Interventi infermieristici derivanti dalla comparazione
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Interventi infermieristici derivanti dalla comparazione
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA MASTER DI PRIMO LIVELLO IN AREA CRITICA ANNO ACCADEMICO 2003-2004 POLI MARCO ELABORATO FINALE INTERVENTI INFERMIERISTICI DERIVANTI DALLA COMPARAZIONE DELLE MODIFICAZIONI DEI PARAMETRI VENTILATORI, DEI PARAMETRI EMODINAMICI INVASIVI E NON INVASIVI, E DALL’OSSERVAZIONE DEL NEONATO CRITICO VENTILATO ARTIFICIALMENTE. ELEBORAZIONE DI ALGORITMI DECISIONALI. 1 INDICE 1) Abbreviazioni Pag.6 A) PRIMA PARTE 2) Introduzione Pag.7 3) Obiettivi Pag.7 4) Materiali e metodi Pag.8 B) SECONDA PARTE 5) Brevi considerazioni sul monitoraggio Pag.10 6) Frequenza cardiaca Pag.11 6.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.11 6.2) Range di normalità Pag.12 6.3) Principali cause di tachicardia non strettamente legate allo stato patologico Pag.13 6.4) Cause patologiche più frequenti di tachicardia Pag.15 6.5) Principali cause di bradicardia non strettamente legate allo stato patologico Pag.16 6.6) Cause patologiche più frequenti di bradicardia Pag.16 6.7) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della frequenza cardiaca Pag.17 6.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della frequenza cardiaca Pag.19 6.9) Frequenza cardiaca, algoritmi decisionali Pag:22 7) Frequenza respiratoria Pag.25 7.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.25 7.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Pag.25 7.3) Range di normalità Pag.26 7.4) Principali cause di disadattamento dal respiratore e tachipnea non strettamente legati allo stato patologico Pag.27 2 7.5) Cause patologiche più frequenti di disadattamento dal respiratore e tachipnea Pag.28 7.6) Bradipnea e apnea Pag.29 7.7) Interventi iinfermieristici che causano aumento ingiustificato della frequenza respiratoria e/o disadattamento dal respiratore Pag.30 7.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della frequenza respiratoria Pag.31 7.9) Frequenza respiratoria, algoritmi decisionali Pag.34 8) Saturazione periferica di ossigeno Pag.38 8.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.38 8.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Pag.38 8.3) Range di normalità Pag.39 8.4) Principali cause di desaturazione non strettamente legate allo stato patologico Pag.39 8.5) Cause patologiche più frequenti di desaturazione Pag.41 8.6) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della saturazione periferica di ossigeno Pag.42 8.7) Aumento della saturazione periferica di ossigeno Pag.46 8.8) Saturazione periferica di ossigeno, algoritmi decisionali Pag.47 9) Pressione arteriosa Pag.54 9.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.54 9.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Pag.55 9.3) Range di normalità Pag.56 9.4) Principali cause di ipertensione non strettamente legate allo stato patologico Pag.57 9.5) Cause patologiche più frequenti di ipertensione Pag.57 9.6) Principali cause di ipotensione non strettamente legate allo stato patologico Pag.58 9.7) Cause patologiche più frequenti di ipotensione 3 Pag.59 9.8) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della pressione arteriosa Pag.60 9.9) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della pressione arteriosa Pag.61 9.10) Pressione arteriosa, algoritmi decisionali Pag.63 10) Pressione venosa centrale Pag.66 10.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.66 10.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Pag.67 10.3) Range di normalità Pag.67 10.4) Principali cause di aumento della pressione venosa centrale non strettamente legate allo stato patologico Pag.68 10.5) Cause patologiche più frequenti di aumento della pressione venosa centrale Pag.68 10.6) Diminuzione della pressione venosa centrale Pag.69 10.7) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della pressione venosa centrale Pag.69 10.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della pressione venosa centrale Pag.70 10.9) Pressione venosa centrale, algoritmi decisionali Pag.72 11) Volume corrente Pag.75 11.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.75 11.2) range di normalità Pag.75 11.3) Principali cause di diminuzione del volume corrente non strettamente legate allo stato patologico Pag.76 11.4) Principali cause patologiche di diminuzione del volume corrente Pag.77 11.5) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata del volume corrente Pag.77 11.6) Discrepanza tra volume corrente inspiratorio ed espiratorio Pag.78 11.7) Aumento dei volumi correnti Pag.79 4 11.8) Volume corrente, algoritmi decisionali Pag.80 12) Loop pressione volume Pag.84 12.1) Accenni storici sul monitoraggio Pag.84 12.2) La curva pressione volume normale Pag.84 12.3) Principali situazioni anomale Pag.85 12.4) Schiacciamento dei loop pressione volume Pag.86 12.5) Altre interpretazioni infermieristiche dei loop pressione volume Pag.86 12.6) Normalizzazione dei loop pressione-volume Pag.87 12.7) Loop pressione-volume, algoritmi decisionali Pag.87 13) Altri monitoraggi possibili in epoca neonatale di utilizzo non comune Pag.91 13.1) Rilevazione transcutanea della pressione parziale capillare di ossigeno e anidride carbonica Pag.91 13.2) Rilevazione della anidride carbonica espirata Pag.92 14) monitoraggi non possibili in epoca neonatale Pag.92 C) TERZA PARTE 15) Conclusioni Pag.94 Bibliografia Pag.95 5 1) Abbreviazioni CPAP: Pressione positiva continua delle vie respiratorie CVC: Catetere venoso centrale EBN: Evidence based nursing FC: Frequenza cardiaca FR: Frequenza respiratoria HFO: Ventilazione ad alta frequenza oscillatoria Loop: Curve grafiche della compliance polmonare MeSH: Parola chiave indicizzata da MedLine PA: Pressione Arteriosa PEEP: Pressione positiva di fine espirazione PH: Unità di misura della acidità di un liquido PIC: Pressione intracranica PNX: Pneumotorace PVC: Pressione venosa centrale RCT: Trial randomizzato controllato RX: Radiografia TT: Tubo tracheale TW: Parola inserita nel testo di un abstract 6 A) PRIMA PARTE 2) Introduzione l’intenzione del presente lavoro è la ricerca, attraverso la metodologia del evidence based nursing (EBN), di documenti inerenti agli interventi infermieristici derivanti dalla comparazione delle modificazioni dei parametri ventilatori ed emodinamici invasivi e non invasivi e dalla osservazione del neonato critico ventilato. Questa ricerca servirà a paragonare quelli che sono gli interventi infermieristici considerati “best practice” con quelli che, normalmente e giornalmente, vengono attuati all’interno della rianimazione pediatrica dell’azienda ospedaliera Sant’Orsola-Malpighi. Spesso, quando si ricerca documentazione infermieristica su temi specialistici in campo neonatale, si trova poco, sia all’interno delle banche dati di linee guida e siti infermieristici internazionali, sia indicizzato sulla banca dati Medline o Cinahl. E’ quindi estremamente frequente entrare in quella che viene chiamata area grigia, senza evidenze documentabili. Ho intrapreso questa ricerca perché intendo verificare la disponibilità di documenti che parlino, in maniera organica, del lavoro che giornalmente un infermiere svolge su un neonato ventilato all’interno di una terapia intensiva, controllandone l’andamento clinico ed agendo in conseguenza alle modificazioni che si presentano. 3) Obiettivi In considerazione di queste premesse, partendo dal presupposto che il neonato non è un adulto in miniatura, ma è una entità biologica a sé, ho pensato di analizzare uno ad uno i parametri monitorizzabili considerandone i valori normali (molto spesso estremamente diversi rispetto a quelli dell’adulto), e come essi possano venire modificati dalle azioni infermieristiche, o anche da errori nei quali può incorrere qualsiasi componente della equipe sanitaria, come, per esempio, errori di prescrizione o di preparazione di farmaci in infusione continua. 7 La parola “errore” non deve fare paura e non deve essere nascosta, ma servirci per evitarlo, come apprendiamo dal “Risk Management”. Per questa prima parte del lavoro mi affiderò alla metodologia EBN al fine di ricercare articoli validi, se possibile infermieristici, che siano stati prodotti in merito ai punti trattati e, se necessario, trarne elementi utili. In un secondo momento tenterò di elaborare alcuni algoritmi denominati “decisionali”, che, partendo da un singolo parametro che cambia, analizzano quelli che sono gli interventi infermieristici da svolgere alla luce delle eventuali modificazioni di tutti gli altri parametri disponibili, e dall’osservazione del neonato, al fine di rendersi conto il più precocemente possibile della causa della irregolarità, per capire se il problema è risolvibile in autonomia o necessita dell’immediato intervento medico. 4) Materiali e metodi Le parole chiave utilizzate per la ricerca, oltre che nursing, sono state: monitoring, comparision, respiration artificial, managment, utilizzate sia come termini MeSH, sia come termini TW, sempre incrociate tra loro per non trovare articoli monotematici su di un unico aspetto del monitoraggio. È’ stato inserito il limite dell’età del paziente, non sono stati inseriti limiti di anno o di tipo di pubblicazione (anche per tutte le altre ricerche condotte in seguito). Tutto il materiale rintracciato è sempre risultato monotematico, mentre una delle più importanti capacità di un infermiere di rianimazione è invece sapere interpretare i dati che provengono da più monitoraggi, collegarli tra loro ed erogare una risposta adeguata, sempre sulla base dell’osservazione della persona in condizioni critiche. I documenti utilizzati sono i seguenti: 8 * ricerche effettuate sulle principali banche dati disponibili sul sito EBN dell’Azienda Sant’Orsola (Medline, Cinahl, Embase); * testi anglosassoni di rianimazione e di anestesia neonatale, e di farmacologia; * lavori dello scrivente pubblicati su libri e riviste infermieristiche nazionali e sul sito EBN dell’azienda S. Orsola; * esperienza personale. 9 B) SECONDA PARTE 5) Brevi considerazioni sul monitoraggio La prima serie di azioni che vengono svolte in terapia intensiva, dall’infermiere che accoglie la persona in condizioni critiche, sono volte al monitoraggio. Oramai le stesse azioni vengono svolte anche sul territorio, durante il trattamento preospedaliero, e il monitoraggio è utilizzato anche durante qualsiasi trasporto. Non è più possibile immaginare un qualsiasi intervento chirurgico durante il quale la persona anestetizzata non sia monitorizzata. Durante l’esecuzione di queste manovre non viene certo alla mente che i sistemi di monitoraggio sono conquista relativamente recente. Fino agli anni 60 il sistema di monitoraggio era l’infermiere stesso, egli aveva a disposizione pochissimi mezzi da utilizzare: lo stato di salute dell’ammalato critico poteva essere valutato solamente dal colorito, dalla sudorazione; dai parametri, rilevati in maniera manuale, quali frequenza cardiaca, respiratoria, pressione arteriosa, temperatura; dalla pressione venosa centrale, misurata con l’asta ad acqua; ed eventualmente dai sintomi soggettivi del malato o dal suo stato di agitazione. La necessità di miniaturizzare gli strumenti elettronici ha avuto una spinta decisiva con l’avvento dell’era spaziale, a cavallo tra gli anni 50 e 60, e su questa scia, con l’invenzione dei transistor, semiconduttori e microprocessori, e con la possibilità di convertire in millivolt qualsiasi tipo di segnale (temperature, pressioni, flussi, ecc..), le nuove tecnologie si sono espanse in tutti gli altri settori, compreso quello sanitario. Mi sembra quindi interessante, ed in un certo qual modo doveroso, accompagnare l’esame dei singoli parametri con qualche accenno storico sullo sviluppo del loro monitoraggio, e come questo si sia ulteriormente evoluto adattandosi alla particolare realtà dell’età neonatale. In ogni caso l’osservazione del malato critico rimane sempre e comunque basilare: l’infermiere è addetto all’assistenza della persona. 10 Il nostro lavoro gravita attorno al malato, mai dimenticare che si deve curare l’uomo, non la macchina a cui è connesso, non i suoi esami di laboratorio. In un vecchio testo di terapia intensiva ho trovato scritto: “Il sistema di monitoraggio non deve in nessun modo avere la pretesa di sostituirsi alla sorveglianza del paziente da parte del personale, ma solamente di migliorarla, e di rendere l’intervento più tempestivo allorchè insorga una situazione di allarme”.(1) 6) Frequenza cardiaca 6.1) Accenni storici sul monitoraggio Nel maggio del 1960 viene prodotto il primo televisore con i transistor al posto delle enormi valvole, ed i primi strumenti di monitoraggio della frequenza cardiaca con traccia in continuo entrano nell’uso corrente nella metà degli anni 60 del secolo scorso. Precedentemente era possibile rilevare la frequenza cardiaca in continuo, senza traccia, solo tramite un fotopletismografo. Considerando che la moderna pasta conducente è stata inventata solo alla fine degli anni 60, non era assolutamente facile eseguire il monitoraggio continuo, che risentiva ancora di interferenze sia ambientali che elettriche del paziente (movimenti muscolari, ecc…).(1) Gli elettrodi creati appositamente per i neonati hanno fatto comparsa routinaria nelle terapie intensive neonatali solo tra il 1990 e il 1995. Questi sono ovviamente molto più piccoli, privi di cerotto e della classica parte metallica sulla quale si inseriscono i cavi di monitoraggio (che erano anche causa di spiacevoli complicanze); sono costituiti da una pasta conducente adesiva simile al silicone e sono già provvisti di sottili cavetti. Solo alla fine degli anni 90 sono entrati nell’uso corrente elettrodi per neonati completamente radiotrasparenti, con cavetti costituiti da fibre di carbonio. 11 6.2) Range di normalità I range di normalità della frequenza cardiaca sono estremamente ampi e presentano differenze nelle varie voci bibliografiche, in quanto non facilmente valutabili e soggetti a notevoli fluttuazioni, comunque fisiologiche, soprattutto nei bambini più piccoli. La presente tabella è stata compilata integrando i dati raccolti da diversi testi. Pretermine 120 – 170 battiti/minuto Nato a termine 110 – 140 battiti/minuto I neonati raggiungono frequenze cardiache anche molto elevate (fino ed oltre i 200 battiti minuto), se provano dolore o se sottoposti ad altre situazioni stressanti, per esempio una elevata temperatura ambientale. Anche durante la normale alimentazione, e la successiva digestione, si osserva un apprezzabile aumento della frequenza cardiaca; questa situazione peraltro non compromette l'emodinamica, come invece accade nell'adulto.(2) Comunque una frequenza cardiaca elevata, non necessaria, porta ad un ingiustificato maggior consumo di ossigeno, ed è quindi, quando possibile, da evitare. Al contrario il muscolo cardiaco del pretermine e del neonato non ha una grande capacità contrattile, quindi non ha la possibilità di incrementare la gittata in caso di diminuzione della frequenza. Per questo motivo un neonato, e soprattutto un pretermine, che scende ad una frequenza anche di 100 battiti minuto, può essere in una situazione di bassa portata, con diminuzione della pressione sistemica, della saturazione periferica di ossigeno, e della perfusione, molto importante soprattutto a livello cerebrale. 12 In casi di marcata bradicardia, accompagnata da altri chiari segni di ipotensione e desaturazione, effettuare il massaggio cardiaco esterno ad un neonato è quindi sempre indicato, anche se non è realmente in asistolia o fibrillazione ventricolare. (3)(4) 6.3) Principali cause di tachicardia non strettamente legate allo stato patologico Il neonato ricoverato in terapia intensiva può presentare una frequenza cardiaca elevata, non legata a stati patologici, perché sottoposto a terapie in continuo con ammine quali dopamina, dobutamina, salbutamolo, aminofillina. La dopamina, utilizzata a dosi “renali”, (2-3 gamma/kg/minuto) di norma non causa tachicardia. La dobutamina, utilizzata per aumentare la gittata cardiaca, più frequentemente è anche responsabile di un incremento della frequenza. Un altro farmaco di uso frequente che causa un notevole incremento della frequenza cardiaca è il salbutamolo, utilizzato come broncodilatatore e contro i broncospasmi. (5) La aminofillina, negli ultimi anni sempre meno utilizzata nell’unità operativa dove lavoro, è invece spesso causa di tachicardie perchè, a differenza delle ammine precedenti, si accumula e dà quindi fenomeni di sovradosaggio. Modificazioni associate: possibile tachipnea o disadattamento dal ventilatore e agitazione con aumento della PA e della PVC. Componendo la stringa di ricerca: (aminophillin OR theophylline OR dopamine OR dobutamine OR salbutamol) AND (tachycardia OR heart rate) AND nursing non è stato rilevato nessun titolo. Lo stress, di qualsiasi natura, causa incremento della frequenza cardiaca. 