trattamento della scialorrea con tossina botulinica nei parkinsonismi

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trattamento della scialorrea con tossina botulinica nei parkinsonismi
TRATTAMENTO DELLA SCIALORREA CON TOSSINA BOTULINICA NEI
PARKINSONISMI E NELLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA)
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V. Fetoni, 1 P. Valla, 2 D. Testa, 3 C. Albertario, 1 G. E. Molini, 1 F. Sasanelli
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U.O Neurologia - Azienda Ospedaliera Melegnano, Milano
U.O Neurologia - Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta" - Milano
3 U.O Radiologia - Azienda Ospedaliera Melegnano, Milano
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Introduzione
La scialorrea è un disturbo frequente ed invalidante in molte malattie neurodegenerative, quali la
malattia di Parkinson, i parkinsonismi, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Il trattamento con farmaci anticolinergici e/o chirurgico di ablazione delle ghiandole salivari è
scarsamente efficace e gravato da effetti collaterali.
Negli ultimi anni sono comparsi in letteratura diverse segnalazioni sull'uso della tossina botulinica
nella scialorrea.
L'efficacia clinica della tossina è conseguente al blocco del release dell'acetilcolina a livello del
recettore post-gangliare parasimpatico delle ghiandole salivari parotide e sottomandibolare.
Scopo del nostro studio è stato quello di trattare con tossina botulinica, in aperto, un gruppo di
pazienti che lamentavano scialorrea per valutare l'efficacia, la durata del trattamento e gli effetti collaterali.
Pazienti e Metodi
Sono stati trattati ambulatoriamente 18 pazienti: 11 con SLA a prevalente espressione bulbare, 6
con parkinsonismo e 1 con malattia di Parkinson.
Previo consenso informato, sono state iniettate, sotto controllo ecografico, 150 U di BTX-A (Dysport) nelle
ghiandole parotidi ( 75 U in ognuna ghiandola) e 100 U nelle sottomandibolari ( 50U in ognuna ghiandola).
Ai pazienti e/o ai familiari è stato richiesto prima dell'infiltrazione, e dopo 1 e 3 mesi, di stimare il
grado di salivazione con la scala visuo-analogica (VAS) e con il questionario di Thomas-Stonell che
valuta la severità e la frequenza del drooling.
Risultati
In 9 degli 11 pazienti con SLA la riduzione della scialorrea è stata superiore al 50%; in 1 caso è stato
inferiore al 50% e in un altro il trattamento è risultato inefficace; nei soggetti con parkinsonismo la
riduzione è stata superiore al 50%.
La durata media dell'efficacia del trattamento è stata di 4 mesi.
Non si sono registrati effetti collaterali; tuttavia, 4 pazienti SLA hanno denunciato un addensamento della saliva e un peggioramento della disfagia.
Conclusioni
L'infiltrazione eco-guidata con tossina botulinica delle ghiandole parotidi e sottomandibolari ha
determinato un miglioramento della scialorrea del 50%; la procedura si è dimostrata semplice e
ben tollerata e, pertanto, valido trattamento palliativo della scialorrea nelle malattie degenerative.
L'addensamento della saliva, di particolare disagio nei pazienti SLA e non riferito nei pazienti con parkinsonismo, può conseguire alla diversa causa che sottende la scialorrea nelle due diverse malattie.
Ulteriori studi con ottimizzazione delle dosi di tossina e delle sedi di infiltrazione sono necessari per
aumentarne l'efficacia e ridurne gli effetti collaterali.