la torba in italia: scenari di mercato, importanza e diffusione

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la torba in italia: scenari di mercato, importanza e diffusione
LA TORBA IN ITALIA: SCENARI DI MERCATO, IMPORTANZA E
DIFFUSIONE
Massimo Centemero
Scuola Agraria del Parco di Monza
Si riportano alcuni dati commerciali sulle dotazioni di zone umide e torbiere nel mondo, i
quantitativi di torba commercializzati e i movimenti di torba tra i diversi paesi. L’Italia, non
essendo un paese produttore di torba, importa ingenti quantitativi impiegati soprattutto ai
fini florovivaistici. Data la natura di habitat naturale di notevole importanza, si riportano
alcune azioni volte alla gestione sostenibile delle torbiere con il duplice scopo di
mantenere l’attività estrattiva e di garantire la conservazione dell’ambiente circostante.
LA TORBA: UNA RISORSA NATURALE PER GLI IMPIEGHI AGRICOLI
La torba rappresenta un materiale organico derivato dalla trasformazione millenaria di
residui vegetali in condizioni di elevata umidità e carenza di ossigeno. Nel corso della
genesi di una torbiera si assiste, in seguito all’accumulo progressivo di residui vegetali in
ambienti caratterizzati da un costante ristagno idrico, alla decomposizione più o meno
spinta e all’umificazione della sostanza organica. Non esiste una metodica di
classificazione delle torbe internazionalmente riconosciuta. Il metodo proposto da
Farnham, e da molti adottato, basato sull’altitudine delle torbiere, distingue le torbiere in
alte e basse. Le prime si sono originate in ambienti umidi caratterizzati dalla presenza
costante di cospicue quantità di acque meteoriche; si sono formate soprattutto a partire da
briofite del genere Sphagnum; le loro caratteristiche fisico-chimiche costanti ed uniformi,
determinano il prevalente impiego di torba nella preparazione di substrati per il
florovivaismo. Gli strati più alti di queste torbiere sono poco decomposti e costituiscono le
cosiddette “torbe alte di tipo chiaro” (torba bionda), mentre le torbe più profonde sono più
decomposte e presentano una colorazione più o meno scura al variare della profondità
(torbe brune e nere). Le torbiere basse invece, derivate dalla trasformazione di un maggior
numero di specie vegetali, sono meno omogenee tra di loro; si sono originate in ambienti
umidi caratterizzati dalla presenza di acque di ristagno eutrofiche sotterranee o
superficiali.
I principali generi vegetali che originano le torbiere sono: Sphagnum, Hypnum,
Phragmites, Scirpus, Typha, Carex spp.
L’IMPIEGO DI TORBA NEL FLOROVIVAISMO
Il successo commerciale della torba di sfagno (torba bionda), il tipo più utilizzato nella
generalità dei casi come costituente di base dei terricci impiegati per la coltivazione in
contenitore, è da ricercarsi in una serie di motivazioni tecniche quali:
§
§
§
§
§
§
le idonee caratteristiche fisiche ed idrologiche (alta porosità totale e porosità per l'aria);
assenza di fitotossicità;
bassissima salinità;
bassissima densità apparente, che facilita le operazioni di trasporto manuale, anche se
comporta una stabilità ridotta del sistema contenitore-substrato-pianta;
facilità di controllo degli elementi nutritivi, grazie all'integrazione calcolata e
programmata all'atto della costituzione della miscela e successivamente con le
tecniche di coltivazione (es. fertirrigazione);
omogeneità ed uniformità del prodotto.
Soprattutto quest'ultima caratteristica ha reso possibile la diffusione rapida e
capillare tra le aziende di un materiale omogeneo (dal punto di vista chimico, fisico e
microbiologico) che ha consentito la standardizzazione delle tecniche colturali e delle
pratiche agronomiche (irrigazione, fertilizzazione, fertirrigazione, ecc.) precisate e
differenziate per tipologia di essenza coltivata.
