Oggi intesa Regione Marche e sindacati

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Oggi intesa Regione Marche e sindacati
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a cura dello Spi Cgil Marche – e-mail: [email protected] http://www.marche.cgil.it/spi
n 101206
i due lampi di oggi
1 - Oggi intesa Regione Marche e sindacati
2 - Analisi di una Finanziaria di fine stagione
Oggi intesa Regione Marche e sindacati
Lavoro, coesione sociale e sostegno allo sviluppo
di Federica Buroni
Difesa del lavoro, coesione sociale e sostegno allo sviluppo. Sono i tre cardini dell’intesa sottoscritta oggi
da Regione Marche e Cgil, Cisl e Uil Marche sul bilancio regionale 2011. “E’ un protocollo che consente
di portare avanti la lotta contro la precarietà in favore della stabilizzazione”, ha detto Gianni Venturi,
segretario generale Cgil Marche, alludendo alla possibilità di trasformare i rapporti di lavoro in
indeterminati considerando che “con l’intesa del 2010 furono 130, mentre con il 2011, e il raddoppio
degli incentivi, l’obiettivo è di triplicare a 450”.
L’accordo stanzia 15,5 milioni di euro e coinvolge, direttamente e indirettamente, circa 20mila
lavoratori. Un quota destinata a crescere con l’integrazione di altri interventi fino a raggiungere i numeri
dell’accordo firmato nel 2010. Le altre azioni previste riguardano il prestito d’onore per nuove imprese
(12 milioni), il progetto “Welfare to work” per il reimpiego di lavoratori svantaggiati (3 milioni), il
progetto Appennino per l’occupazione (1,5 milioni) e un fondo per gli ammortizzatori sociali in deroga
Fse Marche (44 milioni).
Nel dettaglio. Gli incentivi per i contratti di solidarietà (500mila euro); alle imprese per assunzione a
tempo indeterminato di giovani laureati; alle imprese per la stabilizzazione di contratti a termine
(2.100.000 di euro). E ancora: progetto sperimentale reti territoriali per l’occupazione (650.000 euro),
progetti di valorizzazione dei precari nella scuola (800.000 euro), una tantum per sostenere gli studi a
favore di 750 studenti, figli di lavoratori da almeno tre mesi in disoccupazione, mobilità, in Cig
straordinaria. Infine, un contributo di solidarietà di 200 euro a 1200 nuclei familiari con lavoratori
disoccupati residenti nelle Marche, esenzione dal ticket per lavoratori e familiari disoccupati, in mobilità,
in cig e in contratto di solidarietà, erogazione gratuita dei farmaci di fascia C per lavoratori in condizioni
disagiate e incremento del fondo per la non autosufficienza pari a 7 milioni di euro nel 2011.
Analisi di una Finanziaria di fine stagione
La copertura è assai incerta, lo sviluppo del tutto assente, un paio di misure sono chiaramente classiste. Nel frattempo
aleggiano all’orizzonte i rischi di una crescita sempre più incerta e i sintomi di una stagflazione, mentre i tassi sui titoli del
debito danno segnali di risveglio
Valerio Selan www.eguaglianzaeliberta.it
Nel momento in cui scriviamo non sappiamo se siano già risuonate le note del "deguello" per l'assalto
finale a Fort Alamo- Palazzo Chigi o se la fortezza terrà botta. Sta di fatto che pressato dalle opposizioni
Davy Crocket-Tremonti ha anticipato quella che possiamo chiamare l'ultima raffica di finanziaria.
Successivamente apparirà, a fine anno, quella specie di ornitorinco che porta il suggestivo nome di
decreto Mille Proroghe.
Secondo il parere di molti commentatori, tra cui lo stesso Ufficio Studi della Camera, la copertura del
provvedimento appare incerta: ma il Nostro non è nuovo ad acrobazie finanziarie, non sempre felici. La
copertura dei 5,7 miliardi di spesa (anzichè i 7 previsti) sarebbe costituita da Lotto e Lotterie, lotta
all'evasione e asta per le reti TV locali, per 2,5 miliardi di euro. Quest'ultima voce ricalca una proposta Pd
(a suo tempo respinta con derisione), la quale però si riferiva alla rete nazionale, ceduta gratuitamente a
Raiset. Il gettito dell'asta delle reti locali è dunque imprevedibile.
