N.91 agosto (6,1Mb Pdf)

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N.91 agosto (6,1Mb Pdf)
Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,50
BIMESTRALE DI ATTUALITÁ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN
Estate
nell’Egeo
Libri online,
libri per tutti
ANNO XVI N. 91 - AGOSTO 2010
Echi dalla
Fiera di luglio
1
sommario
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4
5
6
8
10
16
20
22
23
25
36
Editoriale
Numeri utili
RI.VA.V. in arte
Matteo Milani e il kick boxing
Appunti di viaggio
Cronaca
Notizie dall’Amministrazione Comunale
Istituto Statale d’Arte
Anima e cuore
Pensioni e dintorni
Psicologia
Arte & dintorni
Perle ai porci
Testa nel forno
Don Antonio Ilario Fortunati
Libri online, libri per tutti
32 Cesare Stuani Maestro del Lavoro
33 Anna Quartucci vince al premio di poesia
34 Noi e la legge
35 Noi e il fisco
36 A tutta penna
38 Olio d’oliva: impariamo a conoscerlo
40 Tamburello... che passione
42 Echi dalla Fiera di luglio
Rebecco, giugno 2010
Inaugurazione del nuovo
Centro Polivalente
L’arcobaleno dopo
un temporale estivo
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editoriale
Andrea Dal Prato
“C’è una triste tendenza che si sta imponendo, poco alla volta, in alcuni frammenti della cultura contemporanea: la banalizzazione”.- scrive Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia
Accademia pro Vita, che continua - “Dalla vita alla morte tutto sembra sottoposto a un mero
processo semplificativo che tende a rinchiudere ogni cosa in un affare privato senza alcun
riferimento agli altri. In questo modo, però, la coscienza si assopisce e diventa progressivamente incapace di giudizio serio e veritiero”.
Un Comitato di 5 persone (l’Agenzia del Farmaco) ha dato (a maggioranza, 4 i favorevoli) il via
libera all’uso della pillola abortiva, mettendo alcuni paletti fermi a tutela della donna: l’aborto
deve avvenire in ospedale e sotto controllo medico. Ma sono bastati pochi giorni che una
donna, presa la prima pillola, firma e se ne va a casa per terminare la “cura”, sotto la propria
responsabilità.
Il problema di fondo rimane l’aborto che, anche se viene eseguito con tutte le regole e garanzie, rimane sempre la soppressione di una vita innocente. Si dirà che l’aborto era praticato
anche nei secoli precedenti. Sì, ma non in dimensioni così gigantesche.
Il fatto nuovo, l’assoluta novità storica, colta bene da Luigi Lombardi Vallauri, è questa: se
la pratica dell’aborto è da tempo diffusa, l’abortismo come teoria, come ideologia, “sembra
essere un fatto circoscritto alla civiltà occidentale moderna”. Infatti l’aborto, nel XX secolo,
è diventato addirittura un “diritto” rivendicato politicamente, giustificato filosoficamente e
codificato nelle leggi. Del resto non solo l’aborto è, oggi, un “diritto” garantito dalle leggi, ma
in certi paesi è addirittura obbligatorio, per legge.
In Cina dai primi anni Ottanta è entrato in vigore il programma di controllo delle nascite che
impone il limite di un solo figlio per famiglia. “Chi viola queste regole” scrive Bernardo Cervellera “rischia multe salatissime (dai 25.000 ai 100.000 euro, cifre che corrispondono al reddito annuale medio di un qualunque
abitante della Cina profonda, che
dunque non potrà mai permettersi
un secondo figlio), aborto forzato,
infanticidio, distruzione della casa o
requisizione dei beni”.
Gli effetti sono stati giganteschi: “Lo
Stato si vanta dei successi raggiunti:
300 milioni di nascite in meno in 21 anni”.
Trecento milioni!!! E quando improvvisamente un bambino “non permesso” riesce a scampare all’aborto e a nascere, le contromisure sono quelle raccontate dal Times di Londra il 24
agosto 2000. Un flash di vita cinese a Caidian (Hubei): “Alla donna ancora incinta, di nome
Liu, gli impiegati dell’Ufficio per il controllo della popolazione avevano intimato di abortire. La
donna aveva già violato altre volte la politica del figlio unico (era incinta per la quarta volta).
I medici della clinica a cui la donna era stata costretta a ricorrere hanno iniettato una soluzione salina nel feto per distruggere il sistema nervoso del nascituro. Ma il bambino è nato
sano. I funzionari governativi hanno ordinato al padre di ucciderlo, ma questi si è rifiutato.
Essi hanno atteso il ritorno a casa della famiglia e, preso il piccolo, lo hanno affogato”. In Italia questo non accade, però il silenzio del Governo su questi agghiaccianti fatti, preoccupa.
Concludiamo con il pensiero chiaro di un prelato e di un politico.
Mons. Fisichella, in un’intervista, dice: “Troppo spesso dimentichiamo che la tutela dei diritti
delle donne non può mai essere usata contro il diritto alla vita del figlio che hanno in grembo:
nell’aborto, sebbene in misura differente, le vittime sono sempre due. Non possiamo sottrarci
alla responsabilità sociale di accogliere la vita nascente, che è sempre degna di trovare cittadinanza in una società evoluta”.
“Che brutta Italia, quella in cui si festeggia un nuovo rivoluzionario metodo per sopprimere
la vita”. E’ quanto afferma il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni in una nota. “Ammesso
che siano fugati i dubbi sulla pericolosità di questa pillola, e spero sia davvero così, altrimenti
l’Aifa avrebbe delle responsabilità enormi sulle potenziali conseguenze per le donne italiane,
resta la totale negatività del messaggio culturale ricompreso nella diffusione della Ru 486.
Continuiamo a preoccuparci politicamente e a speculare economicamente su come impedire
la vita nella maniera più redditizia, comoda e indolore possibile, piuttosto che occuparci seriamente di come favorirla. Non credo affatto che sia questo il testimone migliore di saggezza
da lasciare in eredità alle giovani generazioni”.
RU 486, un rischio:
la banalizzazione
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Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653
ORARIO DI APERTURA
Da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13
Sabato: dalle 10 alle 12
• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733
Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30
Giovedì: dalle 16.30 alle 19
Ambulatori medici presso sede AVIS
piazzale Alessandro Dal Prato
• Dr.ssa Doriana Bertazzo
Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500
Martedì dalle 17 alle 18,30
Giovedì dalle 8,30 alle 9,30
• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
Ufficio Tecnico:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30
sabato dalle 10 alle 12
Pediatra di base
• Dr.ssa Stella Schena
Riceve su appuntamento tel. 0376 847098
Lun. Mart. Giov.: dalle 9.30 alle 12.30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17
Assistente sociale:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30
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tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)
Polizia Municipale:
mercoledì e sabato dalle 9 alle 11
Su appuntamento tel. 0376 840241
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733
Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846738
Segreteria e protocollo:
Da lunedì a sabato dalle 9 alle 12.30
APERTURA
invernale
lun. 9-12 / 14.30-18.30
mar. giov. 14.30-18.30
mer. ven. 9-12
sab. 9-12
estivo
9-12 / 15-19
15-19
9-12
ORARIO DI APERTURA
Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30
Stampa:
Arti Grafiche Studio 83 (VR)
Cellofanatura
e spedizione postale
Coop Service s.c.r.l.
Virle Treponti (BS)
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COSTO MODULI
1 modulo verticale:
mm 60 x 38 E. 40,00
2 moduli orizzontali:
mm 60 x 82 E. 70,00
4 moduli orizzontali:
mm 60 x 170 E. 110,00
1/2 pagina:
mm 124 x 170 E. 180,00
Pagina intera:
mm 277 x 170 E. 340,00
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
AVIS - AIDO - tel. 0376 840177
Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
Associazione Commercianti - tel. 0376 818715
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172
Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516
GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240
Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
Tutti i giorni dalle 8 alle 19
ORARIO DI APERTURA DOMENICALE
Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00
Ottobre - Aprile
dalle 15.30 alle 17.30
estivo
invernale
GUIDIZZOLO
Festivi:
Prefestivi:
Feriali:
8 - 9.30 - 11 - 18 19 7.30 - 18 17
18
17
BIRBESI
Festivi:
prefestivi Feriali: mart. giov.
9.30
18.30 8.30
18
REBECCOPrefestivi 18 17
Folto pubblico per
“RI.VA.S IN ARTE”
Collettiva “Segni dall’ISA di Guidizzolo” e
showroom di serramenti insieme nel primo di
tre incontri culturali proposti a Birbesi da “RI.
VA.S. in Arte”.
Una eclettica tavolozza sulle firme di Lara Binetti, Elisa Morbini, Elena Barosio, Sebastian
Alberti, Elena Veschetti, Marco Toninelli, Elisa Lebovitz, Giorgio Imperatori, Walter Xausa,
Marzia Bandiera, Cristina Ferrari e prototipi di
porte-finestre che ricordano Tano Festa. Un felice connubio tra mondo artistico e mondo imprenditoriale di un’azienda leader nella produzione e commercio di infissi, scelta di recente
nell’ambito del progetto “Benchart” di Regione
Lombardia, tra più di mille partecipanti come
“Impresa eccellente”. “All’arte, espressione
dell’anima creata con le mani o con l’intelletto, si arriva su percorsi diversificati - ha detto
la titolare Gabriella Mascarini salutando con il
marito Luigino Sartori, i figli Valentina e Riccardo i giovani autori e il folto pubblico - e anche le
porte d’ingresso sono arte; arredi che seguono
canoni estetici, su gusti e costumi, e non semplici chiusure delle nostre case. ”Una mission,
quella che unisce nel lavoro e nella passione
artistica la famiglia Sartori, per divulgare creatività e cultura, motore d’evoluzione nel campo
aziendale la prima, materia prima per la stessa
la seconda. Nell’originale spazio espositivo di
via Zanina - come ha ricordato Valentina - il
percorso è libero, lasciando al visitatore il gusto di scoprire un dedalo di salette ed angoli
inusuali pieni di fascino e colore, manufatti eleganti e innovativi, buon gusto e poesia.
Un grazie alla famiglia Sartori per la proposta
che corona una pluridecennale attenzione agli
eventi culturali guidizzolesi, e complimenti per
il coraggio di offrire nuove opportunità ai giovani in un momento di diffusa difficoltà dal sindaco Graziano Pelizzaro, presente col vicesindaco Emi Ghisolfi e l’assessore Renato Azzini.
Dalla docente Mirella Monacelli attestati di stima riconoscente a nome della preside dell’ISA
Franca D’Amico, confermando nel contempo
l’intitolazione ufficiale della scuola guidizzole-
se al maestro Alessandro Dal Prato, ispiratore
pionieristico del binomio “spirito formativo e
conoscenza” ben rappresentato dall’evento.
Non è mancato il saluto affettuoso dell’assessore regionale Carlo Maccari.
Marisa Rodighiero
Tre scorci dell’esposizione
e la famiglia Sartori con il
sindaco e l’assessore
Regionale Carlo Maccari
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Matteo Milani
e il kick boxing
Per un ragazzo di 25 anni trovarsi ad essere
uno dei tre allenatori della nazionale italiana di Kick Boxing potrebbe condizionare il
proprio modo di affrontare la quotidianità.
Così non è stato per Matteo Milani, una palestra specializzata nel settore a Castiglione
della Siviere con oltre 60 iscritti; lui è rimasto lo stesso. Ora ha poco più di trent’anni,
una passione grandissima per questo sport
che lo ha affascinato sin da piccolo, l’attaccamento alla sua famiglia ed una ragazza,
dice, alla quale deve molto in quanto è grazie anche alla sua ‘comprensione’ che lui
riesce ad essere sempre in giro per il mondo con i campioni che allena. “Non ho grandissimi hobby oltre la professione. Vado in
palestra la mattina alle 9 e torno la sera tardi. Per questo il tempo libero, sempre poco,
che mi rimane lo dedico alla mia ragazza”.
Ma vediamo cos’è la Kick Boxing. Parliamo
di uno sport da combattimento che proviene dall’unione del karate nipponico con la
boxe occidentale, che combina cioè colpi
di pugno derivati dal pugilato occidentale a
tecniche di calcio caratteristiche delle arti
marziali orientali. Sono diversi gli stili, anche molto differenti, che vanno sotto il nome
generico di Kick Boxing. Si va dal ‘contatto
leggero (light contact)’ che si combatte su
un quadrato di tatami, fino al ‘contatto pieno (full contact)’ i cui incontri, al contrario,
avvengono su di un vero e proprio ring e
dove sono consentiti pugni e calci, i round
sono continuativi ed è ammessa la vittoria per k.o. dell’avversario. Quando inizia
a frequentare le scuole elementari Matteo
Milani vede tutti i suoi amichetti
interessarsi agli sport più noti, dal
calcio alla pallavolo, al tennis, per
fare alcuni esempi. Contrariamente a loro lui invece è affascinato
dalle arti marziali. Non sono certo
le botte ad entusiasmarlo quanto
piuttosto la perfezione e la cura
dei movimenti che lo sport richiede uniti ad un grande controllo di
se stessi. Inizia a seguire i corsi
di karate e diventa cintura nera.
Si trova così ad affrontare delle
gare ed anche a partecipare ai
campionati nazionali. Nel 1991, a
Bolzano, arriva in finale: è fermato
da un infortunio ad alcune falangi di un piede. L’anno successivo
a Suzzara, contro lo stesso atleta,
conquista il titolo italiano nella
categoria juniores, limite 70 chilogrammi. A Guidizzolo viene aperta
una scuola di kick boxing e lui si
iscrive. ‘Inizio ad allenarmi e mi
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accorgo subito che c’è molto da imparare.
Il titolo italiano da poco conquistato non mi
mette in una posizione di vantaggio. Se si
vogliono raggiungere traguardi importanti,
nello sport come nella vita, bisogna sudare.
Ogni piccolo passo in avanti è ottenuto solo
grazie a molto lavoro. Ho visto in questi anni
tanti atleti. Ci sono, certo, i talenti naturali,
ma anche loro per vincere devono faticare;
allenarsi e continuamente allenarsi”. A 19
anni Matteo è pronto per i combattimenti
ma un incidente in moto lo ferma. Non può
più combattere ma la sua passione è troppo
forte così che intraprende la strada dell’insegnamento. Nell’agosto 2000 ottiene il suo
primo brevetto. Parte con alcuni corsi ma si
rende conto di essere un principiante. E allora accanto all’insegnamento in palestra
ora solo a Castiglione (prima aveva iniziato
a Guidizzolo e Montichiari) continua il suo
personalissimo lavoro di preparazione nelle migliori scuole in giro per il mondo. Nel
2002, per la prima volta, si trova all’angolo di
un ring in una competizione nazionale. Nella
Coppa Italia a squadre porta tre atleti e tutti
vincono nella loro categoria; con Livio Ghisolfi inoltre è medaglia d’argento ai campionati del mondo. Arriva la prima chiamata
in nazionale. Si avvicina a questo mondo
con sussiego: quasi non ci crede. Questa
prima esperienza è in combattimenti a contatto leggero. Ora lui si sente pronto per un
altro salto. Ancora scuola, ancora corsi ed
arriva il brevetto per il Full. Ora la cosa si
fa molto seria; ora si combatte veramente.
Apre la sua palestra Enjoy Zone
dove vengono ad
allenarsi ragazzi
anche da Ascoli Piceno. E’ con
uno di loro, Toni
D’Isidoro categoria 90 Kg, che
inizia a girare per
l’Europa seguendolo nei molti
combattimenti a
contatto pieno.
Ed in palestra si
lavora. “La forza, e non è la solita frase fatta ci dice, sta unicamente nel gruppo. Se si
riesce veramente a fare gruppo, a lottare insieme per il raggiungimento di un obiettivo,
allora si possono fare cose importanti” Nel
2004 due eventi lo segnano. In un incidente stradale perde la vita Federico Marchini
(nel ricordarlo si commuove) fondatore della Pro Fighting, la Federazione con sezione
anche a Mantova a cui Matteo si sente legato. “Federico era per tutti noi un esempio
ed un maestro. La sua scomparsa prima ci
distrugge e poi ci dà la forza, nel suo nome,
di mettere ancor più impegno: oggi lavoriamo per lui!”. I successi di Matteo fanno in
modo che, sempre nel 2004, arrivi la seconda chiamata: sarà uno dei tre allenatori della nazionale ai campionati mondiali in Thailandia. Qui si respira un’aria particolare, ci
si trova a contatto con chi fino a poco prima
si era solo visto in Tv o sulle riviste di settore. A rappresentare l’Italia sono 10 atleti; tre
di questi Riccardo Cumani, Silvia Vallicelli e
Toni D’Isidoro (tutti della sua scuola) ottengono il bronzo iridato. E’ un vero successo.
A gennaio 2005 arriva in palestra un nuovo
atleta, italo-marocchino, Archi Azzedine.
