UNESCO.
3) DESCRIBA LAS DEMÁS ACTIVIDADES REALIZADAS QUE SE PUEDAN
CATALOGAR COMO TRABAJO DE INCIDENCIA
Le difficoltà di intervenire di forma concreta presso le ONGs e le Istituzioni che
operano nel settore e la reale impossibilità di trovare soluzioni, anche a medio termine,
al problema dello sfruttamento del lavoro minorile ci ha portato a sviluppare un lavoro
presso gli studenti nella convinzione che soltanto una educazione al consumo
sostenibile e ad una nuova mentalità imprenditoriale sarà possibile affrontare e
superare in maniera piú efficace tale questione. Per completare questo lavoro
5
Ídem.
diricerca sul campo è stata presentata una richiesta di finanziamento di progetto
presso la Fondazione Carima su “La responsabilità sociale d’impresa: educazione dei
giovani ad un consumo e imprenditorialità responsabile ».
4) ACTIVIDADES DE ENSEÑANZA EN EL MARCO DE LAS INVESTIGACIONES DE
LA CÁTEDRA:
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza
Docente investigador: Maria Cristina De Cicco
Clase impartida: Diritto delle Persone
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza
Docente investigador: Maria Cristina De Cicco
Clase impartida: Diritto Privato dell’Economia
5) TESIS DIRIGIDAS EN EL MARCO DE LAS TEMÁTICAS DE LA CÁTEDRA
UNESCO
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Dottorato di ricerca Diritto Civile nella legalità costituzionale
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Principio di democraticità. Partiti sindacati associazioni di tendenza.
Estudiante: Nicoletta Forni
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Scuola di specializzazione in diritto civile
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Il diritto europeo di famiglia
Estudiante: Laura Materiale
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea Specialistica in Giurisprudenza
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Diritto a conoscere le proprie origini fra tutela della persona e protezione
della privacy
Estudiante: Simona Pocceschi
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea in Giurisprudenza
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Pubblicità e Minori: quale tutela?
Estudiante: Diego Siciliano
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea in Giurisprudenza
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Tutela della persona e nove teconologie
Estudiante: Maria Sara Stroppa
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: L’effettività dei diritti umani con particolare riguardo ai minori di età.
Estudiante: Marika Gugliotta
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza
Director de tesis: Agostina Latino
Tesis dirigida: Il problema della migrazione, con particolare riguardo ai minori e alle
donne
Estudiante: Alessia Del Moro
Institución académica: Università di Camerino
Programa académico: Corso di Laurea in Giurisprudenza
Director de tesis: Maria Cristina De Cicco
Tesis dirigida: Il minore e i rapporti di consumo
Estudiante: Claudia Angeli
6) INTERCAMBIOS ACADÉMICOS LLEVADOS A CABO EN EL MARCO DE LA
CÁTEDRA UNESCO:
La dott.ssa Nicoletta Forni, dottoranda di ricerca presso l’Università di Camerino,
ha soggiornato presso l’Università Paris X per un periodo di 6 mesi per svolgere
attività di ricerca.
7) PARTICIPACIÓN EN EVENTOS Y SEMINARIOS ORGANIZADOS POR LA
CÁTEDRA UNESCO
ENCABO VERA MIGUEL ÁNGEL, La tutela della persona in Europa con paricolare riguardo
all Spagna, seminario tenutosi a Camerino presso la Scuola di specializzazione in
diritto civile il 13 luglio 2010
DE CICCO MARIA CRISTINA, Presentazione del Seminario internazionale “Riflessioni
sull’effettività dei diritti umani” tenutosi a Camerino il 28 ottobre 2010
RICCI MARIA GIOVANNA, L’abuso all’infanzia: dalla conoscenza del fenomeno alla
risposta istituzionale, relazione al Seminario internazionale “Riflessioni
sull’effettività dei diritti umani” tenutosi a Camerino il 28 ottobre 2010
DE CICCO MARIA CRISTINA, Minori e diritti fondamentali, relazione al Seminario
internazionale “Riflessioni sull’effettività dei diritti umani” tenutosi a Camerino il 28
ottobre 2010
DE CICCO MARIA CRISTINA La cura del fanciullo in relazione alle nuove forme di lavoro
minoriel, Convegno Cura dell’infanzia come antidoto all’abuso tenutosi a Camerino
l’11 novembre 2010
8) ARTÍCULOS O LIBROS PUBLICADOS SOBRE LAS TEMÁTICAS DE LA
CÁTEDRA:
LATINO AGOSTINA, Garanzie di non ripetizione e soddisfazione. Il diritto alla memoria
per le vittime, con particolare considerazione del caso Ituango davanti alla Corte
interamericana dei diritti dell’uomo, Aracne ed., 2008
LATINO AGOSTINA, La responsabilità sociale di impresa quale strumento di tutela dei
diritti dei lavoratori nel quadro dell’Unione europea, in La responsabilità sociale di
impresa in Europa, (a cura di P. Acconci), Editoriale Scientifica, 2010, p. 173 ss.
