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Castagna, C. and Parricelli, P. 2013. Un anno sulle piste dei lupi. La Lessinia - leri oggi domain:
63-72.
Keywords: 8IT/Canis lupus/Lessinia/Malme/monitoring/preference/signs/sightings/wolf
Abstract: In 2012, an event of exceptional scientific interest occurred in Lessinia: the return of the
wolf after 130 years of absence. The article describes the events and data collected through
monitoring by staff from the Parco della Lessinia and the Corpo Forestale dello Stato.
Un anno sulle piste
dei lupi
Il 2012 ha fatto registrare in Lessinia un evento di
eccezionale interesse scientifico: il ritorno del lupo
dopo oltre 130 anni di assenza. Il racconto dello
straordinario evento attraverso i dati raccolti nel
corso del monitoraggio eseguito dal personale del
Parco della Lessinia e del Corpo Forestale dello Stato.
Chiara Castagna - Paolo Parricelli
Lo storico ritorno
La data del 24 gennaio 2012 segnerà per sempre le
vicende storiche della fauna selvatica della Lessinia.
Quella notte, a distanza di oltre 130 anni dalla sua
scomparsa, i fotogrammi ripresi da una fototrappola
del Parco della Lessinia, installata in località Branchetto di Bosco Chiesanuova, testimoniano il ritorno del lupo (Canis lupus) sul nostro altopiano. L’eccezionale evento consegna a chi scrive, e al personale
del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Bosco Chiesanuova, una delle esperienze professionali più coinvolgenti e affascinanti mai provate.
Da subito ci viene richiesto di attivare un’intensa attività di monitoraggio. A distanza di pochi giorni lo
stesso esemplare viene di nuovo filmato, sempre nella
suddetta località, nella notte del 28 gennaio e, più
tardi, tra il 14 e il 15 marzo 2012 (fig. 1). Un ulteriore video realizzato con fototrappola in data 1 marzo
2012, da parte di un cacciatore della Riserva di Caccia di Ala, ritrae con ogni probabilità il medesimo
esemplare nella limitrofa Val dei Ronchi trentina.
Il ritorno del mitico predatore balza agli onori
della cronaca. Stampa e televisioni locali ne danno
ampio risalto. Tanta curiosità e un grande interesse
contagia residenti, frequentatori dell’altopiano e la
gran parte dell’opinione pubblica.
Nei mesi successivi i diversi campioni organici,
costituiti perlopiù da escrementi e peli, raccolti e
inoltrati ai laboratori di genetica dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale di Bologna e, tramite il Centro Grandi Carnivori della Regione Piemonte, al Carnivore Genetics Laboratory dell’U.S.
Forest Service di Missoula in Montana, confermano
che l’esemplare ripreso è una femmina di lupo che
possiede l’aplotipo tipico della popolazione italiana.
Si tratterebbe, quindi, di un soggetto in dispersione
proveniente dall’arco alpino occidentale, dove dagli
anni ’90 si è insediata una popolazione di provenienza appenninica che conta attualmente sul versante
italiano poco meno di 100 esemplari.
Ampiamente diffuso sull’intera penisola fino alla
metà dello XIX secolo, il lupo viene sterminato sulle Alpi negli anni ’20 (Brunetti, 1984) e in Sicilia
negli anni ’40 (Cagnolaro et al., 1974), mentre in
Sardegna non è mai stato presente. Nel Veneto le
ultime segnalazioni risalgono al 1931 per l’area bellunese (Fossa, 1988), mentre in Lessinia l’estinzione
del lupo risale alla prima metà del 1800 (Garbini,
1898), con alcune possibili isolate apparizioni intorno al 1880 (Benetti, 2003).
L’arrivo di “Slavc”
In primavera, poi, si assiste allo straordinario viaggio
del lupo Slavc, un esemplare maschio di origine dinarico-balcanica che, partito nel dicembre 2011 dalla
Slovenia, arriva in Lessinia la notte del 6 marzo 2012
compiendo quello che, ad oggi, è il più lungo tragitto di dispersione di lupo mai monitorato scientifiLa Lessinia - Ieri oggi domani
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CONOSCERE IL LUPO
Nome dialettale: Loo Nome Cimbro: Bolf
Ordine: Carnivori - Famiglia: Canidi - Specie: Canis lupus
All’inizio del secolo scorso il lupo in Italia è stato ascritto alla
sottospecie italicus (Canis lupus italicus Altobello, 1921), ma
tale assegnazione non è attualmente riconosciuta ed è ancora oggetto di dibattito nel mondo scientifico.
