Pagina 6 Poetica nel quotidiano Intervista con Sakamoto Le

Transcript

Pagina 6 Poetica nel quotidiano Intervista con Sakamoto Le
∂ 2005 ¥ 1/2
Testo in italiano
∂ – Rivista di architettura
Testo in italiano
2005 ¥ 1/2 · Interni
Traduzione:
Architetto Rossella Letizia Mombelli
E-Mail: [email protected]
Pagina 6
Poetica nel quotidiano
Intervista con Sakamoto
Le case dell‘architetto giapponese Kazunari
Sakamoto sono presentate per la prima volta
in Europa in una mostra che si svolge in
questo momento presso la Pinacoteca del
Moderno a Monaco di Baviera in Germania.
I suoi progetti, lontani dalle correnti di moda,
attraggono per la chiarezza delle
proporzioni, per i materiali semplici, per la
mancanza di ornamenti. Mentre Sakamoto
bandisce tutto ciò che è appariscente, apre
lo sguardo sullo spazio, pone prospettive
mirate sull‘intorno. I materiali scelti
dall‘architetto, il calcestruzzo, l‘intonaco o il
legno permeano con le loro superfici lo
spazio che sembra senza tempo. Sakamoto
dissolve molto della distribuzione classica
della pianta, senza con ciò privare i singoli
ambienti della propria limitazione spaziale.
Gli ambienti sono particolari senza avere
nulla di particolare. Stupisce, dunque, la
mancanza di grande risonanza che fino ad
ora ha suscitato la mostra.
d’affari che i turisti desiderano sentirsi in
hotel come a casa. Per evitare di piombare
nell’anonimato, molti albergatori si limitano
ad offrire al massimo 100 camere. Inoltre, si
tende a caratterizzare i singoli edifici o le
singole aree per accondiscendere al desiderio di un’atmosfera personale da parte dei
clienti. L’Hotel Wedina nel quartiere
St.George di Amburgo è distribuito in quattro edifici con differente tinteggiatura delle
facciate –giallo, verde, rosso e blu- e, di
conseguenza, differente caratterizzazione
degli interni. In effetti, l’edificio principale in
rosso assomiglia ad una pensione tradizionale; il pavimento in cotto e i mobili in rattan
dell’edificio giallo trasmettono, invece, atmosfere mediterranee. L’edificio blu si presenta
con pareti tinteggiate in grigio chiaro e bianco, e con mobili rigorosi. Ogni camera è dedicata ad uno scrittore la cui opera è collocata in uno scaffale sopra il letto. Per questo
l’edificio blu è conosciuto anche con il nome
di “Literaturhotel”. Nell’edificio verde, il più
recente, si trovano appartamenti moderni disposti su quattro livelli secondo il principio
dello “split-level”. Anche in questo caso, l’arrendamento d’interni è ridotto a pochi rigorosi elementi. Il progetto cromatico è un mezzo ricorrente per enfatizzare aree, corridoi o
camere. Presso il “Goethe 87” a Berlino, un
hotel ad appartamenti per ospiti a lunga permanenza, i corridoi sono, ad esempio, verde
tiglio, rosso vino o color caffé a seconda del
piano. Un concetto simile è seguito dall’Hotel “Ku’damm 101” a Berlino: in questo caso
i colori si basano sulla policromia lecorbusieriana. Nei corridoi e nelle camere prevale
un blu morbido, il verde e il violetto, in combinazione con un grigio intenso ma delicato
esteso a tutto l’edificio come colore della
Corporate Identity. Nella lobby tubi fluorescenti nascosti, pongono accenti di colore
che si conformano alla scala cromatica lecorbusieriana. Anche le grandi catene alberghiere internazionali si concentrano in maniera crescente su edifici dal carattere
individuale. Il gruppo Hayatt, con diversi
“marchi” come Grand Hayatt, Park Hayatt e
Hyatt Regency interloquisce con diversi
target clienti. In altri termini, l’edificio si adegua al contesto culturale e alla città in cui si
Pagina 12
Dormire bene. Trends attuali nell’allestimento degli hotels
Julia Liese
Tutti conosciamo quegli hotel sempre uguali, con corridoi che non finiscono mai, camere identiche e arredi standard con letto matrimoniale, comodino e lenzuola bianche.
Chi viaggia molto, talvolta non sa nemmeno
più in quale città si è svegliato. La maggior
parte degli hotels si orienta verso standard
tradizionali, lo stile varia dal classico, al bieder fino al rustico. Negli ultimi anni, però,
qualcosa è cambiato: idee innovative, design contemporaneo e tendenza ad orientarsi
su determinati target. Nonostante il grande
numero di nuovi hotels e l’ampia gamma di
idee e soluzioni innovative è impossibile dare una visione generale del settore; si possono, tuttavia, osservare alcuni trends.
Individualizzazione
Un trend che si manifesta con chiarezza è la
crescente individualizzazione. Sia gli uomini
1
1
trova; non c’è una rigida standardizzazione.
Nell’Hotel “Hotel+Künstlerheim Luise” ogni
camera è un pezzo unico: alcuni artisti si
sono occupati del progetto e della realizzazione delle camere. “Dato che tutte le
camere si possono vedere in Internet, la
gente spesso sa già quale desidera prenotare” dice il direttore dell’Hotel Mike Buller.
L’artista e proprietario Lars Stroschen del
Propeller Island Lodge di Berlino ha personalmente progettato e realizzato camere
eccentriche come quella simile ad una cella
carceraria
Opera completa
Una particolare forma di individualilismo è
l’originalità: non vengono allestite individualmente singole aree ma l’intero edificio segue
con coerenza un’idea di progetto. Un esempio paradigmatico è l’Hotel “Q” di Berlino/
Charlottenburg, che si presenta esternamente con la sua facciata grigio chiaro da casa
ad appartamenti in locazione. Nel bar della
lobby, il linoleum color sangue di bue dei pavimenti si spinge sulle pareti, descrivendo
onde che invitano a sedersi. Curve, diagonali
e arrotondamenti evitano gli angoli retti. Ogni
mese, il bar che trova continuità nel ristorante e nella reception si trasforma in un hippen
club. Simile è “The Hotel” di Lucerna: poco
appariscente dall’esterno con la sua facciata
Jugendstil grigia, di notte vede illuminare le
sue finestre a tutto vetro che trasformano il
passante in un involontario voyeur. Tutte le
stanze non occupate sono illuminate con luce chiara e offrono la vista sull’immagine sovradimensionata del soffitto che mostra una
scena tratta dai film di Wenders, Almodovar
o Fellini. L’idea di introdurre soggetti tratti dal
cinema continua anche nell’area comune: alcuni schermi retroilluminati mostrano frammenti delle immagini sul soffitto. Le lastre in
vetro oblique e gli specchi creano immagini
che infondono smarrimento, un gioco virtuoso tra realtà e straniamento leggibile in tutto
l’edificio.
Oasi e relax
All’esigenza dell’ospite che in hotel non
desidera solo dormire, ma vorrebbe sentirsi
bene e raggiungere la pace, corrisponde
2
Testo in italiano
l’importanza raggiunta recentemente dal
settore del wellness. Piscine, saune, bagni
turchi, spazi per il relax e per i massaggi occupano spesso interi piani degli hotels.
Gli hotels sono luoghi d’esperienza: i
viaggiatori dedicano il tempo libero al relax
e alla cura del corpo invece di trascorrerlo al
bar. Molti hotel in aree rurali seguono il trend
delle cure di bellezza, del relax, del
movimento e dell’alimentazione sana. Il
Virgilio Mountain Resort in Alto Adige è
raggiungibile solo a piedi. Nel programma di
wellness, gli ospiti possono scegliere tra piscine, saune, bagni di fieno o bagni turchi.
