Un medico…una vita

Transcript

Un medico…una vita
Un medico…una vita
“Era una mattina di dicembre, non molto fredda, con un sole intenso e tiepido per una giornata invernale,
quando un rumore improvviso e squarciante interrompe, nel cortile dell’ospedale, il via vai di pazienti,
medici ed infermieri…sulla ghiaia cosparsa qui e la di fili di erba, si allargava una scia di sangue che pian
piano intrappolava il candore del camice bianco che pareva giacere per terra”.
Sembra l’inizio di un racconto, un racconto inventato, con una trama che pian piano prende corpo nei
capitoli di un libro. Invece no, l’immagine iniziale descrive quanto realmente avvenuto l’11 dicembre 2015
in un ospedale torinese.
Un medico, A. D. G, ha deciso di togliersi la vita esponendo tutta la sua fragilità davanti a tutte quelle
persone che ogni giorno affollano le corsie e gli ambulatori di un ospedale cittadino.
Lo scenario di un cortile, la piccola cappella e il chiosco delle bevande, dove in alcuni momenti della
giornata si apprestava a sorseggiare un caffè ed a fumare una sigaretta, sono state le ultime immagini che i
suoi occhi hanno visto.
A.D.G era un medico che tra qualche anno sarebbe andato in pensione, desiderava lavorare ed amava il
suo lavoro. Purtroppo, non sempre il lavoro ti restituisce ciò che desideri, non sempre ricevi quello che
cerchi di dare.
A volte non riesci a capire perché ti trovi in situazioni difficili, non comprendi perché chi ti sta intorno non
percepisce la sofferenza che ti attanaglia ogni giorno e che t’impedisce di lavorare con serenità.
Chissà se questo ha provato A.D.G, chissà se la stanchezza degli anni che passano , la solitudine , la difficoltà
nel farsi capire sono state le ultime sue compagne di vita. Chissà se è stato ascoltato, supportato,
sostenuto, apprezzato, oppure se è stata solo la solitudine a far da cornice al suo lavoro?
Sono molte le riflessioni che si possono fare, il lavoro che negli anni diventa sempre più difficile, le relazioni
interpersonali che diventano sempre più complicate, i carichi di lavoro sempre più pesanti, il tempo che
sfugge di mano ogni giorno sempre di più, la paura di non essere all’altezza delle situazioni che ogni giorno
si presentano, eppure cosa spinge un medico a compiere un gesto così devastante contro se stesso? Cosa
spinge un medico ad allontanarsi irrimediabilmente dalla vita?
Davanti ad una vita che si è volatilizzata in un istante molte domande restano insolute. L’ostacolo non si
supera, la vita perde significato e dignità e l’unica prospettiva di riscatto resta la morte.
A.D.G a tutte queste domande avrebbe risposto sorridendo e successivamente con un timbro di voce dalla
cadenza tipicamente siciliana avrebbe offerto un caffè all’interlocutore.
Dr.ssa Mariasusetta Grosso