Distribuzione e consistenza in Italia: presente in modo pressoché continuo lungo tutto l’Appennino, dall’Aspromonte alla
Liguria, con aree disgiunte ubicate tra il Lazio e la Toscana,
sino alle Alpi occidentali. La naturale espansione settentrio-
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nale della popolazione appenninica, con la ricolonizzazione di
ampi settori dell’arco alpino occidentale, è iniziata a partire dagli anni ’90. Si prevede che nell’immediato futuro il lupo possa insediarsi gradualmente sull’intero arco alpino. Esemplari in
dispersione sono già stati contattati in Svizzera, Lombardia,
Trentino Alto-Adige, Austria e Veneto. L’arco alpino orientale
è anche interessato dall’espansione delle popolazioni dinarico-balcanica e carpatico-baltica. Si stima che la consistenza
attuale della popolazione italiana ammonti a circa 1.000 capi.
Morfologia: tra i Canidi è la specie di maggiori dimensioni.
La corporatura è snella e robusta con arti relativamente lunghi, torace possente, fianchi stretti, testa ampia con fronte
sfuggente, muso appuntito, collo corto e robusto e orecchie
triangolari lunghe 10-11 cm circa. Gli occhi sono frontali e
obliqui, color giallo ambra. La zampa anteriore ha 5 dita, delle
quali il primo (“sperone”) non tocca terra, mentre la posteriore ne ha solo 4. La dentatura è massiccia, con 42 denti
definitivi che rimpiazzano quelli da latte a 16-26 settimane di
vita; il morso è potente, aiutato da mandibole che possono
esercitare una pressione di oltre 100 kg per cm2. In Italia il
peso dei maschi adulti oscilla in media tra i 25 e i 35 kg, con
punte massime di 40-45 kg; le femmine sono leggermente
più piccole e snelle dei maschi. Considerando entrambi i sessi, la lunghezza di un adulto è di circa 110-148 cm dalla testa
alla base della coda, la quale misura circa 30-35 cm. L’altezza
alla spalla varia dai 50 ai 70 cm circa. Le popolazioni dell’Europa orientale hanno dimensioni leggermente maggiori. La colorazione tipica in Italia è di base grigio-fulva con tonalità tendenti al marrone-rossiccio più accentuate nei mesi estivi, con
zone ventrali, addominali, parti interne degli arti e mascherina
facciale ai lati del muso più chiare e tendenti al bianco crema.
Bandeggi nerastri sono evidenti sul dorso, sulla punta della
coda e delle orecchie e, spesso, lungo la parte frontale degli
arti anteriori. Il ricambio del pelo avviene una volta all’anno,
con caduta in primavera e ricrescita del pelo invernale, più
fitto e lungo, già dai primi mesi autunnali.
Habitat: sebbene la specie in Italia possa presentarsi in una
gran varietà di habitat, anche ad elevata antropizzazione,
sono le zone montane con buona copertura forestale, rela-
tivamente integre e sottoposte a scarse interferenze umane,
ad aver rappresentato i capisaldi della distribuzione della specie nel territorio nazionale.