Ha talento da vendere e si vede. L’anno
dopo è Campione italiano Thai Boxe e K1
e con lui si riprende a girare per l’Europa;
lo scorso anno arriva anche il titolo continentale. Oggi Matteo si sente come uno che
deve correre; per nulla arrivato deve continuare a migliorarsi per dare qualcosa in più
ai suoi atleti. Del resto ci sono importanti
appuntamenti per la Pro Fighting Italia: gare
internazionali in giugno a Genova e Rimini e
poi, l’anno prossimo, le Olimpiadi per sport
da ring. Ci parla di qualcuno dei suoi atleti:
Marco Scamardella, Jessica Bonoldi, Tiziano Mascoli, Luca Sarzi Sartori, Elena Turini.
Ma insiste sul gruppo “Quello che abbiamo
ottenuto con questi ragazzi è possibile solo
guardando tutti quelli che entrano in palestra, che sudano, che lavorano sodo anche
solamente per armonizzare i propri movimenti: danno una grande carica”.
Sergio Desiderati Matteo Milani, allenatore
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di Kick Boxing
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Estate nell’ Egeo
di Francesca Lugoboni
Per chi ama crogiolarsi al sole su splendide
spiagge con un mare cristallino, Mykonos non
rappresenterà certo una delusione. Trattasi
di un’isola arida e montuosa che, nonostante
l’asprezza del paesaggio, è considerata una
delle più affascinanti delle Cicladi. Questo per
la bellezza del mare che la circonda, per le numerose e piccole spiagge disseminate e nascoste lungo la frastagliata costa ed infine per
il pittoresco capoluogo di Mykonos, chiamato
la Chora, che si annida in fondo ad una baia sul
versante occidentale e che è diventato, con le
sue bianche casette tipiche dell’architettura
cicladica, con i suoi stretti vicoli ed i suoi mulini, simbolo delle isole greche.
Ovunque è possibile trovare le tradizionali taverne in cui assaporare le freschissime insalate greche, i buonissimi souvlákia, spiedini di
pollo o di maiale, e il buonissimo moussaka, lo
sformato di patate e melanzane. Qui sono molti
anche i pub e i locali di tendenza spesso frequentati da vip, habituè delle cronache mondane, proprio come Mick Jagger, amante di
questo piccolo angolo di paradiso. Alla Chora
vale la pena dedicare più di una passeggiata,
magari in diversi momenti della giornata, per
poter apprezzare i vari volti di questo centro
abitato, uno dei più estesi e meglio conservati di tutto l’arcipelago. I vicoli che partono dal
porto si dividono in una ragnatela tutta da scoprire. Andando a spasso per il paese, stupisce
la grande quantità di chiesette e cappelle votive, costruite dai marinai dell’isola che ritornavano indenni dai lunghi viaggi per mare. La più
famosa e la più antica è Paraportiani, all’estre-
Un esempio di
architettura cicladica
Il capoluogo:
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mità sud del porto. Costruita su due livelli, è
in realtà formata da cinque diverse chiese. A
piedi si può raggiungere l’altopiano dove sono
collocati i famosi mulini a vento, uno dei più
rinomati monumenti dell’isola. Anticamente le
genti di tutte le Cicladi vi portavano l’orzo e il
grano per essere trasformati in farina. Di poco
sotto è situata quell’area definita “Piccola Venezia” per via delle sue abitazioni collocate
proprio a ridosso del mare. Ma c’è un altro segreto che spiega il fascino di Mykonos: basta
infatti cambiare vicolo, spostarsi sulla spiaggia
vicina e, per magia, ci si ritrova completamente
soli, avvolti dalla quiete più assoluta. Da tener
presente che al di fuori del capoluogo sono pochissime le zone densamente popolate: piccoli
villaggi e minuscole frazioni si disperdono fra le
colline. Per questo è indispensabile noleggiare
un mezzo per visitare le tante meraviglie che
l’isola ha da offrire. Tra i principali punti di interesse vanno ricordati il grande Monastero della Panaghia Tourliani nei pressi di Ano Mera,
le antiche rovine di Panormos a Palio Kastro e
il castello di Darga. Non vanno, però, dimenticate le spiagge che qui sono davvero tante:
quelle che ricordo con maggior piacere per lo
scenario e la trasparenza dell’acqua sono Fokos beach che si trova a nord, Agrari beach e
Ornos beach collocate all’estremo sud e Kapari beach a occidente. Assolutamente da non
perdere, soprattutto per chi ama la mitologia
greca, è l’escursione a Delos, una piccolissima isola, considerata sacra nella Grecia antica
perché qui Latona, riparata da una gigantesca
palma, ancora oggi visitabile, diede alla luce
Apollo e Artemide. Di fatto l’isola è un museo a
cielo aperto perché ingombra di resti archeologi e giganteschi templi disseminati ovunque.
Se desiderate dunque trascorrere una vacanza
all’insegna del sole e del mare, ma condita da
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cronaca
L’orto delle classi terze elementari Un sogno da 25.000 Euro
Un verde intatto lontano dalla strada e un orto
che sembra la colorita bancarella di un mercato rionale con verdure di tutte le qualit‡. Ma la
cosa che più stupisce É che gli ortolani sono gli
alunni delle due terze elementari del Comprensivo. “Un progetto iniziato in via sperimentale
lo scorso anno - hanno detto le insegnanti Sandra Barbato, Catia Franceschetti, Maria Luisa
Orlandi - accolto con favore dai genitori e con
entusiasmo dai ragazzi, al punto che qualcuno
di loro si sta già cimentando in proprio. Quindi
riproposto nel 2010 e volto a favorire una scuola
É entrata nella tabaccheria Due Erre nei giorni
scorsi. La signora aveva fatto un sogno ma non
riusciva ad interpretare la numerologia che sicuramente, immagina, ci stava sotto. Domenico
Boscia, gestore della ricevitoria con la moglie
Rosa, ha interpretato quel sogno, fatto di auto
e di ladri, indicando il terno 3, 21, 79, da giocare
sulla ruota di Bari, ciò che la signora ha fatto.
Morale: il giorno dopo il terno è uscito facendo
totalizzare alla fortunata giocatrice, tra ambi e
terno, la vincita di circa 25.000 euro.
Perché Domenico, così certo della sua inter-
aggregativa e socializzante; capace di istruire
ed educare suscitando interesse; pur toccando grossi temi come coltura biologica, rispetto
ambientale, scienza alimentare. E di aderire a
iniziative-concorsi per allargare i campi d’intervento.” Idee che si toccano con mano guardando i 50 ragazzini, mentre a gruppi ordinati
zappano il terreno, mettono a dimora nuove
pianticelle, innnaffiano, raccolgono in cesti i
prodotti maturi; aiutandosi l’un l’altro; con continui “perchè”; imparando divertendosi. “Avremmo preferito che l’orto fosse nato più vicino alla
scuola - continuano le insegnanti - per meglio
osservare e registrare le varie fasi di crescita,
ma mancava un’adeguata protezione; per fortuna Benedetta Bini ci ha ospitato nel suo parco.
Dobbiamo molto anche ad Antonio Garzotti e al
nonno di una nostra alunna, Guerrino Mancina,
che ci affiancano con competenza e passione.”
pretazione non si è giocato quei numeri, chiedono altri avventori: “…semplice, risponde lui:
il sogno era della signora; se li avessi giocati
io non sarebbero certo usciti”. Così ancora una
volta la ricevitoria, e soprattutto la signora, è
stata baciata dalla fortuna.
La maestra Cappa
Ha lasciato Guidizzolo ormai da alcuni anni per
avvicinarsi alla famiglia del figlio, ma non ha
certo scordato la sua ‘Guidizzolo’ ed i tantissimi
bambini e ragazzi (ora uomini e donne) che ha
guidato nel percorso scolastico. Così come anche loro non hanno certo dimenticato la mastra
Cappa. Carla Caiola Cappa ha infatti insegnato
per tantissimi anni iniziando nel 1948 proprio
nella scuola elementare di Guidizzolo. All’epoca risiedeva a Crocevia di Medole (accanto a
Guidizzolo ha insegnato anche a S. Giacomo di
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cronaca
Cavriana, Birbesi di
Guidizzolo, Solferino,
Medole,
Casalmoro…) da dove partiva
sempre in bicicletta. ‘Forse, ci dice, è
per questo che sono
ancora al mondo!’
Scartabellando nei
suoi ricordi ecco un
giudizio scritto da uno
dei direttori dell’epoca. Ce lo mostra ma
non vuole che lo riportiamo. Noi siamo disubbidienti: “Votazione ottimo. Piena capacità professionale, piena dedizione all’insegnamento.
Cittadina esemplare. Cordiale nei rapporti pubblici e, nello stesso tempo, autorevole. Buona
cultura. Insegnamento reso piacevole da un
tono di cordialità sorridente e da una notevole
capacità di rendere attraente la lezione. Mente
aperta ai moderni metodi educativi. Buon rendimento degli scolari. Molto stimata dalle famiglie”. Dopo aver terminato il proprio servizio si
è dedicata alla pittura esprimendo tutta la sua
creativa solarità. Ora avrebbe un piccolo desiderio: rivedere tutti i ‘suoi’ scolari. Sa che non
è possibile ma ugualmente li ricorda e li saluta tutti. Per lei gli anni dell’insegnamento, per
gli scolari quelli dell’apprendimento, ci ricorda
nel salutarci, ‘…sono stati certamente i migliori
anni della nostra vita’.
di cogliere in pieno il senso profondo di quella mattinata con una grande lezione pur se
lontana dalle aule scolastiche. Con i loro insegnanti Cristina Garutti, Gianna Moschini, Luca
Pio Occhinegro, Daniela Vinciguerra ed accompagnati dal collaboratore vicario Antonio
Lanza, sono stati accolti da Maurizio Corradi,
presidente dell’ Avis ed Eugenia Ballista membro area scuola provinciale; Giovanni Milani e
Andrea Torreggiani rispettivamente presidente
e vicepresidente Aido Guidizzolo; Vanni Corghi
presidente provinciale Aido. Dopo la visita alla
sezione, con la reception, le sale visita, la sala
donazione e quella ristoro, spiegata da Franco
Pelizzola, sono arrivate puntuali le tantissime
domande centrate soprattutto sulle funzioni
del sangue e, naturalmente, sull’indispensabilità della donazione da molti di loro vissuta sicuramente nel racconto vivo dei loro genitori
o parenti iscritti alla sezione. Interessante per
tutti il ‘percorso del sangue’: dalla donazione
(32.000 le sacche nel mantovano, 500 quelle di
Guidizzolo) al centro di Mantova per la scomposizione e la distribuzione negli ospedali del
territorio con le eccedenze inviate al S. Raffaele di Milano e al S. Matteo di Pavia. In chiusura
Vanni Corghi ha illustrato le donazioni di midollo osseo e gli incoraggianti risultati sino ad ora
ottenuti nella cura delle leucemie. Una lezione
per la vita ai donatori di domani.
Le quinte in visita alla sede AVIS
Vi sono situazioni ed atteggiamenti della vita
che ognuno di noi impara o ha imparato sin da
ragazzino, guardando agli adulti e scoprendo
da loro, ad esempio, lo straordinario ed insostituibile valore della donazione come atto talvolta supremo di amore e partecipazione alle necessità o alle sofferenze degli altri. Può essere
questo il messaggio che si coglie dalla visita,
alcuni giorni fa, di alcune classi della primaria
di Guidizzolo, nello specifico le tre quinte, alla
locale sede dell’Avis unita nel progetto “La mia
vita in te”, con Aido, Admo e Abeo. I ragazzini, felici tanto per l’uscita scolastica che per i
pasticcini finali loro offerti, hanno dimostrato
11
cronaca
Fine corso per la Scuola Tennis
L’AIDO ai Giochi senza frontiere
In queste occasioni a trionfare è il più alto spirito decubertiano unito all’obiettivo principe
della manifestazione: divulgare la cultura della donazione attraverso un momento di divertimento. Parliamo dei tradizioni ‘Giochi senza
frontiere’ che l’Aido provinciale organizza ogni
anno grazie al contributo dell’uno o dell’altro
gruppo comunale.
Sempre con la puntuale collaborazione dell’Avis
il cui alto spirito della donazione è noto da sempre e ben si accomuna a quelli di Aido o Abeo.
Quest’anno la predisposizione dei giochi è toccata al gruppo di Revere. Vi hanno partecipato
oltre un centinaio di donatori dei gruppi comunali di Revere, ovviamente, e poi Castel Goffredo, Gazoldo degli Ippoliti, Curtatone, Rivarolo
Mantovano, Virgilio, Volta Mantovana e, non
manca mai, Guidizzolo. Si sono sfidati in giochi
ormai un po’ dimenticati della tradizione mantovana, ed a vincere, per la cronaca, è stato il
gruppo di Volta Mantovana, seguito da Gazoldo
degli Ippoliti e Castel Goffredo a cui toccherà
l’organizzazione del prossimo anno.
A tutti, perché ciò che conta, soprattutto nella
donazione è partecipare, sono stati consegnati
premi dal sindaco del Comune di Revere Gloria
Regina Bonini, dall’assessore allo sport Luca
Bianchi e dalla presidente provinciale Aido Antonella Marradi.
Per i guidizzolesi, raggiunti anche dal sindaco
3000
Tutti i ragazzi della scuola tennis di Guidizzolo si
sono esibiti davanti ai maestri ed ai genitori alcune sere or sono durante la festa di fine corso
che annualmente il Tennis Club Guidizzolo propone. Un centinaio, partendo dai bambini più
piccoli che imparano ad avere dimestichezza
con la racchetta, fino ad alcuni giovani agonisti: sono questi i ‘numeri’ di un Circolo, come
ha ricordato il presidente Alfredo Maccari, da
sempre votato alla promozione dello sport nel
senso più ampio del termine, per la crescita non
solo fisica dei ragazzi. Maccari ha ringraziato le
famiglie, le amministrazioni comunali, gli sponsor, i maestri ed i custodi per il grande lavoro
che quotidianamente svolgono. Ringraziamenti
ai quali si è unito il sindaco Graziano Pelizzaro
estendendoli al Circolo, uno dei più attivi e vivaci della provincia. La cerimonia, coordinata
dal direttore del circolo Renato Pasini, ha visto
l’intervento di Cesare Maccari, ora assessore
allo sport ma per anni presidente del sodalizio
oltre che uno dei fondatori. Dopo i saluti ai presenti Cesare Maccari è andato con il ricordo al
1985, anno non solo “…della grande nevicata
nel mantovano e in Guidizzolo, ma anche l’anno
in cui Paolo Ferrari ha iniziato la propria attività di maestro al tennis Club”. ‘Nozze d’argento’
ricordate con l’omaggio al maestro di un nuovo
fischietto, “…in attesa di quello d’oro”. Maccari ha quindi presentato GianClaudio Passoni, il
maestro che affianca Ferrari da un anno e che
sta raccogliendo anch’egli la stima e l’apprezzamento dei ragazzi e delle famiglie. In campo
sono poi entrati i ragazzi esibendosi in alcuni
colpi di base. Quindi il sindaco con gli assesso-
ri Laura Toniato, Cesare Maccari e Giacomino
Milani ha dato vita alle premiazioni dei tornei
interni, lasciando spazio poi al graditissimo buffet.
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cronaca
Graziano Pelizzaro, è stata un’occasione per
visitare il territorio di Revere con la torre, il castello ed i musei permanenti con interessanti
mostre.
In San Lorenzo per le quinte
Alcune settimane prima avevano seguito con
attenzione la ‘lezione’ con cui il prof. Giovanni
Zangobbi, storico e docente presso l’Isa di Guidizzolo, li aveva intrattenuti nell’Oratorio di San
Lorenzo. Così nell’occasione della tradizionale
festa di fine anno scolastico, che per le quinte
della primaria rappresenta anche la fine di quel
ciclo di studi, i ragazzini si sono trasformati in
competenti e sicuri ciceroni.
La mattinata, presenti i genitori, è iniziata
nell’aula magna del comprensivo con la presentazione della mostra con i lavori realizzati
dagli alunni sull’antica Roma, seguiti in questi
dall’esperta d’arte Aura Zecchini. Poi tutti insieme, genitori e ragazzi accompagnati dai loro
insegnanti Gianna Moschini, Silvia Simonazzi,
Daniela Vinciguerra, Cristina Garutti e Graziano
Bardini, hanno raggiunto l’oratorio duecentesco poco distante dalla scuola. Qui, davanti agli
attenti genitori, i ragazzi hanno spiegato il ciclo
di affreschi che adornano le pareti della chiesetta soffermandosi sui particolari ed accennando all’iconografia classica. Una festa ben
congeniata che si è conclusa con un rinfresco
organizzato dai genitori ed il ritorno alla scuola
dove insieme hanno fatto scorrere le immagini
del loro anno scolastico scelte e preparate dal
m° Antonio Lanza per concludere con alcune
canzoni e con il ‘Fratelli d’Italia’ guidati dalla
musicista Francesca Cappa.
