Senza Pensieri - maggio 2015

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Senza Pensieri - maggio 2015
Notiziario dell’ ISIS Oscar Romero — Albino (BG)
Anno VI
Numero 3
A.S. 2014/2015
STUDIARE AL ROMERO: PORTE APERTE SUL MONDO
Nel Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto Romero lo studio delle lingue straniere viene posto
in grande rilievo, nella convinzione che la loro
padronanza apra le porte del mondo per voi ragazzi, ormai proiettati verso una dimensione
planetaria dell’esistenza.
Per questo, da diversi anni il nostro istituto propone agli studenti significative esperienze di studio e di stages estivi in alcuni paesi europei, oltre alla possibilità di acquisire le certificazioni linguistiche per tutte le lingue offerte dalla scuola.
Ogni anno, inoltre, gruppi di studenti tornano
entusiasti dai seminari organizzati dall’Accademia Europea di Otzenhausen, in Germania, della
quale il Romero è unica scuola italiana partner.
Quindi potremmo dire che il livello di internazionalizzazione è più che sufficiente, dichiararci
soddisfatti e “limitarci” a proseguire con le attività già collaudate…
Invece non ci siamo fermati, ma abbiamo avviato altri progetti ambiziosi, che danno alla nostra
scuola un respiro decisamente internazionale.
Dal prossimo anno si potrà ottenere l’ESABAC, il baccalaureato francese, in pratica gli allievi di
una classe terza studieranno una materia (storia) in francese e approfondiranno la storia e la
letteratura francese e in quinta sosterranno un esame in più, che darà loro il diploma di maturità francese, con la possibilità di accedere direttamente alle università in Francia.
La nostra sarà una delle sole tre scuole della provincia di Bergamo e delle poche in Lombardia
a offrire questa opportunità.
Ma i progetti vanno ormai ben oltre i confini dell’Europa e al Romero quest’anno si è cominciato a sentire parlare in cinese e in russo!
Un gruppo di allievi ha iniziato a studiare il cinese e, grazie alla collaborazione con l’Università
di Bergamo, due studenti universitari cinesi hanno partecipato come “lettori madrelingua” alle
lezioni.
L’introduzione del russo in due classi prime del liceo linguistico ha aperto prospettive decisamente nuove e interessanti. Infatti, grazie ad una legge che stabilisce dei raccordi tra Italia e
Russia per la diffusione del russo e dell’italiano nei due Paesi, i Ministeri dell’Istruzione e degli
Esteri hanno invitato le poche scuole italiane in cui si insegna il russo a intraprendere un percorso di collaborazione per rilanciare le attività di gemellaggio tra le scuole dei due Paesi.
Ovviamente non ci si è lasciata sfuggire l’occasione, che mi ha portato prima a Roma e poi…
A San Pietroburgo e a Mosca! Il viaggio in Russia, seppur breve, è stato molto interessante,
perché ho conosciuto docenti e presidi di istituti russi e ho visitato alcune scuole, scoprendo,
non senza una certa sorpresa, che tanti ragazzi russi studiano l’italiano sin dalla scuola primaria, che la cultura italiana non solo è conosciuta, ma è molto apprezzata e che c’è un grande
desiderio di visitare il nostro Paese.
Tra pochi giorni tornerò a Roma per sottoscrivere un importante accordo di rete nazionale tra le
trenta scuole italiane che hanno aderito al progetto. Nel frattempo stiamo contattando una
scuola russa tra quelle che ho incontrato durante il viaggio con la quale iniziare dal prossimo
anno un rapporto di corrispondenza e, chissà, realizzare uno scambio che porti i ragazzi del
Romero… in Russia!
Per ora, non mi resta che augurare a tutti voi.. buona strada, bonne route, good road, gute reise, buena pista, Хорошего пути, 良好的道路!
Il Dirigente Scolastico
Maria Peracchi
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Due ospiti d’eccezione al Romero
Il perdono libera l’anima, rimuove la paura. È per questo che il perdono è un’arma potente.
(Nelson Mandela)
La nostra scuola ha avuto l’onore e il piacere di accogliere ed ascoltare due membri del Parents Circle Families Forum, un’organizzazione composta da più di seicento famiglie accumunate dal dolore di aver perso un familiare durante il conflitto fra Israele e Palestina.
Rami Elthanan, 65 anni, israeliano, il primo settembre 1997 ha perso la figlia quattordicenne in
un attentato kamikaze ad opera di palestinesi.
Wajeeh Tomeezi, 56 anni, palestinese, il cinque
luglio 1990 ha perso il fratello tredicenne durante
un raid israeliano ad Hazam; nello stesso luogo il
13 luglio 2001 due suoi giovani cugini e la loro
bimba di quattro mesi hanno perso la vita sotto gli
spari di due coloni ebrei.
Il loro racconto inizia così, senza mezzi termini e
in modo diretto. Noi ci caliamo nella loro vicenda
stupiti e rapiti, come se, d’un tratto, ciò che ci
sembrava lontanissimo e fuori dalla nostra esistenza ci desse uno strattone. Ascoltiamo in silenzio delle preziose parole che ripercorrono
fatti, pensieri, idee, emozioni, scelte di vita di due uomini che hanno dovuto affrontare un lutto, i loro affetti rubati reciprocamente da chi sta “dall’altra parte”. Essi raccontano di aver vissuto “una lunga notte” dopo la perdita dei loro cari. “La prima cosa che ho pensato - ricorda
Wajeeh - è stata: mi vendico. La vendetta è un sentimento che ti prende la pancia e cuore,
ma poi va alla testa”. Anche Rami testimonia di aver vissuto gli stessi sentimenti e dice: “Il dolore è immenso, la rabbia cresce, subito pensi che anche l’altro debba provare lo stesso dolore per darti pace”. Poi prosegue: “ il dolore è come un’energia che può essere usata in modo
negativo o positivo. Di fronte a te si aprono
sempre due strade e mi sono chiesto: vendicarsi mi avrebbe ridato mia figlia? Creare altro dolore avrebbe potuto attenuare il mio? Il
nostro dolore rielaborato può costruire un
ponte sulla valle di sangue che il conflitto ha
creato, vogliamo che i nostri figli possano
varcare questo ponte e sperare in una vita
diversa”. Non è certo facile per noi comprendere la grandezza dell’abbraccio tra Rami e
Wajeeh, tra Palestina e Israele, ma sentire le
loro storie, sentire dalle loro bocche chiamarsi l’un l’altro fratello ci dimostra che la conoscenza tra i popoli è necessaria, che è possibile andare oltre gli stereotipi. Ciò che ha dato
loro il motivo e la forza per non crollare è stata la consapevolezza che sia da una parte che
dall’altra del conflitto la sofferenza e il dolore hanno lo stesso peso, che anche “gli altri” sono
essere umani con un cuore spezzato e che non si può giudicare una persona se non la si conosce. La morte dei loro cari ha stravolto il loro modo di pensare, l’incontro con il Parents Circle Families Forum ha dato loro lo slancio per partire e gridare alle giovani generazioni che
“bisogna uscire dal conflitto e che l’unica strada è parlarsi perché al mondo non c’è niente di
più sacro della vita. Nessun conflitto è per sempre, la pace ha un prezzo alto ma conviene più
della guerra”. Anche noi possiamo aiutarli a diffondere il loro messaggio, facciamo tesoro di
queste testimonianze e condividiamo lo slogan del Parents Circle Forum “It wont’t stop until
we talk”.