Bagni
Come nell’architettura residenziale, anche
negli hotels, la cella umida funzionale senza
aerazione e illuminazione naturale è stata
definitivamente accantonata; la stanza da
bagno è diventata ampia e accogliente.
Nell’Hotel Lux Alpinae a St.Anton l’architetto
Georg Driendl ha separato il bagno dall’area
notte e da quella di soggiorno con una lastra
di vetro in modo tale che anche dalla vasca
da bagno si possa godere della vista sulle
Alpi. Nel Virgilius Mountain Resort, Matteo
Thun ha collocato la vasca da bagno cubica
direttamente lungo la facciata vetrata; è separata dal resto dell’ambiente solo con una
parete in argilla radiante. Nell’Hotel “Q”, la
vasca da bagno si trova addirittura nella camera ed è integrata in un mobile insieme al
letto e ad un lavabo. La doccia è separata
da una porta vetri, mentre solo il WC è disposto in un ambiente distinto. Se la vasca
da bagno non è sufficiente, si può supplire
con l’area wellness al piano interrato dove
predomina l’ ardesia nera e il noce. Manca
la piscina, ma ci sono due saune, un’area
massaggi e una sala relax dove il pavimento
è ricoperto da sabbia bianca e fine.
Specifici target clienti
Per distinguersi dalla massa, molti proprietari di hotels sviluppano concetti creativi non
solo nel settore della salute e del fitness. Lo
sporthotel “The cube” a Kärnten, ad esempio, si rivolge in modo mirato a giovani appassionati di sport. Paragonabile ad un
ostello per giovani, possiede un arredo semplice e funzionale con il pavimento grezzo in
calcestruzzo, le superfici in facciavista e i
letti in metallo nelle camere. L’offerta di camere a due o otto letti è preferita da giovani
e studenti. Ogni camera è associata ad un
ambiente riscaldato ed aerato in cui gli ospiti depongono attrezzi sportivi e possono far
asciugare i vestiti. Per gli intrattenimenti serali è a disposizione degli ospiti al piano interrato una discoteca. Anche l’hotel
“25hours” di Amburgo si rivolge ad un pubblico giovane. A seconda della disponibilità,
sotto i 25 anni, si effettuano anche sconti sul
prezzo di pernottamento. Al posto di austeri
vestiti, i collaboratori indossano jeans e Tshirt; nel “soggiorno” comune si può comodamente vedere la televisione mentre intorno ad un lungo tavolo si mangia Sushi dal
2005 ¥ 1/2 ∂
bar o si conversa con gli altri ospiti. Le tende in arancio e rosa smoking, corpi sferici illuminanti, spessi tappeti Flokati e sedie in
plastica dalle linee curvate richiamano il design anni 60-70. Anche le camere seguono
questo look “retrò”, ma sono arredate con
colori tenui: dal verde tiglio, all’azzurro, al
bianco fino al grigio. Per esorcizzare il pericolo di diventare “out” è possibile sostituire
ogni accessorio, le lampade da notte o le
tende. Dato che sempre di più sono gli ospiti che richiedono dove acquistare gli articoli
visti nell’hotel, è a disposizione un prospetto
che riporta i nomi dei produttori e i prezzi. Al
piano terra, l’hotel, dietro la lobby, dispone
di un’ampia area manifestazioni. La locazione della superficie ad aziende è una fonte
supplementare di reddito.
Immagine esterna
L’immagine esterna dell’hotel ricorda spesso
un comune edificio residenziale. Raramente,
si percepisce qualcosa della vita che si
svolge dietro la facciata di vuoti e di pieni.
Sempre più hotels aprono il loro involucro
verso l’esterno. Nel Radisson Hotel a Roma
la facciata è completamente vetrata; solo
spessi profili lasciano intravedere la distribuzione delle camere. Ogni finestra s’illumina
in un colore diverso, verde, giallo e violetto.
Un concetto simile è seguito da Arcotel Velvet a Berlino. In questo caso, le camere verso strada sono completamente vetrate.
Quando le tende decorate a motivi non sono
chiuse, i passanti della Oranienburger
Strasse possono guardare direttamente
all’interno. In realtà, si sarebbe dovuta
attirare l’attenzione dei passanti con
immagini in movimento sulle superfici di
vetro. Alcuni proiettori a comando
computerizzato avrebbero dovuto proiettare
video sull’avvolgibile ma attualmente
mancano i finanziamenti e lo sponsor per
questo progetto.
Distinguersi dalla normalità
Gli hotels caratterizzati da un’architettura
contemporanea di particolare interesse che
si distinguono tra quelli esistenti, si allineano
al trend del momento. La cosa sorprendente
è che nella maggior parte degli hotels presentati una camera doppia costa intorno ai
100 Euro. Un’eccezione è costituita
dall’esclusivo Berghotel Vigilius e da “The
Hotel” concepiti e costruiti come hotel di
lusso. Nel “Ku’damm 101” si riconosce il
motto: “più design, meno comfort”; questo
significa che non c’è il minibar e il servizio in
camera. Al piano terra, sono stati, invece,
posizionati distributori automatici per
bevande e per snaks. Anche quando si
risparmia in comfort, le tecnologie più attuali
come le connessioni Internet o gli schermi
ultrapiatti dei televisori sono standard. Di
conseguenza, molti dei così detti design
hotel non superano le tre stelle, dato che
non soddisfano certi requisiti, ma per i
proprietari non fa differenza: i clienti non
guardano alle stelle ma al design.
Pagina 34
Farmacia a Monaco di Baviera
Nel centro storico di Monaco di Baviera, nei
pressi della birreria Hofbräuhaus, un’ex negozio di moda è stato convertito in farmacia.
La facciata ad angolo del negozio sottoposta al vincolo di tutela è stata conservata.
Conformemente all’idea di progetto che concepiva la “farmacia come una vetrina”, due
porte a vetri e due grandi finestre consentono un’ampia prospettiva sull’area di vendita.
La funzione di espositore è assolta dallo
scaffale realizzato in legno laccato rosso. Il
suo colore è in contrasto con pareti e soffitto
tinteggiati in un bianco neutro. Con la sua
forma arcuata separa lo spazio di vendita
dall’area di lavoro e conferisce ampiezza allo spazio interno nonostante le sue dimensioni minime. Una scala conduce al primo
piano dove si trovano uffici, spazi relax, un
laboratorio, un deposito e un distributore.
Questa macchina gestisce automaticamente
fino a 6000 prodotti farmaceutici in 7 mq di
superficie come fosse un deposito verticale
in miniatura. Con un clic dalla tastiera del
computer, il medicinale desiderato arriva al
piano terra da uno scivolo.