Comportamento: è uno degli animali più schivi ed elusivi e
riuscire ad osservarlo in natura è un evento assai raro. E’ attivo prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne. Non è
molto veloce ma è un instancabile camminatore e in una sola
notte può percorre diverse decine di km. Vive in unità sociali
dette branchi che cacciano, allevano la prole e difendono un
proprio territorio stabile ed esclusivo (“home-range”) dal quale vengono estromessi membri cospecifici estranei. All’interno
di ogni territorio vi sono delle piccole aree, chiamate “rendezvous”, che sono utilizzate quali siti sicuri e tranquilli dove trovare rifugio, riposare e allevare i piccoli. Ricerche condotte
in Abruzzo sulle dimensioni di ciascun territorio danno valori
medi che oscillano tra i 120 e i 200 kmq, nonostante un’ampia
variabilità (75-300 kmq) sia stata riscontrata tra branchi che
vivono in condizioni ecologiche simili. Anche la densità media varia notevolmente, con valori che possono oscillare tra
1-3 capi ogni 100 kmq. Il nucleo fondamentale di un branco
è formato da un maschio e da una femmina adulti dominanti
(coppia “Alfa”), dai cuccioli dell’anno e, talvolta, dai giovani
dell’anno precedente restati nel branco natio invece di andare
in dispersione come avviene di norma. In tal caso percorrono
anche notevoli distanze in cerca di un nuovo territorio e di
un partner nel tentativo di fondare un nuovo branco; alcuni individui conducono invece vita solitaria ai margini dei vari
branchi. In Italia le stime disponibili indicano una dimensione
del branco variabile tra 2-7 individui in tarda estate. Nel branco vige una rigida gerarchia lineare, cioè suddivisa per sesso,
con continui confronti ritualizzati che talvolta possono portare a variazioni nei rapporti di dominanza. La spinta socialità
impone una forte capacità comunicativa, efficace e costante;
esistono tre forme principali di comunicazione: visiva (tipici
atteggiamenti posturali riguardanti mimica facciale e posizione
di coda, zampe e orecchie), acustica (ululato e altre emissioni
sonore come ringhi, brontolii, abbai, latrati, uggiolii e guaiti)
e olfattiva (tracce odorose lasciate da escrementi, urina e da
particolari ghiandole situate vicino all’ano e sotto le zampe).
Riproduzione: è prerogativa del maschio e della femmina
dominanti. In Italia di norma gli accoppiamenti avvengono tra
febbraio e marzo, con una fase di estro che dura in media dai
5 ai 7 giorni. La gestazione dura circa 63 giorni e le femmine partoriscono in media 4-6 cuccioli, con variazioni tra 1 e
11, in tane ricavate mediante lo scavo entro cavità naturali o
l’allargamento di preesistenti tane di volpi, tassi e istrici. Alla
nascita i cuccioli pesano circa 500 g, sono completamente
ciechi e sordi e del tutto dipendenti dalla madre; il padre,
assieme agli altri membri del branco, si occupa di difendere
la tana e procurare cibo per la madre. Nei primi giorni i cuccioli si nutrono solo di latte materno, al quale viene associato
cibo rigurgitato a partire dalla terza settimana di vita; a 40-50
giorni iniziano a cibarsi di carne fresca procurata dagli adulti;
rimangono nella tana o nelle immediate adiacenze per circa 7-8 settimane. Trascorso questo periodo abbandonano la
tana e vengono portati in uno dei “rendez-vous” dove attendono il ritorno quotidiano degli adulti. A partire dall’ottavo
mese di vita i nuovi nati iniziano a partecipare attivamente
alla vita del branco. Si stima che la mortalità dei cuccioli sia
molto elevata, fino al 60% dopo il primo inverno. La maturità
sessuale è raggiunta a 2 anni d’età. In natura il lupo vive al
massimo una decina di anni, mentre in cattività alcuni esemplari sono sopravvissuti oltre 15 anni.
Alimentazione: è un predatore generalista e opportunista,
in grado di adattarsi alle varie situazioni. La dieta è principalmente carnivora e le prede preferite sono soprattutto gli
ungulati selvatici come il cervo, il capriolo, il cinghiale e in
misura minore il camoscio. Il consumo di piccoli mammiferi
come lepri, marmotte e altri roditori, di uccelli, frutta e rifiuti
di origine antropica è secondario e diventa significativo solo
nel caso di condizioni ecologiche non ottimali. La predazione
di animali domestici, soprattutto pecore, capre, vitelli e puledri, è condizionata dalla loro abbondanza e accessibilità e può
diventare rilevante in situazioni di bassa densità di ungulati
selvatici. Non disdegna affatto il consumo di carcasse (“scavenging”). Il consumo medio giornaliero di carne è di 3-5 kg,
anche se in realtà gli eventi di predazione si alternano a lunghi
periodi di digiuno.
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Fig. 1 – La lupa Giulietta ripresa con fototrappola il 14 marzo 2012 in loc. Branchetto di
Bosco Chiesanuova (Archivio Parco della Lessinia).
Fig. 2 – Il lungo viaggio di “Slavc”, dalla Slovenia in Lessinia in meno di tre mesi, ricavato
dalle localizzazioni GPS del radiocollare (Università di Ljubljana - Progetto Life + “Slowolf ”).
