Relazione del Consiglio Direttivo all`Assemblea FTI 2014 in
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Relazione del Consiglio Direttivo all`Assemblea FTI 2014 in
ASSEMBLEA ORDINARIA FTI Roma, 30 aprile 2014 PARCO SCIENTIFICO UNIVERSITÀ TOR VERGATA Via della Ricerca Scientifica Forum per la Tecnologia dell’Informazione Onlus [email protected] http://www.forumti.it CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA 2014 A TUTTI I SOCI DELL’FTI Con la presente è convocata l’Assemblea Ordinaria annuale dei Soci dell’FTI a Roma, presso la sede del Parco Scientifico dell’Università di Tor Vergata, Via Ricerca Scientifica, in prima convocazione alle ore 9 del giorno 30 Aprile prossimo e, in seconda convocazione, alle ore 9.30 dello stesso giorno, con il seguente Ordine del Giorno: 1) RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO SULLE ATTIVITA’ FTI; 2) DISCUSSIONE ED APPROVAZIONE DEL BILANCIO CONSUNTIVO 2013 E DEL BILANCIO PREVENTIVO 2014; 3) VARIE ED EVENTUALI. Il presidente Giorgio Pacifici Il segretario generale Pieraugusto Pozzi Convocazione Assemblea Ordinaria FTI – 30 aprile 2014 2 FTI IN POCHI NUMERI Il Forum per la Tecnologia dell’Informazione (http://www.forumti.it) è una Associazione senza scopo di lucro che opera nei settori dell’informatica, delle telecomunicazioni, della multimedialità, dell’economia digitale. Costituito nel 1985, FTI elabora analisi sulle politiche industriali, commerciali e di regolamentazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e sulla correlazione tra sistemi e tecnologie digitali e questioni di sostenibilità energetica e ambientale e studia gli aspetti socio-culturali, economici e politici della società digitale. Dal 1985, FTI ha pubblicato oltre un centinaio di studi e ricerche, tra le quali dieci edizioni del «Rapporto sulla Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia», per il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL); tre Rapporti dell’Osservatorio Europeo sui sistemi digitali di pagamento; due Rapporti dell’Osservatorio Europeo su eGovernance e Comunicazione Pubblica, realizzati con il patrocinio del Parlamento Europeo. FTI ha inoltre promosso e partecipato a sperimentazioni e progetti pilota in vari ambiti dell’ICT (documento informatico, EDI, commercio elettronico, formazione on-line, XML, carta elettronica del cittadino,…) ed ha organizzato circa 600 convegni e seminari - anche in collaborazione con CNEL, SMAU, Forum P.A., COM.PA, ICT Trade, Sirmi, Forum ICT Security - che hanno visto la partecipazione in qualità di relatori di un migliaio di personalità ed esperti e che hanno raggiunto direttamente un pubblico di circa trentamila persone. L’FTI ha in corso le seguenti iniziative permanenti e di Osservatorio: Chartaforum Italia – analizza i sistemi digitali di pagamento, la monetica e le smart card (Moneyon-line.eu - Osservatorio Europeo sui sistemi digitali di pagamento); Didaforum Italia - analizza l’uso delle tecnologie digitali quali strumenti per la formazione permanente e l’aggiornamento delle conoscenze (Parco Scientifico Tor Vergata); Ediforum Italia – analizza i temi dell’eBusiness, dell’interoperabilità, della dematerializzazione, nelle reti di imprese e nelle filiere produttive e distributive (X-Lab e UBL Italia); Ergoforum Italia - analizza le modificazioni socio-tecniche indotte dall’ICT sui singoli, nella società, nell’Amministrazione e nell’impresa (Osservatorio Europeo su eGovernance e Comunicazione Pubblica); Sicurforum Italia – analizza i temi della sicurezza globale degli apparati tecnologici e dell’informazione e della comunicazione quale fattore strategico dell’organizzazione delle imprese e della società (Osservatorio sugli Attacchi ICT). I Soci e partner del Forum per la Tecnologia dell’Informazione sono imprese, Enti della Pubblica Amministrazione centrale e locale, Enti universitari e di ricerca, Associazioni imprenditoriali e di settore, manifestazioni di settore e specializzate, operatori dei settori pubblico e privato, della domanda e dell’offerta, con i quali sono state realizzate attività molto rilevanti, sia per i risultati oggettivi, sia per la visibilità che tali attività hanno dato alle tematiche in esse analizzate. FTI in pochi numeri – 30 aprile 2014 3 Collana “Società dell’Informazione e della Comunicazione”, edita da Franco Angeli Dal 1996, in questa Collana, diretta da Giorgio Pacifici e da Pieraugusto Pozzi, FTI pubblica materiali utili a comprendere l’evoluzione della società, del settore pubblico e dell’impresa nello scenario digitale. La Collana è divisa in cinque sezioni: Studi e ricerche, che pubblica analisi e ricerche realizzate da FTI; Atti e documenti, che raccoglie documentazione monografica e dati degli Osservatorii FTI su temi tecnici, applicativi, normativi; Guide e manuali, costituita da vo-lumi di rapido aggiornamento per le imprese ed i professionisti; Università e Didattica, che com-prende manuali universitari e testi di orientamento e approfondimento. La quinta sezione, European Studies, realizzata in collaborazione con FEACP (Federazione Europea Associazioni Comunicazione Pubblica) è diretta da Giorgio Pacifici, Pieraugusto Pozzi e Alessandro Rovinetti. Studi e ricerche 1.1. FTI, La Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia. Quinto Rapporto, prefazione di Umberto Colombo, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 1996 1.2. FTI, La Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia. Sesto Rapporto, prefazione di Giuseppe De Rita, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 1998 1.3. Antonio A. Martino (a cura di), Nuovo regime giuridico del documento informatico, in collaborazione con Gruppo ENI, 1998 1.4. FTI, Oltre il 2000. VII Rapporto sulla Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia, prefazione di Giuseppe De Rita, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 1999 1.5. Paul Mathias, Giorgio Pacifici, Pieraugusto Pozzi, Giuseppe Sacco, La Polis Internet, prefazione di Francesco De Domenico, in collaborazione con Institut d’Etudes Politiques di Parigi, 2000 1.6. Antonio A. Martino, Antonio Chini, Logica, informatica, diritto. Dall’informatica giuridica alle nuove tecniche legislative, prefazione di Georg Henrik von Wright, in collaborazione con l’Università di Pisa, 2000 1.7. Pieraugusto Pozzi, Marco Casagni, Piero De Sabbata e Fabio Vitali (a cura di), Commercio Elettronico e XML. Scenari, tecnologie, applicazioni, prefazione di Luigi Lesca, in collaborazione con ENEA, 2001 1.8. FTI, Verso la e-society. VIII Rapporto sulla Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia, prefazione di Pietro Larizza, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 2002 1.9. Douglas Holmes, e.gov. Strategie innovative per il Governo e la Pubblica Amministrazione, prefazione di Lucio Stanca, in collaborazione con Microsoft, 2002 1.10. FTI, Innovazione per la e-society. IX Rapporto sulla Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione in Italia, premessa di Pietro Larizza, prefazione di Lucio Stanca, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 2004 1. 11. FTI, L’ICT trasforma la società. Gruppi sociali e imprese nella e-society. Decimo Rapporto sulla Tecnologia dell’Informazione. Primo Rapporto sulla Società dell’Informazione e della Comunicazione in Italia, premessa di Pietro Larizza, prefazione di Lucio Stanca, in collaborazione e con il patrocinio del CNEL, 2005 Atti e documenti 2.1. FTI, Osservatorio sulla criminalità informatica. Rapporto 1997, prefazione di Sergio Pivato, in collaborazione con Space-Università Bocconi, 1997 2.2. FTI, Forlì città intelligente. Dalle reti civiche alla città digitale, in collaborazione con Gruppo Icot e Comune di Forlì, 1998 2.3. Giorgio Pacifici, Vito Catania, L’Italia della moneta elettronica, in collaborazione con TSP, 1999 2.4. Giorgio Pacifici, Pieraugusto Pozzi, Alessandro Rovinetti (a cura di), Bologna città digitale, in collaborazione con Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale e BNL Multiservizi, 1999 Collana “Società dell’informazione e della comunicazione”– 30 aprile 2014 4 2.5. Marco Bozzetti, Pieraugusto Pozzi (a cura di), Cyberwar o sicurezza? Secondo Rapporto sulla criminalità ICT, in collaborazione con Space-Università Bocconi e SMAU, 2000 2.6. Giorgio Pacifici (a cura di), Le Smart Card per la e-society, prefazione di Marco Martini, in collaborazione con il Gruppo SSB, 2002 2.7. Pieraugusto Pozzi, Roberto Masotti, Marco Bozzetti (a cura di), Crimine virtuale, minaccia reale. ICT Security: politiche e strumenti di prevenzione. Terzo Rapporto Sicurezza ICT, presentazione di Maurizio Gasparri, introduzione di Renzo Vanetti, in collaborazione con il Gruppo SIA, 2004 2.8. Giorgio Pacifici (a cura di), Le Smart Card, i sistemi elettronici di pagamento e la rete, prefazione di Gian Bruno Mazzi, in collaborazione con il Gruppo SSB, 2004 2.9. Giorgio Pacifici and Pieraugusto Pozzi (edited by), Money-on-line.eu. Digital payment systems and smart cards, introduction by Gian Bruno Mazzi, in collaborazione con il Gruppo SSB, 2004 2.10. Giorgio Pacifici and Pieraugusto Pozzi (edited by), Money-on-line.eu 2006. The European scenario of digital payment systems and smart cards, introduction by Gian Bruno Mazzi, in collaborazione con il Gruppo SSB, 2006 2.11. Giorgio Pacifici and Pieraugusto Pozzi (edited by), Money-on-line.eu 2007. The future of digital payment systems, introduction by Carlo Tresoldi, in collaborazione con