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N° 5 ANNO LXIII Ottobre-Novembre 2011 SOCIOLOGO IN ITALIA SI RESTRINGE LA RETE DELLE RELAZIONI SOCIALI PENSIONATI Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano. Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989. FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI TRIPLA “V” PER I POLITICI ITALIANI la manovra di ferragosto: tagliole (tante) ed opportunità (poche) FILO DIRETTO attualità LA FORBICE E L’ARATRO VOGLIONO FARCI PERDERE ANCHE L’ANIMA attualità INTERVISTA ESCLUSIVA CON LA LEADER DEI GIOVANI CILENI, CAMILA VALLEJO DOWLING filo diretto EDITORIALE 2 > La forbice e l'aratro quota periscopica 3 > Banche, 58mila posti di lavoro tagliati oltralpe SINDACATO & SERVIZI ATTUALITà 4 > Vogliono farci perdere anche l’anima 5 > La primavera cilena si chiama Camila 6 > La serva padrona di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI 7 > Sicilia, l’isola del tesoro 8 > Gli onorevoli mega dirigenti 9 > Assegni d’esodo, arriva il calcolo personalizzato 10 >Nasce un nuovo modello di comunicazione fra lavoratori e sindacati 11 >40 candelineper la fabi di Treviso lutto 12 >Ciao Roberto bcc 13 >Non aprite quella porta spazio donna 14 >Ieri, oggi, domani quadri direttivi 15 >Una squadra per vincere parere legale 18 >Uso della vettura propria per la trasferta promotori finanziari 19 >Verso norme contrattuali e di legge per l’attività di promozione e consulenza finanziaria 20 > numbers pensionati 21 >Vergogna, vergogna, vergogna spazio aperto 22 >L’autunno del nostro scontento sicurezza 23 >Oltre l’handicap fisco 24 >Cedolare sugli affitti salute 25 >Vaccinatevi contro hpv NONSOLOBANCA l'angolo del sociologo 26 >In italia si restringe la rete delle relazioni sociali avviso ai naviganti 27 >Oggi c’è Eldy hi tech 27 >Bold 9900, una tastiera perfetta LA FABBRICA DEI SOGNI 28 >Il “manicomio elettrico” paese che vai... italia che trovi La manovra di Ferragosto: tagliole (tante) ed opportunità (poche) I l decreto legge 138/2011, meglio noto come "manovra di ferragosto", è intervenuto, con misure di forte impatto, ma scoordinate ed eterogenee, sull’assetto regolativo dei rapporti di lavoro del settore privato e pubblico. Premessa fondamentale: appare subito chiaro che ci troviamo di fronte a misure legislative adottate in modo frammentato e improvvisato, completamente prive di una sistematica e obiettiva visione d'insieme. Vediamo, comunque, quali sono gli elementi di cui questa manovra si compone e come sono organizzati. Innanzitutto, i provvedimenti adottati sono suddivisi in 2 distinti ambiti: il primo riguarda le misure per ridurre e contenere la spesa previdenziale e pensionistica; il secondo, quelle misure che intervengono sul mercato del lavoro, sulle relazioni industriali/sindacali e sulla contrattazione decentrata. Tra i provvedimenti del primo ambito, si evidenzia l'anticipazione al 2014 del requisito di crescita anagrafico (65 anni) per le donne del settore privato, anticipazione che renderà la nuova regolamentazione pienamente operativa dal 2026. (Sulle donne del pubblico impiego, peraltro, si era già intervenuti: vedi legge 122/2010). Questo provvedimento - occorre precisare - si combina con gli effetti prodotti dal meccanismo di adeguamento automatico dell’età pensionabile alle speranze di vita, che provoca un ulteriore differimento e rinvio del momento della pensione (ad oggi, di altri 3 mesi) e che sarà rivisto - addirittura! - ogni 3 anni. Tra i provvedimenti del secondo tipo si evidenzia, come detto sopra, un insieme di norme miste ed eterogenee. Qui il nostro legislatore ha dato il meglio di sé (sic!), con provvedimenti che spaziano dalla riduzione delle festività laiche all’improvvisata riforma delle Relazioni Industriali e della Contrattazione decentrata. Un capitolo articolato e piuttosto complicato riguarda "i contratti di prossimità" introdotti dal famoso articolo 8 del Decreto Legge 138/2011, poi convertito (con modifiche) dalla Legge 148/2011. Cercherò qui di schematizzare al massimo il ragionamento. Le novità riguardano: - I soggetti o le parti legittimate a sottoscrivere gli accordi; - le condizioni che legittimano gli accordi di prossimità; -la validità generale (cosiddetta “erga omnes”) di detti accordi e la loro conseguente applicabilità a tutti i dipendenti; - le materie sulle quali è consentita la contrattazione decentrata e la negoziazione in deroga. Tali norme vanno poi coordinate, ai fini della contrattazione decentrata (in deroga e delegata), con quanto previsto dall'accordo interconfederale del 28 giugno 2011. L'articolo 8 della Legge apre spazi inimmaginabili a deroghe assai discutibili e pericolose, anche in merito ai CCNL e, in particolare: "....maggiore occupazione, qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, alla gestione delle crisi aziendali ed occupazionali....". Tra le materie soggette a deroghe si ritrovano argomenti di enorme portata politica e densi di implicazioni: mansioni e classificazioni del personale, contratti a termine, appalti, somministrazione di lavoro, collaborazioni a progetto e partite Iva. Il vero tema cui va posta attenzione, tuttavia, consiste nel fatto che le possibile deroghe riguardano non solo e non tanto il Contratto Collettivo di Categoria, ma le stesse disposizioni di legge. In questo modo, pertanto, si conferisce al Contratto/Accordo decentrato la facoltà di derogare a gran parte delle norme legali di Diritto del Lavoro. Ciò aprirebbe la strada a deroghe pericolosissime sulle norme regolanti il recesso dei rapporti di lavoro e le norme sul licenziamento. Il vero obiettivo politico della deregolamentazione è, infatti, permettere, attraverso forzature attuate in sede decentrata e aziendale, l’introduzione di nuove ipotesi di lavoro a termine e somministrato, l’annullamento di quei limiti che, oggi, ancora riescono a contenere licenziamenti ingiustificati, l’eliminazione della cosiddetta “tutela reale” (cioè la reintegrazione), nonché l'introduzione di controlli a distanza sull’attività dei lavoratori e, altra conseguenza logica, la previsione di nuove deroghe all’art 2113 in materia di transazioni o cambio di mansioni. Di fronte a questa preoccupante situazione, la FABI non può non avvertire l’urgenza di una mirata opera di’informazione e formazione – a tal fine, sarà fondamentale il contributo decisivo dei nostri rappresentanti e dei nostri dirigenti locali – di tutti i lavoratori bancari sulla pericolosa portata delle nuove norme. Questo massiccio intervento politico, impostato su uno schema di pressoché totale liberalizzazione di certe forme di contrattazione aziendale, va assolutamente contrastato nei suoi aspetti più pericolosi, ma, contemporaneamente, sottoposto a un vaglio critico, che possa evidenziare eventuali specifiche opportunità. → 29 >Alla scoperta di Nardò (le) ALTROTURISMO 30 >Fiabe delle terre d’India 31 >Ugo attardi. L’erede selvaggio CHI C’è C’è 32 >Il cartellone di Ottobre/Novembre Direttore editoriale Lando Maria Sileoni Capo redattore Lodovico Antonini Ordinario di Sociologia Generale Università di Verona Edizione Web: Marco Ammendola Comitato di direzione Gianfranco Luca Bertinotti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Attilio Granelli Mauro Morelli Mauro Scarin Lando Maria Sileoni Collaboratori Luciano Quaranta, Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Luca Riciputi, esperto risorse umane e consulente aziendale Illustrazioni: Roberto Mangosi Domenico Secondulfo, Flavia Gamberale Editing: Mariapaola Diversi Grafica: www.Majakovskij-comunicazione.com Stampa: Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 85.59.220 Direttore responsabile Paolo Panerai E-mail : re dazio ne @fabi.it | Edizione web: http://www.fabi.it/pubblicaz i on i /voce- dei - ban car i | w w w. fabi . i t - E- m a i l : federaz i on e@ fabi . i t filo diretto LA FORBICE E L’ARATRO → In ogni caso, la deroga non può essere e non dovrà mai diventare una prassi costante e indiscriminata, utilizzata come un grimaldello per rendere gestibili le aziende e "normalizzare" i conflitti interni. Nessun meccanismo contrattuale può sostituire il dialogo costruttivo e la reale ricerca del consenso nelle banche. Ultima considerazione, ma non meno importante, va sul profilo tecnico-giuridico della Legge 148/11 che, in diverse sue parti, è a rischio di illegittimità costituzionale: per l’efficacia “erga omnes” dei contratti ed accordi e per la prevalenza del quadro decentrato rispetto a quello nazionale. Essa, infine, appare di difficile e macchinosa applicazione pratica ed ampiamente esposta a rischi di vertenzialità giudiziaria,presupponendo un livello di concordia ed unità sindacale tutt'altro che scontato. *********** Insomma, occorre stare attenti alle tagliole disseminate sul terreno. Proprio per evitare "furbastri e sciacalli", pronti sempre a colpire, approfittando del momento, i Segretari Generali sindacali si sono "blindati", sottoscrivendo un documento che sostanzialmente annullerà l’articolo 8 della manovra. (vedi sotto) Non di sole potature vive l’economia di Mauro Bossola, Segretario Generale Aggiunto FABI I l tasso di disoccupazione nell’area Euro ha toccato il 10%, per l’esattezza il 9,9%, alla fine del mese di maggio di quest’anno. Stiamo parlando di circa 15 milioni e mezzo di persone senza lavoro, come ha documentato Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Gli Stati Uniti, con il 9,1% di disoccupati nello stesso mese, non stanno meglio di noi. Inoltre, nei 34 paesi dell’OCSE, nonostante questi siano tra i più sviluppati del mondo, i senza lavoro sono 44 milioni. Il sistema dei servizi finanziari, uno dei pochi a creare nuova occupazione nel decennio precedente la crisi del 2008, sta anch’esso pagando il pesante prezzo della recessione, in Italia come all’estero.Bank of America – prima banca commerciale degli USA - ha annunciato tagli per 30mila dipendenti, oltre il 10% del totale, dopo che altrettanto aveva fatto la prima banca commerciale del mondo, l’inglese HSBC, mentre nel no- stro Paese, solo l’accordo con i sindacati ha evitato il taglio di una percentuale analoga in IntesaSanpaolo. Le istituzioni e i governi non appaiono in grado di fronteggiare efficacemente la situazione e, soprattutto, di far ripartire economia e lavoro. Mentre, però, il Presidente Obama, tra errori e incertezze, ha ribadito l’importanza di una solida economia che crei posti di lavoro, l’Europa appare ancorata a una visione eccessivamente monetarista dell’intervento pubblico. Il piano americano antidisoccupazione, infatti, sarà finanziato (447 miliardi di dollari), con interventi che riducono drasticamente le facilitazioni fiscali per coloro che guadagnano oltre 250mila dollari all’anno. Va sottolineato come tali interventi, inizialmente programmati per ridurre il terribile disavanzo pubblico USA, vengano ora riconvertiti per creare nuovi posti di lavoro. E questo accade con un debito pubblico di dimensioni impressionanti, ben peggiore del peggior Paese dell’Eurozona. Certo è arduo, se non impossibile, dire se questa strategia avrà successo, ma la differenza d’impostazione politica salta agli occhi dell’osservatore, anche del più distratto. Da un lato l’Europa del rigorismo antinflazionistico e dei controlli sui bilanci pubblici, dall’altro gli Stati Uniti d’America degli investimenti sullo sviluppo e della scommessa sul futuro. Quella stessa America, peraltro, dove la terribile crisi ha avuto origine. Non è solo una questione di economia politica, che riguarda il rilancio dei consumi, l’aumento della produzione o il livello d’inflazione sopportabile, ma più in generale di coesione sociale. Perché i lavoratori pagano la crisi due volte: la prima come vittime della sregolatezza dei mercati finanziari con Sindacati Unitari dei Bancari i licenziamenti, la stagnazione salariale e l’impoverimento dei loro risparmi; la seconda come cittadini, perché chiamati a ripianare e sostenere i debiti sovrani dei singoli Paesi con nuove tasse e col peggioramento dello stato sociale. Dietro la decisione del Governo a stelle e strisce, buona o cattiva che possa rivelarsi, si staglia il potere politico; dietro le titubanze dell’Unione Europea, s’intravede invece lo scheletro incompleto di un’architettura – solo monetaria – che non è in grado di offrire decisioni, ma incertezza. È sorprendente come solo su un fronte, le due sponde dell’Atlantico sembrano procedere unite: quello della mancata regolamentazione del sistema finanziario internazionale, che grazie agli intrecci, le ombre e i flagranti conflitti di interesse, continua a mettere a repentaglio non solo la stabilità, ma l’esistenza stessa di un mercato che in quanto tale, senza regole, non può vivere. “NO all’art. 8 della manovra. SÌ alla difesa dell’autonomia contrattuale” I Segretari Generali di FABI, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Sinfub, Ugl Credito e Dircredito, nel valutare la manovra del Governo ingiusta, perché colpisce il lavoro e le pensioni, inadeguata, in quanto non interviene sul debito e non rilancia né la crescita né l’occupazione, iniqua, poiché aumenta le tasse per lavoratori e cittadini onesti senza colpire le grandi ricchezze e l’evasione, valutano negativamente anche l’art. 8 della manovra in discussione, in quanto lesivo dell’autonomia 2 contrattuale delle parti e dei diritti dei lavoratori per ciò che attiene le conseguenze sull’art. 18 della legge 300/70. I Segretari Generali sono altresì impegnati a definire proposte unitarie all’insegna dell’equità, della crescita e della buona occupazione, da sostenere con la mobilitazione unitaria della categoria. Inoltre, nel confermare il valore delle regole di democrazia che unitariamente ci siamo dati e nella consapevolezza che va difeso ed esteso con i dovuti adattamenti anche ai nostri settori l’accordo confederale del 28 giugno 2011 (da considerare esaustivo di qualsiasi intervento in materia contrattuale) e in sintonia col mandato ricevuto dai lavoratori sulle piattaforme per il rinnovo dei contratti dei nostri settori, si impegnano unitariamente affinché con Abi ed Ania si convenga di non dare applicazione in nessun caso a quanto previsto dall’art. 8 della manovra del Governo. Resta inteso che tale impegno è vincolante per tutti i sindacati (nazionali, territoriali, coordinamenti di Gruppi Aziendali). quota periscopica G randi banche nella bufera: i colossi della finanza svizzera e anglosassone hanno dichiarato per i prossimi mesi oltre 58mila esuberi. HSBC manderà a casa 30mila lavoratori, Lloyds 50mila, Bank of America 10mila, Ubs 3.500. Licenziamenti che si vanno ad aggiungere a quelli già annunciati nei mesi estivi, circa 60mila secondo l’agenzia di stampa americana Bloomberg. Numeri che hanno fatto guadagnare alla stagione appena passata il titolo di “estate nera dei lavoratori bancari”. A far scattare i tagli il calo di redditività e le sempre maggiori sofferenze Il colpo di coda della crisi Banche, 58mila posti di lavoro tagliati oltralpe HSBC, Lloyds, Bank of America e Ubs hanno annunciato complessivamente quasi 60mila licenziamenti nei prossimi mesi. Intanto Bank of America ha accumulato crediti in sofferenza per circa mille miliardi, vedendo crollare la sua capitalizzazione in borsa del 47% registrati nell’ultimo anno da questi grandi istituti di credito, complice una crisi che a livello globale non accenna a passare. Ma anche i processi di fusione e incorporazione avvenuti recentemente che hanno portato a una riduzione fisiologica degli organici. Nell’ultimo anno Bank of America, la più grande banca commerciale statunitense, ha accumulato crediti in sofferenza per circa mille miliardi, vedendo crollare la sua capitalizzazione in borsa del 47%. La battaglia legale di una lavoratrice cremonese Per i malati di tubercolosi comporto più lungo Ha ottenuto un risarcimento di 12mila euro una commessa ingiustamente licenziata per scadenza del periodo di comporto. I legali: “Per le patologie tubercolari i tempi di congedo per malattia sono di 18 mesi invece dei canonici 180 giorni” D odicimila euro. Tanto intascherà dall’azienda a titolo di risarcimento una commessa cremonese malata di tubercolosi licenziata due anni fa dal supermercato presso il quale lavorava per superamento del così detto periodo di comporto, il congedo massimo concesso per malattia. La giovane aveva sforato il termine di un giorno e l’azienda non ci ha pensato due volte a farle arrivare a casa la lettera di licenziamento. Immediata l’impugnazione davanti al Giudice del lavoro da parte della dipendente. Che, finalmente, dopo due anni dall’avvio del procedimento ha ottenuto giustizia attraverso un accordo tran- sattivo con la controparte. L’azienda le verserà sul conto un risarcimento di 12mila euro, la retribuzione netta globale comprensiva di 12 mensilità, incluse tredicesima e quattordicesima. Gli avvocati della donna negli atti difensivi hanno fatto appello all’ar- da patologia tubercolare un periodo di ticolo 175 del contratto nazionale di comporto più lungo, di 18 mesi invece lavoro, che prevede per i malati affetti dei canonici 180 giorni. Lo studio di Merryl Lynch e Cap Gemini I dati dell’ultimo Rapporto Ocse Nel 2010 i contribuenti che hanno dichiarato un reddito di oltre 200mila euro erano 170mila, 9mila in meno rispetto all’anno precedente Nei paesi più sviluppati, durante la recessione, il tasso di disoccupazione per chi aveva la licenza media saliva al 9% contro il 4% delle persone con il diploma di scuola superiore I super ricchi? Non abitano in Italia I I super-ricchi non abitano in Italia, o perlomeno, se un tempo ci abitavano, oggi si sono trasferiti altrove. Nel 2010 sono scesi a quota 170mila rispetto ai 179mila censiti l’anno precedente, facendo così retrocedere il nostro Paese dal nono al decimo posto nella classifica mondiale dei “Paperoni”.Lo rivela il secondo rapporto sulla ricchezza di Merryl Lynch e Cap Gemini. Ad avvalorare i dati dell’indagine anche le rilevazioni statistiche del Dipartimento italiano delle finanze, che segnalano una diminuzione di circa 7mila unità dei contribuenti con redditi superiori ai 200mila euro. Delle sette classi di reddito, quella dei super ricchi è l’unica ad essersi “ristretta”. Sono aumentati invece coloro che hanno dichiarato tra i 100 e i 150mila euro (da 68mila a 70mila) e rimasti stazionari coloro che hanno intascato tra i 75mila e i 100mila euro l’anno. I contribuenti che denunciano al Fisco un reddito superiore ai 100mila euro annui sono circa 500mila. La crisi picchia duro sui meno istruiti L a crisi? Colpisce di più chi non ha un titolo di studio elevato. Stando all’ultimo rapporto dell’Ocse, durante la recessione il tasso di disoccupazione per chi aveva la licenza media si attestava al 9% contro il 4% di chi era in possesso di un diploma di scuola superiore. Ma l’elevata scolarizzazione è stata anche una manna per il Fisco: sempre secondo lo studio, nei paesi dell’area Ocse una qualifica superiore ha generato 119mila dollari in più di entrate fiscali e di contributi sociali rispetto a un titolo secondario. Studiare, secondo, l’organizzazione si dimostra ancora un ottimo antidoto contro la crisi. “L’istruzione”, ha commentato a tal proposito Angel Gurria dell’Ocse, “in tempi difficili come questi, rappresenta un investimento essenziale per rispondere alle evoluzioni tecnologiche e demografiche che ridisegnano il mercato del lavoro”.In Italia ad avere il livello di scolarizzazione più basso sono soprattutto le persone che hanno un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. 