13 Modificazioni associate: agitazione, possibile desaturazione, aumento PA, PVC, tachipnea, crisi di pianto e/o disadattamento dal respiratore. Componendo la stringa di ricerca: stress AND (heart rate OR tachycardia) AND nursing si rilevano 22 articoli, 4 con valenza EBN (2 trial e 2 RCT). (6)(7)(8)(9) L’ipertermia indotta causa l’aumento della frequenza cardiaca. Modificazioni associate: nel neonato sedato si può osservare un decremento della PA, nel neonato non sedato agitazione, aumento PA, possibile desaturazione, disadattamento dalla ventilazione o tachipnea. Per quanto riguarda l’ipertermia indotta la ricerca è stata più difficile: le parole chiave adottate e incrociate in svariati modi tra di loro sono state: incubator, “adverse effect”, warming, “cold-stressed”, “radiant warmer”, complication, “risk management”, hiperthermia, usate assieme a nursing e “heart rate” o tachycardia. Pochissimi articoli sono stati rintracciati su questa importantissima problematica, nessuno con caratteristiche di evidenza. Durante lo svezzamento dal ventilatore la tachicardia è uno dei segni di affaticamento respiratorio. Modificazioni associate: di solito il neonato ha scarso tono, può essere sudato, non necessariamente desaturato, polipnoico o con utilizzo dei muscoli accessori durante la respirazione, volumi correnti bassi Componendo la stringa di ricerca: “ventilator weaning” AND (heart rate OR tachycardia) AND nursing non si trovano articoli. Una ventilazione non adeguata si associa ad aumento della frequenza come compenso ad ipossia e/o ipercapnia. 14 6.4) Cause patologiche più frequenti di tachicardia Come per l’adulto la tachicardia insorge come meccanismo di compenso in seguito a ipovolemia (relativa o reale), allo sviluppo di un pneumotorace, o a causa di uno stato settico. Modificazioni associate: diminuzione saturazione periferica di ossigeno, PA; nel caso di PNX diminuzione dei volumi correnti, schiacciamento dei loop, aumento della PVC. Il dolore, che oramai, fortunatamente, viene considerato come una vera e propria patologia, e non più solo un normale effetto collaterale di interventi chirurgici e manovre invasive, è responsabile di prolungate ed a volte estreme tachicardie (frequenze superiori a 200 battiti al minuto). Modificazioni asociate: agitazione, aumento PA e PVC, diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, disadattamento dal ventilatore. Componendo la stringa di ricerca pain AND (heart rate OR tachycardia) and nursing si scoprono 22 articoli, 2 con requisiti di evidenza. (7)(8) Buona parte delle patologie polmonari si associano ad aumento della frequenza cardiaca. Modificazioni associate: volumi correnti inadeguati, anomalie dei loop ventilatori, necessità di pressioni di insufflazione elevate. La frequenza cardiaca aumenta in corso di crisi convulsive. Stati epilettici possono verificarsi nel neonato, si scatenano in seguito a sofferenza cerebrale secondaria ad emorragie o ischemie, per malattie congenite dell’encefalo con alterazioni anatomiche, per malattie congenite metaboliche o degenerative, anche, semplicemente, per eccessiva ipertermia. In epoca neonatale può non essere semplice evidenziare una crisi convulsiva perché molte volte non si manifesta con le classiche e tipiche manifestazioni esteriori generalizzate. A volte il neonato può solo manifestare suzione, lievi movimenti solo facciali, ammiccamento, il tutto accompagnato da scialorrea e modificazione di vari parametri vitali monitorizzabili. 15 Modificazioni associate: aumento PA, PVC, diminuzione saturazione periferica di ossigeno, possibile rigidità toracica con diminuzione dei volumi correnti e schiacciamento dei loop. Componendo la stringa di ricerca (convulsion OR seizure) AND (heart rate OR tachycardia) and nursing si rilevano a questo proposito due articoli interessanti. (10)(11) 6.5) Principali cause di bradicardia non strettamente legate allo stato patologico L’ipotermia è causa di un abbassamento della frequenza cardiaca. (3)(4) Modificazioni associate: neonato poco reattivo, se in ventilazione assistita o CPAP si può presentare bradipnea. Il neonato con iperbilirubinemia (situazione relativamente frequente nei primi giorni di vita), ha, di norma, una frequenza cardiaca più bassa del normale. Componendo la stringa di ricerca hyperbilirubinemia AND (heart rate OR bradycardia) si rileva un articolo inerente. (12) Ho notato spesso, in tanti anni di lavoro, una frequenza cardiaca più bassa in molti neonati portatori di atresia esofagea, dato non supportato da nessun riferimento in biografia. Una eccessiva sedazione può essere causa di un abbassamento della frequenza cardiaca. (5) Modificazioni associate: neonato atonico, spesso ipotermico e difficilmente riscaldabile, possibile aumento di edemi, diminuzione della PA, se in ventilazione assistita si associa bradipnea. 6.6) Cause patologiche più frequenti di bradicardia La bradicardia nel neonato è un evento estremamente grave, ed a evoluzione rapida, quando sostenuta da cause patologiche; si associa sempre a desaturazione e ipotensione ed è sempre una situazione da affrontare con estrema rapidità. 16 Essenzialmente è data da estrema ipossia e/o ipercapnia a causa di gravi patologie polmonari e/o cardiache. È purtroppo anche l’evento finale: raramente il cuore dei neonati si arresta di colpo, quasi sempre si osserva una diminuzione lenta e progressiva della frequenza fino all’arresto cardiaco. Intensi fenomeni dolorosi possono essere causa di un irrigidimento generalizzato del corpo del neonato, comprendente anche i muscoli toracici. La situazione compromette la ventilazione e frequentemente si accompagna a bradicardia. Questo problema è più facilmente osservabile nei nati prima del termine. Modificazioni asssociate: riduzione della saturazione periferica di ossigeno, diminuzione dei volumi correnti, schiacciamento dei loop, aumento della PVC. 6.7) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della frequenza cardiaca La tachicardia porta ad un maggior consumo di ossigeno, evenienza da evitare, per quanto possibile, ai neonati critici ventilati, che molto spesso hanno già di base problemi derivanti da una insufficiente ossigenazione. Una gestione poco attenta del riscaldamento artificiale della termoculla o del lettino termico porta ad un eccessivo surriscaldamento del neonato, con conseguente tachicardia e agitazione. Modificazioni associate: aumento della PA, diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, aumento della PVC, disadattamento dal ventilatore o tachipnea. Componendo la stringa di ricerca: body temperature AND nursing si rilevano 99 titoli, nessuno con caratteristiche di evidenza e comunque nessuno veramente inerente a questa importante problematica assisteniale. 17 Tutte le manovre assistenziali, anche se di norma non considerate dolorose, causano agitazione e tachicardia soprattutto sui nati pretermine; su questi piccoli neonati anche un approccio brusco, un rumore improvviso, l’accensione di una luce forte diretta sugli occhi, sono cause scatenanti di crisi di agitazione e tachicardia. (3) Modificazioni associate: aumento della PA, diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, aumento della PVC, disadattamento dal ventilatore o tachipnea. Componendo la stringa di ricerca: noise AND (tachycardia OR heart rate) AND nursing si rilevano 38 articoli, e nessuno con caratteristiche di evidenza, comunque pochissimi se si considera che in ambito medico, per la stessa stringa di ricerca, (riguardante argomenti squisitamente assistenziali), si evidenziano 36 trial, 6 strettamente attinenti al tema trattato. (6)(9)(13)(14)(15)(16) L’aumento della frequenza legata ad una situazione dolorosa o stressante deve essere riconosciuta ed affrontata in autonomia quando possibile (variazioni posturali, stimolazioni rettali), a volte è sufficiente solamente offrire il succhiotto al neonato. Componendo le stringhe di ricerca: nonnutritive sucking AND (heart rate OR tachycardia) AND nursing si ritrovano 11 trial, 6 inerenti. (17)(18)(19)(20)(21) In caso contrario deve essere segnalata al medico che provvederà all’adeguamento della terapia antalgica; non va dimenticato che anche un errore nella preparazione degli antidolorifici in infusione continua (dosi diminuite), o nell’impostazione della pompa di infusione (velocità minore), diventa la prima causa del dolore. Modificazioni associate: tutte le situazione di dolore e stress si accompagnano ad aumento della pressione arteriosa, diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, disadattamento dal ventilatore o tachipnea, aumento della PVC. 18 L’errore nella preparazione delle infusioni in continuo delle ammine (dosi aumentate), e l’errata impostazione della velocità della pompa infusionale (velocità aumentata), sono causa di tachicardia per sovradosaggio. Modificazioni associate: possibile aumento della PA. Allo stesso modo la somministrazione scorretta della terapia endovenosa (eseguita troppo velocemente), nella via centrale dove vengono infuse anche ammine, è causa di tachicardie, anche se di norma fugaci e transitorie. Modificazioni associate: in caso di tachicardie estreme possibile diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. 6.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della frequenza cardiaca La bradicardia è una evenienza grave, come già specificato, se marcata ed ad insorgenza rapida, in quanto può scatenare fenomeni di bassa portata; quando non è eccessiva deve essere comunque controllata in stretta correlazione con la saturazione periferica di ossigeno e con la pressione arteriosa, se ne deve identificare l’eventuale causa non fisiologica e, se possibile, correggerla. La gestione poco attenta del riscaldamento artificiale della termoculla o del lettino termico porta ad una eccessiva diminuzione della temperatura corporea del neonato che, soprattutto se pretermine, risente moltissimo dell’assenza di riscaldamento perché i suoi centri termoregolatori sono ancora immaturi: l’ipotermia causa bradicardia. (3)(4) Modificazioni associate: il neonato non profondamente sedato è spesso è ipotonico e marezzato, bradipnoico se in ventilazione asistita, possibile diminuzione della pressione arteriosa) Le broncoaspirazioni possono essere causa di gravi bradicardie, come primo motivo a causa di reazioni vagali che si scatenano per stimolazioni meccaniche del sondino sulle pareti tracheali e sulla carena. (3)(4) 19 In ogni caso la manovra della broncoaspirazione eseguita non correttamente, e che causa eccessiva ipossia, spesso è di per sé causa di bradicardie: questo tema necessiterebbe da solo di un intero lavoro, soprattutto per i punti che riguardano la preossigenazione, la durata della broncoaspirazione, la dimensione del sondino da utilizzare e la regolazione dell’aspirazione. Componendo la stringa di ricerca: endotracheal suction AND (bradycardia OR heart rate) AND nursing non si rileva alcun articolo con valenza di evidenza. Bradicardia da riflesso vagale può anche comparire, anche se meno di frequente, a seguito di boli di latte o medicinali somministrati troppo velocemente tramite sondino naso gastrico. Componendo le stringhe di ricerca: feeding AND bradycardia AND nursing non si rileva alcun articolo, senza nursing si evidenziano 10 trial, uno inerente (22) L’estubazione accidentale, soprattutto se il neonato è sedato ed in modalità ventilatorie totalmente controllate, è un evento estremamente grave che determina immediata ipossia e rapida diminuzione della frequenza cardiaca. Alcuni farmaci causano bradicardia se infusi erroneamente in bolo rapido, i principali sono ranitidina e calcio gluconato, soprattutto se somministrati attraverso una via centrale.(5) In letteratura componendo la stringa di ricerca: ranitidine OR calcium cluconate and bradycardia si evidenzia un solo case report!(23) Un abbassamento della frequenza cardiaca è a volte spia di una eccessiva sedazione. (5) La condizione deve essere riconosciuta e segnalata al medico, tenendo presente che può insorgere anche a causa di una diluizione errata nella preparazione della sedazione in continuo, o ad un errore nella impostazione della velocità delle pompe infusionali (dosaggi e velocità aumentati). 20 Modificazioni ssociate: il neonato si presenta atonico e difficilmente riscaldabile, bradipnoico se in ventilazione asistita, possibile diminuzione della PA. Anche una errata preparazione delle ammine infuse in continuo ed errori nella impostazione delle pompe infusionali (dosi e velocità diminuite), causano un ingiustificato decremento della frequenza cardiaca. Modificazioni associate: la situazione si può accompagnare alla diminuzione della PA e all’aumento della PVC, e, se le alterazioni emodinamiche susseguenti sono importanti, a desaturazione. 21 6.9) Frequenza cardiaca, algoritmi decisionali Sono stati elaborati due algoritmi, uno sulla diminuzione e uno sull’aumento della frequenza cardiaca. Si è preso in esame il dato monitorato come prima variazione evidenziabile, non conseguente a manovre manuali in svolgimento, come per esempio broncoaspirazioni o alimentazione, che di per sé, come evidenziato, possono essere causa di variazioni della frequenza cardiaca. Le variazioni della frequenza cardiaca si associa molto spesso alla modificazione di altri parametri immediatamente evidenziabili, primo tra tutti la saturazione periferica di ossigeno. In presenza di importante decremento della frequenza cardiaca è prioritaria la valutazione dei loop ventilatori e dei volumi correnti per evidenziare il più precocemente possibile se la situazione è sostenuta da una più o meno grave irregolarità della ventilazione meccanica. Quando la frequenza cardiaca sale è prioritario eliminare eventuali situazioni dolorose e stressanti, tenendo ben presente che il neonato sedato con ipnotici può non avere evidenti manifestazioni esteriori ma percepire dolore perché non adeguatamente analgesizzato con oppioidi. Spesso la tachicardia è scatenata da farmaci in infusione continua. Quando non si trova nessuna causa apparente è possibile che la tachicardia sia sostenuta da fenomeni settici o da bassa volemia, condizioni non così facili da evidenziare dalla pura osservazione. 22 DIMINUZIONE DELLA FREQUENZA CARDIACA Repentina e accompagnata da caduta della saturazione di ossigeno e della PA Dai l’allarme: avverti il medico di guardia fai avvicinare il carrello dell’emergenza Graduale o non importante, non variazioni della saturazione di ossigeno Correggi e risolvi SI Il neonato è ipotermico? NO Variazione dei loop e dei volumi correnti NO ventila in ossigeno puro, (controlla PA) Se necessario massaggio cardiaco Sono stati somministrati farmaci in via centrale in maniera scorretta o ci sono stati errori nella preparazione o infusione di farmaci in continuo? Considera una sedazione troppo profonda, controlla comunque che non vi siano errori di prescrizione, di preparazione, di velocità dei farmaci in continuo (dedazioni aumentate, ammine diminuite) E’ in sede un drenaggio toracico SI SI Considera eventuale deconnessione accidentale Deconnessione? SI NO NO Controlla immediatamente respiratore, tubo e circuito respiratorio, considera estubazione coperta, ostrozione TT Cerca di capire il problema SI NO Reale e drammatico peggioramento clinico, aiuta nella gestione dell’emergenza SI Fai immediatamente presente il problema, anche ipotetico. Aiuta a risolvere la situazione Controlla anche a situazione ristabilita 23 Hai riscontrato problemi NO Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati (PA, PVC, volumi correnti) Riferisci comunque al medico la nuova situazione AUMENTO DELLA FREQUENZA CARDIACA Neonato non sedato Neonato sedato Agitato Correggi e risolvi SI SI Il neonato èipertermico? Il neonato èipertermico? Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto NO Considera altri fenomeni stressanti NO Considera la presenza di dolore Controlla che non vi siano errori di prescrizione, di preparazione, di velocità dei farmaci antidolorifici Tranquillo Considera altri fenomeni stressanti NO Situazione risolta Rileva la variazione di PA, PVC, Saturazione di ossigeno NO Considera la presenza di dolore Rileva soprattutto l’espressione e la postura Il neonato è addolorato NO NO SI NO Controlla che non vi siano errori di prescrizione, di preparazione, di velocità dei farmaci antidolorifici NO Avverti il medico La ventilazione è regolare? La ventilazione è regolare? SI SI E’ in sede un drenaggio toracico NO Controlla il regolare funzionamento, la connessione, la pervietà SI Ci sono stati errori nella prescrizione, preparazione, velocità di farmaci in continuo, con dosi aumentate (ammine, salbutamolo) NO NO Rilevati problemi SI Fai immediatamente presente Il problema al medico Considera evidenti perdite volemiche da drenaggi o considera perdite di minore entità passate inosservate NO Riferisci comunque al medico la nuova situazione 24 Fai immediatamente presente Il problema al medico 7) Frequenza respiratoria 7.1) Accenni storici sul monitoraggio Il monitoraggio in continuo con traccia della frequenza respiratoria è andato di pari passo con quello della frequenza cardiaca. Solo verso la metà degli anni sessanta del secolo scorso la misurazione diventa facilmente valutabile ed attendibile tramite la lettura dell’impedenza elettrica variabile tra due punti.