La vacanza? La faccio anti-mafia

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La vacanza? La faccio anti-mafia
La vacanza? La faccio anti-mafia
di Umberto Lucentini
Campi estivi per i ragazzi sui terreni confiscati ai boss. Uno stabilimento balneare intitolato
all'imprenditore Libero Grassi, dove si parla di legalità sotto l'ombrellone, la preparazione di uno
spettacolo di teatro civile. Ecco le proposte per passare le ferie pensando a un'altra Sicilia. E a
un'altra Italia
(15 luglio 2013)
Cisono i volontari che imparano l'arte di coltivare la terra e danno una mano a Libera di don Luigi
Ciotti nella gestione dei territori confiscati alla mafia. C'è il lido gestito da Addiopizzo, dove oltre a
fare un tuffo nel mare di Capaci si possono comprare prodotti di consumo critico e si parla di mafia
e antimafia sotto l'ombrellone nel nome di Libero Grassi. E poi "lezioni" sulla gestione manageriale,
nel rispetto dei principi della legalità, dei beni confiscati come la Calcestruzzi Ericina a Trapani o
una serata a Marsala in ricordo di Paolo Borsellino che per anni è stato lì procuratore della
Repubblica. Insomma, un modo impegnato per trascorrere parte delle vacanze, da Castelvetrano a
Padova, in maniera diversa. Magari ascoltando in sottofondo la canzone "Estate 2013" di Jovanotti,
che pochi giorni fa in concerto a Palermo ha ricordato tra gli applausi e qualche lacrima Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, i magistrati uccisi nelle stragi del 1992.
Gli ulivi della diocesi. Arriveranno a Mazara del Vallo da Mogliano Veneto ad agosto, sono 42
ragazzi che saranno impegnati in un campo lavoro in due terreni confiscati ai boss e gestiti dalla
Fondazione San Vito Onlus, un'associazione legata alla Diocesi. I ragazzi, che frequentano le
parrocchie del vicariato del comprensorio veneto, saranno destinati a lavori di manutenzione nei
terreni confiscati ai boss Calogero Musso (a Salemi) e a Nunzio Spezia (Marinella di Selinunte):
sistemeranno i muretti a secco, confezioneranno l'origano della legalità coltivato nel fondo di
contrada Pileri a Selinunte, cimeranno i vigneti. I volontari saranno ospitati dal 4 al 12 agosto nelle
strutture della Fondazione (Piazza della Repubblica 6, 91026 Mazara del Vallo).
Racconta Vilma Angileri, che la presiede: «L'impegno civile di questi ragazzi è la testimonianza più
gratificante nei confronti di chi, con notevoli sforzi, gestisce i beni confiscati in alcune zone
siciliane. Da queste esperienze, negli anni passati, i ragazzi sono andati via entusiasti, conoscendo il
volto di una Sicilia che vuole rinascere a partire da queste terre tornate alla loro fruizione sociale,
facendo memoria della storia e delle testimonianze degli uomini che quotidianamente hanno
lavorato e lavorano sul fronte della lotta alla criminalità». Spiega monsignor Domenico Mogavero,
vescovo di Mazara del Vallo: "La testimonianza di questi giovani sui terreni confiscati concretizza
la volontà di far tornare all'utilità sociale i beni tolti alla mafia. L'impegno della Fondazione durante
tutto l'anno è soprattutto quello di far "vivere" questi beni nell'ambito del tessuto sociale dove
insistono. Rendersi conto di questo significa visitarli e partecipare alle attività che vengono
organizzate, come la vendemmia della legalità a Salemi. L'esempio di questi giovani in tutti questi
anni è stato davvero esemplare".
Il lido in nome di Libero Grassi. La spiaggia l'hanno ribattezzata Sconzajuoco, come la barca
dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso a Palermo dalla mafia il 29 agosto 1991 per avere detto no
al racket delle estorsioni. In un tratto di spiaggia libera di Capaci, a pochi passi dal luogo della
strage di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre poliziotti di scorta,
l'associazione antiracket Addiopizzo ha realizzato un lido all'insegna del consumo critico.
"Sconzajuoco sarà un nuovo modo di vivere il mare e la spiaggia. Uno spazio partecipato,
sostenibile, inclusivo, accessibile anche ai disabili" racconta Dario Riccobono, uno dei "ragazzi di
Addiopizzo" che armato di martello e vanga ha lavorato con gli altri aderenti all'associazione per
rendere fruibile il tratto di spiaggia. Ombrelloni, sdraio, divanetti e un chiosco-bar con prodotti
pizzo-free degli aderenti ad Addiopizzo sono già diventati una meta di tanti bagnanti. Ci sono anche
servizi per disabili: la spiaggia ha una speciale sedia a rotelle in grado di muoversi sulla sabbia e
accedere al mare. In un angolo ha pure trovato posto la biblioteca che in inverno è nella sede di
Addiopizzo in via Lincoln a Palermo. "Il nome Sconzajuoco è stato scelto perché in dialetto
siciliano indica chi scombina i giochi, ovvero chi rovina i piani" spiegano i promotori del lido
pizzo-free. "E Addiopizzo è questo per Cosa Nostra: una rivoluzione culturale che finisce per
scompaginare gli affari della mafia. Sconzajuoco era anche il nome della barca di un siciliano
coraggioso, che amava la libertà e quindi il mare: Libero Grassi, nel cui nome è nata Addiopizzo".
La spiaggia a Capaci è in via Riccione (la via che costeggia l'autostrada Palermo-Punta Raisi), al
varco numero 2.