3 SINDACATO E SERVIZI attualità S LA MANOVRA DEL GOVERNO alvi i Santi Pietro e Paolo: la loro festa, il 29 giugno, resterà, perché stabilita nel Concordato fra Stato e Chiesa Cattolica. Gli altri, invece, vedranno spostata la loro festa la domenica successiva alla ricorrenza. Certo, per la Chiesa e per i suoi fedeli, nulla cambierà. Potranno celebrare la festa quando vorranno, ovviamente. Ma lo Stato non riconoscerà più le conseguenze “civili”, cioè il diritto ad una giornata, o a mezza come nei contratti del Credito, di vacanza. Così, invece di abolire odiosi e deprecabili privilegi della Casta, si aboliscono le feste dei Patroni. “Occorre recuperare produttività ed efficienza” - hanno tuonato da Confindustria. E il Governo, tanto sensibile alle suppliche dei più deboli, ha subito recepito l’accorato lamento. È vero che i Comuni italiani sono più di 8 mila, ma le feste dei patroni incidono minimamente (una giornata o mezza giornata di festa all’anno) sulla quantità di giorni lavorativi (230/250 circa in un anno, a seconda delle categorie) e, quindi, sulla produttività. Subito allora da Confindustria e dal Governo si sono affrettati a correggere il tiro, precisando che il problema non sono le feste dei Santi Patroni in sé, quanto l’abitudine di “allungare” la vacanza con i famosi “ponti”, tipica specialità italiana, a dire il vero, tant’è che all’estero li chiamano “italian bridge”. Di qui l’indispensabilità di norme correttive, che dimenticano – tuttavia - che la concessione di eventuali giornate di ferie o permesso sono – comunque – da programmare e da sottoporre all’approvazione dei datori di lavoro. Con la conseguenza che, mentre s’im- VOGLIONO FARCI PERDERE ANCHE L’ANIMA L’abolizione dei Santi Patroni e altre corbellerie di Lodovico Antonini Che avesse il dono della preveggenza? Garante Privacy NIENTE DI PERSONALE Nelle selezioni di personale è illecito utilizzare test con domande sulla sfera personale dei candidati I l Garante della Privacy, con Provvedimento del 21 luglio 2011, si è pronunciato in merito alla liceità delle operazioni effettuate nell'ambito di una procedura di selezione nella quale sarebbero stati utilizzati questionari di personalità contenenti domande su aspetti, anche intimi, della sfera personale dei candidati. Nello specifico l'Autorità, precisando che l'art. 8, l. n. 300/1970, fa "divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione [...] di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose e sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini dell'attitudine pro- 4 pongono dall’alto vincoli alle feste patronali, che mostrano solo l’ottusa mentalità burocratica e la tendenza della classe politica che ci governa a considerarci ignoranti e stupidi al punto da ritenerci incapaci di fare due conti, non si considera il vulnus che si porta contro le nostre tradizioni culturali e sociali, urtando non poco anche il sentimento religioso popolare. Senza considerare poi il danno che si arreca anche a una certa economia, che gira intorno alle feste patronali, fatta di sagre e di manifestazioni molto seguite e molto sentite, che rappresentano un formidabile richiamo turistico e che, con mercati e fiere, danno da vivere a centinaia di migliaia di famiglie di ambulanti. Vorrei poi richiamare l’attenzione dei nostri politici, censori d’innocui “vizi” altrui e non mai dei propri, che sono invece molti e gravi e indecorosi, sulla necessità di fare ogni sforzo (serio ed efficace, però!) per uscire dalla crisi, che presuppone l’obbligo di tenere insieme il Paese, salvaguardandone le tradizioni, la cultura e, in definitiva, l’anima. Insomma, dopo aver perso la propria, la Casta rischia far perdere l’anima anche alla martoriata Italia, con norme cervellotiche e finte che servono solo a gettare fumo negli occhi alla gente e all’Europa che ci osserva. Ma non funzionerà. “Summum crede nefas animam praeferre pudori et propter vitam vivendi perdere causas” (Trad.: Pensa che somma infamia è l'anteporre all'onore la propria sopravvivenza e, per tirare a campare, perdere le alte ragioni del vivere)– sentenziava Giovenale duemila anni orsono. Sembra che descriva l’amara situazione italiana e che conoscesse i nostri politici. fessionale del lavoratore" e che l'art. 10, D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, vieta tra l'altro di trattare dati personali dei lavoratori che non siano strettamente attinenti alle loro attitudini professionali e al loro inserimento lavorativo, sottolinea come l'intenzione del legislatore è quella di tutelare con particolare attenzione i candidati alla ricerca di un posto di lavoro, vietando espressamente - ed indipendentemente dal consenso dagli stessi eventualmente manifestato - in fase assuntiva, la raccolta di talune tipologie di informazioni chiaramente individuate al fine di proteggere, oltre al diritto alla tutela della vita privata, la dignità della persona. Nel caso di specie, il Garante ritiene che il trattamento relativo ai dati personali tratti dall'esecuzione del test, con riguardo sia alle risposte formulate dai candidati sia in relazione alla successiva valutazione che in base alle stesse è stata effettuata per essere successivamente utilizzate nell'ambito della procedura selettiva, sia stato effettuato in violazione del principio di liceità, poiché in violazione del principio di indispensabilità, pertinenza e non eccedenza. Infatti, si legge nel Provvedimento come siano del tutto irrilevanti, ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore, informazioni di natura personale relative alla vita intima, ad abitudini personali, nonché alle preferenze sessuali, tendenti ad indagare aspetti della personalità e del carattere, inconferenti e, comunque, non congruenti con la valutazione delle attitudini professionali del lavoratore. SINDACATO E SERVIZI attualità nostra intervista esclusiva Molti i problemi comuni dei giovani sulle due sponde dell’oceano LA PRIMAVERA CILENA SI CHIAMA CAMILA Ha portato in piazza oltre 600mila giovani, ha dato vita alla più grande manifestazione di protesta del dopo Pinochet per chiedere un sistema d’istruzione più giusto e democratico, attirando l’attenzione della stampa internazionale. Parla Camila Vallejo Dowling, la leader del movimento studentesco che ha conquistato il Cile e l’Europa di Flavia Gamberale I l quotidiano britannico The Guardian l’ha definita la ribelle più carismatica dai tempi del Subcomandante Marcos. I giornali e le tv di tutto il globo le hanno dedicato copertine e servizi, stregati da quegli occhi verde smeraldo che nascondono un piglio da leader non indifferente. Ventitrè anni, studentessa di Geografia, un “passato” da militante nella gioventù comunista, un presente da responsabile nazionale della Federazione degli studenti del Cile, Camila Vallejo Dowling è la ragazza che da circa quattro mesi tiene le fila della rivolta studentesca cilena. Un movimento che ha portato - e sta continuando a portare - nelle piazze di Santiago migliaia e migliaia di giovani, in lotta con il governo per un sistema educativo più democratico. L’istruzione è, infatti, quasi totalmente in mano ai privati, le rette universitarie sono le più care al mondo, dopo quelle degli Stati Uniti, e ad oggi i debiti sottoscritti dalle famiglie cilene per far studiare i propri figli toccano cifre da capogiro. Del resto, il contributo destinato dallo Stato all’educazione è minimo: solo lo 0,84% del PIL, praticamente un investimento sotto la media mondiale. Retaggi di un modello liberista, attecchito durante la dittatura di Pinochet, e mai messo in discussione, neanche dagli ultimi governi di centrosinistra, per via dei numerosi e stratificati interessi in gioco. Camila lo ha ripetuto sul suo blog e sulla sua pagina personale di Facebook, che conta oltre 60mila fan: questo sistema va cambiato. È ora che l’istruzione sia riconosciuta come un diritto e non più come un bene di consumo. “Perché tale modello educativo non fa altro che alimentare le disuguaglianze e bloccare la mobilità sociale”. Un messaggio cui il Premier cileno, Sebastian Piñera, primo presidente di destra del dopo Pinochet, ha dovuto ,suo malgrado, dare ascolto, aprendo, dopo mesi di scioperi e di manifestazioni, un tavolo di confronto con le organizzazioni studentesche per elaborare un progetto condiviso di riforma del sistema educativo. Se non altro perché le rivolte in questione, in atto da giugno, ne stanno fortemente minando il consenso (la protesta ha conquistato l’appoggio di ben il 77% dei Cileni). Camila, con i toni fermi e pacati di sempre, ha già messo le cose in chiaro: siamo disposti a trattare, ma alle nostre condizioni. Camila Vallejo, le manifestazioni e gli scioperi continuano. Fino a quando andrà avanti la mobilitazione studentesca in Cile? Fino a quando il governo non sarà capace di ascoltare veramente i cittadini e inserire nella sua agenda programmatica i temi che stanno più a cuore alla popolazione. Quello che rimproveriamo al governo non è tanto una certa ideologia, quanto l’incapacità di farsi interprete delle esigenze di cambiamento del Paese. La gente vuole un cambiamento non solo nel modo di gestire l’istruzione, ma anche nel modo di fare politica. Sappiamo che quello dell’educazione è un argomento complesso. Sia la destra, attualmente al governo, sia la sinistra hanno interessi a mantenere in piedi l’attuale sistema. Credo che il processo di trasformazione del modello educativo sarà lungo e ci vedrà impegnati per parecchio tempo. L’economia del Cile si presenta tra le più sviluppate del Sudamerica. Siete da poco entrati nell’Ocse, il PIL, nonostante la crisi, ha ritmi di crescita più che soddisfacenti, il tasso di disoccupazione è inferiore rispetto a quello dei Paesi europei. Perché c’è così tanto malcontento? È vero che il Cile presenta indicatori macroeconomici positivi, ma di questo sviluppo il popolo non ha tratto alcun beneficio, come dimostrano le manifestazioni di piazza. Nei mesi scorsi la Federazione degli studenti cileni ha portato in piazza oltre 600mila giovani, tra studenti e lavoratori. Qual è la sua forza? Riempie un vuoto lasciato dai partiti o dai sindacati? Queste sono state vere e proprie mobilitazioni di massa. Ma la Federazione non era sola: schierati con noi c’erano i genitori, gli insegnanti, gli studenti della scuola secondaria, uniti per cambiare il sistema educativo nel suo complesso. Più che una critica alla struttura dei partiti e dei sindacati, per cui nutro il massimo rispetto, la nostra vuole essere una critica alla politica che le organizzazioni tradizionali stanno portando avanti. Sembrerebbero più interessate a fare contenti i potentati economici che a governare per il popolo. sogno di un cambio del modello di sviluppo neoliberista. La riforma del sistema educativo, che noi giovani chiediamo, s’inserisce in questo percorso. In Europa i giovani sono condannati al lavoro precario. In Cile succede lo stesso? Oggi in Cile i giovani sono coloro, che scontano di più gli effetti della disoccupazione. Il nostro sistema educativo di bassa qualità non ci assicura una stabilità lavorativa per il futuro. Ed è proprio la mancanza di un’istruzione adeguata e pubblica, che ci rende un Paese ancora decisamente arretrato rispetto all’Europa. Chiedete al governo un’università gratuita e senza fini di lucro. Quanto s’indebitano in media le famiglie cilene per far studiare i propri figli? Il livello d’indebitamento è variabile. Molte famiglie contraggono anche più di un prestito con le banche per coprire le spese universitarie. Di tutto il denaro che si investe nell’educazione pubblica, lo Stato cileno versa solo il 16% e più dell’80% è garantito dalle famiglie, mentre nei paesi sviluppati dell’Ocse la tendenza è opposta. Quali sono le riforme di cui oggi il Cile ha più bisogno? Oggi il Cile più che di riforme ha bi- 5 SINDACATO E SERVIZI attualità T ra i tanti episodi cui abbiamo assistito – in merito alla crisi finanziaria – nel corso degli ultimi mesi, alcuni sono davvero emblematici. In mezzo al balletto indecoroso di proposte, controproposte, manovre, frenate, pensamenti e ripensamenti sulle scelte di merito, che inevitabilmente incidono sul tessuto sociale, qualche “anima bella” si è avventurata all’interno di riflessioni erudite sulle cause lontane, sul contesto internazionale, sulle origini storiografiche e persino filosofiche. Costoro, però, non sono né filosofi né sociologi, e spesso nemmeno economisti, bensì avvocati, commercialisti, odontoiatri, chimici, omeopati, talvolta tecnici di laboratorio. Aggiungendo, così, alla gravità delle condizioni economiche, collettive e individuali, un tocco di comicità involontaria. Sarebbe sufficiente, invece, leggere (e se non chiediamo troppo studiare) le osservazioni e le analisi di coloro (non molti, purtroppo) che sono in grado di manifestare una visione generale del nostro tempo. Sufficiente, almeno, per non alimentare le note umoristiche che affollano la cronaca di questo periodo. E magari più che sufficiente per affrontare le cose in modo equilibrato, senza alcuna pretesa, ma anche senza confondere la causa con l’effetto. Da alcuni anni – certamente prima della crisi finanziaria del 2008 – sostengo che occorre andare alla radice degli accadimenti che ci sembrano poco comprensibili, evitando di attribuire loro ragioni superficiali. Così facendo scopriremmo ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti: l’eterno conflitto tra Economia e Politica, il quale, pur presentando un nucleo stabile, diviene inevitabilmente evolutivo nelle sue forme storiche. Ora, se intendiamo la Politica come una delle categorie fondative della civiltà occidentale, possiamo considerare la Democrazia come il livello più avanzato della sua evoluzione. Ma cos’è oggi la politica? È ancora la capacità di combinare gli interessi diversi, spesso divergenti, dei soggetti sociali? Possiede, ancora, la forza di intervenire L’eterno conflitto tra Economia e Politica LA SERVA PADRONA Oggi la Politica soccombe di fronte all’Economia e alle sue divinità laiche del mercato globale e di quello planetario finanziario. Fine dell’Etica e scenari da Apocalisse. Unica via d’uscita una politica davvero al servizio dell’Uomo di Gianfranco Amato, presidente Centro Studi Nazionale “Pietro Desiderato” con scelte chiare e sostenibili? È in grado di esprimere una visione di prospettiva, che vada oltre il presente? Difficile dare risposte affermative. E la democrazia? Certo non possiamo ritenere che sia quella dell’età di Pericle, ci potremmo accontentare che fosse quella dell’età moderna, che ha visto la nascita degli Stati, con un sistema giuridico compiuto, il quale contiene, alla sua origine, la divisione dei poteri. Non è più così, per una serie di motivi, tra cui quello principale è dato dal mutamento, profondo e diffuso, dei meccanismi della comunicazione, tale da trasformare la democrazia nella retorica: pura e semplice tecnica di persuasione. La Politica ha perduto la sua capacità di sintesi, la Democrazia si è gradualmente inoltrata in una nebbia sempre più fitta, dove è sempre più fragile la consapevolezza della scelta. Di fronte sta l’Econo- "C “Ennesimo Gian Antonio Stella su auto blu indice di una deriva” 6 irca 4 auto blu con autista, in media, per ogni Asl e azienda ospedaliera è una cosa un tantino esagerata. Se davvero i dati sono questi è l'ennesimo indice di una deriva". Ad affermarlo è Gian Antonio Stella - l'autore, insieme con Sergio Rizzo, de 'La casta', il libro che riporta sprechi e privilegi ingiustificati della politica italiana - che commenta così l'indagine sulle auto blu della pubblica amministrazione, realizzato dal Formez PA, che ha coinvolto anche il 72% delle mia. Ora, evitando descrizioni troppo lunghe, è sufficiente affermare che essa rappresenta una delle dimensioni fondamentali della convivenza, in tutte le latitudini, e comunque la si voglia intendere: un paradigma imprescindibile per qualunque analisi si voglia intraprendere. Soltanto che, negli ultimi vent’anni, anch’essa ha subito mutamenti profondi, fino a diventare in prevalenza finanziaria, cioè di carta, o meglio di segni cifrati e colorati che danzano, ogni secondo, sugli schermi dei computer di tutto il mondo. In poche stanze, peraltro ben protette, alcuni gnomi invisibili premono tasti e manovrano codici, spostando masse di denaro incommensurabili, con l’unico obiettivo di guadagnare tra un prezzo e l’altro. Se poi queste manovre mettono in crisi il debito pubblico di interi stati, attaccano valute più o meno forti e fanno saltare gli equilibri di questo o quel Paese, risulta un fatto del tutto indifferente. Ai Mercati (le nuove divinità laiche, dopo che gli dei sono fuggiti) non interessano per nulla le conseguenze del loro agire, se esso incida sull’assetto economico di uno stato o sulle biografie dei singoli cittadini. Mercato globale, anzi planetario/finanziario. Fine dell’Etica, anche come sembianza. Si può assistere, senza reagire, a questo scenario che recupera alcune forme dell’Apocalisse di Giovanni? L’unica risposta possibile è ancora quella politica. Ma quella davvero politica; perciò uscendo, essa, dal percorso che la porta alla conquista del potere fine a se stesso, il quale si serve di funzionari dell’immagine, fabulatori di un linguaggio talvolta esoterico, talvolta da cabaret, sempre intriso di sfumature anglofone. Cose già dette, ampiamente, durante la crisi del 2008, da più parti, anche autorevoli. Ma siamo ancora al solito punto, dove la Politica è la serva di un’Economia che ha subito una mutazione genetica, fino a diventare radioattiva. Qualcuno si ricorda ancora quel vecchio slogan che diceva: l’economia al servizio dell’uomo? news amministrazioni pubbliche della sanità, tra Asl e aziende ospedaliere. Dal monitoraggio è emerso che il parco auto delle Asl e delle aziende ospedaliere risulta composto da 821 auto tra blublu e blu, oltre a 21.652 vetture grigie. Considerando che in Italia - come ricavato dai dati statistici pubblicati sul sito del ministero della Salute - si contano 146 Asl e 90 aziende ospedaliere, abbiamo una media di circa 4 auto blu ad azienda. SINDACATO E SERVIZI attualità TRA SOGNO E REALTÀ SICILIA, L’ISOLA DEL TESORO Subbuglio per la scoperta di vecchi titoli di Stato dal valore forse incalcolabile. La parola passa ai tribunali di Gianni Di Gennaro, Segretario Coordinatore FABI Ragusa, Dipartimento Comunicazione & Immagine FABI D a quando una donna del Nord-Italia ha rinvenuto un titolo bancario, rovistando in una vecchia cassapanca, che conteneva i ricordi di famigli, a e ha trovato il titolo di credito dei primi anni 40, e ha avanzato richiesta di rimborso, adeguatamente rivalutato, la Sicilia ha scoperto di essere diventata l’isola del tesoro. Sarà perché il Banco di Sicilia era Istituto di emissione, sarà perché il popolo siciliano era in prevalenza costituito da indefessi risparmiatori, fatto sta che adesso nella terra più martoriata d’Italia, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, ci sono decine e decine di persone, potenzialmente milionarie. Ora tutti rispolverano vecchie casse, mobili antichi, armadi comprati dai rigattieri e tutto ciò che potrebbe contenere, negli anfratti più nascosti, veri e propri tesori occulti. Un commerciante di Vittoria, una città del ragusano di 63.000 abitanti, Giuseppe Giovanni Scollo di 49 anni, ha trovato all’interno di un mobile d’epoca di famiglia, ben 27 titoli al portatore emessi dalla Banca d’Italia nel 1947, di diecimila lire ciascuno e 6 da cinquemila lire, per un totale di ben trecentominews la lire. Su tutti i titoli c’è scritto: “titolo provvisorio al portatore e a vista” equivalente a biglietti di banca per la somma complessiva di lire diecimila o cinquemila. Una vera e propria fortuna per il commerciante, venuta fuori dallo “scrigno” Sicilia, se è vero com’è vero che, per una somma nettamente inferiore, la rivalutazione è stata quantificata, da uno Cassazione Permessi studio anche per i "precari" L a Corte di Cassazione, con sentenza n. 17401/2011, ha affermato che l'art. 13 del CCNL. del 16 maggio 2001, relativo al comparto ministeri e integrativo del precedente CCNL del 16 febbraio 1999 "va interpretato nel senso che pur, prevedendo esplicitamente la fruibilità dei permessi per motivi di studio solo per il personale assunto a tempo indeterminato, non esclude il personale a tempo determinato." In particolare la Suprema Corte sottolinea come non sia ravvisabile un'incompatibilità tra la natura del rapporto a termine e la concessione di permessi studio basata sulla limitata durata del rapporto che impedirebbe al datore di lavoro di avvalersi della elevazione conseguente alla fruizione dei permessi di studio; infatti "il riconoscimento di determinati benefici, quali quelli in esame prescinde da un siffatto interesse del datore di lavoro, pubblico o privato, essendo diretto alla concreta attuazione di fondamentali garanzie costituzionale, riconosciute nell'ordinamento internazionale e recepite altresì dal legislatore nella definizione dei diritti spettanti ai lavoratori studenti (art. 2 e 3 Cost, art. 2 Protocollo Cedu, art. 10 L.n. 300/70) le quali devono trovare una concreta ed effettiva attuazione nell'ambito di un equo bilanciamento con gli interessi, pure essi tutelati, alla libera organizzazione dell'impresa e all'efficienza della pubblica amministra- studio legale specializzato, in oltre un milione e seicentomila euro. Ma questo, come riferito, non è l’unico caso siculo. Infatti, una donna di Agrigento, Marilena Turnatti, da anni residente a Roma, quest’estate, rovistando in una cassa di legno di famiglia, ha trovato un titolo del 1869, emesso dal Banco di Sicilia, per l’importo facciale di 58.000 lire, su cui c’è scritto: “fede di credito”. Per questo titolo, i “numeri” attuali sarebbero talmente alti, con la prevista giusta rivalutazione, che consentirebbero al suo possessore, di diventare di colpo, plurimilionario. Sono moltissimi altri i casi che potremmo citare in Sicilia, ma sono altrettanti i possessori di titoli, che vogliono rimanere rigorosamente anonimi. La donna, agrigentina trapiantata a Roma, tramite il suo avvocato, Marco Angelozzi, ha chiesto la somma tramite la class action con udienza fissata al 21 dicembre prossimo, davanti al Tribunale di Roma, contro Banca d’Italia e Ministero delle Finanze. Un vero e proprio subbuglio, dunque, quello che si sta verificando intorno al mondo bancario, che prende il via dalla Penisola, ma trova il suo punto di forza nell’Isola, che già si prepara alla “riscossa”. Se le previsioni dovessero essere corrispondenti alle attese, probabilmente anche le Organizzazioni Sindacali dei bancari potrebbero essere interessate all’argomento e, a quel punto, si renderebbe necessario uno studio approfondito per un argomento mai trattato dai rappresentanti dei lavoratori. zione ( art. 41 e 97 Cost.)". Sulla base di tali considerazioni, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Ministero della Giustizia contro la decisione della Corte d'Appello di riammettere un lavoratore a termine nella graduatoria utile a usufruire delle 150 ore di premessi studio retribuiti, osservando altresì che l'argomento proposto da parte ricorrente per cui i permessi di studio non potrebbero essere facilmente frazionati appare generico ed inconferente in quanto la ratio dei permessi in parola è quella di consentire l'effettività del diritto allo studio nonostante sia in atto un rapporto di lavoro e tale difficoltà di conciliazione tra tempi di lavoro e studio non si pone ovviamente nei periodi in cui il soggetto non è occupato. 7 SINDACATO E SERVIZI attualità Facce di bronzo e peso d’oro Gli onorevoli mega dirigenti Quando un mega dirigente guadagna cento volte di più di un impiegato bisogna chiedersi: “Ma lavora 100 volte di più?”. Oppure: “ Ma è 100 volte più onorevole?”. Mai recepita la direttiva europea per ridurre stipendi e bonus dei dirigenti bancari. Lorsignori restano attaccati alla poltrona, nonostante errori e fallimenti di Giuseppe Angelini, Segretario provinciale FABI Palermo Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine FABI re dell’uomo. Quando un mega dirigente guadagna cento volte di più di un impiegato bin individuo era ed è degno sogna chiedersi: “Ma lavora 100 volte se il prestigio e il rispetto gli di più?”