Prof.ssa Barbara Campana
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Classe 3S: stage linguistico a Norimberga (15/ 21 marzo 2015)
Si possono raccontare parecchie piacevoli esperienze vissute dalla 3S in questo stage, uno
stage diverso per ognuno dei miei compagni.
Chi si è trovato più disinvolto di altri quando si
è cominciato a usare il tedesco già sul confine
con l'Austria, chi si è divertito durante le nove
ore di viaggio in pullman, chi ha adorato gli incontri e i dibattiti durante le lezioni a scuola,
nella sede della "Dante Alighieri", chi ha vissuto particolarmente bene in una famiglia tedesca, chi ha ritrovato se stesso in una nazione
completamente diversa...
Comunque l'abbiamo vissuta, questa esperienza rimarrà per sempre nella nostra mente e nel nostro cuore, e per tanti motivi.
Primo fra tutti, praticamente nessuno di noi era già stato in Germania ma, studiando tedesco
da tre anni, ci eravamo già innamorati della
sua cultura. Appena arrivati a Norimberga
nel pomeriggio, ci si è prospettata davanti
una città gioiello, talmente pulita che quasi
brillava, composta totalmente da edifici
nuovi ma non troppo moderni, ricostruiti dopo il bombardamento delle forze americane
durante la Seconda Guerra Mondiale, e numerosi ponti sul fiume Pegnitz. Ponti per la
cui costruzione i cittadini di Norimberga, come ci ha spiegato il secondo giorno la simpatica guida, si sono ispirati esplicitamente
a molti elementi di Venezia (anche le scarpe del signore che ci ha fatto da guida venivano
dall'Italia, e come ne era fiero!).
Poco dopo il nostro arrivo, ognuno è stato assegnato alla propria
famiglia.
Devo dire che mai mi sarei aspettata di ricevere tanta accoglienza, tante attenzioni e di sentirmi come fossi veramente a casa
mia... I genitori adottivi miei e di una mia cara compagna e amica
ci hanno trattate come principesse, dalle prelibatezze a colazione
e a cena, allo splendido e ricco pranzo al sacco che gustavamo
nella pausa tra le lezioni e le escursioni pomeridiane, per non parlare dei calorosi "Guten Morgen, meine Lieben!" ("Buongiorno,
mie care!") e dei regalini che hanno preparato apposta per noi.
Anche gli altri compagni si sono trovati a loro agio, come ci raccontavano entusiasti ogni mattina, ognuno dopo aver preso i mezzi pubblici necessari per raggiungere la scuola.
Chi in metro e chi in pullman, in poco tempo siamo diventati esperti su come muoverci nell'intricata ma iperorganizzata rete di
mezzi a Norimberga.
Inutile dire che il nostro tedesco sia nettamente migliorato. Per quanto mi riguarda, durante la
prima cena ero in grado di capire il 66% di ciò che mi veniva detto, mentre l'ultimo giorno comprendevo un buon 95%.
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Non c'è niente di più utile che viaggiare e vivere non come turista,
bensì come studente e cittadino in loco, per imparare bene una
lingua. Abbiamo poi avuto modo di sperimentare le nostre capacità nella complicata ma deliziosa lingua tedesca durante le escursioni pomeridiane, così come di scoprire interessanti monumenti
e musei di Norimberga.
Come il Doku-Zentrum, un museo che percorre la storia della città
durante il periodo nazista, contenuto in un'enorme struttura che
sarebbe dovuto diventare il Colosseo del Terzo Reich hitleriano
(fortunatamente rimasto incompleto), ed il Memorium, il palazzo
dove si svolsero i famosi Processi di Norimberga. Sederci nell'aula dove si sedettero i più grandi criminali nazisti ci ha fatto da un
lato venire i brividi, ma dall'altro anche ragionare sull'importante
tema dei diritti umani e dei crimini contro l'umanità.
Ovviamente l'interesse per Norimberga non si limita alla sua travagliata storia, dato che qui si riuniva il partito nazista: questa è
anche la prima città tedesca ad aver dedicato una statua ad un
artista, ossia Albrecht Dürer. Abbiamo visitato la sua casa, che era anche il laboratorio di questo grande ed innovativo pittore rinascimentale.
Infine, l'attrazione che forse ha riscosso più successo è stata la città di Bamberga.
Raggiunta comodamente dopo una piacevole
ora in un treno pulito e puntualissimo, abbiamo
subito capito perché sia patrimonio dell'UNESCO: con la moltitudine di campi colorati, piante
e fiori coltivati, non può non rimanere nel cuore.
Anche le maestose chiese di questa città ci hanno lasciato a bocca aperta.
Non è stato dunque facile dire addio l'ultimo giorno, o meglio arrivederci, alle nostre famiglie.
Fortunatamente il viaggio di ritorno è stato spezzato da una tappa "da favola": il castello Neuschwanstein.
Questo nome, che assomiglia di per sé ad uno scioglilingua, significa "Nuovo-Castello-del Cigno", perché il cigno era l'animale più caro al re Ludovico II, il committente di questa opera
d'arte conosciuta in tutto il mondo perché ha ispirato il logo della Walt Disney.
Ludovico, "il re delle fiabe" fu un re molto particolare,
che amò circondarsi di bellezza per fuggire dalla dura
realtà, immerso nelle sue più grandi passioni quale
l'arte e la musica. Amato dal proprio popolo, ma non
visto di buon occhio dal governo, venne trovato inspiegabilmente annegato in un lago, forse ucciso.