T
RosEtta
A
M
25 anni di servizio in parrocchia
Le ‘nozze d’argento’ si possono festeggiare per
i motivi più disparati. Il più noto, si sa, è quello
dei due coniugi al traguardo dei 25 anni di matrimonio.
Noi oggi invece parliamo delle ‘nozze d’argento
con la parrocchia di Guidizzolo’ le quali, nello
specifico, non riguardano i sacerdoti ma la signora Rosanna che da un quarto di secolo è in
servizio appunto presso la parrocchia di Guidizzolo. Un servizio prezioso che non ha interessato solo la canonica ma tutti gli ambienti parrocchiali, chiesa compresa, verso i quali Rosanna
tiene da sempre un’attenzione particolarissima.
Lei ovviamente non se lo attendeva, ma alcuni
giorni fa i ‘suoi sacerdoti’, quelli con i quali ha
collaborato in questi 25 anni e che a Guidizzolo
hanno svolto il loro ministero sacerdotale quale il parroco precedente don Adriano Avanzi
o l’attuale don Libero Zilia, oppure i vicari o i
diaconi, le hanno voluto far la sorpresa di una
solenne concelebrazione eucaristica. Lei è arrivata in chiesa con il marito Luigi Azzini nulla
sospettando anzi, sorpresa di trovare figli e
nipoti. Poi tutto si è svelato quando sull’altare
sono arrivati i sacerdoti.
Emozionatissima ed anche incredula ha ringraziato il Signore e poi i preti per una festa tanto
solenne, partecipando poi anche al pranzo tutti
insieme. Una signora solare e sempre attenta;
con un pregio in più (per alcuni) o un difetto
insopportabile (per altri): una smisurata fede
interista che l’ha orgogliosamente portata ad
indossare la maglia a strisce neroazzure per
una giornata intera all’indomani delle recenti
vittorie dell’Inter.
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13
cronaca
Revisione auto e moto
Anche Guidizzolo dispone, grazie a due giovani imprenditori, Ignazio Dellaparte; specialista
nelle auto e Diego Nicoli delle moto, di un “Centro Revisioni” all’avanguardia per la strumentazione e per l’assistenza che offrono alla clientela. La revisione è una scadenza periodica che
causa, da sempre, paura all’automobilista. Nel
corso degli anni le tempistiche si sono fatte via
via più restrittive al fine di assicurare una corretta efficienza meccanica dei mezzi circolanti.
La “revisione” è il check-up completo di un veicolo che si effettua periodicamente presso le
officine meccaniche autorizzate dal Ministero
dei Trasporti per stabilire l’idoneità o meno del
mezzo a circolare.
La revisione occupa circa 25 minuti e non bisogna fare la prenotazione. É indispensabile
presentarsi con la CARTA DI CIRCOLAZIONE
IN ORIGINALE. Al nuovo “Centro” guidizzolese
possiamo rivolgerci con fiducia.
In-Soliti Attori
Lo scorso 27 maggio è andato in scena al Teatro
comunale di Guidizzolo lo spettacolo conclusivo
del Laboratorio teatrale “In-Soliti Attori”2010“,
con la regia di Flavio Cortellazzi e la direzione ar-
14
tistica della Cooperativa Sociale Teatro Magro.
Un momento di ‘teatro speciale’ di impatto significativo con al centro il tema della solidarietà, una
solidarietà non solo immaginata e partecipata ma
soprattutto vissuta.
Attraverso una compagnia inusuale, con attori
inusuali, appunto ‘In-Soliti’. Una collaborazione
collaudata ormai da quattro anni di attività tra i
ragazzi dell’Istituto Statale d’Arte e i ragazzi del
Centro Diurno Disabili di Rebecco e Sacca di Goito. Sono stati loro a portare in scena, con la sensibilità che li distingue, il tema della solidarietà, per
contrastare la tendenza, spesso preponderante,
della chiusura in se stessi e dell’attenzione più
all’apparire che all’essere. Una iniziativa di grande valore umano e sociale che quest’anno ha
avuto il sostegno e la partecipazione di un intero
territorio attraverso il progetto in rete “Un Girotondo Solidale”, di cui l’Associazione “Gruppo
Volontari Guidizzolesi” è capofila e organizzatore:
un progetto cofinanziato dalla Fondazione Cariplo
che riunisce numerose Istituzioni e Associazioni
dell’Alto mantovano sensibili alle tematiche sociali. Lo spettacolo mattutino, andato in replica la
sera, ha visto i saluti di Mirella Monacelli docente
dell’ISA e referente del progetto, la quale ha introdotto gli interventi del sindaco Graziano Pelizzaro, della dirigente ISA Franca D’Amico, dell’assessore provinciale Armando Federici Canova,
della direttrice del C.D.D. di Rebecco Valentina
Salandini. Quest’ultima al termine ha ringraziato
i bravissimi attori, il numeroso pubblico, il regista
e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo.
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cronaca
Buongiorno atleti
Al termine di una simpatica partita tra bimbi e
genitori (vinta dai bimbi per 8 reti a 6) gli allenatori hanno inviato ai bimbi una bella lettera di
saluto che volentieri riportiamo.
Siamo arrivati alla conclusione di questa lunga
stagione calcistica e a malincuore dobbiamo
salutarci, con la speranza di rivederci l’anno
prossimo ancora sul campo da gioco per poter
ridere e scherzare ancora insieme, logicamente vincendo il campionato...
Noi mister abbiamo riso, giocato e tentato d’insegnarvi il rispetto, l’educazione per il prossimo, cioè i vostri avversari e anche compagni di
squadra. Speriamo con tutto il cuore che questo nostro insegnamento l’abbiate capito e lo
mettiate in pratica anche nella vita quotidiana.
Un GRAZIE particolare lo dobbiamo a voi ragazzi che con la vostra semplicità e i vostri modi
di fare ci avete trasmesso tantissime emozioni.
Abbiamo fatto il possibile per trasmettervi le
stesse sensazioni da noi provate, non sappiamo esattamente se questo è avvenuto o meno
ma ce l’abbiamo messa tutta cercando inoltre
di farvi capire la passione che mettiamo noi in
questo gioco bellissimo, che è il CALCIO.
Un’ultima cosa breve ma essenziale per farvi
capire quanto teniamo a voi. Le urlate da noi
fatte in campo erano per favi capire la cosa
giusta da fare in ogni occasione, in campo e
fuori, insomma sempre per il vostro bene. Siamo contenti di voi, avete dimostrato d’avere imfrittatina dolce
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mense doti e qualità calcistiche, fieri d’avervi
allenato e con la speranza che le nostre strade
proseguano insieme anche in futuro. Ci ricorderemo di tutto e dì più, soddisfatti del nostro
percorso vi lasciamo col sorriso, incerti se
piangere o sorridere, ma più convinti di sorridere perché felici di essere stati vostri mister.
GRAZIE.
Marco e Matteo
Santa Messa in S. Lorenzo
Nei giorni scorsi un gruppo di oltre 60 persone
guidate da don Lamberto Leva parroco di Binate nel milanese, dopo un viaggio a Solferino e
San Martino per visitare i luoghi della Battaglia
del 1859 hanno voluto celebrare la santa Messa
nell’Oratorio di San Lorenzo.
Don Lamberto, amico da molti anni di Fausto
e Loredana, era già venuto a visitare l’Oratorio e ne era rimasto colpito per la tranquillità
del luogo, la ricchezza dei suoi affreschi e la
cura con cui viene tenuto. Ha chiesto al Comune di potervi celebrare la santa Messa in occasione di questo viaggio di approfondimento
storico-culturale. Dopo il pranzo che si è tenuto
alla “Trattoria Birbesi” sono state donate agli
ospiti; dal Comune copie del volume “Il pricipe
e l’eremita” e dal centro Culturale S. Lorenzo
copie del “Quaderni Guidizzolesi” che trattano
dell’Oratorio.
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Notizie
dall’Amministrazione
A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO
Restaurati gli arredi di San Lorenzo
Il 25 settembre prossimo l’Oratorio di San Lorenzo ritroverà i propri arredi restaurati dallo
Studio Restauro Arte di Cesarino Monici, lo
stesso che ha curato il recupero dell’importante ciclo di affreschi di cui la chiesetta è adornata. Saranno collocati in teche appositamente
indicate dalla Soprintendenza la quale ha seguito passo passo tutti i lavori approvandone
i risultati. Si tratta, complessivamente, di una
settantina di manufatti tutti provenienti da San
Lorenzo, databili tra il XVI e il XIX secolo. Principalmente candelabri, porta palme, cartagloria
o reliquiari, alcuni dei quali contengono ancora
le reliquie originarie, ex voto dipinti su tavola,
cornici varie. Parte sono strutturati in legno
tornito o intagliato, decorati su imprimitura con
dorature, argentature meccate e laccate; altri
sono in metallo di ottone fusi e torniti o sbalzati
e cesellati. L’importanza di questi manufatti, dal
punto di vista storico, si inquadra nell’ambito
del recupero complessivo dell’Oratorio; tuttavia il loro esame non deve e non può ridursi ad
una carrellata, veloce o particolareggiata, di
‘oggetti del passato’ in quanto va inscritto nella
più ampia pagina della storia dell’arte e, forse
più ancora, della storia di un’intera comunità.
‘Il dotarsi di –cose belle- per esprimere e celebrare le funzioni del culto della propria fede, ci
dice Cesarino Monici, è sempre stata una delle
massime aspirazioni delle Comunità Cristiane.
Nell’altare si identificava la presenza di Cristo,
così come nei reliquiari la testimonianza viva
e tangibile dei Martiri della fede. E’ in questa
ottica, prosegue, che questi manufatti vanno
intesi per far capire a coloro che non vi danno
giusta rilevanza, oppure li sottraggono e li disperdono, quanto di arte, memoria e vita di intere comunità vadano disperse con essi. Questi
oggetti, conclude, insieme all’intero complesso
con le sue pitture, le sculture e gli intarsi lignei
o la tarsie marmoree, rendono ragione di un
passato culturalmente alto, attivo e stimolante
per un futuro di medesimo profilo’. Il recupero ha seguito un iter particolarmente lungo,
iniziato di fatto nel 1997 quando la pratica del
progetto architettonico generale, che al momento contemplava anche tutti gli arredi e le
pitture interne, aveva dapprima trovato competenza presso la Soprintendenza ai Monumenti
di Brescia, la quale predispose un complesso
A - Sec. XVII
Crocefisso di arredo
d’Altare Maggiore.
Stato finale di restauro.
B - Sec. XVII
Reliquiario a teca con
reliquia, intagliato,
argentato e meccato.
Stato finale di restauro.
16
C - Sec. XIX
Reliquiario, intagliato,
argentato e meccato.
Stato finale di restauro.
A
B
C
monitoraggio finalizzato al recupero di tutto il
complesso ‘museale’ all’epoca in fatiscente
stato di abbandono per incuria e umidità. La
competenza poi passò alla Soprintendenza
di Mantova. L’acquisizione della chiesetta al
patrimonio comunale nel 1995 ha di fatto salvato questo straordinario monumento il quale
ora, con il rientro degli arredi, ritorna al proprio stato pressoché originario. Il recupero di
queste suppellettili, come del resto di tutto il
complesso, è stato di tipo conservativo, materico-strutturale, ma anche estetico per quel
tanto che è servito ad amalgamare le lacune
all’originale esistente, riconducendo le opere
ad una lettura corretta e godibile secondo i
primari intendimenti estetico-funzionali senza,
tuttavia, incorrere in ricostruzioni arbitrarie. Il
restauro è stato voluto e finanziato dall’Amministrazione Comunale di Guidizzolo con il contributo della Fondazione Cariplo.
D
D - Insieme degli arredi in fase intermedia di restauro
E - Sec. XVII - Cartagloria dell’altare della Pietà Reliquiario, intagliato, argentato e meccato.
E/1 - Stato finale di restauro, e particolare stato iniziale.
E/1
E
F - Sec. XVII - Reliquiario a teca con reliquia, stato iniziale
di restauro (Stesso oggetto della foto B).
G - Altare della Pietà. Visione riferita all’anno 1966
F
G
17
Novità negli uffici comunali
Nelle scorse settimane l’organico degli uffici comunali ha registrato alcune novità significative.
Il tecnico comunale, arch. Alessandra Madella, ha
chiesto ed ottenuto la mobilità verso il Comune di Goito, andando a dirigere l’ufficio dove aveva prestato
servizio fino al 2005.
Analogamente la comandante l’ufficio di Polizia Locale, Ramona Tarchini, ha partecipato ad un bando per
mobilità del Comune di Castiglione delle Stiviere, risultandone vincitrice.
L’Amministrazione Comunale, che ha ritenuto di non
ostacolare le loro scelte personali e professionali,
formula ad entrambe i migliori auguri di successo,
insieme ai ringraziamenti per il servizio prestato alla
comunità guidizzolese.
Alla direzione dell’ufficio tecnico comunale è stata
promossa l’ing. Giovanna Negri, già in servizio presso
lo stesso ufficio.
In biblioteca, infine, l’esito del concorso pubblico ha
confermato in servizio di ruolo l’aiuto bibliotecaria
Arianna Fornari.
Cambiamento climatico
Che il clima stia cambiando ormai è noto a tutti.
Le nostre zone, ma anche l’Italia intera sono sempre
più spesso interessate da perturbazioni di violenza
inaudita. Guidizzolo poi ne sa qualcosa, basta pensare
al tornado di tre anni fa.
Il 19 e 20 giugno scorsi un nubifragio di portata eccezionale ha interessato anche il nostro territorio, dopo
che nei giorni precedenti aveva sconvolto mezza Europa, provocando anche numerose vittime.
Particolarmente nella giornata di domenica 20 una vasta zona del territorio comunale ha subito allagamenti,
soprattutto a Birbesi e Rebecco.
La portata delle precipitazioni è stata senz’altro eccezionale, ma alcuni vecchi problemi sono tornati d’attualità. Fra questi, prioritaria è senz’altro la questione
della pulizia dei fossi: il deflusso dell’acqua piovana
risulta talvolta ostacolato da una loro cattiva manutenzione, che per regolamento è a carico dei frontisti.
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É vero peraltro che la Seriola Marchionale e la Seriola
Birbesi più di tanto non riuscivano a scaricare, e quindi a ricevere, ma alcune esondazioni su tratti stradali
sono state causate da intasamenti dei fossati.
Sarà necessaria dunque una maggiore attenzione, a
scopo preventivo, accompagnata da sanzioni per chi
non provvede.
Un ringraziamento va poi alla Protezione Civile di Guidizzolo, impegnata per tutto il tempo del nubifragio, insieme al personale comunale, allo scopo di far fronte
all’emergenza ed alleviare i disagi della popolazione
più esposta.
Smentiti, infine, coloro che affermano che l’area dove
sorgerà la nuova scuola materna (foto 1) sia poco idonea perché paludosa. Il terreno ha assorbito benissimo la pioggia abbondante di quei giorni, così come la
zona circostante. Diversa la sorte per la campagna tra
Guidizzolo e Birbesi (foto 2).
MILANI GIULIANO
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Nuove pavimentazioni al cimitero
Con i recenti lavori di sistemazione dei vialetti al cimitero comunale l’Amministrazione comunale, con un
finanziamento regionale Frisl, ha messo mano all’adeguamento del sistema di viabilità pedonale e ai collegamenti funzionali in modo da garantire l’accesso e la
percorribilità ai non deambulanti, alle persone anziane, ai passeggini, al carrello portaferetri, alle scarpe
con i tacchi, ai veicoli e mezzi su ruote in generale. La
nuova pavimentazione, realizzata su prescrizione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le provincie di Brescia, Cremona e Mantova, è costituita da 15 cm di terra stabilizzata, materiale
organico, naturale, ecologico e drenante. Si ottiene
dalla miscelazione di materiale terroso, tipo stabilizzato di cava, con calce idraulica e l’aggiunta di una
soluzione di sali non tossici a base di silicati, fosfati
e carbonati di sodio e potassio, atti ad assicurare il
consolidamento e la stabilizzazione dell’impasto con
l’eliminazione dell’interferenza dovuta alle sostanze organiche attive. L’effetto che si ottiene non deve
essere come l’asfalto o una gettata in cemento, ma
deve richiamare il sentiero in ghiaietto. Così ha voluto
la Soprintendenza, per cui quelli che a qualcuno sono
sembrati difetti di realizzazione, in realtà sono gli effetti cercati. In occasione delle opere di sbancamento
dei vialetti sono state rinvenute, ad una profondità di
circa 15/20 centimetri, due antiche lapidi, Come è noto
anticamente anche la comunità di Guidizzolo aveva
il proprio cimitero intorno alla chiesa dei Ss. Pietro e
Paolo. A partire dalla fine del XVIII secolo, per motivi
igienici, tutti i comuni e la parrocchie del mantovano
dismisero i vecchi cimiteri e ne costruirono di nuovi
fuori dai centri abitati. A Guidizzolo ciò avvenne intorno all’anno 1840. Probabilmente di ridotte dimensioni
(circa la metà dell’attuale campo 1), con una semplice
recinzione e con tutte sepolture ad inumazione quindi senza loculi o tombe in muratura, il cimitero accoglieva le salme dei defunti sulle quali venivano posate
lapidi commemorative come quelle ritrovate, datate
1850 e 1879, che ora saranno ripulite e collocate quale
memoria storica su alcune pareti interne del cimitero.
