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Screening privati | 1
Massimo Valsecchi
La nuova frontiera del marketing sanitario sono le campagne di disease awareness,
modalità di comunicazione che permette alle ditte farmaceutiche di rivolgersi direttamente
ai cittadini.
Risulta utile riflettere sull’articolo scritto da una general practitioner sugli screening
offerti in Inghilterra , a pagamento, da compagnie private[1].
L’articolo descrive l’attività di una compagnia privata che pubblicizza una vasta
batteria di screening a pagamento utilizzando oltre che i media locali anche
lettere personali inviate a domicilio dei (futuri) pazienti.
Nelle lettere vengono illustrati i benefici di una prevenzione degli stroke tramite esami
elettrocardiografici e controlli doppler della pervietà dei vasi arteriosi che vengono
effettuati installando postazioni diagnostiche negli atri di chiese o di grandi magazzini per
un costo medio di 100\200 sterline.
In aggiunta sono offerti controlli sull’osteoporosi e una valutazione sui rischi cardiaci a dieci
anni, che comprende l’analisi di glicemia e colesterolemia.
Nella lettera , gli utenti vengono informati che questi screening non sono richiesti dal loro
general practitioner perché la strategia del NHS è di limitarne l’uso ai soggetti che
presentano già sintomi o hanno una specifica familiarità.
Altre compagnie private offrono alla popolazione asintomatica test che “possono aiutare ad
identificare segni di malattie gravi prima della comparsa dei sintomi quali malattie
cardiache, cancro del polmone e del colon ed aneurismi”.
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Screening privati | 2
L’autrice evidenzia che gli screening dovrebbero essere offerti solo in presenza di robuste
prove di efficacia , elemento fondamentale ma spesso dimenticato (anche nel nostro Paese:
vedi offerta ministeriale del PSA[2]) tanto che fra gli esami proposti viene inserito lo
screening per il carcinoma polmonare. Osserva, inoltre, che anche per gli screening di
sicura efficacia il messaggio che viene divulgato dalle aziende private è fuorviante dato che
non vengono presentati gli aspetti negativi, quali i falsi positivi e i sovra trattamenti,
connessi a questa pratica preventiva.
Questa modalità parziale e tendenziosa di diffondere informazioni non è stata, per altro,
specifica delle sole campagne di marketing delle aziende private. In passato, la
comunicazione sugli screening effettuati a carico dei Servizi sanitari nazionali tendeva ad
enfatizzare gli aspetti positivi di questi interventi.
Successivamente, una maggior esigenza di trasparenza nella comunicazione dei limiti ha
comportato la definizione di linee guida a livello europeo[3-5] e a livello italiano[6,7] e anche
Regionale[8].
Comune denominatore di queste linee guida è, infatti, l’indicazione nella comunicazione
degli screening di fare esplicito riferimento anche ai loro limiti .
Ad esempio, “le donne invitate allo screening, infatti, non sono malate e solo alcune di esse
svilupperanno un tumore alla mammella nel corso della loro vita. Per tali motivi è vitale
informare queste donne in modo corretto ed esaustivo sui benefici ma anche sugli eventuali
rischi e limiti delle procedure di screening affinché possano compiere una scelta
consapevole nell’effettuare o meno il test di screening” (da linee guida europee).
Questa riflessione inglese sui confini fra interventi pubblici e privati induce ad alcune
considerazioni ulteriori:
La strategia del settore privato di organizzare campagne di marketing in ambito sanitario
sta diventando e diventerà sempre più pressante. Queste ultime iniziative si collocano,
infatti, nel solco già ben delineato delle campagne di disease awareness, modalità di
comunicazione che permette alle ditte farmaceutiche di rivolgersi direttamente ai
cittadini per sensibilizzarli su una determinata malattia e rilevare la popolazione a
rischio, che di solito è invitata a rivolgersi al suo medico per richiedere ulteriori
indagini[9,10].
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Screening privati | 3
A differenza della pubblicità sui farmaci da prescrizione, attualmente vietata in Europa, le
informazione relative alla salute e/o alle malattie umane (disease awareness) sono
autorizzate, purché non contengano alcun riferimento, neppure indiretto, ad un
medicinale[11]. Questa modalità di comunicazione è in molti casi riconducibile al
disease mongering[7] termine molto adatto a descrivere forme di medicalizzazione basate
sull’aumento delle patologie trattabili, al fine di espandere il mercato di medicinali[12].
Questo tipo di strategie non potrà non influire sulle disuguaglianze sanitarie. È,
infatti, chiaro che specie nelle zone dove l’offerta attiva e gratuita di prestazioni preventive
di provata efficacia da parte dei servizi sanitari nazionali è carente , sarà solo la parte di
popolazione socialmente più forte che si avvarrà dell’offerta che nasce dalle strutture
private.
Massimo Valsecchi. Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ULSS di Verona.
Bibliografia
McCartney M. What companies don’t tell you about screening. BMJ 2012; 344: e2311
doi:10.1136/bmj.e2311
Prevenzione del tumore alla prostata. La polemica sulla campagna ministeriale. [PDF: 200
Kb] Dialogo sui Farmaci 2010; 3:140.
Giordano L, Webster P, Segnan N, Austoker J. Guidance on breast screening
communication. In: Perry N, Broeders M, de Wolf C, et al., eds. European Guidelines for
Quality Assurance in Breast Cancer Screening and Diagnosis, 4th edn. Luxembourg:
European Communities, 2006: 379–394 Tradotte in italiano e scaricabili su Gisma.it.
Giordano L, Webster P, Anthony C, et al. Guidance on communication in cervical screening.
In: Arbyn M, Anttila A, Jordan J, et al., eds. European Guidelines for Quality Assurance in
Cervical Cancer Screening, 2th edn. Luxembourg: European Communities, 2008: 243-266.
Austoker J, Giordano L, Hewitson P, Villain P. Communication. In: Segnan N, Patnick J, von
Karsa L, eds. European Guidelines for Quality Assurance in Colorectall Cancer Screening
and diagnosis, 1th edn. Luxembourg: European Communities, 2010: 301-339 .
Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la
prevenzione del cancro della cervice uterina, del cancro della mammella, del cancro del
colon retto. a cura dei Gruppi di lavoro nominati dai Decreti del Ministro della Salute
(3/11/2004 e 18/10/2005), in applicazione della L. 138/2004 (art. 2 bis), Dipartimento
Generale delle Prevenzione, Ministero della Salute.
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Scrivere di screening. Osservatorionazionalescreening.it
Manuale per l’accreditamento istituzionale dei programmi di screening oncologico.
Standard – Evidenze – Indicatori di attività (Complemento di attuazione della legge
regionale 16 agosto 2002 n. 22). [PDF: 247 Kb]
Marchetti AR: La santificazione delle malattie e la medicalizzazione dei peccati (e dei vizi).
Dialogo sui Farmaci 2010; 5:239.
Male d’autunno: il prezzo del benessere. Questionario e campagne per scoprire di essere
malati. Dialogo sui Farmaci 2011, 6:279.
Decreto Legislativo N. 219, 24 APRILE 2006. Articolo 113 comma 2. Attuazione della
Direttiva 2001/83/CE (e successiva modifica) relativa ad un Codice Comunitario concernente
i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE. Gazzetta Ufficiale n. 142 del
21.06.06, Suppl. Ordinario n. 153.
Moynihan R, Heath I, Henry D. Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease
mongering. BMJ 2002; 324 (7342): 886–91. doi 10.1136/bmj.324.7342.886. PMID 11950740
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