(1) In pratica i movimenti toracici, causati dalla respirazione, fanno ritmicamente allontanare ed avvicinare due dei tre elettrodi utilizzati per il monitoraggio elettrocardiografico, questo movimento viene catturato come segnale elettrico che si ripercuote sul monitor sotto forma di un’onda sinusoidale più o meno ampia. Dato che la frequenza respiratoria si rileva tramite gli elettrodi che monitorizzano anche la frequenza cardiaca, materiale dedicato ai neonati è entrato nell’uso comune tra il 1990 e il 1995, come già specificato.(1) 7.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale La corretta rilevazione della frequenza respiratoria dei neonati rimane anche a tutt’oggi un problema: assai spesso accade infatti che la esigua distanza tra gli elettrodi sia causa di rilevazioni errate, con differenze anche notevoli, in più o in meno, tra parametri misurati e frequenza reale. La corretta frequenza si rileva dai dati provenienti dal respiratore artificiale. Nel caso il neonato sia in svezzamento respiratorio, connesso a colonna CPAP, è comunque estremamente importante che gli elettrodi siano ben posizionati per evidenziare in maniera corretta e precoce una reale apnea (non è infrequente che la frequenza cardiaca, per interferenza, venga captata anche come frequenza respiratoria, soprattutto nei neonati molto piccoli). 25 7.3) Range di normalità I range di normalità della frequenza respiratoria, come avviene per quella cardiaca, sono estremamente ampi e presentano differenze nelle varie voci bibliografiche, in quanto non facilmente valutabili e soggetti a notevoli fluttuazioni, comunque fisiologiche, soprattutto nei bambini più piccoli. La presente tabella è stata compilata integrando i dati raccolti da diversi testi. (2) Pretermine 40 – 90 atti/minuto Nato a termine 30 – 80 atti/minuto Anche per quello che riguarda la frequenza respiratoria vi sono dei range molto ampi soprattutto per il pretermine e per il neonato, che possono iperventilare in maniera importante, senza presentare alcun problema, a causa di situazioni anche fisiologiche, per esempio dopo il pasto. Comunque una frequenza respiratoria spontanea elevata è, se possibile, da evitare, in quanto causa un notevole dispendio energetico. Un problema importante è la ridotta capacità funzionale residua polmonare, fisiologica per l’età: nell’adulto è oltre tre volte maggiore. In pratica il volume di aria che rimane all’interno dei polmoni alla fine della espirazione, e che può ancora scambiare gas con il sangue, è molto scarso nel neonato. Questa condizione comporta conseguenze ipossiche molto più rapide rispetto all’adulto in qualunque caso di sospensione della ventilazione, sia spontanea che artificiale, e provoca desaturazioni importanti anche in caso di semplici bradipnee prolungate. La bradipnea è quindi sempre da considerarsi patologica, e deve sempre essere corretta da un intervento terapeutico. (3)(4) 26 I neonati, e soprattutto i pretermine, presentano non di rado episodi di apnea, considerati fisiologici solo se di breve durata e non accompagnati da desaturazione e decremento della frequenza cardiaca. 7.4) Principali cause di disadattamento dal respiratore e tachipnea non strettamente legate allo stato patologico Dato che il soggetto del presente lavoro è il neonato ventilato, queste alterazioni della frequenza respiratoria sono espresse come disadattamento dalla ventilazione controllata e tachipnea. I ventilatori di tecnologia recente sono in grado di fare inserire respiri spontanei del neonato anche durante le modalità ventilatorie controllate, senza che la situazione crei un vero e proprio disadattamento dal respiratore. Quindi si può parlare di tachipnea non solo nel caso di ventilazione assistita o ventilazione in CPAP, ma anche durante la ventilazione controllata. Il pianto è in ogni caso una situazione che causa inevitabilmente il disadattamento dal respiratore, rendendo difficoltosa la corretta ventilazione; e comunque tutte le situazioni stressanti per il neonato, anche se non innescano crisi di pianto, sono causa di incremento della frequenza respiratoria o di disadattamento dal respiratore. Modificazioni associate: agitazione, tachicardia, aumento PA e PVC, diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, volumi correnti inadeguati, irregolarità dei loop. Componendo la stringa di ricerca: crying AND mechanical ventilation si evidenziano tre trial, uno interessante. (19) La broncoaspirazione può essere causa di crisi broncospastiche, e spesso peggiora il broncospasmo se già in atto a causa della patologia di base: questa situazione porta, nel neonato scarsamente sedato, a disadattamento dal ventilatore. 27 Modificazioni associate: tachicardia, bradicardia in caso di eventi particolarmente gravi, aumento PA, PVC, diminuzione del volume corrente, schiacciamento dei loop. L’impostazione di una ventilazione non adeguata causa disadattamento dal respiratore, così come una progressiva ostruzione del tubo tracheale che rende inefficace la ventilazione stabilita. Modificazioni associate: tachicardia, agitazione, diminuzione del volume corrente, schiacciamento dei loop. L’analgesia e/o la sedazione insufficiente sono causa di crisi di pianto e conseguente disadattamento dal respiratore. Tentativi troppo precoci di svezzamento respiratorio sono spesso causa di tachipnea di compenso. Modificazioni associate: tachicardia, utilizzo dei muscoli respiratori accessori, possibile sudorazione, a volte aumento della temperatura, diminuzione del volume corrente, iniziale irrequietezza seguita però da ipotonia. Componendo la stringa di ricerca: “ventilator weaning” AND tachypnea AND nursing non si trova nessun titolo(!). 7.5) Cause patologiche più frequenti di disadattamento dal respiratore e tachipnea Tutte le patologie polmonari che portano ad un alterato scambio gassoso, causando ipossia, ipercapnia, o entrambe, sono la causa principale di disadattamento dal respiratore artificiale. In questi casi molto spesso anche una profonda sedazione non riesce a deprimere il respiro del neonato, stimolato dai recettori centrali e periferici che risentono delle elevate concentrazioni di anidride carbonica o delle basse concentrazioni di ossigeno nel sangue. (3)(4) Il broncospasmo è un altra situazione che può associarsi alle patologie polmonari, comporta grandi difficoltà nell’impostazione della ventilazione controllata e molto frequentemente 28 causa importante disadattamento dal respiratore, soprattutto nei neonati non profondamente sedati. (3)(4) Modificazioni associate: tachicardia, bradicardia nei casi più gravi, calo della saturazione periferica di ossigeno, aumento PVC, torace rigido o espirazioni prolungate e difficoltose, diminuzione del volume corrente, e schiacciamento dei loop. L’insorgenza di un pneumotorace porta a tachipnea di compenso, spesso ad insorgenza rapida e velocemente ingravescente. Anche il versamento pleurico riduce la capacità ventilatoria polmonare e crea le condizioni per l’insorgenza di tachipnea, anche se ad evoluzione più lenta. (3)(4) Modificazioni associate: tachicardia, aumento della PVC, gradatamente diminuzione della saturazione periferica di ossigeno e della PA, possibile respiro asimmetrico. Le crisi convulsive determinano disadattamento dal ventilatore e respiro irregolare. (10)(11) Modificazioni associate: tachicardia, aumento PA e PVC, diminuzione saturazione periferica di ossigeno, irregolarità dei volumi correnti e dei loop. 7.6) Bradipnea e apnea La bradipnea e l’apnea sono situazioni che non possono presentarsi nel neonato ventilato artificialmente, mentre possono apparire nel neonato in svezzamento respiratorio, se connesso a CPAP, in caso di estremo affaticamento, ipotermia, sedazione eccessiva. (5) Tali situazioni dovrebbero comunque essere evitate, interpretando i dati che si manifestano prima che la bradipnea insorga: tachicardia e tachipnea, sudorazione, volumi correnti bassi e utilizzo dei muscoli respiratori accessori in caso di affaticamento; ipotonia e volumi correnti bassi se ipotermia o sedazione profonda. Apnee possono presentarsi improvvisamente all’insorgenza di crisi convulsive importanti. (11) 29 7.7) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della frequenza respiratoria e/o disadattamento dal respiratore Come già specificato nel capitolo riguardante la frequenza cardiaca, tutte le situazioni stressanti per il neonato causano anche incremento ingiustificato della frequenza respiratoria e crisi di pianto, devono quindi essere riconosciute ed affrontate precocemente. La gestione non corretta del riscaldamento delle termoculle o isole neonatali, che provoca ipertermia, è un’altra importante causa di agitazione e tachipnea, come tutte le manovre assistenziali che, anche se non dolorose, vengono eseguite in maniera brusca e poco delicata. Modificazioni associate: tachicardia, aumento PA e PVC, diminuzione saturazione periferica di ossigeno. Componendo la stringa di ricerca: (stress OR noise) AND “mechanical ventilation” AND nursing non si trova nessun titolo. L’ingombro secretivo conseguente ad una poco accurata toelette bronchiale determina una ventilazione inadeguata e una situazione di disagio al bambino, con aumento della frequenza respiratoria, e causa spesso crisi di pianto e disadattamento dal ventilatore nel bambino non sedato. Modificazioni associate: diminuzione dei volumi correnti, irregolarità dei loop, diminuzione saturazione periferica di ossigeno. L’errata preparazione dei farmaci sedativi e/o analgesici in infusione continua (dosi diminuite) o l’errata impostazione della velocità delle pompe (velocità più bassa) causano eccessiva reattività e dolore al bambino, con la comparsa di tachipnea, crisi di pianto e disadattamento dal ventilatore. Nel neonato la distanza tra corde vocali e biforcazione tracheale è di pochi centimetri: il tubo tracheale, fissato per errore troppo profondamente, esclude il polmone sinistro causando disadattamento dal respiratore o tachipnea. (2)(25) 30 Modificazioni associate: immediatamente si evidenzia diminuzione dei volumi correnti e schiacciamento dei loop, solo più tardivaamente tachicardia e desaturazione. Una gestione non attenta dei drenaggi toracici, o il non riconoscimento di una occlusione degli stessi, determina l’accumulo di aria o siero tra gli spazi pleurici con diminuzione della capacità ventilatoria e tachipnea di compenso. Modificazioni associate: nel tempo, se la situazione non viene corretta, diminuzione dei volumi correnti, tachicardia, aumento PVC, diminuzione della PA e diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. incrociando pneumototax e chest tube tra da soli o insieme associato a nursing si rilevano pochi titoli e nessuno veramente inerente al problema trattato. Durante lo svezzamento respiratorio l’infermiere deve sapere riconoscere la tachipnea sostenuta da un affaticamento respiratorio, accompagnata dall’utilizzo di muscoli respiratori accessori e alitamento delle pinne nasali, a volte sudorazione. In questo caso dovrà allertare il medico che imposterà una ventilazione più adeguata. L’osservazione diretta del neonato è di estrema importanza durante la valutazione della frequenza respiratoria, che deve essere completata da considerazioni sulla dinamica e sulla reale efficacia degli atti, e dal contemporaneo.raffronto degli altri parametri monitorati disponibili. Utilizzando le parole weaning, respiratory work, ventilation, variamente incrociate tra loro, e nursing, si evidenziano 10 articoli, nessuno valido. 7.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della frequenza respiratoria Durante le ventilazioni controllate gli errati interventi infermieristici che determinano la sospensione del respiro sono pochi ma tutti potenzialmente molto gravi. L’estubazione accidentale del neonato a causa di manovre poco attente o al fissaggio poco stabile del tubo tracheale è il più grave evento che può capitare, e causa immediatamente 31 l’attivazione delle manovre di emergenza necessarie per ventilare il bambino e procedere alla reintubazione. Più subdole sono invece le estubazioni che non si vedono immediatamente, e che ho denominato “coperte”. Come già specificato nel neonato la distanza tra corde vocali e biforcazione tracheale è di pochi centimetri: il tubo tracheale, fissato per errore troppo in alto, può uscire dalla trachea non solo durante il cambio dei cerotti, ma anche in un secondo momento, a causa di una iperestensione del capo durante le posture, o anche a causa di banali colpi di tosse o pianto. In questi casi l’identificazione del grave problema è più difficoltosa, perché, anche se la ventilazione diventa improvvisamente inefficace e compaiono precocemente desaturazione e bradicardia, il tubo tracheale appare perfettamente fissato.(25) Altre situazioni che causano la sospensione della ventilazione, meno gravi e più facilmente e rapidamente risolvibili, sono l’inginocchiamento del tubo tracheale e problemi legati al circuito respiratorio (angolazioni eccessive, bicchierini raccoglicondensa pieni). Se il bambino infonde remifentalin, un bolo infuso erroneamente di questo farmaco causa frequentemente irrigidimento dei muscoli della parete toracica rendendo assolutamente inefficace la ventilazione meccanica. Modificazioni associate: diminuzione dei volumi correnti e schiacciamento dei loop, diminuzione della FC e della saturazione periferica di ossigeno. Componendo la stringa di ricerca remifentanil AND adverse effect si ritrovano quattro articoli, 1 interessante. (24) Durante le ventilazioni assistite o CPAP la bradipnea e l’apnea possono presentarsi più frequentemente, quindi il neonato necessita di un maggior controllo. Il neonato con affaticamento respiratorio presenta bradipnea per esaurimento fisico e muscolare, dopo tachipnea di compenso, questa evenienza non dovrebbe mai accadere perché presuppone un inadeguato controllo e monitoraggio da parte del personale infermieristico. 32 L’errata preparazione dei farmaci sedativi e/o analgesici in infusione continua (dosi aumentate) o l’errata impostazione della velocità delle pompe (velocità più alta) causano bradipnea nel neonato in ventilazione assistita o spontanea. L’ipotermia causata da una poco attenta gestione del riscaldamento artificiale è un’altra potenziale causa di ipotonia e diminuzione della frequenza respiratoria. 33 7.9) Frequenza respiratoria, algoritmi decisionali Sono stati elaborati due algoritmi per quanto riguarda la tachipnea in quanto la situazione è molto diversa e sostenuta anche da cause differenti a seconda che la situazione insorga durante ventilazioni controllate o assistite o, viceversa, durante ventilazioni di avanzato svezzamento o CPAP. Alla tachipnea si associa praticamente sempre un aumento della frequenza cardiaca, non sempre, o non precocemente, si osserva un decremento allarmante della saturazione periferica di ossigeno. Il primo dato da associare alla situazione è l’osservazione del neonato, che, se non profondamente sedato, può essere o meno agitato o piangente; in immediata successione si deve rilevare la efficacia della ventilazione ed eventuali anomalie dei volumi correnti e dei loop pressione-volume. Se il neonato ventila in CPAP connesso non al ventilatore, ma al sistema con pallone e colonna ad acqua, è necessario considerare che non è disponibile il dato, importantissimo, del volume corrente. Diventa quindi imperativo il controllo visivo del neonato, dell’atteggiamento, del tono muscolare, della dinamica respiratoria e di quei segni che devono fare pensare ad un iniziale affaticamento respiratorio: alitamento delle pinne nasali, utilizzo dei muscoli respiratori accessori, rientramenti, respiro paradosso, sudorazione. Un algoritmo è stato elaborato sulla bradipnea in corso di ventilazione assistita o CPAP, considerando comunque, come già specificato, che la situazione non dovrebbe quasi mai insorgere, perché quasi sempre successiva ad esaurimento respiratorio provocato da tentativi troppo precoci di svezzamento dalla ventilazione meccanica, ed è sempre preceduta da molti segnali sia visivi che evidenziati dal monitoraggio. 