Anche l'abbondanza delle torbiere ed il relativo basso costo d'importazione (su cui incide
fortemente il costo di trasporto) hanno contribuito alla diffusione massiccia e capillare della
torba in Italia. La torba è comunque miscelata ad altre componenti (perlite, pomice, argille,
compost, fibra di cocco, ecc.) per la costituzione di terricci destinati al florovivaismo
hobbystico e professionale.
DIFFUSIONE DELLE TORBIERE NEL MONDO
Le torbiere, intese come zone umide in cui si presenta torba per almeno 30 cm di
profondità, sono diffuse in diverse parti del mondo (cfr. tab.1). Ne fanno eccezione le
regioni artiche. La maggior parte è localizzata nell’emisfero boreale con una notevole
riserva di torba nei paesi ex Unione Sovietica dove, oltre le repubbliche baltiche, la Siberia
costituisce il territorio più importante. Si stima (fonte CSPMA-Canada e IPPC-Irlanda) che
le aree umide classificate come torbiere coprano una superficie vicina a 500 mln di ettari
corrispondenti a circa il 4.5% del territorio complessivo.
Tabella 1: Distribuzione di riserve di torba nel mondo
Territorio
Ex U.S.S.R.
Canada
U.S.A.
Africa
Europa
Sud America
America Centrale
Oceania
Superficie a
torbiera
(.000.000 ha)
Localizzazione dei maggiori depositi di torba
150
110
50
34
25
6-10
3
<1
Russia (Siberia)
Diffusa in tutte le regioni
Alaska, Florida, Michigan, Minnesota, Wisconsin
Kenya, Uganda, Burundi, Sudafrica
Finlandia, Svezia
Venezuela, Guyana, Brasile, Argentina, Cile
Cuba, Giamaica, Panama
Nuova Zelanda, New South Wales, Queensland,
Eastern Highlands
Fonte: Canadian Sphagnum Peat Moss Association, 2000
Se si analizza nel dettaglio la situazione europea (tab. 2) si scopre come sono distribuite le
torbiere nei diversi paesi; al sud Europa le torbiere assumono un importanza relativa e
un’incidenza marginale sia per la quantità disponibile che per qualità della torba estratta;
l’Italia per es. possiede una superficie a torbiera stimata in 60.000 ha che rappresenta lo
0,4 % dell’intera superficie. Le zone umide e, di conseguenza le torbiere, aumentano man
mano che ci si sposta verso il nord Europa (fig. 1) con un enorme contributo in termini di
superficie da parte della Finlandia dove le torbiere coprono un terzo del territorio
nazionale.
Tabella 2: Superficie (in ettari) occupata da torbiere nell’Unione Europea e in alcuni
paesi del mondo ed incidenza delle torbiere sulla superficie totale.
Paese
Superficie occupata da
Incidenza delle torbiere sul
torbiere
territorio
(ha)
(%)
Finlandia
10.000.000
33.5
Irlanda
1.178.798
17.2
Svezia
1.500.000
17.1
Paesi Bassi
250.000
6.0
UK
1.508.701
6,2
UK-Inghilterra
UK-Irlanda del Nord
UK-Scozia
UK-Galles
Germania
Austria
Danimarca
Belgio
Italia
Francia
Grecia
Spagna
361.690
166.860
821.381
158.770
1.618.000
22.000
60.000
18.000
60.000
120.000
5.000
6.000
2.8
12.4
10.4
7.7
4.6
2.8
2.8
0.6
0.4
0.2
0.04
0.012
Fonte: IPCC, Irlanda 1996. Adattato da: Taylor, J. A. (1983) The Peatlands of Great Britain and Ireland.
Oltre agli impieghi agricoli (vedi tab. 3), sia come ammendante che come substrato di
coltivazione, la torba, per il suo elevato potere calorifico (dal punto di vista geo-litologico la
genesi di torba “precede” lo stadio del carbone) la torba è preziosa come combustibile per
riscaldamento ed impiegata soprattutto nelle regioni dell’Europa settentrionale e nelle
regioni sovietiche. Ingente l’impiego come combustibile da parte della Finlandia che da
sola impiega il 50 % della torba consumata per fini energetici. Le nazioni che
maggiormente contribuiscono sia in termini relativi sia assoluti all’impiego di torba in
agricoltura sono il Canada e la Germania.