La strada degli Squadri e via Po
Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori che riguardano
due importanti arterie del nostro Comune. Per strada
Squadri, lo “stradoncino” che collega direttamente
la frazione Rebecco con la statale, si sta procedendo
all’allargamento. Il costo dell’intervento è a carico dei
privati, mentre il Comune ha proceduto unicamente
all’acquisizione dei ritagli di terreno necessari all’ampliamento.
Contemporaneamente sono iniziati i lavori di realizzazione dell’ultimo tratto di via Po, sempre a carico
dei privati lottizzanti. Questo intervento consentirà di
completare la viabilità nord da via don Sturzo fino alla
zona industriale, quindi alla statale.
Con queste opere si otterrà un alleggerimento del traffico nel centro urbano.
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Istituto Superiore d’Arte
Alessandro Dal Prato
A cura del dirigente scolastico Prof.ssa Franca Damico
Un premio alla creatività di grande prestigio quello che
gli alunni Zanetti Clara IB, Piovanelli Andrea IIIB, Bertani Arianna e Maknaoui Hanane IVB, accompagnati
dal Prof. Yuri Fischetti, hanno ricevuto dalle mani del
Presidente di Italia Nostra Alessandra Mottola Molfino nella Sala della Ragione dello storico palazzo dei
Capitani del Popolo ad Ascoli Piceno in occasione del
Congresso nazionale dell’Associazione.
L’Istituto d’Arte di Guidizzolo si è infatti classificato al
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primo posto al concorso nazionale “Da Rifiuto a Risorsa”, una competizione che Italia Nostra Onlus bandisce già da qualche anno nell’ambito della campagna
nazionale “Paesaggi sensibili” rivolta a studenti e studentesse delle superiori con lo scopo di sensibilizzare
i giovani sulla necessità di un futuro più equo, armonioso, sostenibile, rispettoso del prossimo e delle risorse del pianeta.
Una iniziativa inquadrata nel protocollo di intesa tra
Italia Nostra e Miur, realizzata
con il sostegno dell’ UNESCO per promuovere le attività -Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile- lanciate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 , a cui Italia Nostra partecipa come
membro del Comitato Scientifico.
Il concorso invitava pertanto i giovani a formulare
progetti e iniziative volti alla riduzione, allo smaltimento, al recupero e riutilizzo dei rifiuti, ed al contempo a
riflettere sugli effetti fortemente negativi che l’errata
gestione della problematica dei rifiuti può avere sul
territorio, riguardo l’igiene e l’estetica delle città, e
sull’ambiente.
I nostri studenti, coordinati dai docenti A. Slamone,
M.R. Milo, M. Brotto, Y. Fischetti e E. Poletti,
in gruppi o singolarmente, hanno prodotto e inviato al
concorso molteplici progetti e manufatti.
I lavori, presentati su grande schermo nel corso
dell’assemblea di Ascoli Piceno, hanno ricevuto l’apprezzamento del pubblico presente ed in particolare
quello della prestigiosa Giuria del concorso, che ha
premiato, tra le tante opere pervenute da tutta Italia ,
proprio quelle dei nostri studenti per la grande originalità , la precisione esecutiva, nonché per l’accuratezza della loro presentazione.
Davvero una bella opportunità che ha permesso ai
nostri alunni di vivere un’ esperienza particolarmente gratificante, oltre che di grande valore formativo,
civile e sociale, ma anche un’ottima occasione, colta
al volo dalla Scuola d’Arte guidizzolese, di finire per
meriti artistici sui Mass-Media nazionali.
Grazie ragazzi!!!
Alla scoperta
del museo diffuso
Oltre a quelli ben noti, Mantova possiede un altro grande museo, costituito dalle
innumerevoli opere d’arte disseminate in città e in provincia: un “museo diffuso”,
per larga parte ancora da esplorare. Allo scopo si propongono per l’autunno 2010
cinque itinerari a tema, volti a scoprire opere collegate con alcuni dei capolavori
ammirabili al Museo, dal quale ogni itinerario comincia.
Gli itinerari sono guidati da Mons. Roberto Brunelli con Marco Rebuzzi e Bruno
Cavallaro. Tutti partono dal Museo Diocesano, piazza Virgiliana, 55 alle ore 15
e si prolungano per circa tre ore.
1. Sabato 18 settembre
SUL LAGO DA SAN LUIGI
Con la barca solare, ammirando la flora e la
fauna del lago Superiore, si naviga sino a Rivalta, donde si passa a Rodigo, che conserva
nella bella chiesa parrocchiale due antichi
dipinti relativi a San Luigi Gonzaga.
e le antiche strutture conventuali annesse.
Passeggiata in città. Contributo alle spese . 10,00
4. Sabato 30 ottobre
LE BELLE SAGRESTIE
Percorso in pullman e in battello.
Contributo alle spese . 20,00
Prenotazione obbligatoria
Visita di due sagrestie, con i loro tesori e sconosciute opere connesse: quella di Sacchetta, con le memorie dei marchesi Cavriani, e
quella del Polirone, con il dipinto di Saverio
Della Rosa recentemente ricuperato.
2. Sabato 2 ottobre
Percorso in pullman. Contributo alle spese . 20,00
Prenotazione obbligatoria
LA FORMA DELLA CITTÁ
L’aspetto di Mantova, come appare in due dipinti del Quattro e del Seicento a confronto
con quello attuale.
Passeggiata in città. Contributo alle spese . 10,00
3. Sabato 16 ottobre
DUE CHIESE RINNOVATE
I recenti restauri consentono di ammirare
le belle forme delle chiese settecentesche
di San Barnaba e Ognissanti, rivedendo nel
contempo i preziosi dipinti che custodiscono
5. Sabato 13 novembre
I TESORI DI SUZZARA
Itinerario nel centro della città con la chiesa dell’Immacolata, ricca di antichi dipinti e
sculture tra cui due capolavori: la tela seicentesca raffigurante San Longino e la statua cinquecentesca detta “Madonna della
Cherubina”.
Percorso in pullman. Contributo alle spese . 20, 00
Prenotazione obbligatoria.
A chi prenota i cinque itinerari, in omaggio la partecipazione a LE PAROLE DIPINTE, la visita alla
mostra IL GIRO DEL MONDO IN BIBLIOTECA e sconti sulle pubblicazioni disponibili al bookshop.
Visite, informazioni e prenotazioni:
MUSEO DIOCESANO “FRANCESCO GONZAGA” Mantova, Piazza Virgiliana 55
mercoledì - domenica ore 9.30-12 e 15-17.30 - tel. e fax 0376 320602 - [email protected]
Ristorante
da Fabio
Menù della casa:
Antipasti di pesce
Paella al pescado
Tel. 0376 818697
via H. Dunant, 46 Guidizzolo (MN)
www.ristorantelacollinetta.it
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Anima e cuore
A cura di Sandra Tosi
Amici online
Qualcuno dice che il computer è il mezzo di comunicazione più freddo che esista.
Eppure non di rado, rappresenta per molti una
finestra spalancata sul mondo.
Spazi e latitudini non hanno più confini certi e
definiti, persone di diverse etnie, diverse religioni, usi, costumi o idiomi differenti, possono
“incontrarsi” nel desiderio di comunicare sempre e comunque con il linguaggio universale
della musica, ad esempio, o dell’arte ma, anche
nel semplice desiderio di condividere qualcosa
di bello, gradevole ed edificante. Non è poco,
soprattutto considerato che tutto ciò avviene
tra persone che nella vita, forse, non si incontreranno mai!
Questa è una nuova dimensione della comunicazione: nelle amicizie internettiane tutto ciò
che è esteriorità diviene inutile, non vi sono distrazioni perciò.
La voglia di essere presente è spesso riconoscibile in un “clic” su inoltra, che basta già a
condividere e far girare un file, in tempo reale,
a chilometri di distanza…
Quante persone ho conosciuto e quante amicizie! Qualcuno mi scrive in italiano, magari
“maccheronico” (ma spesso meglio di come
scrivono molti Italiani!) per gli altri c’è il traduttore ed ho cominciato pure ad imparare qualche parola straniera.
Certo bisogna stare attenti, gli infami esistono
ovunque ed anche in internet, ma basta gettarli
nel cestino e nei casi più seri rivolgersi alle forze dell’ordine che a disponibilità e competenza,
sono davvero splendide.
Io sono stata fortunata finora: con George, canadese, stimato professore e ricercatore che
adora l’Italia e la “sua” Roma dove si è ampiamente meritato la sua prima laurea in medicina.
Alfredo Puppo da anni in Venezuela, che mi ha
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mandato la foto di tutta la sua splendida famiglia, E ancora: Ahnna dal Brasile, Leon Maria
dal Perù, Sunny da Malta, Magdalena dall’Argentina e da tutta Europa!
E poi tanti dall’Italia: Padre Adriano cattedratico Salesiano, Il dott. Maurizio e la splendida
sorella Emilia, che conoscerò nel mio prossimo
viaggio a Roma, Nicola e Antonio con la moglie
Tina da Mergellina, Suor Mary da Macerata
che spero di conoscere prestissimo.
Il prof. Eugenio, il dott. Alessandro di Roma e
ancora: Florinda di Ostia, Anna, Renata e Paola di Milano, Antonello e la moglie Elda, umbri,
Emilio e Tullia lui romano la moglie di Curtatone… E sono solo alcuni.
Ma tanti altri, che non cito, mi hanno chiesto di
ricevere la Notizia, per conoscere il mio paese!
Amicizie che si consolidano, pur non conoscendosi di persona, magari solo con una telefonata
ogni tanto e scambi di opinioni. Ma c’è di più.
Non di rado, le conoscenze via etere divengono
reali e nascono vere e profonde amicizie, com’è
successo con alcuni dei citati ma soprattutto
con la romana GiEffebis e la bresciana MaccDany, per chi conosce le presentazioni in PowerPoint, Gina e Daniela per il resto del mondo!
Ed è una e-mail di Gina (più che un’amica è
una sorella) che vi voglio regalare, per far
comprendere quanto c’è da imparare da tutte
queste GRANDI amicizie in rete (la lettera verrà
pubblicata sul prossimo numero, per ragioni di
spazio).
Concludo quindi, mandando a Gina, che si è innamorata di Guidizzolo e a tutti gli amici lettori,
lontani o vicini, un abbraccione mantovano attraverso la Notizia, che unisca il globo a tutto
tondo!
Sandra Tosi
[email protected]
Pensioni e dintorni...
A cura di Paolo Zani, Consulente previdenziale
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
A luglio la “quattordicesima“ ai pensionati a basso reddito
Dal 1° luglio p.v. sarà corrisposta dall’INPS (per le pensioni
del settore privato) o dall’INPDAP (per quelle del settore
pubblico) la cosiddetta “quattordicesima” ovvero quella
somma aggiuntiva annuale che la Legge 127 del 2007 ha
previsto in favore dei pensionati a basso reddito.
Gli interessati
I possibili beneficiari di questa somma aggiuntiva sono i titolari di pensioni (ex lavoratori dipendenti e ex lavoratori
autonomi) che abbiano già compiuto o compiano nel 2010
i 64 anni di età e che non abbiano redditi personali (non
si valuta il reddito dell’eventuale coniuge) superiori a una
volta e mezzo l’importo annuo del trattamento minimo. Per
l’anno 2010, in considerazione del fatto che il trattamento
minimo mensile è fissato in 460.97 E, la soglia di reddito da
non superare è pari di 8.988.92 E (E 460.97 x 13x 1,5).
Gli aumenti
Per evitare che, come è avvenuto in passato, la cifra sia
distribuita a pioggia, appiattendo le differenze tra chi ha
pagato più contributi e chi ne ha versati di meno, la legge
prevede un importo differenziato del beneficio in base agli
anni di contributi versati per ottenere la pensione, secondo
la seguente tabella
• Interessi bancari, postali, dei BOT, dei CCT e dei titoli di Stato, proventi di quote di investimento, vincite al lotto e lotterie, ecc.
• Redditi di partecipazione in società e imprese
• Redditi di terreni e fabbricati in Italia e all’estero (esclusa la casa di abitazione)
• Altri redditi assoggettabili all’IRPEF (compresi gli assegni alimentari e di sostentamento, i redditi di capitale, ecc.)
• Rendite vitalizie o a tempo determinato costituite a titolo oneroso in Italia e all’estero
• Altri redditi non assoggettabili all’IRPEF
• Prestazioni assistenziali in danaro erogate dallo Stato o altri Enti pubblici o Stati esteri (escluse le indennità di
accompagnamento per invalidi civili, le indennità
previste per i ciechi parziali e l’indennità di
comunicazione per i sordomuti)
• Lavoro dipendente prestato all’estero
• Quote di pensione trattenute dal datore di lavoro
• Assegno di mantenimento corrisposto dal coniuge
separato
• Redditi da capitali prodotti all’estero
La “Quattordicesima” ridotta
Per reddito
È frequente il caso in cui il reddito personale supera il liLavoratori dipendenti
Lavoratori autonomi
Somma aggiuntiva
mite degli 8.988.92 euro ma è comunque inferiore al reddi(anni di contribuzione)
(anni di contribuzione)
to incrementato dell’importo degli aumenti; in questi casi
Fino a 15
Fino a 18
336 E
l’aumento sarà erogato in misura tale da non superare
Sopra i 15 e fino a 25 Sopra i 18 e fino a 28
420 E
quest’ultima soglia.
Oltre i 25
Oltre i 28
504 E
Per comprendere il meccanismo ipotizziamo il caso di un
Se la pensione a cui attribuire l’aumento è una pensione di pensionato con 30 anni di contributi e con un reddito perreversibilità, per stabilire a quale fascia di aumenti si abbia sonale di 9.100 E. In questa ipotesi il reddito del pensiodiritto, il numero dei contributi accreditati in favore del co- nato è superiore al limite degli 8.988,92 E ma è inferiore ai
9.492,92 E ovvero alla somma del reddito richiesto per otteniuge defunto si abbatte del 40 %.
nere l’aumento più l’importo del beneficio che, nel caso di
I requisiti
un pensionato con più di 30 anni di contributi, è di 504 euro.
Come ho accennato, per ottenere la quattordicesima oc- L’incremento che sarà pagato dall’INPS sarà di 392,92 euro
corre essere in possesso di due requisiti: quello anagra- che, sommati agli 9.100 euro del suo reddito personale, gli
fico dei 64 anni e quello reddituale. Mentre per verificare consentiranno di non superare la soglia di 9.492,92 euro.
il requisito anagrafico basterà guardare la data di nascita, Per compimento dei 64 anni nel corso dell’anno
più complesso è, invece, il meccanismo per accertare il re- In questo caso la “quattordicesima” viene rapportata ai soli
quisito reddituale che non deve superare, per l’anno 2010, mesi successivi al compimento del 64^ anno di età. Così, ad
l’importo lordo di 8.988,92 E.
esempio, un pensionato nato il 5 agosto 1946 con 28 anni
Come già detto, contrariamente a quanto avviene per altre di CTB da lavoro dipendente invece di percepire l’intero immaggiorazioni od integrazioni, per attribuire la quattordice- porto di 504,00 euro percepirà solo i 4/12 della somma vale
sima si tiene conto solo del reddito personale del pensiona- a dire 168,00 euro.
to e non anche di quello cumulato con l’eventuale coniuge.
Si deve tener conto di tutti i redditi personali valutati al lor- Cosa fare per ottenere la quattordicesima?
do, con la sola esclusione dei redditi derivanti dalla casa In generale il pensionato non deve fare alcunché per ottedi abitazione, dalla percezione degli assegni al nucleo fa- nere questo beneficio che, di norma, viene erogato automiliare e delle indennità di accompagnamento e dei redditi maticamente in base alle dichiarazioni reddituali (i cosidderivanti dal pagamento dei trattamenti di fine rapporto di detti modelli RED) già acquisiti.
Può verificarsi il caso in cui queste dichiarazioni non sialavoro e di quelli soggetti a tassazione separata.
no mai state presentate oppure siano state compilate in
I redditi rilevanti sono:
modo errato ed allora è necessario presentare una richie• Redditi da pensione, comprese quelle erogate da Stati sta all’INPS o all’INDAP compilando, ovviamente, il modello
Esteri
RED.
• Redditi di lavoro dipendente e assimilati
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• Redditi di lavoro autonomo, professionale, parasubordina [email protected]
to e d’impresa in Italia e all’estero
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Ravioli con fichi e crudo
a cura di Donatella Lusenti
Ingredienti per 4 persone
400 g di fichi essiccati
400 g di prosciutto crudo
salvia e timo
Per la pasta
250 g di farina (per metà grano tenero e metà
grano duro)
2 uova
1 pizzico di sale
Preparazione
Tritare finemente i fichi e il prosciutto crudo,
amalgamare bene i due ingredienti e poi procedere nel modo tradizionale nella preparazione della pasta.