34 AUMENTO DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA O DISADATTAMENTO DAL VENTILATORE IN MODALITA’ CONTROLLATE O ASSISTITE Non anomalie dei loop e dei volumi correnti Volumi correnti non nella norma schiacciamento o irregolarità dei loop Neonato apparentemente tranquillo Neonato agitato o sofferente possibile desaturazione Il ventilatore non funziona regolarmente, ci sono problemi alivello del TT o del circuito? SI Il neonato èipertermico? Molto probabile desaturazione o saturazione non eccellente con frazioni di ossigeno elevate NO SI NO Correggi e risolvi Esegui una broncoaspirazione Considera altri fenomeni stressanti Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto Ci sono errori di prescrizione, di preparazione, di velocità Di tutti i farmaci Infusi in continuo NO Molto probabilmente è in corso un peggioramento della situazione polmonare NO Situazione risolta NO E’ in sede un drenaggio toracico NO Situazione risolta SI Considera la presenza di dolore controllando ancheerrori di prescrizione, di preparazione, di infusione di farmaci antidolorifici Possibile peggioramento del quadro polmonare o nuova situazione anomala Controlla il regolare funzionamento, la connessione, la pervietà NO Rilevati problemi SI SI Rileva tutti i parametri valutabili dal monitoraggio a disposizione (probabile variazione di PA, PVC, Saturazione) F a i im m e d ia ta m e n te p r e s e n te la s itu a z io n e a l m e d ic o rife ris c i q u a ls ia s i p ro b le m a o d e v e n tu a le e rr o re a n c h e ip o te tic o 35 AUMENTO DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA NEL NEONATO IN SVEZZAMENTO RESPIRATORIO O CPAP Neonato apparentemente tranquillo Neonato agitato o sofferente Volumi correnti bassi (se il dato è disponibile) Neonato sudato, alitamento delle pinne nasali utilizzo di muscoli accessori, rientramenti respiro paradosso Volumi correnti adeguati (se il dato è disponibile) dinamica respiratoria apparentemente normale saturazione periferica nella norma Il supporto ventilatorio non funziona regolarmente, ci sono problemi a livello del TT o del circuito? Il neonato èipertermico? NO Considera altri fenomeni stressanti Volumi correnti adeguati (se il dato è disponibile) dinamica respiratoria apparentemente normale saturazione periferica nella norma SI NO Correggi e risolvi E’ in sede un drenaggio toracico SI Controlla il regolare funzionamento, la connessione, la pervietà NO Considera e valuta ingombro secretivo Situazione risolta NO Considera la presenza di dolore controllando anche errori di prescrizione, di preparazione e di infusione di eventuali farmaci sedativi SI NO SI Correggi e risolvi Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto Broncoaspira Il neonato èipertermico? Rilevati problemi Considera comunque Situazioni stressanti Esegui variazioni posturali offri il succhiotto riduci luci e rumori Situazione risolta NO NO Esegui una broncoaspirazione SI Situazione risolta Esegui broncoaspirazione Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati (PA, PVC, FC, saturazione) NO Riferisci il problema al medico Probabile affaticamento respiratorio reale Avverti il medico 36 Riferisci comunque al medico la nuova situazione DIMINUZIONE DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA NEL NEONATO IN SVEZZAMENTO RESPIRATORIO O CPAP Il neonato è ipotermico SI Correggi e risolvi NO Sono stati somministrati boli di farmaci sedativi Fai immediatamente presente Il problema al medico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita SI NO sono in corso sedazioni in infusione continua Controlla che non vi siano stati errori di prescrizione, preparazione e somministrazione (dosi o velocità aumentate) SI NO Considera il probabile esaurimento fisico del neonato NO Riscontrati errori SI Fai immediatamente presente Il problema al medico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita Esegui broncoaspirazione rileva tutti i parametri disponibili dal monitoraggio Fai immediatamente presente Il problema al medico 37 8) Saturazione periferica di ossigeno 8.1) Accenni storici sul monitoraggio Pare che i primi apparecchi sperimentali per determinare la saturazione periferica di ossigeno risalgano addirittura ai tempi della guerra in Vietnam, dove erano utilizzati dagli americani, ma su questo non sono riuscito a reperire notizie certe. E’ certo invece che la rilevazione di questo importantissimo parametro, che più di ogni altro ha radicalmente cambiato e migliorato il monitoraggio, la cura, e l’assistenza al paziente critico, è entrato nell’uso corrente nelle terapie intensive nella seconda metà degli anni 80. (1) Per i neonati esistono presidi dedicati, con i sensori montati su sottili strisce di cerotto. 8.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Il funzionameno dell’apparecchio si basa sul differente assorbimento della luce rossa ed infrarossa che ha l’emoglobina saturata rispetto a quella ridotta. La luce che passa attraverso i tessuti viene captata dalla parte opposta da uno spettrofotometro che invierà i dati alla macchina per la misurazione. Nell’adulto la misurazione avviene tramite il classico sensore a pinza che si applica su un dito della mano e che garantisce un perfetto allineamento tra luce e sensore, uno spessore di tessuto attraversato corretto e standardizzato, e una buona copertura da fonti luminose esterne. La mia esperienza ha evidenziato che per ottenere un valore veramente attendibile tutte le costanti elencate sopra devono essere rispettate, ma queste sono più difficili da ottenere utilizzando i sensori neonatali montati su cerotto. Infatti il dato rilevato viene falsato se lo spessore di cute attraversato è troppo sottile o troppo spesso, se la luce ed il lettore non sono uno di fronte all’altro e se il sensore è colpito da luci particolarmente intense. Deve essere quindi scelta con cura la parte da utilizzare per la misurazione: caviglia o polso nei pretermine, pianta del piede o palmo della mano nei neonati, alluce o pollice nei lattanti. 38 Grande interferenza è inoltre causata dalla luce ultravioletta, comunemente usata come trattamento dell’ittero neonatale. In questo caso è necessario coprire bene il sensore. Come avviene anche nell’adulto tutte le situazioni che determinano ipoperfusione periferica rendono particolarmente difficile la rilevazione della saturazione periferica di ossigeno. 8.3) Range di normalità I valori normali sono identici tra neonati e adulti, la saturazione periferica deve mantenersi entro valori di 97-100%. Nelle patologie polmonari gravi si può ritenere sufficiente una saturazione comunque non inferiore a 85%. Nel neonato ventilato è importante valutare la concentrazione di ossigeno erogata: infatti l’utilizzo di concentrazioni elevate, anche se il paziente presenta una saturazione discreta, denuncia una grave patologia che ostacola la diffusione dell'ossigeno dagli alveoli al sangue o che impedisce un corretto trasporto o utilizzo dell'ossigeno. Nei neonati, e soprattutto nei pretermine, se ventilati o sottoposti a ossigenoterapia, una saturazione di poco inferiore al 100% è l'obiettivo da raggiungere: infatti con una saturazione pari a 100%, e senza l’ausilio del monitoraggio della pressione parziale di ossigeno transcutanea o di una gasanalisi, non è possibile valutare la reale quantità di ossigeno disciolta nel sangue arterioso, che, se troppo elevata, può determinare danni iatrogeni a carico dell’occhio (fibroplasia retrolenticolare). (2)(3)(4) Una situazione patologica che porta ad una minore disponibilità di ossigeno ma che non viene evidenziata dal monitoriggio della saturazione è l’anemia. Durante uno stato anemico se globuli rossi sono saturati il valore rilevato sarà comunque vicino a 100, ma le emazie sono troppo poche per assicurare la sufficiente ossigenazione tissutale. 8.4) Principali cause di desaturazione non strettamente legate allo stato patologico La saturazione di ossigeno diminuisce se vi sono problemi di malfunzionamento del ventilatore, se il circuito respiratorio non è integro, se il tubo tracheale è angolato o 39 semiostruito da secrezioni, o se è stata impostata una ventilazione inadeguata. Un troppo precoce svezzamento respiratorio si associa frequentemente a cali di saturazione più o meno importanti. Episodi fugaci di broncospasmo sono relativamente frequenti nel neonato intubato, e sono causati per lo più da broncoaspirazioni, o, a volte, dal passaggio di piccole quantità di materiale salivare o gastrico dalla via digestiva a quella respiratoria, attorno al tubo tracheale che per i neonati non è cuffiato: il broncospasmo induce desaturazioni anche importanti. (3)(4) Modificazioni associate: diminuzione dei volumi correnti e schiacciamento dei loop, diminuzione della FC, aumento della PVC, disadattamento dal ventilatore. E’ auspicabile che il tubo tracheale sia di diametro inferiore a quello della trachea, per evitare complicazioni quali decubiti, o edemi che rendono poi difficile l’estubazione: la situazione determina, molto spesso, una perdita di gas che fuoriesce all’esterno senza partecipare alla ventilazione. Tale evenienza è da considerarsi normale. Quando però il calibro del tubo (che, si ricorda, non è cuffiato) è troppo piccolo, o è diventato troppo piccolo a causa della riduzione di un edema preesistente, allora si può verificare una importante perdita di gas che rende inefficace la ventilazione impostata e determina desaturazione. Modificazioni associate: volumi correnti inspiratori molto più eleveti degli espiratori, non chiusura dei loop, tempi inspiratori abnormemente lunghi. Pianto e crisi di agitazione scatenati da situazioni stressanti sono causa di maggiore consumo di ossigeno, con possibile desaturazione associata. Modificazioni associate: aumento della FC, FR, PA, PVC. Gli episodi di bradicardia repentina scatenati da apnee in fase di svezzamento respiratorio, broncoaspirazioni, somministrazione inadeguata di alimentazione o farmaci si associano immediatamente alla diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. 40 Anche componendo una semplice e generica stringa di ricerca quale desaturation AND nursing non si riesce a ritrovare nessun articolo particolarmente interessante sui punti sopra trattati. 8.5) Cause patologiche più frequenti di desaturazione Tutte le patologie polmonari in fase acuta sono responsabili della diminuzione della saturazione periferica di ossigeno a causa della maggiore difficoltà di diffusione dell’ossigeno dal comparto aereo a quello ematico per aumento di spessore dello spazio interstiziale tra alveolo e capillare polmonare. Ampie zone di atelectasia polmonare o ipoplasia polmonare inducono desaturazione per impossibilità di utilizzo di una grande parte di alveoli. Una patologia classica che induce scarsa ossigenazione è la malattia delle membrane ialine del prematuro, che consiste in una insufficiente produzione di surfactante da parte dei pneumociti immaturi; gli alveoli polmonari in mancanza di tale sostanza si collassano. Un grave quadro, non infrequente in epoca neonatale, è la presenza di ipertensione polmonare, evenienza che comunque si presenta sempre in associazione ad ernia diaframmatica. In questa situazione le pressioni polmonari sovrasistemiche, associate alla persistenza della circolazione fetale (forame ovale, ma soprattutto dotto di Botallo), portano ad un notevole shunt anatomico destro-sinistro, con gravi situazioni di ipossia e ipercapnia, causati sia dalla presenza dello shunt che dalla grave situazione polmonare di base Lo sviluppo di un pneumotorace, o anche un versamento pleurico importante, causano collasso del parenchima polmonare e conseguente desaturazione. Patologie particolari che implicano il mancato trasporto dell’ossigeno da parte dei globuli rossi sono causa di scarsa saturazione periferica di ossigeno anche a polmoni integri. Le situazioni dolorose di qualsiasi origine frequentemente si associano, tra le altre modificazioni negative, anche ad una diminuzione della saturazione di ossigeno. (3)(4) 41 Crisi convulsive possono accompagnarsi a desaturazione, soprattutto se protratte nel tempo. (10)(11) 8.6) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della saturazione periferica di ossigeno L’attenzione infermieristica deve partire dal controllo del circuito esterno del respiratore: questo non deve fare curve, nelle quali si deposita abbondante acqua di condensa che rende meno efficace la ventilazione e anche più difficoltosa la respirazione durante le fasi di svezzamento, parimenti anche i bicchierini raccoglicondensa devono essere vuotati prima che si riempiano completamente. Modificazioni associate: la situazione si evidenzia immediatamente anche visivamente, notando le irregolarità dei loop. Durante lo svezzamento ventilatorio con le colonne da CPAP a pallone e cilindro è inoltre importantissimo assicurarsi che non vi siano lesioni lungo il circuito e che i bicchierini raccoglicondensa siano sempre reinvitati bene nelle loro sedi, in quanto non vi sono allarmi o parametri visualizzabili in grado di fare capire precocemente eventuali perdite di gas; l’unica indicazione è data dal gorgoglio dell’acqua all’interno del cilindro, che non è continuo o cessa completamente (piccole perdite determinano una inspirazione non in pressione positiva, perdite maggiori rendono inefficace la ventilazione fino alla inspirazione dell’aria appena espirata che rimane all’interno del circuito, questa aria si carica sempre di più di anidride carbonica e causa gravi problemi a brevissimo termine). Anche il tubo tracheale deve essere costantemente controllato e ben gestito onde evitare strozzature o inginocchiamenti. Modificazioni associate: agitazione, tachicardia e tachipnea. 42 Spesso i neonati ventilati accumulano moltissima aria a livello gastrico, sempre a causa dei tubi tracheali non cuffiati che rendono possibile il passaggio di aria dalla via respiratoria a quella digestiva. In questi casi l’aria deve essere frequentemente aspirata dal sondino naso gastrico, che raramente drena a caduta a causa del suo piccolo calibro: una eccessiva dilatazione gastrica ed intestinale può essere infatti responsabile di tensione addominale con conseguente risalita dei diaframmi e diminuzione dello spazio polmonare utile alla ventilazione, con possibile diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. La tensione addominale causa inoltre uno stato di stress e possibile dolore al neonato, fattore che ulteriormente facilita episodi di desaturazione. Componendo la stringa di ricerca (gastric spread OR stomach) AND nursing non si rileva alcun articolo. L’alimentazione in bolo dal sondino naso-gastrico, se somministrata troppo velocemente, può causare per riflesso vagale bradicardia importante e caduta della pressione, che si associano immediatamente a desaturazione. (22) Un bolo, eseguito per errore, di farmaci ad azione vasodilatatrice in infusione continua causa un repentino abbassamento della pressione arteriosa con fenomeni associati di bassa portata e conseguente diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. (5) Un altro farmaco di uso non frequente è il remifentanil, utilizzato come sedativo in infusione continua come alternativa al fentanil. L’erronea somministrazione di un bolo di questo oppioide causa un irrigidimento dei muscoli toracici che impedisce la ventilazione meccanica anche per alcuni minuti, questa situazione si associa inevitabilmente al repentino decadimento della saturazione periferica di ossigeno. (24) Modificazioni associate: diminuzione dei volumi correnti, schiacciamento dei loop, in seguito bradicardia. 43 Il neonato non broncoaspirato da troppo tempo presenta desaturazione a causa di ingombro secretivo. Modificazioni associate: rumori umidi polmonari chiaramente percepibili anche al tatto e a volte all’udito, possibile agitazione e pianto, diminuzione dei volumi correnti, irregolarità dei loop. Broncoaspirazioni prolungate e/o non supportate da ventilazione in ossigeno puro sono sempre causa di inopportuni cali di saturazione anche importanti e di lunga durata. Le broncoaspirazioni possono anche determinare, più raramente, importanti diminuzioni della frequenza cardiaca dovuti alla stimolazione di riflessi vagali: la bassa portata conseguente si associa ad importante desaturazione. (3)(4) Se il neonato è portatore di drenaggio toracico un rapido decadimento della saturazione periferica di ossigeno può essere la spia di una deconnessione accidentale dal sistema di aspirazione che porta ad un immediato collasso polmonare. Un drenaggio toracico occluso determina l’accumulo più o meno rapido di liquido o aria tra gli spazi pleurici, condizione che porta più o meno velocemente alla riduzione della saturazione periferica di ossigeno. Modificazioni associate: diminuzione più o meno rapida dei volumi correnti, schiacciamento dei loop, graduale aumento della PVC e diminuzione della PA. Componendo stringhe di ricerca incrociando in vario modo i termini “chest drain”, “chest tube”, “air leak”, “adverse effect”, “risk management” AND nursing non si rileva nemmeno quacosa di inerente. Se si somministra ossido nitrico per contrastare l’ipertensione polmonare, la sua erogazione non deve essere mai interrotta, se non per brevissimi periodi di tempo: l’effetto vasodilatativo polmonare cessa immediatamente e il neonato desatura in maniera repentina ed importante. L’eccessiva lentezza nel cambio della bombola o, peggio, la mancanza di una bombola piena di riserva può generare problemi gravi e potenzialmente letali. 