proprietà osservative delle galassie ad alto z
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proprietà osservative delle galassie ad alto z
Co-Evoluzione di Galassie e Buchi Neri: proprietà osservative delle galassie ad alto z M⊙ ). The ZAMS (zero age main sequence) is the f birth in the HRD; evolution moves stars away from n sequence. Depending on the mass, they explode as collapse SN (for M ≥ 8M⊙ ) or end as a white dwarf at different times, indicated in units of 109 years. The upper main sequence is quickly depopulated by the rapid evolution of massive stars, whereas the red giant branch is populated over time Vedi Lezione : Popolazioni Stellari Inizialmente dominano le stelle più massicce (emissione UV) t [Gyr] dopo ~107 yr, flusso <1000Å diminuisce fino a sparire; cresce NIR per evoluzione stelle massicce a (super)giganti; 108 - 109 yr forte emissione NIR resta ma diminuisce ancora quella ottica UV; dopo 109 yr giganti rosse determinano quasi tutta emissione NIR; dopo 3×109 yr, UV cresce per stelle blu nella fase di ramo orizzontale e per nane bianche tra 4-13 Gyr evolve molto poco of a stellar population with solar metallicity that was in7. a) Comparison of the spectrum of a main-sequence stantaneously born a time t ago; t is given in units of 109 h a blackbody spectrum of equal effective temperature. acity of the stellar atmosphere causes clear deviations years A. Marconi delle Galassie 2014/2015 2 e Planck spectrum in the UV/optical. Fisica b) Spectrum Vedi Lezione 3: Popolazioni Stellari Evoluzione dello spettro di una popolazione stellare (burst di 100 Myr) starburst post-starburst galassie quiescenti Notare l’enorme evoluzione in luminosità e l’arrossamento dello spettro A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 3 Vedi Lezione 3: Tasso di Formazione stellare Più che lo SFR assoluto interessa lo SFR relativo allo SFR medio nel passato della galassia oppure relativo alla massa in stelle della galassia “birth rate parameter” “specific SFR” SFR SFR b= = hSFRipast Mstars /tHubble SFR 1 SSF R = = Mstars τ = tempo richiesto per formare Mstar al rate osservato attualmente Galassie quiescenti (e.g. ellittiche) hanno τ ≫ tHubble o SFR≪〈SFR〉past → Hanno formato il grosso delle stelle in passato con SFR molto maggiore Galassie a spirale hanno τ >~ tHubble o SFR~<〈SFR〉past → Hanno avuto una storia di formazione stellare abbastanza costante Galassie “starburst” hanno τ ≪ tHubble o SFR≫〈SFR〉past → Si trovano in un periodo di attività di SF eccezionalmente elevato A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 4 Galassie ad alto z In immagini molto profonde di aree di cielo prive di sorgenti galattiche è possibile, al momento, rivelare la presenza di galassie con redshift z ~0-6 ed oltre. Modello che riproduce la fotometria: z e massa stellare Per esempio è possibile misurare: dimensioni e morfologia; tasso di formazione stellare in corso (M⊙/yr; calibrando emissione UV, emissione di righe p.e. Hα, emissione Far-IR ovvero tutte quantità che sono associate a formazione stellare); massa in stelle (facendo un fit della SED con modelli sintetici). A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 5 Galassie ad alto z Poche galassie z>1 note fino al 1995. Spettroscopia di sorgenti al disopra di un flusso minimo non praticabile per la debolezza delle sorgenti: R< 22 per z<0.5, per R>22 occorrevano telescopi D>4m e molto tempo (pochi MOS ...) Ricerche principalmente con fotometria a banda stretta per rivelare le righe di emissione (Lyα); scarso successo fino metà anni ‘90 per debolezza continuo e intensità Lyα, oppure Lyα debole (polvere) fenditure A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 6 Il metodo del “Lyman break” acity such he ras less ularly f galcated or diertain Lyα. 9.7. where , the their shift. metric ra of e eid by H è elemento più abbondante, grossa sigma per fotoionizzazione: 9.1 Galaxies at con High Redshift tutti i fotoni con λ < 912 Å sono assorbiti da H neutro nello stato 363 9. The Universe at High Redshift fondamentale (nella galassia ospite) 358 anche il mezzo intergalattico contribuisce assorbendo gran parte dei fotoni λ < 1216 Å (transizione 1-2) e