La regina del - Corriere della Sera
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Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 - Piaceri di moda 41 Il negozio Ci sono abiti e libri, dvd e design. Un ristorante e un caffè. E un giardino meraviglioso. «Mi piace questa miscela di pubblico così vitale con la quale confrontarmi» ✹ di Giusi Ferré CARLA SOZZANI Chiamata «fashion guru» da misteriosi giornali svedesi come dall’universalmente noto New York Times, o «sacerdotessa dello stile» dai giornali italiani in vena di enfasi, Carla Sozzani ha tutta la leggerezza e l’ironia che mancano a queste definizioni. Come sempre vestita di nero, con luminosi gioielli d’argento creati da Kris Ruhs, l’artista americano dallo stile concettuale e dal tratto potente, biondi capelli mezzo sciolti, ha un’aria essenziale, quasi eterea, che però non contrasta con i colori e le linee movimentate del suo spazio. Quel 10, Corso Como dove ha raccolto tutte le sue passioni — la fotografia, la musica, i libri, il design, i bellissimi vestiti, gli oggetti sorprendenti — un intero vocabolario del gusto che offre alla sua particolare clientela: un buon numero di fashionistas, i patiti della moda, curiosi, viaggiatori che scoprono questo indirizzo sulle guide più sofisticate, anche giapponesi, creativi tatuati, e signore in tailleur che si fermano a prendere il tè nel cortile lussureggiante di verde nel quale trova posto anche una piccola fontana. «Mi piace questa miscela di pubblico così vitale, con la quale confrontarmi», spiega in uno dei suoi rari momenti di pausa seduta al tavolo d’angolo della sala ristorante scandita da paraventi bassi e ariosi come grate. «Li abbiamo aggiunti da poco, per segnare e insieme proteggere la disposizione dei tavoli». Dal giornalismo al concept store Come un organismo vivo, questo negozio-emporio-galleria cambia, come cambiano sottilmente e continuamente le passioni di chi l’ha ideato e trasformato nel tempo in un vero e proprio brand. «Tutte le mie esperienze di lavoro erano editoriali, sono cresciuta tra le riviste e penso di aver seguito anche qui il metodo che avevo imparato co- La regina del Concept store me giornalista, scegliendo gli argomenti che mi piacevano e impaginandoli con dimensioni e ampiezze diverse secondo l’ispirazione del momento». Studi all’università Bocconi di Milano interrotti per il ribollire della contestazione del ’68, prima fondamentale esperienza di redazione a Chérie Moda , quindi approda in Condé Nast per le edizioni speciali di Vogue, era direttrice della versione italiana di Elle («ma non sopportavo più il giornalismo») quando nel 1990 decide di aprire la galleria d’arte e una casa editrice. «Allora nessuno si occupava di fotografia, a parte il Diaframma di Lanfranco Colombo. Un tema che mi piaceva e nel quale pensavo di avere una certa competenza che ho poi approfondito organizzando mostre che qualcuno ritiene audacissime». L’anno seguente, con la stessa accuratezza con cui un direttore sceglie la prima pagina della propria rivista aggiunge la parte dedicata al design e alla moda, con le sue scoperte sempre originali. Adesso espone, tra gli altri, gli abiti a disegni giganti di Maria Katrantzou, il ricercatissimo Balmain, Lanvin, e il nuovo progetto di Comme de Garçon, Black Box. Perché se ne erano andati gli artigiani, ormai in età di pensione, permettendole così di ampliare la galleria e la libreria del primo piano, che si affacciano su un terrazzo ingombro di tubi, fili, fiatatoi, dove in- CHI È Carla Sozzani, considerata la sacerdotessa dello stile, nel 1990, dopo aver diretto diverse riviste di moda, ha fondato «10, Corso Como», il primo concept store in Italia «GEMELLI» A PARIGI Colette e Merci, gli altri anticonformisti I spirata a 10, Corso Como è nata una nuova generazione di negozi anticonformisti, tutti di grandissimo successo. Come il sofisticato Colette, dal nome della proprietaria che l’ha ideato con la figlia Sophie: uno dei luoghi da non perdere per chi visita Parigi e dal quale si calcola transitino ogni giorno tra 500 e 800 persone. Modello ed esempio a sua volta per tanti negozi in tutto il mondo, per festeggiare i suoi trent'anni di vita nel 2008 ha creato una serie di prodotti in edizione limitata con i marchi amici: Cartier; il mago del cashmere Lucien Pellat-Finet; Repetto, il grande nome della danza classica che ha declinato le sue scarpette in versione moda; Alexis Mabille. Ha anche affidato a dieci curatori il compito di allestire dieci miniesibizioni dei loro artisti preferiti contemporanei. Grandissima attenzione, perfino troppa, è riservata all'oggettistica e ai gadget (213, rue Saint-Honoré). Sempre a Parigi ha preso il via Merci, un concept store che propone un modo nuovo di fare beneficenza. Dove prima c'era una fabbrica di tessuti, ora si sviluppa su tre piani uno spazio di 1.500 metri quadri, ristrutturato grazie all'impegno di Marie France e Bernard Cohen, i fondatori del marchio per l'infanzia Bonpoint. Qui si trova un po' di tutto, dai bouquet di fiori al design d'avanguardia, dagli utensili per la cucina agli abiti firmati, Stella Mac Cartney, Yves Saint Laurent, Paul Smithm, Margiela.. Ad eccezione di qualche pezzo extralusso, la gamma di prezzi è ampia e accattivante. Anche perché sono stati realizzati molti prodotti appositamente per il negozio, caratterizzati dall'etichetta «Merci merci» mentre altri portano il nome di chi li ha creati, accompagnato da un ringraziamento. Per averli donati e resi più accessibili. Tutto, infatti, è a favore di una buona causa: aiutare chi è in difficoltà, soprattutto bambini. Perfino i libri di seconda mano, sono stati scelti da critici, letterati e celebrities, che hanno donato tre copie delle loro opere preferite (111, boulevard Beaumarchais). G. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA vece oggi, tra magnifici vasi fioriti si può passeggiare durante i vernissage e i cocktail. Nel 1998, quando se ne andò il concessionario della Renault e conquistò l’intero cortile, aprì il 10, Corso Como Cafè, croce e delizia della signora. «Gestire un ristorante è difficilissimo», ammette con un sorriso che non nasconde il suo carattere d’acciaio. Un successo esportato all’estero Questo luogo, che non assomiglia a nessun altro, dove suggestioni e idee si traducono in abiti, oggetti e sapori offrendo un viaggio nel tempo e nello spazio, ha ispirato quei concept store che sono nati un po’ dovunque ed è anche emigrato a Tokyo dove è stato aperto un Comme de Garçon 10, Corso Como nato dall’inedita collaborazione con uno dei marchi a più alto tasso sperimentale, e a Seul in una luminosa e futuribile serra di vetro, corredata di strumenti tecnologici per immergersi nel flusso delle informazioni. Intanto è stato allestito il sito internet www.10corsocomo.com dove sarà possibile trovare i prodotti speciali curati dalla boutique anche in collaborazione con Alessi, Swatch, Roberta di Camerino, Marni. Eppure, di niente è più fiera che del suo giardino, allestito nel cortile di questo vecchio palazzo milanese, conquistato passo a passo, aprendo anche un piccolo hotel, Three Rooms. Tre stanze, appunto, arredate con mobili e tappeti di modernariato. «Perché servono tempo e pazienza a far crescere le piante, e molta cura. Gli ulivi, li abbiamo piantati 18 anni fa e cominciano adesso a darci tutto il loro splendore». © RIPRODUZIONE RISERVATA