Solennità di San Francesco di Sales

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Solennità di San Francesco di Sales
Solennità di San Francesco di
Sales - il vescovo emerito
Dante Lafranconi celebra la
Santa Messa solenne
24 gennaio 2017, ricorrenza speciale per le nostre sorelle
visitandine, festa del Santo Fondatore dell’Ordine della
Visitazione di Santa Maria, San Francesco di Sales.
I Vespri con adorazione hanno preceduto la celebrazione
eucaristica delle 18,00 presieduta dal vescovo emerito di
Cremona Dante Lafranconi e concelebrata dai sacerdoti
soresinesi, guidati dal parroco don Angelo Piccinelli, e della
Zona Pastorale Terza. Una presenza, quella del vescovo
Lafranconi, ancora più significativa per la ricorrenza del suo
venticinquesimo di ordinazione episcopale.
Il parroco don Angelo Piccinelli, nel suo saluto di benvenuto
e di ringraziamento, non ha mancato di sottolineare questo
traguardo, contestualizzando nell’ambito della ricorrenza di
San Francesco di Sales. Due Vescovi, due evangelizzatori che,
ciascuno nel proprio tempo, hanno risposto alla chiamata del
Signore e si sono messi al servizio della comunità, rendendo
grazie al Signore per il loro ministero. Il parroco don
Piccinelli non ha mancato di ricordare la figura di Francesco
di Sales, vescovo di Ginevra che il 6 giugno 1610 ad Annecy,
in Francia, fondò l’ordine monastico visitandino scegliendo
come prima guida Giovanna Francesca Frémyot di Chantal.
Nella sua omelia, il vescovo Lafranconi ha condiviso con
l’assemblea un ricordo: <<La grazia dell’episcopato, che 25
anni fa il Signore mi accordava, mi fa tornare alla mente che
proprio a pochi giorni mia ordinazione mi ritirai all’interno
del Monastero Visitazione Como. E’ bello che, a distanza 25
anni, la Visitazione torni sulla mia strada, qui, oggi, in
questo Monastero. E non credo che sia un caso essere qui
oggi>>.
Quindi, passando a commentare le Scritture, il vescovo
Lafranconi ha accostato S. Paolo (una cui lettera è stata
letta all’assemblea durante la liturgia) e S. Francesco di
Sales: <<S. Francesco di Sales ha creduto fermamente che tutti
i cristiani fossero chiamati alla santità e che questa
prospettiva sia alla portata di tutti, perché Dio non chiama
nessuno a mete non adatte alla propria portata o impossibili.
La ricerca di questa grazia ci accompagna quotidianamente ed è
bello rispondere a questa vocazione della santità e tendere al
massimo, ad un amore (quello di Dio) senza limiti. E il
cristiano mira all’alto, perché sa di essere amato da Dio. E
S. Francesco Sales ci fornisce un esempio di questo cammino di
santità. San Paolo e San Francesco di Sales, poi, sono stati
due instancabili evangelizzatori; hanno cercato di tracciare
cammini sicuri per la catechesi. Come loro, vi invito a
ritrovare il gusto di approfondire la bellezza della fede
cristiana, la conoscenza vera di Gesù. Non lasciamoci smarrire
di fronte allo stile del nostro tempo che confida molto nella
tecnologia>>.
Durante la celebrazione, una preghiera speciale è stata
riservata ai giornalisti e agli operatori della comunicazione
di cui San Francesco di Sales è patrono.
Audio omelia vescovo Dante
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S. Francesco di Sales, Messa
di
Lafranconi
alla
Visitazione
Sarà il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, a
presiedere, nel pomeriggio di martedì 24 gennaio, nella chiesa
del Monastero della Visitazione, a Soresina, la Messa nella
festa di san Francesco di Sales, il vescovo di Ginevra che il
6 giugno 1610 ad Annecy, in Francia, fondò l’ordine monastico
visitandino scegliendo come prima guida Giovanna Francesca
Frémyot di Chantal.
La solenne celebrazione sarà preceduta, alle 17, dai Vespri
con adorazione eucaristica.
Quindi alle 18 la solenne Eucaristia. Accanto a mons.
Lafranconi ci saranno il parroco di Soresina don Angelo
Piccinelli e gli altri sacerdoti della parrocchia.