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camente. Slavc, il cui nome deriva
dal monte Slavnik, area occupata
dal branco natio, era stato catturato
a due anni d’età nel luglio 2011 e
munito di radiocollare GPS-VHF
dai ricercatori dell’Università di
Ljubljana nell’ambito del Progetto Life + “Slowolf”. Il suo lungo
viaggio, di oltre 1.000 km, lo ha
portato dapprima in Croazia, e poi
con un repentino cambio di rotta, lo ha visto dirigersi verso nord
e attraversare Slovenia, Stiria, Carinzia, Tirolo orientale, Alto Adige, Bellunese, Trentino orientale
e Vicentino, e giungere sul nostro
altopiano passando nei pressi della
località Campofontana di Selva di
Progno (fig. 2). Fino a fine agosto
2012 i segnali GPS e VHF emessi
dal radiocollare ci hanno consentito di tenere costantemente sotto controllo ogni suo movimento.
Le localizzazioni satellitari di Slavc,
fissate ogni tre ore circa, ci venivano quotidianamente inoltrate
via e-mail dai ricercatori sloveni,
mentre il segnale VHF era rilevato “sul campo” tramite l’utilizzo
di una radioricevente collegata ad
una antenna direzionale.
Grazie a questa tecnica di ricerca, chiamata “radiotracking”,
si ottengono preziose informazioni sull’ecologia dell’animale radiocollarato, altrimenti impossibili da indagare compiutamente. Si
possono monitorare i ritmi di attività, quali le fasi in cui l’anima-
le riposa o è in movimento, le caratteristiche del territorio frequentato, la sua estensione, localizzare le
aree di rifugio, le tane, ma anche le interazioni sociali e le predazioni.
Dopo una prima fase, durata poco meno di un
mese, che ha visto Slavc dirigersi verso sud fino alla periferia di Verona e successivamente attraversare
da est ad ovest l’intera area pedemontana situata alle
spalle del capoluogo, si è assistito al suo ritorno verso l’Alta Lessinia e al definitivo insediamento nell’attuale areale di presenza, coincidente all’incirca con la
Zona di Riserva Naturale Orientata del Parco della
Lessinia denominata “Foresta dei Folignani”, la Lessinia trentina e la Val dei Ronchi, nei comuni di Bosco Chiesanuova, Erbezzo e Ala (TN).
La formazione del branco
A partire da fine marzo 2012 le localizzazioni satellitari attestavano la permanenza stabile di Slavc in Alta Lessinia, alimentando il chiaro convincimento che
l’incontro con la femmina già presente avesse posto
fine alla sua fase di dispersione e che i due si accompagnassero regolarmente. L’evento era di quelli straordinari poiché riconduceva a quanto zoologi e ricercatori avevano previsto e attendevano da tempo:
la formazione di un branco, tra l’altro l’unico noto
per l’Italia nord-orientale, costituito da due esemplari provenienti da popolazioni diverse non più in
contatto da secoli, fatto di eccezionale valore biologico e conservazionistico. Ma tutto ciò doveva essere compiutamente accertato, e, grazie ad una nevicata tardiva, è bastato attendere il 12 aprile 2012.
Quel giorno un cacciatore di Bosco Chiesanuova ci
segnala orme di canidi tra le località Tracchi e Bocca
di Selva di Bosco Chiesanuova. Si trattava di tracce
recenti costituite da orme grosse e marcate. La situazione ideale per praticare lo “snowtracking”, ovve-
Fig. 3 – Pista su neve della coppia di lupi con la tipica apertura
“ad asola” (Foto P. Parricelli - Archivio Parco della Lessinia).
ro la tecnica di rilevazione applicata per il conteggio
invernale dei lupi attraverso la ricerca e l’esame delle
loro impronte sulla coltre nevosa. Se è difficile poter
stabilire da una singola impronta se si tratti di lupo
o di un cane delle stesse dimensioni, è possibile, invece, dare un’attribuzione certa quando si segue una
traccia o pista, ovvero una serie d’impronte. Queste,
se seguite per uno sviluppo significativo, sono tra i
segni di presenza della specie che forniscono il maggior numero d’informazioni.
La traccia di un cane è generalmente disordinata
e casuale, con le singole impronte poste ai lati di una
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si e sicuri, senza alcun sbandamento o esitazione, per poi, più volte
e all’improvviso, dividersi in due e
ricongiungersi dopo alcune decine
di metri (fig. 3).