tutti i fotoni con λ < 912 Å; l’assorbimento aumenta con z una galassia ad alto z ha “break” a 1216 Å, e praticamente nessuna emissione a λ < 912 Å in particolare galassie con z>3 non avranno emissione in U (metodo degli “U dropouts”) Ly limit Lyα Fig. 9.3. Top panel: a U-band drop-out galaxy. It is clearly de- Il metodo del “Lyman break” Il metodo degli “U dropouts” corrisponde ad una selezione in colore z da verificare spettroscopicamente (telescopi con D>8m, eg Keck, VLT) ma efficienza è molto alta (>1000 galassie a 2.5 < z < 3.5 fino al 2005) Dagli spettri si vede che sono molto simili agli starburst a basso z, ma Lyα è debole (assorbita internamente) → scarso successo survey a banda stretta Lyman-break galaxies (LBG) sono caratterizzate da forte emissione UV (rivelazione) e quindi hanno molta formazione stellare; tipicamente SFR ~ 10-100 M☉/yr Mstar~ 109 - 1011 M☉ Lyman break galaxies sono caratterizzate da venti con velocità di outflow fino a ~250 km/s starburst locale Selezione per colore starburst locale I redshift fotometrici Una tecniche alternativa per survey di galassie ad alto z su grandi aree e oggetti troppo deboli per la spettroscopia è data dai “redshift fotometrici”. Il metodo degli U dropouts è un caso particolare. Vari punti fotometrici (da immagini) sono fittati con vari modelli di popolazioni stellari o template di galassie lasciando z come parametro libero. Metodo particolarmente sensibile ai “break” spettrali (es. quello a 4000 Å ed il Ly break). Naturalmente questo metodo è molto meno accurato dei redshift spettroscopici (non meno di Δz ~0.05-0.1 ovvero 15000-30000 km/s). A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 9 I redshift fotometrici Noto z è possibile stimare i vari parametri della galassia utilizzando gli spettri (righe di assorbimento stellari, righe di emissione, forma del continuo) o semplicemente utilizzando il best fit della fotometria (molto incerto e soggetto a degenerazioni): Età, massa stellare, tasso di formazione stellare. Survey di galassie ad alto z 594 19 Making Real Galaxies Hubble Deep Field (>10000 galassie trovate, molte a z>5); i conteggi di galassie mostrano un’evoluzione della popolazione di galassie (densità). Ultra Deep Field altra survey con Hubble+ACS (Advanced Camera for Surveys) ha permesso studi morfologici delle galassie: la sequenza di Hubble è valida fino a z < 1, a z~2 ed oltre le galassie sono più compatte delle galassie locali, hanno distribuzioni di luce irregolari e non ricordano i tipi morfologici di Hubble Survey successive (GOODS, GEMS, COSMOS) per galassie a z~5-6. LBG a z~6 hanno Mstar ed età E paragonabili a quelli delle galassie a z~3 S Quando universo era ~1 Gyr, esistevano già popolazioni stellari con Mstar ~3 × 1010 M☉, età di Ir qualche 100 Myr (break a 4000 Å) e metallicità apparentemente alta: Int. rapida evoluzione dell’universo! Galassie a z~6 sono compatte, Re ~ 1 kpc, diverse da locali 20 kpc a z~4 Fig. 19.5. a Filter transmission curves for the four bands used in HUDF survey. Also shown is the spectrum of a model star-forming galaxy at z = 5.8 from the models of Bruzual and Charlot galassie locali a z~4 EROs Survey condotte nel NIR hanno permesso di trovare oggetti caratterizzati da un colore molto rosso EROs (Extremely Red Objects): in diagramma R-K vs K (colore magnitudine) circa il 10% delle 9.2 New Types of Galaxies galassie rivelate oltre K > 19 ha colore R-K > 5 Due possibilità: ellittiche vecchie a z > 1.0 (zform > 2.5) galassie starburst molto arrossate a z~1 Si è trovato che entrambi i casi sono probabili, ~50% ellittiche e ~50% starburst arrossati (gran parte ULIRGs a z~1). Esistono ellittiche già formate in evoluzione passiva già a z~2! A. Fig. 9.18. Redshift distribution of galaxies with K s < 20, as Fig. 9.19. Color–magnitude diagram, i.e., R − K as a function measured in the K20 survey. The shaded histogram represents of K , for sources in ten fields around clusters of galaxies. We Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 12 galaxies for which the redshift was determined solely by phosee that for faint magnitudes (roughly K ≥ 19), a population 37 ULIRGs Starburst locali molto