Fig. 1: incidenza della superficie delle torbiere in europa.
TORBIERE IN EUROPA
SUPERFICIE
% sul territorio complessivo
32 a 40 (5)
16 a 32 (8)
8 a 16 (7)
2 a 8 (6)
0 a 2 (8)
Tabella 3: Produzione di torba nel mondo e relativi impieghi - anno 1997
PAESE
IMPIEGHI
IMPIEGHI AGRICOLI
3
(.000 m )
INCIDENZA %
ENERGETICI
AGRICOLI
Bielorussia
Canada
Estonia
Finlandia
Germania
Irlanda
Norvegia
Polonia
Russia
Svezia
Ucraina
Gran
Bretagna
Stati Uniti
Totale
7.848
0
1.367
30.120
0
8.400
0
0
8.680
3.381
1.225
40
272
7.250
3.497
1.626
9.000
1.616
140
680
2.540
1.203
85
2.500
0,8
22,2
10,7
5,0
27,6
5,0
0,4
2,1
7,8
3,7
0,3
7,7
0
61.061
2.201
32.610
6,7
100
Da Hood and Sopo (1999)
LA TORBA IN ITALIA
La torba, ed in particolare quella bionda, rappresenta generalmente il costituente di base
dei terricci per la coltivazione in contenitore.
Il nostro paese appartenendo ad una fascia climatica temperato-calda non possiede
torbiere alte. La bassa disponibilità interna di torbe, (per lo più torbe nere localizzate nelle
zone a sud dei laghi Iseo e Garda, nel mantovano e nel cremonese), ma soprattutto le
caratteristiche agronomiche e l’eterogeneità delle partite di torbe italiane che ne
determinano la limitata propensione all’impiego nelle miscele per destinazioni
florovivaistiche, ha originato un flusso ingente d’importazione dal Centro, Nord e, negli
ultimi anni, dall'Est Europa.
Secondo dati Eurostat (figura 2) l'importazione è più che decuplicata nell'arco di 20 anni
passando da 35.000 ton del 1979 a 508.000 ton nel 1999. Nel grafico si può notare come
l’andamento dell’import dal 1979 sia sempre stato in costante crescita; solo nel 1999
rispetto al 1998 si è limitato l’import di ca. 50.000 ton con buona probabilità da imputare
Fig. 2: IMPORTAZIONE DI TORBA
.000 di
tonnellate
(1979-1999)
600
500
400
300
200
100
19
79
19
80
19
81
19
82
19
83
19
84
19
85
19
86
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
0
anni
alle difficoltà di estrazione dai paesi baltici con evidenti ripercussioni commerciali che
hanno indotto le aziende ad approvvigionarsi presso altri siti di estrazione (Canada in
primis). Se si ipotizza una densità media del materiale sfuso di 200-300 kg/m3 i quantitativi
importati e consumati nel nostro paese ammontano a circa 1,7-2,5 milioni di m3 . Il volume
è la base di calcolo delle transazione commerciali.
PROVENIENZA E VALORE COMMERCIALE
Osservando le figure 3a e 3b si possono notare i cambiamenti intercorsi nella provenienza
e nei rapporti commerciali con alcuni paesi esportatori. La quantità più cospicua di
materiale torboso arriva in Italia dalla Germania e dai Paesi Bassi, da cui provengono
(anno 1999) rispettivamente il 52 e il 14 % dell'import totale. Nel 1989 i due paesi
possedevano una “fetta di mercato” più cospicua: rispettivamente 65 e 14 %.
Nel 1999 il 16 % della torba è stato importato proviene dalle repubbliche baltiche Estonia,
Lituania e Lettonia mentre nel 1989 l’Unione Sovietica in toto esportava in Italia il 14 %. La
quota % è pressoché invariata ma in termini assoluti si tratta di raddoppio dei quantitativi:
da 40.000 a 80.000 ton.
Il valore complessivo dell'importazione italiana per il 1999, sempre secondo dati forniti dal
servizio statistico Eurostat, è di ca. 53 mln di Euro (ca. 100 mld di Lit) per un valore di 104
Euro/t. In definitiva si stima un valore d’importazione unitario di 21,2-31,2 Euro/m3 ovvero
rispettivamente ca. 42-62.000 Lit/m3.