Concelebreranno anche alcuni preti del circondario (e nello
specificio della zona pastorale 3) o particolarmente legati
alla piccola comunità claustrale soresinese guidata dal maggio
scorso della soresinese madre Maria Teresa Maruti.
Durante la celebrazione si pregherà in modo particolare per i
giornalisti e gli operatori della comunicazione di cui San
Francesco di Sales è patrono.
In mattinata, infatti, presso il Centro pastorale diocesano di
Cremona la figura di san Francesco di Sales sarà ricordata
nell’ambito del tradizionale incontro del mondo della
comunicazione con il Vescovo: il primo momento di confronto
insieme a mons. Napolioni (Leggi la notizia).
Biografia di San Francesco di Sales
Nato a Thorens il 21 agosto 1567, concluse a Lione i suoi
giorni, consunto dalle fatiche apostoliche, il 28 dicembre del
1622, l’anno della canonizzazione di San Filippo Neri, che
Francesco conosceva attraverso la Vita scritta dal Gallonio, a
lui inviata dall’amico Giovanni Giovenale Ancina. Iscritto
nell’albo dei Beati nel 1661, fu canonizzato nel 1665 e
proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII.
Francesco di Sales si formò alla cultura classica e filosofica
alla scuola dei Gesuiti, ricevendo al tempo stesso una solida
base di vita spirituale. Il padre, che sognava per lui una
brillante carriera giuridica, lo mandò all’università di
Padova, dove Francesco si laureò, ma dove pure portò a
maturazione la vocazione sacerdotale. Ordinato il 18 dicembre
1593, fu inviato nella regione del Chablais, dominata dal
Calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione,
scegliendo non la contrapposizione polemica, ma il metodo del
dialogo.
Per incontrare i molti che non avrebbe potuto raggiungere con
la sua predicazione, escogitò il sistema di pubblicare e di
far affiggere nei luoghi pubblici dei “manifesti”, composti in
agile stile di grande efficacia. Questa intuizione, che dette
frutti notevoli tanto da determinare il crollo della
“roccaforte” calvinista, meritò a S. Francesco di essere dato,
nel 1923, come patrono ai giornalisti cattolici.
A Thonon fondò la locale
da Papa Clemente VIII con
nostri” nel 1598 “iuxta
Oratorii de Urbe”. Il suo
Congregazione dell’Oratorio, eretta
la Bolla “Redemptoris et Salvatoris
ritum et instituta Congregationis
contatto con il mondo oratoriano non
riguardò tanto la persona di P. Filippo, quanto quella di
alcuni tra i primi discepoli del Santo, incontrati a Roma
quando Francesco vi si recò nel 1598-99: P. Baronio, i PP.
Giovanni Giovenale e Matteo Ancina, P. Antonio Gallonio.
L’impegno che Francesco svolse al servizio di una vastissima
direzione spirituale, nella profonda convinzione che la via
della santità è dono dello Spirito per tutti i fedeli,
religiosi e laici, fece di lui uno dei più grandi direttori
spirituali. La sua azione pastorale – in cui impegnò tutte le
forze della mente e del cuore – e il dono incessante del
proprio tempo e delle forze fisiche, ebbe nel dialogo e nella
dolcezza, nel sereno ottimismo e nel desiderio di incontro, il
proprio fondamento, con uno spirito ed una impostazione che
trovano eco profondo nella proposta spirituale di San Filippo
Neri, la quale risuona mirabilmente esposta, per innata
sintonia di spirito, nelle principali opere del Sales –
“Introduzione alla vita devota, o Filotea”, “Trattato
dell’amor di Dio, o Teotimo” – come pure nelle Lettere e nei
Discorsi.
Fatto vescovo di Ginevra nel 1602, contemporaneamente alla
nomina dell’Ancina, continuò con la medesima dedizione la sua
opera pastorale. Frutto della direzione spirituale e delle
iniziative di carità del Vescovo è la fondazione, in
collaborazione con S. Francesca Fremiot de Chantal,
dell’Ordine della Visitazione, che diffuse in tutta la Chiesa
la spiritualità del S. Cuore di Gesù, soprattutto attraverso
le Rivelazioni di Cristo alla visitandina S. Margherita Maria
Alacocque, con il conseguente movimento spirituale che ebbe
anche
in
molti
Oratori,
soprattutto
dell’Italia
Settentrionale, centri di convinta adesione.