il Gruppo SIA-SSB, 2007 Guide e manuali 3.1. Alessandro Alberigi Quaranta, Alessandro Panini (a cura di), L’anno Duemila e il software. Quali problemi e come valutarli, in collaborazione con Sogei, 1999 3.2. Nicola Colecchia (a cura di), Dizionario pratico dei nuovi termini di informatica, telecomunicazioni e multimedialità, prefazione di Ennio Lucarelli, in collaborazione con IBM, 1998 3.3. Giorgio Pacifici, Teresa Nastasi, Il manuale del telelavoro per la piccola e media impresa, prefazione di Vincenzo Gervasio, in collaborazione con il Gruppo Telecom Italia, 1999 Università e didattica 4.1. Alessandro Alberigi Quaranta e Andrea Taroni, Università domani. Istruzione, formazione, ricerca, prefazione di Giuseppe De Rita, 2000 4.2. Aurelio Muzzarelli e João Francisco de Abreu (a cura di), Introduzione ai Sistemi Informativi Geografici - Introdução aos Sistemas de Informações Geográficas, presentazione di Carlo Monti, introduzione di Piero Secondini, in collaborazione con il Dipartimento Architettura e Pianificazione Territoriale (Università di Bologna) e Pontificia Universidade Catolica di Minas Gerais (Brasil), 2003 4.3. Piero Brezzi, Economia e politica delle telecomunicazioni. Imprese, strategie e mercati, introduzione di Enzo Cheli, 2004 4.4. Stefano Ciccone e Giorgia Caso (a cura di), Romascienza. Innovazione, qualità e sviluppo per Roma, presentazione di Alessandro Finazzi Agrò, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, 2004 4.5. Emanuele Florindi, ICT e tutela della persona. Un approccio giuridico e tecnologico ai reati informatici, prefazione di Renato Borruso, presentazione di Leonello Mattioli, in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, 2005 4.6. Laura E. Pacifici, Flavia Riccardo (edited by), Technology and communication for a new humanitarian intervention. Experimenting the website Cholera Cafè. Introduction by Luigi Nicolais. Closing notes by Vincenzo Vullo, in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza e la Regione Lazio, 2007 4.7. Paolo Carbone, Walter Didimo, Osvaldo Gervasi (a cura di), Le soluzioni Open Source per la Pubblica Amministrazione. Le esperienze nella Regione Umbria, 2013 European Studies 5.1. Giorgio Pacifici, Pieraugusto Pozzi, Alessandro Rovinetti, Reinventing Governance through ICT and Public Communication, introduced by Josep Borrell Fontelles and Luigi Nicolais, with the High Patronage of the European Parliament, 2006 5.2 Giorgio Pacifici, Pieraugusto Pozzi, Alessandro Rovinetti, Massimiliano Cannata (edited by), eGovernance and Public Communication for an inclusive eSociety , introduced by Luigi Nicolais, 2008. Collana “Società dell’informazione e della comunicazione”– 30 aprile 2014 5 RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO ALL’ASSEMBLEA 1. DIGITALE, ECONOMIA E SOCIETA’ La primavera del 2014 è contrassegnata dalla permanenza di una crisi globale, che impatta in modo diversificato le aree economiche, i singoli settori, i singoli paesi e che, se pare offrire prospettive di uscita o segnali già positivi per alcuni di questi, per altri sembra avere assunto carattere endemico. Per quanto riguarda specificamente l’Europa e la sua unificazione politico-economica, che è l’eredità costitutiva certamente più rilevante dell’epoca post-bellica, gli effetti della crisi e le conseguenze delle scelte fatte nelle politiche economiche e di bilancio incombono sulle prossime elezioni europee. Elezioni che potrebbero portare nel Parlamento Europeo una rappresentanza molto ampia di forze politiche fortemente critiche, quando non apertamente ostili, al rafforzamento dei vincoli comunitari e alla continuazione delle politiche europee così come si sono delineate negli ultimi vent’anni. Proprio quando, in conformità al Trattato di Lisbona e per la prima volta nella sua storia, il Parlamento stesso, su proposta del Consiglio, avrà il mandato di nominare il nuovo presidente della Commissione. Nell’analisi economica, mentre in Europa ci si è concentrati sui vincoli conseguenti alle politiche restrittive sui bilanci pubblici, è assai interessante riprendere qualcuno dei temi del dibattito degli ultimi mesi negli Stati Uniti, come viene fatto dall’economista Kostas Vergopoulos (L’affreux doute des libéraux, ed. it. L'atroce dubbio dei liberisti, Le Monde Diplomatique, Marzo 2014). Infatti Lawrence Summers, che fu dirigente della Banca Mondiale, presidente dell’Università di Harvard, Ministro delle finanze nella seconda amministrazione Clinton (1999-2001) e fino al 2010 direttore del National Economic Council, durante la Conferenza annuale del Fondo Monetario Internazionale del novembre del 2013, ha evocato la trappola della “stagnazione secolare” nella quale il sistema economico mondiale sembra essere entrato: “Quattro anni fa, siamo riusciti a bloccare il panico finanziario, il denaro del piano di salvataggio è stato rimborsato, il mercato del credito è stato risanato (...). Eppure il tasso di attività non ha subito variazioni e la crescita resta debole”. Basando la sua valutazione sul bilancio empirico degli ultimi tre decenni, Summers ha proseguito il ragionamento sul Financial Times (Why stagnation might prove to be the new normal, Financial Times, 15 dicembre 2013) constatando che la banca centrale statunitense, praticando da tempo tassi di interesse prossimi allo zero, non aveva margini di manovra supplementari per rilanciare l’attività economica e concludeva che le bolle speculative sono diventate nella sostanza una stampella necessaria alla crescita. Sulla ipotesi di Summers si è aperto il dibattito. La corrente neoliberista gli rimprovera di rovesciare il rapporto di causa-effetto: le bolle finanziarie non avrebbero stimolato la crescita, ma portato all’impasse; i miseri risultati economici dei paesi occidentali non spiegherebbero il loro sovra-indebitamento ma ne sarebbero la conseguenza. Tra essi, l’ex membro del direttorio della Banca centrale europea Bini Smaghi afferma: “Non è l’austerità che indebolisce la crescita, ma il contrario; è la debolezza della crescita che rende necessaria l’austerità”. Altri oppongono a Summers le virtù dell’austerità espansiva, che preparerebbe il rilancio risanando le basi dell’economia. Se il problema è veramente secolare, affermano, occorrono soluzioni strutturali, quali la riduzione dell’imposizione sulle imprese o, come reclamano i repubblicani negli Stati Uniti, “liberare l’economia dal peso opprimente dello Stato sociale, presentato come “il più oneroso del mondo” (Caroline Baum, Keynesians revive a depression idea, Bloomberg, 4 dicembre 2013, www.bloomberg.com). Kenneth Rogoff suggerisce infine che la debolezza della crescita a partire dal 2008 non riflette una tendenza secolare, bensì l’incapacità dei governi a gestire il debito senza nuocere alla crescita (Kenneth Rogoff, What’s the problem with advanced economies?, Project Syndicate, 4 dicembre 2013, www.project-syndicate.org). Tra gli economisti neokeynesiani, Paul Krugman condivide la constatazione di Summers ma ne respinge la conclusione: è fuorviante affermare che è stato impiegato ogni mezzo per rilanciare l’economia perché solo l’arma monetaria è stata usata, attraverso l’abbassamento dei tassi d’interesse e l’emissione di liquidità supplementari. Occorre quindi usare l’arma di bilancio, che si dovrebbe attivare tramite il rilancio degli investiRelazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 6 menti pubblici, che permetterebbe di compensare la contrazione degli investimenti privati, perché le grandi imprese non investono pur disponendo di grandi riserve di liquidità. Al proposito il Financial Times riprende elaborazioni di Deloitte (Anousha Sakoui, Huge cash pile puts recovery in hands of the few, 21 gennaio 2014) secondo le quali le società non finanziarie americane a fine 2013 avevano in cassa 2.800 miliardi di dollari (quasi 150 miliardi la sola Apple). E “le imprese sembrano ben più disposte ad ammassare banconote, o a utilizzarle per riacquistare delle azioni, che non a creare nuove capacità produttive” (James Saft, Intangible capital, International New York Times, 26 novembre 2013). Restando al bilancio delle imprese, è molto significativo notare come gli attivi immateriali (che comprendono conoscenze e competenze dell’impresa, immagine, marchi, brevetti, proprietà intellettuale, qualità della sua organizzazione e delle sue tecniche commerciali) fossero mediamente circa il 5% degli attivi delle società americane negli anni Settanta, mentre nel 2010 la loro incidenza è passata al 60%. Tra il 2008 e il 2013, la Federal Reserve ha iniettato quasi 4.000 miliardi di dollari nell’economia americana. Anziché rafforzare la capacità produttiva del paese, una buona parte di questa somma è stata utilizzata per investimenti speculativi molto redditizi, specialmente nei paesi emergenti, mentre si è confermata la stagnazione e perfino la riduzione dell’investimento produttivo e della formazione lorda di capitale fisso. In questo modo la somma totale delle liquidità realmente disponibili all’economia reale negli Stati Uniti resta più debole che nel 2008. Lo stesso fenomeno accade in Europa e in Giappone (Willem Buiter, Secular stagnation risk for EU and Japan, Financial Times, 23 dicembre 2013). Un’economia che non riparte sebbene sia facile avere denaro? Il problema è ben noto come trappola della liquidità, situazione teorizzata da Keynes negli anni Trenta nella quale la politica monetaria non riesce ad esercitare influenza