1 Spazio vendita; 2 Spazio lavoro (produzione farmaci); 3 Laboratorio; 4 Distributore; 5 Deposito; 6 Ufficio;
7 Area relax
Planimetria generale, scala 1:2000
Piante • Sezioni, scala 1:200
Sezione orizzontale, verticale, scala 1:10
1 Cassetto in MDF laccato rosso
frontale 20 mm, laterali e fondo 16 mm
2 Distanziatore conico in legno
3 Pannello in particelle rivestito laccato rosso 8 mm
4 Parete di tamponamento in MDF
curvata laccata rosso 26 mm
5 Controsoffitto in cartongesso 12,5+12,5 mm con
corpi illuminanti integrati
6 Grembiule in MDF curvato, laccato rosso 20 mm
7 Ripiani scaffali in MDF laccato rosso 25 mm
8 Tavolo da lavoro in pannello di particelle 38 mm
con HPL (laminato decorativo ad alta pressione)
1 mm rivestito bianco
9 Cassetto con frontale in pannello di particelle
19 mm con HPL 1 mm rivestito bianco
10 Zoccolo in pannello di particelle 38 mm con
HPL in acciaio inox 1 mm rivestito
11 Terrazzo 5 mm su pavimento di cemento (esistente)
Pagina 37
Negozio di moda a Berlino
In primavera nella Friedrichstrasse a Berlino,
è stato inaugurato il “Little Red Ridinghood”.
Dalla facciata completamente vetrata si vede solo l’ingresso dove, dietro un paio di
manichini, si percepisce lo sfarfallio di immagini surreali proiettate su uno schermo.
Attraverso una scala ad una rampa si arriva
al piano interrato dove l’allestimento interpreta in chiave moderna un mondo di fiaba.
Le pareti e gli espositori sono rivestiti completamente in plastica bianca; nicchie e
rientranze a differente curvatura offrono spazio per abiti e scarpe ma anche per libri e
CD. Nello spazio articolato da quattro colonne sono stati integrati dei ripiani, in mezzo ai
quali differenti elementi in plastica sono inseriti con funzione di sedute, vetrine e tavoli
∂ 2005 ¥ 1/2
espositori. Il pavimento in cemento industriale laccato chiaro e i condotti dell’aerazione a
vista sul soffitto sono in contrasto con gli arredi integrati in plastica lucida. Lo scaffale a
muro a curva continua in vetroresina è stato
realizzato con elementi prefabbricati di dimensione massima di 7 mq.
Piano interrato, sezione, scala 1:250
1 Spazio vendita
2 Pilastri con scaffali
3 Deposito
4 Cassa
5 Elemento in plastica
6 Rivestimento pareti con ripiani
7 Cabina spogliatoio
8 Spazio collaboratori
9 Schermo
Sezioni verticali (pareti, sedute e banco)
e orizzontali (pilastri con rivestimento), scala 1:20
1 Rivestimento in PRFV laccato bianco 6 mm
2 Corpo illuminante con protezione in plexiglass
opaco
3 Sottostruttura in MDF 19 mm
4 Corpo illuminante con riflettore in acciaio inox
spazzolato
5 Pavimento in cemento laccato opaco 120 mm
6 Asta appendiabiti in tubolare d’acciaio inox spazzolato Ø 30 mm
7 Schermo
8 Specchio
9 Irrigidimento diagonale in MDF 19 mm
10 Vetro acrilico 10 mm
Pagina 40
Negozio di scarpe ad Amsterdam
A prima vista, il negozio che si affaccia sull’elegante P.C.Hooftstraat sembra misteriosamente chiuso. Dietro le vetrine riflettenti
del tunnel d’ingresso si vedono scarpe illuminate singolarmente. La porta si apre nel
momento in cui un passante curioso si avvicina; a quel punto, dall’ingresso la vista spazia in un paesaggio interno luminoso in plastica colorata. Il tunnel è sospeso con profili
in acciaio all’interno dell’edificio del XIX secolo; solo osservando in modo più ravvicinato, attraverso gli elementi di rivestimento traslucido si riconosce la struttura portante. In
questi vani in vetro acrilico sono presentate
anche scarpe di design. Sgabelli elicoidali e
casse-scultura con superfici a specchio
completano l’atmosfera retro-futuristica. Dietro i rivestimenti sono stati disposti oltre 500
tubi fluorescenti bianchi e colorati che, con
l’ausilio di un dimmer computerizzato, creano infinite atmosfere luminose con passaggi
istantanei o a dissolvenza.
Pianta • Sezioni • Prospetto, scala 1:200
1 Tunnel d’ingresso; 2 Vetrina; 3 Mobile casse; 4 Vetrina presentazione; 5 Deposito
Pianta • Sezioni • Prospetto
scala 1:200
Struttura portante, disposizione dell’illuminazione,
scala 1:100
Sezione particolareggiata, scala 1.5
1 Tubolare in acciaio ¡ 80/40/3,2 mm
2 Piatto in acciaio ¡ 50/5 mm
3 Profilo in acciaio fi 50/40/3 mm
4 Tubolare in acciaio ¡ 200/100/10 mm
5 Profilo in acciaio } 70/70 mm
6 Tubo fluorescente bianco
7 Unità con tubi fluorescenti
2 rossi, 2 blu, 2 verdi, 2 gialli
8 Lastra in palstica traslucida 5 mm
Testo in italiano
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Tubo fluorescente bianco
Canalina impianto elettrico
Vano in vetro acrilico traslucido, 5 mm
Sospensione vetro acrilico traslucido incollato
Nastro impermeabilizzante trasparente stabile a
UV
Sigillante nero
Nastro in gomma nero, incollato su un lato
Piano in stratificato 40 mm + manto di usura
in vetro di sicurezza antisdrucciolo 10 mm, rivestito con pellicola in plastica morbida
Strato di neoprene bianco
Vetro stratificato di sicurezza curvato 19 mm,
retro della lastra sabbiato
Vetro acrilico opaco su entrambi i lati 5 mm
Pagina 44
Penthouse a Vienna
Insolito quanto l’area su cui sorge -una copertura piana di un edificio per uffici degli
anni ’60-, è l’appartamento che gli architetti
hanno scelto per vivere. L’involucro dell’edificio, le pareti interne e i mobili si fondono in
uno spazio plastico e continuo. Lo spazio interno si articola su diversi livelli di pavimento. L’ampia area soggiorno è sopraelevata di
un metro rispetto alla intima e introversa
area notte. Al centro della successione continua di spazi si colloca la cucina ad isola
posizionata su una piattaforma. L’appartamento di 230 mq si apre su entrambi i lati
con una vetrata in luce verso la terrazza pavimentata in legno con vista sulla città. Non
ci sono parapetti che disturbano, ma la presenza di una piscina fa da protezione. La
struttura portante di questa complessa forma architettonica è uno scheletro in acciaio
composto di diverse aste. Lo spazio non è
delimitato solo da pochi muri o da ampie vetrate ma anche dall’involucro rivestito di alluminio o da mobili integrati. Invisibili punti di
connessione e un sofisticato trattamento superficiale fa sembrare continui e privi di
giunti gli elementi in MDF e quelli in Corian.
Il sistema centrale di regolazione della luce,
del riscaldamento e degli avvolgibili è programmabile.