RICCI GIOVANNA, La condizione dell’anziano nella regione Marche.Aspetti demografici e
normativi, riflessioni etiche, rilievi medico-legali. (in collab. con Sirignano A., Fedeli P.,
Pirillo I., Cannovo N., Premate A., Cortucci C.), Medicina Legale Quaderni Camerti,
XXX, marzo 2009, F.N.
RICCI GIOVANNA, The safeguarding of life, health and human dignity in the Italian bill
concerning living wills, (in collab. con Cannovo N. Sirignano A.) Intensive Care
medicine, 2010 in corso di stampa.
DE CICCO MARIA CRISTINA, Democracia e Diritto, in Revista da OAB/RJ Ordem dos
Advogados do Brasil, vol. 25, n. 1, 2010, Rio de Janeiro, p. 191-216
DE CICCO MARIA CRISTINA, Voci del Dictionnaire de la globalisation diretto da AndréJean Arnaud, L.G.D.J. Lextenso éditions, Paris, 2010: Adoption (p. 26-30); Biodroit (p.
49-51); Famille (p. 213-215); Famille Démocratique (p. 215-217).
DE CICCO ET AL, , Voci del Dictionnaire de la globalisation diretto da André-Jean
Arnaud, L.G.D.J. Lextenso éditions, Paris, 2010: Autonomie privée/Autonomie de la
volonté, con Caitlin Mulholland e Teresa Negreiros (p. 43-44) ; Contrat, con Carlos
Nelson Konder, Caitlin Mulholland e Teresa Negreiros (p. 105-107) ; Dignité de la
personne humaine, con Rafael Netto Arruda, Pablo Waldemar Renteria e Ricardo
Maurício Freire Soares (p. 148-151) ; Droit Civil, con Caitlin Mulholland e Teresa
Negreiros (p. 159-162) ; Esclavage moderne, con Marcus Fabiano Gonçalves (p. 202206 )
DE CICCO MARIA CRISTINA¸Riflessioni sull’effettività dei diritti umani (a cura di), Atti del
Seminario internazionale tenutosi a Camerino il 28 ottobre 2010, in corso di stampa.
8) COMENTARIOS DEL DIRECTOR DEL EQUIPO DE INVESTIGACIÓN:
Ribadisco quanto affermato nelle riunioni degli anni passati sull’interesse nel
proseguire con le attività vincolate alla Rette della Cattedra. Il lavoro finora svolto
è stato per noi molto positivo.
Le difficoltà incontrate nello svolgimento della ricerca ha difatto rafforzato la nostra
convinzione nel proseguire con il lavoro, insistendo sulla necessità della
interdisciplinarietà. Il gruppo sta maturando in tal senso e acquisendo sempre di
piú la consapevolezza delle proprie forze che confluiranno nel risultato finale
dell’indagine.
Come evidenziato precedentemente, la ricerca di base del gruppo su “Persona e
mercato” ci porta ad affrontare varie problematiche che sebbene vòlte ad uno
scopo comune – la tutela della persona - sono diverse tra loro e presentano
obiettivi individuali che devono essere tenuti in considerazione.
________________________________
__________________________
Fecha
Firma del responsable del grupo de
Marzo 2010
investigación
Maria Cristina De Cicco
ALLEGATO: POLITICHE PUBBLICHE
Come messo in evidenza nel questionario precedente, le politiche pubbliche nell’ambito di indagine (lotta allo
sfruttamento del lavoro minorile) sono inesistenti. Dopo un periodo di totale indifferenza verso i problemi
dell’infanzia, si è ricominciato a discutere sul Piano Nazionale su Infanzia e Adolescenza (PNI) che
costituisce il principale strumento di programmazione delle politiche relative ai minori. Nell’ottobre del 2009
il governo aveva respinto la bozza realizzata dall'Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza
(composto da rappresentanti delle istituzioni e di alcune delle principali organizzazioni del privato sociale
impegnate nella difesa dei diritti dei minori). Dopo le dure critiche ricevute dalle Parti Sociali impegnate per
di diritti dei minori, il Governo ha presentato una controproposta arrivata a ridosso della riunione
dell’Osservatorio realizzatasi a luglio 2010. In tale controproposta mancavano alcuni punti considerati
"fondamentali" dalle associazioni che si riferivano soprattutto alla questione delle risorse, ai livelli essenziali
delle prestazioni, all'intercultura e alla partecipazione di bambini e ragazzi alle politiche che li riguardano.