44 Il cambio dei cerotti del tubo rino-tracheale eseguito con poca attenzione può comportare l’estubazione accidentale o l’incannulazione selettiva del solo bronco destro. La prima evenienza è sicuramente molto grave ma altrettanto rapida da valutare ed affrontare; la seconda evenienza può essere invece più difficile da scoprire e risolvere, ma è comunque grave e si associa ad una diminuzione della saturazione periferica di ossigeno a volte non immediata. (2) Modificazioni associate: diminuzione dei volumi correnti, schiacciamento dei loop, asimmetria nell’espansione toracica che può non essere di facile individuazione. Componendo la stringa di ricerca tracheal tube AND adverse effect si ritrova un articolo inerente al problema. (25) Manovre assistenziali continue conseguenti ad una poco attenta pianificazione infermieristica inducono, se non dolore, sicuramente inutili e ripetute stimolazioni stressanti al neonato, soprattutto se pretermine. Lo stress provoca, tra l’altro, la diminuzione della saturazione periferica di ossigeno. Il vero dolore è una importante origine di fenomeni di desaturazione: una scarsa attenzione da parte dell’infermiere nel riconoscimento di tale situazione, che deve essere precocemente riferita al medico se non possibile da risolvere in autonomia, comporta diminuzioni della saturazione periferica di ossigeno anche prolungate e comunque evitabili. E’ sempre responsabilità infermieristica evitare, per quanto possibile, stimoli dolorosi al neonato durante la routinaria assistenza quotidiana. Errori nella preparazione delle infusioni dei sedativi in continuo (dosi diminuite), o nella impostazione della velocità di infusione (velocità diminuite), allo stesso modo inducono strati dolorosi evitabili. (2)(3)(4)(6)(7)(8)(9)(13)(14)(15)(16) Modificazioni associate: agitazione, aumento della FC, FR, PA, PVC. 45 8.7) Aumento della saturazione periferica di ossigeno L’infermiere deve anche prestare attenzione all’evento favorevole del miglioramento della saturazione periferica di ossigeno. L’ossigenazione migliora in relazione alla ventilazione meccanica, alla adeguata toilette bronchiale, alla efficacia degli interventi terapeutici. Il miglioramento della situazione deve essere segnalato al medico che imposterà una ventilazione meno cruenta, agendo sul ventilatore diminuendo la pressione di insufflazione dei gas e/o la frazione di ossigeno. Non si deve dimenticare infatti che la ventilazione artificiale è inversa alla ventilazione fisiologica, ed è responsabile di varie ripercussioni transitorie a livello emodinamico, ma definitive a livello polmonare, dove può causare danni da pressione e volume sul delicato parenchima dei polmoni dei neonati. Come già specificato, inoltre, alte concentrazioni di ossigeno plasmatico possono provocare danni permanenti a livello oculare nei neonati nati pretermine. La ventilazione artificiale deve tendere ad essere la minor cruenta possibile, chiaramente senza perdere di efficacia, utilizzando frazioni di ossigeno e pressioni di insufflazione il più bassi possibile: anche l’infermiere, costantemente presente a fianco del bambino, è protagonista in prima persona nel raggiungimento di questo intento. (26) Un intero lavoro EBN, eseguito durante il decimo corso tenutosi in azienda, su questo tema e sui danni da pressione sul polmone del neonato non ha evidenziato nessun articolo infermieristico. 46 8.8) Saturazione periferica di ossigeno, algoritmi decisionali Questo parametro, monitorato in maniera immediata e continuativa, è sicuramente quello che più di ogni altro consente di evidenziare precocemente variazioni positive e negative legate alla situazione polmonare e ventilatoria del neonato. L’interpretazione di questo dato, messa immediatamente in relazione con la frequenza cardiaca, l’osservazione del bambino e, più recentemente, con l’osservazione dei loop, consente di elaborare un gran numero di ipotesi sulla situazione anomala che si sta verificando. Proprio a causa di queste premesse, per quanto concerne la diminuzione della saturazione, sono stati elaborati più algoritmi, associando l’andamento della frequenza cardiaca e anche la valutazione dei volumi correnti. Ho inoltre aggiunto un algoritmo sull’aumento della saturazione periferica: è possibile, anzi auspicabile, che la situazione polmonare presenti un rapido miglioramento in seguito alla ventilazione meccanica, alla terapia effettuata e alla adeguata assistenza infermieristica erogata. La ventilazione artificiale è assolutamente antifisiologica e deve essere la meno cruenta possibile e protratta per il minor tempo possibile; inoltre, come già specificato, un eccessivo aumento della quota libera di ossigeno disciolta nel sangue ha effetti nocivi per gli occhi del pretermine e frazioni di ossigeno superiori a 0,4 sono direttamente responsabili di danni sulla mucosa bronchiale e contribuiscono alla distruzione per ossidazione del surfactante. È quindi estremamente importante, sempre per il bene del nostro assistito, riferire precocemente anche il miglioramento della situazione respiratoria, affinchè venga impostata una nuova ventilazione con frazioni di ossigeno più basse se queste sono elevate, e/o impostare una ventilazione con pressioni di insufflazioni minori per diminuire il danno polmonare da volutrauma e barotrauma. 47 DIMINUZIONE DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Importante diminuzione frequenza cardiaca Non variazioni dei loop non variazioni dei volumi correnti Diminuzione frequenza cardiaca variazioni dei loop variazioni dei volumi correnti frequenza cardiaca senza particolari variazioni Aumento della frequenza cardiaca ALGORITMO DEDICATO ALGORITMO DEDICATO ALGORITMO DEDICATO 48 ALGORITMO DEDICATO DIMINUZIONE DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Importante diminuzione frequenza cardiaca Non variazioni dei loop non variazioni dei volumi correnti Il neonato è atonico, la cute è pallida, il colorito può presentarsi grigiastro, spesso è presente marezzatura. Mantenuta l’espansione toracica Se la PA è monitorizzata se ne apprezza un importante decremento. Un segno immediato indiretto è l’abbassamento dell’onda pletismografica della saturazione Dai l’allarme: avverti il medico di guardia fai avvicinare il carrello dell’emergenza ventila in ossigeno puro (controlla PA) Se necessario massaggio cardiaco Sono stati somministrati farmaci in via centrale in maniera scorretta o ci sono stati errori nella preparazione o infusione di farmaci in continuo? (calcio gluconato, ranitidina) SI NO Fai immediatamente presente il problema, anche ipotetico. Aiuta a risolvere la situazione Controlla anche a situazione ristabilita Reale e drammatico peggioramento clinico 49 DIMINUZIONE DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Diminuzione volumi correnti Il respiratore non funziona regolarmente, ci sono problemi a livello del TT o del circuito? Il neonato profondamente sedato può non manifestare evidenti manifestazioni motorie esteriori, varia il colorito cutaneo. Diversamente, di norma, agitazione, alitamento delle pinne nasali, evidenti rientramenti giugulari, sternali, diaframmatici, intercostali, disadattamento possibile cianosi NO SI E’ in sede un drenaggio toracico NO volumi correnti inspiratori maggiori degli espiratori Diminuzione frequenza cardiaca variazione dei loop Il respiratore non funziona regolarmente, ci sono perdite a livello del circuito? NO SI Correggi e risolvi Controlla il regolare funzionamento, la connessione, la pervietà SI espansione toracica minima o assente Se è in corso infusione in continuo di remifentanil considera se è stato eseguito erroneamente un bolo NO Rilevati problemi SI SI NO Fai immediatamente presente Il problema al medico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita Esegui una broncoaspirazione Considera ostruzione del tubo tracheale NO È probabilmente in corso una grave crisi broncospastica Considera l’eventualità di una “estubazione coperta” Pensa se hai cambiato i cerotti del tubo di recente, se vi è stato un trazionamento accidentale del circuito. Se hai eseguito una variazione posturale con esagerata iperestensione del capo. Se il neonato ha presentato un accesso di tosse Il neonato può emettere vocalizzi. Si può evidenziare distensione addominale Situazione risolta Dai l’allarme: avverti il medico di guardia fai avvicinare il carrello dell’emergenza ventila in ossigeno puro. (controlla PA). Se necessario massaggio cardiaco. 50 DIMINUZIONE DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Variazione dei Loop Diminuzione dei volumi correnti Non particolare variazione dei Loop e dei volumi correnti Non particolari variazioni della frequenza cardiaca Il neonato profondamente sedato può non manifestare nessun segno o sintomo. Diversamente, di norma, può non evidenziarsi nessun segno o sintomo, o si può evidenziare un alitamento delle pinne nasali e/o un interessamento, più o meno importante, dei muscoli accessori durante la respirazione, agitazione, disadattamento Considera ingombro secretivo Esegui una broncoaspirazione il saturimetro funziona correttamente SI NO È in corso terapia con ossido nitrico Correggi e risolvi NO SI Situazione risolta E’ in sede un drenaggio toracico NO Considera la possibilità di una intubazione selettiva, soprattutto se hai cambiato i cerotti di recente NO SI Controlla che non sia angolato, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria. Rilevati problemi SI NO NO Controlla se PA e PVC sono diminuite Rilevati problemi Rilevati problemi Sono stati somministrati farmaci in via centrale in maniera scorretta o vi sono stati errori nella prescrizione, preparazione o infusione di farmaci in continuo? NO Correggi e risolvi Visibilmente è possibile evidenziare una crisi broncospastica, o irrigidimento toracico a volte causato da crisi di dolore. Considera possibile sviluppo PNX Controlla gas erogato e bombola. SI SI Fai immediatamente presente il problema. Aiuta a risolvere la situazione Controlla anche a situazione ristabilita Avverti il medico 51 Comunque broncoaspira e controlla eventuali Drenaggi toracici Peggioramento della situazione respiratoria e generale, considera una rapida perdita volemica DIMINUZIONE DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Bambino sedato, senza variazioni motorie apprezzabili NO Possibile colorito cutaneo pallido o grigiastro, sudorazione Aumento della frequenza cardiaca Bambino non sedato, con possibilità di movimento Considera errori di prescrizione, preparazione, velocità di infusione di ammine, broncodilatatori, ipotensivi sistemici, eventuale somministrazione involontaria di boli NO Aumento del lavoro respiratorio, sudorazione Rilevati problemi SI Fai immediatamente presente il problema. Aiuta a risolvere la situazione. Controlla anche a situazione ristabilita E’ in sede un drenaggio toracico NO SI Considera una ventilazione inadeguata, valuta variazione dei loop E’ in sede un drenaggio toracico Controlla che non sia angolato, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria. NO SI NO Considera una ventilazione inadeguata, valuta variazione dei loop NO Rilevati problemi Esegui una broncoaspirazione SI Esegui una broncoaspirazione Correggi e risolvi NO Situazione risolta Situazione risolta Neonato agitato NO Valuta comunque una crisi dolorosa, ipertermia o altre situazioni Stressanti da risolvere in autonomia Probabili problemi ventilatori Avverti il medico Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto Probabili problemi ventilatori Avverti il medico 52 SI NO NO Valuta la presenza di dolore, ipertermia o altre situazioni stressanti da risolvere in autonomia Situazione risolta AUMENTO DELLA SATURAZIONE PERIFERICA DI OSSIGENO Non particolare variazione dei Loop e dei volumi correnti Variazione dei Loop. Aumento dei volumi correnti E’ aumentata la compliance polmonare (risoluzione di atelectasia, minore broncospasmo, riduzione di ingombro secretivo) E’ aumentato lo scambio di ossigeno a livello alveolare, miglioramento a livello parenchimale (imbibizione, focolai) Avverti il medico che potrà provvedere a variare la ventilazione, diminuendo le pressioni di insufflazione Avverti il medico che potrà provvedere a variare la ventilazione, diminuendo la concentrazione di ossigeno 53 9) Pressione arteriosa 9.1) Accenni storici sul monitoraggio La rilevazione manuale classica della pressione arteriosa sul neonato, e ancora di più sul pretermine, è praticamente impossibile da effettuare. Le prime macchine in grado di rilevare automaticamente la pressione arteriosa incruenta risalgono alla fine degli anni 60 del secolo scorso ma entrano nell’uso comune solo molti anni dopo. La miniaturizzazione di questi dispositivi ha trovato molte difficoltà di costruzione (devono comunque utilizzare un compressore d’aria) e solo durante gli anni 90 è stato possibile realizzare moduli da integrare come componenti dei monitor multifunzione. (1) Apparecchiature così sensibili da poter misurare in maniera attendibile le fisiologicamente basse pressioni arteriose del neonato si sono evolute più tardivamente, all’incirca alla fine degli anni 80, assieme a queste sono stati creati i presidi adatti all’utilizzo sui neonati. I bracciali più piccoli, da applicare ai nati pretermine, sono grandi solamente circa 1,5 per 5 centimetri; sono realizzati in materie plastiche. La rilevazione della pressione arteriosa cruenta è poco utilizzata nel neonato. Anche per rilevare questo valore necessita che il segnale pressorio sia captato e trasformato in segnale elettrico. Dagli inizi degli anni 70 diventa possibile la misurazione in continuo utilizzando trasduttori a cupola in vetro, che venivano recuperati e sterilizzati dopo ogni utilizzo. La diffusione dei conosciuti trasduttori monouso si incrementa solo 10 anni più tardi. (1) Per quanto riguarda la rilevazione cruenta in continuo vengono utilizzati sottili cateteri percutanei 24 - 26G o cateteri arteriosi dedicati, 22 - 24G, ad inserimento chirurgico (questi ultimi essenzialmente su neonati operati per patologie cardiache). Nel bambino appena nato è anche possibile incannulare l’arteria ombelicale, la metodica è utilizzata assai di rado perché gravata da molteplici e gravissime complicanze: estrema facilità di infezione, trombosi o lesioni dell’aorta discendente. 54 9.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale La pressione arteriosa invasiva, rilevata tramite l’incannulazione di una arteria periferica, è una pratica di uso non comune, e comunque di breve durata, per varie motivazioni, tra le quali la effettiva difficoltà di incannulamento percutaneo. Quando viene utilizzata questa metodica è molto frequente evidenziare precocemente complicanze ischemiche cutanee localizzate nella zona contigua alla punta del catetere, mentre eventuali complicanze ischemiche od infettive maggiori sarebbero responsabili di gravi danni, anche permanenti, a carico dell’arto interessato. Per la pervietà del catetere arterioso necessita il lavaggio continuo tramite una infusione a pressione: anche utilizzando sistemi artigianali per limitare l’infusione di liquidi sono comunque necessari almeno 1,5 cc orari per assicurare la pervietà della via, ossia 36 cc nelle 24 ore. Tale quantità di soluzione non è irrilevante per neonati di basso peso e, per mantenere adeguato il fabbisogno idrico, è necessario decurtare la quota di liquidi in eccesso dalla nutrizione enterale o parenterale, limitando in tal modo il comunque necessario apporto calorico. L’arteria può essere lavata in continuo esclusivamente con soluzione fisiologica, questo comporta un ulteriore problema in quanto,di norma, il neonato nei primi giorni di vita non infonde soluzione fisiologica perché facilmente sviluppa ipersodiemia. (3)(4) Anche la pressione arteriosa incruenta può presentare problemi di rilevazione soprattutto quando i valori sono estremamente bassi e quando il neonato è agitato, perché i movimenti muscolari interferiscono in maniera importante con la misurazione, rendendola impossibile o inattendibile. Essendo la pressione arteriosa raramente monitorata con lettura in continuo, è un parametro di non immediata rilevazione, soprattutto nel caso che le variazioni siano improvvise. Un parametro indiretto, spesso spia di una repentina ipotensione, è l’abbassamento di ampiezza dell’onda sfigmica, visualizzata al monitor tramite il pulsossimetro. 55 9.3) Range di normalità Anche i range di normalità della pressione arteriosa, sono piuttosto ampi e presentano differenze nelle varie voci bibliografiche, in quanto soggetti a notevoli fluttuazioni, comunque fisiologiche, soprattutto nei bambini più piccoli. La presente tabella è stata compilata integrando i dati raccolti da diversi testi. sistolica diastolica Pretermine 40 - 60 mm/Hg 15 – 30 mm/Hg Nato a termine 50 - 80 mm/Hg 25 – 35 mm/Hg Come si nota i valori possono essere fisiologicamente molto bassi. Questa condizione può implicare complicanze anche gravi al neonato critico, che non di rado deve essere supportato farmacologicamente da ammine ad azione cardiocinetica. (2) La perfusione cerebrale è in relazione alla pressione arteriosa media meno la pressione intracranica: la pressione venosa centrale, in particolare nel neonato, è in gran parte responsabile del valore della PIC. In condizioni critiche una PVC elevata, sostenuta inevitabilmente dalla ventilazione meccanica, associata ad una bassa pressione arteriosa, e ad una frequente condizione di ipossia, sono tutte concause che determinano una minore perfusione cerebrale. La situazione porta a sofferenza ischemica dell'encefalo che, soprattutto se protratta nel tempo, può contribuire all’instaurarsi di danni cerebrali permanenti, rilevati dalla ecografia cerebrale dapprima come zone iperecogene, e poi come cavitazioni. Questa situazione si evidenzia non precocemente (leucomalacia). (3)(4) 56 9.4) Principali cause di ipertensione non strettamente legate allo stato patologico Dosi più elevate del necessario di farmaci cardiocinetici infusi in continuo, essenzialmente ammine, possono contribuire a fare innalzare la pressione arteriosa. (5) Modificazioni associate: possibile tachicardia. La fame, eccessive stimolazioni, rumori improvvisi, luce improvvisa o intensa, l’eccessiva temperatura ambientale, il disadattamento dalla ventilazione meccanica sono tutte situazioni che inducono agitazione e stress al neonato, e sono spesso associate all’aumento della pressione arteriosa. (3) Modificazioni associate: diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, tachipnea, aumento della PVC, tachicardia. Componendo la stringa di ricerca (“blood pressure” OR hypertension) and noise AND nursing non si rileva nessun articolo interessante. 