Il Vescovo alla Visitazione:
Parola da accogliere nel
profondo per far nascere Gesù
in noi e attorno a noi
È con il grazie alle monache visitandine «che dedicano se
stesse alla lode di Dio e all’intercessione per la comunità
cristiana e per il mondo intero» che il vescovo Antonio
Napolioni ha iniziato la Messa celebrata domenica 18 dicembre,
nella quarta domenica di Avvento, presso il Monastero della
Visitazione di Soresina. Appuntamento consueto e ben accolto
dalla comunità claustrale e parrocchiale.
L’Eucarestia, celebrata nella familiarità, ha visto la
presenza di padre Giuseppe Ripamonti, collaboratore
parrocchiale a Soresina, e del cerimoniere episcopale don
Flavio Meani. Il servizio liturgico è stato garantito dal
seminarista Alberto Bigatti, che nei fine settimana è presente
in parrocchia, insieme al giovanissimo ministrante Alessandro.
Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto dal brano evangelico,
ha anzitutto guardato al tema del generare, «grande questione
del nostro tempo, delle nostre comunità, delle nostre
famiglie». Non solo perché le statistiche dicono che ogni anno
cala il numero dei bambini che nascono, ma perché questo è il
segno di una sterilità non solo biologica, ma anche
spirituale, culturale, umana e cristiana. Segno della paura
nei confronti del futuro, a fronte di un Dio che fa esplodere
la “fecondità” a servizio di tutti gli uomini nel Figlio fatto
uomo.
Da qui l’invito a lasciarsi infiammare dallo Spirito Santo,
come fece Giuseppe. Proprio rileggendo la sua vicenda l’invito
del Vescovo a essere sempre una comunità contemplativa e di
preghiera. Un atteggiamento che proprio la «calma» del
Monastero visitandino facilita. E allora non è mancato un
nuovo «grazie alle sorelle visitandine perché tengono viva
questa capacità di sognare, di guardare avanti anche se sono
sempre di meno qui, ma sempre di più a Casa, nel cuore di Dio,
sempre più povere e simili a Cristo Gesù». E ha concluso:
«questo è il mistero da contemplare, da adorare e dal quale
ripartire con fiducia».
Dopo le Comunioni è stata proclamata, nel raccoglimento
silenzioso, la preghiera a Maria, Aurora di Salvezza.
Maria, tu sei l’annuncio, Maria, tu sei il preludio,
Maria, tu sei l’aurora, Maria, tu sei la vigilia,
Maria, tu sei la preparazione che corona e mette termine
al secolare svolgimento del piano divino della redenzione;
tu il traguardo della profezia,
tu il punto d’arrivo del pensiero di Dio,
«termine fisso d’eterno consiglio ».
La tua apparizione, o Maria, nella storia del mondo
è come una luce del mattino,
ancora pallida e indiretta,
ma soavissima, ma bellissima;
la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare;
il destino felice dell’umanità,
la sua possibile salvezza, è ormai sicuro.
Tu, o Maria, lo porti con te.
(Paolo VI – 8 settembre 1965,
festa della natività di Maria Santissima)
Al termine della celebrazione il saluto del parroco di
Soresina, don Angelo Piccinalli, reduce dalla conclusione
delle Missioni popolari cittadine, che ha ringraziato il
Vescovo per il gesto di delicatezza nei confronti della
comunità delle claustrali porgendo gli auguri di un Santo
Natale.
La Messa si è conclusa con il canto a Maria “Dell’Aurora tu
sorgi più bella” in un’unica voce corale… pregare cantando
insieme per sottolineare ancor di più l’atmosfera e l’ascolto
di questa sentita celebrazione domenicale, ultima di Avvento.
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Sabato alla Visitazione di
Soresina la presentazione del
libro “Maria. Iconografia
mariana a Soresina”
Sarà sabato 3 dicembre, alle 20.45, presso la chiesa del
Monastero della Visitazione, a Soresina, sarà presentato il
libro “Maria. Iconografia mariana a Soresina”, edito dal
locale Gruppo culturale “San Siro”, autori Adele Emilia
Cominetti e Rinaldo Vezzini.