. Oppure: “ Ma è 100 volte più sono dovuti per la sua “perso- onorevole ?” I mega dirigenti meritano na” e non per la funzione che tutti questi onori? Non c'è nessuna proriveste. Nell’antichità era già chiaro che porzione. il sentimento del proprio valore sociale, Quello che è ancora più triste è che, nocome complesso delle doti morali, intel- nostante abbiano lavorato in modo poco lettuali, fisiche che l’individuo attribuiva “lungimirante” (l'eufemismo è puraa se stesso, la stima di cui avesse godu- mente voluto), guadagnano “benserviti” to tra i consociati, in una parola, la sua da record. Spesso si dice con un’iperbole: reputazione, la sua “onorabilità” doveva “È stato pagato a peso d'oro!”. Se moltiessere meritata. Einstein più recente- plichiamo il peso medio di un dirigente mente ricordava che nella vita bisogna- (kilogrammi 90 = 90000 grammi) per va diventare non uomini “di successo”, il costo di un grammo d'oro (40 euro. ma piuttosto uomini di “valore” perché 90000 x 40 = 3.600.000,00 euro) ci il decoro, il rispetto non nascevano dal rendiamo conto che la realtà di bonus successo, di per sé effimero, ma dal valo- d’uscita per non pochi mega dirigenti ha superato la fantasia! Ma non è finita qui! Chiedono “sacrifici” a La dignità non consiste chi ha uno stipendio, nel possedere onori, che è indietro nella classifica mondiale ma nella coscienza di meritarli (dati Censis), contro (Aristotele) una “prebenda” (= beneficio ecclesiale senza cura d'anime) del mega U N ell'era di internet la rete rappresenta un grossa opportunità per aziende e privati, ma è anche diventata uno strumento di cui si possono avvalere truffatori di vario genere. Spesso le truffe vengono attuate attraverso messaggi e-mail. Si va dalle finte aste, ai prestiti, sino all'offerta di servizi gratuiti che poi si rivelano a pagamento. Per venire incontro a chi è vittima di questo genere di truffe è nato Truffe Online, un portale dedicato alle truffe telematiche, che propone consigli per evitarle e 8 indica le azioni da intraprendere in caso di truffa avvenuta. In un’apposita sezione è possibile anche segnalare tutti i presunti tentativi di truffa in rete, phishing, annunci, vendita online, e-mail spam. Nel portale è anche attivo un forum, dove si possono condividere esperienze vissute in prima persona e ricevere, in tempo reale, consigli su come muoversi. Disponibile anche un servizio di "Assistenza Legale". Il servizio è a pagamento, ma si può chiedere un preventivo. Il parere è fornito in forma scritta entro 48 ore. dirigente, che è ai primissimi posti al mondo! Perché alludiamo al fatto che non si “curano delle anime”? Perché le loro prebende le paghiamo noi, perché “loro”, per accontentare gli azionisti con maggiori utili e dividendi, tagliano sui costi (ma non quelli “loro”: palazzi di rappresentanza, aerei, auto, alberghi, ristoranti di lusso), mandando a casa le persone; le “incentivano” a dimettersi, diminuiscono le guardie armate con la più economica videosorveglianza (altri licenziamenti), esternalizzano servizi, “tagliano” le promozioni, gli inquadramenti, l'assistenza sanitaria e previdenziale. Il Censis denuncia che ormai le famiglie italiane sono costrette a risparmiare anche sul cibo quotidiano. Non è un mistero che molti di noi, con i buoni pasto, fanno la spesa. Con cinque euro al giorno possono così comprare un litro di latte, un chilo di pane e un chilo di frutta. Sabato e domenica, però, niente buono pasto e niente spesa. “Aggiungi un posto a tavola” alla mensa del mega dirigente... Sempre il Censis fa notare che chi è stato assunto in questo millennio e andrà in pensione verosimilmente dopo il 2050, percepirà una pensione di circa 1000 euro (sic!). Pur riconoscendo una difficoltà di previsione così a lungo termine, il Censis, non essendo una maga fattucchiera, deve fare riflettere gli “onorevoli” banchieri. Nasce www.truffeonline.net news Consulenza ed assistenza per le vittime di truffe telematiche Per quanto riguarda le prebende degli “onorevoli” mega dirigenti bancari italiani, è intervenuta persino la Comunità Europea, perché l'Italia non ha ancora attuato le nuove norme europee sul tema. Infatti, è prescritto un giro di vite agli stipendi e bonus, tanto che è intervenuto autorevolmente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che auspica un “più sollecito recepimento della direttiva europea sulla dirigenza bancaria”. Si tratta della terza Capital Requirement Directive, quella in cui si fissano anche i nuovi requisiti di capitale delle banche, per rafforzarne il loro patrimonio e renderle più resistenti agli choc finanziari. “Era necessario recepire questa direttiva puntualmente e integralmente”, sottolinea Bruxelles, “perché mira a garantire solidità finanziaria a banche e imprese di investimento e ad evitare l'assunzione di rischi eccessivi. Anche quelli favoriti da prassi remunerative perverse e mal concepite.” Eppure, nonostante questo, resistono con le loro facce di bronzo, come se giocassero all’ormai, purtroppo, famoso “Plan Social”, gioco di società con le carte, dove la tua azienda “vince”se taglia il costo del lavoro, senza necessità di cambiare strategie di prodotto, né di ridurre il reddito del management e degli azionisti, con l’obiettivo principale di liberarsi di tutto il personale, di razionalizzare la produzione e la distribuzione. Chi si libera al più presto della sua “massa salariale”, vince la partita. I motivi per procedere con forzati “esuberi” sono drammatici: malattie, infortuni, vicinanza al pensionamento, contratti a tempo, appalti e forniture. La casa produttrice, dopo le inevitabili polemiche, ha dichiarato di volere in realtà denunciare le pratiche ricorrenti di riorganizzazione e licenziamento, di “palesare” a tutti come imprenditori e manager possono diventare “indifferenti davanti alle tragedie che le loro decisioni provocano”. Sì, è proprio vero: per alcuni “la vita è un gioco”, ma - specularmente - altri, tanti, troppi si stanno giocando la vita. SINDACATO E SERVIZI attualità Pensione, non ti temo ASSEGNI D’ESODO, ARRIVA IL CALCOLO PERSONALIZZATO Nasce il Centro nazionale FABI di Assistenza Calcoli previdenziali: lo sportello opererà in stretta collaborazione con le strutture territoriali e fornirà agli iscritti consulenze personalizzate in materia di previdenza, nonché stime sugli importi delle pensioni e degli assegni di sostegno al reddito L a FABI ha aperto il primo Centro nazionale di Assistenza Calcoli previdenziali, uno sportello ad hoc riservato ai bancari e nato per offrire consulenze personalizzate in tema di previdenza. Qui ci si potrà rivolgere per avere una stima sull’ammontare della propria pensione o dell’assegno di sostegno al reddito, news I calcolare la propria finestra pensionistica, il cumulo assegno straordinario o l’importo della pensione in caso di rioccupazione. Il Centro opererà in stretta collaborazione con le varie sedi territoriali FABI, garantendo un servizio, totalmente gratuito e unico nel suo genere a tutti i tesserati che ne faranno richiesta. I lavoratori potran- Allarme pensioni Nel 2050 il 42% dei giovani dipendenti non arriverà a 1.000 euro l 42% dei lavoratori dipendenti che oggi hanno tra i 25 e i 34 anni andrà in pensione, nel 2050, con meno di 1.000 euro al mese. È quanto emerge dai risultati del primo anno di lavoro del progetto 'Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali' condotto dal Censis e dall'Unipol. Attualmente, infatti, i giovani al lavoro che guadagnano una cifra inferiore ai 1.000 euro sono il 31,9%: ciò significa, si legge nel rapporto, "che in molti si troveranno ad avere una pensione pubblica più bassa del reddito di ini- zio carriera". Una previsione, questa, che riguarda i più "fortunati" cioè i 4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato di lavoro con contratti standard; senza cioè contare quel milione di giovani autonomi o con contratti atipici e i due milioni di giovani che non studiano né lavorano, dice ancora il rapporto. In Italia, d'altra parte, si legge ancora "il problema pensioni non è risolto": l'Italia, infatti, è uno dei paesi più vecchi e longevi al mondo. Nel 2030 gli anziani over 64, dice ancora lo studio Censis-Unipol, sarano più del 26% della popolazione totale, ci saran- INPS 'INPS, con circolare n. 106 del 5 agosto scorso, fornisce istruzioni in merito alla presentazione telematica delle domande di congedo maternità/paternità per lavoratori/lavoratrici dipendenti, delle domande d’indennità di maternità per le lavoratrici autonome, nonché delle domande di congedo parentale per lavoratori/lavoratrici dipendenti e lavoratrici autonome. A seguito della circolare n. 169 del 31.12.2010 che prevede, a decorrere dall'1/01/2011, l'utilizzo graduale del canale telematico per la news Per via telematica le domande di congedo di maternità e paternità L no avere stime dettagliate anche sull’importo dell’assegno di sostegno al reddito, che spetterebbe loro qualora decidessero di andare sul Fondo Esuberi. Gli importi saranno calcolati attraverso un software sviluppato dallo stesso Dipartimento Welfare della FABI. “è un servizio del tutto nuovo pensato per dare risposte specifiche ai lavoratori bancari”, commenta Vincenzo Saporito, Responsabile Dipartimento Welfare della FABI, “nemmeno i patronati ad oggi sono in grado di elaborare stime sugli importi degli assegni di sostegno al reddito”. Gli iscritti interessati, per richiedere una consulenza personalizzata, potranno rivolgersi direttamente al proprio SAB di appartenenza. no, cioè, quattro milioni di persone non attive in più e due milioni di attivi in meno. Il sistema pensionistico, dunque, dovrà confrontarsi con seri problemi di compatibilità ed equità. "Se le riforme degli anni '90 hanno garantito la sostenibilità finanziaria a medio termine del sistema previdenziale, oggi preoccupa il costo sociale e la riduzione delle tutele per le generazioni future", dice ancora il rapporto, sottolineando come, a fronte di un tasso di sostituzione del 72,7% per il 2010, i lavoratori dipendenti, nel 2040, beneficeranno di una pensione pari a poco più del 60% dell'ultima retribuzione, mentre gli autonomi vedranno ridursi il tasso fino a meno del 40%. Scettico sui dati il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi per il quale "le proiezioni di questo tipo sono molto opinabili perché scontano ipotesi di percorsi lavorativi che nessuno può disegnare in un tempo di così straordinari cambiamenti". "Sono dati che non capisco, neanche la zingara saprebbe disegnare percorsi simili ed io diffido di proiezioni di questo genere, anche se questo non significa sottovalutare l'esigenza di pensare al futuro", aggiunge, sottolineando come "resta la necessità di organizzare forme di previdenza, di assistenza e di sanità complementari con modalità comunitarie". presentazione delle principali domande di prestazioni/servizi, l'Istituto precisa che la presentazione delle domande dovrà essere effettuata attraverso uno dei seguenti canali: Web - servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino, tramite PIN attraverso il portale dell'Istituto - servizio di "Invio OnLine di domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito"; Patronati - attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi; Contact Center Multicanale - attraverso il numero verde 803164. È previsto un periodo transitorio durante il quale sarà ancora possibile l'invio delle domande mediante le tradizionali modalità (allo sportello oppure a mezzo raccomandata postale) al fine di garantire la più ampia informazione e divulgazione delle novità afferenti la presentazione di tali domande mediante modalità telematica. Al termine del periodo transitorio, che sarà successivamente comunicato attraverso i mezzi istituzionali, l'invio online mediante uno dei tre canali sopra indicati diventerà la modalità esclusiva di presentazione delle relative domande. 9 SINDACATO E SERVIZI attualità D a alcuni anni ai Media tradizionali si sono affiancati prepotentemente i cosiddetti “Social Media”, l’ecosistema digitale formato dalla somma dei più svariati Social Networks, da YouTube a Flickr, da Twitter a FaceBook, LinkedIN ed oltre. Le organizzazioni sindacali di tutto il mondo, riunite nel sindacato mondiale dei servizi “UNI Global Union” - a cui la FABI aderisce dal 1987 - per essere sempre al passo con lo sviluppo inarrestabile di Internet, organizzano dal 2001 il Forum Mondiale della Comunicazione. Con lo sviluppo dei Social Network e la crescente influenza dei Social Media, l’evento annuale, ha assunto oggi una valenza a livello globale, grazie alla nutrita partecipazione delle rappresentanze di tutto il Pianeta. Il Forum si colloca nell’ambito di una strategia denominata “Unions 2.0”, volendo quindi enfatizzare - come per il Web 2.0 - la nascita di un nuovo modello di comunicazione e di relazione sia tra lavoratori sia tra organizzazioni sindacali. L’edizione 2011 del Communicators Forum, si è svolta a Madrid; i settori maggiormente rappresentati erano quelli Media, Comunicazioni, Bancario e Informatico. La FABI ha partecipato in qualità di Ospite e Relatore: la nostra delegazione ha presentato i risultati della propria strategia di comunicazione, inziata in “sordina” fin dal 2009 per svilupparsi oggi con sempre maggiore enfasi, grazie alla forte spinta al rinnovamento attuata dalla Segreteria Nazionale. Di fronte ad una platea di quasi 90 delegati, provenienti da 30 differenti nazioni in rappresentanza dei sindacati di tutti i continenti, sono state riepilogate con alcune slides le iniziative intraprese negli ultimi 12 mesi, in un contesto di creazione del proprio “Ecosistema Digitale”. C NASCE UN NUOVO MODELLO DI COMUNICAZIONE FRA LAVORATORI E SINDACATI UNI ha tratteggiato le linee guida e la propria strategia di comunicazione per i prossimi anni attraverso le Reti Sociali di Pietro Gentile, Dipartimento Nazionale Comunicazione & Immagine Interessantissimi gli interventi relativi alle nazioni in cui i Social Media hanno avuto un impatto stravolgente a livello sociale negli ultimi anni. I rappresentati del sindacato Tunisino hanno riassunto l’effetto che tale fenomeno e, in particolare, Twitter e Youtube hanno avuto sullo sviluppo della “Arab Spring” la primavera araba, che ha infiammato dall’inizio del 2011 la protesta in tutte le nazioni del Nord Africa e che ha portato a grandi stravolgimenti politici, dall’Egitto alla Tunisia ed in ultimo al Marocco e Libia. Di notevole rilevanza è stata la presentazione dei delegati USA, dove il fenomeno Social Media è divenuto una realtà imprescindibile. La sofisticata evoluzione di tali strumenti di comunicazione negli Stati Uniti ha portato allo sviluppo della comunicazione su Facebook e Google, attraverso l’utilizzo dei più recenti strumenti di marketing per targettizzare in modo univoco e personale il potenziale iscritto. Anche se l“Employee Free Choice Act”, che permetterebbe negli USA la piena libertà sindacale presentato nello 2009 non è ancora stato preso in esame dal Parlamento americano, UNI Global ha apprezzato moltissimo il discorso di Barack Obama del settembre 2011, in cui il Presidente USA ha fatto una chiara dichiarazione in supporto alla creazione di posti di lavoro di qualità, grazie alla futura approvazione del “American Jobs Act”. Differente e preoccupante è la situazione spagnola La nutrita delegazione ispanica ha esposto con diverse presentazioni la seria situazione economica e del mondo del lavoro. Madrid è stata interessata da grandi manifestazioni popolari, autoconvocate attraverso le Reti Sociali, contro le manovre e i tagli indicati alla Spagna dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, per impedire che la stessa cada nel baratro finanziario in cui sono già piombate Grecia, Irlanda e Portogallo (PIGS) . Il tasso di disoccupazione spagnola ha raggiunto livelli impressionanti con un 20,33 a livello generale e addirittura al 40% tra i giovani. Al termine del Forum, UNI ha tratteggiato le linee guida e la propria strategia di comunicazione per i prossimi anni attraverso le Reti Sociali. È stata, inoltre, presentata la partecipazione di UNI e dei suoi associati al Labour Short Film Festival di Ginevra. Superamento delle disparità e incentivazione dell'occupazione femminile on il provvedimento 24 giugno 2011 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (G.U. 2 agosto 2011, n. 1789), il Comitato Nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro promuove per l'anno 2011 il "Programma Obiettivo per l'incremento e la qualificazione della occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete." Di durata al massimo di 24 mesi, esso prevede alcune azioni positive. In sintesi si cerca di promuovere la presenza 10 La FABI al World Communicators’ Forum 2011 delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali, mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi, volti all'acquisizione di competenze di vertice e/o di responsabilità e l'attuazione di buone e nuove prassi, per un piano di concreto inserimento nelle strutture esecutive entro i termini di conclusione del progetto. Altra azione positiva è quella di modificare l'organizzazione del lavoro in modo da eliminare le discriminazioni salariali tra uomini e donne, incentivando un’equa e paritaria distribuzione degli incarichi, che porti ad una giusta progressione delle carriere femminili al pari di quelle maschili. È prevista, inoltre, l'adozione di strumenti di valuta- zione nei sistemi organizzativi aziendali per misurare i livelli di attuazione di politiche di pari opportunità (per esempio certificazione SA 8000). Con questo programma si agevolano le imprese femminili verso nuove ambiti di lavoro news come la green economy, sostenendole con azioni di supporto all'accesso al credito, il counselling, creando iniziative tra più imprese e promovendo i loro prodotti e la loro distribuzione nel mercato. SINDACATO E SERVIZI attualità Doppia festa a Ponzano Veneto 40 CANDELINE PER LA FABI DI TREVISO Il 13 settembre organizzato un incontro per festeggiare i 40 anni di attività del SAB trevigiano e per “salutare” uno dei suoi pilastri: Tommaso Brindisi, che per lunghi anni ne è stato il Coordinatore e che adesso è in pensione. Presente all’evento anche il Segretario Generale della FABI, che ha ribadito: “La nostra vera forza sono le persone come Brindisi e le strutture come quella di Treviso, in grado di lavorare con dedizione sul territorio e di essere un vero punto di riferimento per i lavoratori” di Francesca Colombo, Dirigente provinciale FABI Treviso R isate, ricordi, aneddoti, qualche lacrima di commozione e tante riflessioni sul futuro. Una festa per celebrare i 40 anni della FABI di Treviso, ma anche per “salutare” una delle sue colonne portanti: Tommaso Brindisi, andato in pensione da pochi mesi e per lunghi anni Segretario Coordinatore del SAB trevigiano e membro del Comitato direttivo centrale, nonché organizzatore storico dei corsi di formazione destinati ai quadri sindacali della FABI. Quasi un centinaio gli attivisti, che il 13 settembre non hanno fatto mancare la loro presenza all’evento. Un festeggiamento curato nei minimi dettagli e, ovviamente, organizzato all’insaputa del festeggiato, che si è presentato all’appuntamento convinto di dover ricevere, per un colloquio, un giovane volenteroso da avviare all’attività sindacale. Poi la sorpresa: una sala gremita di gente e un applauso scrosciante ad accoglierlo. Quasi mille mani a scandire un sentito grazie allo “zio”, come affettuosamente i sindacalisti della FABI di Treviso chiamano Brindisi, per tutti gli insegnamenti regalati negli anni con umiltà e generosità, A margine dell’incontro il Segretario generale della FABI, Sileoni, si è trattenuto con i sindacalisti veneti esponendosi al “fuoco di fila delle domande”. Contratto, Fondo di Solidarietà, esternalizzazioni: Sileoni ha risposto punto per punto a tutte le domande. Sul contratto ha ribadito la centralità della “parte economica, che sarà per senza mai salire in cattedra. Al tavolo dei relatori spiccava la presenza di una nutrita delegazione della FABI nazionale: in prima fila c’era il Segretario Generale Lando Maria Sileoni, poi Gianfranco Amato, presidente del Centro Studi sociali FABI “Pietro Desiderato”, Mattia Pari, Coordinatore dei Giovani della FABI e, infine, l’organizzatore dell’evento, il neo Segretario Coordinatore di FABI Treviso, Massimo Gavagnin. La festa è stata anche l’occasione per ripercorrere i 40 anni di storia del Sab di Treviso, partito con una dote di 126 iscritti nel 1973 e arrivato a contare 1.360 tesserati nel 2011. Una storia fatta d’impegno, passione e dedizione nei confronti dei lavoratori. Stefano Masocco, dirigente di vecchia data, ha ricordato le prime riunioni “carbonare” improvvisate in casa, i volantini artigianali stampati nelle tipografie di qualche amico. Poi il salto di qualità, negli anni ‘80, quando la FABI di Treviso si è imposta a livello locale come il maggiore sindacato per numero di iscritti e ha cominciato a firmare i primi contratti integrativi nelle aziende di credito del territorio. Un successo riconosciuto anche dal Segretario Generale della FABI, Lando Sileoni, che ha speso parole d’affetto e di stima nei confronti dell’ex Coordinatore Tommaso Brindisi. “Una persona schiva, pulita, attenta, che sa ascoltare e che ha veramente a cuore l’organizzazione” ha detto Sileoni - aggiungendo poi che “la vera forza della FABI sono i SAB come quelli di Treviso, capaci di lavorare con abnegazione sul territorio e di costituire un reale punto di riferimento per i bancari”. La fiducia dei lavoratori e conseguentemente la rappresentatività, del resto, si guadagnano così. Impossibile barare. L’incontro, però, non ha avuto solo toni autocelebrativi. Si è parlato del passato, certo, perché, per citare il presidente del Centro studi