9.5) Cause patologiche più frequenti di ipertensione Il neonato difficilmente sviluppa ipertensione alla nascita, anche se portatore di patologie che causeranno aumento della pressione in seguito. Le situazioni più frequenti che innescano o innescheranno ipertensione sono patologie renali e metaboliche. (3)(4) La pressione arteriosa aumenta in presenza di dolore. (3) Modificazioni associate: diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, tachipnea o disadattamento dal ventilatore, aumento della PVC, tachicardia. Componendo la stringa di ricerca (“blood pressure” OR hypertension) and pain AND nursing si rilevano due trial inerenti. (9)(27) Le crisi convulsive si accompagnano all’aumento della pressione arteriosa. (10) Modificazioni associate: diminuzione della saturazione periferica di ossigeno, disadattamento dal ventilatore, aumento della PVC, tachicardia. 57 9.6) Principali cause di ipotensione non strettamente legate allo stato patologico La ventilazione ad alta frequenza oscillatoria è responsabile della diminuzione della pressione arteriosa se il neonato non è supportato da una adeguata volemia e apporto di cardiocinetici, a causa della elevata e costante pressione media esercitata dal ventilatore all’interno dei polmoni e che si ripercuote di conseguenza anche a livello del mediastino e quindi del cuore. Modificazioni associate: tachicardia, aumento della PVC. Componendo la stringa di ricerca hypotension and oscillatory si trova un interessante trial. (28) La somministrazione in bolo di farmaci sedativi può generare episodi ipotensivi quasi sempre transitori e non di grave entità. Anche una eccessiva sedazione con farmaci in continuo può accompagnarsi ad un decremento della pressione arteriosa. (5) Modificazioni associate: neonato ipotonico, difficilmente riscaldabile, diminuzione FC, diminuzione FR se è in corso svezzamento respiratorio, possibile desaturazione. La diminuzione della pressione arteriosa si può presentare associata a ipotermia. (3)(4) Modificazioni associate: neonato ipotonico, diminuzione FC, diminuzione FR se è in corso svezzamento respiratorio, possibile desaturazione. Componendo la stringa di ricerca hypotension and hypothermia AND nursing non si trova nulla di inerente. L’eccessivo riscaldamento artificiale, se il neonato è molto sedato, può provocare diminuzione della pressione arteriosa sistemica. Modificazioni associate: aumento FC. Componendo la stringa di ricerca hypotension and hyperthermia AND nursing non si trova nulla di inerente. 58 Farmaci vasodilatatori in infusione continua, utilizzati nel neonato non frequentemente soprattutto dopo l’avvento della terapia inalatoria con ossido nitrico, se sovradosati provocano inevitabilmente ipotensione. (5) Modificazioni associate: aumento FC, possibile riduzione della saturazione periferica di ossigeno. Come già specificato nel capitolo sulla frequenza cardiaca tutte le situazioni che provocano bradicardie repentine instaurano fenomeni di bassa portata che si associano ad una brusca caduta della pressione arteriosa. Modificazioni associate: veloce decremento della saturazione periferica di ossigeno. Nei bambini non cardiopatici la tachicardia non sostenuta da stati patologici può associarsi ad un abbassamento della pressione arteriosa solo se veramente estrema (frequenze cardiache oltre i 200 battiti al minuto), più frequentemente nei nati a termine e con qualche giorno di vita. Nessun articolo su questo tema componendo la stringa di ricerca “blood pressure” AND “heart rate” AND nursing. 9.7) Cause patologiche più frequenti di ipotensione Una delle principali cause patologiche che determinano la diminuzione della pressione arteriosa è, come per l’adulto, l’ipovolemia, assoluta o relativa. La disidratazione, conseguente a ripetuti episodi di vomito e/o diarrea, è una situazione relativamente frequente e che si instaura precocemente in età neonatale, e si accompagna ad ipotensione. (3)(4) Modificazioni associate: aumento FC, FR, possibile riduzione della saturazione periferica di ossigeno e della PVC, il neonato si presenta spesso marezzato e con estremità fredde, pallido se la perdita è volemica, con cute secca e mucose poco idratate se la perdita è idrica. Le condizioni di sepsi grave si accompagnano, come nell’adulto, anche se in maniera meno eclatante, al decremento della pressione arteriosa. (3)(4) 59 Modificazioni associate: aumento FC, FR, possibile riduzione della saturazione periferica di ossigeno e della PVC, il neonato si presenta spesso marezzato ma le estremità possono essere calde anche se marezzate, ipertermia, ipotermia nei casi più gravi. Lo sviluppo di un pneumotorace iperteso provoca tardivamente la diminuzione della pressione arteriosa, questa evenienza non si dovrebbe mai presentare perché anticipata da molti altri segni premonitori che dovrebbero essere interpretati in precedenza. (3)(4) Modificazioni associate: aumento della PVC, FC, FR o disadattamento dal ventilatore, riduzione della saturazione periferica di ossigeno, schiacciamento dei loop e diminuzione dei volumi correnti, asimmetria respiratoria del torace del neonato. Tachicardie molto elevate e sostenute da quadri patologici o, al contrario, importanti bradicardie patologiche, contribuiscono al decremento della pressione arteriosa sistemica. (3)(4) L’abbassamento della pressione arteriosa sistemica concomitante all’aumento della PVC può essere il campanello di allarme del peggioramento di una patologia cardiaca conosciuta o ancora da diagnosticare. (3)(4) 9.8) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della pressione arteriosa Come già in precedenza specificato tutte le manovre assistenziali, anche se di norma non considerate dolorose, causano, tra le altre modificazioni, anche l’aumento della pressione arteriosa. Allo stesso modo la pressione si eleva durante tutte le situazioni stressanti che causano agitazione, come posture scorrette o prolungate, eccessivo riscaldamento ambientale, luci forti e rumori improvvisi. Componendo la stringa di ricerca “blood pressure” AND nursing si rilevano 80 articoli, uno solo inerente al punto sopra espresso(29).Per tutte le altre variazioni trattate in seguito non si ritrova nulla di carattere infermieristico. 60 L’involontaria infusione di boli di cardiocinetici in infusione continua o l’errata preparazione e infusione (dosi e velocità aumentate), portano all’innalzamento della pressione arteriosa. Modificazioni associate: incremento della frequenza cardiaca. L’errore nella infusione di sangue o plasma (velocità aumentate), provoca un troppo veloce, e pericoloso, aumento della volemia, e questo porta all’aumento della pressione. Modificazioni associate: incremento della PVC, desaturazione. 9.9) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della pressione arteriosa Tutte le situazioni che provocano repentine bradicardie, considerate nel paragrafo riguardante gli interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della frequenza cardiaca, si associano anche al decremento della pressione arteriosa sistemica. La rottura o la deconnessione accidentale di drenaggi toracici provoca PNX, la situazione se non riconosciuta e risolta velocemente, si ripercuote sull’emodinamica, inizialmente con tachicardia e solo più tardivamente con abbassamento della pressione arteriosa, per ulteriore aggravamento della situazione. Allo stesso modo una abbondante perdita ematica da drenaggi toracici o addominali, non fatta risaltare per il mancato controllo, o la malgestione (occlusioni non evidenziata), provoca il decremento della pressione. Modificazioni associate: incremento della PVC e della FC, possibile e non precoce desaturazione, tachipnea o disadattamento dalla ventilazione, se il drenaggio è toracico ed è occluso schiacciamento dei loop e diminuzione dei volumi correnti. Alcuni farmaci eseguiti in bolo troppo velocemente possono originare ipotensione, tra questi quelli di maggior utilizzo sono tutti i sedativi e la dintoina. Molto pericolosi sono invece i boli accidentali di farmaci ipotensivi sistemici infusi in continuo, che innescano crisi ipotensive pericolose e prolungate. Sedativi e ipotensivi sistemici somministrati in continuo se preparati 61 con diluizione errata (dosi aumentate) o infusi per errore con velocità più elevata causano diminuzione della pressione. Al contrario la preparazione e la velocità errate di farmaci cardiocinetici infusi in continuo (dosi diminuite o velocità di infusione bassa), possono comunque evidenziarsi con la diminuzione della pressione arteriosa sistemica. (5) Il mancato controllo del riscaldamento artificiale di termoculle e isole neonatali può avere effetto anche sulla pressione arteriosa, che si abbassa in caso di ipotermia e, se il neonato è profondamente sedato, anche in caso di ipertermia. 62 9.10) Pressione arteriosa, algoritmi decisionali Difficilmente la pressione arteriosa è il primo e unico dato che varia all’accadere di una nuova situazione, ed è anche difficile che sia immediatamente evidenziato perché, come già specificato, è un parametro non frequentemente rilevato in continuo. A volte, comunque, variazioni non importanti possono verificarsi, ma è necessario assicurarsi che non vi sia un problema associato prima di decidere che la situazione rientra nella normalità. Per questo parametro sono stati elaborati due algoritmi decisionali, uno per l’aumento della PA, e uno per la sua diminuzione. Per quanto riguarda l’aumento della PA il dato è da mettere in relazione inizialmente con l’eventuale stato di agitazione del bambino. Quando la PA si abbassa il primo dato da associare è la PVC. Anomalie dei dati rilevati, anche se apparentemente isolate, sia per variazioni verso il basso, sia verso l’alto, devono comunque essere fatte presenti al medico. In particolar modo un notevole abbassamento della pressione arteriosa associato ad una PVC elevata, spesso sostenuta dalla modalità ventilatoria (HFO), è un dato da riportare subito al medico, in quanto, come specificato, la perfusione cerebrale è in stretta relazione con questi due parametri. 63 AUMENTO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA Sono stati somministrati boli di ammine Neonato agitato NO Il neonato èipertermico SI NO NO Neonato tranquillo o sedato SI Fai immediatamente presente Il problema al medico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita Sono in corso infusioni di ammine Correggi e risolvi Considera altri fenomeni stressanti SI NO Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto Controlla errori di prescrizione, preparazione e infusione (dosi aumentate) Situazione risolta NO NO Considera la presenza di dolore controllando anche errori di prescrizione, di preparazione e di infusione di eventuali farmaci sedativi E’ in corso riempimento volemico NO Rilevati problemi SI SI Considera la presenza di dolore o stress controllando ancheerrori di prescrizione, di preparazione, di infusione di farmaci antidolorifici Controlla errore di velocità della infusione (aumentata) Il neonato è addolorato NO NO Rilevati problemi SI SI Rilevati problemi SI Avverti il medico Correggi eventuali errori NO Comunque Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati Riferisci comunque al medico la nuova situazione 64 DIMINUZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA Sono stati somministrati boli di sedativi, oppioidi o farmaci ipotensivi La PVC è costante o diminuita NO NO SI Fai immediatamente presente Il problema al medico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita E’ in sede un drenaggio toracico Sono in sede drenaggi addominali o toracici La PVC è aumentata SI NO Se sono in corso considera errori di prescrizione, preparazione, velocità di infusione di ammine (dosi diminuite) Ipotensivi sistemici, sedativi (dosi aumentate) Controlla immediatamente perdite ematiche SI Controlla schiacciamenti, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria NO Rilevati problemi NO Rilevati problemi SI SI Se i volumi correnti sono diminuiti e i loop schiacciati considera nuova situazione polmonare acuta (PNX). Se non vi sono variazioni ventilatorie considera eventuali patologie cardiache o necessità di utilizzo di ammine Rilevati problemi SI Avverti il medico Correggi eventuali errori Il neonato è surriscaldato in situazione di sedazione profonda SI NO NO Correggi e risolvi Fai immediatamente presente la situazione al medico SI Il neonato è ipertermico per sospetta sepsi NO Correggi e risolvi Riferisci comunque al medico la nuova situazione NO Considera e valuta eventuali perdite ematiche o idriche importanti passate inosservate 65 Comunque Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati 10) Pressione venosa centrale 10.1) Accenni storici sul monitoraggio E’ uno dei primi parametri derivati dal monitoraggio invasivo che è stato possibile determinare, infatti, nelle rianimazioni degli anni 60 del secolo scorso, al “Riva Rocci” per determinare la pressione arteriosa si affiancava l’asta centimetrata con la colonna d’acqua per la misurazione della pressione venosa centrale, sempre ammesso che il malato fosse portatore di un “innovativo” catetere venoso centrale. La moderna rilevazione elettronica è stata possibile, come per la pressione arteriosa, negli anni 80, con la diffusione dei trasduttori monouso. (1) In passato l’unica via venosa centrale ed immediata che era possibile reperire al neonato era la via ombelicale. Questo accesso venoso è gravato da gravi complicanze: il catetere può non forzare il dotto di Aranzio ed arrivare in vena porta, diventando quindi inutilizzabile. La via ombelicale è inoltre ad altissimo rischio infettivo perché l’insorgenza della vena è direttamente all’esterno, e il moncone ombelicale diventa in breve tempo un ottimo terreno di coltura per batteri di ogni genere. Per questi motivi questo accesso venoso, tuttora utilizzato, non può essere razionalmente considerato “a lunga permanenza”, e deve essere sostituito quando si presuppone un prolungato supporto farmacologico e/o parenterale. Fino ad una dozzina di anni fa reperire una via venosa centrale, diversa da quella ombelicale, ad un neonato era una manovra piuttosto complessa: non erano infatti diffusi cateteri ad inserimento percutaneo dai calibri e delle lunghezze adeguate. In caso di necessità si utilizzavano, pressoché in maniera esclusiva, cateteri in silicone tunnellizzati a lunga permanenza, inseriti dalla giugulare interna tramite esposizione chirurgica. Oggi sono invece disponibili innumerevoli tipi di cateteri venosi centrali, anche a più lumi, i più corti di soli 5 centimetri, inseribili per via percutanea in vena giugulare interna o succlavia tramite un ago di soli 20 G. Da non più di 10 anni sono prodotti sottilissimi cateteri venosi 66 centrali in silicone inseribili da un accesso periferico (solitamente vene della piega del gomito), di nemmeno 1 millimetro di diametro esterno. 10.2) Problematiche legate al monitoraggio in età neonatale Gli unici problemi di monitoraggio si evidenziano durante l’utilizzo di cateteri venosi centrali ad inserimento periferico, che, data la loro estrema sottigliezza, possono rendere assolutamente impossibile qualsiasi tipo di rilevazione. 