L’idea è nata nel 2014, durante le celebrazioni del Giubileo
di Ariadello, nel 350° anniversario della fondazione del
Santuario (11 maggio 1664). La ricerca si conclude nel 2016,
Anno Santo del Giubileo della Misericordia, con il ricordo dei
duecento anni di fondazione del Monastero della Visitazione in
Soresina, il 24 aprile 1816.
È una ricchezza inaspettata quella dell’iconografia mariana in
Soresina che, escludendo le santelle, annovera quasi un
centinaio di raffigurazioni mariane documentate dai due
percorsi sui quali è impostata la ricerca.
Il primo percorso passa in rassegna le sedici tipologie con
cui il soggetto mariano si presenta, ad esempio Madonna del
Libro, della Rosa, del S. Rosario, del Carmine, di Loreto, di
Caravaggio. Nel secondo si seguono le tracce di un’ideale
biografia di Maria, dai momenti della sua vita terrena al
Cielo.
Non, perciò, semplici rappresentazioni, ma immagini di tipo
narrativo che rispondono non solo a uno scopo devozionale, ma
anche didattico fortemente promosso nel periodo della Riforma
Cattolica da cui partono buona parte delle immagini.
Una ricerca, dunque, delle tracce della biografia spirituale e
umana della Madre di Gesù con i riferimenti, soprattutto, alle
scene tratte dai Vangeli canonici, ma senza trascurare quelle
tramandate
cristiana.
dalla
devozione
popolare
e
dalla
tradizione
Sono state riunite interpretazioni dello stesso soggetto
nell’arco di secoli, in stili diversi e con tecniche diverse,
declinate secondo il mutare del tempo storico e la diversa
sensibilità degli artisti oppure rimaste immutate non solo nel
messaggio ma anche nel modo di realizzazione.
Alla voce dell’arte e della storia è stata aggiunta anche
quella della poesia con scelta, nel copioso e variegato
repertorio della poesia mariana, di liriche adatte al tema
trattato.
Il volume si presenta in grande formato, ricco di
illustrazioni, con una grafica accurata. La documentazione
storico-artistica ha l’obiettivo di dare consapevolezza del
valore delle opere d’arte che abbiamo nella nostra città, di
sensibilizzare alla loro cura e conservazione.
La serata sarà allietata da musica d’organo, immagini e brani
di letteratura accompagnati dai canti del Coro Psallentes
della Parrocchia soresinese.
Locandina della serata
Gli autori del volume
"Beati voi. Felicità e avere
il cuore di Dio"- Scuola
della parola, zona Terza
La Zona pastorale III e l’Azione Cattolica propongono un
percorso di Scuola della Parola (anno 2016/2017) dal titolo
“Il segreto di una vita buona e bella” – Il discorso della
montagna nel Vangelo di Matteo, incontri di Lectio Divina con
Paola Bignardi.
Nel primo appuntamento, al Monastero di Soresina, dal titolo
“Beati voi. Felicità e avere il cuore di Dio” al centro le
Beatitudini (Matteo 5,1-12).
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a
sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e,
mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i
profeti prima di voi.
Lactio Divina, Paola Bignardi
La ricerca della felicità orienta le nostre scelte ed è insita
in noi. “Gioia per sempre” è un desiderio che abita nel cuore
di ciascuno di noi. Spesso ci chiediamo che senso abbia
vivere, faticare, amare, portare avanti delle responsabilità
se poi tutto è come un soffio. Il nostro desiderio di pienezza
fugge e questo ci rende inquieti. Gesù nelle beatitudini ci
indica la strada per la gioia piena secondo il Vangelo. Le
beatitudini sono un manifesto della gioia umana secondo il
vangelo.
Beati i poveri in spirito… La gioia per la ricchezza materiale
dura un giorno, mentre la gioia del Regno è quella vera.
Quello è il vero tesoro. Occorre distogliere lo sguardo dai
falsi tesori, riconoscere e accettare i propri limiti, mentre
invece spesso cerchiamo di mascherare le nostre mancanze. Solo
chi si abbandona a Dio è felice, libero e possiede il Regno.
Beati gli afflitti… Come è possibile che chi è triste diventi
gioioso? Cerchi la felicità e intorno c’è il dolore. Come fai
a non rendertene conto, a non condividere la sofferenza che
c’è? Dividi il dolore con gli altri. Ne ricavi la consolazione
di avere un cuore più sensibile, capace di compassione. Noi
crediamo che se una persona manifesta compassione sia debole.