Tuttavia questo castello non poteva che lasciare un
sorriso sul nostro viso: la bellezza dei suoi scenari
magici all'interno ci ha fatto rimanere tutti senza fiato.
Che dire di più? Un enorme grazie agli insegnanti
che ci hanno accompagnato, Tosca Finazzi e Paolo Cortinovis, perché ci hanno permesso di
vivere una settimana ricca di avventure, all'insegna della curiosità e del puro, insaziabile e nobile desiderio di apprendere e di nutrirsi di conoscenza.
Stefania Licini
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SEMINARIO A OTZENHAUSEN : 9 – 14 marzo 2015
La dignità dell’uomo nel XXI secolo : solo un’illusione?
Menschenwürde im XXI. Jahrhundert : eine Illusion?
Eravamo tutti un po‘ ansiosi e impazienti di scoprire
cosa ci stesse aspettando quando, la
mattina di
lunedì 9 marzo 2015, siamo finalmente decollati
(noi, un gruppo di 12 studenti delle classi terze) alla
volta dell’Accademia Europea di Otzenhausen.
Lì, ad attenderci, abbiamo trovato altrettanti ragazzi
provenienti da Germania e Francia e un gruppo di
responsabili affabili, disponibili, ma soprattutto desiderosi di farci scoprire di più riguardo ai diritti umani
e alle Istituzioni europee che hanno il compito di
difenderli.
Durante tutto il corso della settimana le lezioni si
svolgevano sia di mattina che di pomeriggio, il che può sembrare abbastanza monotono, ma,
grazie all’unione creatasi fra noi studenti e al clima di
tranquillità dell’Accademia, era praticamente impossibile annoiarsi.
Il nostro obiettivo era quello di farci riflettere
sull’importanza della dignità dell’uomo e su come essa debba essere rispettata; i lavori erano svolti
perlopiù in gruppi trinazionali e rappresentavano una
possibilità per confrontarsi con le opinioni di ragazzi
provenienti da altri Paesi dell’Unione Europea.
Durante queste attività il nostro obiettivo era quello di
individuare i diritti umani fondamentali e le organizzazioni volte a proteggerli ; inoltre, parlando di pregiudizi
e stereotipi, siamo riusciti ad “abbattere le barriere”
che ci dividevano, arrivando alla conclusione che anche all’interno dell’intera Europa sarebbe
necessario andare oltre i propri limiti perché, come recita il motto dell’Europa stesso, l’unione
nasce dalla molteplicità.
Inizialmente è stato un po’ difficile per noi rompere il ghiaccio e trovare il coraggio di parlare al
microfono davanti a 40 persone che ci fissavano, ma una volta capito che l’importante era
“buttarsi” tutti i problemi sono stati risolti con successo.
Ovviamente non sono mancati i momenti di svago,
durante le numerose Kaffeepausen e nei momenti
di ritrovo nella sala comune.
Per riassumere gli argomenti trattati nei giorni precedenti, il giovedì abbiamo avuto la possibilità di visitare la città francese di Strasburgo, sede del Parlamento Europeo e della Corte Internazionale per i
Diritti Umani e abbiamo trascorso tutti insieme una
giornata molto istruttiva e altrettanto piacevole.
Insomma, la settimana trascorsa all’Accademia è
davvero volata senza che ce ne accorgessimo e
siamo ripartiti con un po’ di malinconia, ma con la
consapevolezza di aver trovato degli amici…
Per questo motivo speriamo che la scuola continui ad offrire questa possibilità agli studenti,
perché anche altri, proprio come noi, possano vivere questa bella esperienza!
Giulia, 3^S
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VIVE LA FRANCE!
Viaggiare significa far crollare gli enormi muri che ci dividono dagli abitanti di un paese straniero, ossia i muri dei pregiudizi e degli stereotipi. Personalmente, ho avuto la possibilità di confrontarmi con questo ostacolo proprio durante l'ultimo viaggio scolastico, che mi ha portato delle piacevolissime sorprese, nonostante i dubbi che erano sorti prima della partenza.
Recentemente, infatti, ho avuto modo di visitare la bella città di Montpellier, grazie all'organizzazione, da parte della professoressa madrelingua francese, di uno stage linguistico nel sud
della Francia.
Sia le due classi coinvolte che le insegnanti che ci
hanno accompagnato hanno avuto la possibilità di
essere accolte in una famiglia di Montpellier per
una settimana e ciò, a mio parere, costituisce
un'esperienza assai utile per praticare la lingua
ma anche per osservare da vicino i costumi e le
varie abitudini degli abitanti. La valutazione che
ho potuto dare alla fine del viaggio è stata completamente positiva, tuttavia, non posso negare di
essere stata un po' titubante prima di partire. In
effetti, ho sempre immaginato che i francesi fossero persone rigide e poco socievoli, perciò mi ero già preparata psicologicamente ad affrontare
un soggiorno poco piacevole e soprattutto temevo la famiglia che mi avrebbe ospitata.
A pensarci ora, ciò mi fa sentire ridicola, poiché a causa di questi inutili pregiudizi ero partita
con lo spirito sbagliato…
Tuttavia, dopo aver avuto l'occasione di fare conoscenza con alcuni abitanti di Montpellier mi
sono dovuta ricredere completamente. Infatti, la gente del posto mi ha piacevolmente stupita:
si sono tutti rivelati gentili e molto disponibili, ma ciò che più mi ha colpito è stata l'apertura di
mente di ciascuna persona che ho conosciuto, dall'anziana signora che mi ha ospitato in casa
ai giovani che prendevano il sole nei parchi mozzafiato della città. Mi ha affascinato scoprire
come la maggior parte della gente sia molto aperta nei confronti delle diversità, che vengono
considerate fonti di arricchimento. Al contrario, in Italia, molti spesso temono ciò che è diverso
e costruiscono delle barriere senza prima sforzarsi di conoscere qualcuno con abitudini non uguali alle proprie: ciò rappresenta un grande limite, nonché una chiusura di mente.
