Delrio e la Manodori - Comune di Reggio Emilia
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Delrio e la Manodori - Comune di Reggio Emilia
press unE GAllETTA DI REGGIO 13/01/2012 Delrio e la Manodori «Via da Unicredit appena possibile» «Nessuno tifa per il crollo della banca, ma Reggio non può più permettersi di esservi legata mani e piedi» ch Massi!~ Serena «Noi adesso stiamo guardando la piena del Po da un ponte di Brescello, ma è da tempo che piove, sono anni ormai». Usa questa metafora da Protezione Civile, il sindaco Graziano Delrio, per rompere il silenzio sulla situazione in cui versa la Fondazione Manodori, E la metafora serve ora al sindaco per dire soprattutto che la morale è quella che lui va predicando «inascoltato» da quasi dieci anni. «E' del tutto evidente che una banca di respiro internazionale com'è nei fatti Unicredit sia esposta piit di altre realtà alla crisi finanziaria che squassa l'Europa. Per questo, oggi, non voglio entrare nel merito dell'ultima decisione presa dal consiglio generate. Quasi certamente - sottolinea il primo cittadino nel colloquio con la Gazzetta chi ha deciso di investire ulteriormente in azioni Unicredit avrà le sue ragioni. lo, al posto dei consiglieri mi sarei opposto a questa ulteriore esposizione della Manodori nella banca di piazza Cordusio, ma capisco anche il momento di particolare criticità e il tentativo di recuperare parte del patrimonio che in questi mesi è andato perduto». Sembra quasi distinguersi, il sindaco, rispetto al coro che, dalla sua parte politica, si è alzato in questi giorni chiedendo dimissioni e conimissariamento del board di Palazzo del Monte. «Condivido il senso dell'intervento del segretario del Pd Roberto Ferrari dice il primo cittadino anche se mi trovo in un ruolo diverso rispetto a loie devo attenermi a quello che ho sempre detto nelle sedi deputate: la ricetta è sempre quella e parte dalla diversificazione del patrimonio e devo dire che i consiglieri espressione dell'ente locale sino sono sempre spesi in questa direzione». Poi Dein° sottolinea un dato storico: «i mali di questa Fondazione hanno un denominatore comune nella mancata diversificazione del patrimonio. Un tasto, questo, su cui il sottoscritto picchia da anni, senza peraltro ottenere risultati. Quando ho preso parte sindaco Gr o torna a chi all'audizione ho ripetuto le mie tre richieste, che prescindono dalle dimissioni dei consiglieri: ho chiesto la tutela delle erogazioni per il sociale e la cultura, la diversificazione del patrimonio e la modifica della statuto dell'ente. Mi è stato irsposto che chiedevo un mira- icazionedel natrldnanio della Manodori colo. E io a mia volta ho risposto che in questo momento sono in tanti a dover fare i miracoli, dai sindaci alle prese can. il taglio dei finanziamenti e la necessità di garantire i servizi, fino alle famiglie che devono arrivare a fine mese, con stipendi che perdono potere d'acquisto e spese che invece aumentano sempre più». Borghi meglio dei predecessori, quindi? «Sul primo punto, quello delle erogazioni - dice Delirio dò atto al presidente Borghi di aver tenuto fin qui fede alla mission principale dell'ente. E mi auguro che allo stesso modo tenga fede all'impegno preso per le erogazioni di questi anni. Sugli altri due punti, invece - chiosa Delrio al di là di tante parole, non ho visto i fatti». E ora sono proprio i fatti che Delrio attende: «Appena il titolo lo consentirà, vendere. La diversificazione del patrimonio non può attendere oltre. E a questo proposito mi auguro che in città nessuno faccia il tifo affinché Unicredit affondi. Sarebbe una sciagura per il Paese e per la comunità locale. Detto questo però mi auguro anche che i membri degli organi decisionali della Manodori abbiano d'ora in poi una sola ossessione: ovvero quella di garantire le erogazioni per il sociale e la cultura di questa città». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 3 Delrio e la Mamdasi : «Ila da Aieredit aGli vati Se,:oItirdbor. .„... Una delle ti ni del consiglio generale della Manodori