Pianta, sezione, scala 1.400
Planimetria generale, scala 1:2000
Assonometrie
1 Area notte; 2 Camera bambini; 3 Terrazzo; 4 Cucina; 5 Piscina; 6 Soggiorno
Sezione, scala 1:200
Sezione particolareggiata, scala 1:20
Sezione particolareggiata, scala 1:20
1 Rivestimento in scaglie di sabbia di quarzo
10 mm, pannello in particelle OSB 20 mm, pannello in fibre minerali 60 mm, profilo IPE 240 con pannello in fibre minerali intermedio su lamiera recata
85 mm, pannello antincendio 15+15 mm, con barriera al vapore intermedia, intercapedine installazioni 50 mm, pannello in cartongesso stuccato
12,5 mm
2 Vetrata isolante in telaio d’alluminio con coprifilo in
alluminio
3 Pannello sandwich in alluminio 25 mm, profilo a Z
in alluminio con strato d’aria intermedio 25 mm,
pannello isolante 80 mm, profilo in acciaio
¡ / 100/60/3,6 mm con materassino in fibre minerali intermedio 100 mm, pannello antincendio
15+15 mm con barriera al vapore intermedia
4 Pannello in MDF rivestito bianco 20 mm
5 Grigliato in telaio angolare d’acciaio
6 Protezione lastra 20 mm
7 Ripiano notte estraibile
3
8 Rivestimento in pelle artificiale, espanso
20–40 mm, pannello in MDF 20+20 mm
9 Parquett prefinto in formato tavola 25 mm, materassino fonoassorbente 10 mm, pannello in fibre
di gesso 10 mm, pannello in schiuma rigida
60 mm, lamiera recata 85 mm
10 Trave in acciaio IPB 180
11 Pannello in particelle rivestito in cuoio 20 mm,
barriera al vapore, materassino fonoassorbente
10 mm, termoisolante 50+70 mm, lamiera recata
85 mm, termoisolante in lana minerale 40 mm,
pannello sandwich in alluminio 4 mm
12 Lastra in vetro stratificato di sicurezza portante
composta di vetri di sicurezza 15+15 mm
13 Pannello sandwich in alluminio 4 mm
Sezione verticale e orizzontale, scala 1:20
1 Frontale scaffale estraibile in pannelli di MDF
20 mm, RAL 9006
2 Tamponamento laterale in MDF 20 mm con tagli
Ø 85 mm per bottiglie
3 Tubo fluorescente
4 Elemento di chiusura in MDF 20 mm, laccato
bianco opaco
5 Apertura camino
Pagina 49
Appartamento e studio a New York
Inizialmente, sembrava impossibile collocare nel piccolo appartamento di Manhattan
West Village lo studio di un grafico senza
sacrificare il soggiorno o la camera da letto.
Gli architetti hanno escogitato una soluzione
architettonica in cui la parete divisoria della
camera da letto è sostituita da una struttura
mobile in legno che consente di trasformare
con pochi gesti uno spazio residenziale in
un ufficio. Nella posizione “iniziale”, il mobile
lungo 4 metri e alto 2,45 sembra un massiccio box isolato che divide l’area della camera da letto. Accanto al letto un comodino,
mentre nel soggiorno sporge dal box una
bassa panca imbottita usata come divano e
come letto per gli ospiti. In posizione “lavoro”, dopo l’apertura dell’ampia porta pieghevole, il soggiorno diventa un ufficio. Il divano
scivola lateralmente e accoglie dietro di sé
la porta scorrevole. Al suo posto compaiono
due postazioni lavoro complete. Il tavolo da
pranzo scorrendo lateralmente con l’ausilio
di una guida lungo il muro, si trasforma in
un posto di lavoro supplementare.
Terminata la sessione di lavoro, la porta
pieghevole viene chiusa, il divano torna
automaticamente nella sua posizione
originaria e tutto ciò che concerne il lavoro
scompare nel box di legno.
1 Cottura; 2 Soggiorno; 3 Area notte; 4 Area lavoro
Piante scala 1:200
Sezione orizzontale, scala 1:50
Sezione verticale, scala 1:20
1 Anta von guida magnetica
2 Postazione lavoro con computer
3 Sedia su ruote
4 Deposito per sedie
5 Porta pieghevole: compensato 12,5 mm, squadrato 38/38 mm, compensato 12,5 mm
6 Supporto per bordo fisso
Squadrato in acero 38/38 mm
7 Piano imbottito
8 Compensato 38 mm
9 Squadrato con ruota 160/60 mm
10 Guida di scorrimento per porta pieghevole con
sistema su ruote
11 Profilo in acciaio ¡ 60/25 mm
4
12
13
14
15
Testo in italiano
2005 ¥ 1/2 ∂
Parete di fondo in compensato 19 mm
Ripiano in compensato 25 mm
Piano di lavoro in compensato 38 mm
Ribalta per sedia
2
Tutte le superfici sono state impiallcciate in acero
I profili massellati con listelli in acero 3 mm
3
4
5
Pagina 52
Casa per giovani nei dintorni di Bolzano
Da più di venti anni, nella stazione di San
Lugano in Alto Adige, il gruppo giovani
cattolici utilizza l’ex stazione di
trasformazione dimessa al traffico ferroviario
come deposito e per la formazione. Agli
architetti fu richiesto di realizzare una
struttura con posti letto utilizzabile anche in
inverno. Dato che era prevista la
trasformazione dell’ex ferrovia in
circonvallazione, non era consentita la
costruzione di un edificio stabile. In merito
ad un edificio mobile, non c’era invece
accordo tra le autorità pertinenti. Prendendo
spunto dal luogo e partendo da
un’immagine simbolica della mobilità, gli
architetti hanno realizzato cinque “vagoni
letto” che in dimensioni e aspetto sembrano
dei veri e propri vagoni ferroviari. In ognuno
dei quattro vagoni, sono stati collocati
cinque letti a castello a due posti, un bagno
e una cabina armadio; nel quinto si trova un
deposito materiale. La copertura, le pareti e
il pavimento sono stati realizzati
assemblando elementi prefabbricati
coibentati portati in cantiere da una motrice
a rimorchio che sono stati montati alla
substruttura in una settimana. Le facciate
sono rivestite con tavole in abete rosso
tinteggiate grigio. Le pareti interne, i soffitti e
i pavimenti sono rivestiti con pannelli OSB la
cui superficie è stata solo carteggiata e
oliata. Gli armadi e i letti, entrambi in
massello, creano una successione di spazi
simile ad uno scompartimento ferroviario
–compatto, semplice e funzionale. Nella stazione di trasformazione risalente al 1924 sono invece stati collocati ambienti comuni come lo spazio seminari e la sala da pranzo. Al
fine di non modificare l’identità del luogo, le
facciate della stazione di trasformazione sono rimaste invariate. All’interno dell’edificio
dominano le porte rosse in larice, un materiale tipico del luogo utilizzato per le porte,
gli scaffali, i tavoli e le sedie realizzati su
progetto degli architetti.
1 Ex stazione
2 Ex stazione di trasformazione/Casa comune
3 Vagoni notte
4 Ingresso
5 Cabina armadio
6 Compartimento notte
7 Bagno
Planimetria generale, scala1:1500
Pianta, sezioni, scala 1:100
Sezioni verticali, orizzontali, scala 1:10
1 Lamiera grecata zincata, cartone da copertura su
rivestimento in tavole grezze, retroventilazione/
travi di copertura 30/36–200 mm, guiana, pannello
in fibre di legno15 mm, isolante termico in cellulosa 200 mm, pannello pressato piano in OSB, carteggiato e oliato 15 mm
Rivestimento in tavole d’abete rosso tinteggiato
grigio 20 mm, retroventilazione 24 mm, pannello
15 mm, isolante termico in cellulosa 200 mm, supporti montanti in legno 55/200 mm, pannello pressato piano in OSB- 15 mm
Finestra in lamelle d’alluminio
Imbotte finestra in abete rosso 50/245 mm
Elemento in legno d’appoggio 60/60 mm
5 Struttura vagone in acciaio e legno
Pagina 56
Casa parrocchiale e oratorio a
Thalmässing
Nella comunità protestante di Thalmässing
c’è una sola chiesa cattolica. Collocata su
un pendio verde leggermente in disparte rispetto alla strada principale, è priva di relazione con il tessuto circostante composto di
piccole unità residenziali ed industriali. Il
progetto di integrazione della piccola chiesa
con un centro parrocchiale dotato di oratorio
ha dato l’opportunità di ridefinire la situazione urbanistica: tra la chiesa e la nuova costruzione si estende solo una piazza di forma trapezoidale, con scalinate di
collegamento tra vecchio e nuovo, che definisce nuovi percorsi di connessione. Il sottile
volume di calcestruzzo dell’edificio a stecca
si trova ad una distanza di rispetto dalla
chiesa neobarocca. All’interno, pochi materiali pregiati. Il cuore dell’edificio è l’ampia
sala funzionale che si orienta con una grande vetrata verso la piazza e la chiesa. Le tre
pareti in rovere alte fino a soffitto sono girevoli e possono essere bloccate in posizione
aperta lasciando aperto il passaggio dal
foyer. L’idea di introdurre bacchette di salice
come rivestimento murario è nata dal desiderio del committente di una componente
voluttuosa. Oltre all’effetto visivo, la struttura
morbida e aperta conferisce un’ottima acustica. Lo spazio è caratterizzato oltre che
dalle bacchette di salice, anche dalla scelta
degli altri materiali come il pavimento autolivellante color antracite, esteso a tutto l’edificio e le porte in rovere, velate in una tonalità
marrone che si ripete nel rivestimento del
soffitto e sugli infissi delle finestre.