Ma - indipendentemente dalle vicende politiche - alcuni mostri verdi si stanno affacciando sullo scenario
economico italiano. A giudicare da quanto fatto sin qui, dubitiamo che, se il governo sarà come quello in
carica, esso potrà fronteggiarne l'impatto, per la sostanziale incapacità di adottare soluzioni che intacchino
la solidità del blocco sociale su cui è assiso. Problemi analoghi si porranno a qualunque altro governo che
non abbia il coraggio di praticare una radicalmente diversa politica economica e fiscale, colpendo i ricchi
e sostenendo i poveri, sia come individui che come categorie sociali e settori produttivi.
Non sappiamo perché con involontario umorismo la finanziaria attuale sia stata definita dai cortigiani di
quello che speriamo sia l'ultimo Zar, una "finanziaria di sviluppo". Il provvedimento infatti è
caratterizzato da una destinazione di fondi a tutto tranne che allo sviluppo. Non si muovono in questa
direzione gli ammortizzatori sociali, consistenti nel pagare poco lavoratori che non fanno niente (come
non rimpiangere i tanto criticati Lsu - Lavori Socialmente Utili!). Il miliardo destinato all'Università
sembra un gioco delle tre carte: se ti tolgo 3 miliardi e te ne restituisco uno, mi devi anche ringraziare.
Almeno due provvedimenti, infine, sono apertamente classisti: il finanziamento alle scuole private che
consentirà ai benestanti di pagare rette più moderate per i propri figli non sempre studiosi (le trote di
turno, per spiegarci); la cedolare secca al 20% sugli affitti, che favorirà gli immobiliaristi e i rentiers
facendogli pagare un'aliquota inferiore a quella dei metalmeccanici di Pomigliano. L'effetto di
eliminazione del "nero" sarà probabilmente nullo perché, se la matematica non è un'opinione, fra zero e
20 la cifra più piccola è zero.
Come avevamo previsto gli sfrenati entusiasmi per gli aumenti della produzione industriale in agosto (a
fabbriche parzialmente chiuse: questo è proprio il paese dei comici!), sono stati annullati dai dati di
settembre (+ 0,2%). Secondo ogni probabilità il quarto trimestre sarà peggiore per il fermo produttivo di
alcune aree industrializzate del Veneto. Non siamo alla doppia curva, ma ci avviamo ad un andamento ad
L. Chiudere l'anno con un incremento del Pil di un modestissimo 1% sembra per il momento azzardato.
Un secondo mostro verde è in agguato: quello della stagflazione. Per alcuni mesi i prezzi al consumo
sono aumentati lentamente per carenza di domanda interna; ma i prezzi a cancelli di fabbrica e quelli delle
materie prime sono schizzati all'insù. Abolire i futures sulle materie prime (proposta Berlusconi in Corea,
neppure presa in considerazione) significa fronteggiare i problemi con la politica dello struzzo, mettendo
il capo sotto la sabbia. Posizione non ideale, da qualunque punto di vista. Il tasso di inflazione di
novembre è, secondo l'Istat, dell'1,7% (annuo 1,5); ma l'indice annuo armonizzato Eurostat è del 2%,
contro la media Eurozona dell'1,9.
Anche i tassi di interesse in Italia si stanno svegliando dal coma artificiale indotto dalle banche
centrali. Si è visto, e si rivedrà, nel rifinanziamento dei Btp decennali. Poiché nei prossimi mesi
avremo in scadenza circa 200 miliardi, un punto di interesse in più significherà un costo addizionale di
2 miliardi di euro per il servizio del debito. Sono quelli sottratti alla manovrà o si sforerà comunque
con il Mille Proroghe?
(03/12/2010)
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