03 impa tipibraidesi/COLORE
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03 impa tipibraidesi/COLORE
martedì 28 novembre 2006 ‘‘ ‘‘ ‘‘ ‘‘ Ha curato gli interni di una delle vetture di Giovanni Paolo II e gestisce collaborazioni anche con Pininfarina, Bertone e Giugiaro Tra i clienti, anche lo Sceicco del Kuwait. Però non disdegna certo di rifare la sella della bici a un pensionato che glielo chieda Mario Pietrapertosa, originario della provincia di Potenza, titolare dell’autoselleria “Pmg”, vanta lavori di prestigio «Ho preparato l’auto del Papa» B ra è una città piena di sorprese e tante ne abbiamo incontrate nella nostra ampia carrellata sui “tipi braidesi”. Come succede in tutte le città, grandi metropoli o piccoli centri di provincia, è spesso difficile scoprire queste piccole realtà, vuoi perché chi ne è fautore e protagonista non ama troppo mettersi in mostra, vuoi perché, soprattutto nell’ambito del lavoro artigianale, si tratta di nicchie operose che realizzano grandi cose di cui non si parla. Ad esempio, quanti braidesi sanno che gli interni dell’auto papale di Karol Woityla, Papa indi- Mario Pietrapertosa e la moglie, signora Maria, impegnati nel loro prementicabile, sono stati realizzati zioso lavoro di precisi arredatori di interni di auto, specie se prototipi. sotto la Zizzola da Mario Pietra- l’azienda ha incrementato il lavo- suoi “datori” di lavoro? pertosa, titolare dell’autoselleria ro, e quindi le assunzioni, e a 25 «Pininfarina, Bertone, GiugiaPmg, con sede nell’Oltreferrovia, anni mi sono ritrovato caporepar- ro... Ma, al di là di questi grandi in via Boetto 2? to. Questo lavoro è andato avanti nomi, tengo a sottolineare una coMa andiamo per ordine e rac- fino all’89, quando la ditta ha sa: sul lavoro non ho mai mandacontiamo la vita di questo auten- chiuso. È stato questo il momen- to via nessuno, nel senso che, se tico personaggio. to in cui ho deciso di iniziare viene da me un vecchietto per riMario arriva in Piemonte all’e- un’attività autonoma». fare la sella della sua bicicletta, tà di 5 anni, quando la sua famiglia Come è stato il passaggio da io la faccio comunque. Il fatto di si trasferisce dal paese di origine dipendente a imprenditore di se fare lavori a grande livello non mi a Collegno. preclude interventi “minori!». stesso? Qui frequenta le scuole ele«L’inizio, come in genere per Diciamo che il suo lavoro è mentari e parte della scuola media, tutti gli inizi, è stato... disastroso. innanzitutto una grande pasma prima del termine degli studi Ma ben presto mi hanno cono- sione... arriva il lavoro. sciuto a Torino, a livello di proto«È una cosa mia, che mi ap«Mia sorella Angela», ricorda tipista». partiene. E questo fa sì che, per Mario, «lavorava a Torino in una Che cosa significa? me, siano sullo stesso piano sia il grande selleria e, quando è arrivata «Vuol dire che si faceva sempre vecchietto, con la sua sella della l’ora di decidere che cosa fare, se soltanto una vettura, il prototipo, bici, che il signor Giugiaro, per il continuare a studiare o comincia- poi pensare alla produzione era quale ho lavorato». re a lavorare, mi ha proposto di compito delle grandi aziende con Quindi le sue creazioni sono entrare nell’azienda dove lei era la catene di montaggio. Sono en- finite su macchine davvero imcaporeparto delle cucitrici. Ho ac- trato nell’ambiente grazie a un portanti? cettato. Avevo 15 anni e ricordo carrozziere di Caramagna Pie«Sì, come ad esempio quella di che il primo giorno di lavoro si monte che faceva vetture per gli papa Giovanni Paolo II». protrasse per ben dieci ore e devo Emirati Arabi, il quale mi ha chieÈ proprio qui che volevo ardire che così è stato fino all’11 ot- sto di realizzare l’interno di una di rivare. Mi racconti un po’ quetobre scorso, giorno in cui ho queste e un’azienda torinese che sta storia, per favore. compiuto cinquant’anni». E, na- ha visto il mio lavoro si è infor«Il tutto è partito da un’azienda turalmente, così continua... mata chi io fossi e mi ha contat- di Torino che, conoscendo il mio Il lavoro, cominciato così pre- tato: di là sono partito a eseguire lavoro, ha lasciato perdere i sellai sto, come dipendente, ha certa- lavori per altre aziende». della città sabauda e mi ha chiamente avuto la funzione di una Mi può fare il nome di alcuni mato. Quando mi hanno illustrascuola, per lei. «Diciamo che, avendo cominciato a lavorare a 15 anni, mi sono fatto un’esperienza abbastanza lunga, prima di mettermi in proprio. A 21 anni, infatti, ho lasciato la fabbrica di Torino e sono arrivato alla Rayton Fissore, dove si costruivano i fuoristrada Magnum, commissionati anche dalla Polizia di Stato. All’inizio eravamo in tre La vettura di Giovanni Paolo II su cui Mario Pietrapertosa, nel suo laboratorio di o quattro persone, poi Bra, è intervenuto per adattare e migliorare gli interni che ospitarono il Papa. to il tipo di lavoro che avrei dovuto fare per modificare la vettura in questione, ho chiesto per chi fosse e la risposta è stata: “Per la persona più importante del mondo, papa Woityla!”