1 Chiesa parrocchiale di S.Pietro e Paolo
2 Casa parrocchiale e oratorio
3 Sala parrocchiale
4 Foyer
5 Cucina
6 Sala gruppi
7 Corte interna
8 Sala meditazione
9 Ufficio
10 Sala esercizi musicali
Planimetria generale, scala 1:2000
Sezioni • Piante, scala1:400
Sezione scala 1:20
1 Copertura: Ghiaia 50 mm, impermeabilizzazione
in pellicola di PE, isolante in pendenza in schiuma
rigida di polistirolo 20–170 mm,
isolante termico in schiuma rigida di polistirolo
70 mm,
barriera al vapore in guaina bituminosa,
solaio in c.a. 350 mm,
controsoffitto in rovere velato 20 mm
2 Telaio in rovere velato
3 Pareti: c.a. 300 mm,
isolante termico in schiuma di vetro 100 mm,
tramezzo in laterizio 115 mm,
rivestimento in salice su struttura in legno
4 Pavimento in asfalto colato su c.a. 120 mm
5 Corrimano in acciaio
6 Pavimento: pavimento in asfalto colato 30 mm,
massetto radiante 65 mm,
strato di separazione in pellicola PE,
isolante fonoassorbente 55 mm,
solaio in c.a. 200 mm,
controsoffitto in cartongesso 12,5+12,5 mm
1 Vetrata isolante in vetro di sicurezza 6 mm+ intercapedine 16 mm + vetro stratificato 4+4 mm, profilo in acciaio T 89/50/5 mm
2 Pellicola PVC opaca
3 Copertura: ghiaia 50 mm, impermeabilizzazione,
isolante in pendenza in schiuma rigida di polistirolo 20–170 mm,
termoisolante in schiuma rigida di polistirolo
70 mm,
barriera al vapore in guaina bituminosa,
soletta in c.a. 350 mm,
controsoffitto in rovere velato 20 mm,
3 Pannello in compensato impiallacciato 50 mm
4 Pareti:
c.a. 300 mm,
termoisolante in schiuma di vetro 100 mm,
tramezza in laterizio 115 mm,
rivestimento in salice su struttura in legno
5 Porta:
rovere massiccio 20 mm,
tubolare in acciaio | 80/80/10 mm,
isolante in lana minerale 80mm
6 Piatto d’acciaio250/10 mm
7 Panca in rovere massiccio 30 mm
8 Profilo in acciaio IPE 80
9 Pavimento:
pavimento in asfalto colato 30 mm,
pavimento radiante 65 mm,
strato di separazione in pellicola PE,
isolante termico 120 mm,
piastra pavimento in c.a. 200 mm
10 Vetrata isolante in stratificato 5+5 mm+ intercapedine 16 mm+ stratificato 5+5 mm
11 Montanti facciata in lamellare di rovere velato
Sezione verticale • sezione orizzontale, scala 1:20
Pagina 62
Centro documentazione a Madrid
Nel porticato dei nuovi Ministeri a Madrid è
stato collocato il centro documentazione
“Las Arquerías” gestito dal Ministero per lo
sviluppo. Parte del porticato è stato convertito da Alejandro de la Sota già negli anni ’80
in spazio espositivo. La struttura è stata ampliata con una sala convegni ed un ambiente ipogeo con soffitto a volta utilizzato prevalentemente per esposizioni. Dal Paseo de la
Castellana, attraverso una pesante porta
scorrevole in acciaio, si giunge alla galleria
della nuova sala. Il soffitto a volta dell’ex
cantina è stato tagliato per creare uno spazio alto e ben illuminato. La scala in acciaio
che corre davanti alla cabina interpreti e di
proiezione conduce nell’auditorium: una vasca in calcestruzzo grezzo. La funzione di irrigidimento trasversale dell’edificio un tempo
assolta dal soffitto, è ora svolta dalla struttura a U in calcestruzzo massiccio. Tutte le installazioni sono celate nelle intercapedini
delle pareti e del pavimento. La variazione
funzionale e dell’illuminazione è data dalla
presenza di avvolgibili traslucidi e da una
tenda di velluto nero pesante appesa davanti agli archi del portico vetrati. Un palcoscenico a sollevamento meccanico funge da
podio per seminari ma anche da montacari-
∂ 2005 ¥ 1/2
Testo in italiano
chi per il porticato. In alternativa, in corrispondenza di entrambi i lati del palcoscenico, si trovano scale pieghevoli. Attraverso
un taglio orizzontale sotto una trave in calcestruzzo alta un metro, si giunge nella parte
sotterranea del centro documentazione. Lo
spazio utilizzato fino al 1955 come tunnel
della ferrovia, è stato convertito con un cauto intervento; gli impianti necessari sono stati nascosti nella muratura laterale a doppia
parete.
Edition ∂
Sala conferenze, pianta • sezioni, scala 1:400
Sezione in dettaglio porticato, sezione • pianta scala
1:1000
1 Mezzanino metropolitana; 2 Hall espositiva (esistente); 3 Sala conferenze; 4 Aula colonnata per esposizioni; 5 Cabina di proiezione; 6 Palcoscenico mobile
Cabina proiezioni e interpreti, sezione, scala 1:50
1 Stratificato di sicurezza 5 + 5 mm in telaio d’alluminio (esistente)
2 Pavimentazione: lamiera in acciaio10 mm, tubolare in acciaio | 40/40 mm, lamiera in acciaio
2 mm
3 Parapetto in barre e aste d’acciaio
4 Profilo in acciaio Å 380 tra
pareti longitudinali esistenti
5 Profilo in acciaio Å 160
6 Profilo in acciaio Å 160
7 Profilo in acciaio Å 120
8 Vetrata fissata sopra e sotto con piatto d’acciaio
9 Banco in faggio massiccio evaporato 50 mm
10 Lamiera in acciaio
11 Rivestimento parete di fondo in lamiera d’acciaio
5 mm, avvitata con tubolare in acciaio | 120/80
mm
14 Parete in calcestruzzo armato 200 mm (esistente)
15 Massetto in materiale rigido impregnatosigillato100 mm
Sezione auditorium, scala 1:50
1 Canalina illuminazione
2 Calcestruzzo armato 500 mm
3 Passerella manutenzione in griglia di metallo su
profili ∑
4 Struttura cabina di proiezione e traduttori in acciaio a superficie levigata e con trattamento anticorrosione
5 Rivestimento parete di fondo in lamiera d’acciaio
5 mm,
6 Fessura di aerazione, interno 100 mm, esterno
200 mm
7 Griglia di aerazione
8 Pavimentazione:
Massetto in materiale rigido impregnato-sigillato
100 mm, calcestruzzo armato 500 mm
9 Apertura pavimentazione con canale installazioni
10 Pilastro in calcestruzzo armato 500/500 mm
11 Canalina installazioni
Sezione auditorium, scala1:50
Pagina 68
Hotel a Vigiljoch in Alto Adige
Sin dal 1912, una delle più antiche funivie in
Europa saliva sullo Vigiljoch nelle Alpi dell’Alto Adige. Al posto della vecchia baita,
Matteo Thun ha progettato un hotel termale
in cui i personaggi del jet set possono ritrovare tranquillità e relax.