potenti: ULIRGs (Ultra Luminous Infrared Galaxies). La formazione stellare è “embedded” in regioni ricche di gas e polvere, non c’è quasi emissione in ottico / UV, tutta la radiazione ionizzante è assorbita dalla polvere e ri-emessa in IR. Contributo AGN, dominante a L>1013 L☉ Tipicamente LIR > 1012 L☉ (LIRGs: L~1011 - 1012 L☉) totalmente dominante sull’emissione otttica/UV e SFR > 100 M☉/yr Survey con NIR da Terra e MIR con Spitzer hanno permesso di trovare ULIRGs fino a z~2; la densità numerica è ~103 volte superiore a quella dell’universo locale. Sembra implicare che una popolazione di galassie con Mstar > 10 11 M☉ sia già esistente a z~1.5 e stia evolvendo passivamente. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 13 Submm Galaxies pectroscopic analysis reveals that both types of Os are roughly equally abundant. Hence, about half he EROs are elliptical galaxies that already have, at 1, a luminosity similar to that of today’s ellipticals, are at that epoch already dominated by an old stelpopulation. The other half are galaxies with active formation which do not show a 4000-Å break but ch feature the emission line of [OII] at λ = 3727 Å, ear sign of star formation. Further analysis of EROs means of very deep radio observations confirms the e fraction of galaxies with high star-formation rates. zing the close relation of radio emissivity and FIR nosity, we find a considerable fraction of EROs to ULIRGs at z ∼ 1. at high elevations. In the submillimeter (sub-mm) range, the long wavelength domain of thermal dust radiation can be observed, which is illustrated in Fig. 9.20. Since about 1998 sub-mm astronomy has experienced an enormous boom, with two instruments having been put into operation: the Submillimeter Common User Bolometer Array (SCUBA), operating at 450 µm and 850 µm, with a field-of-view of 5 arcmin2 , and the Max-Planck Millimeter Bolometer (MAMBO), operating at 1300 µm. Both are bolometer arrays whichFig. 9.21. The image shows a field of 20′ × 17′ in the region of 2 the COSMOS survey, observed by the 117-channel MAMBO initially had 37 bolometers each, but which since then have been upgraded to a considerably larger numberinstrument at the IRAM 30-m telescope on Pico Veleta. Coded of bolometers. Figure 9.21 shows a 20′ × 17′ MAMBOin color is the signal-to-noise ratio of the map, where the noise ′′ image of a field in the region of the COSMOS survey. level is about 0.9 mJy per 11 beam. About a dozen sources Survey condotte nel submm sfruttano il fatto che il picco emissione starburst è a ~100 μm. Da terra finestre a ~450 e 800 μm sfruttate dal primo strumento panoramico SCUBA (Submm Common User Bolometer Array) al JCMT (James Clerk Maxwell Telescope) con campo di vista ~5 arcmin . Le sorgenti submm sono caratterizzate da una k-correction negativa, ovvero with S/N visible il flusso si mantiene costante o aumenta all’aumentare di≥ 4zarepoiché si va verso tial Correlations. EROs are very strongly cor- The Negative K-Correction of Submillimeter picco dell’emissione. ed inilspace. The interpretation of this strong Sources. The emission of dust at these wavelenghs is elation may be different for the passive ellipticals described by a Rayleigh–Jeans spectrum, modified by Problemi nell’identificazione (da SCUBA posizioni con incertezza ~15”) for those with active star formation. In the for- an emissivity function that depends on the dust propcase the correlation is compatible with a stati picture inrisolti erties (chemical composition, distribution of dust grain ma quando sono con immagini nel ch these EROs are contained in clusters of galaxies sizes); typically, one finds n overdense regionssi thatè will collapse to a cluster radio, visto che siintratta di oggetti a. . .z~2-4, S ∝ ν with β ∼ 1 2 . uture. The correlation of the EROs featuring active 11Mexplained formation can M~10 probably not be by clus-più massicce con ☉ (~10× membership, but the origin of the correlation may he same as for the correlation of the LBGs. LBG allo stesso z) he number density of passive EROs, thus of old ticals,che is surprisingly large compared with expectaformano stelle s from the model of hierarchical structure formation a discuss ~1000 we will in Sect.M 9.6.