Disporre il ripieno nei quadrati della sfoglia e
chiuderli nel modo tradizionale. Il ripieno non
ha bisogno di correzioni di sale perché il prosciutto dovrebbe dare la giusta sapidità.
Cuocere i ravioli in abbondante acqua salata,
scolarli e servirli conditi con burro fuso, salvia
e poco timo.
Vini consigliati
Merlot, rosso della Cantina Prendina
In alternativa anche un Cabernet
Proponiamo la ricetta del Bar Trattoria “Al Monumento” di Birbesi via Monumento (chiuso al giovedì). La ricetta proposta è un primo piatto che
indubbiamente fa parte delle tante proposte che la
titolare, signora Sonia, propone stagionalmente ai
propri affezionati clienti; Ravioli con fichi e crudo,
conditi con burro fuso salvia e poco timo.
Indubbiamente la creatività e l’esperienza della titolare sanno proporre durante, l’arco delle stagioni, piatti che rispettano
la tradizione valorizzando i prodotti del territorio, basti ricordare marmellate e mostarde di loro produzione e anche per
questa ricetta il procedimento per l’essicazione dei fichi è curata da loro. Tra le numerose proposte ricordiamo: ravioli
con mascarpone e noci, tortelli di zucca, ravioli con radicchio rosso, mele e spek, filetto con melagrana, spezzatino con
carciofi, arrosti con uva, mele e arancia.
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Psicologia
a cura della Dott.ssa Giulia Stuani
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
I “crop circles”: chi sono gli alieni?
Il fenomeno dei crop circles, i cerchi nel grano,
sono presenti in tutto il mondo, si può risalire
ai più vecchi negli anni ’60 in terre inglesi, ma
nell’ultimo periodo si sono moltiplicate queste
opere anche in Italia; solo negli ultimi 3 mesi ne
sono stati trovati 28, nelle province di Padova,
Caltanissetta, Viterbo, Brescia, Milano, Torino,
Faenza, Ravenna, Cuneo, Macerata, PesaroUrbino, Ancona, Perugia, Livorno, Pavia, Udine
e numerose altre. I più creativi sostengono che
questi disegni vengano svolti da mani aliene, da
extraterrestri in grado di piegare, ma non spezzare, le spighe di grano, con lo scopo di inviarci
messaggi, che però nessuno è ancora riuscito a
codificare; altresì, è stato dimostrato che alcuni
dei disegni rurali sono stati svolti da mano umana, con lo scopo di muovere l’opinione pubblica.
Non si vuole qui affrontare una disquisizione sulla veridicità o meno di questi “segni”, ma, data
la loro numerosità incipiente, nell’ultimo periodo
mi è capitato sempre più spesso di sentirne parlare e di pormi quindi alcune domande sul comportamento umano. Di fronte a questi misteriosi
disegni, l’animo umano tendenzialmente di ritrova
a dover risolvere un dubbio (sono stati gli alieni
oppure no?) e le posizioni che si riscontrano più
facilmente sono quelle estreme: da un lato coloro
che credono nella presenza aliena senza andare
in cerca di eventuali prove e dall’altro coloro che
sostengono che siano solo opere umane senza
considerare che ci sono dettagli non riconducibili all’uomo, perlomeno allo stato attuale delle
conoscenze che la scienza ha a sua disposizione.
Ma andiamo oltre anche a questo. Ciò che accomuna queste due posizioni mentali è la considerazione che “l’altro” (l’alieno) esista: nel primo
caso lo si dà per scontato, nel secondo lo si nega
con tutte le forze, ma per negare qualcosa bisogna averlo presente.
Siamo, quindi, per l’ennesima volta, di fronte alle
reazioni dell’animo umano a paragone con l’altro,
con il diverso, con lo sconosciuto; il fatto che,
trattandosi di alieni, in questo caso, si possano
tingere le discussioni di mistero, non implica che
il comportamento umano sia diverso da tutte le
altre volte in cui si ritrova ad avere a che fare con
un’entità diversa, sia essa di un colore diverso
della pelle, di nazionalità diversa, di mentalità diversa, con una disabilità fisica o psichica, o un
extraterrestre. L’uomo si comporta sempre nello
stesso modo: o decide di reprimere il diverso, o
decide di allearcisi riponendo in esso fiducia; ma
come si nota, entrambe le posizioni presumono
un cambiamento dello stato attuale delle cose.
A questo punto, mi sono chiesta, quanto possibile sia, invece, una terza via, cioè quella della
“convivenza”, nel senso che “i normali” ed “i diversi” possano coesistere all’interno della stessa società, e qui si riaprono tutte le discussioni
che in Italia perdurano da anni sull’immigrazione,
sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro,
sul recupero dei carcerati o dei tossicodipendenti, per dirne alcune; inutile negarlo, il nostro Bel
Paese ha ancora molte difficoltà ad accettare le
differenze tra le persone, siamo ancora molto indietro culturalmente per poter fare un passo così
grande. Per contrasto, ho pensato, invece, all’Inghilterra, luogo in cui gli immigrati, o le persone
di colore diverso, o i disabili fisici e mentali, sono
inseriti nel mondo “dei normali” tranquillamente,
dove vi è una coesistenza serena, colorata, a prescindere, di rispetto per l’altro.
Quindi, una folgorazione: se provassimo a concepire che gli alieni esistano e che ci stiano mandando dei messaggi, possiamo permetterci di non
considerare che la maggior parte dei messaggi
sia stata lasciata in terre dove si è più pronti alla
coabitazione? Sugli alieni, concediamoci il beneficio del dubbio, ma teniamoci quanto di buono
è possibile nella nostra quotidianità: nessuno è
normale e nessuno è diverso (o alieno), se non
siamo noi stessi a costruirlo così.
Giulia Stuani
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25
recensioni
arte &
dintorni
Marta Leali
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Perle ai porci
Un libro sulla scuola. Scritto dal punto di vista
del professor Perboni, il cui metodo è quello della ‘carogna’. Fin dall’inizio afferma di rinunciare a priori ad insegnare qualcosa agli
studenti parcheggiati -letteralmente secondo
la sua descrizione- in classe dai genitori. Ma
non sempre questo ‘personaggio-carogna’ è
presente: in più di un’occasione infatti fa capolino
la sua volontà d’insegnare
al suo studente-tipo (la cui
più alta ispirazione sarebbe quella di far parte di un
reality show…).
Uno spaccato della vita
scolastica attuale, che
ci accompagna lungo un
intero anno di scuola e
ci mostra uno spettacolo
squallido, per certi versi
maligno, raccapricciante
e, purtroppo, sotto molti
aspetti reale.
Per fortuna il terribile
Gianmarco Perboni (pseudonimo dietro il quale si
nasconde in apparenza un
vero professore), autore di
questo testo, è dotato d’incredibile ironia!
Come non sorridere delle
tante disavventure fatte subire agli studenti?
Come non ridere delle riunioni dei professori,
in cui le professoresse commentano i flirt dei
propri studenti e li seguono come fossero serie
televisive e i professori leggono il giornale? E
vogliamo parlare dei colloqui con i genitori in
cui si vedono le realtà più diverse? Da genitori
per cui la scuola è solo qualcosa con cui i figli
passano il tempo per dedicarsi poi ad attività
migliori e più incisive quali…il calcio, a genitori
che non verificano neppure il rendimento scolastico dei propri pargoli. Secchioni che chiedono ai professori di fingere di mettere loro
dei brutti voti per non essere pestati, lo stesso
professor Perboni che graffia i motorini di alcuni studenti per vendetta e molto altro in questo
libro satirico.
Uno sguardo tragicomico sull’istituzione scolastica dei nostri giorni sempre più preda di
cambiamenti radicali in senso, il più delle volte,
discutibile. Dopo aver ghignato più volte leggendo questo diario del
professore riconoscendo
situazioni vissute anche
nella mia classe delle superiori, non potevo non
chiedermi che fine faranno gli studenti che non
hanno avuto la mia stessa fortuna di trovare professori in grado di farli ragionare. Esistono ancora
professori che chiedono
“cosa ne pensi dell’argomento studiato?” durante
le interrogazioni? Esistono ancora queste rocce
dell’insegnamento che
non vogliono la lezioncina imparata a memoria,
ma un’analisi personale?
Esistono ancora nella
scuola superiore?
E qui arriva la nota negativa: se gli studenti di
oggi sono, come dice il professor Perboni, ‘la
generazione scoraggiante, irrecuperabile, bovinamente supina’ come si fa a cambiare la situazione?
Tutti dovrebbero prenderne consapevolezza, giovani in primis visto che il futuro è loro,
ugualmente i genitori, che desiderano un futuro
roseo per i loro bambini e anche i professori,
che dovrebbero non-essere carogne!
Auguro una buona, leggera e divertente lettura
a tutti sotto questo caldo sole estivo!
Marta Leali
Testa nel forno
Vorrei parlarvi di tante cose, in questa calda
notte di giugno. Vorrei parlarvi di orrende visioni, di un regista misconosciuto e forse anche di
cucina. Ma andiamo con ordine.
Leggo su un vecchio giornale: “Riapre la pizzeria Conca D’oro, a Senna Comasco”. E fin qui
nulla di strano se non che, nel forno di quella
pizzeria, ai primi di febbraio, è stata infilata una
testa umana. La vicenda è questa: la sera del
2 febbraio Alberto Arrighi, titolare di una famosa armeria nel centro di Como, spara a Giacomo Brambilla per una squallida storia di soldi.
Dopo averlo uccciso, Arrighi chiama il suocero,
titolare della pizzeria di Senna Comasco. Emanuele La Rosa corre all’armeria e resta lì mentre
Arrighi taglia la testa a Brambilla (“Per rendere
difficile il riconoscimento”, dirà poi). I due quindi partono in auto in direzione di Domodossola.
Il corpo di Brambilla, avvolto in sacchi della
spazzatura nera, viene lasciato in un bosco. E
la testa? I due se la portano dietro. Arrivano alla
pizzeria Conca D’oro. Lì La Rosa tira fuori una
teglia bella capiente e dice ad Arrighi: “Tieni, la
testa mettila qui”. Detto fatto, la testa finisce in
forno. La Rosa appende un foglio: “Non aprire,
deve cuocere molto”.
Penso che nessuno al mondo abbia mai sentito
parlare di Michael Wotruba, di Peter Newton, di
Kevin Mancuso, di John Larson, di David Hills o
di Robert Yip. In effetti queste persone non esistono anzi, sarebbe meglio dire, questa persona
non esiste. Quelli citati non sono altro i molteplici pseudonimi utilizzati da Aristide Massaccesi,
al secolo Joe D’Amato (Roma, 15 dicembre 1936
- Roma, 23 gennaio 1999). Egli fu soprattutto un
grande regista e direttore della fotografia e può
essere considerato il cineasta italiano più prolifico di sempre: circa 200 film diretti o fotografati.
Ma stanotte la mia mente corre a “Rosso Sangue” del 1981.
Nel film un energumeno, frutto di un esperimento genetico, fugge da un ospedale e, dopo aver
seminato diversi morti lungo la sua strada, si
rifugia in una villa al cui interno si trovano due
bambini e la loro babysitter. Dopo aver afferrato
per i capelli la donna, la trascina per tutta la casa
fino in prossimità di un
forno a gas. Quindi le
infila dentro la testa.
La scena è a dir poco
disgustosa. Premetto
che la telecamera è
sistemata all’interno
del forno. La pelle della
malcapitata comincia
a diventare dapprima
bruna. Quindi iniziano a comparire, qua
e là, le prime piaghe.
Nel frattempo il volto
e gli occhi divengono
tumefatti. Col passare
del tempo la cute inizia
a passare dal colore
viola al bluastro. Poi
i capelli iniziano a fumare e ad accorciarsi
vistosamente, fino a diradarsi. A questo punto
la babysitter, dopo aver
cercato invano di divincolarsi, sviene esausta.
Tutti abbiamo visto arrostire un pollo nel forno.
Ma nessuno di noi si è mai soffermato ad osservare le varie fasi della sua cottura. Non so
perchè ma penso che, un giorno, Joe D’Amato
abbia osservato attentamente attraverso il vetro
del forno di casa sua, penetrando ogni singola
fibra del povero volatile arrosto e giungendo
fino ai nostri giorni e alla pizzeria Conca D’oro
di Senna Comasco. E’ stato un veggente, un
sensitivo. Aveva previsto tutto e ci ha mostrato
tutto l’orrore e la violenza di un’azione umana
folle, con molta onestà e coraggio. Mi piace ricordarlo attraverso alcune sue semplici parole:
“Quello che noi abbiamo sempre cercato di fare
è stato dare al pubblico quello che il pubblico
voleva. Con passione ed entusiasmo. E senza un
filo di ipocrisia”.
Buonanotte.
cinema
arte &
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Luca Piazza
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27
recensioni
arte &
dintorni
Don Antonio Ilario
Fortunati chi era costui?
Strada Mantova-Brescia. Fa freddo. Entro in
un bar della Piazza Grande di Guidizzolo per
prendere un cappuccino. Appoggiato con i gomiti piantati sul bancone del bar, un omone dai
cespugliosi baffi sale e pepe mi fa un cordiale
cenno di saluto.
Incoraggiato, azzardo una domanda:
- Scusi: Don Ilario… Ne parla ancora la gente
di Guidizzolo?
- Don Ilario? Chi era costui? Mai sentito parlare.
Nebulosamente mi torna alla memoria l’incipit
dell’ottavo capitolo de I promessi sposi con
Renzo e Lucia che tentano il matrimonio segreto davanti all’atterrito don Abbondio, ancora
immerso nei suoi studi filosofici. “Carneade!
Chi era costui?”
- Vede, aggiunge l’omone dai baffi cespugliosi,
io con i preti non vado molto d’accordo. E poi
non so chi è questo don Ilario. Ma lei, lo conosce?
- Non lo conosco perché è vissuto nell’Ottocento, ma so che è stato un prete straordinario che ha fatto tanto bene per Guidizzolo, per i
suoi parrocchiani e per la sua chiesa.
- Chi glielo ha detto?
- Il prof. Franco Mondadori che su don Antonio
Ilario Fortunati ha appena scritto un libro molto
interessante e simpatico. E con molte illustrazioni a colori.
- Mondadori, il professorino?
- Sì, proprio lui. Uno storico e uno scrittore di
alto livello.
- Lo sappiamo, lo conoscono tutti. E come si
chiama questo libro?
- La lunga vita di Don Antonio Ilario Fortunati
(1738-1830).
- Ma dove lo si può trovare?
- Presso il Centro Culturale San Lorenzo: qui, a
Guidizzolo.
- Insomma, alla fin fine, chi era questo don Ilario?
- Un giovane di Moglia di Gonzaga, che ha stu-
diato da prete presso i Gesuiti di Mantova, che
presto è diventato curato a Guidizzolo, allora
dipendente dal Monastero Olivetano di Santa
Maria del Gradaro di Mantova, per poi essere
nominato arciprete, sempre di Guidizzolo.
- Insomma, un prete che ha fatto carriera!
- Non come si crede. Si oppose con decisione alle spogliazioni sia di Napoleone sia della
Corte di Vienna, che intendevano privare la
Parrocchia dei suoi averi, ed infine anche alle
pretese temporali del monastero Olivetano di
Mantova…
- Contro il Trono e contro l’Altare! Questo prete
mi piace!
- Non esageriamo! Ma voglio dirle che gli studiosi sono d’accordo con lei perché fu un uomo
di pietà, un osservatore acuto della civiltà contadina avviata verso l’era preindustriale, uno
studioso attento ed un epigrafista - autore di
lapidi - di alta finezza e intuito. C’è da aggiungere che si è molto applicato all’abbellimento
e all’arricchimento della Chiesa parrocchiale.
Una relazione della severa Curia Vescovile di
Mantova descrive don Fortunati “uomo dotto,
zelante, esemplare, sollecito del divin culto e
di rara pietà. La sua cultura spaziava non solo
nell’ambito delle materie religiose, ma anche in
quello delle scienze, dell’arte, della storia e della letteratura. Si cimentò anche come scrittore,
ma difficile è ricostruirne la bibliografia, poiché
molte sue opere furono interrotte, o sono inedite, mutile, ed altre perdute”.
L’omone si grattò i baffi cespugliosi e disse,
quasi borbottando:
- Credo proprio che finirò per leggere questo
libro su don Ilario!