sulla domanda e dunque sull’economia in conseguenza delle aspettative di eventi negativi, per esempio quella della deflazione, da parte degli attori economici. Per uscirne, secondo Krugman, c’è solo il ricorso al secondo strumento della politica economica ovvero la spesa budgetaria: “In un periodo di recessione ogni spesa è buona. La spesa produttiva è migliore, e anche la spesa improduttiva è meglio di niente” (Paul Krugman, Secular stagnation, coalmines, bubbles, and Larry Summers, The New York Times, 16 novembre 2013). Se questa digressione è servita a comprendere le difficoltà, teoriche ma soprattutto reali, nelle quali si trova l’economia mondiale, preoccupano concretamente alcuni fenomeni particolarmente acuti: 1) la crisi energetico-ambientale. La questione energetica sembra essere andata in secondo piano per varie concause: l’effettivo risparmio energetico conseguente al rallentamento di produzioni e consumi; i risultati delle nuove tecniche di estrazione di combustibili fossili sia offshore che da scisti (shale oil and gas); l’uso crescente di fonti rinnovabili. Ma essa potrebbe tornare ad essere vera emergenza in Europa in relazione alla questione ucraina e ai suoi sviluppi sulle importazioni di gas. Sul piano ambientale, oltre ai problemi di inquinamento cumulativo di aria, acqua e territorio e all’impatto ambientale pesantissimo delle tecniche estrattive citate, non va dimenticato il costo crescente, particolarmente grave in Italia, che è correlato al dissesto idrogeologico conseguente ai cambiamenti climatici e all’effetto serra. Cambiamento climatico che il più recente Rapporto IPCC (Climate Change 2014: Mitigation of Climate Change, Working Group III contribution to the IPCC’s Fifth Assessment Report, April 2014) ha riproposto in termini drammatici; 2) la crisi occupazionale, che coinvolge in modo sempre più preoccupante soprattutto la popolazione giovanile e che non sembra risolversi significativamente nemmeno nelle aree che danno segnali economici di ripresa (jobless recovery) e che riguarda sempre più anche persone di elevata professionalità; 3) la crisi delle finanze pubbliche dei paesi avanzati, che sono sempre più condizionate, da un lato, dalle minori entrate fiscali conseguenti al regime shopping delle imprese transnazionali e ai livelli produttivi e occupazionali lontani da quelli precedenti la crisi, e, dall’altro, ai vincoli definiti, per i paesi europei, nel Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'Unione economica e monetaria del 2012, conosciuto come Fiscal compact, che non consente sostegno all’economia reale. L’ammontare totale del debito pubblico continua così ad aumentare intrecciandosi Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 7 all’indebitamento del settore bancario, anche in conseguenza dal supporto che paesi sovrani e banche centrali hanno dovuto offrirgli in termini sistemici; 4) la crisi della politica, intesa come crisi della democrazia rappresentativa, che è percepita da cittadini e mercati, per ragioni diverse, come un impaccio e una fonte di corruzione, clientela e inefficienza e non come una leva disponibile per risollevare la condizione economico-sociale orientando e valutando le diverse opzioni; 5) la crisi di fiducia nell’uso delle tecniche e delle applicazioni digitali, che sono conseguenza non solo dei deliberati attacchi alla sicurezza dei sistemi informativi e di comunicazione da parte di soggetti criminali e della debolezza di protocolli largamente usati come SSL che Heartbleed bug ha messo in luce. Ma anche della vicenda Datagate, che ha fatto intuire a utenti, consumatori, cittadini e stati sovrani la scarsa protezione delle loro comunicazioni e transazioni, se non un sistematico controllo globale, e la progressiva estensione di pratiche di cyberwar. Non si tratta di fenomeni nuovi o imprevisti: i volumi sulla sicurezza ICT pubblicati da FTI nel 2000 (Cyberwar o sicurezza?) e nel 2004 (Crimine virtuale, minaccia reale. ICT Security: politiche e strumenti di prevenzione) ne davano già ampiamente conto, in termini consuntivi e previsionali, sia relativamente alle questioni di sicurezza nazionale e internazionale, sia all’insufficiente approfondimento che, a livello europeo, c’era stato sul sistema Echelon. Ma è la dimensione del problema che oggi è drammaticamente cambiata, nell’epoca dell’interconnessione e interoperabilità di sistemi, persone, dispositivi e di larga pratica di data warehousing e data mining. Per quanto riguarda specificamente l’economia digitale, l’Europa e l’Italia hanno cercato di farne leva di crescita e di uscita dall’impasse globale e settoriale definendo le agende digitali. Ossia politiche definite intorno all’asse dell’economia digitale. La discussione approfondita di tali Agende è stata fatta nella Relazione d’Assemblea FTI del 2013. Ad oggi, in termini generali, si può dire che tali agende, alle quali pure viene assegnata una centralità più retorica che effettiva ed efficace, sono sempre interpretate come un insieme di scelte tecniche che surrogano le carenze di scelte politiche e che rischiano pertanto di essere insufficienti come leva di ripresa e innovazione. Di più, se in Europa si è in una fase di transizione, in attesa della revisione e finalizzazione del lavoro preparatorio svolto in questi anni su telecomunicazioni, sicurezza e privacy, che presumibilmente verrà concluso con l’insediamento delle nuove istituzioni europee, in Italia, la difficoltà di reperire risorse effettivamente disponibili (sembra si possano applicare solo scelte a costo zero) e la declinante struttura industriale del settore ICT sembrano limitare fortemente la portata delle misure annunciate e, in modo decisivo, il loro impatto produttivo e occupazionale. Nel seguito di questa Relazione, dopo una analisi sintetica dello stato sociotecnologico del paese, si aggiorneranno i fondamentali del mercato digitale italiano, grazie al consueto contributo fornito da Sirmi. 1.1 Lo stato sociale e tecnologico del Paese Nell’ultimo Rapporto annuale pubblicato, il Censis, osservatorio attento e permanente della realtà italiana, ha profilato la società italiana di fine 2013 come una società sciapa e infelice in cerca di connettività. Sul tema della connettività si tornerà tra breve, ma per rimanere all’analisi sociologica, è importante sottolineare che negli scorsi anni, nel nostro paese, dal punto di vista politico-istituzionale, si è cercato di uscire dalla crisi dando valore alla stabilità, scegliendo di drammatizzare la crisi per gestirla da parte di una classe dirigente, che ha usato annunci drammatici, decreti salvifici e complicate manovre. Con il nuovo anno, al criterio della stabilità, si è sostituita la novità della giovane leadership del nuovo Presidente del Consiglio Renzi, che è alla prova del cambiamento istituzionale ed economico che potrà e saprà imprimere in una sorta di vuoto progettuale della politica che lascia, al momento, i soggetti economici e sociali alle prese con la gestione dell’emergenza. Nella difficoltà, imprese e famiglie hanno fatto leva su ciò che restava della fase storica dello sviluppo (le eccellenze territoriali locali, l'imprenditorialità diffusa, la vocazione e la pratica di esportazione e internaRelazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 8 zionalizzazione delle imprese di alcuni distretti e settori) e hanno cercato di adottare comportamenti di misura e sobrietà per superare il punto più basso della crisi. Come negli altri paesi dell’Occidente avanzato, anche in Italia è terminato il ciclo espansivo di cetomedizzazione, che era stato obiettivo individuale di agiatezza ma anche elemento di coesione sociale. Ciclo che ora è seguito da una fase di declino nella condizione sociale media. Da questo si origina non solo uno scontento rancoroso ma la paura derivante dalla fine delle precedenti certezze economiche e di consumo. Per capire come questo fenomeno colpisca tutti i paesi avanzati, sono interessanti e inquietanti i dati statunitensi che l’economista Robert Reich, Ministro del lavoro dell’Amministrazione Clinton tra il 1994 e il 1997, ha riportato nel documentario Inequality For All. Negli Stati Uniti, il salario medio era di 48.000 dollari nel 1978 mentre oggi è di 34.000 dollari, a parità di potere d’acquisto. Anche All’opposto, il reddito medio per nucleo familiare dell’1% più ricco della popolazione statunitense, che era di 393.000 dollari nel 1978, è passato a 1,1 milioni di dollari. Da cinque anni, l’1% della popolazione assorbe il 90% della crescita del PIL e il 99% della popolazione si suddivide il restante 10%. Per la rilevanza che questi temi hanno per l’interpretare la crisi, attenzione crescente viene data loro a livello internazionale: per esempio il testo dell’economista francese Thomas Piketty (Le Capital au XXIe siècle, già pubblicato anche in inglese come Capital in the Twenty-First Century) che inquadra il fenomeno in termini scientifici e su un arco temporale molto ampio. Su una scala temporale più prossima, è molto interessante uno studio statistico dell’OCSE appena pubblicato (Top Incomes and Taxation in OECD Countries: Was the crisis a game changer?). In esso, l’OCSE segnala come, negli ultimi trent'anni, i redditi si siano sempre più concentrati nelle mani di pochi. Negli Stati Uniti quasi il 20% dei redditi si concentra oggi nelle mani dell'1% degli americani meglio retribuiti e, tra loro, lo 0,1% dei più ricchi ha visto balzare in un trentennio la propria