☉/yr ULIRGs estremamente 3 Submillimeter Sources: potenti che hanno A View Through Thick Dust anche emission from hotAGN dust is one of the best indicaof star formation. However, observations in this deboli (vedi avanti). eband are only possible from space, such as was e with the IRAS and ISO satellites. Dust emission ν 2+β Fig. 9.22. Predicted flux from dusty galaxies as a function Le Dimensioni delle Galassie In media le dimensioni delle galassie crescono al decrescere del redshift (aumentano con il passare del tempo), come ci si aspetta dal modello gerarchico. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 15 La storia di formazione stellare Stimando il tasso di formazione stellare per grossi numeri di galassie ad alti z è possibile ottenere la variazione con z del tasso cosmico di formazione stellare ovvero la densità totale media di massa che viene convertita in stelle in tutto l’universo (M⊙/yr/Mpc-3). Storia della formazione stellare UV Tasso di formazione stellare per unità di volume comovente. A. Marconi UV FIR Fisica delle Galassie 2014/2015 16 La storia di formazione stellare La formazione delle galassie ovvero la formazione della maggior parte delle stelle nell’universo è avvenuta tra 5 e 8 miliardi di anni fa. Da allora la formazione stellare è sempre andata a diminuire. In accordo globale con i modelli gerarchici: a z>1 c’è l’epoca dei mergers per cui ci si aspetta più formazione stellare. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 17 La Massa Stellare Analogamente al caso del tasso di formazione stellare cosmico è possibile determinare la crescita della densità di massa in stelle col redshift. Integrando il tasso di formazione stellare si deve ottenere la densità di massa in stelle. La densità di massa in Storia della crescita di massa stelle per z tendente a valore locale 0 deve tendere al valore locale: si trova un buon accordo! integrando il tasso di formazione stellare Metà della massa locale in stelle si era già formata a z~2±0.2. misurato A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 18 La Massa Stellare I modelli semianalitici basati su crescita gerarchica delle strutture riescono a spiegare abbastanza bene la crescita globale della massa in stelle ... A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 19 Metal abundances Metal abundance is defined as Mass of heavy elements (> He) Z= Mass of H Z ' 0.02 ✓ ◆ O 12 + log ' 8.7 H Element abundance is usually based on number of atoms and characterized by (e.g. for O): 12 + log ✓ O H ◆ = 12 + log10 number of O atoms number of H atoms The metal abundances of galaxies (metallicities) and the relative abundances of elements are determined by the star formation history. The tracers of star formation like LUV, L(H), LFIR, LPAH trace the current star formation rate (SFR). In contrast metallicity traces time integrated star formation, i.e. the build up of the galaxy stellar population. Metallicity provides a much more global picture of galaxy evolution, less subject to episodic or sporadic phenomena. the correlation with stellar mass is stronger than that with luminosity. Figure 3.13 shows the strong correlation between metallicity and the total stellar mass of starforming galaxies. These observations provide important constraints on the physics of the evolution of galaxies. With the advent of 8–10-metre class telescopes, these studies have been extended to samples of galaxies at large redshifts and so constrain La metallicità galassie legata alla massa: le galassie più directlydelle the evolution of the èstellar and gaseous content of galaxies of different masses et al., 2005). These topics will be taken up in much more detail in sono anche le (Savaglio più metalliche. Chaps. 