FABI, Gianfranco Amato, “senza memoria non c’è identità”, ma anche del presente e soprattutto del futuro. Sileoni, confrontandosi con la base, ha spiegato come la FABI sta conducendo la partita per il rinnovo del contratto; poi ha messo in fila i successi recentemente portati a casa, come gli accordi sulle agibilità sindacali e sul Fondo esuberi, che ha evitato il licenziamento di circa 30mila lavoratori ultracinquantenni, e SILEONI A TU PER TU CON LA BASE noi il primo argomento”. Quanto alle esternalizzazioni, ormai sempre più diffuse nei gruppi bancari, Sileoni ha detto che “proporremo in Abi una moratoria. Altrimenti, con queste continue cessioni di rami d’azienda a società che applicano contratti diversi da quelli del credito, si rischia di svendere l’intera categoria, come più volte è successo in passato, e farle perdere i diritti acquisiti”. Infine, una nota sul metodo: “non siamo per il governo del conflitto e non siamo la cinghia di trasmissione di nessun partito politico. Per questo se ci sarà i prossimi obiettivi da centrare, primo tra tutti la firma di un “un contratto che punti alla redistribuzione della ricchezza prodotta”. “Attualmente, il 90% va al management e solo il 10% ai dipendenti”, ha attaccato Sileoni. Infine, Mattia Pari ha sottolineato l’importanza della solidarietà generazionale, di cui il Fondo esuberi è il segno più tangibile: un ammortizzatore sociale sperimentato solo nel settore del credito, che ha permesso di coniugare passato e futuro senza traumi, garantendo l’uscita morbida e volontaria dei lavoratori prossimi alla pensione in cambio di nuove assunzioni di giovani. L’incontro si è concluso con un pranzo e con una promessa: “Le persone come Tommaso Brindisi sono risorse preziose e non vanno disperse”, ha detto Sileoni, “per questo ci teniamo che resti con noi. Da oggi entrerà a far parte del Centro Studi FABI “Pietro Desiderato” e del Coordinamento Pensionati della FABI”. Brindisi, emozionato, ma con l’aplomb aristocratico che lo contraddistingue, ha accettato la sfida senza scomporsi. Passato e futuro viaggiano sullo stesso binario. da scioperare sul contratto, lo faremo”. Non è mancato poi un accenno al tema dell’accordo sul Fondo di Solidarietà firmato l’8 luglio, che ha scongiurato l’introduzione dell’indennità di disoccupazione. “Noi, in quanto prima organizzazione sindacale, abbiamo subito puntato i piedi e abbiamo salvato dal licenziamento 30 mila bancari”, ha concluso Sileoni. di F.G. 11 SINDACATO E SERVIZI lutto Un destino beffardo ha portato via Roberto Vezzoni, “un uomo buono, mite, onesto e saggio” CIAO ROBERTO A Viadana (MN) una folla gli ha tributato l’estremo omaggio. La solidarietà e il cordoglio della FABI alla famiglia e ai tre figli: Carlo Alberto 15 anni, Lorenza 12, Patrizio 8 I di Lodovico Antonini n un assolato pomeriggio di fine agosto, che riversava sulla pianura padana il piombo fuso del sole e dell’afa, una folla di amici, colleghi e compaesani ha dato l’ultimo addio a Roberto Vezzoni, dirigente sindacale della FABI, morto in un tragico incidente di moto. Personaggio imperscrutabile, dal carattere spigoloso e dallo sguardo sempre triste, Roberto era un sindacalista di razza e il suo posto di Segretario nel Coordinamento del Banco Popolare se l’era conquistato sul campo. L'umiltà e la dignità, le sue note distintive. Lui stesso si definiva “un orso”, ma il tratto riservato e schivo celava e proteggeva, in realtà, un uomo tenero, che aveva dovuto fare i conti con molte avversità, sofferenze e delusioni, anche nella vita privata. Nel suo lavoro, tendeva a parlare poco e questo talvolta contrariava i suoi collaboratori, ma lui non si preoccupava granché. Metteva l'interesse dei lavoratori prima di ogni altra cosa e mai ha ceduto a compromessi o allettamenti d’alcun genere. Si apriva solo con pochi intimi e amava i suoi figli con tutta l’anima, così come amava la sua libertà. La moto era la sua passione e l’aria, che entrava sotto news 12 gl’indumenti e gli accarezzava la pelle, gli dava proprio la sensazione di volare libero e senza i tormenti del vivere quotidiano. Tuttavia, era molto prudente e mai metteva a rischio la sua incolumità e quella di chi l’accompagnava. Un tragico schianto, mentre il figlio Patrizio era strettamente allacciato a lui con la cintura di sicurezza, quasi simbolo del ritrovato rapporto con gli affetti più cari e della felicità raggiunta, lo ha portato via per sempre. Il giorno dopo, 26 agosto, sarebbe dovuto partire per la Croazia proprio con i tre figli. Ai funerali c'erano anche i colleghi delle altre organizzazioni sindacali: un gesto di rispetto non rituale per un uomo che era portato verso gli altri, senza distinzioni. A Claudio Tognetto, del Coordinamento FABI del Gruppo Banco Popolare, il triste compito dell’orazione funebre: “La Vita - gioia e dolore, felicità e sofferenza - ci ricorda quotidianamente la nostra fragilità e, a mitigare il nostro orgoglio e delirio di onnipotenza, ci mette dinanzi il mistero della Morte. (…) Come sarebbe bello il silenzio, profondo e lungo, la pace lontana dalle liti, dai rumori di questo mondo devastato da tragedie di ogni tipo! Ma non Incremento e qualificazione dell'occupazione femminile possiamo, Roberto, perché dobbiamo ricordare a tutti noi che oggi manchi tu all’appello. Una persona che ha saputo dimostrare a tutti cosa vuol dire vivere, fare sacrifici, combattere e lottare per ideali veri e valori intangibili. (…) Per noi, che ti abbiamo accompagnato dai primi passi fino a volerti responsabile della FABI del Gruppo Banco Popolare, sei stato il nostro punto di riferimento. Resterà per sempre vivo in noi il ricordo di una persona che ha avuto l’umiltà di imparare, per diventare brava ad insegnare e poi a comandare, non con l’arroganza del forte, ma C on il provvedimento 24 giugno 2011 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (G.U. 2 agosto 2011, n. 1789), il Comitato Nazionale di Parità e Pari Opportunità nel lavoro promuove per l'anno 2011 il "Programma Obiettivo per l'incremento e la qualificazione della occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete." Di durata al massimo di 24 mesi, esso prevede alcune azioni positive. In sintesi si cerca di promuovere la presenza delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali, mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi, volti all'acquisizione di competenze di vertice e/o di responsabilità e l'attuazione di buone e nuove prassi, per un piano di concre- con la pazienza e il rispetto dell’opinione altrui, che è prerogativa dei grandi. Con te, la FABI del Banco Popolare perde un grande amico, un amico che lascerà un vuoto incolmabile nel cuore di tutti e nell’Organizzazione”. Molto intenso e commovente anche il saluto del sacerdote che ha officiato il rito e che ha parlato di Roberto come di “un uomo buono, mite, onesto e saggio”, doti quasi introvabili al giorno d’oggi. E ora, caro Roberto, lasciata questa terra, ci piace pensare che tu stia correndo con la tua moto, felice e sorridente, per le strade del cielo. to inserimento nelle strutture esecutive entro i termini di conclusione del progetto. Altra azione positiva è quella di modificare l'organizzazione del lavoro in modo da eliminare le discriminazioni salariali tra uomini e donne, incentivando un’equa e paritaria distribuzione degli incarichi, che porti ad una giusta progressione delle carriere femminili al pari di quelle maschili. È prevista, inoltre, l'adozione di strumenti di valutazione nei sistemi organizzativi aziendali per misurare i livelli di attuazione di politiche di pari opportunità (per esempio certificazione SA 8000). Con questo programma si agevolano le imprese femminili verso nuovi ambiti di lavoro, come la green economy, sostenendole con azioni di supporto all'accesso al credito, il counselling, creando iniziative tra più imprese e promovendo i loro prodotti e la loro distribuzione nel mercato. SINDACATO E SERVIZI news N on sono bastate le quattro rapine subite nel giro di quattro anni a far scattare l’allarme sicurezza nella filiale di Intesa Sanpaolo di Sordio, nel Lodigiano. Ma dove non è arrivato il buonsenso aziendale, è arrivata la protesta. Pochi giorni dopo l’ennesimo colpo ai danni dell’istituto, messo a segno a metà settembre, la FABI di Lodi ha deciso di organizzare un sit in di fronte alla banca. E come per magia, sul luogo del fattaccio è comparsa la guardia giurata. “Avevamo annunciato da qualche giorno sui giornali locali l’intenzione di dare vita a un sit in per chiedere alla filiale maggiori misure di sicurezza”, racconta Ettore Necchi, Segretario coordinatore della FABI di Lodi, da sempre in prima linea contro il fenomeno delle rapine in banca, particolarmente diffu- Buone notizie per i lavoratori del Lodigiano DOVE NON ARRIVA IL BUONSENSO ARRIVA IL SIT IN so nel Lodigiano, dove nei primi 9 mesi del 2011 si sono registrati ben 11 colpi, “e la banca, temendo la nostra azione di protesta, ha così pensato bene di anticiparci e di concedere finalmente ai lavoratori ciò che chiedevano da tempo: un presidio fisso”. Ettore Necchi e Luca Colombo, entrambi dirigenti sindacali della FABI, si sono presentati davanti alla sede della banca puntuali, alle otto e mezzo di mattina, con tanto di bandiere e striscioni con su scritto “banca se ci sei batti un colpo”. Al loro arrivo la sorpresa: all’ingresso era già schierata una guardia. Ma la battaglia non finisce qui. “Adesso”, commenta Necchi, “il nostro impegno sarà quello di verificare che la guardia resti lì a presidiare l’istituto e che quella della banca sia una misura di sicurezza permanente e non “spot”. a tutti i nostri lettori registratevi sul sito www.fabi.it nella sezione riservata agli iscritti e comunicateci il vostro indirizzo e-mail personale in questo modo vi terremo informati di tutte le notizie importanti per il settore e delle iniziative della fabi grazie! 13 05_lavoce_roc_pagina13_CLASS.indd 13 07/10/11 12:34 SINDACATO E SERVIZI spazio donna IERI, OGGI, DOMANI Quando le cose non vanno bene, a pagare sono spesso le donne di Cristiana De Pasquali, Responsabile Coordinamento Nazionale Donne Febbraio 2011 n molte piazze italiane donne di ogni età, cultura, appartenenza politica, ceto sociale; davano voce al malessere ormai generalizzato vissuto nella propria quotidianità, chiedendo risposte concrete e segnali di un vero cambiamento nella direzione di una parità reale ed identificando in quella ‘giornata particolare’ un momento di svolta per iniziare a risalire la china. Erano donne preoccupate per il futuro. Oggi Quel futuro che preoccupava le donne si I news trasforma nel presente e una misura, che avrebbe meritato una riflessione seria, accurata ed approfondita, si trasforma in una scelta frettolosa dettata dall'esigenza di far fronte alla crisi e quadrare i conti, l’innalzamento obbligatorio dell’età pensionabile a 65 anni, un provvedimento definito necessario per il Paese e da attuare anche in nome dell’uguaglianza. Necessario? Forse, come semplicistico strumento per fare cassa, ma senza minimamente affrontare il capitolo delle ricadute sociali. Quanto al principio di uguaglianza poi, è legittimo chiedersi se davvero qualcuno ritiene di poter realizzare l’uguaglianza niente è più ingiusto che far le 'di fatto' imponendo regole parti uguali fra disuguali che equiparano soggetti di per sé diversi. A dire il vero, più che altro, sembra che il filo (Don Milani) conduttore sia sempre lo stesso: quando c'è un problema, spesso la soluzione - buona o nato questa scelta, per la maggior parte cattiva - pesa sulle donne. Questa misura è stata, addirittura, pre- riconducibili all’esigenza di dedicarsi a sentata come rispondente all'esigenza di tempo pieno a “lavoro di cura” della fatutelare un diritto, chiamando in causa a miglia e all’impossibilità pratica di consostegno di questa teoria la richiesta, fat- ciliare esigenze di vita e ritmi di lavoro. ta all'Italia dalla Commissione Europea, Domani di rendere immediatamente operativa In assenza dei presupposti necessari per la sentenza del 2008, che imponeva l'e- sostenere il lavoro delle donne, che vanquiparazione previdenziale tra uomo no dalla gratificazione professionale all'ae donna con una interpretazione a dir dozione di uno stato sociale che si faccia poco riduttiva e strumentale. Secondo carico 'realmente' di tutto ciò che oggi qualcun altro la misura è stata presentata grava in maniera preponderante sull'unicome una via per incrementare le future verso femminile, con l'eliminazione della pensioni delle donne, mentre non meri- possibilità di scegliere, di fatto, avremo ta alcun commento l'interpretazione di lavoratrici letteralmente 'bloccate' sul alcuni di un ‘privilegio’ da superare, che posto di lavoro. Quale sarà l'impatto di auspichiamo sia attribuibile solo all'on- questa misura sul modello sociale italiadata di calore che ha accompagnato l’ela- no? Certo in una gestione dell'emergenza si tende a pensare, con una visione mioborazione della manovra estiva. Che 5 anni di contribuzione aggiuntiva pe, quasi esclusivamente al breve, se non incidano sull’importo della pensione, al brevissimo termine, ma è proprio ciò sembra la scoperta dell'acqua calda. Lo che accade nel presente che determina e sapevano bene le donne che hanno scelto definisce il futuro. di andare in pensione a 60 anni. Ma Il E in questo caso non si parla solo del problema non era certo nella possibilità futuro delle donne, ma del futuro della di operare questa scelta, ma nelle motiva- nostra società ed è proprio ora che chi ha zioni che troppo spesso hanno determi- il dovere di farlo se ne renda conto. mento, la donna chiedeva al Tribunale di Roma di dichiarare nullo il suo licenziamento in quanto illegittimo, mancando i presupposti di legittimo recesso datoriale. Dopo l'accoglimento voratrici che contraggono matrimonio è fondata sull'elemento obiettivo della celebrazione del matrimonio e non è subordinata all'adempimento di alcun obbligo di comunicazione da parte della lavoratrice". In particolare, la Corte, precisando che non sussiste nessun obbligo di avvisare il datore di lavoro del futuro matrimonio, ha spiegato che la legge 7/1963 prevede il divieto di licenziamento della futura sposa dal periodo che va dalla richiesta di pubblicazione delle future nozze a fino ad un anno dalla celebrazione delle nozze stesse al fine di garantire alla donna un periodo di relativa tranquillità funzionale alla famiglia in fieri. La Corte ha da ultimo precisato che, in ogni caso, per non disattendere il contenuto dell'art. 1375 c.c. che stabilisce che il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, sarebbe meglio che la decisione di contrarre matrimonio fosse comunicata al datore di lavoro. Cassazione Vietato il licenziamento della futura sposa D onna prossima al matrimonio? Non può essere licenziata. A dirlo è una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, la n. 17845/2011 con cui è stato dichiarato illegittimo il licenziamento di una donna prossima alle nozze. Secondo quanto si apprende dalla lettura della sentenza di legittimità, la donna era stata licenziata in quanto, senza avvisare il suo datore di lavoro, aveva proceduto alle pubblicazioni legali del futuro matrimonio (ex art. 93 e ss., c.c.). Impugnando il licenzia- 14 sia in primo che in secondo grado delle ragioni della lavoratrice, la sezione lavoro del Palazzaccio ha confermato le decisioni dei giudici territoriali affermando che "la tutela accordata alle la- SINDACATO E SERVIZI quadri direttivi Sistemi incentivanti e premi di risultato UNA SQUADRA PER VINCERE Il premio dev’essere giustamente suddiviso fra ‘tutte’ le persone che hanno contribuito, anche in minima parte, alla vittoria. Permangono, invece, metodi di applicazione fumosi o sconosciuti e i premi finiscono sempre nelle tasche delle direzioni, mortificando chi lavora nell’ombra di Giuliano Xausa, Responsabile Coordinamento nazionale Quadri Direttivi N on sono mai stato un grande appassionato di calcio, né come giocatore, né come spettatore (non me ne vogliate). Credo di condividere questo difetto o privilegio, a seconda dei punti di vista, con moltissime colleghe e con un numero rispettabile di colleghi. Sottoscrivo, tuttavia, con convinzione, quella frase esplicativa che gl’imperatori romani avevano coniato per esprimere l’essenzialità del più efficace sedativo per le menti dei loro sudditi: panem et circenses. Date al popolo la possibilità di avere di che sfamarsi e di che divertirsi e otterrete un gregge obbediente e affezionato. Se avete notato, durante lo svolgimento dei campionati del mondo di calcio, indipendentemente da quelli che sono stati i risultati, noi ‘popolo’ ci siamo assopiti e non ci siamo praticamente accorti di alcune ‘mazzate’ sferrate in news I quel periodo sulle nostre teste: Legge Finanziaria, Intercettazioni, Riforma della Giustizia… Ma torniamo all’oppio dei popoli, cioè al calcio. Che cosa succede quando una squadra di calcio vince una Coppa o uno Scudetto? Certo, c’è la festa del momento, c’è la presunzione di essere i più bravi d’Italia o d’Europa o addirittura del Mondo, c’è l’ubriacatura di notorietà con il passaggio dei volti più famosi su tutti i programmi rotocalco della settimana. Ma poi, magari in sordina, arriva il premio! E il premio, come tutti sappiamo, va a tutta la ‘squadra’. Il premio viene diviso fra tutti i protagonisti della vittoria. Anche ai massaggiatori, che sono sempre nell’ombra; anche al cuoco, che ha abilmente preparato la dieta dei singoli calciatori; anche a chi non ha mai giocato un minuto di partita, perché è sempre rimasto in panchina. GENERAZIONE SENZA giovani sono stanchi di essere considerati dei numeri ed avere come unica prospettiva, una volta completati gli studi, l’abbandono della propria terra, che tanto amano. Si scoprono sempre più una “generazione senza”: senza lavoro stabile e prospettive certe, senza la possibilità di formare una propria famiglia, senza le garanzie sociali che gli anziani hanno posseduto nel passato, senza spazi e ruoli per far sentire la loro impronta generazionale. Come rimanere insensibili nel sentire dire dai giovani che i diritti che oggi loro rivendicano sono le conquiste ottenute dalla lotta dei loro nonni? Nessuna società può fare a meno della risorsa dei giovani per superare la crisi e rinnovarsi. dirittura sconosciuti. Nonostante sia chiara la previsione del CCNL, all’art 46: “L’impresa stabilisce l’ammontare globale, i criteri di attribuzione per gruppi omogenei di posizioni lavorative, (…) nella determinazione dei premi l’impresa deve tener conto del personale che fornisce contributi indiretti al raggiungimenti degli obiettivi, (…) gli anzidetti elementi devono risultare oggettivi e trasparenti.” Come FABI pensiamo che i sistemi incentivanti debbano essere, se devono esistere, limitati negli importi, erogati a tutti i partecipanti al risultato, con obiettivi trasparenti e raggiungibili, senza variazioni in corso d’anno. Non sono passati molti anni da quando in diverse banche comparivano scritte a caratteri cubitali sulle bacheche del personale, del tipo “UNA SQUADRA PER VINCERE”. Che fine hanno mai fatto? Cassazione Il tempo per cambiare non è ancora scaduto. Per raddrizzare i bilanci è indispensabile riprendere la via del rigore eliminando gli sprechi e riducendo drasticamente il costo della politica, con l’avvertenza di non garantire solo la stabilità finanziaria, ma lo sviluppo, dando fiato e futuro anche ai giovani, offrendo loro prospettive e competenze. Il premio va giustamente suddiviso fra ‘tutte’ le persone che hanno contribuito, anche in minima parte, alla vittoria. Perché solo così facendo si ottiene il cosiddetto ‘affiatamento’. E di conseguenza la stessa squadra farà il massimo, affinché nella prossima occasione non si debbano tradire le aspettative del pubblico e, comunque, non si facciano delle figuracce (ma succede sempre così nel calcio?). A che cosa serve tutto questo discorso, direte voi? Serve a fare una piccola riflessione sul metodo utilizzato dalle banche per riconoscere sistemi incentivanti e i premi di budget. Tutti i meriti sono davvero condivisi? E tutti i colleghi impegnati nel gioco sono equamente premiati? Sicuramente no! Troppo spesso premi e sistemi incentivanti sono appannaggio delle direzioni, i metodi di applicazione fumosi o ad- Carlo Franchin Abbandono del posto di lavoro? NO al licenziamento se il codice disciplinare aziendale non è affisso L a Corte di Cassazione, con sentenza n. 18955 del 16 settembre 2011, ha affermato che il lavoratore, che abbandona il posto di lavoro in preda ad un attacco d'ira, non può essere licenziato poiché tale comportamento di per sé non costituisce giusta causa di recesso. Nel caso di specie la Corte d'Appello ha ritenuto che il comportamento del lavoratore non potesse essere considerato come "grave insubordinazione" o comportamento arrecante un pregiudizio tale da consistere in una violazione dei doveri fondamentali e quindi da poter costituire, si per sé, giusta causa di recesso. La Suprema Corte, nel disporre la reintegra dell'operaio licenziato, ha precisato che la previsione della sanzione espulsiva nel codice disciplinare aziendale, presupponeva la pubblica affissione dello stesso all'interno dei locali dell'impresa e doveva considerarsi indispensabile, essendo la condotta del lavoratore violatrice non di generali obblighi di legge, ma di puntuali regole di comportamento negozialmente previste. La Suprema Corte ha sottolineato, inoltre, che dalla contrattazione collettiva l'abbandono del posto di lavoro senza giustificato motivo è valutato sanzionabile al più con l'ammonizione, una multa o la sospensione 15 16 17 SINDACATO E SERVIZI parere legale Obbligo o mera possibilità? QUESITO Uso della vettura propria per la trasferta Sono un collega impiegato di 3a area, dipendente di una piccola banca e iscritto alla Fabi da molti anni. Vorrei