esiti lavoro di gruppo 13 aprile Puglia

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esiti lavoro di gruppo 13 aprile Puglia
Sabato 13 aprile 2013, incontro associativo ARIAC PUGLIA: potenza - potere / maschile - femminile
FASE INDIVIDUALE PREVENTIVA - 2 step:
Definizione di “POTERE” dal “SABATINI”: Capacità di imporre il proprio volere ad altri, di influenzarne il comportamento, le opinioni.
Facoltà concreta di fare o non fare qualche cosa; Capacità di influire su persone;
Funzione affidata per legge al titolare di una carica; Balia, dominio esercitato sugli altri.
L’esercizio del potere può essere tanto visibile quanto invisibile, e forse, nel secondo caso, il suo grado di influenza è decisamente maggiore, rispetto al
primo, che può essere anche monitorato. Il potere si colloca anche in una sfera semantica molto astratta . . . per cui il termine potere è quello che
meglio si configura per rappresentare il funzionamento della mente. IL POTERE SI ESPRIME IN AZIONI PENSIERI ATTIVI E PASSIVI CHE SI
RI\PRODUCONO SENZA BISOGNO di RELAZIONE.
Definizione di “POTENZA” dalla TRECCANI: “Se la potenza corrispondesse alla buona volontà!”(I. Nievo). In senso relativo, la caratteristica, la
condizione di chi può una determinata cosa; anche nell’espressione ant. avere potenza di, essere nelle condizioni di compiere un determinato atto,
esser capace di certi atti o effetti
Definizione di “POTENZA” dal “SABATINI”: Possibilità di determinare qualcosa, di influire su qualcuno o su qualcosa, di esercitare un ruolo egemone
Persona che può molto.“La potenza è un frutto del tutto interiore, è una potenzialità che può o non può essere esercitata a seconda della scelta
individuale di colui che la possiede (e non tutti la posseggono, anzi è un frutto sempre più raro perché richiede una dose di responsabilità individuale e
sociale non indifferente). LA POTENZA É ESPRESSIONE di UNA ENERGIA FECONDA CHE SI SVILUPPA SOLO NELLA RELAZIONE.
CONSEGNA 2 step:
•
•
narra un episodio che ti ha visto protagonista (o osservatore) in cui hai agito o visto agire il “POTERE” e le emozioni ed i pensieri che ne hai ricavato;
descrivi una esperienza di lavoro in cui hai agito la “POTENZA” e riporta le acquisizioni che hanno nutrito la tua vita professionale di lì in poi:
Nota 1) Secondo la mitologia la potenza risiede nel rapporto primario con la madre che però è interdetto, come dice Luce Irigaray, “dall’ordine sociale”. La nostra cultura, la stessa psicoanalisi, vogliono infatti che la
madre resti interdetta, esclusa. Il padre interdice il “corpo a corpo con la madre" cioè la relazione "con la sicurezza della prima ora": la placenta quale prima casa rappresentabile in forma incruenta. Il legame vivente
con la madre, con la potenza creatrice femminile, diventa veicolo mortifero perché ri-introduce nel buio, nella notte, nell’immobilità, nell’assenza, in tutto ciò che è rappresentato nella caverna platonica”. Per quanto
riguarda la donna la cui potenza risiede sempre nella relazione con la madre Irigaray afferma: “dove si trova l’immaginario e la simbolica della vita intrauterina e del primo corpo a corpo con la madre? In quale notte, in
quale follia vengono lasciati? . . . E chi crederebbe, d’altronde, all’innocenza di questo legame con la madre, dal momento che, a chi tenta di ricollegarsi con lei, ritorna in primo luogo il delitto che è stato commesso e
perpetuato contro di lei?". Allora, per Luce Irigaray, diventa centrale per donne ed uomini la responsabilità dell’"annullare il debito"contratto con la madre” e la "dimenticanza della potenza" della madre, con i relativi
effetti sull’uomo e sulla donna.
Nota 2) Nel foglio Metro Luisa Muraro scrive 19 marzo 2013: Non occorre essere cattolici per ammirare quei signori vestiti di rosso che recentemente a Roma hanno eletto il papa. Conoscono il potere e molti di loro lo
amano, ma quando viene il momento sanno che l’autorità vale di più: si sono confrontati tra loro ma non hanno eletto il più competitivo, hanno preferito uno che sapeva perdere e gli hanno dato l’autorità necessaria.
Non confondere l’autorità con il potere è una lezione preziosa. Purtroppo, però, viene da un pulpito che non ci dà il buon esempio: sono tutti ed esclusivamente uomini, cioè portatori di un’autorità patriarcale, tipica di
una civiltà che sta franando. La lezione che l’autorità vale in sé e più del potere, resta valida. Il Parlamento italiano, oh miracolo, l’ha subito imparata e applicata eleggendo alla presidenza della Camera e del Senato
due brave e stimate persone. Anzi, ha fatto di più: ha portato la lezione all’altezza dei tempi che cambiano, eleggendo una donna, Laura Boldrini, alla presidenza della Camera. Papa Roncalli avrebbe parlato di
aggiornamento, una parola bonaria, secondo il suo stile, che ne sostituiva una più giusta ma spinosa per i cattolici: riforma. Intendiamoci bene, uomini politici e uomini di chiesa! Cooptare qualche donna non è la
risposta, si tratta in primo luogo di voi e delle vostre costruzioni mentali e storiche, che sono da riformare. Donne dentro alla macchina dei poteri forti o meno forti, non fanno un grande cambiamento. Quello di cui ha
bisogno il governo del mondo è che ci sia, visibile e riconosciuta, autorità femminile. Ne ha bisogno anche la religione.