Il tipico procedere dei lupi in
branco. La tanto attesa conferma che Slavc si accompagnava alla femmina!
Nei mesi successivi ulteriori riscontri ci vengono forniti dai rilievi eseguiti lungo altre piste su
terreno innevato, dalle analisi genetiche dei vari campioni raccolti
e dalle prime eccezionali immagini dei due lupi, riprese “dal vivo”
la sera del 4 maggio 2012 dagli
agenti del Corpo Forestale dello
Stato, in località Potteghe di Roverè Veronese (figg. 4, 5).
Lo straordinario evento accreFigg. 4 e 5 – Le prime immagini di Slavc e Giulietta riprese durante l’avvistamento del 4
sce sempre più l’interesse dei memaggio 2012 in loc. Potteghe di Roveré Ver.se (Foto L. Signori - Archivio C.F.S.).
dia, che, con unanime e definitiva
approvazione, coniano per la compagna di Slavc il nome “Giulietta” in memoria dell’eipotetica linea centrale. Le tracce del lupo appaiono al
roina di Shakespeare e della sua celebre storia d’amocontrario come una singola linea di impronte, in cui
re con palcoscenico la città di Verona. Con frequenza
quella del piede posteriore si sovrappone esattamente
vengono proposti ampi servizi non solo sui quotidiaa quella dell’anteriore, e se più lupi viaggiano assieme
ni e sulle televisioni locali, ma anche sui maggiori orognuno posa le zampe sulle impronte lasciate da chi
gani di stampa e sulle principali reti nazionali. Perfino
lo precede, così da formare un’unica traccia. Per una
la troupe di una rete televisiva slovena viene in Lessistima accurata del numero degli individui, la traccia
nia per raccontare la fantastica storia del lupo più fava seguita per un tratto sufficientemente lungo da rimoso d’Europa e della sua compagna Giulietta. I più
levare eventuali aperture ad “asola” o a “ventaglio” in
illustri esperti in materia e l’intera comunità scientifica
cui i singoli individui si dissociano per qualche tratto,
manifestano grande interesse per l’avvenimento e per
lungo una curva, in presenza di ostacoli, in corrisponi suoi futuri sviluppi.
denza di una radura o nel caso di predazioni.
A partire da aprile 2012 accertiamo i primi episodi
Sin dai primi rilievi appariva del tutto evidente
di predazione nei confronti di ungulati selvatici. Il 10
che la traccia segnalata attestava il passaggio notture il 15 maggio 2012, con l’arrivo dei primi capi bovini
no di due lupi. La pista filava dritta con passi deci68 Scienze naturali
in alpeggio, vengono segnalati due vitelli predati presso le malghe Valbella e Volpina di Erbezzo. L’esame
delle loro spoglie non ancora interamente consumate
e le localizzazioni satellitari di Slavc attestano che anche tali predazioni sono da attribuirsi alla coppia di lupi. Agli allevatori colpiti forniamo la necessaria assistenza per gli adempimenti richiesti al fine di accedere
al fondo indennizzi già istituito dalla Regione Veneto
per i danni arrecatix dai “grandi carnivori”.
L’inizio dell’alpeggio, che entro i primi di giugno vedrà l’altopiano popolarsi di circa 5.000 bovini,
e l’approssimarsi della stagione turistica estiva, spinge il Parco e le altre istituzioni coinvolte a mettere
in sinergia tutte le competenze per la conservazione del lupo e favorire nel contempo una corretta informazione che abbia come obiettivo la mitigazione
dei conflitti uomo-lupo reali e potenziali. La sera del
18 maggio 2012, presso il teatro comunale di Bosco
Chiesanuova, si tiene un affollato incontro informativo organizzato dalla direzione del Parco in collaborazione con la Regione Veneto, il Corpo Forestale
dello Stato e la Provincia di Verona. L’appuntamento, che vede tra i relatori un responsabile del Progetto Life + “Slowolf” dell’Università di Ljubljana, ha la
finalità di esporre gli esiti del monitoraggio eseguito e
fornire un’esaustiva e corretta informazione sul lupo.