Un’altra critica mossa alla bozza del governo riguardava l’"impianto culturale" del Piano, che si presentava
molto diverso rispetto a quello della proposta originaria messa a punto dall'Osservatorio, ossia, centralità
della famiglia anziché centralità del minore come soggetto di diritto.
Nella riunione di luglio fra Governo e Parti Sociali si è arrivato ad un compromesso di modo che l'esecutivo,
rappresentato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi, si
e'
detto
disponibile
ad
accogliere
alcuni
dei
punti
estromessi.
In quest’ottica, sono ricomparsi i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali dei minori,
che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come anche i livelli essenziali dei servizi educativi,
del tempo libero e semiresidenziali. Sono stati reintrodotti i "soggetti attuatori", cioè i responsabili delle
diverse azioni previste nel Piano e è stato definito il ruolo dell'Osservatorio in riferimento alla funzione di
monitoraggio a cadenza semestrale e valutazione dell'applicazione del Piano. Un’altra grande vittoria delle
Parti
Sociali
riguarda
la
reintroduzione
del principio della "non discriminazione" e "protezione”. È stata reintrodotta anche la figura del giudice
onorario nel tribunale per la famiglie e delle relazioni familiari (ovviamente quando questo verra' istituito). Il
governo si e' detto inoltre disponibile a reintrodurre il principio dell'ascolto del minore e ad accogliere le
proposte sul ricongiungimento degli stranieri e l'intercultura, soprattutto rispetto alla parte relativa alle
seconde generazioni e ai minori rom, sinti e camminanti. È rimasto comunque in sospeso, l’importantissima
questione delle risorse che non vengono definite e rimangono legate a quanto stabilito di anno in anno dalla
Finanziaria. Quest’ultimo punto ha portato alla dichiarazione di voto contrario da parte della Commissione
Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
La bozza definitiva del Governo, rielaborata sulla base delle considerazioni e richieste dalle Parti Sociali è
stata inviata all’Osservatorio e dopo al Consiglio dei Ministri e alla Commissione Bicamerale infanzia e
adolescenza. La Commissione Bicamerale, dopo una indagine conoscitiva, con l’audizione delle Parti
interessate, ha espresso parere positivo, a maggioranza, sullo schema del terzo Piano Nazionale di azione ed
interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Nella seduta che ha visto
approvato lo schema, si è messo in grande evidenza la questione “della reperibilità delle risorse finanziarie
disponibili affinché il Piano possa essere uno strumento concreto per l’attuazione della Convenzione di new
York sui diritti del fanciullo, della Costituzione e della normativa europea.
Da evidenziare che il Piano non tratta specificamente del lavoro minorile, bensí, piú in generale, dei problemi
legati all’abuso e ai maltrattamenti dei minori.
Nel febbraio 2011 la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha approvato, a maggioranza,
una proposta di documento conclusivo sugli aspetti dell’attuazione delle politiche a favore e dell’infanzia e
dell’adolescenza.
In relazione al tema specifico della nostra indagine, c’è da dire che il coordinamento PIDIDA ha reiterato la
richiesta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di riconvocazione del Tavolo di coordinamento tra il
Governo e le parti sociali sull’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile. Finora tale richiesta è
rimasta inascoltata.
Piú concreta invece è l’azione dell’UE che ha individuato nella Responsabilità Sociale d’Impresa la via per
raggiungere ad una soluzione accettabile alla lotta allo sfruttamento del lavoro minorile. All’uopo intende
promuovere azioni che mirano da una parte a collegare il lavoro minorile e la protezione sociale mediante:
- Individuazione, scambio e diffusione di buone prassi, esperienze e approcci
innovativi per rafforzare lo sviluppo e l’attuazione delle politiche di protezione
sociale per combattere il lavoro minorile e ridurre la vulnerabilità dei bambini;
- Sensibilizzazione e organizzazione di campagne;
- Sostegno per aiutare i bambini a completare il ciclo di studi;
- Potenziamento delle reti di sicurezza socio-economica per le famiglie e le comunità,
comprese le politiche di prevenzione e reinserimento delle vittime del lavoro
minorile;
e dall’altro a sostenere la responsabilità sociale delle imprese contro il lavoro minorile attraverso:
- Creazione e rafforzamento di partenariati e reti tra attori non statali, istituzioni
responsabili delle politiche, agenzie, enti locali, imprese private, comunità locali,
difensori dei minori a livello locale, nazionale e/o internazionale;
- Attività per favorire, sviluppare, avviare e monitorare gli interventi e i progetti di
protezione sociale volti a prevenire e/o contrastare il lavoro minorile;
- Sensibilizzazione sulle responsabilità delle imprese private e delle politiche e azioni
dei loro responsabili;
- Monitoraggio del comportamento sociale delle imprese private e delle politiche e
azioni di loro responsabili;
- Elaborazione di codici di condotta, monitoraggio e verifica indipendente dei
comportamenti delle imprese e azioni di difesa della responsabilità sociale delle
imprese e ricerca sul lavoro minorile.