sapere se vi è un obbligo contrattuale all’uso del mio mezzo o posso pretendere che l’azienda mi fornisca la macchina aziendale per le trasferte. (lettera firmata) RISPOSTA Segnaliamo la recentissima Sentenza della Corte di Cassazione Sezione Lavoro del 16 marzo 2011 n. 6148. Con tale sentenza, infatti, i giudici della Suprema Corte hanno stabilito che non vi sia un obbligo giuridico di mettere a disposizione un proprio autoveicolo per effettuare le trasferte (sempreché, ovviamente, non previsto dal Contratto L a Corte di Cassazione con la sentenza in esame ha precisato che il diritto a usufruire di permessi retribuiti per motivi di studio per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato «non esclude che i medesimi permessi debbano essere concessi a dipendenti assunti a tempo determinato, sempre che non vi sia un'obiettiva incompatibilità in relazione alla natura del singolo contratto a termine». Attraverso «un'interpretazione coerente con il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato», i giudici della Sezione Lavoro della Cassazione hanno respinto nella sentenza n. 3871/2011 il ricorso promosso dal ministero della Giustizia avverso la sentenza della Corte d'appello di Trento con cui si affermava che la disposizione contrattuale con cui si prevedevano permessi studio per i dipendenti a tempo indeterminato non poteva essere interpretata «nel senso di escludere i lavoratori assunti a tempo determinato» perché in contrasto Corte di Cassazione, sentenza n. 3871 dell’11.02.2011 news Diritto a usufruire dei permessi retribuiti per motivi di studio con la direttiva Ce n. 70/1999 e il relativo decreto di recepimento (Dlgs n. 368/2001). Infatti, i principi comunitari vietano ogni forma di discriminazione rispetto al trattamento normativo ed economico del dipendente a tempo indeterminato. La Sentenza realizza un importante ampliamento di prospettiva nella disciplina del lavoro a termine che viene così equiparato a quello a tempo indeterminato. Ricordiamo per inciso,che la normativa che tutela il “diritto allo studio” scaturisce dalla legge 300 del 1970 Statuto dei Lavoratori che all’art.10 disciplina il diritto ai permessi per i lavoratori studenti. La Suprema Corte ha quindi stabilito che una norma che escludesse dal beneficio i lavoratori assunti a tempo determinato sarebbe in flagrante contrasto con il principio di non discriminazione sancito dalla direttiva CE n.70 del 1999 e dall’art.6 del d.lgs. n.368 del 2001 attuativo della stessa. La corte ha infine affermato che l’esclusione del beneficio non può giustificarsi nel caso di un contratto di lavoro a termine per l’assenza di uno specifico interesse del datore di lavoro alla elevazione culturale del dipendente perché la fruizione dei permessi di studio prescinde da tale interesse del datore di lavoro essendo riconducibile ai diritti fondamentali della persona garantiti dagli artt.2 e 34 della Costituzione italiana e dalla Convenzione dei diritti dell’uomo. Cassazione Lanciare lo stipendio sulla scrivania non è mobbing "P er mobbing si intende una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico, sistematica e protratta nel tempo, tenuta nei confronti del lavoratore nell'ambiente di lavoro, che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili che finiscono per assumere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica, da cui 18 Collettivo o da quello individuale), ma solamente una mera eventualità la quale, peraltro, necessita di un’autorizzazione aziendale specifica. Il Contratto Collettivo Nazionale del Credito regola la materia all’art.64 Missioni (Italia ed Estero) che, al punto 1 lettera a) recita che al personale inviato in missione compete il rimborso delle spese effettive di viaggio col treno in 2a classe, per distanze non superiori a 150 km, e in 1a classe per distanze superiori, mentre per l’uso dell’aereo è obbligatoria l’autorizzazione aziendale. Segnaliamo, comunque, che la materia dell’uso della propria autovettura è molto spesso trattata nei contratti integrativi aziendali delle diverse banche. Quindi, consigliamo di consultare attentamente quelli, facendoti assistere eventualmente dai Rappresentanti sindacali della FABI. può conseguire la mortificazione morale e l'emarginazione del dipendente, con effetto lesivo del suo equilibrio fisio-psichico e del complesso della sua personalità". Sulla base di tale principio, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 12048 del 31 maggio 2011, ha rigettato il ricorso di una lavoratrice, ritenendo corretta la motivazione dei giudici di Appello news che avevano preso in esame l'insieme dei comportamenti del datore di lavoro, dedotti come lesivi, escludendone ogni intento persecutorio o emulativo e osservando che gli unici episodi, comunque marginali ed isolati, rispetto ai quali poteva essere espresso un giudizio di biasimo (lancio dello stipendio sul tavolo, consegna della retribuzione in un sacco di monetine), non erano sufficienti al raggiungimento della prova di un atteggiamento emarginante, discriminatorio o persecutorio nei confronti della dipendente. SINDACATO E SERVIZI promotori finanziari Verso norme contrattuali e di legge per l’attività di promozione e consulenza finanziaria di Giuseppe Santorsola, Ordinario di Economia cdegli Intermediari Finanziari – Univ. Parthenope di Napoli PRIMA PARTE M i interesso di relazioni sindacali bancarie dal 1976 e di promotori finanziari dal 1978. Queste note sono l’occasione per esaminare in modo congiunto i due temi Affronto il tema differenziando tra mandatari di banche e s.i,m e dipendenti dedicati alla sollecitazione del pubblico risparmio. Il cuore dell’analisi è sulle esigenze di organizzazione dell’attività e della gestione alla luce della dimensione del fenomeno, della incentivazione della mansione e delle tutele contrattuali a fronte della instabilità ciclica del segmento. Il promotore nasce attività autonoma, individuale, legata ai risultati del proprio lavoro. L’organizzazione in cui si sviluppa è a rete e comporta una gerarchia non solo di ruoli ma anche di remunerazione attraverso catene molto verticali (con numerose posizioni operative e manageriali, oppure orizzontali con poche posizioni di coordinamento e forte base operativa. Ciò origina dalla nascita della professione come esogena all’attività bancaria. La rivoluzione degli anni ’90 ha modificato i criteri organizzativi delle banche seguendo lo sviluppo numerico di sportelli bancari, sempre più leggeri, con esigenze di attività commerciali e multitasking. Si è passati da una carriera basata sul numero dei collaboratori a quella fondata su obiettivi, risultati e volumi. Sono stati introdotti i livelli retributivi e di mansione in luogo dei gradi, si è creata la posizione intermedia dei quadri eliminando i funzionari e si è ridotta la posizione dirigenziale. Nel contempo, nella promozione finanziaria l’ottica si è mutata in logiche di gruppo (anche per attivare controlli su numeri sempre maggiori) e l’aspetto retributivo ha iniziato a comporsi di quote fisse (anche quali anticipi con cadenze mensili) in proporzioni crescenti, rispetto alle componenti legate a risultati. Alla fine degli anni ’80 molte banche entrarono nel segmento e molte società di distribuzione si trasformarono in banca con l’obiettivo di intercettare con strumenti bancari la liquidità della clientela. Nel contempo, frequenti crisi dei mercati creavano condizioni in cui molti promotori perdevano quote dei portafogli, entravano in crisi nelle fasi deboli del ciclo, abbandonavano l’attività, oppure cambiavano s.i.m. mandante con spostamento della clientela da una società all’altra. A poco valse l’introduzione di un Codice Etico di Assoreti nel 1987 Risultò carente il coinvolgimento dell’Anasf e delle Associazioni degli intermediari. Le stesse Organizzazioni Sindacali. bancarie restarono escluse e disinteressate, non riguardando il tipico dipendente bancario. Successivamente, le banche sposarono l’orientamento commerciale nelle logiche di raccolta e distribuzione imponendo l’acquisizione del ruolo di promotore a molti dipendenti. L’effetto congiunto fu anomalo: i promotori delle s.i.m. reclamavano componenti retributive fisse e contributi crescenti alle proprie spese e i promotori bancari ottennero componenti variabili della retribuzione legate a budget. Con la crisi dell’anno 2000: - le s.i.m. divenute banche, applicarono il CCNL di settore per i dipendenti, ma non per i promotori; - la diminuzione dell’attività tolse interesse per le componenti variabili della retribuzione; - molti agenti “insicuri” del proprio futuro abbandonarono, i bancari furono ri- condotti verso soluzioni più tradizionali, e neo-promotori dipendenti, pur acquisendo i requisiti, non ottennero mai il mandato dalla banca; - le OO.SS., in ragione del coinvolgimento di molti iscritti e della crescente pressione commerciale, si interessarono del problema anche se in logica difensiva e non di soluzione del problema - la Anasf mantenne un ruolo distante dalla logica sindacale creando condizioni idonee alla nascita di ASSONOVA per tutelare le attese dei promotori bancari. Ad oggi circa 50.000 operatori non hanno un inquadramento adeguato. Si aggiungono ad essi, gli operatori del settore assicurativo e dell’universo degli operatori di agenzie finanziarie e di mediazione creditizia. Si può stimare che il numero sia molto vicino a quello dei destinatari del CCNL bancario (con qualche sovrapposizione) e quindi ai 350.000 soggetti (tanto più se si considerano gli operatori del settore immobiliare con prodotti e servizi di natura assicurativa e finanziaria connessi). (Fine prima parte – la seconda ed ultima parte sul prossimo numero) Due giovani su tre senza lavoro al Sud news Il Rapporto Svimez 2011 fornisce una fotografia puntuale della drammatica situazione occupazionale italiana N onostante il periodo di profonda recessione sia alle spalle, il Bel Paese stenta a "decollare", rivelando "eterne" ed estreme contraddizioni che acuiscono, ancor di più, il disagio sociale degli ultimi anni. È il mondo del lavoro a creare apprensione. I dati contenuti nel Rapporto Svimez 2011, pubblicato a settembre, lasciano poco spazio a dubbi di sorta: il principale problema è, e rimane, la disoccupazione dilagante. È il Sud, in particolare, ad essere colpito da questa pericolosa "piaga": il tasso di disoccupazione nel 2010 è salito di oltre un punto percentuale rispetto all'anno precedente, attestandosi al 13,4%. Il doppio rispetto alle altre zone d'Italia (al Centro- Nord è del 6,4%, comun- que in progressiva ascesa). Al Sud una persona su quattro non ha lavoro e/o ha smesso di cercare occupazione. Calano drasticamente gli occupati in tutto il territorio nazionale: meno 553 mila posti rispetto al 2008! Il tasso di occupazione scende a livelli record: al Sud è solo il 43,9% della popolazione attiva a lavorare, al Nord il 64%. Il Rapporto Svimez 2011 pone alla ribalta, inoltre, la drammatica "questione giovanile" nel Sud Italia. Secondo i dati forniti, infatti, due giovani su tre sono senza lavoro! Non va meglio per i laureati e, a dire la verità, neanche per le donne: solo una su cinque è occupata. «La questione generazionale - sottolinea la Svimez - diventa quindi emergenza e allarme sociale nel Mezzogiorno». 19 SINDACATO E SERVIZI NUMB3RS NUMB3RS 30% Il canale “migliore” per trovare lavoro? La raccomandazione. Almeno per quel 30% di italiani, che secondo la rilevazione dell’Isfol, nel 2010 ha ottenuto il posto tramite la segnalazione di un parente o conoscente. Il fenomeno risulta in crescita, soprattutto tra le fasce meno istruite della popolazione e nelle zone dove le offerte di lavoro scarseggiano. 100.000 euro NUMB3RS di Flavia Gamberale 33.000.000.000 di euro È l’enorme cifra che graverà sulle famiglie, in conseguenza della manovra governativa. A calcolarlo è la Confesercenti che – sostiene - se sommato alla crisi di molte imprese ed alla chiusura di molti esercizi commerciali, fornisce un quadro assai preoccupante della situazione italiana. Centomila. Tanti sono i bambini che ogni anno rimangono vittime di incidenti stradali, spesso perdendo la vita. Secondo Autostrade per l’Italia, i danni per i minori coinvolti nei sinistri potrebbero ridursi del 90% se gli automobilisti adottassero adeguate misure di sicurezza, come ad esempio il seggiolino. +137,5% Tasse locali sempre più salate per i cittadini del Belpaese. Stando a una recente rilevazione della Cgia di Mestre, negli ultimi 15 anni sono aumentate del 137,5%. A far impennare il gettito fiscale è stata, in particolare, l’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle altre addizionali comunali e regionali. 356 euro al giorno Questa la differenza tra il salario medio giornaliero di un dirigente e quello di un operaio. A rivelarlo l’indagine dell’Ires, il centro studi delle Acli, presentata recentemente in occasione del 44° Incontro nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori. 1.000.000.000 di euro 7,5% Contestazioni per circa un miliardo di euro. È quanto si sono viste recapitare dall’Agenzia delle entrate le maggiori banche italiane solo nel primo semestre 2011. I contenziosi riguardano imposte relative agli ultimi 5 anni, che gli istituti di credito non avrebbero pagato al Fisco. Il 7,5% degli studenti quindicenni che siede sui banchi di scuola, in Italia, è straniero. Tra loro la maggior parte è di prima generazione e più della metà è arrivata nel Belpaese da meno di sei anni. Ad effettuare la rilevazione, calcolata sul 2010, è la Fondazione Leone Moressa, che ha tracciato l’identikit dell’alunno immigrato quindicenne iscritto nelle scuole italiane. U na fragile intelaiatura, generalmente di forma geometrica, ricoperta di carta o stoffa: non con il vento, ma contro il vento, si alza verso il cielo, legata ad un sottile filo. È l'aquilone: un oggetto di per sé molto semplice, ma che, già molti secoli fa faceva sollevare, naso in su, volti felici di bambini cinesi. È, infatti, in Cina che quest’oggetto ha origine, probabilmente intorno al 2000 a.C. Se, per la cultura occidentale, l'uso dell'aquilone era prevalentemente ludico, per la cultura orientale esso non rappresentava soltanto un bellissimo gioco: era, soprattutto, uno strumento per entrare in contatto con il divino, con altre dimensioni intangibili, con l'anima delle cose. Lo si lanciava come augurio per un buon raccolto o per un matrimonio e il destino del suo volo era interpretato come auspicio per il futuro. E, ancora, cronache antiche narrano l'importanza dell'aquilone in situazioni belliche: sembra che, nel 549 d.C., gli abitanti di una città cinese assediata, per far conoscere all'esterno la loro drammatica condizione, costruirono un gran numero di aquiloni e li lanciarono per chiedere soccorso. L'aquilone, un oggetto estremamente fragile e delicato, ma al contempo, di una impressionante potenza. 20 news Il fascino eterno dell'aquilone VIA COL VENTO "Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino ventoso: ognuno manda da una balza la sua cometa per il ciel turchino." (da “L'aquilone” di G. Pascoli) Se i primi esemplari erano realizzati in bambù e seta, con l’invenzione della carta gli artigiani cinesi riuscirono a costruire aquiloni con più facilità, riuscendo anche a creare forme nuove, per lo più ispirate agli animali. Dall’Oriente, attraverso commercianti e missionari, la tradizione si spinse fino all’Occidente. Qui, l'aquilone iniziò ad essere sfruttato per le sue capacità ascensionali e furono molti i ricercatori che utilizzarono o vi si ispirarono per scopi scientifici. Ricordiamo gli aquiloni meteorologici, ideati dallo scozzese Alexander Wilson, ai quali erano legati dei termometri, o le ricerche di Benjamin Franklin, che dimostrarono, grazie agli aquiloni, che l’atmosfera terrestre è intrisa di elettricità. Dall’Ottocento in poi, la sperimentazione attraverso questi fantastici oggetti aprì la strada a importanti innovazioni tecnologiche: gli studi dell’inglese George Pocock e, successivamente, dell’australiano Lawrence Hargrave furono la base per i primi modelli di aeroplani. Ma il fascino profondo dell'aquilone è legato, in definitiva, ai suoi usi più spirituali e romantici, tipici delle culture orientali. In Corea è tradizione, ancora oggi, scrivere il nome di un neonato su un aquilone, che viene lanciato con l’augurio di lungo volo e, insieme, di lunga vita per il bimbo. In Tailandia, per allontanare le nubi cariche di pioggia, si fa ricorso agli aquiloni, ai quali si chiede di attirare i venti di Nord-Est con il loro rumore. In Malesia, sono in molti a credere alla leggenda secondo la quale gli aquiloni acquisterebbero una propria vita non appena in volo. Le antiche divinità della Polinesia erano spesso rappresentate da aquiloni e si credeva che Rehua, il cosiddetto "dio del cielo più alto", fosse il padre di tutti gli aquiloni. L'aquilone, insomma, a simboleggiare il tramite che unisce uomo e divinità, terra e cielo. In Siria, gli aquiloni vengono fatti alzare in volo appena dopo il tramonto e lasciati finché non spariscono completamente dalla vista. Solo il cavo che si muove rimane a ricordare che ci sono. Quando il buio è calato, si può ritirare il filo, e la leggenda vuole che, al posto dell’aquilone, nasca una stella. Silvia Catalucci SINDACATO E SERVIZI pensionati Tripla “V” per i politici italiani VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA Tutti devono fare la loro parte per arrivare al pareggio di bilancio. Davvero non c’erano alternative nell’usare la scure nei confronti dei pensionati e delle famiglie? Chi governa deve avere il coraggio e la determinazione di proporre e impostare manovre economiche assicurando una vera speranza ai giovani e una sicurezza agli anziani a cura dell'Esecutivo Nazionale FABI Pensionati L a Manovra del Governo, necessaria a correggere i conti pubblici ed arrivare al pareggio di bilancio nel 2013, impone sacrifici durissimi a tutti gli italiani, in particolare ad un ceto medio che scivola sempre più verso la povertà. Chi governa deve avere il coraggio e la determinazione di proporre e impostare manovre economiche assicurando una vera speranza ai giovani e una sicurezza agli anziani. La prima “V” di VERGOGNA è perché quanto finora emerso (14 settembre 2011) conferma che chi ci governa persegue una politica, che pensa solo a sopravvivere, che non avverte la gravità del momento, che di fatto è incapace di assumersi responsabilità, con l’unica preoccupazione di non perdere consensi. In questo clima di resa dei conti e di tensioni sociali, i nostri politici si atteggiano a martiri perché hanno rinunciato alle ferie (un lusso che milioni di pensionati non sanno più cosa sono) e, dopo aver negato per mesi che in Italia ci fosse la crisi, prendono in tutta fretta e per necessità urgente provvedimenti di “lacrime e sangue”, senza nessuna autocritica sui ritardi e sugli errori. Caricano, allora, i cittadini di altri pesi insopportabili, ma si guardano bene dal toccare i loro privilegi, continuando ad agire da “padroni” e non da “servitori” dello Stato, come tutti i politici hanno il dovere di comportarsi. Davvero non c’erano alternative nell’usare la scure nei confronti dei pensionati e delle famiglie? In un Paese in grave difetto di buona politica serve l’impegno quotidiano di tutti per praticare valori come libertà, diritti, partecipazione, democrazia, oggi in una pericolosa eclissi. E ciò deve avvenire sia a livello individuale, sia sul piano sociale e politico. In questo scenario ci siamo anche noi, ci siamo come individui, ma anche come Pensionati FABI e come tali è nostro dovere offrire il nostro contributo per uscire da questa situazione sempre più impantanata. La crisi economico–finanziaria, allora, può realmente trasformarsi in un’occasione per un soprassalto virtuoso, accompagnato da una maggior passione per la comune e realistica edificazione della vita buona e del buon governo. Ai nostri politici, che ci chiedono sacrifici senza essere disposti a farne, ricordo che, per essere credibili, basta un po’ di serietà, quella serietà che, purtroppo, finora non c’è stata. La seconda “V” di VERGOGNA è perché per racimolare in fretta il denaro per sanare il debito pubblico, che deve essere pagato, si tagliano assistenza, sanità e pensioni, colpendo soprattutto le fasce meno abbienti. I nostri politici pensano a come tagliare questi servizi, senza valutare che i risparmi su questi ambiti sono insufficienti a pareggiare il bilancio in crisi! Sono altri i campi da cui trarre le risorse necessarie: sono la tassa patrimoniale e una sostanziosa riduzione dei costi della politica. Dobbiamo contribuire al benessere di tutti, ognuno secondo le proprie possibilità; è doveroso, allora, che la classe politica dia esempio di sobrietà, eliminando i privilegi di chi è deputato al governo della cosa pubblica, maggiormente quando il tempo delle vacche magre lo esige. Di pari impegno dovrà essere la lotta agli evasori fiscali, senza ricorrere alle solite furbizie di condoni o scudi : agli evasori non si chiedono “sacrifici”, ma un atto di giustizia. Solo dopo si affronterà il capitolo “pensioni”, in concerto con le parti sociali, senza imposizioni, avendo trovato prima una soluzione a una serie di questioni, quali: • mantenimento del potere d’acquisto delle pensioni; detassazione della tredicesima; estensione della “tariffa sociale” per i servizi di interesse generale come luce, gas, acqua, telefono, canone TV, trasporti pubblici; • contenimento di tariffe, rette, contributi e ticket per tutti gli altri servizi. Particolare attenzione deve essere dedicata all’assistenza, perché riguarda la fascia più debole e più bisognosa della nostra società: il pianeta degli anziani, i più dimenticati, i più bisognosi, i più soli. I problemi della prevenzione, del contrasto e dell’accompagnamento, della non autosufficienza possono essere risolti positivamente