Nelle settimane seguenti il monitoraggio sulle piste dei lupi continua senza sosta, regalando esaltanti momenti carichi d’indelebili sensazioni, che culminano il 10 giugno 2012 con la realizzazione di un
importante video, ripreso con fototrappola a Malga
Lago Boaro di Bosco Chiesanuova, in cui è filmata
la femmina a solo poche decine di metri dalla contemporanea localizzazione satellitare di Slavc.
Nelle notti tra il 14 e il 25 luglio 2012, in località Val Sguerza di Velo Veronese, Slavc e compagna
compiono ripetuti attacchi ad un gregge di ovini.
Sul campo rimangono i resti di 7 pecore predate. Il
contenimento notturno del gregge all’interno di una
recinzione elettrificata mobile mette fine agli episodi di predazione.
La frequentazione da parte dei lupi anche della
Lessinia trentina e della limitrofa Val dei Ronchi ci
porta a una regolare e proficua collaborazione con il
personale dell’Ufficio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento e della Stazione Forestale di Ala.
Una spoglia di lupa a Fosse
Il 12 agosto 2012 l’inquietante scoperta, da parte di
alcuni gitanti, delle spoglie di una lupa nei pressi di
Fosse di S. Anna d’Alfaedo, poi risultata dalle analisi
genetiche appartenente sempre alla popolazione italiana, pareva concludere nel peggiore dei modi una
delle vicende più straordinarie mai accadute in Lessinia (fig. 6). L’esame autoptico, disposto dalla Regione Veneto per chiarire le cause di morte, condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di
Fig. 6 – La femmina rinvenuta morta nei pressi della fraz. Fosse di
Sant’Anna d’Alfaedo (Foto G. Serafin - Archivio Parco della Lessinia).
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Grosseto, presso il quale ha sede il Centro di referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria,
ha permesso di confermare che si trattava di una giovane femmina di età non superiore a due anni ancora impubere. Il corpo dell’animale presentava lesioni traumatiche a livello di sterno-costato, del muso
e del collo, queste ultime presenti anche in profondità fino alla trachea e considerate compatibili con
la presa di un laccio. L’analisi del contenuto gastrico
ha inoltre evidenziato la presenza di un’esca ancora non completamente digerita contenente un pesticida spesso utilizzato negli avvelenamenti dolosi. La
diagnosi definitiva di morte per avvelenamento acuto ha fatto inoltrare all’Autorità Giudiziaria una notizia di reato da parte della Polizia Provinciale di Verona, intervenuta sul luogo del ritrovamento. Tutto
lasciava pensare che l’esemplare fosse Giulietta e che
un vile e sconsiderato episodio di bracconaggio avesse messo già fine alla coppia appena formatasi.
E Slavc? La speranza era che almeno lui fosse
scampato allo sventurato destino. E se salvo, sarebbe
rimasto sul nostro altopiano? Agitati pensieri e presagi funesti affollavano le nostri menti. Ma da subito, con grande sollievo, le localizzazioni satellitari di
Slavc, attese con il fiato sospeso, ci fornivano rassicuranti notizie sulla sorte del lupo sloveno.
E qualcosa davvero incredibile accade nei giorni seguenti. Un attento esame delle povere spoglie
rende alquanto concreta una suggestione da noi coltivata: quella lupa non pareva affatto Giulietta! La
giovane età e troppi particolari del suo tormentato
mantello non coincidevano affatto con la femmina
a noi familiare. Percezioni che si rivelarono giuste
quando ulteriori e approfondite analisi accertavano
che il suo profilo genetico era nettamente diverso
da quello della compagna di Slavc. La buona notizia mitigò lo sconforto e il rammarico per tale episodio e ravvivò attese ed entusiasmo di tutti coloro che
avevano a cuore la sorte dei lupi.
A fine agosto anche il XVIII Film Festival della Lessinia, importante concorso cinematografico di
respiro internazionale, celebra il ritorno del lupo con
un’intera sezione di eventi speciali e due retrospettive tematiche a lui dedicate. La rassegna dà ampio
risalto anche al rinvenimento delle spoglie di lupa e
denuncia la gravità del deplorevole atto.
La storia continua
Fig. 7 – Il radiocollare di Slavc recuperato nei pressi della loc.
Podestaria di Bosco Chiesanuova (Foto P. Parricelli - Archivio Parco
della Lessinia).