Questo viaggio, insomma, mi ha aperto gli occhi su l'inconsistenza dei pregiudizi e la paura nei
confronti di chi è diverso e sono, dunque, ancora più convinta di quanto sia utile viaggiare, per
scoprire nuove culture e relazionarsi con gli altri.Naturalmente, ci sono molti altri aspetti che
hanno contribuito a farmi appassionare a Montpellier, come per esempio il grande valore che
viene attribuito all'arte di qualunque tipo: camminando per le bellissime strade della città era
facile trovare "tromp l'oeil" ed altri murales spettacolari, oppure passando nel centro della Place de la Comédie spesso si aveva l'opportunità di assistere all'esibizione di abili artisti di strada, da cantanti e musicisti, a ballerini di hip hop che organizzavano piccole rappresentazioni
assai coinvolgenti.... Non ho mai potuto cogliere precedentemente in altri Paesi in cui ho viaggiato una tale disponibilità ed apertura di mente. Inoltre, un'altra nota positiva di questa esperienza è stata l'opportunità di visitare durante il soggiorno molte altre città francesi interessanti,
come Arles, Aigues-Mortes, Avignon, Nîmes e Nice che si sono rivelate assai piacevoli e caratteristiche. Non posso certamente dire che questo stage linguistico mi abbia cambiata (per lo
meno spero che il mio francese sia un po' migliorato), ma di sicuro mi sento arricchita, poiché
sono rimasta incantata sia dalla bellezza dei luoghi, sia dalle persone interessanti con cui mi
sono confrontata. Ogni volta che ritorno da un Paese straniero ho l'impressione di avere acquisito qualcosa in più e non mi riferisco solamente alle foto ed ai souvenirs, ma soprattutto all'arricchimento interiore. Per questo motivo, spero di avere altre opportunità per visitare nuovi luoghi, poiché ho ancora un’infinità di cose da scoprire ed un'infinità di esperienze da vivere.
Silvia Zenoni 4^T
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En route pour Montpellier!
Envie de sortir de la torpeur de l’hiver au mois d’avril et d’avoir un avant goût de l’été?
Alors pas de doute, c’est au sud de la France qu’il faut aller! Mais au fait.. existerait-il autre
chose que la fameuse Côte d’azur..? Bien sûr que oui! Le Languedoc-Roussillon et la charmante ville universitaire de Montpellier à quelques kilomètres seulement de la mer méditerranée. C’est là que notre classe, la 3eT du lycée linguistique, a élu domicile en compagnie de la
4eT pour effectuer un stage linguistique du 12 au 18 avril dernier.
Une immersion totale dans la langue et la culture française et occitane puisque tous les élèves
étaient logés en famille. Et de là, nous en avons profité pour aller d’abord à Aigues-mortes en
camargue, une très jolie petite ville fortifiée qui est restée telle quelle ou presque depuis
l’époque des croisades sous Louis IX. Puis à Avignon, en provence, où nous sommes passés
devant son célèbre pont avant de visiter la plus grande construction gothique du Moyen Âge,
le palais des Papes érigé au XIVe siècle.
Et enfin, à Nîmes, où nous avons fait un bond en arrière dans le temps pour nous consacrer à
l’Antiquité avec ses arènes et ses temples romains comme la Maison Carrée.Au fait, on allait
presque oublier..!
On a eu cours de français tous les matins sauf le mercredi! À la fin de la semaine, comme
vous vous en doutez, on n’avait plus du tout envie de rentrer à Albino...!
Voici quelques extraits des reflexions de quelques-uns d’entre-nous sur cette experience:
Eleonora Branchini: “(…)Je suis tombée amoureuse de Montpellier. Je n’oublierai jamais cette
expérience parce que j’ai amélioré mon français
et que je me suis aussi transformée!(…)”
Alessia De Bagge: “(…)La famille était très disponibile avec nous et notre mère d’accueil a
cuisiné des plats différents tous les jours et j’ai
beaucoup apprécié! (…)”
Claudia Morlacchi: “(…)La chose que ce séjour
m’a apportée le plus a été la possibilité de faire
des comparaisons entre la France et l’Italie. Par exemple, les étudiants français préfèrent sortir
le jeudi soir par contre, en Italie, les jeunes préfèrent sortir le samedi soir. (…)”
Paolo Sala: “(…)Grâce à ce séjour, j’ai réusssi à augmenter mon esprit d’adaptation et je pense que j’ai aussi perdu ma timidité! (…)”
Noémi Di Maio: “(…)Je n’avais jamais fait d’expérience comme celle-ci!Pour la première fois
de ma vie, je me suis retrouvée au contact direct avec une nouvelle culture et cela a contribué
à améliorer mon bagage culturel. Je suis très contente d’avoir paticipé à ce séjour et je le recommande à tous les jeunes qui aiment les langues étrangères. J’espère avoir l’occasion de
revivre bientôt une expérience pareille! (…)”
Francesca Colombi: “(…)Le séjour à Montpellier n’a pas été un simple voyage scolaire: au
cours de la semaine en France nous avons eu l’occasion de nous immerger totalement dans la
langue française, de mettre en pratique ce qu’on a appris au lycée.
C’était génial de parler de différents sujets avec les habitants.
C’était surprenant d’aller dans un magasin et d’être capable de parler et de comprendre parfaitement ce que l’on me disait!
C’est une experience complètement différente des exercices en classe. À mon avis, la vraie
langue s’apprend sur place, en vivant et en savourant chaque facette du quotidien! (…)”
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Stage a Montpellier per 3T e 4T
Dal 12 al 18 aprile, le classi III e IV sez. T dell'Istituto Oscar Romero di Albino, accompagnati
da tre professori, si sono recati in Francia, a Montpellier, per compiere uno stage linguistico.
Dopo un viaggio di circa dieci ore, gli alunni sono arrivati a destinazione e, conosciute le rispettive famiglie "d'accueil", si sono divisi, ognuno nella propria abitazione. L'obiettivo della vita in
famiglia consiste certamente nell'obbligare i ragazzi ad esprimersi in lingua francese per ogni
minima necessità, ma serve anche per creare in loro uno spirito di adattamento alle nuove abitudini di vita quotidiana e per conoscere realtà diverse dalla propria.
Durante la permanenza in Francia, inoltre, i ragazzi hanno seguito un corso approfondito in lingua, dalle ore 9,00 alle ore 13,00 del mattino;
queste lezioni hanno permesso loro di migliorare
la conoscenza del francese attraverso dibattiti e
discussioni riguardanti temi di interesse comune
tra i giovani, come tatuaggi, piercing e musica.
Nel pomeriggio, dopo una pausa per il pranzo,
erano previste delle escursioni organizzate nelle
cittadine storiche più famose vicine a Montpellier.
Lunedì le classi hanno visitato la città di AîguesMortes accompagnati da una giovane ed esperta guida di nome Gérémie.
La visita principale è stata la torre di Costanza, dove nel '500 furono imprigionate quaranta
donne protestanti: i ragazzi sono rimasti particolarmente colpiti dalla scritta "résister", ancora
incisa sul pavimento della cella.