Figure 3a e 3b: Evoluzione import di torba nel 1989 e 1999 in Italia
IMPORT
IMPORT TORBA
TORBA anno
anno 1989
1989 (t/y)
(t/y)
IMPORT
IMPORT DI
DI TORBA
TORBA anno
anno 1999
1999 -- (t/y)
(t/y)
8%
4%
3%3%
12%
14%
14%
1%3%1%
2%
14%
4%
65%
52%
PAESI BASSI
GERMANIA
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
IRLANDA
CANADA
ALTRI
AUSTRIA
BELGIO E LUX
PAESI BASSI
GERMANIA
ALTRI
IRLANDA
UNIONE SOVIETICA
CARATTERISTICHE AMBIENTALI E PROTEZIONE DELLE TORBIERE
La maggior propensione alla protezione naturalistica delle "zone umide" unita alla
caratteristica di esauribilità delle torbiere, ha indotto la Comunità Europea (Dir. 92/43/CEE)
ad occuparsi con determinazione del problema impegnando gli Stati Membri ad adottare le
misure necessarie per conservare gli habitat a maggiore interesse naturalistico tra i quali
sono citate appunto le torbiere.
Anche in altre parti del mondo, con particolare riferimento a Canada e Stati Uniti, negli
ultimi anni si è posta particolare attenzione nella gestione delle zone umide con specifico
riferimento alle torbiere a all’estrazione di torba. Gli obiettivi degli interventi sono volti alla
conservazione e alla gestione sostenibile delle torbiere: reintroduzione di specie vegetali
ed animali, adozione di tecniche idonee di estrazione, ricoltivazione del sito al fine di
favorire il reinsediarsi delle condizioni originarie.
Le politiche di produzione e conservazione delle torbiere si sono sviluppate nei paesi la cui
attività estrattiva è elevata. Si forniscono alcuni brevi aggiornamenti sulla situazione nei
diversi territori (fonte: Canadian Sphagnum Peat Moss Association)
§
Europa
Finlandia, Svezia e Norvegia: ciascun paese possiede delle zone umide sottoposte a
riserva naturale e a programmi di protezione.
Germania e Paesi Bassi: Esistono poche torbiere allo stato originario. Gli obiettivi sono il
ripristino per scopi agricoli.
Gran Bretagna: negli anni ’90 è iniziato un dibattito tra i gruppi di conservazione e i
produttori di torba circa la produzione di torba in gran Bretagna. L’accordo che ne è
scaturito ha implicato la protezione di molte torbiere. Per rimpiazzare la torba di origine
interna è iniziata una massiccia importazione di torba dai paesi baltici
Irlanda: esiste un comitato nazionale che disciplina la produzione di torba a scopi
energetici e agricoli con l’obbligo della corretta gestione della torbiera. Si sta lavorando su
un Programma di Conservazione delle Torbiere.
§
Stati ex U.S.S.R.: gli avvenimenti politici avvenuti in questi ultimi anni hanno limitato
qualsiasi forma di accordo o programma teso alla protezione delle zone umide..
§
Canada: nel 1990 il Governo ha
adottato “The Federal Policy on Wetland
Conservation” avente come obiettivo la promozione della conservazione delle torbiere
canadesi senza disdegnare le funzioni ecologiche e socio-economiche dell’attività di
estrazione. E’ certamente la nazione all’avanguardia per questo tipo di politiche.
L’Associazione canadese dei produttori di torba (CSPMA) ha adottato un programma di
gestione delle torbiere sia in fase di estrazione che nella ripristino post estrazione.
§
Stati Uniti: negli USA le torbiere sono disciplinate dall’EPA (Environmental Protection
Agency) tramite le singole agenzie federali. Si assiste quindi a una diversificazione
degli interventi; per es. in Minnesota dal 1991 esiste il "Wetland Banking Program".
Per la redazione del presente documento sono state presi contatti con le seguenti istituzioni: Istat, Eurostat,
International Peat Society, Canadian Sphagnum Peat moss Association, Irish Peatland Conservation
Council.