quota sul reddito lordo nazionale dal 2 all'8%. All'inizio degli anni Ottanta, gli Usa erano una società più equa, visto che l’1% dei maggiori redditieri percepiva poco più dell'8% del reddito complessivo. Oggi le situazioni più equilibrate si registrano in Danimarca e Olanda, dove la concentrazione è minore e i più fortunati assommano il 7% dei redditi totali. L'Italia ha sperimentato tendenze analoghe verso la concentrazione e l’incremento delle diseguaglianze: nel 1981 l'1% dei redditi più alti assommava il 6,9% del totale dei redditi, mentre nel 2012 tale percentuale è salita al 9,4% del totale complessivo. In sintesi, un numero sempre minore di persone ha una disponibilità equivalente a quella di un numero sempre maggiore di individui ed è chiaro che i consumi di queste poche persone non potranno mai valere quelli che una maggiore distribuzione del reddito poteva garantire. Con la concentrazione dei redditi, ecco che la spesa nazionale si contrae a vantaggio del risparmio e della finanziarizzazione e soffrono, come è ormai del tutto evidente, investimenti e occupazione. Fortunatamente, in Italia, si possono percepire anche segnali positivi: le nuove spinte imprenditoriali femminile e giovanile (nell'agroalimentare, nel turismo, nel sociale soprattutto), così come le nuove iniziative degli stranieri presenti sul nostro territorio, che però devono confrontarsi non solo la carenza di supporto finanziario e bancario ma anche con la limitatezza di domanda pubblica e privata solvibile e la dinamicità dei molti italiani che studiano o lavorano all'estero (secondo il Censis sono più di un milione le famiglie che hanno almeno un proprio componente in tale condizione). Elementi che possono contribuire al formarsi di una Italia diversa nella grande corsa della globalizzazione. Se, a livello locale, si prende correttamente sempre più coscienza dell’importanza della coesione strategica del territorio, le sorti del sistema Italia restano condizionate dalla sua intrinseca debolezza e dalla nuova competizione tra sistemi locali che è un portato del contesto globale. Silenziosamente, sta avvenendo anche una radicale revisione del welfare: crescono il welfare privato (con il ricorso alla spesa diretta o alla copertura assicurativa privata), il welfare comunitario (attraverso la spesa degli enti locali, il volontariato, la socializzazione delle singole realtà del territorio), il welfare aziendale, il welfare associativo (con il ritorno a logiche mutualistiche e la responsabilizzazione delle associazioni di categoria). Secondo il Censis, persone, soggetti economici e sociali, imprese sono in cerca di connettività, per superare individualismo, egoismo, resistenza a mettere insieme esperienze e obiettivi, disinteresse Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 9 all’azione collettiva e, se istituzioni e politica non saranno in grado di valorizzarla verso l’alto nella sfera della decisione, la spinta alla connettività sarà almeno orizzontale, nei vari ambiti della vita collettiva. A questa domanda di connettività è naturalmente legata l’economia digitale: dalle reti infrastrutturali di nuova generazione al commercio elettronico, dalla elaborazione intelligente di grandi masse di dati pubblici agli applicativi basati sulla localizzazione geografica, dallo sviluppo degli strumenti digitali ai servizi innovativi di comunicazione, alla crescita massiccia di giovani artigiani digitali. Se questa è una ipotesi di lavoro positiva, ancora prima di esaminare i dati di mercato, è utile comprendere quali siano le tendenze emergenti dell’uso del digitale in ambito consumer, business e pubblica amministrazione. Secondo la Relazione 2013 dell’Autorità di Garanzia nel settore delle Comunicazioni (AGCOM), si può parlare di una dieta mediatica del consumatore. Dieta composta da comunicazioni personali e di massa che comprendono un numero crescente di servizi digitali di comunicazione, di informazione e di intrattenimento che sono offerti dagli operatori di telecomunicazione, dalle imprese radiotelevisive e del comparto editoriale e dagli operatori, essenzialmente globali detti OTT (Over The Top) che sono quelli specializzati nelle piattaforme, nei social, nei motori di ricerca, nella archiviazione e fruizione di contenuti. Le comunicazioni personali si traducono in servizi vocali di telefonia e di videochiamata o in servizi testuali come sms, messaggistica istantanea, posta elettronica. Le comunicazioni di massa sono i tradizionali servizi radiotelevisivi e quelli originariamente basati sui giornali a stampa, cui si affiancano sempre più i servizi di editoria elettronica e audiovisivi su Internet, un’area che comprende media lineari e non lineari, variamente composta da servizi IPTV, web-tv, internet tv, nonché dalla over-the-top tv (OTT-tv) e aggregatori di video online. Trasversali alla distinzione delle comunicazioni tra comunicazioni personali e di massa, sono i servizi di social networking, i giochi interattivi, i blog. L’insieme di questi servizi rimanda agli stili di vita e alle abitudini dei consumatori, che in questi ultimi anni appaiono in continua e profonda trasformazione. Dall’analisi dei consumi medi in Italia nel 2012, si conferma la centralità dei contenuti audiovisivi, che assorbono circa due ore delle giornate di ogni italiano, ossia il 42% dei totali 274 minuti dedicati alla comunicazione (Figura 1). Figura 1: Consumi giornalieri dei servizi di comunicazione in Italia nel 2012 Fonte: AGCOM, 2013 Va tuttavia rilevato come la tradizionale unità di misura temporale (minuti) presenti un potere esplicativo ridotto nell’ecosistema digitale delle comunicazioni: infatti, l’alimentazione televisiva è Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 10 accompagnata sempre più di frequente dal consumo, contemporaneo, di altri servizi mediatici in multitasking e la progressiva importanza di Internet tende a privilegiare il bit come unità di misura dell’informazione e della comunicazione. In tal senso, ogni giorno sono consumati circa 36GB a persona. Oltre ai consumi relativi all’editoria elettronica (con circa 5 mila ebook acquistati ogni giorno in Italia), nel paniere dell’utente medio sono altresì comprese le comunicazioni interpersonali, sia vocali, con 10 minuti di telefonate, che scritte, con 30 short o instant messaging e 21 lettere, cartacee o elettroniche. Infine, le comunicazioni sociali svolte in Rete occupano, in media, oltre 20 minuti al giorno. Sul versante business e PA, sono identificabili alcune tendenze significative per comprendere la dinamica della domanda e offerta di prodotti e servizi ICT: 1) la digitalizzazione di individui e famiglie, testimoniata dall’incremento delle vendite di tablet e smartphone a scapito di Personal e Notebook, si traduce rapidamente nella innovazione dei processi aziendali (il cosiddetto BYOND) e si articola, più ampiamente, nell’incremento di interazioni e contenuti scambiati attraverso le piattaforme di Social Networking, nell’emergere di una figura nuova di cliente e cittadino digitale (Social Customers & Citizens), nell’uso crescente di dispositivi mobili per transazioni commerciali (Mobile commerce); 2) Internet of Things: interconnessione e interoperabilità di dispositivi, sensori, videocamere, controllori, RFID a supporto dell’evoluzione di sistemi, prodotti e filiere; 3) Cloud computing, che determina il cambiamento nei modelli di accesso alle tecnologie (da licenze e servizio) che riguarda in particolare il mercato dei servizi digitali delle PMI, dei piccoli Comuni e le gare nazionali nell’ambito dell’Agenda Digitale (Cloud PA); 4) la obbligatorietà della Fatturazione Elettronica verso la Pubblica Amministrazione che nei prossimi mesi diventerà effettiva. Nelle Figure 2 e 3 sono ripresi i dati Assinform sull’evoluzione del mercato digitale mondiale e sull’incidenza comparata del mercato digitale sul PIL in diversi paesi europei che evidenzia le difficoltà dell’economia digitale nel nostro sistema economico, privato e pubblico. Figura 2: Mercato digitale mondiale 2011-2013 (valori in MLD di US$ e in percentuale) Fonte: Assinform-NetConsulting, Marzo 2014 Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 11 Figura 3: Incidenza percentuale del mercato digitale 2013 sul PIL in diversi Paesi europei Fonte: Assinform-NetConsulting su dati FMI, OECD, Ist. Statistici Nazionali, Commissione Europea, Marzo 2014 2. IL MERCATO DIGITALE IN ITALIA Secondo le analisi del Settore Consulenza e Ricerca di Sirmi riportate nel seguito, il Mercato della Digital Technology in Italia si attesta nel 2013 ad un valore di 65.227 M€, facendo registrare una contrazione del 4,9% rispetto al 2012. Quasi tutte le componenti del Mercato chiudono l’anno in segno negativo per effetto della crisi strutturale in atto. L’unica componente della spesa a sottrarsi al trend negativo è il cluster Altri contenuti Digitali, che fa riferimento prioritariamente ai servizi a pagamento relativi alla TV satellitare e al Digitale Terrestre (Tab. 1). Mercato Digital Technology ( v a l M €) 2011 2012 2013 2014E IT 20.477,0 19.701,0 18.888,0 18.433,0 TLC 37.833,0 36.560,0 34.577,0 33.289,0 249,0 232,0 221,0 211,0 CONSUMER ELECTRONICS OFFICE 8.322,0 7.785,0 7.002,0 6.478,0 ALTRI CONTENUTI DIGITALI 4.093,0 4.304,0 4.539,0 4.837,0 70.974,0 68.582,0 65.227,0 63.248,0 6.366,4 6.418,6 6.513,8 6.711,0 TOTALE DIGITAL TECHNOLOGY di cui TOTALE CONTENUTI DIGITALI Mercato Digital Technology ( t a s s i c re s c