Papa Francesco a Lampedusa ce lo ha chiesto: “Adamo dove sei?”
o ancora: “Dove è tuo fratello?”. Chi ha pianto per la morte
di quei nostri fratelli? Abbiamo dimenticato il piangere, ma
le lacrime ci fanno guardare le cose nel cuore.
Beati i miti… I miti sono fiduciosi in Dio anche nel dramma.
Il Salmo 37 dice: “ Sta nel silenzio, davanti al Signore”. I
miti sperano nel Signore, sanno che Dio è dalla loro parte.
Credono nell’efficacia dell’amore a tutto accolgono.
Beati quelli che hanno fame… si danno da fare per costruire un
mondo più giusto, ma senza prepotenza, da miti.
Beati i misericordiosi… Perdonano sempre come Dio. Una
misericordia che sempre perdona. Dio da sempre la possibilità
di ricominciare. In questo giubileo è cambiato qualcosa in
noi?
Siamo più capaci di astenerci dal giudizio? Siamo
arcigni? La buona notizia del Regno la comunichiamo? Siamo un
po’ meno tristi? Dedichiamo tempo agli altri?
Beati i puri di cuore… Chi lo cerca col cuore potrà vedere
Dio. Chi agisce con cuore pulito, semplice, trasparente, senza
un cuore doppio. Chi agisce cosí ha un occhio luminoso! Vede
la presenza del Signore con occhio limpido e vede Dio nella
realtà del povero.
Beati gli operatori di pace… Sono felici quelli che si danno
da fare per la pace. Hanno relazioni serene e vere. Dio fa
toccare loro con mano che sono suoi figli. Rifiutano
l’isolamento individualistico. Vedono l’umanità che cresce
come famiglia.
Beati i perseguitati… Non produce applausi vivere secondo
Gesù. Si trovano ostilità, ma possiamo affrontare tutto questo
con Dio.
Chi vive secondo le Beatitudini sperimenta già il Regno!
Beati voi quando vi insulteranno… è anche esperienza di oggi.
Quelli uccisi nel mondo. La scelta di credere ha dei prezzi! I
giovani che credono vengono scherniti e isolati, temono di
essere sbeffeggiati. Credere è una scelta non scontata, non è
ovvia, è frutto di una scelta vera.
Rallegratevi ed esultate… Non essere triste! La felicità non è
gioia spensierata! La nostra felicità è vivere come lui in
lui. Significa avere una vita piena, avere in noi il cuore di
Dio.
Nella situazioni quotidiane comuni ci sono tutte le
Beatitudini. Esse ci spingono a vivere secondo la nostra
umanità più profonda. L’annuncio bello del segreto della vita
è possibile in fiducia del Padre. Le Beatitudini vanno lette
secondo le situazioni che stiamo vivendo. Con occhi puri e
spirito mansueto.
Quali sono le Beatitudini che mi interpellano adesso, in
questi giorni?
Dove sto cercando la mia felicità in questo momento della mia
vita? Dove la sto trovando? Che cosa mi fa sentire realizzato?
Tra le nove beatitudini ce n’è una proclamata e scritta per
me, che devo individuare e realizzare, che ha in sé la forza
di farmi più uomo, che contiene la mia felicità. Qual è?
Quanto mi convince questa “ricetta della felicità”, capovolta
rispetto a quella ritenuta efficace nel mondo?
Lectio Paola Bignardi
Testimonianza Paola Bignardi pdf
Oltre alla Lectio, in tutte le serate c’è spazio per l’Oratio
e per l’Actio. Quest’ultimo momento è di volta in volta tenuto
da testimoni privilegiati dei luoghi ospitanti, in questo
primo incontro l’Actio è stato proposto da una monaca
visitandina.
Actio Monaca Visitandina
Testimonianza monaca visitandina pdf
Alcune foto
La locandina pdf
Scuola della Preghiera - Zona
pastorale III
I GIOVANI IMPARANO L’ARTE DI PARLARE CON DIO…alla scuola delle
Beatitudini
Da venerdì 14 ottobre 2016, ore 20.45, presso il Monastero
visitandino avrà inizio la Scuola della preghiera, promossa
dalla zona III.
“L’arte di parlare con Dio” è il titolo di un opuscolo di S.