Giovanni Freddi
Scrittore, Giornalista,
Professore ordinario all’Università di Venezia
ADOLFO NEGRI
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tel. 0376 847016
Via H. Dunant - Guidizzolo (MN)
Venerdì 24 settembre ore 20,30
presso l’Oratorio di Guidizzolo (salone don Giulio)
presentazione del volume
“La lunga vita di Don Antonio Ilario Fortunati”
Interverrano:
Mons. Roberto Brunelli
don Libero Zilia
don Adriano Avanzi
Sindaco Graziano Pelizzaro
Prof. Franco Modadori
Moderatore: Sergio Desiderati
Allestimento
a cura della commissione
“Fede e Cultura”
Laboratori Piazza
produzione e vendita di articoli
sanitari, medici e terapeutici
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29
teatro
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
30
Libri online, libri per tutti
Non è una novità: l’internet del nuovo millennio
favorisce lo sviluppo di progetti per la consultazione di libri in formato elettronico. Il web
ha cambiato anche il modo di fare ricerca bibliografica, consentendo di accedere online ai
cataloghi collettivi sia delle biblioteche (OPAC)
sia di molte librerie e creando nuove risorse per
reperire libri rari o fuori
catalogo, ad esempio
tramite lo scambio tra
privati.
Prescindendo
dai siti commerciali, che
consentono l’acquisto
di libri da tutto il mondo, questa pagina vuole
essere
d’incoraggiamento per tutti i bibliofili
desiderosi di scoprire il
mondo del libro online.
Vediamo dunque alcune delle più interessanti
proposte dedicate agli
appassionati della lettura, ma anche agli studenti ed ai ricercatori,
che convenientemente
si avvalgono delle risorse elettroniche.
Fondata nel 1995, Liber
Liber è una ONLUS che si propone il nobile
obiettivo di promuovere l’accesso gratuito alla
cultura. Numerosi i progetti avviati da questa
organizzazione tutta italiana: tra essi spiccano
una biblioteca digitale di testi classici e contemporanei, scaricabili in vari formati, (Progetto Manuzio), e un repertorio di audiolibri in
formato mp3 (Libro parlato). Liber Liber collabora al Progetto Gutenberg, celeberrima iniziativa internazionale che offre migliaia di opere
in formato elettronico. Il Progetto Gutenberg,
storicamente il primo portale di libri scaricabili
gratuitamente, raccoglie opere non coperte da
copyright o liberamente consultabili per volontà di autori ed editori davvero lungimiranti, ed è
in continua espansione.
Controverso ma utilissimo è Google Libri, la
sezione nella quale il più famoso portale di ricerca al mondo offre la possibilità di visualizzare un’anteprima, più o meno limitata, di libri di
ogni epoca, opportunamente formattati per la
consultazione online. Interessante e innovativo è anche aNobii, “il tarlo della lettura”, primo
e unico social network
interamente dedicato ai
libri. Lanciato nel 2005
a Hong Kong, aNobii
consente ai suoi utenti
di creare la propria libreria virtuale, scrivere
recensioni e condividere notizie sul mondo
dell’editoria in ben quindici lingue; il software
è facile da utilizzare,
l’accesso avviene senza
vincoli e non viola la privacy dell’utente.
Avvalersi delle risorse
elettroniche è una scelta pratica ed ecologica,
che tuttavia non sminuisce l’incomparabile fascino della carta stampata. Concludo pertanto
con un tradizionale invito alla lettura: è uscita la
raccolta di racconti “Estate 2010”, a cura della casa editrice presentARTsì, in vendita nelle
librerie di Castiglione, Desenzano (Liberty),
Montichiari (Dragomanno), Salò (UBIK) e nelle
edicole guidizzolesi. “Estate 2010”, alla quale
ho avuto il piacere di partecipare con un mio
inedito, è l’ideale per riempire i momenti d’ozio
di una stagione che non vuol finire mentre l’autunno è già alle porte.
Mariavittoria Spina
Dott. In Lingue e Letterature Straniere
[email protected]
VII Raduno Interregionale
Associazione Nazionale dei Carabinieri Sezione di Castiglione delle Stiviere e Solferino
Pensa in grande – e opera – l’Associazione Nazionale Carabinieri (A.N.C.) – Sezione e Gruppo
di Castiglione delle Stiviere e Solferino – per il
VII Raduno Interregionale che si terrà a Castiglione nei giorni 17- 18 e 19 Settembre p.v..
Molto intenso il programma delle manifestazioni, che culmineranno con l’inaugurazione, nel
sagrato antistante il Duomo, del monumento
– opera dello scultore Angelo Alme – dedicato alle “Donne Eroiche” che si sono prodigate nell’assistenza ai feriti durante la Battaglia
di Solferino e
S.Martino
nel
1859: un contributo significativo
alle ormai prossime celebrazioni
dell’ Unità d’Italia.
Per un contesto
adeguatamente
dedicato, già sabato 5 Settembre
verrà inaugurata
a Palazzo Menghini in via Cesare Battisti, alle
ore 10, la Mostra
Storica sull’Arma
dei Carabinieri.
La Tre-giorni inizierà il 17 Settembre, quando
presso la Sala
“Mons. Rinaldo
Dalboni”
sarà
attivo per tutta la
giornata, in collaborazione con
il Circolo Filatelico, il servizio di
“Annullo Postale” con le cartoli-
ne celebrative dei vari avvenimenti, mentre alle
ore 21, presso la Sala Consiliare Comunale, si
svolgerà il “Convegno sull’Arma dei Carabinieri, sull’A.N.C. e sul Volontariato”.
Sabato 18, alle ore 9,30, deposizione della corona d’alloro al monumento al Carabiniere e S.
Messa presso il Parco Pastore. Seguirà, alle ore
11, l’inaugurazione del monumento alle “Donne
Eroiche” presso il sagrato del Duomo. Nel pomeriggio, alle ore 16, Mostra statica al Parco
Pastore di Mezzi Protezione Civile A.N.C.. Alle
ore 21 concerto in piazza Castello - a Solferino
- della Fanfara del 3° Btg. Carabinieri “Lombardia” di Milano.
Domenica 18 Settembre, alle ore 8,30, ritrovo,
ammassamento e concentramento dei radunisti presso il piazzale della Repubblica (ex Olimpo), con successiva sfilata per le vie cittadine
fino a Parco Pastore, dove alle ore 11, dopo la
premiazione dei concorsi “Temi e Disegni” per
le scuole sul tema “Il Carabiniere nella società
moderna”, visto dai ragazzi, Autorità e Personalità varie terranno discorsi e interventi.
Alle ore 13, dulcis in fundo, pranzo sociale
presso il Parco Ghisiola, su prenotazione e fino
ad esaurimento dei posti disponibili.
La sezione A.N.C. di Castiglione delle Stiviere
e Solferino, costituita ufficialmente nel 1978 e
oggi tra le più rappresentative a livello nazionale per i traguardi raggiunti con i suoi attuali 154
iscritti, porge il benvenuto ai partecipanti al Raduno di Settembre, riconoscente e orgogliosa
del Comitato d’Onore che annovera le massime
Autorità civili, militari e religiose a livello regionale, provinciale e diocesano, e per l’A.N.C. anche a livello nazionale.
Filippo Cerini
Per informazioni:
Sito:www.anc-castiglionedellestiviere.it
E-mail:[email protected]
Agenzia Ghedi
Tel. 030 9031225
Dal Lunedì al Venerdì 8,30 - 12,30 15,30 - 18,30
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Eleonora e Floriana
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Apertura: Lunedì e Mercoledì dalle 9,30 alle 12 - Tel. 0376 1818240
31
Cesare Stuani
Maestro del Lavoro
Il 1° maggio 2010 il Presidente della Repubblica
ha concesso ad un nostro Concittadino la Decorazione della “Stella al Merito del Lavoro”
con il titolo di Maestro del Lavoro.
L’alta onorificenza è rilasciata a quanti si sono
distinti nelle loro aziende per perizia, laboriosità, condotta morale, ma ancor più per aver avviato all’attività produttiva, giovani che si affacciavano per la prima volta in un opificio pronti
ad imparare un’arte od un mestiere.
La prima esperienza lavorativa l’ha iniziata
nel nostro paese presso la ditta “Waberman”
cimentandosi per la prima volta con sostanze
chimiche per la produzione di un ottimo collante. Ragazzo esuberante ed intraprendente viene presto affiancato ai titolari per aiutarli nel
reparto commerciale.
Il servizio militare gli impone un periodo di pausa ed al suo ritorno, come coadiutore, presta
servizio presso il magazzino vendita “Generi di
Monopolio di Stato” di Ferrara.
In seguito va a lavorare come operaio presso la
ditta “Panelettric” acquisendo i primi rudimenti
di montaggi industriali, poi alla ditta “Fincimec,
qui, dopo un periodo da operaio, diventa contabile della stessa meritandosi una stima e rispetto, acquisendo sempre più conoscenze nel
campo di impianti industriali.
Viste le sue innate capacità viene assunto dalla
Ditta Montedison. nello Stabilimento di Ferrara
ed in seguito trasferito presso lo Stabilimento
Montedison di Mantova (oggi POLIMERI EUROPA S.p.A.)
Lavora per un periodo di tempo al confezionamento per passare poi come gruista in darsena. Curioso e attento, per sua natura, legge i
manuali operativi e, spesso, venivano integrati
con alcune sue osservazioni esplicative.
Messosi in luce passa come operatore esterno
nella distribuzione (reparto dedito allo stoccaggio ed allo smistamento delle materie prime e dei prodotti finiti di provenienza dagli altri
reparti). Diventa assistente alla “Manutenzione” ed in seguito alla “Tecnologia” mettendo a frutto l’esperienza acquisita negli anni precedenti, nel campo
dei montaggi industriali.
Divenuto quadro, e come tecnologo senior, collabora a vari progetti improntati
specialmente alla sicurezza ed alla tutela ambientale senza smettere mai di
trasmettere a chi gli stava vicino l’esperienza accumulata in trentacinque anni
di gestione, modifiche e montaggi di
nuovi impianti industriali.
È in pensione dal mese di Luglio 2009.
Ha dato la sua disponibilità a parlare del
“mondo del lavoro” per illustrarne caratteristiche e scopi relativamenta alla
sicurezza e alla tutela ambientale, alle
Scolaresche.
Milano 1° maggio 2010,
il ministro Maroni consegna
il riconoscimento a Cesare Stuani
SELF 24 ORE
LAVAGGIO
OFFICINA
32
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via Carlo Alberto Della Chiesa, 2 - Tel. 0376 847038
Anna Quartucci vince
al premio di poesia
“Molti ragazzi sono poeti; vedono con i loro
occhi cose che noi non vediamo più. Hanno
solo bisogno talvolta di essere coltivati”.
Ci parla così Anna Maria Giallonardo docente presso la scuola secondaria di 1° grado
dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo, colei
che in questi anni ha “coltivato’”nei ragazzi la
passione per la poesia. Un lavoro che ha dato
frutti copiosi visto che anche quest’anno, per
la sesta volta, qualcuno dei “suoi” ragazzi ha
vinto al Concorso internazionale di poesia “Arnaldo Da Brescia”. Nella sezione individuale
ha vinto Anna Quartucci, un “talento naturale”
dice chi la conosce.
Le poesia pervenute alla vaglio della giuria
sono state ben 1.938 in rappresentanza di 160
scuole, anche dall’estero. Anna ha presentato
due lavori (tanti se ne potevano proporre) e la
poesia vincitrice porta il titolo “Verso il futuro”, letta in San Barnaba a Brescia dall’attrice
Elena Cominelli. Anna Quartucci non è nuova
a queste affermazioni. Lo scorso anno aveva
infatti trionfato, salendo sul gradino più alto
del podio nello stesso premio, con un lavoro
di gruppo realizzato da tutta la classe. Va ricordato a questo punto come l’Istituto Comprensivo di Guidizzolo giunga così alla sesta
affermazione nel Concorso con 3 primi posti,
una menzione d’onore ed un quarto che si
aggiungono a quello ottenuto da Anna Quartucci. Con una dominante: l’insegnante Anna
Maria Giallonardo la quale riesce, evidentemente, a far emergere quelle sensibilità che
diversamente potrebbero rimanere inespresse. E ben sappiamo come un animo poetico
riesca ad esprimere tutti i sentimenti umani,
dall’amore alla paura alla disperazione, con la
delicatezza e la concretezza che mai potranno
prevaricare l’altro.
La poesia vincitrice:
Verso il futuro
Hai la testa fra le nuvole affondata
ma con mezzo piede in terra,
ti senti diversa, quasi beata
e sembri sempre di perla.
Vuoi fare l’adulta,
e un po’ ti riesce,
da quel che risulta
il tuo carattere cresce.
Anche il corpo non è più da bambina,
tutto è cambiato,
quella bocca che era piccina
ora ha un sapore sbagliato.
Pensavi della vita
una splendida avventura,
ma te ne sei pentita:
non ne sei più così sicura.
Ora hai imparato
che nulla potrai prevenire:
nulla è insensato:
è tutto da scoprire.
Che cosa c’è da scoprire?
Forse un mondo di speranze,
o di inganni: o di illusioni da vestire?
Io alla mia vita sto aprendo le danze.
Nella fotografia:
la vincitrice con l’insegnante e tutta la classe
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Noi e la legge
A cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
La tutela dei consumatori
Tra le segnalazioni più frequenti a firma di utenti o
di Associazioni di consumatori si annoverano quelle
relative agli operatori di telefonia e di comunicazione elettronica in genere. Per tale motivo la Direzione
Tutela dei Consumatori ha diramato linee guida che
si applicano ai rapporti con gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazione elettronica
perfezionati attraverso contratti per adesione. Questi ultimi, predisposti unilateralmente dai fornitori di
servizi su moduli o formulari utilizzabili in serie, debbono agevolare la piena consapevolezza dei diritti
garantiti ai consumatori.
In particolare, detti contratti per adesione, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, “devono
prevedere la facoltà del contraente di recedere dal
contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati
e senza spese non giustificate da costi dell’operatore”. Qualora il contratto preveda una durata minima,
quest’ultima è vincolante solo per l’operatore e non
anche per il fruitore del servizio.
Sono esclusi dal raggio di tutela i clienti business
di grandi dimensioni in ragione della loro maggiore
forza contrattuale.
Le compagnie telefoniche, come pure quelle che
forniscono linea adsl, non possono pretendere la
penale in caso di recesso anticipato dal contratto.
La penale non può nemmeno essere camuffata da
costo di disattivazione. A tal riguardo, l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha deliberato che in caso
di portabilità del numero da un operatore ad un altro
non possono essere chiesti costi di disattivazione.
All’atto pratico, ciò si spiega considerando che la
disattivazione della preesistente configurazione
coincide di fatto con l’attivazione della nuova configurazione a cura del nuovo operatore.
Qualora, in violazione delle predette tutele, si abbia
a ricevere fatture con addebito di “costi di disattivazione”, oltre alla facoltà di contestare validamente tale infondata pretesa, si può segnalare il caso
all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni
34
(Via Isonzo 21/b, 00198 Roma, Tel. 06/69644111 Fax.
06/69644926; per inviare e-mail ed allegati con valore
legale di raccomandata e da indirizzo di posta elettronica certificata: “[email protected]”) che vigila sull’attuazione delle disposizioni sopra riportate.
In ogni caso, gli operatori potranno addebitare agli
utenti esclusivamente le spese per cui sia dimostrabile, attraverso pezze giustificative, un costo dai primi sopportato per procedere alla disattivazione o al
trasferimento.
Per il recesso o per il trasferimento delle utenze di
telecomunicazioni, l’eventuale preavviso richiesto
– espressamente indicato in contratto – non può
essere superiore a 30 giorni. In tutti i casi di scioglimento del rapporto contrattuale per qualsiasi
causa, ivi compreso il trasferimento delle utenze, è
altresì riconosciuto all’utente il diritto alla restituzione (in caso di recesso) o alla portabilità (in caso di
trasferimento), nel breve periodo, del credito residuo disponibile. L’operatore non può in alcun modo
“compensare” l’eventuale credito residuo con presunto esborso sostenuto per il recesso o per il trasferimento. Sussiste inoltre l’obbligo per l’operatore
di indicare espressamente eventuali esclusioni o
limitazioni al diritto di restituzione del credito che sia
stato accumulato in virtù di offerte promozionali.
Altro motivo di reclamo può essere individuato
nell’inadempimento o inesatto adempimento contrattuale imputabile all’operatore. Basti, fra tutti,
l’esempio dei segnali criptati che impediscono di vedere le trasmissioni televisive acquistate in forza di
contratti in abbonamento. In tali casi è consigliabile
inoltrare raccomandata AR in cui l’operatore viene messo in mora per un periodo (normalmente 15
giorni), decorso inutilmente il quale il contratto deve
considerarsi risolto per inadempimento, con conseguente obbligo per l’operatore di rimborsare quanto
pagato e di risarcire l’eventuale e comprovato maggior danno subito dal consumatore.
Laura Leorati
Noi e il fisco
A cura della dott.ssa Giulia Avanzi, commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Rogiti notarili immobiliari: le novità
Dopo molta attesa è stata pubblicata la circolare n. 2/2010 dell’Agenzia del Territorio, con
la quale vengono fornite importanti precisazioni sulle modifiche legislative introdotte dal
D.L. 31/05/2010 n.78.