10.3) Range di normalità La pressione venosa centrale normale non varia con l'età del bambino. Si possono ritenere normali valori che oscillano tra 1-8 millimetri di mercurio o 2-11 centimetri d’acqua. Si deve considerare che il neonato ventilato artificialmente presenta una pressione venosa centrale più elevata rispetto a un bambino in respiro spontaneo, in stretta relazione alla invasività della ventilazione meccanica. In respiro spontaneo la pressione negativa che si crea all’interno del torace durante l'inspirazione favorisce anche il ritorno venoso al cuore, mentre, durante la ventilazione artificiale, non solo viene a mancare questo meccanismo, ma l’aria immessa in pressione positiva all’interno dei polmoni diventa un ulteriore ostacolo al ritorno venoso: questa situazione può provocare l’aumento della pressione venosa centrale, in maniera proporzionale alle pressioni di insufflazione ed alla PEEP impostate (maggiori sono le pressioni e maggiore risulterà la pressione venosa centrale). Nel neonato, soprattutto se nato prematuramente, l'aumento della PVC può avere serie ripercussioni a livello cerebrale. Il pretermine ha una elevata fragilità vasale, per questo motivo è a rischio di sviluppare una emorragia cerebrale; in condizioni critiche il rischio di emorragia cresce, sia in relazione all’aumento della PVC causato dalla ventilazione artificiale che ostacola il ritorno venoso, sia per la non infrequente ipercapnia, responsabile di 67 vasodilatazione. L’emorragia cerebrale, nella maggior parte delle volte intraventricolare, è una complicanza precoce. Nel neonato la pressione venosa centrale è un valore che serve soprattutto a valutare la volemia, il dato si utilizza per valutare la compliance cardiaca solo se è presente una grave cardiopatia. Un valore molto basso è solitamente segno di un ridotto volume ematico circolante. Un valore elevato solitamente indica un volume circolante troppo alto o una alterata dinamica cardiaca e dei flussi. Pressioni arteriose basse associate a pressioni venose centrali alte in corso di ventilazioni “cruente”, soprattutto HFO, dimostrano la necessità di utilizzare, od aumentare, il supporto di farmaci cardiocinetici. (2)(3)(4) 10.4) Principali cause di aumento della pressione venosa centrale non strettamente legate allo stato patologico Le ventilazioni che sfrutta per necessità elevate pressioni di insufflazione e anche la HFO, che mantiene costante una elevata pressione all’interno dei polmoni, è causa di un aumento della pressione venosa centrale. Un eccessivo apporto di plasma o sangue porta ad uno stato di ipervolemia e conseguente aumento della PVC. Il disadattamento della ventilazione e in generale tutte le situazioni stressanti comportano un aumento della PVC, soprattutto se tali situazioni sono accompagnate da crisi di pianto. (3)(4) 10.5) Cause patologiche più frequenti di aumento della pressione venosa centrale Buona parte delle patologie cardiache maggiori si accompagnano all’aumento della PVC. L’ernia diaframmatica congenita, la malattia delle membrane ialine e alcune patologie polmonari si associano frequentemente a ipertensione polmonare, condizione che provoca innalzamento della PVC data la difficoltà da parte del cuore di destra nel pompare il sangue verso i polmoni. 68 II pneumotorace è una condizione patologica che determina, se non riconosciuta e corretta, l’aumento della pressione venosa centrale. Il dolore provoca, tra tutte le altre modificazioni, anche l’aumento della PVC. (3)(4) 10.6) Diminuzione della pressione venosa centrale La pressione venosa centrale diminuisce essenzialmente per una situazione di ipovolemia assoluta o relativa a rapida insorgenza, o a causa di un non adeguato reintegro di perdite volemiche risultanti da drenaggi toracici o addominali. I neonati, e soprattutto i pretermine, devono essere frequentemente reintegrati da un punto di vista volemico con infusioni di plasma fresco, anche in assenza di perdite reali, perché “consumano” nel metabolismo le proteine plasmatiche. Anche uno stato di disidratazione importante porta alla diminuzione della PVC. (3)(4) 10.7) Interventi infermieristici che causano aumento ingiustificato della pressione venosa centrale Anche la pressione venosa centrale, come molti altri parametri analizzati, varia, aumentando, in relazione a tutte le azioni infermieristiche che provocano dolore e stress al neonato e in presenza di situazioni non ottimali (posture prolungate, luce forte e diretta, rumori improvvisi, riscaldamento eccessivo). (2)(3)(4)(6)(7)(8)(9)(13)(14)(15)(16) Modificazioni associate: incremento della FC e PA, diminuzione della saturazione di ossigeno, tachipnea o disadattamento dalla ventilazione. Componendo la stringa di ricerca generica“central venous pressure” AND nursing non si evidenzia nemmeno un articolo! Il grave errore nella infusione di sangue o plasma (velocità aumentate), provoca un troppo veloce incremento della volemia, e questo porta all’aumento della pressione venosa centrale per sovraccarico cardiaco. 69 Modificazioni associate: incremento della PA. La preparazione di una minor quantità di farmaci cardiocinetici o una velocità di infusione più bassa di quella programmata può fare aumentare la PVC. Modificazioni associate: possibile diminuzione della PA e della frequenza cardiaca. Allo stesso modo un analogo errore nella preparazione di farmaci sedativi o antidolorifici può portare all’ incremento della pressione venosa centrale a causa di uno stato doloroso non più adeguatamente trattato. Modificazioni associate: incremento della FC e PA, diminuzione della saturazione di ossigeno, tachipnea o disadattamento dalla ventilazione. Il mancato controllo della pervietà di un drenaggio toracico inserito per evacuare aria, o la deconnessione accidentale di qualsiasi drenaggio toracico, sono condizioni che provocano PNX che, se diventa molto importante, provoca aumento della PVC. Modificazioni associate: incremento della FC, diminuzione della PA e della saturazione di ossigeno, tachipnea o disadattamento dalla ventilazione, schiacciamento dei loop e diminuzione dei volumi correnti. 10.8) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata della pressione venosa centrale La diminuzione della pressione venosa centrale avviene con maggior frequenza per un non adeguato rimpiazzo volemico. Ferite chirurgiche che bagnano molto le medicazioni, o abbondante siero drenato da eventuali drenaggi di pean-rose possono dare luogo a perdite plasmatiche e/o ematiche di notevole entità, che, se non correttamente quantificate dall’infermiere perché ritenute di poca importanza, portano a non attuare un pur necessario riempimento volemico, con, di conseguenza, una diminuzione della PVC. 70 Allo stesso modo una perdita ematica importante e non evidenziata (drenaggi occlusi, addome che diventa improvvisamente globoso, soprattutto dopo un intervento di chirurgia addominale) causa diminuzione della PVC. Modificazioni associate: incremento della FC, diminuzione della PA, possibile tachipnea. 71 10.9) Pressione venosa centrale, algoritmi decisionali Difficilmente questo parametro è l’unico che cambia al variare di una situazione generale, e come accade per la pressione arteriosa, non è di immediata rilevazione perché il monitoraggio non è continuo come può spesso avvenire nell’adulto (la rilevazione in continuo richiederebbe un lume dedicato e un lavaggio continuo, ossia cateteri grossi e liquidi in più). Sono comunque stati elaborati due algoritmi, uno per l’aumento e uno per la diminuzione della pressione venosa centrale. Quando il dato rilevato non è nella norma innanzi tutto è necessario controllare che il trasduttore funzioni correttamente, che sia a livello dell’atrio del neonato, che non vi sia acqua lungo la prolunga che collega il CVC al trasduttore. Quando il dato rilevato è alto il primo dato da incrociare è la presenza o meno di agitazione del neonato. Anomalie dei dati rilevati, anche se apparentemente isolate, sia per variazioni verso il basso, sia verso l’alto, devono comunque essere fatte presenti al medico. In particolar modo un notevole innalzamento della PVC, associato ad una PA non elevata, è un dato da riportare subito al medico, sia perché, come specificato, la perfusione cerebrale è in stretta relazione con questi due parametri, e anche perché la rilevazione può portare alla decisione di iniziare o aumentare una eventuale infusione di ammine. La PVC elevata associata a PA bassa, più raramente, può fare sospettare una patologia cardiaca. 72 AUMENTO DELLA PRESSIONE VENOSA CENTRALE Controlla la posizione e il regolare funzionamento del trasduttore Neonato agitato Neonato tranquillo o sedato NO NO Il neonato èipertermico Rilevati problemi NO SI Considera altri fenomeni stressanti Esegui variazioni posturali, eventuale stimolazione rettale, offri il succhiotto Sono in corso infusioni di ammine SI SI Correggi e risolvi NO NO Considera la presenza di dolore controllando anche errori di prescrizione, di preparazione e di infusione di eventuali farmaci sedativi NO Controlla errori di prescrizione, preparazione e infusione (dosi diminuite) Situazione risolta E’ in corso riempimento volemico NO Rilevati problemi SI Controlla errore di velocità della infusione (aumentata) SI NO E’ in sede un drenaggio toracico Il neonato è addolorato NO SI NO Rilevati problemi SI Controlla schiacciamenti, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria SI Rilevati problemi Avverti il medico Correggi eventuali errori NO SI Correggi e risolvi 73 Riferisci comunque al medico la nuova situazione Comunque Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati DIMINUZIONE DELLA PRESSIONE VENOSA CENTRALE Controlla la posizione e il regolare funzionamento del trasduttore Rilevati problemi Sono in sede drenaggi addominali o toracici NO SI SI Correggi e risolvi NO Controlla immediatamente perdite ematiche Rilevati problemi NO Comunque Controlla la regolarità di tutti i parametri monitorati SI Fai immediatamente presente la situazione al medico Considera e valuta eventuali perdite ematiche o idriche importanti passate inosservate Riferisci comunque al medico la nuova situazione 74 11) Volume corrente 11.1) Accenni storici sul monitoraggio I primi respiratori artificiali erano in pratica semplici pompe che immettevano aria ad intermittenza all’interno dei polmoni del paziente, con frequenza variabile. Non si poteva estrapolare da essi nessun parametro valido, la ventilazione era controllata con spirometri da interporre tra circuito e tubo tracheale, non vi era nessuna indicazione precisa sulle pressioni che venivano a determinarsi all’interno dei polmoni del malato, se non quella rilevata da un semplice manometro. Solo verso la metà degli anni 60 viene commercializzata una macchina che, connessa al respiratore, poteva dare indicazioni sulla pressione di fine espirazione, pressioni medie e di picco. Solo molto più tardi, all’incirca nella seconda metà degli anni 70, i parametri di pressione e volume potevano essere letti dal respiratore stesso, compresi i volumi correnti inspiratori ed espiratori. (1) In campo neonatale solo da circa 10 anni si sono sviluppati ventilatori dedicati, soprattutto dopo l’avvento dei ventilatori a circuito aperto e ciclati non a tempo ma a flusso-pressione, che hanno reso possibile una migliore ventilazione soprattutto per i neonati pretermine. 11.2) range di normalità Indipendentemente dalle modalità respiratorie utilizzate, comunque pressometriche, in età neonatale si deve tendere ad ottenere una ventilazione efficace con la minima pressione di insufflazione possibile. I volumi correnti da utilizzare sono molto bassi, nell’ordine di 6 – 8 millilitri di gas pro chilo, per non iperinsufflare gli alveoli e minimizzare i danni da volutrauma. Le attuali conoscenze, oramai validate, come spesso accade sono maturate negli anni, prendendo atto delle problematiche che insorgevano in corso o dopo la ventilazione dei neonati, non di rado avvalendosi di riscontri autoptici. 75 Negli ultimi anni, inoltre, il problema dei danni polmonari da volutrauma e barotrauma si è andato facendo via via più pressante, perché il progredire delle conoscenze e delle tecnologie ha portato a fare sopravvivere sempre più neonati, e con età gestazionali sempre più basse. La ventilazione artificiale è assolutamente contraria rispetto a quella fisiologica: l’aria infatti viene immessa in pressione positiva nei polmoni e non entra quindi in seguito alla pressione negativa creata all’interno degli stessi dal lavoro dei muscoli respiratori. I polmoni dei bambini sono molto più delicati rispetto a quelli dell’adulto, il danno più eclatante e ad insorgenza rapida è il pneumotorace. Un lungo periodo di ventilazione artificiale e/o pressioni di insufflazione e volumi di gas troppo elevati causano nel neonato, e soprattutto il pretermine, l’insorgenza di una patologia detta broncodisplasia, che può essere avvicinata all’enfisema polmonare dell’adulto: a livello terminale gli alveoli si rompono formando piccole sacche con una ridotta capacità di scambio gassoso. Gli alveoli danneggiati non saranno mai più recuperati. I bambini che sviluppano questa patologia diventano ossigenodipendenti per lunghi periodi di tempo, nei casi più gravi vanno incontro a fibrosi polmonare e quadri di cuore polmonare cronico già in tenera età. (26) Un intero lavoro EBN, eseguito durante il decimo corso tenutosi in azienda, su questo tema e sui danni da ventilazione sul polmone del neonato non ha evidenziato nessun articolo infermieristico, ne per questa problematica ne per le altre che verranno esposte in seguito. (26) 11.3) Principali cause di diminuzione del volume corrente non strettamente legate allo stato patologico La principale causa di diminuzione del volume corrente è legata all’accumulo di secrezioni bronchiali, che creano aumento della resistenza all’ingresso dell’aria che giunge dal respiratore. 76 Come già specificato nel capitolo sulla saturazione periferica di ossigeno, episodi fugaci di broncospasmo sono relativamente frequenti nel neonato intubato, e sono causati per lo più da broncoaspirazioni, o, a volte, dal passaggio di piccole quantità di materiale salivare o gastrico dalla via digestiva a quella respiratoria, attorno al tubo tracheale che per i neonati non è cuffiato: il broncospasmo induce diminuzione dei volumi correnti. Boli di remifentanil possono provocare rigidità toracica e conseguente diminuzione dei volumi correnti. Uno svezzamento respiratorio troppo precoce oggi si evidenzia anche attraverso i nuovi ventilatori che eseguono agevolmente anche la ventilazione in CPAP. In questa modalità i volumi correnti troppo bassi testimoniano una autonomia respiratoria ancora insufficiente. 11.4) Principali cause patologiche di diminuzione del volume corrente Il volume corrente diminuisce a causa di patologie polmonari che inducono broncospasmo. Lo sviluppo di un pneumotorace riduce progressivamente il volume corrente. Crisi dolorose importanti possono dare ipoventilazione a causa dell’irrigidimento generalizzato del neonato, e quindi anche dei muscoli respiratori. 11.5) Interventi infermieristici che causano diminuzione ingiustificata del volume corrente La prima e più importante motivazione è la poco accurata toelette bronchiale, che causa un ingiustificato e dannoso accumulo di secreti. Broncoaspirazioni prolungate o eccessivamente invasive possono provocare crisi di broncospasmo con conseguente caduta dei volumi correnti. Il tubo tracheale fissato per errore troppo in profondità durante il cambio dei cerotti di fissaggio può causare l’intubazione selettiva del solo bronco destro, tale evenienza può riscontrarsi precocemente dalla diminuzione dei volumi correnti. 77 Il tubo tracheale che si angola per il malposizionamento del circuito respiratorio o per eccessivi movimenti del bambino è la principale causa meccanica della diminuzione del volume corrente. Come specificato parlando di altri parametri, il mancato controllo della pervietà di un drenaggio toracico inserito per evacuare aria, o la deconnessione accidentale di qualsiasi drenaggio toracico, sono condizioni che provocano PNX che, se diventa molto importante, provoca la diminuzione dei volumi correnti. L’erronea somministrazione di remifentanil in bolo è spesso responsabile di irrigidimento della parete toracica e conseguente crollo dei volumi correnti. L’erronea preparazione di farmaci broncodilatatori in infusione continua (dosi diminuite) o l’errata velocità di infusione (velocità diminuite), possono riacutizzare la situazione broncospastica provocando ipoventilazione. Una eccessiva dilatazione gastrica provocata da una non accurata aspirazione di aria e succhi gastrici dallo stomaco può, nei casi estremi, provocare risalita dei diaframmi e diminuire lo spazio ventilatorio, con conseguente diminuzione dei volumi correnti. 11.6) Discrepanza tra volume corrente inspiratorio ed espiratorio La prima valutazione da fare quando si nota che il volume espirato è più basso di quello inspirato è controllare che non vi siano perdite di gas a qualsiasi livello del circuito respiratorio, solo dopo l’attenzione si deve focalizzare sul bambino. Capita non di rado che il volume corrente espiratorio sia più basso di quello inspiratorio. Tale situazione si verifica perché i tubi tracheali nel neonato non sono cuffiati e, se non perfettamente a tenuta (come del resto auspicabile), fanno fuoriuscire una certa quantità di gas tra tubo e trachea. 78 Questa circostanza è accettabile solo se non viene compromessa la ventilazione e l’ossigenazione del neonato, e comunque deve essere segnalata al medico. La valutazione di questi parametri consente inoltre di elaborare alcune importanti valutazioni, ad esempio di evidenziare immediatamente una estubazione “coperta” in seguito al cambio dei cerotti di fissaggio del tubo o ad una eccessiva iperestensione del collo (grande differenza tra i volumi che prima non era evidenziata), o il miglioramento di una situazione di edema delle prime vie aeree (si evidenziano differenze tra i volumi che prima non apparivano). 