Riteniamo che queste azioni, in linea con quanto avevamo già affermato precedentemente e caldeggiate anche
da UNICEF, siano idonei al raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati. Non solo, ma l’esame
congiunto di queste azioni e il programma dell’UE sui diritti dei minori messo a punto nel febbraio di
quest’anno consentiranno una maggiore di meglio individuare gli strumenti utili a rendere effettivi i diritti dei
minori non solo nei paesi industrializzati ma anche nelle realtà piú vulnerabili.
ALLEGATO:
PROGETTO PRESENTATO ALLA FONDAZIONE
CARIMA
La responsabilità sociale d’impresa: educazione dei giovani ad
un consumo e imprenditorialità responsabile
Il tema della responsabilità sociale dell’impresa, emerso contemporaneamente al fenomeno della
globalizzazione, guadagna sempre piú spazio nell’attenzione degli attori del processo produttivo come
dimostra il dibattito attualmente in corso nell’àmbito delle Istituzioni europee. Si tratta di una modalità di
esercizio dell’attività economica attraverso il quale vengono presi in considerazione, accanto agli interessi
imprenditoriali, anche quelli connessi all’attività produttiva, e soprattutto gli interessi dei lavoratori, delle
comunità locali e dei consumatori. L’assunzione degli impegni tesi a soddisfare tali interessi da parte delle
imprese sono concepiti su base volontaria, mediante l’adozione di strumenti quali il codice di condotta ed il
bilancio sociale. L’intento è quello di spingere le imprese a spostare la loro attenzione da un logica di
massimizzazione del profitto ad un nuovo modo di essere impresa che incorpori la consapevolezza di svolgere
un ruolo attivo nell’àmbito di un contesto sociale piú ampio, che direttamente o indirettamente influenza ed è
influenzato dall’attività dei diversi attori presenti nel mercato. Emerge in tale ottica la necessità di incorporare
nella condotta aziendale strategie che tengano conto non soltanto della responsabilità economica dell’attività
imprenditoriale ma anche della dimensione sociale ed ambientale ad essa sottesa. Per fare un esempio, è
all’attenzione di tutti il problema dello sfruttamento del lavoro minorile, potenziato dalla esasperata politica
di delocalizzazione in atto da parte delle imprese preoccupate di raggiungere sempre di piú un maggiore
profitto a scapito della dignità umana.
In tale contesto, è nostra convinzione che la questione possa essere affrontata con successo solo favorendo
la nascita di una nuova cultura imprenditoriale, che induca a rispettare i diritti delle persone e in particolar
modo quelli dei minori. Ciò può essere ottenuto tramite una massiccia campagna di sensibilizzazione dei
consumatori, che li renda consapevoli del proprio potere d’acquisto e pronti a favorire la sopravvivenza sul
mercato dei prodotti "etici". Si è dimostrato infatti che le proteste dei vari movimenti diffidenti o contrari alla
globalizzazione e le ferme prese di posizione delle ONGs e delle associazioni dei consumatori hanno inciso
sulle scelte imprenditoriali a tal punto da condizionare le strategie aziendali, orientandole verso
comportamenti piú socialmente responsabile. Ne è una conferma, l’esempio della Nike che è stata costretta,
suo malgrado, a rivedere e adeguare la propria politica di outsourcing, evitando cosí lo sfruttamento del
lavoro minorile. I consumatori si trasformerebbero così anche in soggetti politici, capaci di modificare, con le
loro preferenze e le loro spese, le attuali distorsioni del mondo economico. Ciò che in qualche modo già
succede con i c.d. codice di condotta.