Dopo la visita alla città, non è mancata una sosta in spiaggia, dove i ragazzi si sono divertiti a
bagnarsi i piedi e a fare foto al paesaggio marino
della Camargue.
Il secondo giorno tutti sono rimasti a Montpellier per
svolgere due lavori: un questionario riguardante i
monumenti storici della città è un'intervista alla gente
del posto su tematiche prestabilite.
Questa esperienza è stata molto stimolante per i ragazzi, in quanto essi hanno dovuto attirare l'attenzione di sconosciuti per porgere loro sei domande precedentemente preparate.
La giornata di mercoledì è stata interamente dedicata alla visita di Avignone: le mete sono state il celebre ponte immortalato dalla canzone e l'immenso
Palazzo dei Papi, all'interno del quale i ragazzi sono
stati liberi di spostarsi seguendo il percorso guidato. Non è mancato il tempo per un po' di
shopping nei tanti negozi del centro.
Giovedì pomeriggio la destinazione è stata Nîmes, una località caratterizzata da edifici del periodo romano come la "Maison Carrée" e l'Arena.
Il giorno seguente i ragazzi si sono trattenuti a Montpellier per la lezione di danze occitane, tenuta della stessa guida che li aveva accompagnati nelle varie città: Gérémie, oltre ad insegnare i semplici passi di questi danze di gruppo, suonava vari strumenti musicali contemporaneamente!
Così i ragazzi si sono divertiti molto ed hanno sperimentato un genere di danza assai distante
dal loro.
Complessivamente l'esperienza è stata molto costruttiva per gli studenti, che, oltre a migliorare la pronuncia e la scioltezza della lingua, hanno imparato a relazionarsi meglio tra loro e con
gli altri e hanno potuto visitare i luoghi storici che erano stati già oggetto dei loro studi.
Certamente il ricordo di questi momenti resterà impresso nella loro mente per tutta la vita.
Donadoni Miriam 4^T
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Quando la disabilità non conosce confini
Nel mese di marzo la classe IV L ha vissuto, per la seconda volta, l'esperienza di stage. Noi
abbiamo trascorso questo periodo presso l'istituto comprensivo di Ranica nella scuola primaria.
Le insegnanti delle classi prime, dopo essere state accoglienti e ospitali per dieci giorni, hanno
scritto sul giornalino della loro scuola l’articolo che riportiamo qui sotto. E, così, hanno reso la
nostra avventura ancora più speciale. Ci sembrava giusto esprimere il nostro vissuto e il nostro
ringraziamento a quanti ci hanno permesso di sperimentare questa attività.
Un'esperienza unica che spalanca le porte a chi pur avendo una disabilità motoria, può avere
le stesse opportunità dei propri compagni.
Una sfida, una chance, un'occasione, sicuramente… un'alternanza. Qualcosa in cui ci si mette
in gioco con le proprie paure, la propria disabilità e il proprio bagaglio di studio e conoscenze!
Certo, non si parte per un'avventura senza progetti e preventivi, ma per questo ci sono gli educatori, quelle figure che accompagnano gli alunni diversamente abili per la nostra scuola e che
silenziosamente, quasi in punta di piedi, possono sostenere e aiutare con discrezione. Ma la
cosa che più di tutto vogliamo dire è che si può e si deve osare: quel "cercare" o "provare" non
può essere negato o limitato da qualche pseudo iter burocratico. Ognuno di noi ha in sé dei
desideri e delle aspettative. Sperimentare e provare a fare esperienze di questo genere, anche
per chi è diversamente abile, è una delle possibilità per sentirsi parte della normalità!
È per questo che sentiamo la necessità di ringraziare chi ci ha dato la possibilità di vivere questo momento: noi stesse per prime che con coraggio abbiamo affrontato questa sfida, il consiglio di classe, la professoressa Nives Gritti, il preside dell'istituto comprensivo di Ranica Antonio Signori, le insegnanti delle classi prime che ci hanno accolto a braccia aperte, ma soprattutto i protagonisti, insieme a noi, di questo stage: i bambini, unici e incredibili, capaci di sentimenti veri.
L’alunna Serena Averara; l’educatrice Alessandra Paolillo
Ci è stato chiesto di dare qualcosa...... Molto abbiamo ricevuto
Qualche mese fa è stato chiesto alle nostre classi prime di ospitare una ragazza tirocinante per
un periodo di circa 10 giorni.
La presenza di una persona tirocinante è sempre interessante, perché tutti si mettono in gioco, dagli insegnanti agli alunni; in parte perché si vuole mostrare il
meglio di sé, in parte perché è una ventata di novità nel
quieto (si fa per dire) procedere delle giornate scolastiche. E poi è arrivata Serena. Lei non è come le altre tirocinanti, lei è “diversa” e noi e i nostri alunni ci siamo preparati ad accoglierla con grande entusiasmo. Serena si
è presentata una mattina di Marzo “guidando” silenziosamente la sua carrozzina a motore; immaginiamo che
anche lei avesse qualche timore ad incontrarci, ma appena varcata la porta dell'aula ha incontrato i nostri sorrisi, gli occhi brillanti di curiosità dei nostri alunni e ci ha ricambiato con un grande sorriso, poi con la sua vocina ci ha parlato di lei è di
cosa avremmo fatto insieme.
Insieme abbiamo intrapreso un breve percorso alla scoperta degli animali, soprattutto quelli
che avremmo incontrato nella nostra imminente gita alla fattoria didattica. Abbiamo parlato di
tante cose in quei giorni, abbiamo partecipato a tante attività, e Serena è stata sempre con noi.
Da Serena abbiamo ricevuto molto: anche se la vita non è stata molto generosa, s'impegna
con tenacia e determinazione in tutte le cose; i nostri alunni hanno toccato la sua diversità facendola diventare parte della quotidianità, attraverso la spontaneità dei loro gesti hanno ricevuto in cambio l'esempio di come si affrontano difficoltà anche pesanti e l'insegnamento che le
cose possono essere fatte anche in modo “diverso”.
Grazie Serena di aver lasciato la tua impronta nei nostri cuori; ancora oggi, ogni tanto, i nostri
alunni ci chiedono: “torna a trovarci Serena? Verrà ancora a fare scuola con noi?”
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LE PETIT PRINCE
Una delle opere più conosciute di Antoine de Saint-Exupéry è quella del
“Piccolo principe”, famosa per la sua unicità.