11.7) Aumento dei volumi correnti E’ molto importante sapere cogliere l’eccessivo aumento dei volumi correnti, testimonianza del miglioramento della situazione polmonare che non si accompagna ad altre modificazioni, come al contrario avviene quando la situazione clinica peggiora. Per esempio: il neonato da noi assistito ha di base un broncospasmo sostenuto da una infezione polmonare, durante la notte la terapia broncodilatativa inizia a fare effetto e il broncospasmo tende a ridursi, il polmone diventa più “tenero”, e questa situazione porta all’aumento dei volumi correnti a parità di pressione di insufflazione impostata. Questa nuova situazione, se non riconosciuta, è causa di iperinsufflazione polmonare con danni da volutrauma, che in alcuni casi può anche evolvere verso il pneumotorace. E’ quindi importante che l’infermiere sia in grado di interpretare questi dati che, riferiti al medico, daranno il via all’impostazione di una nuova ventilazione più corretta e meno traumatica. 79 11.8) Volume corrente, algoritmi decisionali La variazione dei volumi correnti e dei loop testimoniano in tempo reale la modificazione della ventilazione e della situazione polmonare, il controllo attento di questi parametri permette di evidenziare il cambiamento di una situazione, nel bene o nel male, molto spesso prima che gli altri parametri emodinamici subiscano delle alterazioni. Sono stati elaborati tre algoritmi, evidenziando sia il peggioramento che il miglioramento del dato in analisi, e anche la discrepanza tra i volumi inspirati ed espirati, in questo ultimo caso l’attenzione si deve incentrare prima di tutto sul funzionamento del ventilatore. 80 DIM INUZIO NE DEI VO LUM I CO RRENTI Sono stati som m inistrati boli di farm aci sedativi NO Esegui una broncoaspirazione SI Situazione risolta F ai im m ediatam ente presente Il problem a al m ed ico aiuta a risolvere la situazione contro lla anche a situazion e ristabita NO Considera possibilità di TT troppo profondo soprattutto se i cerotti sono stati cam biati di recente Controlla la profondità del tubo anche valutando RX torace SI C orreggi e risolvi Rilevati problem i NO E’ in sede un drenaggio toracico NO SI Se il neonato è in ventilazione controllata considera crisi broncospastica o nuova situazione acuta polm onare (PNX). Se il neonato è in svezzam ento considera anche com e prim a causa l’affaticam ento respiratorio Controlla schiacciam enti, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria NO rileva tutti i param etri disponibili dal m onitoraggio Rilevati problem i SI C orreggi e risolvi Fai im m ediatam ente presente la situazione al m edico 81 AUMENTO DEI VOLUMI CORRENTI I volumi correnti inspiratori sono sovrapponibili a quelli espiratori Se il monitoraggio è disponibile si nota l’allargamento dei loop Miglioramento della situazione polmonare Avverti il medico che provvederà a diminuire le pressioni di insufflazione rendendo così la ventilazione meno cruenta e meno dannosa evitando volutraumi 82 DISCREPANZA TRA VO LUM I CO RRENTI INSPIRATI ED ESPIRATI Controlla che non vi siano perdite lungo tutto il decorso del circuito respiratorio Rilevate perdite Correggi e risolvi SI NO È in sede un drenaggio toracico SI NO Controlla che non vi sia abbondante perdita di aria (PNX rifornente) Presenza di PNX rifornente NO Il tubo tracheale “sfiata” se la situazione è di nuova insorgenza considera il m iglioram ento di una situazione di edem a delle alte vie respiratorie SI Avverti il medico m antieni controllata la situazione Controlla che la situazione non sia controproducente valutando soprattutto la ventilazione e la saturazione periferica di ossigeno Com unica al m edico la nuova situazione 83 12) Loop pressione volume 12.1) Accenni storici sul monitoraggio La lettura in continuo della compliance polmonare è una delle più recenti innovazioni tecnologiche che sono entrate a far parte delle possibilità di monitoraggio respiratorio nelle terapie intensive. Solo da 5-6 anni infatti sono entrati nell’uso corrente i monitor che calcolano immediatamente i valori delle pressioni e dei volumi durante tutto il ciclo respiratorio e li convertono in onde e grafici circolari, denominati loop. Queste onde e loop sono l’espressione in tempo reale della ventilazione che si sta attuando e della risposta elastica del parenchima polmonare e della gabbia toracica. Si visualizzano sugli appositi schermi i dati relativi a flusso-tempo, pressione-tempo, flusso-volume e pressione volume. Dalla interpretazione di questi grafici i medici preparati riescono ad estrapolare importanti informazioni sulla situazione polmonare e sulle strategie di ventilazione. A livello infermieristico l’onda di maggiore interesse è quella di pressione volume. 12.2) La curva pressione volume normale Nel disegno è rappresentata un onda regolare. Volume pressione In condizioni ottimali di ventilazione ad una pressione non elevata di insufflazione corrisponde una buona quantità di volume di gas che entra nei polmoni, questa situazione si 84 traduce anche con l’espressione di buona compliance polmonare, non occorrono grandi pressioni per raggiungere volumi correnti adeguati, la ventilazione è meno traumatica. Il loop si presenta come un ovale abbastanza regolare e molto aperto. 12.3) Principali situazioni anomale volume pressione Quando l’onda è schiacciata come evidenziato nel disegno significa che anche impostando elevate pressioni si ottengono piccoli volumi, questa situazione si traduce anche con l’espressione di cattiva compliance polmonare o polmone “duro”: sono necessarie elevate pressioni per raggiungere il volume corrente adeguato a consentire una efficace ventilazione. Quando il loop da normale diventa schiacciato significa che l’aria fa più fatica ad entrare, le situazioni più comuni sono il broncospasmo o un importante ingombro secretivo, o la progressiva ostruzione del tubo. Volume pressione 85 In questo loop ad un certo punto la linea diventa orizzontale: aumentano solo le pressioni senza che vi sia nessun aumento di volume. E’ una situazione di polmone “troppo pieno”: anche aumentando le pressioni non può più entrare aria. Indipendentemente dalla causa di insorgenza, un’onda di questo tipo deve essere immediatamente segnalata al medico, perché la ventilazione in corso è solo causa di inutili danni da pressione. I loop possono inoltre presentarsi incrociati, molto spesso a causa di patologie polmonari che causano broncospasmo e air trapping; oppure essere molto allungati verso l’alto o non chiusi a causa di differenze tra i volumi correnti inspirati ed espirati. 12.4) Schiacciamento dei loop pressione volume Nelle ventilazione pressometriche il loop è anche, in pratica, l’espressione grafica del valore numerico del volume corrente. Quando il loop si schiaccia diminuisce parallelamente il volume corrente. Per quanto riguarda lo schiacciamento dei loop, sia in relazione alle cause non strettamente legate allo stato patologico, sia in relazione alle principali cause patologiche, sia in relazione agli interventi infermieristici, si rimanda ai paragrafi riguardanti le modificazioni dei volumi correnti. A parità di pressione di insufflazione qualsiasi causa che determina la diminuzione dei volumi correnti provoca anche lo schiacciamento dei loop pressione-volume. 12.5) Altre interpretazioni infermieristiche dei loop pressione volume Le linee di queste onde e loop devono essere continuative e armoniche, ogni ostacolo alla progressione dei gas crea dentellamenti e oscillazioni delle linee, immediatamente percepibili: questo dato visivo, di semplice rilevazione, indica l’accumulo di acqua lungo i tubi del circuito respiratorio o accumulo di secrezioni alte nei polmoni del neonato, problema che si deve immediatamente risolvere. 86 12.6) Normalizzazione dei loop pressione-volume Come già specificato trattando dei volumi correnti, è estremamente importante che l’infermiere sappia cogliere anche il miglioramento della situazione, per evitare inutili danni polmonari da volutrauma. La situazione che migliora deve essere segnalata al medico che imposterà una ventilazione meno invasiva. 12.7) Loop pressione-volume, algoritmi decisionali Come già specificato parlando dei volumi correnti, anche la variazione dei loop testimoniano in tempo reale la modificazione della ventilazione e della situazione polmonare, il controllo attento delle curve, oltretutto manifestazioni grafiche ben visibili anche se non si è vicini al respiratore, permette di evidenziare il cambiamento di una situazione, nel bene o nel male, molto spesso prima che gli altri parametri emodinamici subiscano delle alterazioni. Anche per questo parametro, di valenza sovrapponibile e in stretta relazione con i volumi correnti, sono stati elaborati tre algoritmi: schiacciamento, allargamento e irregolarità dei loop. 87 SCHIACCIAM ENTO DEI LOOP È stato erroneamente somministrato un bolo di remifentanil NO Esegui una broncoaspirazione SI Situazione risolta Fai im m ediatam ente presente Il problem a al m edico aiuta a risolvere la situazione controlla anche a situazione ristabita NO Considera possibilità di TT troppo profondo soprattutto se i cerotti sono stati cambiati di recente Controlla la profondità del tubo anche valutando RX torace SI Correggi e risolvi Rilevati problemi NO E’ in sede un drenaggio toracico SI Controlla schiacciamenti, “rulla” per rimuovere eventuali tappi che ostacolano la fuoriuscita di siero o aria NO Considera crisi broncospastica o nuova situazione acuta polmonare (PNX). NO rileva tutti i parametri disponibili dal monitoraggio Rilevati problemi SI Correggi e risolvi Fai immediatamente presente la situazione al medico 88 ALLARGAMENTO DEI LOOP Aumento dei volumi correnti inspiratori È in sede un drenaggio toracico SI Controlla che non vi sia abbondante perdita di aria (PNX rifornente) Presenza di PNX rifornente NO NO Miglioramento della situazione polmonare SI Avverti il medico mantieni controllata la situazione Avverti il medico che provvederà a diminuire le pressioni di insufflazione rendendo così la ventilazione meno cruenta e meno dannosa evitando volutraumi 89 IRREGOLARITA’ DEI LOOP Loop incrociati o estremamente irregolari Loop non chiusi o estremamente allungati Loop “dentellati” Controlla che non vi siano perdite lungo tutto il decorso del circuito respiratorio Rilevate perdite C’è acqua nei circuiti SI NO SI NO La situazione polmonare è peggiorata o la modalità ventilatoria è inadeguata Risolvi la situazione Il tubo tracheale “sfiata” se la situazione è di nuova insorgenza considera il miglioramento di una situazione di edema delle alte vie respiratorie Avverti subito il medico per riprogrammare una ventilazione adeguata Esegui una broncoaspirazione Controlla che la situazione non sia controproducente valutando soprattutto la ventilazione e la saturazione periferica di ossigeno Situazione risolta Comunica al medico la nuova situazione 90 13) Altri monitoraggi possibili in epoca neonatale ma di utilizzo non comune 13.1) Rilevazione transcutanea della pressione parziale capillare di ossigeno e anidride carbonica E’ l’unico particolare monitoraggio che non si può applicare ad un paziente adulto, e nemmeno ad un bambino: è possibile rilevare i valori transcutanei di ossigeno e anidride carbonica capillare, per avere risultati attendibili, solamente ai nati pretermine, perché hanno uno strato corneo cutaneo molto sottile e permeabile. La rilevazione di questi parametri avviene tramite un picolo sensore che si applica ad un particolare sostegno con la forma di un bicchierino, che si attacca da un lato alla cute per mezzo di una superficie adesiva, e dall’altro al sensore. Tra cute e trasduttore, all’interno del bicchierino, deve essere interposto un particolare liquido di trasduzione. In condizioni ottimali i dati raccolti si avvicinano a quelli della gasanalisi arteriosa, con rilevazione in continuo. Il sistema di monitoraggio è comunque poco utilizzato perché gravato da non pochi limiti ed inconvenienti, innanzi tutto l’età gestazionale del neonato. Il trasduttore per funzionare correttamente deve essere completamente a contatto con il liquido di trasduzione: se si interpone una bolla d’aria o la parte adesiva del portatrasduttore si stacca dalla cute del neonato (evenienza molto comune), il dato rilevato non è più attendibile. Per la rilevazione corretta è inoltre necessario che la cute sottostante il trasduttore sia riscaldata a 40 gradi: questo impone di dovere spostare ogni 2 ore l’elettrodo per evitare ustioni alla delicata cute del pretermine e ogni volta dovere ripetere la taratura dello strumento; altro elemento non di poco conto è che un neonato pretermine, come si può immaginare, non ha una grandissima quantità di cute utilizzabile per questo monitoraggio che comporta un così frequente spostamento dell’elettrodo. 91 13.2) Rilevazione della anidride carbonica espirata Il funzionamento e le apparecchiature sono identiche a quelle per gli adulti, è solo più piccolo il foro in cui passa l’aria per essere analizzata (tra tubo tracheale e circuito respiratorio), per ridurre al minimo l’ulteriore spazio morto che si viene a creare. Questo tipo di monitoraggio non è di uso routinario nel neonato, all’infuori che nei portatori di alcune patologie cardiache e nei rari traumi cranici. Anche per quanto riguarda la rilevazione di questo parametro esistono delle limitazioni. Il circuito, per quanto piccolo, aumenta lo spazio morto: il neonato ventilato, contrariamente all’adulto, tende facilmente all’ipercapnia, qualsiasi presidio che si interpone tra circuito respiratorio e tubo tracheale causa aumento della anidride carbonica nel sangue. Inoltre i rilevatori hanno lo svantaggio di essere pesanti e di produrre calore, durante l’eventuale utilizzo è quindi necessario prestare la massima attenzione al fine di non causare trazioni eccessive sul tubo tracheale ed evitare ustioni alla delicata cute del neonato. 14) monitoraggi non possibili in epoca neonatale Sui neonati non è possibile utilizzare importanti monitoraggi che possono venire impiegati senza particolari problemi sull’adulto. In particolare i monitoraggi eseguibili con i cateteri polmonari e con il cosiddetto PiCCO, in grado di misurare portata cardiaca, resistenze periferiche, acqua intra ed extrapolmonare. L’impossibilità è legata alle dimensioni dei cateteri da utilizzare, che sono, per il momento, troppo grossi per potere essere adottati in epoca neonatale. Sono già in commercio sistemi di monitoraggio innovativi basati sulla tecnologia a fibre ottiche: cateteri arteriosi a fibra ottica in grado di misurare in tempo reale saturazione di ossigeno, temperatura, pressione parziale di ossigeno e anidride carbonica, PH, e altri dati ancora. Queste apparecchiature sono poco utilizzate perché estremamente costose. I cateteri a 92 fibra ottica sono ancora troppo grossi per essere utilizzati sul neonato anche se nel centro in cui lavoro ne fu sperimentato uno inserito in arteria ombelicale. Il sistema ha funzionato ma l’accesso arterioso utilizzato è gravato, come già specificato, dalla possibilità di insorgenza di gravi complicanze e la metodica, per il momento, è stata abbandonata. 93 C) TERZA PARTE 15) Conclusioni Questo elaborato mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze ricercando in campo internazionale le tematiche relative alla gestione del neonato critico, e anche di aumentare la mia pratica nell’ambito della ricerca EBN. Sulla terapia intensiva neonatale l’area grigia infermieristica è molto vasta, come ho avuto modo di dimostrare. Con questo lavoro spero di avere contribuito non certo a dare certezze, ma a sistematizzare la mia esperienza ed a fare riflettere sulle modalità di gestione in questo particolare ambito assistenziale. Leggendo l’elaborato è chiaramente percepibile quanto sia importante, in questo campo, forse più che in altri, l’azione infermieristica anche routinaria, per dare il massimo comfort al neonato e disturbarlo il meno possibile: la tranquillità del neonato corrisponde ad una auspicabile stabilità dei parametri vitali, già solo questo aiuta a rendere più efficace la terapia e a ridurre le complicanze collegate alla patologia di base. Inoltre questo lavoro non resterà fine a se stesso, ma sarà messo a disposizione di tutti gli infermieri della rianimazione neonatale e pediatrica in cui lavoro. Spero anche possa essere inserito, accanto alla tanta documentazione presente, all’interno del sito EBN dell’azienda S.Orsola-Malpighi, per potere essere ulteriormente divulgato. Infine desidero ringraziare il Dottor Paolo Chiari, che mi ha concesso la sua piena disponibilità e ha reso possibile la realizzazione di questo lavoro. 94 Bibliografia 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) Poli M, Abelli S – L’evoluzione delle tecnologie in ambito sanitario. 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