Il lavoro di ricerca si inserisce dunque in un contesto più ampio nel quale anche a livello
istituzionale è riconosciuta l’esigenza di garantire uno sviluppo sostenibile ed una pace
sociale all’interno della quale lo sviluppo economico deve essere preceduto dallo sviluppo
della persona. La finalità di tale ricerca è quella di sensibilizzare il mondo giovanile sul
fatto che i diritti fondamentali, nei quali si rispecchiano i princípi personalistici e
solidaristici sanciti nella nostra Carta costituzionale, debbano modulare il mondo
economico: un settore complesso caratterizzato da numerose problematiche di difficile
risoluzione, dovute alla sopraffazione dell’interesse economico delle imprese su quello
sociale dei soggetti che con queste si relazionano. Attraverso l’attuazione concreta dei
diritti diventa in questo modo possibile sovvertire la situazione attuale, consentendo alla
persona di assumere un ruolo centrale e fondamentale nella determinazione delle strategie
aziendali delle imprese, con l’obiettivo di contribuire in tal modo all’attenuazione delle
tensioni sociali e delle disuguaglianze scaturenti da una gestione egoistica e meramente
utilitaristica dell’attività economica. I consumatori si trasformerebbero così anche in
soggetti politici, capaci di modificare, con le loro preferenze e le loro spese, le attuali
distorsioni del mondo economico.
Per raggiungere un simile risultato è imprescindibile educare le persone fin da giovani ad un consumo
responsabile rendendoli cosciente del fatto che le
svolte epocali in ambito ambientale ed economico,
finanziario, culturale e giuridico che caratterizzano i nuovi scenari internazionali, pongono in primo piano, il
rapporto tra l’agire economico, il cui scopo è quello di produrre ricchezza, e l’agire politico il cui scopo è
quello di perseguire la giustizia. Siccome un settore particolarmente critico all’interno del quale si riscontra
frequentemente il mancato rispetto di questi diritti, è quello concernente l’attività imprenditoriale, si rende
necessario esplorare quali possibilità di risposte alle problematiche accennate possono emergere proprio dalla
natura stessa dei princípi fondamentali, quali il primato della persona rispetto alle esigenze della produzione,
il dovere di ridurre le disuguaglianze economiche e sociali, unitamente alla tutela del lavoro e alla libera
iniziativa del mercato.
All’uopo il progetto intende sviluppare due profili: uno volto a verificare, sul campo, in che modo le
imprese percepiscono il problema della responsabilità sociale; l’altro orientato all’educazione dei giovani
attraverso questionari e seminari.
Educare i giovani ad un consumo responsabile significa accrescere la loro consapevolezza delle relazioni
fra prodotti o marche, attributi dell’offerta e benefici ottenibili dall’acquisto o dal consumo; essere
cosciente di ciò che cela la produzione di quel determinato prodotto. L’educazione del consumatore
svolge in quest’ottica la precisa missione di eliminare o almeno minimizzare gli effetti indesiderati che
potrebbero emergere quali inattese conseguenze dei processi di acquisto e di consumo. L’educazione
consiste nel fornire al consumatore quelle informazioni non commerciali che lo rendano consapevole delle
proprie scelte di consumo, trasformando le informazioni in conoscenza, sí da rendere percepibile il
funzionamento del mercato. Il giovane consumatore cosí, tramite l’educazione, sarebbe posto in
condizione di agire razionalmente e di svolgere pienamente la propria funzione di arbitro tra le varie
offerte, assicurando il funzionamento corretto e leale del mercato.
Per meglio comprendere il livello di consapevolezza delle imprese e anche per cercare di coinvolgere le
parti sociali nel progetto si rende necessario sottoporre loro ad un questionario preliminare che miri a
verificare il loro grado di percezione delle conseguenze dell’attività imprenditoriale sui problemi sociali.
Come risultato del percorso di ricerca si vuole avanzare la proposta per la creazione di un nuovo
strumento di responsabilità sociale: un marchio sociale attraverso cui contribuire in maniera più stringente alla
tutela dei diritti fondamentali, grazie all’apporto di UNICAM, che dovrebbe collaborare alla creazione di un
organo predisposto al rilascio di questa etichetta, mediante la quale le imprese potranno manifestare al
pubblico dei consumatori cui si rivolgono la sensibilità ed il rispetto degli interessi extra imprenditoriali sui
quali incide la loro attività, interessi espressivi della tutela della persona. L’Università, da luogo di istruzione
volto a divulgare ed insegnare la disciplina giuridica e i princípi sui quali si basa, diventerebbe l’Istituzione
attraverso cui applicarli e garantirli nel concreto atteggiarsi di questi all’interno del mondo reale.
La ricerca rientra nell’àmbito del programma dell’unità Camerte della Cattedra UNESCO “Diritti umani e
violenza: governo e governanza” diretta a livello internazionale dal prof. André-Jean Arnaud.
È prevista la realizzazione di un seminario di presentazione dei risultati della ricerca che saranno oggetto
di una relazione da inviare all’UNESCO.