. Per Giovanni Paolo II, lo ammetto, l’avrei fatta anche gratis, perché per me è stato un pontefice eccezionale, senza dubbio il più grande tra quelli che ho conosciuto. Così il lavoro è partito. Lei deve sapere che le grandi aziende, come la Mercedes e la Lancia, propongono le vetture in prestito d’uso, giocando, naturalmente, sul fattore pubblicità a livello mondiale. È stato il più bel progetto, sia sotto l’aspetto economico che di soddisfazione personale, che io abbia mai realizzato». Altri progetti che lei ha portato a termine? «Tra tutti devo ricordare i lavori fatti per i Paesi arabi, ad esempio l’auto personale della madre dello Sceicco del Kuwait. La signora è immobilizzata e non può camminare, quindi abbiamo realizzato per lei una limousine Mercedes, tutta blindata, con il sedile posteriore unico che ruota su se stesso e scorre fino a terra, in modo che il passeggero portatore di handicap possa, senza difficoltà, scendere dall’auto e, aiutato, salga su una sedia a rotelle. Lo Sceicco, poi, si è rifatto fare tutto l’interno della sua vettura blindata, un interno realizzato con una imbottitura sofficissima perché lui ama, quando si sposta con l’auto, letteralmente sprofondare sui sedili. Nel corso della vita, poi, sono tantissimi e di vario genere i progetti che ho realizzato, per Bertone, Giugiaro o Pininfarina...». Ma in genere si tratta di macchine di grande produzione o di realizzazioni esclusive destinate a un acquirente di target eccezionale? «Sono sempre proposte che poi, valutate dall’azienda che deve produrle, vanno al cinquanta per cento almeno in produzione. Faccio un esempio per tutti: la Mrj, uno spider Toyota commercializzato attorno ai 40.000 euro, quindi a livello di molte altre macchine normalmente sul mercato». La passione per il suo lavoro, però, non preclude al signor Mario di fare lavori, naturalmente nel settore, di ogni genere e di diverso peso economico: dalla sella della bicicletta, come abbiamo 3 LA CARTA D’IDENTITÀ ■ DATI ANAGRAFICI Mario Pietrapertosa è nato ad Acerenza, in provincia di Potenza, l’11 ottobre 1956, da papà Francesco e mamma Donata. A completare la famiglia, due sorelle, Angela e Rosa, e un fratello, Canio. Il signor Mario è sposato con la signora Maria Geracitano, la quale lavora con il marito, e dal loro matrimonio è nato un figlio, Fabio, che ha 28 anni e fa il rappresentante. ■ STUDI E PROFESSIONE Dopo la scuola media, a soli 15 anni, Mario va a lavorare in una ditta di Torino (allora la sua famiglia viveva a Collegno) che si occupa di selleria auto, chiamato dalla sorella che già svolgeva l’attività in un reparto della medesima azienda. Dopo alcuni anni viene chiamato alla “Rayton Fissore” di Cherasco, dove si costruivano i Magnum e dove, a 25 anni, si ritrova caporeparto. Nel 1990 il grande salto e l’inizio dell’attività in proprio che, dopo le prime difficoltà iniziali, come sempre succede, prende il volo. ■ HOBBY Sarebbe comunque difficile, per Mario, trovare tempo libero per qualche hobby. Ma leggendo la sua storia scoprirete che anche lui ne ha uno, sorprendente. ● Il signor Mario Pietrapertosa fotografato (a sinistra) negli anni Ottanta, quando era caporeparto alla “Rayton Fissore” di Cherasco, l’azienda dove si realizzava anche il Magnum, il famoso fuoristrada. detto nel corso di questa chiacchierata, a quella della moto: «Tutto, compreso naturalmente i costi di realizzazione, è proporzionato al prodotto che il singolo richiede. Aver fatto la macchina al Papa, non significa rendere inaccessibile a chiunque tutto il resto». E mi mostra una Lancia Y, di quelle a due colori, di recentissima produzione, il cui proprietario ha richiesto il rifacimento degli interni in pelle bicolore, secondo un disegno ben definito. O il sellino rifatto di una potente moto, a dimostrare che questo lavoro è alla portata di tutti, anche dell’appassionato della propria auto che desidera semplicemente darle un tocco personale. E poi ci sono le vetture d’epoca, per le quali occorre documentarsi, con foto e dettagli del passato, per riportarle in forma, ma senza modificarle, perché si andrebbe a toccare in negativo il loro valore. Con il signor Mario lavora la moglie Maria, conosciuta ai tempi del primo lavoro a Torino e addetta alla cucitura. E questo è l’altro aspetto splendido della storia del nostro personaggio: una crescita d’amore e di professionalità insieme alla propria compagna. Il suo è un lavoro estremamente impegnativo, che certamente le riempie tutto il tempo. C’è ancora spazio per qualche hobby? «Direi di no. Ma del resto il mio hobby preferito è il mio lavoro, è una questione di passione. Così, quando mi resta un po’ di tempo, mi dedico a rifare l’interno di auto mie, come mi è successo per una vecchia Fiat 500, e la differenza con il lavoro vero e proprio sta nel fatto che mi prendo tutto il tempo che voglio, con la massima calma, senza essere pressato da scadenze di nessun tipo. Del resto io amo quello che faccio. È una cosa che ho dentro». Caterina Brero