Gruppo 1: Apollonia, Gino e Ludovico.
POTERE
Fisiologico nei gruppi,
ma deve rispondere a istanze
etiche e di MISURA: va
CONDIVISO e DISTRIBUITO.
Disorientante,
se supera i limiti propri
della funzione.
Agito in un’ottica di servizio
non genera lacerazioni.
POTENZA
DIMENSIONATA,
INTERPRETATA,
DISTRIBUITA e
SOLLECITATA.
PROMOSSA dall’A.C.
attraverso l’interazione,
il protagonismo, la
condivisione, la creatività.
VISIONE PROSPETTICA:
DARE SENSO A TUTTE LE ESISTENZE!
Gruppo 2: Angela, Anna, Cecilia e Lina.
POTERE
Manipolatorio
Mascherato
Arrogante
Del Re nudo
Direttivo
Necessario
Condizionare ed
influire sulle
scelte degli altri.
Compiacere gli
altri facendo di più
del lavoro che
compete creando
dipendenza.
Riuscire ad
imporre la
propria volontà.
Far credere agli
altri di aver
lavorato tanto
senza aver svolto
nessuna attività.
Trasmettere il
sapere senza far
parlare gli alunni
ed accogliere i
loro sentimenti.
In alcune
circostanze e
implica
un’assunzione di
responsabilità
(anche in
solitudine) per il
bene del singolo e
della collettività.
Dire i “no” di
limite e di
contenimento.
POTENZA
INSEGNAMENTO
DECENTRATO, CENTRALITÁ
DELLA RELAZIONE: parlare
con gli alunni, far parlare gli
alunni ed accogliere i loro
sentimenti.
MANIFESTAZIONE
DEL DESIDERIO E
DEL SOGNO
all’interno di una
condivisione.
MINIMO DEL POTERE MASSIMO DELLA POTENZA
PROMOSSA
attraverso l’A.C.
che favorisce la
ridistribuzione
del potere in aula.
Gruppo 3: Iolanda, Lia e Sipontina.
POTERE
Imporsi a
prescindere,
non mettersi in
gioco.
Non essere nella
situazione e non
sapere ascoltare.
Non valorizzare
il contributo
delle alunne e
degli alunni
nella interazione
pedagogica.
Imporre
attraverso i “no”
del
rifiuto/distanza.
Ciò che si insegna
è più importante
di chi apprende.
Cibarsi di
dominio.
Non vedere la
differenza tra
femminile e
maschile.
POTENZA
Essere insieme
alle alunne e
agli alunni e
dare respiro alla
fiducia nella
parola.
Dire i “no” che
fanno muovere
nel processo di
crescita.
Può darsi solo se
si ciba d’amore.
Può essere
riconosciuta
solo da alunne e
alunni che sono
in un processo
di crescita.
Gruppo 4: Annamaria, Rosa e Maria.
POTERE
Classista
Malato
Ignora l’altro, lo rende
oggetto e lo annulla
per un fine che
appartiene solo a chi
esercita il potere. Non
vive nella relazione,
non muove la
reciprocità.
Di sopraffazione
É sopraffazione esercitata dagli uomini e dalle donne su chi è debole, è
agita con modalità differenti (aggressività fisica, sarcasmo, indifferenza)
che sempre umiliano l’altro privandolo del “desiderio vitale”.
É il potere
classista della
scuola e la
spacciata
“neutralità”
dei saperi.
POTERE GENERATIVO
POTENZA
Nella scuola POTENZA è credere in un futuro possibile, è accoglienza senza farsi domande, è trascendere verso gli altri, facendo intenzionalmente
spazio dentro di sé. È lo sguardo profondo per l’altro, che riconosce e nomina, che restituisce dignità e cittadinanza. Non si può parlare di
conoscenze e competenze se prima non si accoglie, se prima non si dà valore. É questa la potenza delle docenti e dei docenti quando danno
cittadinanza e dignità ad ognuno, quando svegliano le potenzialità, quando passano alle/agli alunne/i la fiducia, quando restituiscono
l’ammirazione e la spinta trasformativa del desiderio che è POTENZA di apprendere “a cambiare”. Questa potenza vive nella relazione e muove
la reciprocità. Nella scuola è potente chi è consapevole che nell’interazione con gli altri si può essere migliori, chi da senso alle azioni, allo sguardo,
alla presenza, chi si assume la responsabilità di cambiare il sistema delle relazioni in cui agisce, chi va oltre i rituali, gli efficientismi sterili.
. . . nota metodologica . . .
AFFONDIAMO O NUOTIAMO
INSIEME?
Perchè la cooperazione sia efficace occorre che ci siano abilità che fanno
capo non solo alla dimensione sociale ma anche all'individuo, come la
RESPONSABILITÁ INDIVIDUALE.
Il rispetto
dei tempi
RUOLI di RELAZIONE:
incoraggiare, ascoltare, richiamare l'attenzione, controllare il rispetto dei ruoli assegnati, stimolare la
partecipazione, far rispettare il turno di parola, controllore il tono della voce, verificare la tenuta dei tempi.