L’ autore, dopo essere entrato a far parte dell’ aviazione militare, partecipò a diverse missioni di guerra. Ancora oggi viene ricordato come "eroe
romantico": un uomo lontano, sfumato, quasi irreale, sia per la sua vita
avventurosa che per la sua morte, avvenuta in circostanze misteriose
all'età di 44 anni. Infatti il 31 luglio 1944 partì per il suo nono ed ultimo
incarico con l'obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy.
Purtroppo però non fece più ritorno: venne dato per disperso e non se ne
seppe più nulla.
Il “Piccolo principe”, apparentemente, sembrerebbe un racconto per l’ infanzia, ma in realtà Antoine de Saint-Exupéry si rivolge ad un pubblico di
qualsiasi età, poiché vuole far arrivare il suo messaggio al bambino che si trova dentro al cuore
di ogni adulto. Tutti, quindi, possiamo cogliere temi di riflessione diversi.
Noi ragazzi della 2^T abbiamo avuto l’ opportunità di partecipare alla reinterpretazione di questa opera teatrale in lingua francese il 10 marzo al teatro di Colognola. Nello spettacolo si alternavano scene recitate e cantate con l’ abitante di ogni pianeta che il piccolo principe visitava, come per esempio l’ uomo d’affari, il re, il vanitoso, il lampionaio e la volpe.
Con quest’ultima il protagonista crea un legame speciale, poiché ella gli confida il suo segreto,
ovvero che l’ essenziale è invisibile agli occhi. Grazie a ciò, scopre il vero valore dell’ amicizia e
capisce l’ importanza e l’ unicità della sua rosa.
Tutti abbiamo apprezzato questa esperienza in quanto abbiamo potuto ascoltare in lingua originale una storia che già molti conoscevano. Ciò che ci ha colpiti di più è stato proprio il messaggio di Antoine de Saint-Exupéry che gli attori sono riusciti a trasmetterci: “Tutti i grandi sono
stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano”.
Eleonora Cossali e Chiara Rota, 2^T
Con Don Chisciotte da La Mancha a Bergamo
Con grandissimo successo, España Teatro ha portato in scena
per noi la lingua spagnola con uno straordinario spettacolo dal
titolo “De Madrid a Barcelona (Sancho y yo)”.
Lunedì 2 marzo 2015, la compagnia ha fatto tappa a Bergamo
presso il Cineteatro di Colognola mettendo in scena il loro
spettacolo, al quale hanno avuto la fortuna di partecipare alcune classi del nostro istituto insieme ad altre scuole della bergamasca.
Un musical interattivo dalla trama originale scritta appositamente per gli studenti, ha riproposto
l'opera del “Don Quijote”, capolavoro di Cervantes, in chiave contemporanea attraverso un
viaggio immaginario da Madrid a Barcellona, avventuroso e decisamente fuori dall’ordinario,
ricordando la pazzia sognatrice del celebre cavaliere errante.
Insieme a noi due, altri due studenti delle classi quarte del liceo linguistico hanno potuto toccare con mano la vita dietro le quinte del musical visitando il backstage e confrontandosi direttamente con gli attori, tutti giovani, ma professionisti madrelingua spagnoli. Inoltre ci siamo improvvisati mascherine di teatro, ovvero abbiamo aiutato lo staff nella gestione del pubblico prima dell'inizio dello spettacolo. Come premio per il nostro impegno ci siamo guadagnati un
selfie sul palcoscenico insieme al cast alla fine dell'esibizione. Ci siamo tutti lasciati coinvolgere
da questi fantastici personaggi e abbiamo compiuto insieme a loro un entusiasmante viaggio
da Madrid a Barcellona, ballando e cantando canzoni come "Bailando" di Enrique Igliesias o
"La vida tombola" di Manu Chao. Speriamo vivamente di poter rivivere un'esperienza coinvolgente come questa anche l'anno prossimo e, fino ad allora... ¡hasta luego!
Denise Pellegrini e Giorgia Gusmini 4^S
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Tecniche di comunicazione: i prodotti pubblicitari della 5°P
Tecniche di comunicazione è una nuova “materia” introdotta nell'
indirizzo Servizi Commerciali – Istituto Professionale dall'anno
scolastico 2012-13. Gli allievi dell'attuale 5°P sono i primi ad aver
effettuato il percorso completo dalla terza alla quinta.
In questo primo triennio si è dovuti passare dalle indicazioni del
programma ministeriale alla concretezza del lavoro didattico e formativo in classe. Gli studenti sono stati, perciò, con i vari docenti
susseguitisi, gli effettivi protagonisti della traduzione in prassi formativa quotidiana delle indicazioni ministeriali.
Le caratteristiche più significative di Tecniche di comunicazione
riguardano lo sviluppo di competenze e abilità nei processi di comunicazione sociale e di relazioni interpersonali, anche con l'analisi e l'uso di strumenti
massmediali. In particolare la pubblicità e le questioni
relative al marketing in azienda hanno acquistato
maggior rilievo di anno in anno, dato il loro carattere
professionalizzante.
Gli alunni della classe 5°P hanno progettato, in otto
piccoli gruppi, una campagna pubblicitaria attraverso
una didattica laboratoriale.
Come è noto, il “laboratorio”, cioè una didattica attiva,
permette agli studenti di applicare conoscenze e abilità e sviluppare competenze mettendosi “alla prova”
con problemi complessi da risolvere, come nella
progettazione di una campagna pubblicitaria.
Nel lavoro di gruppo, per realizzare un progetto di pubblicità per un prodotto aziendale, gli allievi si sono calati
nei diversi ruoli professionali, sviluppando con creatività
e senso di responsabilità un prodotto, anche superando
il compito assegnato.
Gli otto progetti pubblicitari sono stati “scritti” su presentazioni digitali e presentati dai loro autori alla classe.
Ciascun gruppo ha costruito un brand, la sua filosofia, marchio e logotipo, individuato un prodotto da pubblicizzare, scelto le modalità di impostazione della campagna pubblicitaria e i mezzi di comunicazione. Gli allievi hanno elaborato un
brief, condiviso idee e preso decisioni e, soprattutto,
creato “qualcosa” di nuovo.
Ecco gli otto progetti pubblicitari: Power Bank City,
Domotica Easy, Can Pro Fishing TX, GLC Glasses,
Infusion Tea, Burro Stick, MAV Claire de Lune, Biodermo Cream.