it a ) 11/10 12/11 13/12 14/13 IT -3,8% -3,8% -4,1% -2,4% TLC -3,0% -3,4% -5,4% -3,7% OFFICE -5,3% -6,8% -4,7% -4,5% CONSUMER ELECTRONICS -1,0% -6,5% -10,1% -7,5% ALTRI CONTENUTI DIGITALI TOTALE DIGITAL TECHNOLOGY di cui TOTALE CONTENUTI DIGITALI 9,6% 5,2% 5,5% 6,6% -2,4% -3,4% -4,9% -3,0% 5,8% 0,8% 1,5% 3,0% Tabella 1: Mercato Digital Technology 2011—2014E (valori espressi in milioni di Euro e tassi di crescita percentuali) Fonte: Sirmi SpA, Aprile 2014 Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 12 Nel complesso il Mercato ICT (IT+TLC) ammonta nel 2013 a 53.465 M€, in decremento del 5% rispetto all’anno precedente; incidono pesantemente su questi risultati diversi elementi: l’effetto crisi economica e finanziaria, i processi di spending review, i programmi di razionalizzazione e consolidamento, accelerati fenomeni di downpricing ed ipercompetizione, nuove normative comunitarie in materia di TLC Mobile, evoluzioni tecnologiche che si dimostrano sovente “disruptive” nei confronti dei modelli tradizionali di adozione di ICT. Per il 2014 non è previsto un ritorno al segno positivo del Mercato ICT, ma solo una riduzione del decremento percentuale, che passerà dal -5% del 2013 al -3,3% del 2014. Nel dettaglio, il Mercato IT dovrebbe migliorare il trend, passando dal -4,1% del 2013 al -2,4 nel 2014, mentre le TLC passeranno presumibilmente dal -5,4% al -3,7%. La Spesa IT nel 2013 è stata pari a 18,8 Mld€, con una contrazione del 4,1% rispetto al 2012. Il trend della spesa per Prodotti e Servizi TLC evidenzia anch’esso un decremento rispetto al 2012 (5,4%), attestandosi a circa 34,6 Mld€, di cui 26,9 Mld€ per Servizi (-7%) e 7,6 Mld€ per Apparati (+0,6%), come viene dettagliato in Fig. 4. 11/10 12/11 13/12 14/13 0,0% -3,0% -2,5% -3,8% -2,4% -3,4% -4,1% -3,8% -3,7% -5,0% -5,4% -7,5% IT TLC Figura 4: Mercato ICT 2011 – 2014E: tassi di crescita spesa IT vs spesa TLC Fonte: SIRMI SpA, Aprile 2014 11/10 12/11 13/12 14/13 -1,5% -2,0% -2,1% -2,5% -2,4% -3,0% -3,0% -2,7% -3,5% -3,0% -3,3% -3,1% -3,4% -4,0% -4,0% -4,5% -5,0% -4,9% -5,5% -5,7% -6,0% Consumer Business Totale Figura 5: Mercato Digital Technology 2011 – 2014E (tassi di crescita spesa Consumer vs Business) Fonte: SIRMI SpA, Aprile 2014 Nelle altre componenti del Mercato Digital Technology, il segmento Office (di cui molti dei prodotti tipici sono in phase-out sostituiti nelle funzioni da devices che rientrano in ambito IT, come le Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 13 copiatrici sostituite dalle multifunzione) chiude il 2013 con una spesa pari a 221 M€ ed una contrazione del 4,7% rispetto al 2012, mentre l’area Consumer Electronics decrementa del 10,1%, toccando quota 7.002 M€, a causa della forte flessione dei consumi delle famiglie, conseguente alla debolezza del reddito disponibile e delle difficili condizioni del Mercato del lavoro. Il solo segmento Altri Contenuti Digitali si sottrae al trend negativo, con una crescita del 5,5% ed un valore di spesa pari a 4.539 M€: è questa l’area di Mercato nella quale confluiscono i contenuti digitali portati sul Mercato dagli OTT e dai Broadcaster e i prodotti dell’Editoria Elettronica, mentre nel perimetro non sono compresi i Contenuti Digitali gestiti dagli Operatori TLC, contabilizzati all’interno del Mercato dei Servizi VAS delle TLC. Le dinamiche di spesa DT dei segmenti Consumer e Business sono dettagliate nella Fig. 5. 2.1 Il mercato delle tecnologie ICT (IT e TLC) Il mercato IT Tutte le componenti del Mercato IT chiudono il 2013 in segno negativo. L’area che decresce maggiormente è quella Hardware, che fa registrare un decremento del 5,7%, mentre la componente che decresce meno è il Software, la cui contrazione si ferma al – 1,7%, come viene descritto in Tab. 2 e Fig. 6. Mercato IT Italia ( v a l M €) 2011 2012 2013 2014E Hardware 7.539,0 6.988,0 6.593,0 6.395,0 Software 3.994,0 4.020,0 3.951,0 3.892,0 Servizi di sviluppo 3.872,2 3.750,4 3.579,6 3.433,3 Servizi di gestione 5.071,8 4.942,6 4.764,4 4.712,7 20.477,0 19.701,0 18.888,0 18.433,0 TOTALE IT Mercato IT Italia ( t a s s i di c re s c it a ) 11/10 12/11 13/12 14/13 Hardware -7,3% -7,3% -5,7% -3,0% Software 1,5% 0,7% -1,7% -1,5% Servizi di sviluppo -2,2% -3,1% -4,6% -4,1% Servizi di gestione -3,5% -2,5% -3,6% -1,1% -3,8% -3,8% -4,1% -2,4% TOTALE IT Tabella 2: Mercato IT Italia 2011-2014E: v.a. in milioni di Euro e tassi di crescita Fonte: SIRMI SpA, Aprile 2014 11/10 12/11 13/12 14/13 2,5% 1,5% 0,7% 0,0% -1,1% -2,2% -2,5% -1,5% -2,5% -1,7% -3,0% -3,5% -3,1% -5,0% -3,6% -4,1% -4,6% -5,7% -7,5% -7,3% -10,0% -7,3% Hardware Software Servizi di sviluppo Servizi di gestione Figura 6: Mercato IT Italia 2011-2014E: tassi di crescita Fonte: SIRMI SpA, Aprile 2014 Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 14 Il mercato Hardware Nel 2013 la spesa totale per Prodotti Hardware è complessivamente pari a 6.593 M€; il decremento rispetto al 2012 è di quasi il 6%, ma si evidenzia un rallentamento della flessione, che è attesa in progressiva riduzione negli anni 2014 e 2015, senza tuttavia trasformarsi in crescita. Tutte le macro aree del Mercato Hardware sono in sofferenza, alcune più di altre. Gli investimenti in Sistemi ammontano complessivamente a 454,7 M€, in decremento di quasi il 12%, contrazione che si riduce a -9% per i PC Server (basati su processore Intel o AMD), e raggiunge il -14,4% per il segmento PC Server di fascia alta e Sistemi Unix e Proprietari ed il -20% per i Large Systems. Tra le infrastrutture di Data Center, lo Storage evidenzia nel 2013 un decremento degli investimenti dell’1,6%, in miglioramento rispetto al 2012, anno in cui la contrazione della spesa è stata pari a -6,5%; l’ammontare degli investimenti in Apparati Storage è di 341,6 M€, dei quali 70,0 M€ per i Large Systems. Il Mercato Server e Storage non mostra segnali di ripresa, per diverse ragioni: in particolare l'effetto del continuo “saving” applicato dalle Aziende alla spesa IT, la persistente riduzione dei prezzi e l’impatto dei Servizi Cloud Infrastrutturali sull’evoluzione delle scelte di investimento. Alcune Aziende stanno infatti spostando parte dei budget per il rinnovo delle infrastrutture IT su servizi di Cloud Computing e molte altre stanno rinviando gli investimenti, in attesa di valutare al meglio vantaggi e possibili criticità derivanti dall’adozione di questa tipologia di servizi. La spesa per Stampanti, Apparati di Rete e Altro Hardware si riduce di quasi il 10%, mentre relativamente contenuto è il decremento della spesa per PC Client (-1,5%), grazie ai Tablet, che con una crescita di oltre il 43%, riescono quasi a compensare il trend negativo delle altre componenti (PC Desktop, Personal Workstation e Notebook, solo in parte sostenuti dagli Ultrabook). E’ chiaro l’orientamento verso dispositivi sempre più piccoli, leggeri, potenti, agevolmente fruibili in mobilità, dettato soprattutto dalla crescente domanda di dispositivi per l’accesso ad Internet. Il Mercato dei Personal & Mobile Access Device nel 2013 vale complessivamente 5.030 M€, in aumento dell’1,6% rispetto al 2012, grazie al trend costantemente positivo della spesa in Smartphone e all’esplosione del Mercato Tablet. Le vendite di Tablet superano i 3,7 milioni di unità (+60,1% rispetto al 2012), per una spesa complessiva di 1.206 M€: come gli Smartphone si pongono come device sostitutive dei Telefoni Cellulari, così i Tablet si sostituiscono progressivamente ai Notebook per applicazioni non intensive, ed il processo ha un rilevante successo sul Mercato Consumer, mentre sul Mercato Business è meno veloce, anche se significativo, per la preferenza delle Aziende verso dispositivi che sappiano combinare i vantaggi di Notebook e Tablet, come gli Ultrabook ed i Convertible. Confrontando il Mercato dei Personal & Mobile Access Device con il Mercato Home & Office Access Device, si osserva che il totale della spesa in PC Desktop è nel 2013 pari a 432 M€, circa un sesto della spesa in Notebook e Tablet, a dimostrazione dello spostamento in atto della spesa verso i device di accesso utilizzabili in mobilità. Il mercato Software Nel 2013 il Mercato dei Prodotti Software, che comprende sia licenze che manutenzioni ed aggiornamenti, fa registrare una Spesa di 3.951 M€ ed un decremento dell’1,7% rispetto al 2012 ed entra in una fase critica che potrebbe perdurare anche nei prossimi anni. La componente System Software fa registrare un decremento del 2,6%, correlato al decremento delle vendite di Sistemi; il risultato è la somma fra il decremento della spesa in Sistemi Operativi per circa il 10%, compensato solo in parte dall’incremento degli investimenti in soluzioni di Virtualizzazione (+8,0%), che hanno un trend positivo, atteso proseguire anche nei prossimi anni, seppur con una crescita progressivamente più attenuata. Il Software Infrastrutturale – articolato nelle aree System and Network Management, Storage e Disaster Recovery, Security, Sviluppo Applicativo e Deployment - presenta nel 2013 un andamento Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 15 flat (+0,2%), con un valore complessivamente pari a 1.391 M€ ed un’incidenza del 35% sul totale Software. ll Mercato delle soluzioni di Productivity & Information Management mostra nel 2013 un valore della Spesa pari a 851,3 M€, in decremento dell’1,8% rispetto al 2012. Il segmento Business Intelligence & Corporate Performance Management evidenzia una leggera crescita rispetto all’anno precedente (+1,1%), mentre il segmento