La norma stabilisce che è ora possibile, negli atti in cui si concede l’ipoteca o di cui si
chiede la trascrizione, l’immobile deve essere
designato anche con l’indicazione di almeno
tre confini.
Inoltre, si impone che negli atti pubblici e nelle scritture private autenticate tra vivi aventi
ad oggetto il trasferimento, la costituzione o
lo scioglimento di diritti reali su fabbricati già
esistenti devono essere contenute, pena la
nullità, oltre all’identificativo catastale, anche
il riferimento alle planimetrie depositate in catasto e la dichiarazione, resa in atti dagli intestatari, della conformità allo stato di fatto dei
dati catastali e delle planimetrie. Prima della
stipula di tali atti, il notaio individua gli intestatari catastali e verifica la loro conformità con
le risultanze dei registri immobiliari.
Lo scopo di tali modifiche dovrebbe essere anche quello di migliorare la qualità delle
banche dati catastali, in termini di coerenza
sostanziale e non solo formale, migliorando
l’affidabilità delle informazioni che potranno
confluire nell’Anagrafe Immobiliare Integra-
ta (in corso di realizzazione) per il rilascio dei
servizi ad essa correlati.
Altro fine, non meno importante, è quello di
far emergere possibili fenomeni di elusione
ed evasione fiscale, nel settore impositivo
immobiliare, connessi ad un mancato aggiornamento dei dati oggettivi delle unità immobiliari, ai quali può corrispondere una maggiore
redditività, rispetto a quella risultante in catasto.
La circolare precisa che spetta al notaio,
prima della stipula del rogito, il compito di
provvedere all’allineamento dell’intestazione
catastale con le risultanze dei registri immobiliari, qualora non vi sia uguaglianza tra le due
banche dati. In pratica ci si dovrà attivare, prima della stipula, mediante la presentazione di
una o più domande di volture.
Sono interessati dalla manovra in esame solo
gli immobili già iscritti al catasto edilizio urbano e quelli per i quali sussiste l’obbligo di dichiarazione. Resteranno pertanto esclusi, ad
esempio, i fabbricati rurali, gli edifici diroccati
(che risultano iscritti in catasto come unità
collabenti) o i lastrici solari e le aree urbane,
iscritti in catasto con l’indicazione della sola
superficie
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A tutta penna
Lettere al direttore
Figli di genitori separati
Si sente continuamente dire che i figli di genitori
separati sono degli sbandati privi d’educazione,
sia morale che civile, che non combineranno mai
nulla nella vita e che non sono in grado di relazionarsi con le altre persone.
Io sono figlia di genitori separati. Tale separazione è avvenuta quando stavo per compiere quattordici anni, momento critico già di per sé dato
il passaggio dalle scuole medie al –nel mio casoGinnasio. Cambiamento di scuola e compagni,
quantità e metodo di studio, materie e professori.
E perdita dei genitori. Sì, perché quando i genitori
si separano per mantenere il loro ‘ruolo’ devono
compiere uno sforzo ben maggiore di quando
sono una coppia che si spalleggia e prende le decisioni insieme.
Chi critica i figli di genitori separati tenga ben
presente che quel ragazzo/a è passato dall’avere
delle colonne portanti nella sua vita fin dall’inizio
(letteralmente inizio!) alla distruzione totale e immediata di tutto ciò che lo riguardava. I genitori
sono gli occhi esterni che durante il nostro sviluppo ci aiutano a creare la nostra ‘immagine esterna’, ovvero come altri occhi ci vedono. Sono loro
che ci danno sicurezza, anche nel relazionarci.
Provate a pensare a un’adolescenza ‘normale’.
Il ragazzo/a inizia a mettere in discussione i genitori, è naturale; vuole più spazio decisionale e
d’azione, è normale. Ma questo è graduale. Per
un figlio di genitori separati il paesaggio cambia
di colpo, un po’ come addormentarsi in un luogo
e svegliarsi in un altro. É uno shock. Tanto che,
se non mi sbaglio, alcuni psicologi e psichiatri lo
paragonano al lutto.
É per questo che l’uomo e la donna che fino a
quel momento sono stati padre e madre dovrebbero cercare di non essere egoisti. Loro, come uomo
e donna, si separano? Bene, le persone cambiano,
non vanno più d’accordo, vi sono terze persone
nella loro storia che sfaldano il loro amore e il
rispetto che hanno l’un l’altra. Purtroppo sono
cose che capitano, ma non per questo smettono
di essere genitori. Questo non lo dicono gli esperti (e non ho idea se lo dicano o meno…), ma la
persona che scrive, una figlia di genitori separati,
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cresciuta negli ultimi otto anni con il ‘solo’ affetto
materno.
Generalmente sono una persona riservata, dei
miei problemi non parlo volentieri, ma leggendo i
giornali qua e là, con i commenti e le riflessioni di
persone che nella mia situazione (e quella di molti
altri, sia chiaro che sono tutt’altro che una mosca
bianca!) non ci sono passati ma si permettono di
criticare a destra ed a manca, sono arrivata allo
sfinimento.
Esistono i ‘cattivi ragazzi’ è vero, non sarò certo
io a negarlo, ma chi ve lo dice che siano così perché i genitori sono separati e non perché invece
dalla vita hanno tutto? O perché semplicemente
non hanno ricevuto un briciolo di buona educazione? Una volta che il figlio è cresciuto i genitori
possono fare ben poco, l’educazione si dà ai bambini non agli adolescenti. Se le suddette figure genitoriali invece di educare il figlio a pensare con
la propria testa ne delegano la crescita a persone
esterne (per esempio ai professori, che ben poco
possono fare…) è logico che poi tale figlio possa
essere trascinato da amicizie sbagliate o divenire
semplicemente un delinquente. É triste, ma è la
verità.
Altra verità è che la perdita, per qualsiasi motivazione vi sia, dà la sensazione di una profonda lacerazione. Come se le persone che sono state alla
base della propria crescita fossero morte e il loro
posto fosse stato preso da mostri che urlano, litigano e ti feriscono mentre lottano tra di loro. Ogni
sentenza rimandata, ogni seppur minima difficoltà legale e burocratica è come un macigno. Si vive
nella costante incertezza di ciò che ci circonda.
Parlando sempre della mia situazione, come ho
accennato, negli ultimi otto anni sono stata allevata da mamma. Mi ritengo fortunata, perché la mia
mamma è una donna forte, indipendente, che ha
sempre cercato, alcune volte sbagliando altre azzeccandoci in pieno, di proteggermi e farmi vivere serena. Mi sono sempre sentita circondata dal
suo affetto, anche nei momenti più bui. Oltre a lei
vi sono state altre due persone speciali: la nonna
e lo zio. Anche se lontani, anche se ci sentiamo
poco, la loro presenza e il loro affetto per me li ho
sempre sentiti. Mi hanno sempre sostenuta, tutti
e tre.
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Questa è la verità, la mia verità personale, che
riguarda me e forse, con differenti sfumature,
qualcuno lì fuori… Quindi, quando iniziate a dire
che ‘noi’ figli di genitori separati non abbiamo
valori, non abbiamo futuro, siamo destinati alla
criminalità, fate una cortesia a voi stessi: tacete.
Marta Leali
Io credo, con tutta la forza che ho, nella famiglia,
di qualunque genere essa sia, e lo devo proprio a
loro tre. É grazie a loro che io so di avere un futuro, che qualsiasi cosa mi dovesse accadere loro
saranno al mio fianco, nel bene e nel male. Io so
che quando piangerò ancora o mi sentirò delusa,
saranno accanto a me. É anche per i loro sforzi
ed il loro sostegno che io voglio andare avanti e
costruire la mia vita!
Grazie Mamma. Grazie Nonna. Grazie Zio.
Probabilmente alcuni tra voi, magari proprio i padri, si chiederanno dove fosse il mio di padre e se
io non sia ingiusta nei suoi confronti. Soddisfo
subito la vostra curiosità: ha preferito spendere il
suo tempo con un’altra persona, e chi ha cervello
per intendere lo faccia. Nelle sporadiche volte in
cui ha tentato di dedicarsi a me l’ha fatto nel modo
più sbagliato possibile: apparendo e sparendo, un
secondo c’era, quello successivo era già scomparso. Anche questo crea incertezza, non trovate? Un
continuo tira e molla. Io mi sono sentita abbandonata. Se il Fato fosse stato differente ora potrei
pensare a lui in modo positivo, ma ora come ora
non posso far a meno di pensare al suo abbandono, al suo rifiuto nei miei confronti. A quanto mi
sia sentita sola, incompresa. A tutti i miei sforzi
per nascondere agli altri tutto ciò che sentivo e
provavo, arrivando al punto di perdere me stessa.
Sì, perché a un certo punto della mia vita mi sono
chiesta: ma io chi sono? Cosa mi piace? Cosa
amo? Cosa non mi piace? Cosa non amo?
C’è voluto molto tempo e un’analisi approfondita
su me stessa, e da parte di me stessa, per riuscire
a capire qualcosa di tutto quel groviglio di emozioni che avevo dentro. E ho vent’anni.
Quanti di voi sono stati costretti a un’analisi simile? A quale età? Trent’anni? Quaranta? Tutto
questo mi è accaduto durante l’adolescenza.
Vorrei tanto poter dire d’essere stata l’unica a vivere questa esperienza, purtroppo non è così. Chi
c’è dentro fino al collo e non vede alcuna speranza perché tutto è nero e si chiede ‘cosa posso fare?
come posso vivere così? chi sono io?’ prosegua
con la sua analisi personale e, anche se mi rendo
conto sia difficilissimo da fare, cerchi di parlarne
con persone che ama. Ma, soprattutto, viva ogni
secondo pensando al proprio futuro e lasci da parte il rancore e il desiderio di vendetta, li rinchiuda
in un cassetto della sua mente senza che intacchino il resto della sua vita. Non è semplice, lo
so, ma è necessario se non si vuole dare potere a
chi ci fa soffrire. Io sono la prova vivente che da
queste faccende si può uscire e non nascondo le
difficoltà affrontate.
Tutti questi palesi ostacoli, signori, non sono scuse o giustificazioni per i figli di genitori separati
che commettono crimini o si drogano o bevono.
Rispondono le dott.sse Mandosi e Savi
Ogni separazione porta con sé un carico di
emozioni che gli individui coinvolti possono
provare e agire in forme diverse a seconda
delle predisposizioni personali, della tolleranza alla frustrazione, delle circostanze, del
supporto offerto dalla famiglia.“L’altro” può
uscire dal nostro raggio di controllo e questo
può farci provare rabbia; emozione che si può
manifestare con diverse intensità e in momenti diversi del processo di separazione. Marta,
figlia di genitori separati, condivide la sua
esperienza, fatta di dolore, sofferenza e rabbia
verso ciò che ha vissuto come un abbandono,
accompagnato a volte da sensi di colpa. La
sua testimonianza sviscera i nuclei problematici che accomunano molte separazioni e
la conclude con tono propositivo, suggerendo
di lasciare da parte il rancore, che andrebbe
comunque sempre rielaborato e mediato, concentrandosi sulla costruzione della propria
identità e non su ciò che è “mancato”.
Questa lettera può servire come spunto di riflessione per chi si trova coinvolto in una separazione, ma anche per tutti coloro che, per
scarse conoscenze, tendono a giudicare a priori comportamenti che possono essere manifestati da chi ha perso parte dei suoi riferimenti.
Non è tanto la condizione della separazione
a ingenerare questi comportamenti, quanto la
scarsa gestione della propria emotività; comune a diversi malesseri individuali e sociali.
Una separazione non è, e non dovrebbe essere,
una sentenza di inevitabile sofferenza. Spesso
è proprio attraverso una buona mediazione
che è possibile raggiungere una collaborazione continuativa che permetta di gestire le risorse realmente disponibili, sul piano affettivo,
economico e cognitivo.
Dott.sse Emanuela Mandosi e Mara Savi
Psicologhe
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37
Olio d’oliva: impariamo a conoscerlo
L’extra vergine di oliva è l’unico olio, ottenuto direttamente dal frutto delle olive, che può
essere consumato allo stato naturale senza alcuna manipolazione chimica, ma attenzione: in commercio esistono anche prodotti contraffatti e di incerta provenienza, impariamo
a leggere le etichette.
Per ottenere un buon olio non ci sono particolari
segreti. Basta lavorare le olive, sane, entro pochi giorni dalla raccolta. Ora la lavorazione viene
effettuata con impianti e tecnologie che permettono dei risultati eccezionali sotto il profilo qualitativo.
Andiamo per ordine. Le olive conferite al frantoio
vengono lavate e defogliate e quindi frantumate;
nei moderni oleifici in frangitori meccanici, in
quelli più vecchi in molazze di granito. Ne risulta
una pasta omogenea, che viene gramolata (impastata) per 45 minuti ed è pronta alla separazione dell’olio dal resto dei componenti dell’oliva.
Nei vecchi impianti l’estrazione avveniva con
delle potenti presse. Negli impianti moderni la
separazione dell’olio dalla sansa e dall’acqua di
vegetazione avviene mediante centrifugazione.
Al contrario di quanto comunemente si pensa, la
lavorazione con gli impianti moderni ha notevolmente aumentato la qualità dell’olio in quanto tutte le fasi di lavorazione sono controllate e gestite
dall’operatore e soprattutto la temperatura di lavorazione è quella ottimale per il buon risultato,
mentre una volta era tutto più casuale.
Torchio in legno
manuale, 1850 circa
Il mosto ottenuto viene ancora centrifugato per
togliere le impurità più grosse. A questo punto
l’olio è allo stato “grezzo”. Già così si può usare,
tanto che in alcune regioni italiane se un olio non
è velato non è considerato genuino. L’olio grezzo
però ha un inconveniente: col passare del tempo
decanta formando un deposito sul fondo che se
non viene rimosso con dei travasi, dopo qualche
mese altera il sapore dell’olio. Per non avere
questo problema l’olio viene filtrato prima di essere confezionato.
Per il mantenimento dell’olio prima del confezionamento, lo stoccaggio avviene in serbatoi di
acciaio inox, a bassa temperatura. Qualsiasi olio,
anche di ottima qualità, si può degradare velocemente se non si combattono i nemici che sono la
luce, il caldo e l’ossigeno.
Dal 2002 l’olio di oliva non può essere commercializzato sfuso, bensì in contenitori di capacità
massima 5 litri. I contenitori usati per la vendita
sono le bottiglie in vetro da 250 cc a 2 litri, meglio
se in vetro scuro per contrastare i raggi UV o le
lattine in banda stagnata fino a 5 litri.
Come viene classificato l’olio?
Sulle etichette troveremo una di queste scritte
obbligatorie:
OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
è il prodotto allo stato naturale, così come lo abbiamo descritto in precedenza e con un’acidità
massima di 0,8%. Va bene per qualsiasi uso se ne
voglia fare: crudo oppure cotto. Ha delle formidabili proprietà nutrizionali e nessuna controindicazione.
OLIO DI OLIVA
è una miscela fra una piccola parte di olio vergine ed il resto olio di oliva raffinato con un’acidità
non superiore al 2%. La raffinazione consiste nel
togliere mediante azioni chimico-fisiche quei difetti che un olio può avere alla produzione. Viene
deacidificato, deodorato, decolorato. È generalmente poco saporito e va bene per tutti gli usi.
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Erroneamente considerato più leggero dell’extra
vergine per il sapore meno marcato. La digeribilità di qualsiasi olio non è determinata dal gusto
bensì dalla quantità. Non c’è un olio più leggero
di un altro, nemmeno gli oli di semi, tutti gli oli apportano circa 900 kcal x 100 grammi.
OLIO DI SANSA E DI OLIVA
ottenuto dalla miscela di olio di sansa di oliva
raffinato e olio di oliva vergine, con acidità non
superiore all’1%. La continua diminuzione di
prezzo di alcuni extra vergine ha praticamente
estromesso l’olio di sansa e di oliva dagli scaffali
di vendita. Comunque per le fritture è migliore di
qualsiasi olio di semi.
Olio extra vergine di oliva, ma quale?
La legislazione sull’etichettatura dell’olio è un ginepraio: fra leggi, decreti nazionali e comunitari
che si sono sovrapposti negli anni, per il consumatore la scelta non è facile. Tanto più che molti
produttori tentano di far credere quello che non
é. Cerchiamo allora di capirne qualcosa.
Oltre alla classificazione OLIO EXTRA VERGINE
DI OLIVA ci sono delle indicazioni che ne definiscono l’origine.
D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) oppure I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta). Solo
queste due indicazioni garantiscono l’area geografica di produzione di quell’olio. Ne è garante
un Consorzio di tutela, sotto il controllo di un Ente
certificatore, che applica rigide norme comunitarie e del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In etichetta è ben evidenziato il logo comunitario di riferimento.
BIOLOGICO
Ottenuto dalla coltura agricola biologica degli
olivi. Il rispetto delle procedure è assicurato e
certificato dai severissimi controlli effettuati dall’
Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica,
che ne garantisce la qualità e la provenienza.