70 Scienze naturali
Con rinnovato entusiasmo diamo seguito alla nostra
attività di monitoraggio, nella quale viene messo in
atto ogni sforzo per confermare che Slavc si accompagni ancora a Giulietta.
All’imbrunire del 22 agosto 2012, a distanza di oltre cent’anni, udiamo risuonare in Lessinia la più nota tra le voci del lupo: sette lunghi ululati del lupo
sloveno inondano boschi e alti pascoli in località Folignani di Bosco Chiesanuova.
Il 27 agosto 2012 avviene il distacco programmato
del radiocollare satellitare di Slavc.
L’ultima localizzazione GPS e il
segnale VHF ancora in funzione
ci permettono il suo pronto recupero nei pressi della località Podestaria di Bosco Chiesanuova (fig.
7). Il prezioso strumento viene
immediatamente inoltrato all’università di Ljubljana per consentire ai ricercatori sloveni il download di dati importanti.La perdita
del radiocollare rende il monitoraggio molto più complicato e
impegnativo. Nelle settimane seguenti accertiamo la presenza del
lupo con un nuovo filmato ripre- Fig. 8 – Slavc e Giulietta ripresi durante l’avvistamento del 27 dicembre 2012 in loc. Foliso da una fototrappola nell’alto gnani di Bosco Chiesanuova (Foto P. Parricelli, M. Samaritani - Archivio Parco della Lessinia).
Vajo dell’Anguilla di Bosco Chiesanuova e con i rilievi eseguiti su due manze predamaggio (29 aprile, 4 maggio, 16 maggio e 1 giugno)
te in località Malga Moscarda dello stesso comune.
e solo uno nel restante periodo dell’anno (27 dicemPer accertare, però, che Slavc e Giulietta si acbre). A fine 2012 le predazioni complessivamente ricompagnano ancora bisognerà attendere fino al 30
levate a carico del bestiame domestico ammontano
ottobre 2012, quando nella Lessinia trentina è segnaa 17 capi: 5 bovini (3 vitelli e 2 manze), 8 pecore e
lata una traccia doppia di lupi su terreno innevato.
4 capre. I risarcimenti richiesti sono stati totalmente
Le analisi genetiche su alcuni campioni organici rine celermente erogati dalla Regione Veneto. L’entivenuti sul posto dal personale dell’Ufficio Faunistico
tà delle predazioni accertate nei confronti della faudella Provincia di Trento e della Stazione Forestale di
na selvatica è pari a 4 caprioli.
Ala confermano che i due lupi sono Slavc e Giulietta.
Tra novembre e dicembre 2012 ulteriori riscontri vengono dal rinvenimento di altre piste doppie su
Conclusioni
neve, da due filmati ripresi con fototrappola in territorio trentino il 4 dicembre 2012, dove per la prima
Lo straordinario ritorno del lupo accresce ulteriorvolta Slavc e Giulietta appaiono assieme nello stesso
mente il patrimonio di biodiversità della Lessinia e
fotogramma, e dalle immagini riprese “dal vivo” poin particolare della sua Area Protetta, confermandoco dopo l’alba del 27 dicembre 2012 in loc. Folignala serbatoio privilegiato di preziose risorse naturali.
ni di Bosco Chiesanuova (fig. 8).
Il fenomeno di naturale espansione della specie sulle
Nel 2012 gli avvistamenti diretti considerati certi
Alpi ha portato negli ultimissimi anni a documentare
sono stati 5, dei quali ben quattro concentrati in un
la presenza di singoli individui anche in altre aree del
breve periodo coincidente all’incirca con il mese di
Trentino Alto-Adige, in Lombardia, in Austria e in
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Baviera. Il monitoraggio eseguito nel corso del 2012
in Lessinia ha permesso di accertare la presenza di ben
tre esemplari, due dei quali tuttora presenti, con la
formazione dell’unica coppia nota per l’Italia nordorientale, costituita da due esemplari provenienti da
popolazioni diverse. L’auspicio è che tale coppia possa
riprodursi dando alla luce una cucciolata già nella primavera 2013. Ulteriori accertamenti e confronti con
il database del Centro Grandi Carnivori del Piemonte
permetteranno, forse, di chiarire più nel dettaglio la
provenienza di entrambi i soggetti di sesso femminile.