Enterprise Content Management è caratterizzato da un andamento flat (+0,3%). Lo sviluppo futuro di queste due aree di Mercato sarà sempre più condizionato dai trend positivi di Internet of Things e Big Data. Il fenomeno Big Data, alimentato anche dalle informazioni originate da Internet of Things, suggerisce un innovativo modello di acquisizione, gestione e analisi dei dati: il ricorso ai sistemi ETL (Extract, Transform & Load) e alla normalizzazione non è più “la regola” e una parte consistente dei Big Data viene processata ed analizzata senza che i dati siano stati prima strutturati in base ad esigenze di analisi predeterminate, ricorrendo a database “schemaless”. Poiché si vanno a prendere dati da più fonti, anche esterne e non controllate dall’azienda, si rende necessario investire in strumenti di analisi capaci di elaborare un volume sempre maggiore ed una varietà crescente di dati, applicando affinamenti step by step. Il Mercato del Software Applicativo si è attestato nel 2013 su un valore di 1.241,4 M€, in decremento del 3,3% rispetto all’anno precedente. Nei prossimi anni non è peraltro prevista un’inversione di tendenza, sia per il consolidamento di Mercati ormai maturi, sia in ragione dello spostamento del budget di spesa dal Software On Premise al Software as a Service. Si evidenziano aree applicative emergenti, che potrebbero rivitalizzare il Mercato applicativo, ma gli ISV internazionali tendono a posizionarvisi con un’offerta di tipo Cloud Computing: si fa ad esempio riferimento alle applicazioni in area Talent Management, Social Media Marketing e Social Media Analytics; si tratta in molti casi di applicazioni Cloud native, entrate nel catalogo di offerta degli ISV Internazionali a seguito di acquisizioni di Aziende Specializzate. Il Mercato dei Servizi IT A fine 2013 la spesa in Servizi IT ammonta a 8.344 M€, in decremento del 4% rispetto all’anno precedente. I Servizi di Sviluppo, che comprendono la Consulenza, i Servizi Professionali, la System Integration e la Formazione, generano il 43% della spesa complessiva in Servizi IT, per un valore complessivo di 3.579,6 M€, in decremento del 4,6% rispetto al 2012. Tale risultato si colloca nell’ambito di un trend negativo in essere già da diverso tempo e atteso proseguire anche nei prossimi anni, nel corso dei quali le ragioni della contrazione sono da ricercarsi sia in un ulteriore decremento delle tariffe e nella maturità dei mercati applicativi, sia in una maggiore domanda di Servizi Cloud. Nell’ambito dei Servizi Applicativi si possono rilevare anche aree progettuali in forte crescita e una di queste è rappresentata dai Servizi di Sviluppo delle Soluzioni Mobile, che nel 2013 generano una spesa per Servizi Professionali ancora limitata in valori assoluti, ma in forte crescita (+88,2% rispetto al 2012) e attesa proseguire nei prossimi anni a tassi ancora più sostenuti. Il segmento Servizi di Gestione, ha raggiunto nel 2013 i 4.764,4 M€, in decremento del 3,6%, rispetto al 2012, nonostante la crescita del fenomeno Cloud Computing, tutto compreso in questo comparto. Ciò è da attribuirsi al peso rilevante dei Servizi di Outsourcing (il 63% del totale Servizi Gestiti), che nel 2013 decrementano tuttavia del 6,9%. Analogo trend critico si osserva per i Servizi Sistemistici di Supporto Avanzato e di Manutenzione. Nell’area dei Servizi di Outsourcing si distinguono due segmenti in controtendenza rispetto all’andamento generale: i servizi di Hosting Dedicato e quelli di Housing e Colocation proseguono nel 2013 nel trend di crescita, con tassi rispettivamente dell’8,3% e del 10,8%; sono questi Servizi che possono rappresentare il primo step nell’esternalizzazione della gestione del sistema informativo o quantomeno di sue specifiche componenti, senza ricorrere all’Outsourcing completo e anticipando una successiva adozione del modello Cloud Computing. Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 16 Il Cloud Computing per il Mercato Business è ormai una realtà anche in Italia. Cresce l’interesse delle Aziende di tutte le dimensioni e tipologie verso il Cloud Computing. Se è vero che la recrudescenza della crisi finanziaria ed economica continua a frenare e spesso a bloccare gli investimenti, è altrettanto vero che si modificano radicalmente le richieste ai fornitori di IT, e la stessa visione dell'IT in azienda. E' nel mirino il Valore reale generato dall’uso dell’IT, e sempre più Aziende si rendono conto del vantaggio di utilizzare risorse e soluzioni innovative senza averne il possesso e delegandone la gestione della complessità, ricorrendo dunque al Cloud Computing. I Servizi Cloud raggiungono nel 2013 un valore complessivo di 788,8 M€, in crescita del 16,9% sul 2012, ed in netta controtendenza rispetto all’andamento del Mercato IT Business (-4,6%) e del Mercato Servizi IT Business (-4,0%). Il Mercato TLC Per quanto riguarda le singole componenti del Mercato TLC, riportate in Tab. 3, i Servizi di Rete Fissa decrementano nel 2013 del 4,4% all’interno di un trend negativo sostanzialmente identico a partire dal 2010 e che si protrarrà almeno fino al 2015, mentre i Servizi di Rete Mobile, già negativi negli anni precedenti, mostrano nel 2013 un’accelerazione della contrazione (-9,1%), come conseguenza della flessione della spesa in Servizi Voce (-13,2%) e, in minor misura, dei Servizi Dati (-2,4%). Nonostante la crescente domanda di applicazioni per il Mobile ed il traffico in aumento che ne consegue, l’elevata diffusione di contratti flat riduce gli effetti positivi delle Apps e del maggior Traffico Dati sulla spesa in Servizi Mobili. Per quanto riguarda gli Apparati TLC, il segmento Rete Fissa decrementa dello 0,7%, mentre quello Rete Mobile incrementa dell’1,3% per i maggiori investimenti che si rendono necessari sia per l'ottimizzazione delle coperture sia per gestire il maggior traffico dati generato dal moltiplicarsi delle applicazioni mobili originato prioritariamente dalla rapida diffusione di Smartphone e Tablet. Mercato TLC Italia ( v a l M €) 2011 2012 2013 2014E Apparati TLC fisse 2.712,8 2.673,5 2.655,0 2.641,0 Apparati TLC mobili 4.887,0 4.937,0 5.000,0 5.322,0 Totale Apparati TLC 7.599,8 7.610,5 7.655,0 7.963,0 Servizi TLC fisse 13.592,7 12.940,5 12.373,0 11.846,0 Servizi TLC mobile (*) 16.640,5 16.009,0 14.549,0 13.480,0 30.233,2 28.949,5 26.922,0 25.326,0 Totale Servizi Mercato TLC Italia ( t a s s i c re s c it a ) 11/10 12/11 13/12 14/13 Apparati TLC fisse -3,3% -1,4% -0,7% -0,5% Apparati TLC mobili -2,3% 1,0% 1,3% 6,4% Totale Apparati TLC -2,6% 0,1% 0,6% 4,0% Servizi TLC fisse -4,5% -4,8% -4,4% -4,3% Servizi TLC mobile (*) -1,9% -3,8% -9,1% -7,3% -3,1% -4,2% -7,0% -5,9% Totale Servizi (*) al netto dei do ppi co nteggi (traffico entrante o interco nnessio ne) e ro aming dei visitato ri esteri Tabella 3: Mercato TLC Italia 2011-2014E: v.a. in milioni di Euro e tassi di crescita Fonte: SIRMI SpA, Aprile 2014 Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 17 3. LA PROPOSTA E LE ATTIVITA’ DI FTI Nel corso della sua storia quasi trentennale, il Forum per la Tecnologia dell’Informazione è passato attraverso diverse fasi evolutive del contesto tecnologico e di mercato della tecnologia dell’informazione e della comunicazione (ICT), cui hanno corrisposto momenti diversi della propria attività. L’inizio di FTI è stato infatti legato alla promozione della telematica, settore innovativo di intersezione dell’informatica e delle telecomunicazioni, nel quale FTI ha rappresentato lo spin-off di attività di ricerca internazionali e nazionali, coordinate dal Politecnico di Milano, interessanti per un insieme di soggetti privati e pubblici, della domanda e dell’offerta. È seguita l’azione di diffusione della cultura ICT svolta da FTI non appena si ebbe una prima consapevolezza tecnologica della convergenza digitale. In quella fase, FTI ha dedicato le proprie risorse alla crescita dei mercati dei prodotti e dei servizi ICT attraverso la diffusione di informazioni e di conoscenze sulle tecniche e sulle applicazioni (EDI, plastic card, tecnologie per l’apprendimento e la formazione, telecomunicazioni mobili e a larga banda, ecc.). La diffusione dell’innovazione ICT ai sistemi amministrativi e di impresa, in termini organizzativi e applicativi, ha connotato la fase successiva, nella quale hanno assunto sempre maggiore rilievo i temi della teleamministrazione, del commercio elettronico, della sicurezza, del telelavoro, dell’impresa a rete, delle smart card e della banca virtuale. Il dibattito e la proposta sui temi delle regole e delle normative per l’ICT è stato oggetto della fase successiva, nella quale si è costituito il sistema delle Autorità di settore e sono state poste norme per la privacy, per la tutela del diritto d’autore, per il documento informatico e la firma digitale e per la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni. Consapevole di avere adempiuto, almeno per la propria parte, al compito di avere favorito la digitalizzazione della PA, delle imprese, della società, in un mondo che cambia rapidamente e in cui presenze industriali e commerciali evolvono altrettanto rapidamente, da vari anni il Forum è un think tank che misura e valuta le trasformazioni e le potenzialità del cambiamento economico e sociale connesso all’ICT. Visto lo stato delle cose nel settore ICT italiano e cercando di identificare le tendenze più significative delle dinamiche internazionali, da qualche anno, FTI concentra la sua attenzione sulle interdipendenze tra sviluppo digitale e sviluppo sostenibile, che contiene in sé non solo i concetti di sostenibilità energetico-ambientale, ma anche di sostenibilità economica e sociale. In virtù delle competenze multidisciplinari maturate nella costruzione degli scenari socio-economici dell’innovazione, FTI ha quindi focalizzato la propria attività sulla Economia Digitale per lo Sviluppo Sostenibile, settore di collaborazione con ENEA, Parco Scientifico di Tor Vergata, Fast, Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale, secondo una logica di cooperazione in rete. 3.1 In pubblicazione un volume sugli standard per l’interoperabilità Nella Collana FTI edita in collaborazione con Franco Angeli, è in corso di pubblicazione il trentaquattresimo titolo: Using International Standards to optimize the interoperability of digital engineering systems. Redatto interamente in lingua inglese, curato da Anna Moreno di ENEA, con la prefazione di Luigi Nicolais e il contributo di molti esperti internazionali, il volume si propone di illustrare gli standard di interoperabilità PDT (Products Data Technology) messi a punto in ambito ISO per condividere le specifiche di progettazione e di produzione di manufatti, di grandi sistemi, di singoli componenti tra diversi partner. 