Carlo Borromeo (scritto, tra l’altro, a Sabbioneta, nel
Convento Cappuccino di Vigoreto, nel 1582) ed è il modo con
cui l’autore definisce la preghiera. L’espressione, certamente
originale, mette in evidenza come il cristiano, pregando,
entri in una relazione diretta e personale con Dio. Per
dialogare con il quale, tuttavia, è necessaria una vera e
propria “arte”. Da imparare. Nella quale allenarsi. Meglio
ancora: da esercitare. Alla quale bisogna essere iniziati. Per
rimanere nella quale è utile essere accompagnati. Non che sia
difficile pregare, e neppure complicato: ma poiché la sua
sostanza è l’amore, si presta a molte interpretazioni e
divagazioni… e perfino a qualche deviazione. In effetti, ci si
può illudere di “conversare con Dio”, parlandosi addosso in un
soliloquio sterile e narcisista. Così come è possibile
dichiarare, in parole e gesti, una dedizione viscerale a
qualcuno essendo, in realtà, innamorati solo di se stessi.
Dunque, poiché amare è un’arte… anche pregare! Da cinque anni,
a Soresina, è proposta, con alterna fortuna, una sorta di
“scuola di preghiera” indirizzata soprattutto ai giovani: con
la “pretesa” di instillare, nei ragazzi e nelle ragazze di
oggi, il gusto di “parlare con Dio”. Ascoltando la sua Parola
e adorando la sua Presenza. Facendo esperienza di un contatto
vero, insomma. Personalmente e in gruppo. Un’opportunità che,
ostinatamente, osiamo rilanciare ancora, convinti di
rispondere ad un bisogno profondo, benché inespresso, dei
nostri adolescenti. Al diritto che hanno di vivere “rimanendo
in Gesù”. Interiormente uniti a Lui. Unificati in Lui. Sarà un
itinerario di “apprendimento” dell’arte di pregare attraverso
le beatitudini evangeliche: “Beati voi!”. Nel contesto,
davvero speciale, del Monastero della Visitazione. Con il
“supporto” biblico di don Marco d’Agostino. Ogni primo (o
quasi) venerdì del mese a partire dal 14 ottobre. Destinatari?
Tutti i giovani: assetati di abbeverarsi alle acque limpide
del Mistero, o tormentati dalla voglia di “scoprire” Dio, o
semplicemente… curiosi di verificare se sia davvero possibile
che Dio “parli a noi come ad amici” (Conc. Vat. II, Dei
Verbum, 2).
Locandina: Scuola Preghiera Giovani 2016_2017
Possibilità
di
ritiri
e
momenti di spiritualità al
Monastero della Visitazione
Nell’anno in cui si apre in diocesi il Sinodo dei Giovani, le
monache di clausura della Visitazione “aprono le porte” del
Monastero di Soresina ai giovani. Lo faranno a partire dalle
prossime settimane, mettendo a disposizione dei gruppi
parrocchiali e delle associazioni spazi per esperienze di
preghiera e silenzio.
Il Monastero Visitandino sta riattivando i locali adiacenti
alla chiesa interna per l’accoglienza di gruppi autogestiti
(parrocchie, associazioni religiose e laiche, gruppi di
meditazione, etc.) che desiderano fare un’esperienza di
preghiera e silenzio, coordinati da un responsabile
(sacerdote, religioso/a, catechista o altro).
Predisposta un’ampia sala, adatta per incontri pastorali,
conferenze, giornate di ritiro e momenti di fraternità.
Accanto un altro salone garantirà spazio per il pernottamento
con sacco a pelo di una cinquantina di persone. Naturalmente
con la disponibilità di bagno (anche per disabili). E non
mancherà un piccolo spazio all’aperto, proprio dei locali.
Ogni gruppo potrà vivere l’esperienza in completa autonomia,
pur con la possibilità di partecipare alla preghiera liturgica
delle monache ed, eventualmente, avere colloqui personali con
le claustrali.
Si tratta di un’opportunità pensata in modo particolare per
vivere con momenti di ritiro e preghiera i tempi forti
dell’anno liturgico.
La Comunità, inoltre, è disponibile ad accoglie anche giovani
ragazze e signore che desiderino vivere momenti di preghiera e
di silenzio, sia per discernimento vocazionale che per
rafforzare la fede e l’unione con il Signore nel proprio
vivere quotidiano.