Prof.ssa Anna Ghilardi
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Al monteore una riflessione sulla strage di Cefalonia
Uno dei corsi a cui gli studenti hanno potuto partecipare durante il Monteore è stato quello sulla strage di Cefalonia, durante il quale il reduce Giovanni Grassi, un anziano signore ma ancora pieno di energie, ha raccontato la tragedia che colpì lui e i suoi compagni sull’isola greca di
Corfù durante il presidio del 1941. L’Italia combatteva
allora per la Germania, ma quando l’8 settembre del ’43
firmò l’armistizio con gli Stati Uniti, Grassi e i suoi compagni si trovarono abbandonati su un’isola, circondati
dai nuovi nemici tedeschi. Guidati dal coraggioso generale Gandin decisero di non arrendersi e morire nel combattimento. I soldati italiani riuscirono inizialmente a resistere agli attacchi, durante i quali Giovanni venne ferito
da una bomba a mano mentre aiutava la fanteria.
Nei giorni successivi i tedeschi arrivarono all’accampamento e li fecero prigionieri. Decisero poi
di fucilarli sparando sulla folla, ma Giovanni riuscì a scappare strisciando tra i corpi dei suoi
compagni, come ci ha raccontato emozionato. Corse senza sosta per 8 km raggiungendo un
paese vicino dove abitava una famiglia che conosceva e che lo nascose in un pozzo.
Da quel momento iniziò la sua latitanza che durò circa due mesi, aiutato dagli abitanti e in particolare da un bambino al quale si era affezionato.
Dopo sei anni di guerra, paura e sofferenze, nel 1945 Giovanni riuscì finalmente a tornare in
Italia. Oggi continua a portare la sua testimonianza ai giovani nelle scuole per ricordare i compagni e gli amici morti a Cefalonia.
25 aprile, festa della Liberazione
Durante il Monteore è stato organizzato un incontro sul 25
aprile: è stata una preziosa occasione per una riflessione
sul tema della Resistenza. L’incontro è stato organizzato in
modo originale: Mauro Magistrati, presidente dell’ Anpi di
Albino, ha narrato in modo molto coinvolgente i principali
eventi storici connessi alla Resistenza con particolare attenzione verso le vicende della bergamasca; Enzo Guerini ha
letto alcuni testi tratti da libri sui partigiani, il tutto accompagnato dalla chitarra e della voce di Paolo Piccoli.
Durante l’incontro sono stati ripercorsi alcuni passaggi
essenziali della Resistenza.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 iniziano a formarsi i gruppi partigiani. Giovani, contadini, ex soldati e donne si organizzano con un unico fine: liberare l’Italia dai nazifascisti. Nascono
molte formazioni: Brigate Garibaldi, Giustizia e Libertà, Fiamme Verdi, solo per citarne alcune.
Nonostante le divisioni politiche fra i diversi gruppi, l’obiettivo comune fa sì che gli interessi del
Paese vengano anteposti alle ideologie politiche: in tal modo, anche grazie all’aiuto degli angloamericani, la Resistenza e il progetto di liberare il Paese hanno successo.
Il nostro ricordo non va solo a coloro che hanno sacrificato in combattimento la loro vita, ma
anche alle donne che, con altrettanto coraggio e impegno, hanno percorso in lungo e in largo il
nord Italia, in bicicletta o a piedi, portando messaggi e viveri ai partigiani, con il rischio di venire
arrestate, torturate e uccise.
Durante l’incontro è stato espresso il “grazie” di tutti noi per coloro che hanno combattuto e che
hanno permesso la liberazione dell’Italia dall’incubo nazifascista.
Come dicevano “I ribelli della montagna”: “quella fede che ci accompagna sarà la legge
dell’avvenir”.
“Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura… viva l’Italia, l’Italia tutta intera!”.
Giada Martinelli 5^S
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Trasporto scolastico: un anno difficile
Nel dicembre scorso gli studenti del nostro Istituto hanno compilato un questionario sul servizio di trasporto scolastico. Su un totale di 1168 allievi ha aderito all’indagine l'88% dei ragazzi.
La maggior parte, circa il 78%, aveva dichiarato
che il trasporto pubblico non garantiva ai pendolari un efficiente servizio: si riscontravano disservizi di varia natura.
Innanzitutto i mezzi risultavano spesso sovraffollati perché i pullman a disposizione erano pochi
e mancavano corse alternative. L’eccessivo numero di persone, tra l’altro, infrange il regolamento: l’autista, per motivi di sicurezza, ha
l’obbligo di portare un numero massimo di viaggiatori in base alla grandezza del mezzo.
Questo per non incorrere in sanzioni.
A volte i mezzi non rispettavano gli orari prefissati; per questo gli studenti, impiegando più
tempo del previsto per raggiungere la scuola, non arrivavano puntuali a scuola.
Succedeva spesso che molti ragazzi, a causa della mancanza di bus navetta, erano costretti
a raggiungere a piedi la scuola, che dista dalla stazione circa 10-15 minuti, oppure ad aspettare il pullman successivo che arrivava in stazione per le 8, arrivando, così, in ritardo all’inizio
delle lezioni.
Infine, il 22% degli studenti che avevano risposto al questionario, non avendo mai riscontrato
problemi, sosteneva che i mezzi pubblici diretti ad Albino offrivano un valido servizio.
Di fronte ai problemi emersi la dirigente del nostro Istituto Maria Peracchi si è attivata ed ha
avuto ripetuti incontri e contatti con i responsabili del servizio: in effetti durante l’anno la situazione complessiva del servizio è migliorata. Permangono ancora alcuni problemi, ma, certo,
non ci sono più le criticità riscontrate ad inizio anno scolastico.
Martina D'Agata, classe 4B
“La materia dei sogni”
Ogni ottobre, da ormai dieci anni, un gruppo di persone provenienti dai più diversi ambiti si
riuniscono per partecipare ad un laboratorio teatrale. Educatori, volontari del territorio, utenti
dei CDD di Nembro e Gandino ed anche studenti del nostro istituto si uniscono sotto la regia
di Giusi Marchesi per esplorare nuovi modi di dire ciò che spesso con le parole è impossibile
comunicare. Si fa un teatro “muto”, fatto di sguardi e contatti, distanze e vicinanze. In principio può disorientare, ma in tutta franchezza devo dire che mai ho amato così tanto perdermi
in un mondo a me estraneo, entrando un passo alla volta in quella grande alterità. Solo
un’ora e mezza alla settimana, solo un piccolo ritaglio di tempo in cui mettersi alla prova e
sperimentare qualcosa di diverso senza il timore di sbagliare, di non essere abbastanza dotati di talento artistico. Non ci sono fallimenti, solo strade da intraprendere con calma e costanza per fare emergere dal caos delle prove qualcosa di bello ed armonioso che racconti la
storia della nostra attività, di tutti noi insieme.