3.2 Pubblicato un volume sul software libero e aperto Nel corso del 2013, è stato pubblicato il volume Le soluzioni Open Source per la Pubblica Amministrazione. Le esperienze nella Regione Umbria. Curato da tre docenti dell'Università di Perugia, Paolo Carbone, Walter Didimo e Osvaldo Gervasi, con il contributo di oltre venti autori, il volume si propone Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 18 come documento di valutazione e analisi dell'usabilità di Free Libre Open Source Software in vari contesti applicativi e, in particolare, nella Pubblica Amministrazione, facendo specifico riferimento alle esperienze concrete maturate nella Regione Umbria. Sono infatti descritte le attività del Centro di Competenza sull'Open Source (CCOS), istituito dalla Regione per dare seguito alle politiche di innovazione e ai progetti concreti che sono stati sviluppati nelle scuole, nella pratica quotidiana delle amministrazioni, nei sistemi informativi geografici, nei sistemi di sicurezza e di controllo dell'accesso ai contenuti. 3.3 Con ENEA per l’innovazione digitale sostenibile L’iniziativa Economia digitale per lo sviluppo sostenibile (Digital Sustainable Economy) è finalizzata alla elaborazione di scenari tecnologici e applicativi di intersezione tra ICT e sviluppo sostenibile, attraverso l’analisi e la valutazione interdisciplinare dello stato dell’arte e dei progetti tecnico-economici disponibili a livello internazionale e nazionale, nonché le realizzazione di eventi e seminari introduttivi e di approfondimento. Operativamente, FTI è partner del Laboratorio CROSS-TEC (Laboratorio per l’Interoperabilità e la virtualizzazione dei processi per reti di imprese, www.cross-tec.enea.it), che fa parte del Tecnopolo di Bologna supportato dalla Regione Emilia-Romagna e nel quale sono consorziati molti centri di ricerca e universitari. Sono stati individuati due filoni complementari e cinque prospettive operative. Il primo riguarda l’approfondimento delle relazioni economiche, tecnologiche ed applicative tra tecnologie e sistemi digitali con le tecnologie e le pratiche dello sviluppo sostenibile (energetico, ambientale, sociale). Il secondo è indirizzato a monitorare lo sviluppo e l’aggiornamento degli standard ICT necessari ai processi di dematerializzazione dei processi di business e alla interconnessione ed interoperabilità di dispositivi, apparati e sistemi ICT (middleware). Le cinque prospettive operative sono: 1) le ICT consentono teleattività (eWorking, eBusiness, eGovernment) e quindi permettono, in linea di principio, di sostituire lo spostamento di atomi con quello dei bit, cioè risparmio energetico; 2) le ICT sono tecnologie di supporto alle filiere più importanti per un consumo consapevole, come quella agro-alimentare, potendo garantire tracciabilità e rintracciabilità, in particolare per assicurare distribuzione ottimizzata di prodotti italiani di tradizione e di pregio, a livello regionale e nazionale; 3) le ICT sono tecnologie di supporto alle filiere produttive e distributive e alle catene di fornitura, consentendo l’ottimizzazione, la modellizzazione e la gestione della logistica e della mobilità ma sono fondamentali anche per gli scambi informativi legati alla valutazione dell’impatto ambientale del ciclo di vita dei prodotti (LCA, Life Cycle Assessment); 4) le ICT sono tecnologie fondamentali per la progettazione e il recupero di costruzioni ed infrastrutture, ma anche tecnologie utili alla tutela ambientale e territoriale ampliando le capacità di monitoraggio e controllo (telerilevamento) in vista di una nuova qualità di insediamento e di mobilità. 5) le ICT si istanziano sempre più in sistemi cosiddetti embedded e di bordo, presenti in un numero crescente di prodotti e di processi e in apparati (RFID, elettronica di bordo per il monitoraggio in tempo reale di processi,..) che consentono anche elaborazioni in tempo reale di dati provenienti da sistemi ed apparati periferici di rilevatori, sensori, sistemi di visione, attuatori che hanno costi tendenzialmente decrescenti. In particolare, tecnologie di interoperabilità in tempo reale sono sempre più necessarie per la gestione energetica di distretti produttivi e abitativi nei quali la generazione di energia sia fatta utilizzando un mix di fonti tradizionali e rinnovabili e necessita di programmazione attenta e dinamica dei consumi. Operativamente, queste attività trovano attuazione in X-Lab (www.xml.lab.org), costituito nel 2001 sulla base di un Accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra FTI ed ENEA Bologna. Coordinato da Piero De Sabbata (ENEA) vi operano oggi cinque ricercatori. Tra le altre attività svolte dal Laboratorio XML, si ricordano: 1) la pubblicazione dell’edizione italiana del manuale ebXML per manager (2007), testo divulgativo su ebXML indirizzato a manager e tecnici delle PMI e il ruolo di coordinatomento nazionale nel progetto Learning from peers, che nell'ambito dell'iniziativa eBSN (eBusiness Support Network for SMEs), ha raccolto casi di eccellenza di PMI europee che sono riuscite a fare dell'eBusiness una leva competitiva fondamentale; 2) i progetti europei: e-BIZ_TCF e l’iniziativa Moda-ML, finalizzati allo sviluppo e all’adozione degli standard basati su XML nell’industria europea del Tessile-Abbigliamento-Calzaturiero; PEPPOL (Pan-European Public Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 19 Procurement OnLine), COIN (progetto europeo Enterprise Collaboration & Interoperability - EU FP7 ICT Integrated Project 216256). 3.4 Con il Parco Scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata per l’innovazione e lo sviluppo locale A partire dal 2003, anche nella collaborazione centrata su Romascienza, FTI collabora con il Parco Scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata sui temi della città sostenibile, della città multimediale, della cultura dell'innovazione, che ha l’obiettivo di evidenziare come i risultati delle attività di ricerca svolte nelle Università e negli altri enti di ricerca dell'area locale, possano contribuire ai progetti di sviluppo della città e creare su questi nuove attività produttive, nuove opportunità di mercato per le imprese e migliorare la qualità della vita dei cittadini. In particolare, è molto rilevante la natura multidisciplinare del Parco e dei soggetti in esso presenti che si occupano di biotecnologie, energia, tecnologie digitali, sistemi di archiviazione digitale, etc. che permette di ipotizzare l’approfondimento di collaborazioni che sono state già oggetto di partnership di studio. 3.5 Con la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche per l’interdisciplinarietà tecnico-scientifica Dal 2001, FTI è partner di F.A.S.T. (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), che storicamente è l’ambito nel quale hanno operato le associazioni di promozione della cultura scientifica e tecnologica nel nostro Paese. Proprio le competenze e le attività di Fast nei settori dell’energia, delle costruzioni, e delle industrie di processo sarà importante per operare concretamente secondo quella modalità interdisciplinare necessaria per affrontare i temi della sostenibilità energetico ambientale, economica e sociale. 3.6 Con Compubblica e FEACP nell’Osservatorio Europeo su eGovernance e Comunicazione Pubblica FTI, Compubblica (Ass. Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale) e FEACP (European Federation of Public Communication Associations) hanno istituito questo Osservatorio con lo scopo di analizzare gli scenari evolutivi dei sistemi e delle applicazioni di eGovernment, eDemocracy e di Comunicazione Pubblica, tre elementi che debbono essere considerati come parti integrate di un sistema di eGovernance efficace, efficiente e participato. Con importanti riconoscimenti istituzionali, da parte del Parlamento Europeo e del Ministro per l’Innovazione e le Riforme della Pubblica Amministrazione, sono usciti, nel 2006 e nel 2008, i primi due rapporti, a cui si intende dare seguito con altre iniziative. 