Proprio a motivo del senso per il quale questi spazi sono
concessi, non vi sarà una tariffa prestabilita per
l’accoglienza: i gruppi potranno lasciare un’offerta per il
sostegno del Monastero.
Per
informazioni
e
verificare
possibilità
e
modalità
d’accoglienza contattare il Monastero della Visitazione di
Soresina
(tel.
0374-342390,
email [email protected]).
Nella memoria di S. Agostino
“Fratelli carissimi, si ami anzitutto Dio e quindi il
prossimo, perché sono questi i precetti che ci vennero dati
come fondamentali.” S. Agostino
Viva + Gesù
Le monache della Visitazione hanno una devozione
particolare per S. Agostino e ne festeggiano la
memoria perché è il loro Legislatore. Esse militano
infatti sotto la sua Regola. Regola che si apre con
questo articolo:
“Sorelle carissime, si ami anzitutto
Dio e quindi il prossimo, perché sono questi i
precetti che ci vennero dati come fondamentali”
e si conclude con questo auspicio:
“Il Signore vi conceda di osservare
con amore queste norme, quali innamorate della
bellezza spirituale ed esalanti dalla vostra santa
convivenza il buon profumo di Cristo, non come serve
sotto la legge, ma come donne libere sotto la
grazia”.
S. Agostino, grande Padre e Dottore della Chiesa, ha
sintetizzato la sua spiritualità in quella lapidaria
espressione:
“Ama e fa’ ciò che vuoi”
S. Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine della
Visitazione, si pone sulla stessa linea, asserendo:
“Nella santa Chiesa tutto appartiene all’amore, vive
nell’amore, si fa per amore, e viene dall’amore”
Perciò alle sue figlie raccomanda:
“Fate tutto per amore e niente per forza, ma tutto
in forza del divino amore”.
Dio sia benedetto
La Regola di Sant’Agostino è la più antica regola monastica
tramandata in occidente.
Agostino la scrisse intorno all’anno 397, ossia dopo essere
stato consacrato vescovo di Ippona nel 395/396.
Nelle poche pagine che la compongono, Agostino intende
trasmettere ai membri della sua comunità monastica i principi
fondamentali della vita religiosa comunitaria. Nel testo è
costantemente percepibile il fondamento biblico del suo
messaggio. L’ideale della comunità cristiana di Gerusalemme
delle origini viene portato come esempio per i valori
spirituali fondamentali di amore e comunione. Ad Agostino non
preme tanto di disciplinare le piccolezze della vita
quotidiana, quanto di proporre l’atteggiamento di fondo
dell’amore cristiano da cui scaturisce la vera comunità.
Sono complessivamente tre le regole, tramandate a loro volta
in diverse versioni, che nel corso della storia sono state
attribuite alla penna di Sant’Agostino. Si tratta della
“Regola per le donne” (Regularis informatio), della “Regola
per gli uomini” (Praeceptum) e della “Fondazione di un
monastero” (Ordo monasterii). Negli ultimi decenni, ampie
ricerche filologiche hanno dimostrato che solo il Praeceptum,
in una versione per le donne e una per gli uomini, può essere
attribuita con certezza ad Agostino.
La regola può essere scaricata qui: La Regola di S. Agostino
Suor Anna Giuseppina
Casa del Padre
alla
È tornata alla Casa del Padre suor Anna Giuseppina,
visitandina del nostro amato Monastero….con un caro e
affettuoso abbraccio e la preghiera vogliamo essere vicine
alle care sue sorelle di clausura..
L’ultimo saluto terreno sarà Lunedi 22 agosto, festa della
Beata Vergine Maria Regina, alle ore 10.45, nella chiesa del
Monastero…ove già è possibile farle visita..
Un "prestito" speciale per il
nostro Monastero
E’ un momento particolare per il nostro Monastero, non ultimo
la convalescenza della Madre Maria Teresa da un’operazione,
ora risolta…momento particolare che ha condotto alla decisione
da parte della Madre federale di mandare due monache “in
prestito” alle nostre soresinesi.
Sono arrivate martedì 26 luglio suor Maria Amata dal monastero
di Como e suor Maria Valeria da quello di Pinerolo. Staranno a
Soresina per un periodo non ancora fissato e doneranno un
aiuto prezioso.
Benvenute!