Come 100 anni fa, l’edificio è raggiungibile
esclusivamente con funivia o a piedi. L’edificio, che solo per volume e struttura ricorda il
ristorante originario, è composto di un corpo
di fabbrica che si piega schiacciandosi su
una dorsale montagnosa, 300 metri a ridosso delle cime. Con una facciata in legno di
cedro e copertura inverdita, la stecca leggermente arcuata si inserisce elevandosi dal
profilo del terreno ricoperto di larici. Il così
detto Giardino del Paradiso, dove si trovano
un paio di larici che sembrano sorgere dall’edificio stesso, separa l’area bagni e wellness da quella delle camere. Verso sud una
piscina ampiamente vetrata chiude la stecca. Anche nel lounge e nella biblioteca come in tutte le stanze, è costante la presenza
di un meraviglioso panorama. Le lamelle
orizzontali proteggono dal surriscaldamento
estivo ma impediscono anche che le ampie
vetrate specchianti possano sembrare indiscrete. Nelle camere, una parete in argilla
divide il bagno aperto dall’area notte e dal
soggiorno. Negli elementi prefabbricati in argilla pressata sono stati inseriti induttori che
irradiano calore nella stanza, mentre in bagno è stato posato un pavimento radiante.
Le vetrate isolanti a tre lastre e l’aerazione
controllata con uno scambiatore di calore
sotterraneo e con un recuperatore di calore
provvedono al basso fabbisogno energetico
dell’edificio. Solo in caso di necessità entra
in funzione una caldaia ad olio combustibile.
1 Terrazza; 2 Piscina; 3 Sauna; 4 Spa; 5 Giardino di
terra; 6 Camera/Suite; 7 Lounge; 8 Biblioteca; 9 Ristorante; 10 Reception; 11 Consegne; 12 Stazione funivia
Sezioni, scala 1:500
Pianta P.T., scala 1:1000
Pianta camera/Suite scala 1:250
Sezione particolareggiata camera scala 1:20
1 Controsoffitto in cartongesso tinteggiato
2 Illuminazione indiretta
3 Fasce di vetro acrilico traslucido
4 Pannelli a specchio
5 Piano lavabo in larice massiccio,
spazzolato e trattato all’olio bianco
6 Pavimento:
tavole in larice su massetto radiante
7 Blocchi in argilla costipata
Su entrambi i lati sono disposti induttori termici
8 Rivestimento murario
Cartongesso tinteggiato
9 Pannello a tre fogli, impiallacciato in larice
Spazzolato e oliato bianco,
venature orizzontali
10 Specchio ossidato
11 Piano scrivania in larice massiccio,
spazzolato e trattato all’olio bianco
Sezione particolareggiata Lounge
Bar, nicchia con seduta
scala 1:20
1 Controsoffitto in cartongesso
2 Vano estrazione aria viziata
3 Rivestimento parete:
Pannello a tre fogli impiallacciato in larice
decapato e trattato ad olio, con venature oriz.
4 Porta frigorifero: su entrambi i lati impiallacciata in
larice decapato e trattato ad olio, con venature
orizzontali
5 Frigorifero
Il fascino degli involucri
Le facciate del XXI° secolo
65,– €
+ spes
e posta
li e di
imballa
ggio
¯ Più di 100 disegni tecnici e 200 immagini
¯ 30 progetti internazionali a confronto
¯ dalle bottiglie di PET alle cortine metalliche – plastica,
legno, metallo, vetro e calcestruzzo: materiali da costruzione
usati in modo innovativo
¯ progetti di Shigeru Ban, Steven Holl, Thomas Herzog, Studio
Archea ed altri architetti
“Involucri”
Christian Schittich (Ed.)
196 pagine con innumerevoli
disegni e fotografie,
formato 23 ≈ 29,7 cm
ISBN 3-7643-2164-4
5
“Involucri” analizza le facciate futuribili di architetti di grido.
Nuove prospettive nella realizzazione di involucri energetici,
economici ed inconfondibili: in mostra idee e soluzioni di
facciate intelligenti – Dal contesto al dettaglio – tutti i disegni
sono stati studiati e disegnati con competenza ed esperienza dalla
redazione di DETAIL.
Se desiderate ordinare “Involucri edilizi”, spedite un fax: Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG,
Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. 0049 89 38 16 20-22, Fax 0049 89 39 86 70
Oppure consultate il nostro sito e ordinate online: www.detail.de
6
Testo in italiano
6 Vano aria di alimentazione con filtri, ventilatori
umidificatori e deumidificatori, scambiatore di calore a piastra e scambiatore termico sotterraneo
7 Pavimento in tavole di rovere su massetto termoradiante
8 Altoparlante
9 Illuminazione indiretta
10 Cuscino in espanso con rivestimento in stoffa
su tavola
11 Vano impianti
Pagina 76
Vetroresina
Yves Corbeille, Andreas Franze
Per la realizzazione dello store Little Red Riding Hood a Berlino, non è stato usato un
materiale tradizionale. I rivestimenti di parete
tridimensionali sono stati realizzati con un
materiale che consente di produrre anche
superfici complesse. Importanti per la realizzazione sono stati l’elevato grado di prefabbricazione che ha consentito brevi tempi di
montaggio in opera e una laccatura di elevata qualità delle superfici. Gli architetti hanno scelto un materiale che solitamente si
usa nelle costruzioni aero-navali: la vetroresina (PRFV). Il materiale è composto di fibre
di rinforzo (materassino di fibre di vetro)
adagiate all’interno di una matrice per esempio in resina di poliestere o resina epossidica. Gli elementi edili in PRFV hanno ottime
proprietà meccaniche, offrono un’elevata resistenza e rigidezza con un peso limitato e
consentono un’ampia libertà nella realizzazione delle forme. La scelta di inerti diversi
da integrare nella matrice consente di adattare il materiale a diverse esigenze (ad
es.antincendio). Le resine fibrorinforzate sono particolarmente economiche per la costruzione dei prototipi.