con consistenti risorse pubbliche. Malgrado la solitudine di molte famiglie, abbandonate dal servizio pubblico, è radicata la convinzione che assistere una persona anziana non è solo un dovere, ma, - prima di tutto - è un atto d’amore. • • • troducendo il “quoziente familiare”, ovverossia un meccanismo di tassazione, che garantisca alle famiglie numerose, a parità di reddito familiare, di pagare meno tasse; questo perché il numero dei componenti del nucleo familiare incide sul tenore di vita della famiglia stessa potenziamento e riqualificazione dei servizi sociali in ottica familiare, per consentire quella conciliazione tra famiglia e lavoro, che è condizione necessaria per superare le attuali rigidità del mercato del lavoro, soprattutto nella sua componente femminile. La terza “V” di VERGOGNA11 perché i provvedimenti cui si sta dando attuazione peseranno ulteriormente soprattutto sulle famiglie e sui giovani, da tempo gli anelli deboli del sistema. La famiglia continua ad essere la grande dimenticata anche in questa Manovra. Urgono, invece, interventi di politica economica e sociale, che pongano al centro la famiglia, quali: • revisione del sistema fiscale nazionale, in- 21 SINDACATO E SERVIZI spazio aperto A Passate le vacanze, ritroviamo problemi su problemi L’AUTUNNO DEL NOSTRO SCONTENTO Addio Statuto dei Lavoratori, addio a quelle “odiose” leggi emanate negli anni ’70 a tutela dei lavoratori? Tutto rimesso alla libera contrattazione decentrata? Ferma opposizione della FABI e degli altri sindacati a cura del Paolo Berti - avvocato news I Povertà per oltre 8 milioni d’italiani n Italia nel 2010 la povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente: l'11,0% delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in termini assoluti. Lo sostiene l'Istat in un'indagine in cui fotografa la realtà da Nord a Sud, ma da cui emerge come il fenomeno tocchi comunque 8,27 milioni di persone. La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 992,46 euro, circa 9 euro in più rispetto alla soglia del 2009 (+1%). La povertà relativa - sottolinea l'Istat aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), tra quelle 22 Allarme dell’istat con membri aggregati (dal 18,2% al 23%) e di monogenitori (dall'11,8% al 14,1%). La condizione delle famiglie con membri aggregati peggiora anche rispetto alla povertà assoluta (dal 6,6% al 10,4%). Nel Mezzogiorno l'incidenza di povertà relativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3% del 2010 tra le famiglie con tre o più figli minori. La povertà relativa aumenta tra le famiglie con persona di riferimento lavoratore autonomo (dal 6,2% al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8% al 5,6%), a seguito del peggioramento osservato nel Mezzogiorno (dal 14,3% al 19,2% e dal 10,7% al 13,9% rispetti- h, le vacanze di una volta: che nostalgia! Ricordate? Ci si stravaccava sulla sdraio, sotto l’ombrellone, con un pacco di giornali, pronti a consumare la lettura di quel nulla che accadeva in Italia durante le ferie. Qualche articolo sulle vacanze dei politici, con tanto di foto di questo o di quel senatore in compagnia della belloccia di turno, un po’ di pettegolezzo a condire il più totale relax, la pagina sportiva fitta dei nomi dei calciatori acquistati dalla nostra squadra del cuore e persino quel tal delitto efferato, che veniva digerito come l’ineluttabile sussulto di orgoglio di una vita altrimenti eccessivamente piatta e noiosa. Il solo fattore di disturbo - se così possiamo dire - era il vento che, proveniente dal mare, metteva a dura prova la nostra abilità nel “voltare pagina”: nulla di preoccupante perché, con il passare degli anni, avevamo affinato la tecnica. Anche le cronache giornalistiche, dunque, avevano pietà delle nostre coronarie e ci permettevano di fare il pieno di frivolezze, di appiattire le nostre facoltà cognitive come il mare che ci stava davanti e di regalarci quella calma sovrana di cui avevamo tanto bisogno in vista della ripresa: mettevamo del fieno nella cascina della “calma” per farne tesoro durante l’autunno. Quest’anno, invece, la tendenza si è invertita e la lettura dei giornali- soprattutto per chi si occupa del mondo del lavoro- è diventata una sorta di via crucis, un calvario le cui stazioni intermedie sono state grossomodo le seguenti. Si è partiti con la notizia della volontà del Governo di eliminare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori a cui hanno fatto seguito le levate di scudi delle opposizioni e dei Sindacati (tra i quali la FABI, ovviamente). Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo che le cronache riportavano la volontà del Governo di riformare le pensioni, gettando nella spazzatura gli anni di riscatto della laurea e quelli dei servizio militare: “niente paura, è solo uno scherzo”, ci avrebbero detto qualche giorno dopo, ma che patema! La terza stazione del calvario ha contemplato l’abolizione delle festività civili (25 aprile, 1° maggio e 2 giugno): quanto sudore e quanto dolore ci è costata questa notizia…! La febbricitante attesa del giornale del giorno seguente si è di poco stemperata alla lettura che le festività civili non si toccavano, ma quelle del Santo Patrono sì. Appena qualche giorno di tregua, accompagnata dall’illusione di una benefica bonaccia agostana, prima di rituffarsi nel gorgo delle polemiche: “Più facile licenziare”, si legge sulle prime pagine di tutti i quotidiani. Accade che nella manovra finanziaria viene inserita una norma che permette agli accordi aziendali e territoriali di introdurre deroghe alle normative nazionali ed ai contratti collettivi di lavoro su temi come l’organizzazione del lavoro, le assunzioni, le collaborazioni atipiche, i licenziamenti. Quindi, addio Statuto dei Lavoratori, addio a quelle “odiose” leggi emanate negli anni ’70 a tutela dei lavoratori che tanto fanno rabbrividire il Ministro Sacconi (altro refrain estivo!), venendo tutto rimesso alla libera contrattazione decentrata (neppure a quella nazionale, vivaddio). Resta la Costituzione… Si narra di molti decessi per arresto cardiaco sulle spiagge italiane: tutti trovati riversi sulle sdraio con il giornale in grembo. Sarà un caso? E soprattutto, cari amici, siamo sicuri che il calvario sia finito? L’unica cosa certa è che, quest’anno, in autunno farà molto, ma molto caldo. E non per motivi meteorologici. vamente), dove l'aumento più marcato si rileva per i lavoratori in proprio (dal 18,8% al 23,6%). Tra le famiglie con persona di riferimento diplomata o laureata aumenta anche la povertà assoluta (dall'1,7% al 2,1%). L'Istat sottolinea come peggiora la condizione delle famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro, si tratta essenzialmente di coppie di anziani con un solo reddito da pensione, la cui quota aumenta dal 13,7% al 17,1% per la povertà relativa e dal 3,7% al 6,2% per quella assoluta. Migliora, nel Centro, la condizione di povertà relativa tra le famiglie con due o più' anziani (dal 10,5% al 7,1%). La povertà assoluta cala per le coppie con persona di riferimento sotto i 65 anni (dal 3,0% all'1,9%), a seguito di una maggiore presenza di coppie con due percettori di reddito. La Lombardia e l'Emilia Romagna sono le regioni con i valori più bassi dell'incidenza di povertà, pari al 4,0% e al 4,5% rispettivamente. SINDACATO E SERVIZI sicurezza V i sono questioni che superano il tempo, e obiettivi strategici che attendono di essere realizzati, anche se non c'é molto di poetico in tutto questo. Uno di questi è credere fermamente che la disabilità possa essere superata, almeno nel mondo del Credito, da una ferma e determinata capacità di creare - utilizzando ausili e corretta organizzazione del lavoro - la possibilità d’integrazione e crescita professionale per tutti. Non é finito il tempo delle riserve indiane, perché molte scelte politiche, di fatto, le creano, ma é opportuno che la consapevolezza che è possibile un mondo di pari opportunità, di benessere lavorativo per tutti, di totale integrazione, si diffonda e cominci a crea una comune cultura: comune alle parti sociali e comune entro le parti sociali, comune alla clientela ed ai dipendenti, capace di trasformare, con beneficio di tutti, le attuali vergogne in esempi da trasmettere. Per questo la FABI ha voluto creare una commissione interdipartimentale sulla disabilità nel Settore del Credito e per questo il 26 Ottobre 2011 presso la Sede del CNEL, a Roma, a partire dalle 9 del mattino, avrà luogo un convegno dedicato al tema, nel corso del quali verranno presentate le linee politiche elaborate dall'Organizzazione quali esempio di buone pratiche da introdurre nelle trattative di ogni livello. Nel promuovere l'iniziativa, Mauro Bossola, Segretario Generale Aggiunto, ha chiarito ai tre Coordinatori dei dipar- IL 26 OTTOBRE CONVEGNO FABI AL CNEL OLTRE L’HANDICAP L'impegno della Fabi per il superamento della disabilità nei luoghi di lavoro. Bossola: “Dobbiamo lavorare perché nessun dipendente possa essere discriminato: è fin troppo facile per molte aziende dimenticare la dignità delle persone” di Loris Brizio – Responsabile Dipartimento Nazionale Sicurezza news news Gli psicologi avvertono La legge su stress lavoratori non produce cultura della sicurezza L a legge che dovrebbe monitorare anche lo stress dei dipendenti rimane solo un atto riempitivo per il datore di lavoro, non produce la cultura della sicurezza. Necessaria per lavorare sulla prevenzione". Ad affermarlo è Imma Tomai, responsabile del Gruppo stress lavoro correlato del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. "Il problema principale della normativa è che non sarà mai predittiva, perché interviene esclusivamente sui rischi oggettivi, pensando di diminuire così i costi per le aziende in termine di produttività". Ma, secondo l'esperta, la problematica è anche soggettiva, ovvero la percezione che ha il lavoratore dei rischi che vive in azienda. "Se non indossa il casco quando dovrebbe, il lavora- ti dei Dipartimenti Nazionali coinvolti nel progetto (Vincenzo Saporito del Welfare, Mattia Pari dei Giovani e Loris Brizio di Salute e Sicurezza) gli obiettivi da raggiungere con una frase emblematica: "Dobbiamo lavorare perché nessun dipendente possa essere discriminato: è fin troppo facile per molte aziende dimenticare la dignità delle persone. Va combattuta e vinta la cultura del sospetto e della differenza. Specie nei confronti che chi già soffre per sue patologie o per quelle di persone care. Non possiamo e non vogliamo lasciare sole queste persone. Ci sono leggi, ci sono accordi, ci sono esperienze positive e trainanti. E allora bisogna agire. Non credo che possiamo permetterci troppa pazienza." Nel corso degli incontri della Commissione interdipartimentale si è cercato di raccogliere, in un unico progetto di largo respiro, istanze ed esperienze maturate all'interno dell'Organizzazione, nella ricchezza che deriva dai valori delle autonomie territoriali e dei progetti portati avanti a livello aziendale. L'obiettivo è di far divenire questo tema oggetto di dibattito per il presente e per il futuro e farlo divenire parte integrante delle azioni positive da intraprendere in modo organico su tutto il territorio. Nel corso del Convegno, al quale parteciperanno esperti e operatori del campo, saranno quindi presentate le linee politiche della FABI ed un progetto operativo strutturato per fornire informazione, formazione e sostegno agli operatori sindacali ed agli iscritti. tore ha più possibilità di finire vittima di incidenti. Ecco che, se non si lavora sulla percezione di questo pericolo, il personale non adotterà mai un comportamento che lo aiuterà a prevenirlo". "Inoltre, la normativa - prosegue l'esperta - non richiama esplicitamente le figura dello psicologo, se non nelle competenze previste dagli obblighi dell'ordine professionale e presenti in alcuni passaggi". Eppure, è lo psicologo lo specialista che potrebbe aiutare chi manifesta i sintomi dello stress: ansia, attacchi di panico e depressione. Ma quali sono le cause dello stress lavorocorrelato? "Le relazioni tra colleghi, ad esempio, un pessimo rapporto sociale sul luogo di lavoro possono portare il soggetto, se non si prendono i dovuti provvedimenti, a soffrire di depressio- ne, d'ansia e di attacchi di panico". Un problema che può connotarsi e aggravarsi, a seconda della struttura in cui si lavora. "Se il mio ambiente è una grande azienda - sottolinea la Tomei avrò maggiori garanzie per la valutazione dei rischi da stress correlato, grazie alla disponibilità di risorse e personale in grado di predisporre tutti gli interventi di applicabilità della normativa. Ma è pur vero che proprio in grandi aziende si assiste ad altri fenomeni scatenanti lo stress, come le guerre interne per la progressione di carriere e il riconoscimento delle competenze". "Il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - spiega la psicologa - prevede che i compiti di vigilanza siano assunti dal medico del lavoro, dove è prevista questa figura. Ma la legge, nell'articolato, non richiama la figura dello psicologo. Così quello che accade è che il documento di valutazione dei rischi da stress lavoro correlato (Dvr) è fatto da ingegneri, che si limitano nei loro controlli in azienda a sanzionare solo il rischio oggettivo, non entrando mai nella dimensione "psicologica". Il 19 e 20 ottobre a Milano, promosso da Aipros XXI CONVEGNO SULLA SICUREZZA DELLE BANCHE Il Convegno si svolgerà presso il Centro Congressi Leonardo da Vinci in Via Senigallia 6 a Milano. Il programma di massima si articola in quattro sessioni, come da tabella sotto riportata. A) Organizzazione e responsabilità 19 ottobre | dalle 10:30 alle 13 B)Tecnologia e innovazione 19 ottobre | dalle 14:30 alle 18:30 C) Sicurezza informatica 20 ottobre | dalle 10:30 alle 13 D) Sicurezza sul luogo di lavoro 20 ottobre | dalle 14:30 alle 18:30 23 SINDACATO E SERVIZI fisco ECCO COSA CAMBIA CEDOLARE SUGLI AFFITTI Fino ad oggi, il reddito derivante dalla locazione di un immobile andava a sommarsi agli altri redditi e veniva tassato con le aliquote ordinarie e progressive. Da quest'anno, con effetto dal 1° Gennaio 2011 e, quindi, a valere sulla prossima dichiarazione dei redditi, invece, l'affitto potrà essere tassato a parte con un'aliquota sola: al 21% per i contratti a canone libero e al 19% per i contratti a canone concordato o convenzionato di Leonardo Comucci – Esperto fiscale Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla materia fiscale, può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788 L 'Agenzia delle Entrate, pubblicando la Circolare del 1 giugno 2011, n.26/E, ha fornito le interpretazioni sull’applicazione della normativa che introduce la cosiddetta “Cedolare Secca” sui redditi da locazione di fabbricati, primo tassello di quella riforma fiscale in senso federalistico, che vedrà la sua completa attuazione nei prossimi anni. Fino ad oggi, il reddito derivante dalla locazione di un immobile andava a sommarsi agli altri redditi e veniva tassato con le aliquote ordinarie (e progressive). Da quest'anno, con effetto dal 1 Gennaio 2011 e, quindi, a valere sulla prossima dichiarazione dei redditi, invece, l'affitto potrà essere tassato a parte con un'aliquota sola: al 21% per i contratti a canone libero (i cosiddetti "4+4") e al 19% per i contratti a canone concordato o convenzionato (i "3+2" di durata inferiore). Vediamo la situazione fino ad ora. Nei casi di affitto di un immobile, ai fini dell’individuazione e determinazione del reddito imponibile, è necessario considerare il valore maggiore tra la rendita catastale e il canone di affitto opportunamente “rielaborato” (reddito effettivo). Presupponendo un canone di affitto annuo maggiore della rendita catastale, il reddito da locazione di immobili, che fino al 2010 abbiamo indicato nella dichiarazione dei redditi, è stato quello risultante dal contratto di locazione, al netto delle spese condominiali, ridotto forfetariamente del 15 per cento (25 per cento per Venezia centro e alcune zone 24 limitrofe). Un piccolo esempio può essere utile a spiegare meglio il regime di tassazione, che fino ad ora è stato applicato per la tassazione del reddito derivante dall’affitto di un immobile: Canone di affitto mensile 800 €; canone di affitto annuo 9.600 €; spese condominiali 100 € mensili (1.200 € annue). Canone di affitto annuo Spese condominiali € 9.600 € 1.200 = € 8.400 - Deduzione forfetaria del 15% su € 8.400 € 1.260 = Reddito effettivo € 7.140 Il reddito effettivo così determinato, derivante dall’affitto dell’immobile, verrà sommato agli altri redditi del contribuente, a cui si applicano le aliquote per scaglioni di reddito che - lo ricordiamo - sono progressive. Nei casi di locazione a canone convenzionato (art. 2 comma 3, Legge 9 dicembre 1998, n.431) le agevolazioni previste in favore del proprietario consentono un’ulteriore riduzione del 30 per cento del reddito effettivo. Dal 1 gennaio 2011, a valere sulla dichiarazione dei redditi 2012, il proprietario, che deve necessariamente essere una persona fisica, che cede un immobile in locazione per finalità abitativa (categorie catastali da A/1 ad A/11, esclusa A10), potrà optare (attenzione: non è un obbligo!) per due nuovi regimi fiscali sosti- tutivi: un’aliquota secca del 21% sul canone a mercato libero, che interessa circa l’80% delle case in affitto, oppure del 19% per i contratti a canone concordato relativi ad immobili situati in comuni ad alta densità abitativa. La locazione abitativa va verificata anche sulla qualifica del conduttore. Se quest’ultimo è un’impresa, la cedolare non potrà essere applicata, anche se il fine della locazione è abitativo. La scelta per il regime sostitutivo si effettua in sede di registrazione del contratto di affitto, mentre in caso di contratti già in corso, nella dichiarazione dei redditi relativa ai redditi 2011 (Mod. 730 o Unico 2012). La scelta tra la cedolare secca e il regime attuale è affidata al proprietario in base al calcolo della convenienza. Il proprietario, che opterà per la cedolare secca, non potrà più aumentare l'affitto con la rivalutazione Istat per il periodo di esercizio dell’opzione, con un piccolo vantaggio, in questo caso, anche per l’inquilino. L’opzione per la cedolare dovrà essere effettuata, avvisando l’inquilino con una lettera raccomandata: chi non dice nulla non effettuerà alcuna scelta e rimarrà nell’attuale regime. Inoltre, per chi inizia un nuovo contratto, la registrazione elimina la formalità della comunicazione al commissariato di Polizia del nominativo dell’inquilino. L’analisi di convenienza dell’opzione per la cedolare secca va fatta caso per caso. Sono, infatti, molte le variabili che influiscono sul calcolo del carico fiscale. La cedolare premia i redditi più alti e la convenienza è tanto maggiore all’aumentare dell’aliquota marginale del contribuente. In sintesi, i benefici dell’opzione per la cedolare secca sono i seguenti: • Imposta sostitutiva del 21 per cento sul totale del canone (19% per i contratti a canone concordato) contro l’Irpef progressiva e addizionali sull’85% del canone (59,5% per i canoni concordati) • Esenzione dalle imposte di registro e bollo La cedolare secca presenta invece i seguenti svantaggi: • La tassazione del canone di affitto, che non concorre più alla formazione del reddito, rischia di impedire al contribuente di “assorbire” per intero eventuali oneri deducibili, oppure detrazioni di imposta. • Il locatore deve rinunciare, per tutta la durata dell’opzione, all’applicazione di aumenti del canone, inclusi gli aumenti Istat. Questa riforma della tassazione sugli affitti introduce anche una serie di contromisure sui proprietari “infedeli”; infatti, chi ha affittato una casa senza un regolare contratto registrato entro 30 giorni dalla stipula, oltre alle sanzioni si vedrà imporre un canone,che potremmo definire “low cost”, pari al triplo della rendita catastale (rendita che solitamente è molto bassa) per quattro anni. SINDACATO E SERVIZI salute Appello dei ginecologi alle under 45 VACCINATEVI CONTRO HPV è l’unica arma per ridurre significativamente il rischio F ate il vaccino anti-Hpv". E' l'appello che la ginecologa Alessandra Graziottin, presidente dell'omonima fondazione, lancia alle under 45. L'esperta ribadisce l'importanza della prevenzione, primaria e secondaria, contro le patologie causate dal Papillomavirus umano (Hpv). Per le ragazze come per le donne adulte. "Contrarre il virus - spiega la direttrice del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano - può significare per la donna ammalarsi di cancro del collo dell'utero, tumore della vulva e della vagina, lesioni precancerose e condilomi genitali. Il Papillomavirus umano può comportare sofferenza non solo per la donna, ma per la coppia". Per proteggersi, sottolinea Graziottin, bastano tre mosse: usare regolarmente il profilattico per ridurre la probabilità di contrarre il virus, vaccinarsi, sottoporsi regolarmente a controlli di screening con il pap-test ed eventuali ulteriori esami, quando indicati. Oggi sono disponibili due vaccini: un vaccino bivalente efficace verso i tipi di Hpv 16 e 18, indicato nella prevenzione di lesioni precancerose della cervice uterina e del cancro del collo dell'utero nelle donne dai 10 ai 25 anni. Un vaccino quadrivalente, efficace verso i tipi di Hpv 6, 11, 16 e 18, indicato per la prevenzione del cancro del collo dell'utero, delle lesioni precancerose del collo dell’utero, della vulva e della vagina e anche dei condilomi (verruche genitali) in donne dai 9 ai 45 anni (età fino alla quale è già stata documentata l'efficacia del quadrivalente) e nei maschi dai 9 ai news 15 anni. Ogni anno in Italia sono oltre 3.500 i casi di cancro al collo dell'utero e 120 mila quelli di condilomatosi genitale nelle donne. L'appello alle under 45 per una maggiore attenzione alla salute ginecologica è supportato dai numeri: "Molti studi