Giovedì 21 e venerdì 29 maggio è stato presentato al pubblico il nostro lavoro con lo spettacolo “La materia dei sogni”. Alla luce della mia edificante esperienza invito tutti gli studenti
della nostra scuola, senza limitazioni di indirizzo o di età, a portare il proprio contributo
affinchè questa iniziativa possa continuare.
Nicla Meraviglia, classe V L
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Future textiles: l’imprenditore si racconta ai giovani
Scuola e azienda insieme per immaginare il futuro.
Sabato 14 marzo 2015 noi, studenti delle classi
quinte, abbiamo trascorso tre ore in modo alternativo rispetto alle lezioni abituali.
L’azienda Martinelli Ginetto di Casnigo ha organizzato insieme all’associazione dei genitori e al dipartimento orientamento della nostra scuola un convegno nel quale sono intervenuti Massimo Moreschi,
presidente del consiglio d’Istituto, Daniela Balduzzi,
responsabile risorse umane di Martinelli Ginetto S.p.a, Luciano Martinelli, azionista e amministratore dell’azienda e Mr. Bob Rothman, fondatore della società Robertex di Atlanta, Georgia, USA.
Balduzzi ci ha illustrato la storia dell’azienda che affonda le sue radici nel territorio leffese,
famoso per la produzione di coperte di lana, fino ad arrivare all’espansione verso i mercati internazionali grazie a nuovi prodotti quali biancheria per la casa, tappeti, moquette e ciniglia,
nonché tessuti per abbigliamento sportivo.
Attraverso questo percorso storico è emerso che per avere successo imprenditoriale sono
fondamentali: l’investimento continuo nella ricerca, nell’innovazione e l’apertura ai mercati esteri con strategie efficaci in modo da far fronte alla concorrenza sempre più aggressiva e alle
sempre più esigenti richieste dei consumatori.
Successivamente Luciano Martinelli ci ha raccontato
la sua storia scolastica dalle elementari fino
all’ingresso nel mondo del lavoro.
Fondamentale per la sua crescita umana e professionale è stata la voglia di studiare per sapere e non
semplicemente per superare verifiche o esami trasmessagli dal suo insegnante elementare che ha ricordato con molto affetto e stima; durante il suo intervento ha voluto trasmettere l’importanza di seguire i
propri sogni impegnandosi al massimo per farli diventare realtà.
È’, quindi, intervenuto Mr. Bob Rothman, fondatore
dell’azienda Robertex, che ha parlato di quanto sia
importante per noi giovani trovare quello che è il nostro obiettivo e cercare i mezzi per riuscire a raggiungerlo, anche se questo comporta spesso sacrifici e rinunce. Per avere successo nel mondo
del lavoro è necessario saper lavorare in squadra, circondarsi di collaboratori che condividano lo stesso obiettivo, portare avanti nuove idee o migliorare quelle già esistenti e impegnarsi
a fondo.
Questo incontro è servito per trasmettere a noi studenti alcuni messaggi fondamentali: impegnarsi, avere fiducia nelle proprie capacità e nel futuro.
Se è vero che l’attuale situazione economica non è delle più rosee, è altrettanto vero che noi
giovani con le nostre idee e il nostro impegno possiamo garantirci un futuro migliore di quanto
pensiamo.
Giada Martinelli 5^S
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Premio eTwinning a Bruxelles: un'esperienza europea
Per la vittoria del primo premio per il progetto eTwinning "etwinautas en las ciudades invisibles", noi cinque alunne della classe 3a S, con i nostri insegnanti di matematica e di spagnolo,
abbiamo avuto la fortuna di essere scelte per rappresentare i nostri compagni nella capitale
europea, Bruxelles, dal 6 al 9 Maggio.
Il nostro progetto virtuale con classi spagnole, ceche e norvegesi per realizzare attività condivise attraverso l'uso delle nuove tecnologie, tra i molti pervenuti, è stato
scelto dalla commissione giudicatrice,
per questo una delegazione della nostra scuola é stata invitata a partecipare alla cerimonia di premiazione a
Bruxelles.
Abbiamo avuto quindi l'opportunità di
incontrare i nostri “amici virtuali" durante i quattro giorni di permanenza.
Seguendo un programma di attività e
visite ci siamo conosciuti ancora meglio e abbiamo condiviso con loro
questa bella esperienza europea.
Abbiamo trascorso il primo pomeriggio nel museo dedicato al pittore surrealista Magritte, rimanendone colpite e affascinate.
Il secondo giorno, da veri cittadini europei, dopo una visita generale alla città, abbiamo visitato
il Parlamento Europeo, dove abbiamo avuto l'opportunità di parlare e fare domande a un
parlamentare polacco e dove abbiamo scattato moltissime foto. Di sera si è tenuta la Cerimonia di Premiazione nel Museo delle Scienze Naturali: location ideale per questo evento tanto
atteso. Abbiamo ricevuto ciascuno una medaglia e tanti elogi per il lavoro svolto insieme.
Nel terzo pomeriggio si è svolta la visita guidata alla Commissione Europea dove, ancora una
volta, abbiamo potuto vivere l'esperienza di sederci in un’aula dove si prendono quotidianamente decisioni importanti per tutta l'Unione. Un esperto ci ha poi spiegato in inglese i ruoli
principali di questa istituzione: abbiamo colmato le nostre curiosità riguardo le attività interne a
livello europeo.
Naturalmente, quando non eravamo impegnati in
visite, workshop o premiazioni, abbiamo anche
potuto scoprire la movimentata Bruxelles notturna: da una partita a bowling a passeggiate per le
vie ultramoderne del cuore pulsante della città, in
compagnia dei nostri nuovi amici di nazionalità
diverse: la Grand Place ci ha accolti in un tripudio di colori e luci, dato che il giorno 9 maggio
sarebbe stato il Giorno dell’Europa. Uno spettacolo incredibile che adesso riempie i rullini delle
nostre fotocamere.
Da questa esperienza, completamente offertaci
dall’Europa, abbiamo migliorato le nostre competenze mettendo in atto la nostra passione per
le lingue straniere attraverso l'interazione con i nostri amici, non più solo virtuali, i quali ci hanno strappato qualche lacrima al momento dei saluti.
Abbiamo infine potuto vivere da cittadine europee momenti indimenticabili nel centro di tantissime attività giurisdizionali e politiche : un vero onore!
Elisa, Alba, Stefania, Valentina e Deborah 3^S
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