Il progetto: sviluppo della forma, realizzazione
e montaggio
In collaborazione con il committente, gli architetti hanno sviluppato un modello tridimensionale digitale dell’allestimento, le cui
pareti per motivi di trasporto e di tecnologia
d’esecuzione dovevano essere suddivise in
segmenti di massimo 7 metri quadrati. I dati
sono stati trasmessi alle aziende che si sono
occupate della realizzazione. Per l’elemento
parete tipo dello shop è stata adottata la
tecnologia più semplice e più economica
per elementi architettonici meno complessi e
prodotti in un numero limitato di pezzi. E’
stata costruita una struttura in trucioli di legno i cui vuoti intermedi sono stati colmati
con schiuma rigida di PU; ne è derivata la
forma negativa dell’elemento. Le forme dell’elemento architettonico di geometria più
complessa sono state invece create con dei
modelli prodotti da dati tridimensionali ad
opera di una fresa CNC pentassiale, con un
procedimento molto preciso ma anche molto
costoso. Le forme dello scaffale sono state
posate e fissate sulle strutture corrispondenti. L’operazione finale di lucidatura delle forme ha garantito la superficie liscia degli elementi. Dopo aver applicato uno strato di
2005 ¥ 1/2 ∂
separazione, sulla forma è stato steso a
spruzzo uno strato gelcoat lucidabile; l’elemento finito è composto di tre strati: il primo
e l’ultimo sono costituiti da tre pellicole in fibra di vetro, solidificate con resina di poliestere. Quello intermedio è costituito da un
materassimo di schiuma a nido d’ape con
una colata di resina. Il suo spessore strutturale conferisce all’elemento un’elevata rigidezza abbinata ad un peso limitato. Dopo
l’indurimento, la struttura a sandwich viene
tolta dalla forma e incollata sul retro con una
struttura di base in trucioli di legno dai contorni fresati. Per il controllo della qualità,
ogni elemento è stato assemblato in sequenza nell’officina di produzione, i giunti
sono stati rifiniti e carteggiati. Gli elementi
sono stati poi smontati, trasportati in opera,
collocati e fissati.
Pagina 78
Acustica architettonica negli interni
Boban Ingenieure
Ingrid Bobran-Wittfoht, Dirk Schlauch
L’essere umano percepisce l’ambiente attraverso i sensi. Quando entriamo in una stanza, nel primo istante predomina l’immagine
visiva. Contemporaneamente l’udito ci trasmette informazioni sullo spazio. Il suono del
pavimento quando si cammina, l’eco della
voce, la tranquillità o il rumore, sono impressioni che noi registriamo immediatamente e
che rielaboriamo inconsciamente in maniera
diversa dalla percezione visiva. Come avviene per le condizioni microclimatiche di un
ambiente – p. es. temperatura e movimento
dell’aria – noi prendiamo coscienza dell’acustica dello spazio se determinate aspettative
non sono soddisfatte: se una sala riunioni
rimbomba, se un ristorante è troppo rumoroso o se durante un concerto sentiamo male.
Quando percepiamo un suono all’aperto,
quello che solitamente sentiamo è il suono
diretto emanato a raggiera da una fonte,
senza riverbero. L’intensità del suono diminuisce incrementando la distanza dalla fonte. L’acustica definisce questa forma di
campo acustico come “campo libero”. In
uno ambiente chiuso, al contrario, il suono
diretto va a colpire le superfici che delimitano lo spazio e la cui natura determina differenti direzioni delle onde sonore. L’effetto
varia dall’estremo di una superficie fonoassorbente (α=1), che assorbe l’intera energia
sonora incidente , fino alla superficie di riverberazione (α=0) che riflette l’intera energia sonora incidente. Fisicamente, la proprietà viene descritta attraverso il grado di
assorbimento _ che dipende dalla frequenza. Nel caso delle superfici riflettenti, la geometria definisce la trasmissione del suono.
Se la superficie di riflessione è grande rispetto alla lunghezza d’onda sonora, allora,
il suono si riflette in accordo con le regole
della geometria. Quando la lunghezza d’onda e le dimensioni sono dello stesso ordine
di grandezza, si verifica una riflessione diffusa. Il suono riflesso da una barriera viene
rinviato nello spazio, incontra nuovamente
una superficie e, per la seconda volta, viene
riflesso o assorbito. Questo fenomeno si ripete fino a quando l’intera energia della radiazione sonora non viene assorbita. Con diverse lunghezze d’onda e relativo tempo di
percorrenza si determinano riflessioni multiple che generano il rimbombo.
Lo smorzamento del campo sonoro è definito dal tempo di riverberazione, che dipende
dalla frequenza.
Tempo di riverberazione = tempo in secondi
in cui il livello di pressione acustica dopo
che la propagazione del suono è terminata
diminuisce di 60 dB, cioè si abbassa al livello di 1 millionesimo del valore d’uscita.
La generazione del campo acustico appena
descritta, mostra che tutte le percezioni acustiche in un ambiente chiuso, in contrasto
con il campo libero sono influenzate dallo
spazio e di conseguenza sono dipendenti
dalle proprietà dello spazio: il volume, le
proporzioni, l’orientamento, la geometria e il
grado di assorbimento sonoro delle superfici; gli arredi e gli allestimenti; il numero delle
persone che si trovano nell’ambiente. Lo
spazio è anche parte importante della catena di trasmissione tra la fonte e l’ascoltatore.
I requisiti acustici negli ambienti interni dipendono dal loro utilizzo. Gli effetti che lo
spazio ha sulla propagazione del suono devono essere utilizzati, in modo consapevole
come uno strumento.
Ambienti ad elevata affluenza di persone
Nei foyer, nelle hall e nei ristoranti si radunano grandi o piccoli gruppi che si intrattengono tra loro con brevi scambi di comunicazione. Il così detto “effetto cocktailparty” è una
particolare prestazione dell’udito umano: dato che il brusio di voci spesso è più forte
della voce del partner con cui s’intrattiene
una conversazione, non bastano l’intensità
del frastuono e le caratteristiche sonore come criteri selettivi per l’ascoltatore. Solo la
capacità dell’udito di rielaborare i segnali
nei confronti della direzione, consentono in
ultimo la comprensione del partner. L’allestimento di uno spazio dovrebbe, dunque,
puntare a raggiungere i requisiti acustici che
consentano di registrare le possibili comunicazioni sonore: è necessario eliminare le riflessioni, limitare le interferenze, dato che
fondamentalmente il frastuono è da attribuire
alle persone stesse; la propagazione attraverso riflessone deve essere limitata. L’acustica ideale per questo tipo di ambienti è il
campo libero, cioè la completa esclusione
delle riverberazioni nello spazio. Negli spazi
in cui la lunghezza e la larghezza sono chiaramente maggiori dell’altezza, il suono si riflette sul soffitto, per cui è importante avere
un soffitto con elevato potere fonoassorbente. Spesso la necessità di un “soffitto acustico” entra in conflitto con l’architettura. Che
un soffitto acustico possa essere un elemen-
∂ 2005 ¥ 1/2
to formale dell’architettura d’interni lo dimostrano, invece, esempi come il piano superiore del cubo di vetro del Museo d’Arte di
Stoccarda allestito per la gastronomia e le
manifestazioni. Qui sono state appositamente sviluppate le lamelle disposte sotto la copertura in vetro che hanno un ruolo nell’assorbimento del rumore ma svolgono anche
la funzione di elementi di protezione solare.
Ambienti di lavoro: uffici di grandi dimensioni con elevata affluenza di persone.