internazionali riportano un aumento (negli ultimi 20 anni) dei tumori vulvari in donne di età inferiore ai 50 anni". Per quest'ultima neoplasia non esiste un sistema di screening organizzato. La diagnosi arriva spesso in ritardo e l'intervento terapeutico è invasivo. "La vaccinazione è l'unica arma a disposizione per proteggersi", incalza Graziottin. "perché contrarre l'Hpv non è un rischio che si corre una volta sola nella vita. Vaccinarsi significa mettersi al sicuro perché si riduce il rischio (fino al 65%) di ammalarsi di nuovo". Ecco perché, prosegue la news IN ARRIVO LA PILLOLA CONTRO LA SCLEROSI MULTIPLA E ntro la fine del 2011 approderà in Italia un nuovo farmaco salva-vita volto a guarire completamente i 2,5 milioni di malati di sclerosi multipla presenti in tutta Europa. La pillola, prodotta dalla casa farmaceutica Novartis, si chiamerà “Gilenya” e rappresenterà il primo trattamento anti-sclerosi multipla da prendere per via orale. Già disponibile negli Stati Uniti, sarà approvato dalle autorità europee entro la fine dell'anno solare. Il farmaco permetterebbe, secondo le sperimentazioni, di ridurre la nocività dei globuli bianchi alterati, impedendo a queste piccole particelle del sangue di raggiungere e danneggiare il cervello. I globuli bianchi, infatti, nei soggetti malati di sclerosi, attaccano le cellule cerebrali, inabilitando il soggetto verso qualsiasi attività sociale (camminare, nutrirsi, vestirsi, parlare) svolta normalmente in pre- cedenza. I risultati scientifici mostrano l’efficacia significativa di “Gilenya” anche nel ridurre le ricadute ed il rischio di aumento di inabilità sociale e numero di danni cerebrali sul paziente. Sembra quindi ormai possibile curare una delle malattie più diffuse e temute con una piccola pillola. Speriamo soltanto che la Commissione Europea approvi quanto prima il prodigioso farmaco salva-vita. B specialista, anche i medici devono capire "l'importanza di consigliare la vaccinazione a tutte le donne, non solo alle giovanissime". Per sensibilizzare l'universo rosa su Hpv e malattie sessualmente trasmesse, Graziottin cura spazi informativi sul sito www.fondazionegraziottin.org. La Fondazione comunica anche tramite il social network Facebook. Ma la strada per coinvolgere le donne nella lotta al Papillomavirus umano, conclude la specialista, è ancora lunga. A distanza di poco più di due anni dalla partenza della campagna di vaccinazione anti-Hpv, in Italia "si è ancora lontani dagli obiettivi di copertura vaccinale prefissati". L'ultimo rapporto pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, sottolinea che la percentuale di 12enni vaccinate (per loro l'iniezione è gratuita) è ferma al 53% CIOCCOLATO MINIERA DI ANTIOSSIDANTI uone, anzi ottime notizie per i golosi di cioccolato. Se la frutta è una nota fonte di preziosi antiossidanti, secondo una nuova ricerca il cioccolato è un 'super-frutto', una vera miniera di queste sostanze benefiche: contiene infatti addirittura più polifenoli e flavonoidi del succo di frutta. Tanto che, quando i ricercatori dell'Hershey Center for Health & Nutrition (USA) hanno confrontato l'attività antiossidante della pol- vere di cacao con quella di alcuni frutti in polvere, sono rimasti stupiti. Grammo contro grammo, nella polvere di cacao si celano più antiossidanti e un maggior quantitativo totale di flavonoidi, i 'nemici' dei radicali liberi alleati dell'invecchiamento. Non solo, su 'Chemistry Central Journal' il team ha confrontato anche il quantitativo di antiossidanti del cioccolato fondente, del cacao, del cioccolato caldo e dei succhi di frutta. Ebbene, cioccolato fondente e cacao possiedono il massimo livello di capacità antiossidante e hanno un contenuto di preziose sostanze salutari più elevato dei succhi di frutta. Il cioccolato caldo, invece, figura all'ultimo posto della classifica. Probabilmente a causa del processo di lavorazione. "I semi di cacao sono un 'super frutto' - conclude Debra Miller, primo autore dello studio - ricco di valore nutritivo, ben oltre la sua composizione di macronutrienti". Una grande notizia per gli amanti del cioccolato. 25 nonsolobanca angolo del sociologo SFATATI I LUOGHI COMUNI SULL’ITALIA FAMILISTA E PACIONA IN ITALIA SI RESTRINGE LA RETE DELLE RELAZIONI SOCIALI Lo rivela uno studio dell’Università di Verona. La restrizione è più forte fra i ceti meno abbienti, che non fra quelli ricchi. Per chi ha più denaro e prestigio, c’è anche più capitale sociale. Sono più le donne quelle da cui ci sia aspetta un aiuto di Domenico Secondulfo, Ordinario di Sociologia Generale – Università di Verona U n diffuso luogo comune vuole che, soprattutto in tempi di crisi, gli italiani si differenzino fondamentalmente dal resto del mondo per il patrimonio di sostegno ed aiuto reciproco, da parte dei parenti e degli amici, su cui possono contare, e che questa rete di aiuti e sostegni reciproci sia più forte ed estesa tra i ceti popolari che non tra quelli elevati, secondo l'immagine di una maggiore e più ampia solidarietà tra i "poveri" che non tra "i ricchi". Ebbene, si tratta di due luoghi comuni ambedue falsi. Da una ricerca nazionale basata su un campione di oltre 1000 italiani, condotta dal gruppo di ricerca sulle reti relazionali dell'Università di Verona, e pubblicata sul numero due della rivista on-line "Italian Sociological Review" da Paola Di Nicola, uno dei più eminenti studiosi italiani di queste tematiche, risulta senza possibilità di dubbio che l'ampiezza delle reti relazionali degli italiani è sorprendentemente scarsa: ogni italiano può fare riferimento in media su quattro persone, com- 26 presi i parenti e il partner. E, come al solito in una famiglia, sono più le donne che non gli uomini quelle da cui ci si aspetta un aiuto. Non è un granché per una nazione familista e piaciona come la nostra. Queste quattro persone sono essenzialmente il coniuge, i genitori, uno o due amici o forse un collega di lavoro. Ma la cosa più simpatica è che questa rete si è, negli anni, ridotta di ampiezza e di ricchezza, passando da reti ampie ed al cui interno circolavano risorse di vario genere, a reti ristrette al cui interno circola sostanzialmente sostegno emotivo ed economico. La restrizione, inoltre, è stata più forte nei ceti bassi, per cui, se guardiamo la distribuzione per classe sociale dell'ampiezza delle reti di relazione, vediamo che questa ricchezza, che noi sociologi chiamiamo "capitale sociale", va di pari passo con tutti gli altri tipi di ricchezze, per cui chi ha di più di altre cose (denaro, prestigio, posizione sociale ecc.) ha anche più capitale sociale, cioè più persone su cui poter fare affidamento in caso di bisogno, ed anche più diverse tra loro, per cui aumenta il numero dei bisogni che possono essere soddisfatti dalla rete. Se poi ci volessimo chiedere in quali zone d'Italia queste reti di relazione sono più ampie, ecco un'altra sorpresa, non è il sud familista e solidale delle soap opera televisi- ve ad avere le reti più ampie, ma sono il centro ed il nordest, che sono anche tra le aree più ricche del paese. Questo significa anche che le reti di relazione, a questo punto, non sono in realtà in grado di svolgere quella funzione di ammortizzatore rispetto ai problemi che una crisi economica, come quella che stiamo attraversando, può generare proprio nelle aree più svantaggiate della nostra società, visto che sono proprio queste ad avere la minore disponibilità di questa risorsa sociale. Questo colpisce soprattutto il sud, dove la presenza non soltanto di una famiglia in senso stretto, ma anche di un'ampia parentela, lasciava pensare ad un'ampiezza molto più alta delle reti di relazione su cui ciascuno può fare conto. Evidentemente l'assottigliarsi, anche al sud, delle relazioni basate sulla parentela non è stata sostituita da un sufficiente incremento di relazioni maggiormente fondate sulla libera scelta personale, come quelle di amicizia. Stiamo comunque parlando di differenze abbastanza basse, visti i dati generali che vi ho appena presentato. E chi sono, a questo punto, le persone che possono maggiormente contare su questa risorsa? Ancora una volta quelli che ne hanno meno bisogno, cioè le persone tra i 35 e i 55 anni di età, quindi nel pieno del successo sociale e professionale. C'è però una buona notizia: l'indagine ha dimostrato che la struttura e l'ampiezza delle reti di relazione, non hanno alcuna influenza sulla sensazione di benessere e di soddisfazione che possiamo avere rispetto alle cose importanti della vita, ma che questa deriva, soprattutto, da un confronto prospettico tra quelle che erano le nostre aspettative, tra quella che era la nostra vita nel passato e la situazione in cui ci troviamo in questo momento, oltre agli obiettivi che abbiamo più o meno raggiunto nella nostra vita. Anche per questo le persone più soddisfatte sono proprio quelle di mezza età, mentre a giovani ed anziani non mancano i problemi, sia pure di segno diverso. Alla luce di questi dati, possiamo tirare un sospiro di sollievo, vista la situazione attuale, le probabilità di essere molto soddisfatti nel prossimo futuro sono decisamente altissime. Chi desiderasse inviare un messaggio all’autore, può farlo per e-mail all’indirizzo domenicosecondulfounivrit. Indispensabile indicare “FABI” nell’oggetto, altrimenti l’antispammer cestinerà le mail. nonsolobanca hi tech Bold 9900, una tastiera perfetta Display touch e prestazioni top per il nuovo BlackBerry Q ualità ed ergonomia della tastiera sono sempre state tra le caratteristiche più apprezzate della serie BlackBerry Bold, gli smartphone top di Rim particolarmente amati da chi fa un uso intensivo della posta elettronica. L’ultimo modello della serie, BlackBerry Bold 9900, si stacca però perfino dai predecessori grazie a una ta- stiera che rasenta la perfezione per qualità di costruzione, spaziatura, dimensioni dei tasti e feedback offerto durante la battitura, riuscendo così ad accontentare perfino chi rimpiangeva il vecchio Bold 9000 per via delle maggiori dimensioni. Al contrario del suo fortunato predecessore, il 9900 completa però il comfort generale grazie all’ampio display di tipo touch abbinato all’ultima versione del sistema operativo BlackBerry e a un hardware decisamente più potente rispetto al passato, che insieme consentono di gestire ogni tipo di operazione in modo semplice ed efficace. La maggior potenza e il browser di nuova generazione riescono per esempio a gestire la navigazione web a livelli pari a quelli degli smartphone basati su sistema operativo Android e dello stesso iPhone, con una velocità superiore del 50% rispetto ai BlackBerry di generazione precedente. Il display di tipo multitouch permette inoltre di ridimensionare i dettagli delle pagine visualizzate con l’ormai classico gesto del pich, o pizzico, oltre che di selezionare molte icone per attivare le varie funzioni semplicemente toccando i display da 2,8 pollici, che si è dimostrato nel corso della prova perfetto anche per fruire delle potenzialità multimediali di Bold 9900. Lo schermo ha infatti una risoluzione di 640x480 pixel ma, soprattutto, una densità di 287 punti per pollice, che si traduce nella pratica in fotografie e testi ricchi di dettagli in cui i singoli pixel non sono distinguibili. Nessun problema quindi nell’utilizzo di Bold 9900 anche per svago, come nel caso della cattura di immagini con la fotocamera digitale da 5 megapixel e stabilizzatore di immagini digitale o video in qualità HD, oppure per scaricare una delle migliaia di applicazioni disponi- avviso ai naviganti E ldy è un software gratuito, che semplifica l’utilizzo del computer per alcune delle più comuni attività di navigazione. Il progetto è tutto italiano: nasce dall’idea di Eldy, una onlus costituita per promuovere l’inclusione di persone anziane e disabili e per favorire la diffusione degli strumenti informatici nelle fasce della popolazione meno esperta. Chi non ha familiarità con l’informatica e i sistemi operativi, è destinato a rimanere escluso dalla grande comunità dei cybernauti? La parola magica è “e-inclusion”, voce del verbo “rendere possibile a tutti” l’accesso a Internet. Spesso si dimentica che molte persone sono escluse dai vantaggi che noi diamo per scontati: si tratta di coloro che hanno passato la mezza età e che con il computer non hanno dimestichezza. Molte persone possono arricchire la propria vita e aprire un mondo nuovo, grazie al programma semplificato ELDY, un sistema operativo friendly che consente di compiere le azioni di base: navigare, http://www.eldy.org Per gli over 60 con poca confidenza con il Web Oggi c’è Eldy bili su App World, il negozio digitale di Rim che si presenta in una forma grafica rinnovata ideale per l’uso con display touch. Nonostante lo schermo di nuova generazione, Rim ha curato anche i classici comandi BlackBerry, che continuano a essere un punto di riferimento per l’ergonomia d’uso e sono utilizzabili senza problemi anche con una sola mano. Il touchpad ottico è ora illuminato a led, così come la tastiera, mentre un tasto integrato nell’elegante cornice metallica che circonda Bold permette di bloccare tastiera e display in un solo movimento. Tutte queste caratteristiche non hanno però influito sul peso e sullo spessore di Bold 9900, pari rispettivamente a 130 grammi e appena 10,5 millimetri, né sulla durata della batteria che raggiunge il traguardo della giornata anche in caso di uso impegnativo e nonostante la presenza di un processore da 1,2 Ghz abbinato a una scheda grafica dedicata. Un’iniezione di potenza che si percepisce subito nell’uso quotidiano, a partire dallo scrolling immediato e veloce di pagine e testi, di mail e messaggi impegnativi. Da notare, infine, che Bold 9900 è dotato, oltre che delle classiche schede Bluetooth, Wi-Fi e Gps, anche di un modulo Nfc, che lo rende pronto per sfruttare tutti i vantaggi delle tecnologie radio a breve distanza come micropagamenti e autenticazione in parcheggi e mezzi pubblici. zazione, l’inclusione sociale, l’e-welfare e l’ e-governement. Insomma, un programma gratuito che, una volta scaricato (magari da un nipote), mette nelle condizioni chiunque (con un piccolo aiuto), di poter accedere al Web. di Bruno Pastorelli spedire un’e-mail, chattare, visualizzare video, scrivere e stampare testi. Sei pulsanti ben visibili sullo schermo, che semplificano la vita ai seniors e consentono una loro graduale inclusione nel web. Eldy è uno strumento utile, ma da solo non è sufficiente per accompagnare le persone nel delicato approccio alla Rete. Una strategia, che può portare frutti interessanti, prevede l’affiancamento di giovani o di baby pensionati che, all’interno di istituti, circoli e - perché no? – delle strutture territoriali FABI, possano accompagnare quanti hanno meno confidenza con il computer in un piacevole approccio con il web. Oggi Internet è una grande risorsa, che consente di condividere preziosi beni inimmagi- nabili. Proprio per questo andrebbero fatti tutti i tentativi possibili per non lasciar fuori nessuno. Il grande successo riscontrato in questi anni da questo programma è dovuto a tutti coloro che hanno creduto e collaborato ai progetti, grazie ai quali Eldy è diventato molto più di un semplice programma per il computer. Data la facilità d’uso, Eldy è stato scelto della Pubblica Amministrazione per promuovere l’informatiz- 27 nonsolobanca "di Ascanio Celestini" IL “MANICOMIO ELETTRICO” di Valerio Carangella "I matti, a cosa servono i matti?”. È questo l’interrogativo, provocatorio, che per anni ha spinto il cantastorie, Ascanio Celestini, a raccogliere storie di malattie mentali e manicomi. La sua ricerca sulla vita manicomiale è durata anni e lo ha portato in diverse città italiane, per visitare i luoghi degli ex manicomi e per raccogliere memorie ed esperienze dirette degli infermieri che hanno dovuto affrontare quelle realtà. L’autore, come un vero e proprio artigiano di racconti, ha plasmato e rimodellato questo immenso lavoro, dando vita ad una pièce teatrale, ad un libro ed ora anche ad un film: La Pecora Nera. Uscito nelle sale ad Ottobre 2010 ed ora disponibile in dvd (con un’edizione impreziosita da un libro ed un documentario che svela i retroscena del film e le storie vere a cui il regista si è ispirato per il film), è stato uno dei migliori lavori italiani in concorso alla 67ª mostra del cinema di Venezia. Il cantastorie del programma della Dandini, Parla con me, ha deciso di imbracciare segnalibro per la prima volta la macchina da presa per raccontare uno spaccato di mondo che non è solo quello della malattia mentale, ma è anche quello dei “favolosi anni sessanta”: gli anni del cremino e di sapore di sale, ma anche gli anni dei manicomi elettrici, prima della legge Basaglia, in cui troppo spesso si usava l’elettroshock per mettere ordine nelle teste disordinate di persone etichettate, sbrigativamente, con il termine “pazzi”. In questo contesto si svolge la storia di Nicola, un bambino molto fantasioso, ma timido, introverso ed incompreso, per questo considerato dalla famiglia “uno che si inventa le cose”, dalla maestra un bambino “debole di cervello”. Attraverso una serie di flashback e l’utilizzo della voice off, il regista narra la sua infanzia (il Nicola bambino è abilmente interpretato dal giovanissimo Luigi Fedele, per la prima volta sullo schermo), trascorsa tra la campagna ed il manicomio in cui era ricoverata la madre, con una famiglia rozza ed assente e le piccole sconfitte della vita che lasciano dei solchi profondi (come la Carmine Santoro L’ILLECITO AMMINISTRATIVO IN MATERIA DI LAVORO ESI Edizioni Scientifiche Italiane Napoli 2010 pagg.355, € 38,00 I di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane l procedimento amministrativo sanzionatorio del lavoro è parte importante della galassia degli illeciti amministrativi che, nell'ordinamento italiano, sono oggetto di una disciplina generale modellata su quella dei reati (c.d. modello parapenalistico) contenuta al Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689. Detta interazione normativa contraddistingue la procedura non solo per la tradizionale impostazione repressiva, propria dei procedimenti punitivi in ge- 28 nerale, ma anche per un’innovativa impostazione ripristinatorio-promozionale, diretta al recupero dell’interesse leso con le inosservanze; un simile dualismo genetico e funzionale contrassegna il meccanismo sanzionatorio del diritto del lavoro e previdenza sociale, ed è trattato con misura e completezza in questo testo edito a cura della prestigiosa ESI Edizioni Scientifiche Italiane, primaria realtà dell’editoria partenopea e nazionale. Carmine Santoro, funzionario ispettivo del Ministero del Lavoro che vanta al non accettazione dei compagni di classe e della piccola Marinella, la sua prima cotta). Come fosse un destino segnato, anche Nicola finisce in manicomio, quello che lui chiamava il condominio dei santi, crescendo tra cancelli e lucchetti, con la sola compagnia di una suora che fa le puzze ed il suo alter ego (interpretato da Giorgio Tirabassi) che sogna le riviste di donne che leccano gli uomini. L’unico momento di illusoria libertà ed evasione, era la quotidiana spedizione al supermercato per fare la spesa. È qui che incontra la sua vecchia e forse unica fiamma, Marinella, che lo porrà di fronte alla realtà: ma a quelli come lui è concessa una seconda possibilità, un riscatto, o il re-inserimento in società è negato per sempre? Anche se alle prese con il linguaggio cinematografico, Celestini non tradisce il suo talento di teatrante e poeta, mescolando sapientemente il linguaggio del cinema con quello dell’affabulazione, fatto di filastrocche, fiabe urbane, piccoli racconti metaforici e mantra ripetuti all’infinito, che rendono al meglio l’alienazione dei malati mentali. Il cantore della borgata romana, fra Petrolini, Dario Fo e Marco Paolini, si congeda dallo spettatore, affidando le disarmanti battute finali ad Alberto Paolini, un ex paziente che ha vissuto quarant’anni in manicomio (personaggio a cui è ispirato il film): “Com’è possibile, mi domando a volte camminare sui prati verdi e avere l’animo triste? Essere immersi nel caldo del sole mentre tutto d’intorno sorride e avere l’angoscia nel cuore? Lasciate a noi le vostre tristezze! A noi, che non possiamo andare nei prati e non vediamo mai il sole”. suo attivo una complessa ed articolata esperienza nei vari ambiti funzionali ed operativi della amministrazione di competenza, pubblicista valente ed apprezzato, formatore specializzato in materie di lavoro e previdenza, componente del Gruppo Interpelli istituito presso la D.G. Attività Ispettiva del Minlavoro, collaboratore di ADAPT presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, non ha certo bisogno di presentazioni. Tuttavia, la particolare meritorietà della sua ultima fatica editoriale sta proprio nel fatto di avere offerto al pubblico degli studiosi e degli operatori una prima ricostruzione organica del procedimento sanzionatorio ed amministrativo in materia di lavoro, dalla fase d’iniziativa fino all’epilogo giudiziale, sia dal versante delle normative primarie sia da quello delle disposizioni del dicastero di appartenenza. L’approccio è rigoroso, scientifico e accurato nell’utilizzo dell’ermeneutica giurisprudenziale e nell’analisi de gli orientamenti dell’Amministrazione, ma l’obiettivo di fondo è pur sempre quello – va ribadito, altamente apprezzabile – La Pecora Nera Italia: 2010. Sceneggiatura Ascanio Celestini, Ugo Chiti, Wilma Labate. Interpreti Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, Nicola Rignanese, Barbara Valmorin, Luigi Fedele. Regia Ascanio Celestini. di offrire un corretto inquadramento ed una concreta soluzione alla molteplicità di aspetti e profili critici, che si addensano nella materia della ricerca e sanzione dell’illecito lavoristico-previdenziale. nonsolobanca PAESE CHE VAI, ITALIA CHE TROVI Alla scoperta di Nardò (LE) Tesori barocchi e mare cristallino per curare il morso della Tarantola di Vale O gni stralcio di terra, della nostra bella Italia, è legata ad una storia e ad una cultura le cui radici affondano in passati lontani. La terra del Salento, denominata Tacco d’Italia, cela ricchezze di grande valore artistico, culturale ed ambientale, che raccontano di civiltà antichissime e che meritano di essere conosciute ed ammirate. Vero è che la penisola salentina ha conosciuto negli ultimi anni un forte aumento del turismo, grazie soprattutto alla “movida” di alcune città (si veda Gallipoli, Otranto) o all’evento di grande portata de La notte della Taranta a Melpignano (quest’anno si è contata una presenza di circa cento mila persone), ma ci sono angoli ancora tutti da scoprire, come ad esempio Nardò. A una decina di km da Gallipoli, attraversando il territorio dolcemente collinare delle Murge, si trova questa cittadina i cui tesori testimoniano il passaggio di genti, fin da tempi antichissimi: dalla civiltà messapica, a quella greca, romana e bizantina. Ci sono addirittura testimonianze risalenti alla preistoria, in particolare nella Baia di Uluzzo. Gli elementi archeologici rinvenuti nelle grotte di "Uluzzu" e del "Cavallo", sono considerati come le prime manifestazioni di arti figurative esistenti in Europa. ancor’oggi, nel particolare dialetto parlato in queste zone (che i salentini orgogliosamente definiscono vera e propria lingua). Anche le successive dominazioni hanno contribuito alla formazione di questa lingua molto particolare: dai Longobardi e ai Normanni, passa poi sotto agli Svevi e agli Angioini. I turchi e Venezia furono gli ultimi dominatori prima che Nardò diventasse alla fine del 15° secolo il centro di un piccolo, ma fiorente ducato. La città iniziò in quel periodo la competizione con Lecce, sia sotto l’aspetto culturale che artistico. Con i Bizantini si ebbe l’incremento della presenza dei monaci Basiliani, che diffusero la costruzione in grotte. Infatti, numerosi furono i villaggi rupestri, come quello in contrada Le Tagliate e le cripte, come quella di S. Antonio Abate (le cui pareti interne accolgono una ricca decorazione pittorica di stile bizantino). Nel centro abitato i monaci fondarono l'Abbazia di Santa Maria di Nerito, su cui ora sorge l’attuale Cattedrale dalla facciata settecentesca, ma dalle origini normanne, fondata intorno all’anno mille (di notevole rilevanza è il Cristo Nero del XIII secolo) nel cui interno sono ben visibili le sovrapposizioni delle varie epoche, con elementi in stile romanico, bizantino e barocco. In seguito alla dominazione bizantina e alla fondazione dell'abbazia basiliana, la lingua greca divenne la principale lingua di Nardò, elemento rintracciabile, Girando per le caratteristiche vie è possibile visitare le piccole botteghe d’artigianato (in cui si effettua la lavorazione della pietra di carparo e del vetro), ma anche degustare prodotti tipici tra cui le tradizionali friseddhe o frise, ciambelle di pane biscottato, realizzato spesso con grano d'orzo, ammorbidito con acqua e quindi condita con olio, sale e pomodoro; o la rinomata pasticceria, in cui si distinguono il pasticciotto leccese ripieno di crema pasticcera, le bocche di dama e i dolcetti a base di pasta di mandorla. Università ed edifici in stile barocco e rococò sorsero nell’arco dei secoli successivi come il Palazzo della Pretura, la chiesa di San Trifone (eretta per volontà popolare per la fine miracolosa di un’invasione di cavallette; San Trifone, infatti, è protettore delle colture dalle cavallette e dagli insetti nocivi), la Fontana del toro (la leggenda racconta che la città sia stata fondata nel punto in cui un toro abbia fatto sgorgare l’acqua) o la Guglia dedicata all'Immacolata Concezione, realizzato in carparo (la tipica pietra locale). Opere che, come in un palcoscenico posto proprio nel centro della città, affacciano tutte su Piazza Salandra, rendendola il fulcro della vita cittadina. Il tutto accompagnato da famosi e pregiati vini DOC come il Primitivo di Manduria, il Negroamaro ed il Nardò che, in occasione dell’arrivo dell’estate di San Martino, si potranno degustare insieme al Novello, in giro per le migliore cantine, all’evento San Martino in Cantina, che si terrà il 13 novembre. itinerario consigliato Il Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano, un'area di grande interesse storico-naturalistico caratterizzata da pinete, macchia mediterranea e zone umide, che comprende la zona del parco naturale regionale attrezzato di "Porto Selvaggio - Torre Uluzzi" e la Palude del Capitano, classificata come area naturale. Volendo fare un bagno fuori stagione, è da visitare la scogliera di Torre dell'Alto, qui l’accesso al mare è piuttosto complicato, ma ci sono alcuni punti in cui è possibile raggiungerlo e immergersi nelle sue acque cristalline e ricche di fauna e flora marine. mangiare e dormire Agriturismo La Lucia, antica masseria fortificata di fine ‘800 in cui è possibile gustare una cucina casereccia e sana ed alloggiare in camere confortevoli ed accessoriate; in zona S. Isidoro (marina di Nardò) s.p. 112 Nardò – Avetrana (per contatti 0832/948771). Ristorante Modo, situato nel centro storico (Via Duomo,20); B&B Francesco Rismondo (Via F. Rismondo Strada Cucchiara Porto Selvaggio, 36/37) 29 nonsolobanca altroturismo S FIABE DELLE Sàrmede (TV), Palazzo Municipale, dal 23 ottobre al 18 dicembre 2011 TERRE D’INDIA Una scelta che, se rispetta il lungo giro del mondo per fiabe, che impegna da alcuni anni la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia, risulta di attualità tutta particolare di Arturo 30 arà il successo dei film di Bollywood, sarà lo stupore per la crescita economica, sarà la penetrazione nelle culture occidentali di filosofie e mistica indiane, certo l’India incuriosisce e stupisce. Per chi sull’India, sino a non molti anni fa, non andava oltre ai ricordi di Kim di Kipling e dei Corsari di Salgari, oltre che alle storie di maharaja favolosi e di povertà drammatiche, la scoperta delle infinite sfaccettature di questo immenso subcontinente genera grande interesse. Tutta l’India, dalle nevi dell’Himalaya alle spiagge monsoniche dell’Oceano, ribolle di storie. Sullo sfondo di città come Calcutta, Benares, Delhi, lungo le rive del Gange, nelle pianure e nelle giungle, si tramandano storie che vedono protagonisti elefanti, tigri, serpenti, e poi yogin, brahmani, servitori furbi o sottomessi, asceti e guerrieri, vecchi re e saccenti principesse, bambini curiosi e bestie credulone. A trasmettere, con il linguaggio figurato della fiaba, contrasti vertiginosi e sublimi grandezze. Fiabe tratte da un bacino immenso, che contempera le tradizioni indù e quella musulmana, le memorie di antiche tribù e di moderne affollate metropoli, storie di antica nobile tradizione, come quelle tratte dalla letteratura Panchatantra e Kathasaritsagara, insieme con l’oralità del quotidiano. Su questi temi, sull’enorme patrimonio di fiabe del continente indiano, la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’infanzia ha chiamato a lavorare i più importanti illustratori al mondo. Con loro, i nuovi talenti: gli allievi della Scuola Internazionale d’Illustrazione nell’estate del 2011, tra le colline di Sàrmede, seguiranno i corsi dei grandi maestri. Per carpire insegnamenti e segreti, un po’ come faceva Kim con il suo guru, per imparare a trasmettere storie raccontate, in questo caso, non con le parole, ma con le immagini. Le immagini della fantasia 29a Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Sàrmede, Palazzo Municipale 23 ottobre – 18 dicembre 2011 e 6 gennaio - 15 gennaio 2012 Orario: feriali 9.00-13.00 14.00-16.00/20.00-21.30; festivi e prefestivi 10.00-12.30 14.30-21.30. Museo Zavrel - sopra Unicredit Banca: sabato, domenica e festivi 10.00-12.30 e 14.30-19.00. Incontri con illustratori, editori ed esperti, visite guidate e laboratori didattici per le scuole, corsi d’illustrazione, letture animate, workshop creativi per bambini, concerti e percorsi tra gli affreschi. Informazioni: tel. +39 0438/959582 nonsolobanca altroturismo Marsala, Convento del Carmine, sino al 15 gennaio 2012 UGO ATTARDI. L’erede selvaggio Opere 1944 – 2002 di Arturo "L erede selvaggio” è il titolo del romanzo con cui Ugo Attardi, finalista allo Strega, vinse nel 1971 il Premio Viareggio. Quel titolo diventa sottotitolo della grande retrospettiva che l’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala”, in collaborazione con l’Archivio Ugo Attardi, propone all’ex Convento del Carmine di Marsala dal 15 ottobre 2011 01 UGO ATTARDI L’erede selvaggio. Opere 1944 – 2002 Marsala, Convento del Carmine Pinacoteca Civica (Piazza Carmine,1) Sino 15 gennaio 2012Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 20. Chiuso il lunedì Biglietto d’ingresso: euro 3,00. Catalogo Silvana Editoriale Informazioni: 0923/711631 www.pinacotecamarsala.it [email protected] al 15 gennaio 2012. Si tratta della prima retrospettiva che prende in considerazione tutti gli ambiti della produzione artistica di Attardi: pittura, scultura, grafica e, naturalmente, letteratura e giornalismo. “L’erede selvaggio” racconta dell’infanzia e della formazione siciliana dell’artista, nato in Liguria. Il peso di questa “sicilianità”, intesa come eredità, stimolo culturale e impegno sociale, si avverte in tut- 02 03 ta la produzione di Attardi, intellettuale e fine artista, che sa attraversare un secolo complesso dell’arte italiana ed europea secondo un proprio originale percorso. Si va dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni Quaranta, alle ricerche degli anni Cinquanta e oltre. In particolare la mostra ripropone, dopo decenni, opere capitali della sua produzione, come i dipinti monumentali “Crocifissione a Saragozza” (1964-’65) e “Gli assassini”. È un’occasione rara di confrontarsi con opere importanti della storia dell’arte italiana del secondo Novecento che, all’epoca della loro prima apparizione, suscitarono un intenso dibattito critico. Ai dipinti è affiancata un’ampia scelta dell’attività grafica di Attardi (disegni e incisioni) e una selezione delle opere scultoree tra cui l’imponente “Cotes o la bellezza dell’Occidente”. Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 – Roma, 2006), è stato uno degli artisti più versatili del secondo Novecento italiano. Pittore, scultore, disegnatore di eccezionale talento, Attardi è stato tra i fondatori del gruppo Forma 1, insieme ad altri artisti siciliani quali Carla Accardi, Pietro Consagra e Antonio Sanfilippo. Distaccatosi presto dall’astrazione geometrica del movimento, Attardi aderì alla figurazione sociale propria del clima neorealista per la prima metà degli anni Cinquanta, per farsi poi promotore, dalla metà del decennio in avanti, di una diversa tensione figurativa condotta sulla meditazione dialettica della tradizione moderna e, quindi, centrata sul tema della violenza quale meccanismo pervasivo della società contemporanea. Tra gli artefici, nel 1958, della rivista “Città aperta” (insieme, tra gli altri, a Elio Petri e Carlo Aymonino), Attardi fu ugualmente tra i promotori del gruppo “ Il Pro e il Contro” (1961-1964), che intendeva riformulare criticamente le nozioni di realismo e di figurazione alla luce dei nuovi orizzonti del mondo contemporaneo. È in questi anni che prende corpo la sua inconfondibile cifra stilistica: una pittura satura di colore e di geometrie, dove la grande lezione dell’espressionismo del Novecento (Dix, Grosz, Beckmann) è at- 04 01 Cardinale e nipote anno: 1958, tempera su tela 170x150 cm 02 Senza titolo, anno: 1996, olio su tela, 100 x 80 cm 03 Nella notte, anni: 1971-99, olio su tela, 135 x 150 cm 04 Guarda d'Africa il mare, anno: 1997, olio su tela, 130 x 150 cm traversata a ritroso con la storia dell’arte passata, da Velasquez e Goya sino a Tiziano. In questa fase Attardi inizia a dedicarsi anche alla grande scultura, privilegiando tra i materiali dapprima il legno con gruppi di grandi dimensioni e poi anche il bronzo. È del ’67 l’esordio in scultura con “Donna che cura un bambino ammalato” e il completamento della stesura di “L’erede selvaggio”. Negli anni ’70 nascono i grandiosi gruppi scultorei in legno come “Cortese e la bellezza dell’Occidente” e “Il ritorno di Cristobal Colon”. Innumerevoli le personali che gli sono state dedicate in Italia, ma anche in numerose capitali europee ed americane. 31 'è C è ' C HI C s ycu l o t Au di I L C A R T E LLON E D I o t t o b re - n o v e m b re MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI per pianoforte e orchestra Kv. 467 L’UOMO, IL VOLTO, IL MISTERO. Capolavori dai Musei Vaticani Repubblica di San Marino, Museo di Stato Fino al 6 novembre CINDERELLA Bologna, Teatro Comunale, dal 30 ottobre al 6 novembre. Coreografia e regia: G. Musiche: G. Rossini VERDI/CECCATO 11-12 Milano, Auditorium, il 6 novembre GENIO DEI MACCHIAIOLI Viareggio, Centro Matteucci per l’Arte Moderna Fino al 13 novembre CONCERTO SINFONICO 7 NOVEMBRE 2011 Bari, Teatro Petruzzelli, il 7 novembre Direttore: Boris Brott G. Ligeti: Concert Romanesc S. Rachmaninov: Rapsodia su un tema di Paganini Pianoforte: Benedetto Lupo J. Brahms: Sinfonia n.2 CARLO MATTIOLI. Una luce d’ombra Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno Fino al 13 novembre TOULOUSE-LAUTREC e la Parigi della Belle Époque Mamiano di Traversetolo (PR), Fondazione Magnani Rocca - Fino all' 11 dicembre STAGIONE SINFONICA 10-11 / INKINEN Bologna, Auditorium Manzoni, il 12 novembre Direttore: Pietari Inkinen Orchestra del Teatro Comunale di Bologna Musiche: W. Stenhammar, E. Grieg, J. Sibelius GLI ANNI FOLLI. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933 Ferrara, Palazzo dei Diamanti - Fino all'8 gennaio 2012 IL SIMBOLISMO IN ITALIA Padova, Palazzo Zabarella - Fino al 12 febbraio 2012 CONCERTO SINFONICO 12 NOVEMBRE 2011 Bari, Teatro Petruzzelli, il 12 novembre Direttore: John Neschling G. Ortiz: Concierto Candela per percussione e orchestra. Percussione: Filippo Lattanzi. J. A. Bruckner: Sinfonia n.4 Romantica VIRGILIO. Volti e immagini del poeta Mantova, Ala Napoleonica di Palazzo Te Dal 16 ottobre 2011 all' 8 gennaio 2012 DANIEL BARENBOIM Milano, Teatro alla Scala, dal 16 al 19 novembre DEGAS, LAUTREC, ZANDÒ. LES FOLIES DE MONTMARTRE Pavia, Scuderie Castello Visconteo Fino al 18 dicembre CARMEN Palermo, Teatro Massimo, dal 18 al 25 novembre DENARO E BELLEZZA. I BANCHIERI, BOTTICELLI E IL ROGO Firenze, Palazzo Strozzi Fino al 22 gennaio 2012 G. MAHLER LA VOCE DELLA RINASCITA Bergamo, Teatro Sociale, il 26 novembre PETER FERANEC Palermo, Teatro Massimo, il 4 dicembre Direttore: Peter Feranec Orchestra del Teatro Massimo N. Rota: Concerto per arpa F. Mendelssohn-Bartholdy: Concerto per violino e orchestra in Mi minore op. 64 L. Van Beethoven: Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore op. 60 "BODY WORLDS", corpi plastinati dopo la morte Officine Farneto a Roma (vicino Stadio Olimpico) Fino al 12 Febbraio 2012 MUSICA CLASSICA NICOLA PIOVANI IN QUINTETTO Milano, Conservatorio – Sala Verdi, l’11 ottobre IL BARBIERE DI SIVIGLIA Bassano del Grappa (VI), Palabassano, - dal 14 al 16 ottobre EMOZIONI D'OPERA Venezia, Chiesa di San Giacomo di Rialto, fino all’11 dicembre CONCERTO M* PHILIPPE JORDAN Milano, Teatro alla Scala, dal 16 al 19 ottobre TEATRO, CABARET, SPETTACOL IL TROVATORE Palermo, Teatro Massimo, dal 18 al 26 ottobre NOVECENTO Roma, Teatro dell’Angelo, sino al 6 novembre Autore: A. Baricco Interprete: A. Avallone LA BAYADERE Roma Teatro dell’Opera, dal 19 al 30 ottobre Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera Coreografia: Natalia Makarova da Marius Petipa Musiche: Ludwig Minkus HAMLET Venezia, Teatro C. Goldoni, il 10 ottobre Autore: W.Shakespeare Schaubühne Berlin Regia: Th. Ostermeier IL CREPUSCOLO DEGLI DEI Bari, Teatro Petruzzelli, dal 21 al 25 ottobre Direttore: Stefan Anton Reck Musiche: R. Wagner Regista: Walter Pagliaro LA VERITÀ (FA MALE… SI SA) Milano, Teatro Nuovo, dall’11 al 23 ottobre Autore: Florian Zeller Regia: Maurizio Nichetti Interpreti: S. Marcomeni, M. Cimaglia UTO UGHI Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, il 24 ottobre MAMMA MIA! Roma, Teatro Brancaccio, dall’11 al 30 ottobre e dal 1° al 18 novembre MADAMA BUTTERFLY Milano, San Babila, dal 27 al 29 ottobre BEAUGIRAUD / BENSMAIL Venezia, Palazzetto Bru Zane, il 29 ottobre Patrick Beaugiraud, oboe Lamia Bensmail, pianoforte Musiche: J. Widerkehr, L.-E. Jadin, C. Saint-Saëns, L. Vierne, Ch. Koechlin RUDOLF BUCHBINDER Palermo, Teatro Massimo, il 30 ottobre Direttore e solista: R.Buchbinder Orchestra del Teatro Massimo W.A.Mozart: Concerto n. 23 in La maggiore per pianoforte e orchestra Kv. 488; Concerto n. 20 in Re minore per pianoforte e orchestra Kv. 466; Concerto n. 21 in in do maggiore 32 ASCOLTA! PARLA LENINGRADO..LENINGRADO SUONA! Milano, Teatro Leonardo, dall’11 al 16 ottobre Regia: Sergio Ferrentino Interpreti: Gabriele Calindri, Oliviero Corbetta KAPUSVETKI - GRAVEYARD PARTY Modena, Teatro Storchi, il 15 e 16 ottobre Autore: Alvis Hermanis Compagnia: New Riga Theatre IL RACCONTO D’INVERNO Milano, Teatro Elfo Puccini – Sala Bausch, dal 20 ottobre al 13 novembre Autore: W. Shakespeare Regista: Ferdinando Bruni, Elio De Capitani Interpreti: Elena Russo Arman, Cristina Crippa J-AX Roma, Atlantico Live, l’11 ottobre SISTER ACT – IL MUSICAL Milano, Teatro Nazionale, dal 22 al 30 ottobre e dal 2 al 30 novembre CLAUDIO BAGLIONI Bologna, Teatro Comunale, il 12 ottobre BRACHETTI, CIAK SI GIRA! Bologna, Paladozza, dal 21 al 23 ottobre CHECCO ZALONE Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station, il 24 ottobre ARIA PRECARIA - ALE E FRANZ Genova, Politeama, dal 28 al 30 ottobre Bari, Teatro Team, il 22 novembre Roma, Teatro Olimpico, dal 6 all’11 dicembre BERLIN ELSEWHERE Udine, Palamostre, il 29 ottobre DISNEY CHANNEL SHOW Assago (MI), Mediolanum Forum, il 5 e 6 novembre Roma, PalaLottomatica, il 19 e 20 novembre Bologna, Paladozza, il 26 e 27 novembre MAX GIUSTI Bari, Teatro Team, il 6 novembre IL TROVAROBE Roma, Teatro dell’Angelo, dal 7 al 20 novembre Regia: G. Albano Interpreti: S. Fiorentini PER NON MORIRE DI MAFIA Milano, Teatro Carcano, l’8 novembre Autore: Pietro Grasso Regia: Alessio Pizzech Interpreti: Sebastiano Lo Monaco ENRICO VIII Roma, Teatro Eutheca, dall’8 al 27 novembre Autore: W.Shakespeare Regia: F. Tatulli I PROMESSI SPOSI Roma, Gran Teatro, dal 10 al 20 novembre Napoli, Palapartenope, dal 29 novembre al 4 dicembre Palermo, Palauditore, dal 7 all’11 dicembre SENZA CONFINI - EBREI E ZINGARI Milano, Teatro Elfo Puccini – Sala Shakespeare, dal 15 al 27 novembre Autore e interprete: Moni Ovadia ALICE COOPER Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 14 ottobre FRANCESCO DE GREGORI Cesena (FC), Vidia Rock Club, il 14 ottobre Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 21 ottobre URIAH HEEP Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 16 ottobre PAOLO CONTE Torino, Teatro Regio, il 17 ottobre NEGRAMARO - CASA 69 TOUR Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station, il 26 ottobre MOVEMENT TORINO MUSIC FESTIVAL 2011 Torino, Palaolimpico, dal 27 al 31 ottobre ZUCCHERO - CHOCABECK WORLD TOUR 2011 Assago (MI), Mediolanum Forum, il 7 novembre Brescia, Fiera, il 9 novembre Perugia, Pala Evangelisti, l’11 novembre Ancona, Pala Rossini, il 12 novembre Eboli (SA), Pala Sele, il 17 novembre Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station, il 19 novembre Firenze, Nelson Mandela Forum, il 20 novembre Bolzano, Pala Onda, il 23 novembre Treviso, Palaverde, il 24 novembre Torino, Pala Olimpico, il 26 novembre Genova, 105 Stadium, il 29 novembre Rimini, 105 Stadium, il 1° dicembre Padova, Arena Spettacoli, il 3 dicembre BOB DYLAN & MARK KNOPFLER Padova, Palasport, il 9 novembre Firenze, Mandela Forum, l’11 novembre Roma, PalaLottomatica, il 12 novembre Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 14 novembre GEORGE MICHAEL Assago (Mi), Mediolanum Forum, l’11 novembre PAT METHENY TRIO IN CONCERTO Bologna, Europauditorium, il 12 novembre JOSH T. PEARSON Milano, Teatro Martinitt, il 14 novembre PERSONAGGI - ANTONIO ALBANESE Genova, Politeama, il 17 e 18 novembre Autori: Michele Serra, Antonio Albanese LENNY KRAVITZ – BLACK AND WHITE EUROPE TOUR Treviso, Palaverde, il 20 novembre Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 21 novembre HAPPY DAYS Bari, Teatro Team, il 19 e 20 novembre JOVANOTTI Forlì, Palafiera, il 27 novembre Torino, Palaolimpico, il 29 novembre Genova, 105 Stadium, il 1° dicembre Firenze, Nelson Mandela Forum, il 3 e 4 dicembre Roma, PalaLottomatica, il 6 dicembre Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 9 dicembre Modena, Palapanini, il 14 dicembre MOMIX REMIX Genova, Politeama, dal 22 al 27 novembre DON CHISCIOTTE Udine, Palamostre, il 26 novembre Autore: M. de Cervantes Interpreti: F. Fantini, C. Moretti, E. Scruzzi SCENE DA UN MATRIMONIO Torino, Teatro Astra, il 30 novembre MUSICA POP, ROCK & JAZZ TORI AMOS - Night of Hunters Milano, Teatro degli Arcimboldi, il 7 ottobre Roma, Auditorium Parco della Musica, l’8 ottobre PAOLO FRESU DEVIL QUARTET Reggio Emilia, Teatro Ariosto, il 7 ottobre BRUNO MARS Assago (MI), Mediolanum Forum, il 10 ottobre (unica data italiana) MARIO BIONDI Genova, Teatro Carlo Felice, l’11 ottobre SMASHING PUMPKINS Assago (MI), Mediolanum Forum, il 28 novembre NOEL GALLAGHER’S HIGH FLYING BIRDS Milano, Alcatraz, il 28 novembre (unica data italiana) MAX GAZZÈ & TIROMANCINO Torino, Teatro Colosseo, il 29 novembre MAROON 5 Roma, Atlantico Live, il 10 dicembre RED HOT CHILI PEPPERS Torino, Palaolimpico, il 10 dicembre Assago (MI), Mediolanum Forum, l’11 dicembre RIHANNA – THE LOUD TOUR 2011 Torino, Pala Olimpico, l’11 dicembre Assago (Mi), Mediolanum Forum, il 12 dicembre La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati. 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