3.7 L’Osservatorio sulla Sicurezza ICT e gli attacchi informatici (OAI) E’ la ripresa dell’Osservatorio sulla Criminalità ICT (OCI) che era stato realizzato dal 1997 al 2004, da FTI-Sicurforum in collaborazione con Space-Università Bocconi. L’Osservatorio Attacchi Informatici (OAI) 2010, 2011, 2012 e 2013 sono stati realizzati con il supporto organizzativo ed economico di Soiel International e sono coordinati operativamente da Marco Bozzetti, socio fondatore di FTI e componente del Comitato Scientifico. Hanno partecipato direttamente FidaInform e ClubTI di Milano e hanno collaborato, oltre ad FTI, AIPSA, AIPSI, Aused, Inforav e la Polizia delle Comunicazioni. Raccogliendo online dati sugli attacchi ICT subiti da aziende ed enti pubblici centrali e locali, l’obiettivo di OAI è quello di favorire lo sviluppo di sensibilità e cultura in materia di sicurezza delle informazioni e delle comunicazioni soprattutto a livello dei “non tecnici”, tipicamente i manager e i vertici dell’organizzazione che decidono e stabiliscono i budget. I testi dei Report dell’Osservatorio sono disponibili sul sito web di FTI. Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 20 3.8 Eventi, convegni, seminari Nel periodo considerato, FTI ha collaborato alla organizzazione di manifestazioni ed eventi seminariali. Nel seguito verranno ricordati quelli più significativi, per le notizie di dettaglio e le notizie sugli altri eventi partecipati o promossi da FTI, si rimanda al sito web di FTI. 3.8.1 ICT Trade ICT TRADE nasce nel 2002 per iniziativa di Sirmi in modo da rispondere alla necessità diffusa di un momento di confronto dedicato agli operatori dell’offerta, ai canali, ai distributori di prodotti e servizi dell’ICT. I suoi elementi fondamentali sono un sistema di appuntamenti B2B fra Fornitori sponsor e Terze Parti qualificate e convegni mirati, nei quali stabilire relazioni e finalizzare accordi. ICT TRADE è quindi un Meeting Club di Vendor e Terze Parti qualificate del Sistema dell'Offerta di prodotti e Servizi IT, TLC ed Office. Come è avvenuto nelle diverse edizioni, anche per ICT Trade 2014, previsto per il 13 e 14 maggio 2014 a Ferrara, FTI sarà partner scientifico della manifestazione. 3.8.2 Forum ICT Security È continuata la collaborazione con la “Rivista ICT Security” e con il Gruppo Editoriale Tecna. FTI è stato partner scientifico della mostra-convegno ForumExpo ICT Security, svoltasi a Roma nel mese di ottobre 2013. 4. LA COMUNICAZIONE DI FTI E LA PRESENZA SUI MEDIA Con riferimento alle iniziative svolte, nel corso degli anni, FTI è stato presente su vari media nazionali ed internazionali: - sulla stampa quotidiana italiana (Avvenire, .com, Corriere della Sera, Eco di Bergamo, Giornale di Brescia, il Domani, Il Giornale, il Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, il Riformista, Il Secolo d’Italia, Il Sole 24 Ore, Il Tempo, Italia Oggi, L’Adige, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Stampa, Libero, l’Unità, Metro, Milano Finanza, Provincia Pavese, Quotidiano di Sicilia, Repubblica, Repubblica Affari&Finanza); - sulla stampa online (IlNuovo.it, IlRestodelCarlino.it, IlSole24Ore.it, LaStampa.it, Libération,fr, Repubblica.it, Unita.it, Viepublique.fr); - sulla stampa periodica italiana (Famiglia Cristiana, Panorama, Rivista Italiana di Comunicazione Pubblica, Gli argomenti umani, L'espresso, Italiani, Rivista Federcomin); - sulla stampa tecnica di settore e sulla stampa specializzata (LabItalia, AziendaBanca, BancaFinanza, Computer World Italia, Data manager, De Qualitate, ICT Security, Inchiesta, Informatica ed enti locali, Notiziario FIDA-Inform, SoloImpresa, Bancaforte); - sulla stampa estera (La Tribune, Le Figaro économie, Le Monde Economie, Les Echos) ; - sui canali radiotelevisivi nazionali e locali (Giornale Radio Rai, Mediamente, Radio Dimensione Suono, Radio Montecarlo, Radiouno, Radiotre, Radio24, 24OreTV, RaiNews24, Sat2000, Tele Norba, TelePA, Tg2, Tg3, TMC-La7). 5. I BILANCI ECONOMICI DI FTI Per la illustrazione e la valutazione comparativa dell’andamento economico di FTI, il Consiglio Direttivo rimanda ai numeri del bilancio, alla Nota Integrativa al Bilancio e alla Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Relazione del Consiglio Direttivo – 30 aprile 2014 21 GLI ASSOCIATI E GLI ORGANI DIRETTIVI FTI (al 30 aprile 2014) CONSIGLIO DIRETTIVO Past President: Gesualdo Le Moli Presidente: Giorgio Pacifici Consiglieri: Stefano Ciccone, Maurizio Cuzari, Danilo Magionesi, Paola Palmerini, Ettore Paolillo, Federica Silvestrini. COMITATO TECNICO SCIENTIFICO Past President: Alessandro Alberigi Quaranta Componenti: Renato Borruso, Miranda Brugi, Marco Bozzetti, Giampio Bracchi, Piero Brezzi, Eugenio Casucci, Stefano A. Cerri, Roberto Dadda, Serena Dinelli, Cosimo A. Folda, Cesare Maioli, Sergio Mariotti, Antonio A. Martino, Gian Bruno Mazzi, Ugo G. Pacifici Noja, Giuseppe Richeri, Floretta Rolleri, Mario Sai, Renzo Vanetti. COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Alessandro Caperna, Rodolfo Patrignani, Stefano Caperna. SEGRETARIO GENERALE Pieraugusto Pozzi ASSOCIATI e PARTNER FTI A partire dal 1985 e nel quadro delle varie attività svolte, sono stati soci e partner FTI molti enti della Pubblica Amministrazione centrale e locale, imprese della domanda e dell'offerta ICT, enti universitari e di ricerca: ITALIA ABI, Accenture, Actalis, AGCOM, Agenzia delle Entrate, AIP, AICA, AIPA, Aipsa, AISM, Anasin, Anuit, Arco Associazione, Arma dei Carabinieri, Assindustria Vicenza, Assindustria Treviso, Assinform, Assintel, Associazione della Comunicazione Pubblica, AIEA, ASPHI, Assomercati, Assinform, ANIE, Anee, Autorità Garante per la Tutela dei dati personali, Autorità Nazionale per la SicurezzaPCM, Autostrade, Banca d'Italia, Banca Intesa, Banca Monte dei Paschi di Siena, BIC Lazio, BIOA, BNL, British Telecom, Camera dei Deputati, Cartasì, Censis Servizi, CGIL, Cilea, Cineca, CISL, CNIPA, Colt Telecom, COM-PA, Computer Associates, Comune di Bologna, Comune di Forlì, Comune di Frascati, Comune di Lucca, Comune di Matera, Comune di Milano, Comune di Modena, Comune di Ovada, Comune di Napoli, Comune di Roma, Comune di Siena, Comune di Spoleto, Comune di Treviglio, Confindustria, Confcommercio, Confcooperative, Confetra, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Consorzio Infomercati, Corte di Cassazione - Ced, Cosi, CNEL, CSC, Deloitte, Democenter Modena, Distretto Audiovisivo e ICT di Roma, ENEA, EDS Italia, Elsag, ENAV, Engineering, ENI, Ericsson, Etnoteam, FAST, Fastweb, Federcomin, FIAT, Findomestic, FITA, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Fondazione IBM Italia, Fondazione Rosselli - Ist. Economia dei Media, Fondazione Ugo Bordoni, ForumPA, Gemplus, General Electric, Guardia di Finanza, HP, IBM Italia, ICE, Icot, ICT Trade, IMQ, INPS, ISCTI, ISFOL, ISTAT, Ist. Ricerca Internazionale, Italtel, KPMG, Lega delle Cooperative, Lottomatica, Microsoft, Ministero Difesa, Ministero Economia e Finanze, Ministero Attività Produttive, Ministero Interno, Ministero Salute, Ministero Giustizia, Ministero PA e Innovazione, Oberthur Card Systems, Olivetti, Oracle, Parco Scientifico Università di Roma Tor Vergata, Pirelli, Politecnico di Milano (CIRET), Politecnico di Milano (Osservatori ICT&Management), Polizia di Stato, Provincia di Roma, Romascienza, SiNSYS, ST Incard, Poste Italiane, PriceWaterhouseCoopers, RAI, Regione Emilia-Romagna, Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Marche, Regione Sicilia, Regione Toscana, Retitalia, Sia-Ssb, Senato della Repubblica, Siemens, Sirmi, Slipform Italia, SMAU, Sogei, Symantec, Tecna Editrice, Telecom Italia, Test, TSP, TXT, UIL, Wind, Unicredit, Uninfo, Unione Industriali Padova, Università Bocconi (IAFE), Università Bocconi (SPACE), Università di Bologna (CIRSFID), Università di Bologna (DAPT), Università di Bologna (Dip. Scienze dell'Informazione), Università di Modena (Dip. Fisica), Università di Perugia (DIEI), Università di Perugia (Facoltà di Giurisprudenza), Università di Pisa (DSP). ESTERO Organizzazioni internazionali: Eurocities, European Association of Corporate Treasurers, European Banking Association, European Commission, European Central Bank, European Parliament, European Payment Council; Austria: Austrian Central Bank, Osterreichisches Institut fur Angewandte Telekommunikation, Stuzza; Belgio: Observatoire des droits de l'internet, Swift, Universite Catholique de Louvain, Brasile: Pontificia Universidade Catolica de Minas Gerais, Sucesu; Francia: Adetef, Forum de droits sur l'Internet, Institut d'Etudes Politiques di Parigi, Periscope, Giappone: JCB; Paesi Bassi: ECP.NL, Equens, Interpay, Polonia: KIR; Portogallo: Bank of Portugal; Regno Unito: Document Engineering Service, Internet Watch foundation and Oxford internet Institute; Spagna: Bank of Spain, Eurobits, Universidad Politecnica de Catalunya, Svezia: Swedish Government ICT-political strategy group and Swedish law and informatics research Institute; Ungheria: Giro Ltd, Information Society Research Institute; Russia: Russian Science Academy; Stati Uniti: Smart Card Alliance, Mastercard, US Federal Reserve Bank, VISA International STAFF, COLLABORATORI ed ESPERTI FTI (2008-2014) Maria Bianchi, Massimo Bondi, Matteo Busanelli, Massimiliano Cannata, Valentina Cerminara, Guido Cucchiara, Manuela De Lorenzo, Alfredo Formisano, Angelo Frascella, Guglielmo Gentile, Thomas Imolesi, Raffaella Inglese, Livia Lucheroni, Euro Melpignano, Lorenzo Modde, Cristiano Novelli, Andrea Preda, Ugo G. Pacifici Noja, Stefano Sai, Federica Sansò, Lorenzo Tomasi. Gli associati e gli organi direttivi FTI – 30 aprile 2014 22