L’attività dei moderni posti di lavoro è caratterizzata da comunicazione e concentrazione. Mentre con la comunicazione si crea
inevitabilmente frastuono, la concentrazione
richiede tranquillità. Negli uffici con più di
una postazione lavoro è inevitabile un conflitto. Importante è, dunque, ridurre il rumore
di fondo e la sua trasmissione. Il suono diretto fra fonte e ricevente trasmette per lo più
energia sonora. La trasmissione del rumore
può, in teoria, essere ridotta incrementando
la distanza ed eliminando la diffusione diretta con pareti mobili e schermi acustici. Dato
che della trasmissione del suono sono direttamente responsabili i soffitti, è molto importante che siano fonoassorbenti. Spesso, ottimizzando le condizioni acustiche si entra in
conflitto con le esigenze della protezione
termica estiva, dato che il solaio in calcestruzzo armato è progettato come accumulatore passivo o deve essere integrato mediante l’attivazione termica degli elementi
architettonici ad uso di superfici di riscaldamento e raffrescamento. In entrambi i casi,
non è possibile realizzare un rivestimento
piano del soffitto in calcestruzzo. L’alternativa è un soffitto a doghe, disposte in verticale. In questo caso, doghe o schermi hanno
bisogno di un’altezza notevole e per questo
hanno anche un grande impatto sulla percezione dei volumi e sull’illuminazione. Anche i
controsoffitti fonoassorbenti a vela possono
ridurre la trasmissione sonora in maniera
evidente, se sono disposti sopra l’area di lavoro e di comunicazione. Insieme ai setti divisori mobili offrono la possibilità di creare
paesaggi ufficio e aree individuali di lavoro.
L’effetto di disturbo causato dal rumore provoca reazioni di stress psichico e fisiologico;
l’efficienza prestazionale e la concentrazione diminuiscono man mano che il livello del
rumore aumenta.
Spazi conferenze: spazi seminari e aule, auditorium
Si tratta di solito di spazi che servono alla
comunicazione tra una persona e un grande
pubblico. In relazione al numero di ascoltatori, inevitabilmente aumenta la distanza tra
oratore e ascoltatori. Lo scopo, infatti, della
disposizione geometrica in relazione al progetto del’acustica è di garantire la migliore
percezione per tutti gli ascoltatori. Perchè il
suono diretto possa raggiungere indisturbato gli ascoltatori, è necessario disporre i posti a sedere in un certo modo; nel caso di
piccoli ambienti la posizione dell’oratore deve essere elevata rispetto agli ascoltatori.
Una disposizione su gradinata è raccoman-
Testo in italiano
data anche quando si superano le 10 file. Il
suono diretto deve essere rinforzato con riflessioni cariche di energia. Tuttavia, non tutti i fenomeni di riflessione sono auspicabili.
Se le riflessioni giungono all’ascoltatore con
un ritardo superiore a 50 millesimi di secondo rispetto al suono diretto, allora, l’intellegibilità del segnale diminuisce. Nei grandi ambienti, in casi estremi di riflessioni
particolarmente tardive, il suono potrebbe
essere percepito come eco. Le superfici di
limitazione dell’area di spettacolo devono
essere fonoriflettenti. La distanza dell’oratore
da questa superficie non deve superare i
due metri. E’ necessario limitare l’altezza
dello spazio. Le superfici di limitazione che
producono riflessioni sonore devono essere
corredate di elementi acustici. Questo coinvolge in particolar modo la parete di fondo
in ambienti con una lunghezza maggiore a
nove metri.
Relativamente alla funzione dello spazio dovrebbero essere rispettate determinate
grandezze pilota definite nella DIN 18041.
La limitazione del tempo di riverberazione
ha come conseguenza che una parte dell’energia acustica deve essere estratta attraverso superfici fonoassorbenti. Nella sala
conferenze di Eurotower a Francoforte sul
Meno, il muro di fondo rivestito in legno è
traforato nella parte centrale e dotato di coibente al fine di prevenire i disturbi causati
da quelle riflessioni responsabili della formazione di eco in uno spazio lungo. La disposizione obliqua della cabina interpreti vetrata
impedisce le riflessioni multiple tra le pareti
lunghe. Se lo spazio è destinato a multifunzionalità bisogna impiegare superfici con
potere fonoassorbente variabile, attaccando
e staccando le così dette camere dell’eco.
Nell’aula della Scuola di Palazzo Salem, una
sala multifunzionale per musica e teatro, alcuni tendaggi provvedono ad adattare lo
spazio ai diversi requisiti. Dato che recentemente, si è stabilito che la sala ospiterà anche concerti internazionali, per ottimizzarne
l’acustica si è proceduto ad apporre una
barriera per il rumore di fondo. Nella DIN
18041 sono fissati i limiti massimi del rumore
di fondo. Nelle sale concerto, ogni ascoltatore percepisce immediatamente l’acustica. Il
fatto che durante le funzioni in grandi chiese
si crei eco o che in sale troppo piccole il
suono della musica dell’orchestra sia “sordo” e non trasporti la voce, dimostra che lo
spazio influisce sul suono. Partecipando ad
un’esecuzione musicale all’aperto si chiarisce anche la funzione della sala: si percepiscono i singoli strumenti senza che i loro
suoni confluiscano in una armonia. Lo spazio è responsabile, dunque, di come “suona” la musica. Nell’area del palcoscenico
avviene la composizione dei suoni emanati
dai singoli strumenti. Per questo motivo, in
questa area sono necessarie superfici barriera riflettenti e un certo volume; per garantire il bilanciamento tra i singoli gruppi di
strumenti si cerca di avere nell’area del palcoscenico la migliore diffusione possibile e
7
di impedire la focalizzazione del suono e le
sue disomogeneità. Presupposto perché il
suono generato dall’orchestra sia trasportato
nell’area degli ascoltatori è naturalmente il
fatto che il suono diretto e le riflessioni iniziali possano raggiungere indisturbate tutta
l’area degli ascoltatori. Nelle sale di grandi
dimensioni, è necessario compensare una
platea piana con un palcoscenico sopraelevato e un’orchestra disposta su gradinate.
Maggiore è la velocità di smorzamento del
suono, più rapido è lo sviluppo dei toni e del
volume del suono. Il valore dipende dal tempo di riverberazione del genere musicale:
ad es. per la musica sinfonica, il valore ottimale è compreso fra 1,7 e 2,1 secondi. Per
poter realizzare un determinato tempo di riverberazione è necessario avere un certo
volume, ma anche la direzione delle riflessioni influisce sul risultato dell’audizione.
Mentre le riflessioni da soffitto incrementano
la trasparenza del suono, le riflessioni laterali conferiscono la sensazione di essere avvolti dalla musica. Le più importanti sale
concerto, alle quali concordemente viene attribuito da tutti i critici un’acustica eccellente, hanno la caratteristica forma a “scatola di
scarpa”. Queste sale presentano una struttura primaria e una struttura secondaria fortemente articolata da gallerie e balconate,
colonne e cassettoni che fanno sì che le riflessioni non avvengano esclusivamente in
modo geometrico ma siano diffuse uniformemente. Mentre in passato l’intensa articolazione si determinava con il linguaggio formale utilizzato, oggi nelle nuove sale
concerto è riprodotta artificialmente spesso
in contrasto con le scelte formali dell’architettura. La sala del Centro congressi e concerti di Lucerna è una moderna interpretazione della classica “forma a scatola di
scarpe”, a tal uopo sono stati incollati sulle
pareti in calcestruzzo profili in rilievo di gesso di forma astratta in cinque motivi diversi.
Naturalmente è possibile realizzare anche
sale concerto con forme diverse. Famose
sono ad esempio la Filarmonica di Berlino o
la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles
nelle quali l’area degli ascoltatori è stata risolta con gradinate disposte a “vigna” e l’orchestra è stata ricollocata da una posizione
laterale ad una centrale. Nelle sale con pareti curve come la sala Beethoven della Liederhalle di Stoccarda, si rischia che il suono
non abbia una diffusione uniforme con aree
di concentrazione sonora e aree con scarsa
diffusione. Questo tipologia di sale ha bisogno di una progettazione acustica estremamente accurata.