Ha in etichetta il logo comunitario del biologico.
PRODOTTO ITALIANO
È garantita la tracciabilità che ne assicura l’origine italiana.
MISCELA DI OLI COMUNITARI.
È garantita l’origine da paesi della Comunità Europea.
MISCELA DI OLI COMUNITARI E NON COMUNITARI.
È un olio extra vergine del quale non si conosce
l’origine.
Moderno separatore
per scindere:
acqua-olio e sansa
dal prodotto ottenuto
dalla molitura
delle olive
Oltre a ciò in etichetta si trovano delle indicazioni
obbligatorie come: la data di scadenza, la capacità del recipiente, il luogo di confezionamento,
la raccomandazione di tenerlo al buio, e anche la
descrizione obbligatoria “olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e
unicamente mediante procedimenti meccanici”.
Qualcuno poi cerca di attribuirsi dei plus a volte
paradossali:
Olio di frantoio: tutti gli oli di oliva anche il più cattivo nasce in frantoio.
Olio di prima spremitura: da almeno cinquant’anni non c’è più la seconda spremitura.
Spremuto o estratto a freddo: è una dicitura ammessa dalla legge, ormai la totalità degli oli ha
questo pregio, chi non lo scrive lo fa per evitare
della inutile complicazione burocratica.
Come fa il consumatore a scegliere un olio senza
essere fregato?
Il prezzo di sicuro non aiuta, perché si può trovare una buona qualità anche in prodotti di fascia
media e non è così sicuro che un olio molto caro
sia davvero superiore. Importante è acquistare il
prodotto confezionato e sigillato e se in etichetta
c’è scritto Olio extra vergine di oliva, si può stare
tranquilli che lo è davvero.
Per trovare un olio che soddisfi completamente
il nostro gusto, l’unico modo è assaggiarlo. Provarlo sulle patate lesse, calde fumanti, e valutarlo
con uno strumento straordinario che tutti abbiamo: il nostro palato.
Lorenzo Ruzza
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Tamburello... che passione
Il tamburello è uno sport molto antico e, infatti, Greci e Romani sono stati dei grandi estimatori dei giochi con la palla tramandati fino a noi. Poche sono le testimonianze sui regolamenti, ma sta di fatto che oggi è uno degli sport più amati a Guidizzolo dove vanta una
tradizione lunghissima. Vi proponiamo uno stralcio della ricerca fatta del nostro concittadino Gianfranco Ruffoni.
Se d’un colpo facciamo un passo indietro di
mille anni, troviamo un trattato sul gioco della palla, scritto da messer Antonio Scanno da
Salò. L’attrezzo era qualcosa di simile al tamburello, la palla non era altro che delle strisce di
cuoio avvolte fino a formare un gomitolo, dandone una forma tonda.
Il tempo passa velocemente, l’attrezzo viene
modificato più volte, fino a divenire un telaio
in legno in cui viene tesa una pelle animale,
per renderlo elastico e robusto. Oggi il tamburello è costruito interamente in plastica, è più
resistente e la tela è in grado di sopportare le
fortissime sollecitazioni della palla che pesa 82
grammi, con un diametro di 61 millimetri.
È il 1890 l’anno zero dello sport del tamburello,
infatti viene riconosciuto come “Federazione
Ginnastica d’Italia”. Solo nel 1910 ne nasce
una nuova denominata “Federazione Italiana
1935. In piazza Marconi una foto ricordo della squadra di
tamburello con gli appassionati
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Palla Tamburello” a cui si iscrissero diverse
associzioni e tra queste anche il nostro paese
che ha una vera tradizione sportiva. Nel nostro
paese si iniziò già nel 1920-27: si giocava solo
per svago domenicale, il campo da gioco erano
le ampie piazze (Marconi e Pezzatì).
Solo nel 1935 si formò la prima squadra di
tamburello, denominata: ENAL Guidizzolo. Si
fece pure un torneo con le squadre di Medole, Solferino, Goito-Malavicina, Gazoldo: vinse
il Medole, la squadra del Guidizzolo si classificò al secondo posto, i giocatori erano: Angelo
Zumini, Bonfiglio Gandellini, Remo Mori, Neldo
Ferrari, Cirillo Moschini, segretario M° Adelchi
Fattori. Questi, se vogliamo, sono stati i promotori di questo sport. L’anno dopo la squadra fu
sciolta dal richiamo al servizio militare.
Nel dopoguerra dette un vero impulso il guidizzolese Emilio Covallero. Nel 1946-47 si alternarono diversi giocatori, diverse le categoria (B
e C); il campo di gioco era il piazzale Marconi,
poi il campo di calcio di via Tomasina. Nel corso degli anni si videro molti volti nuovi come:
Cesare Maccari, Mario Parmeggiani, Mario
Martelli, Benito Serravalle. Nel 1964 nacque
una nuova società: la “A. T. Guidizzolo”. Promotori erano: Lino Rosoli, Mario Costa e Umberto Pasquali, con una rosa di giocatori che, nel
1966, passarono dalla serie “B” alla “A”. Nel
1969, non avendo sponsor si autofinanziarono.
Nel frattempo, presso il bar Maroli, si formò la
società i “VELOCI” che conquistarono il torneo
Cantarelli.
Nel 1970 la “A. T. Guidizzolo” viene acquisita
dal Cav. Curzio Bonazzi, unico sponsor, compreso il gruppo giocatori: Mario Costa, Giovanni Bassignani, Giuseppe Bianchera, Virginio
Garini, Alberto Pelizzaro, Giovanni Bonesini,
Albis Dolci, Roberto Fracassi, segretario M°
Luigi Petrali. Nel 1972, visto l’aggravarsi della sua salute, il Cav. Bonazzi, decise di cessare l’attività cedendo i giocatori ad altre
società. Nel frattempo, in paese si discute
per ricomporre un’altra società. Infatti, nel
1973, nasce una nuova “A. T. Guidizzolo”, la
cui direzione viene assunta, come sponsor,
dalla “De Giuli Gino”. Nel 1974, alcuni amici,
su incitamento del Cav. Bonazzi, rifondano
una piccola società, chiamata “A. T. Il Guidizzolo”, con Presidente Gianfranco Ruffoni
e segretario Sergio Pelladoni. Con la priorità
all’addestramento dei giovani per l’uso del
tamburello,si organizzarono tornei notturni e
la società si sciolse nel 1977.
II tempo passa, è inevitabile che per sostenere le squadre, servano delle vere disponibilità economiche, così la “De Giuli”
si allea con i fratelli Meneghelli che, nel
1982, ne assumono la piena direzione, con
la denominazione “A. T. UNIVERSO”, segretario Ennio Mussa, d.t. Giuseppe Bianchera,
Ottorino Vergna e Rinaldo Villagrossi. Ben
presto arrivano le prime vittorie: nella categoria Pulcini conquistano il Titolo Italiano e
nella categoria Allievi il Titolo Provinciale.
Nel 1985 nella categoria. Allievi conquistano
il Titolo Italiano. Nel 1988 la squadra Juniores si aggiudica titolo di Campione d’Italia.
Nel 1992, dopo 10 anni di attività sportiva, la
“A. T. UNIVERSO”, cessa l’attività per motivi
economici.
È certo che tutto questo passamano di società, che dal 1910 al 1985 sono state molte,
è stato fatto con il solo scopo di soddisfare
le molte persone del paese per le quali era
l’unico sport appassionante, anche se povero. Il cambio delle diverse società ha dato
anche dei risultati positivi, con giocatori
che si sono forgiati dando la propria anima
a questo sport. Nonostante tutte le iscrizioni alla Federazione “FIT”, che da moltissimi
anni è solo un’ala del “CONl”, il gioco del
tamburello, che impegna società e giocatori
con tanto lavoro, ancor oggi non ha lo stesso
riconoscimento che hanno altre discipline.
La mia ricerca sulla cronistoria del gioco del
tamburello si ferma alla fine dell’anno 1992.
Ruffoni Cav. Uff. Gianfranco
1953. Da sinistra: Curiolano Margoni (segretario), Antonio Gandini,
Cesare Maccari, Emilio Covallero, Egidio Tomasi e Mario Parmeggiani
1972. Da sinistra, in piedi: Emilio Covallero, Bonazzi Cav, Curzio
(presidente), Cesare Maccari, Adamo Bonazzi, Virginio Garini.
Accosciati: Giuseppe Bianchera. Damoli (detto Sissa), Roberto
Fracassi, Giovanni Bassignani e Giovanni Bonesini
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A cura di Jessica Santi
Echi dalla Fiera di luglio
Foto Gianfranco Ruffoni
Foto Gianfranco Ruffoni
Il taglio del nastro della nuova “Pista di atletica”, ha ufficialmente
aperto il programma delle manifestazione della Fiera 2010
Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Carretto” di Bedizzole
I commenti raccolti tra i presenti alla manifestazione sono stati unanimi: “Una serata
meravigliosa”.
L’apertura della Fiera in Musica 2010 con il
festival “Military Show Band” è stata occasione anche per l’inaugurazione della rinnovata pista di atletica.
Al centro sportivo, recentemente definito
dal Coni una “Cittadella dello sport”, il sindaco Graziano Pelizzaro ha ringraziato tutte
le associazioni guidizzolesi per quanto e per
come operano sul territorio; ha parlato del
centro sportivo e dell’attività che svolge per
ragazzi e adulti, divisa in molteplici discipline.
Dopo il taglio del nastro ha fatto seguito
l’intervento dell’assessore allo sport Carlo
Maccari: “C’è chi dice che la nostra amministrazione ha investito molto nel centro sportivo, ma ciò che abbiamo fatto è qui sotto gli
occhi di tutti, per lo sport e per la crescita dei
giovani e meno giovani.” Gli ha fatto eco l’assessore regionale alla semplificazione Carlo
Maccari il quale ha ricordato il ruolo svolto
dalla Regione con specifici finanziamenti per
le strutture sportive. I giovanissimi del Ciclo
Club 77 hanno sperimentato subito la pista
appena inaugurata, accompagnati da uno
dei Gruppi di Cammino promossi dall’amministrazione comunale.
Ma la protagonista indiscussa è stata la musica. Appassionante e coinvolgente.
I tre gruppi musicali: il Corpo Bandistico di
Guidizzolo, la Fanfara degli Alpini “Star of
Alps” e la Fanfara dei Bersaglieri “Aminto
Carretto” di Bedizzole, sul prato del campo
da calcio con i loro strumenti e la loro musica hanno dato vita a figure e coreografie
via via sempre più complesse, il cui gradimento veniva esternato da applausi sempre
più fragorosi. Alla fine poi, i tre gruppi riuniti
hanno eseguito l’Inno di Mameli, insieme e
con passaggi alterni, sottolineando ancora
una volta le peculiarità che caratterizzano le
tre formazioni.
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ufficio in Municipio - sabato dalle 10,00 alle 11,30 al 2° piano
Foto Enzo Galvani
La pittrice SusannaTruzzi, mentre
esegue un “Tato”, dipinto con colori
perfettamente lavabili, su una
volontaria
Concerto musicale del Corpo
Bandistico di Guidizzolo
“The Music Movies”
Il Gruppo Micologico
ha curato la tradizionale
esposizione didattica delle
“Specie Fungine”
Il “TRIO B” presentato da
Claudia Morselli, propone
le migliori canzoni degli
anni ‘60 e ‘70
La serato di martedì si chiude
con il tradizionale
“Spettacolo pirotecnico”
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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa
Festival Military Show Band
Quest’anno la fiera ha introdotto molte novità a cominciare da un’apertura molto particolare la sera del
14 luglio al Campo Sportivo dove il Corpo Bandistico
Guidizzolo, la Fanfara alpina “Star of Alps” di Villanuova sul Clisi e la Fanfara dei Bersaglieri “Aminto
Carretto” di Bedizzole si sono riunite su questo campo per uno spettacolo costituito da figure e movimenti sincronizzati dettati dal ritmo incessante delle
percussioni e delle marce suonate, chi da fermi chi
correndo.
Per le fanfare questo genere di esibizione è pane
quotidiano, il Corpo Bandistico invece ha voluto provare questa nuova esperienza e sotto la guida di un
impeccabile Gottardi Marco, già componente della
fanfara Alpina Tridentina e promosso maestro per
l’occasione, è riuscito a schierare una cinquantina di
elementi, tra i quali amici provenienti dalle Bande di
Cavriana e Gazoldo degli Ippoliti.
É stata un’avventura impegnativa che ha portato a
vere e proprie prove sul campo per rendere reali figure e movimenti che sulla carta apparivano impossibili
da realizzare per un gruppo senza alcuna esperienza
in merito, ma grazie all’enorme pazienza dei musicisti
ed alla bravura e caparbietà del loro maestro d’eccezione lo spettacolo si è svolto senza intoppi.
Il merito di questo evento va al Circolo Diapason in
collaborazione con il presidente della Banda Roberto
Foto Gianfranco Ruffoni
44
Foto Gianfranco Ruffoni
Lucchini, che ha voluto fin da subito realizzarlo, alla
Pro Loco ed alla sezione degli Alpini di Guidizzolo,
senza di loro questo spettacolo sarebbe ancora sulla
carta.
Cartù e Cine
Quest’anno il concerto per la fiera di luglio aveva un
nome altisonante “The Music Movies Concert” che
tradotto in guidizzolose suonerebbe come un “Cartù e
Cine”, cioè film e cartoni animati accompagnati dalle
loro affascinanti colonne sonore.
Così, in una calda sera d’estate, appena il sole ha cominciato a calare per lasciare spazio alla notte, le nostre stelle hanno preso posto sul palco e hanno acceso le loro flebili lucine per disturbare il meno possibile
gli spettatori e permettere loro di godersi appieno la
proiezione dei film assaporando la magia della colonna sonora suonata dal vivo.
Spesso un film mediocre diviene famoso grazie ad una
brillante colonna sonora e rendere omaggio a queste
opere sta ormai diventando una tradizione della nostra fiera, ogni anno sempre più bella e interessante.
Il concerto è cominciato sulle squillanti note di
“Scuola di polizia”, per proseguire con un emozionante “Leggenda del pianista sull’oceano” , un cupo
“Batman”, splendidi cartoni animati come “Il Principe
d’Egitto” e “Disney Fantasy”, film ormai d’altri tempi
come “Highlander” e l’indimenticabile “Rocky”, le
splendide musiche di J. Williams dei film di “Harry
Potter - A.I. - Il Patriota”, il coinvolgente “Puttin’ on
the ritz” con un Fred Astaire esilarante per terminare
con un “Pirati dei Caraibi” travolgente.
Il concerto così si sarebbe dovuto chiudere, ma è proseguito con gli Abba e un medley di loro canzoni in
sfondo al musical “Mamma mia”, per definitivamente
terminare sulle note dell’Inno di Mameli.
Una magnifica serata di musica e cinema, contornata
infine da splendidi fuochi d’artificio ad illuminare un
cielo limpido ma senza stelle, gliele abbiamo rubate
noi per alcune ore per poterle mettere su un palco tra
le mani del magistrale M° Nicola Ferraresi che anche
nel buio è riuscito a farle risplendere.
Un ringraziamento particolare all’amico Matteo Morandi per aver creato i magnifici video che hanno regalato una magia particolare a questo concerto di fine
luglio.
un carattere gioviale e solare. Così grande cordoglio
ha destato in Guidizzolo la notizia della scomparsa di
Rolando Bettoncelli, rimbalzata velocissima per il paese. La sua attività di idraulico lo aveva portato in tantissime case ed erano pertanto in molti a conoscerlo
ed apprezzarlo; tuttavia ciò per cui sicuramente tutti
lo ricordano sono quei ‘piatti’ che da sempre suona
nel Corpo Bandistico di Guidizzolo. La banda guidizzolese, una delle più vecchie se non la più vecchia
d’Italia con i suoi oltre 170 anni di vita, oggi ha tanti
giovani, alcuni come il nipote giovanissimi, ma la costanza con cui è sempre rimasta in attività in anni passati va ascritta ad alcuni della ‘vecchia guardia’ che
tutt’ora non mancano mai alle prove. Uno di questi era
Rolando Bettoncelli il quale se n’è andato in un attimo
lasciando la ‘sua’ Banda orfana di un elemento dal
quale, ricordandolo, ci sarà sempre da attingere. Rolando mancherà; mancherà ai suoi molti amici, mancherà alla Banda, mancherà anche a chi, come colui
che scrive, ha avuto modo di apprezzarne negli anni,
per amicizia e per la vicinanza al Corpo Bandistico, la
grande serietà e l’impegno con cui ha sempre affrontato ogni sua attività.
Sergio Desiderati
Rolando Bettoncelli, al centro
della foto, con il figlio Mauro
e il nipote Marco
Cordoglio per la scomparsa
di Rolando Bettoncelli
Di lui dire semplicemente che era conosciuto è troppo poco. Non solo a Guidizzolo. Conosciuto ma anche
soprattutto molto stimato e grande amico di tutti, con
Concerto di fine anno del 2001
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