Di assoluta gravità e difficile interpretazione è
l’uccisione della femmina di lupo rinvenuta ad agosto
nei pressi della località Fosse di S. Anna d’Alfaedo.
Le predazioni complessivamente accertate a carico
del patrimonio zootecnico possono definirsi scarsamente rilevanti.
Da parte nostra il viaggio sulle piste dei lupi, che
tuttora continua, ci ha fatto scoprire creature straordinarie, capaci di lasciare un segno vivido e incancellabile dentro ognuno di noi. Li abbiamo cercati,
seguiti, immaginati, sentiti e qualche volta perfino
spiati. Ci siamo insinuati nelle loro menti per cercare di comprenderne movimenti e abitudini. Loro, di
certo, ci hanno affascinato e conquistato.
Grazie e bentornato amico lupo!
Hanno condiviso con noi il lavoro sul campo: Pierangelo Canali,
Fulvio Valbusa, Andrea Saorin, Luca Signori, Domenico Benciolini, Virginia Mancone, Alessandro Leso (C.F.S. Bosco Chiesanuova). Il monitoraggio in territorio trentino è stato svolto dal personale
dell’Ufficio Faunistico e Stazione Forestale di Ala della Provincia
Autonoma di Trento.
Hanno sostenuto l’attività di monitoraggio con grande sensibilità e
partecipazione: Diego Lonardoni, Direttore del Parco della Lessinia,
Sonia Calderola dell’Unità di Progetto Caccia e Pesca della Regione
Veneto, Daniele Zovi e Paolo Guidi del Corpo Forestale dello Stato.
Enti ed Istituzioni che hanno cooperato: Parco Naturale Regionale
della Lessinia - Comunità Montana della Lessinia, Regione Veneto,
Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale e Settore Faunistico
Ambientale della Provincia di Verona, Provincia Autonoma di Trento,
I.S.P.R.A., Centro Grandi Carnivori Regione Piemonte, Università di Ljubljana Progetto Life+ “Slowolf”, Veneto Agricoltura, Parco
Nazionale Foreste Casentinesi, I.Z.S. Grosseto.
Hanno collaborato, suggerito spunti operativi, fornito utili indicazioni, concesso strumentazioni: Luigi Boitani, Tommaso Borghetti,
Michele Bottazzo, Alessandro Brugnoli, Paolo Ciucci, Massimo Colombari, Ivano Confortini, Claudio Groff, Miha Krofel, Luca Longo,
Francesca Marucco, Paolo Molinari, Hubert Potočnik, Ettore Randi,
Nina Razen, Davide Righetti, Greta Serafin, Paolo Zanghellini.
Hanno fornito preziose informazioni: Cristian Avesani, Rosalba
Boscaini, Martino Capuzzo, Janluc Dartenset, Stefano Fabbiani,
Alberto Leso, Gianluigi Leso, Francesco Leso, Raffaele Leso, Bepi
Pinter, Comprensorio Alpino di Caccia Bosco Chiesanuova.
A tutti loro la nostra più sincera gratitudine.
Bibliografia
Aa.Vv. (2011) - Lupo. Il Divulgatore, n. 5/6
Maggio/Giugno 2011. Centro Divulgazione Agricola Provincia di Bologna.
Benetti A. (2003) - Gli animali nella cultura popolare della Lessinia. I Quaderni
del Parco, Ed. Comunità Montana della Lessinia - Parco Naturale Regionale
della Lessinia, Bosco Chiesanuova (VR).
Boitani L., Lovari S. & Vigna Taglianti A.
(2003) - Fauna d’Italia, Vol. XXXVIII.
72 Scienze naturali
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Calderini, Bologna.
Castagna C., Parricelli P. (2012) - Bentornato in Lessinia mitico Lupo, in “La
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culturale 35, Edi. La Grafica,Vago di Lavagno (VR).
Ciucci P., Boitani L. (1998) - Il lupo. Elementi di biologia, gestione, ricerca. Istituto
Nazionale per la Fauna Selvatica “Ales-
sandro Ghigi”, Documenti Tecnici n. 23.
Groff C., Bragalanti N., Rizzoli R.,
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Marucco F., Avanzinelli E., Colombo M.
(2012) - Il monitoraggio del lupo in Regione
Piemonte – I dati raccolti nell’inverno 20112012. Centro Grandi Carnivori Regione Piemonte.