20 anni di Erasmus: al via le celebrazioni.
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20 anni di Erasmus: al via le celebrazioni.
20 anni di Erasmus: al via le celebrazioni Lanciato nel giugno 1987, Erasmus incoraggia la mobilità di studenti e docenti e promuove progetti di cooperazione transnazionale tra le università di tutta Europa. Al programma partecipano 31 paesi europei: oltre agli Stati membri dell'Ue e a Bulgaria, Romania, aderiscono infatti Norvegia, Liechtenstein, Islanda e Turchia. Grazie a Erasmus, gli studenti universitari (tranne gli iscritti al primo anno di corso) hanno l’opportunità di trascorrere un periodo di studio compreso tra i 3 e i 12 mesi in un'università o in un istituto di insegnamento superiore di un altro paese partecipante, nell'ambito di accordi di mobilità conclusi tra le università. I corsi seguiti e gli esami sostenuti durante tale periodo sono considerati parte integrante del piano di studi. Il programma coinvolge attualmente il 90% delle università dell’Ue. In totale in 20 anni oltre un milione e mezzo di studenti europei – 60% dei quali donne – ha beneficiato di borse ERASMUS. L’obiettivo della Commissione è di raggiungere i 3 milioni di studenti entro il 2012. La mobilità riguarda anche i docenti: Erasmus offre, infatti, ai professori universitari la possibilità di trascorrere periodi di docenza all’estero di durata compresa tra una settimana e sei mesi nell'ambito del programma ufficiale di studi di un'università partner situata in un altro paese europeo. Dai 3244 avventurosi studenti che partirono nel 1987, il programma ha continuato a crescere, raggiungendo la ragguardevole cifra di 144.032 studenti nel 2005, pari a quasi l'1% della popolazione universitaria europea. La mobilità dei professori universitari è invece pari all'1,9%, con 20.877 docenti coinvolti. L’Italia è uno dei paesi più attivi: nell’anno accademico 2004-2005 sono stati ben 16440 gli studenti italiani accolti in altre università europee. Quattro università italiane figurano tra le prime venti in Europa per numero di studenti inviati all’estero: si tratta di Bologna, che con 1253 studenti è al secondo posto assoluto dopo l’Universidad Complutense de Madrid; di Roma-La Sapienza (937 studenti); di Firenze (690 studenti) e, infine, di Padova (653 studenti). Bologna, Roma-La Sapienza e Firenze figurano tra le prime venti università in Europa anche per numero di studenti ospitati(1284 per Bologna e 871 ciascuna per Roma e Firenze). Più restii a muoversi i professori italiani: nessuna università risulta tra le prime venti in Europa per numero di docenti inviati. Per quanto riguarda invece i docenti accolti, ancora una volta spiccano i nomi di Bologna (secondo posto assoluto in Europa, con 143 professori ospitati), Roma, Firenze e Padova. Due aspetti chiave distinguono il programma Erasmus da altri programmi comunitari nel campo dell’istruzione: - un recente studio conferma che la partecipazione a Erasmus può costituire un importante vantaggio nella ricerca di un lavoro. Un periodo di studio all'estero è considerato oggi un'esperienza preziosa dai datori di lavoro. I partecipanti ad Erasmus impiegano meno tempo per trovare il primo lavoro dopo la laurea. Secondo una ricerca condotta tra gli ex studenti Erasmus, i due fattori più valutati nella loro assunzione sono stati le competenze linguistiche (60% delle risposte) e l’esperienza acquisita all’estero. - Erasmus è stato, e continua ad essere, un motore per il cambiamento dell'istruzione superiore in Europa. Il programma ha contribuito a rimodellare i sistemi di istruzione superiore in Europa, ispirando il processo di Bologna, un'importante iniziativa volta a semplificare i diversi sistemi ed estesa attualmente a 45 paesi. Per agevolare il riconoscimento dei periodi di studio all’estero, la maggior parte delle università europee ha adottato il sistema europeo di trasferimento dei crediti (ECTS) che, insieme al supplemento al diploma Europass, consentono di disporre di una scala di misurazione comune del carico di lavoro degli studenti e di verificare i risultati ottenuti in una determinata materia al termine del percorso accademico. Rimane ancora un problema da affrontare: quello della borsa di studio Erasmus, che lo stesso commissario Figel’ ha riconosciuto essere “ancora troppo esigua per consentire agli studenti provenienti da contesti economicamente svantaggiati di beneficiare del programma”. Una recente indagine sulle condizioni socioeconomiche degli studenti partecipanti ad Erasmus nell’anno accademico 2004-2005 ha infatti messo in evidenza che per oltre il 50% degli studenti l’importo della borsa è insufficiente. Ciononostante, la percentuale di studenti provenienti da famiglie a basso reddito è salita dal 50 al 60% nel periodo 2000-2005. Il commissario ha perciò invitato gli Stati membri “ad accrescere il loro sostegno a Erasmus e ad estenderlo ad un maggior numero di studenti, soprattutto quelli provenienti dai contesti più svantaggiati”. 7 dicembre 2006