17 to 19. Relazione massa metallicità massicce Il loro colore rosso è quindi il risultato sia dell’età che della metallicità. A. Marconi Fig. 3.13. The stellar mass–gas Fisica delle Galassie phase metallicity relation 2014/2015 for 53,400 star-forming galaxies 21 Evoluzione chimica Per capire come l’evoluzione chimica porti informazioni sulla storia di formazione stellare di una galassia, vediamo un semplice modello di evoluzione chimica. Ci aspettiamo che Z aumenti con lo SFR integrato sulla vita della galassia. Assumiamo: per t=0, non ci sono metalli Z(0) = 0 e la galassia non contiene stelle (tutta la materia barionica è sotto forma di gas); la galassia è un sistema chiuso ovvero non c’è perdita o accrescimento di massa (closed box); tempi scala di evoluzione stellare che portano all’arricchimento di metalli sono piccoli rispetto ai tempi scala evolutivi della galassia. M è la massa di gas inizialmente convertita in stelle: R M è la massa che ritorna all’ISM per le esplosioni di supernovae ed i venti stellari. α M = (1-R)M è la massa che rimane nelle stelle [α dipende dalla IMF e può essere stimata con i modelli di sintesi delle popolazioni]. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 22 Evoluzione chimica q = [massa in metalli ritornata nell’ISM] / M (in aggiunta quelli già esistenti, formati dalle delle reazioni nucleari) y=q/α yield rapporto tra la massa in metalli ritornati all’ISM e la massa rimasta in stelle [calcolato da modelli sintesi] La massa di gas convertita in stelle durante la storia della galassia è S(t) = Z t SF R(t0 ) dt0 = 0 quella rimasta in stelle è Z t (t0 ) dt0 0 s(t) = ↵S(t) poiché il sistema è chiuso la massa barionica totale Mb è costante ed è pari alla massa in gas e stelle s(t) + g(t) = Mb ds dg + =0 dt dt A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 23 Evoluzione chimica gZ è la massa di metalli nell’ISM, e cambia a seguito della formazione stellare: per la formazione di stelle g e quindi gZ diminuiscono; contemporaneamente l’ISM è arricchito dall’evoluzione stellare e quest’ultimo processo avviene istantaneamente per le assunzioni fatte massa metalli massa di gas convertita in stelle per unità di tempo d(gZ) = (RZ + q) dt massa in metalli ritornata ISM per unità di tempo (già presenti al momento della formazione stellare) A. Marconi Z perdita dovuta al gas che va a formare stelle arricchimento per formazione stellare R M è la massa che ritorna all’ISM q = [massa in metalli ritornata nell’ISM] / M Fisica delle Galassie 2014/2015 24 Evoluzione chimica dato che dS = dt d(gZ) = (R dS 1)Z + q = q ↵Z dividendo per α e usando s = α S, y = q/α otteniamo d(gZ) dg dZ = Z +g =y ds ds ds ds dg + =0 dt dt comporta Z dg = ds 1 dZ = ds dZ dg per cui otteniamo alla fine dZ dZ g = = dg d ln g A. Marconi y Fisica delle Galassie 2014/2015 25 Evoluzione chimica dZ = y Z(t) = d ln g g è la gas fraction µg = Mb y ln ✓ g(t) Mb ◆ = y ln(µg ) Z(t) = y ln(µg ) la costante di integrazione è stata scelta in modo che per t=0, con gas fraction 1, Z=0 Al decrescere del contenuto in gas di una galassia (ovvero al procedere della formazione stellare) la metallicità aumenta, ed in questo semplice modello dipende solo dallo yield y. Le osservazioni (specialmente la relazione Z-Mstar) indicano deviazioni significative da questo semplice modello, specialmente per galassie di bassa massa, ed il motivo è che le galassie non sono sistemi chiusi. Le deviazioni delle osservazioni da questo modello ci danno informazioni sui processi di inflow e outflow dalle galassie. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 26 Relazione massa metallicità (@z) R. Maiolino et al.: AMAZE. I. La relazione massa metallicità evolve col redshift. a z~3 c’è una grossa evoluzione della relazione anche per quanto riguarda le galassie massicce che, Fig. 7. Mass-metallicity relation observed at different redshifts. The blue, solid and dotted lines indicate the mass-metallicity relation dispersion observed at z ∼ 0.07, as inferred by Kewley & Ellison (2008). The red diamonds with errorbars show the mass-metallicity quindi stanno andando incontro at different redshifts traced by individual objects (or by stacked spectra in the case of panel b), z ∼ 2.2). In panel c) (z ∼ 3.5) the gree dashed errorbars is the composite spectrum (which has been assigned the median mass of the sample, but slightly offset to avoid a c a grossi episodi di with formazione overlap with an individual source). Black, solid lines show the analytical function Eq. (2) with the best fitting parameters listed in Table 5 stellare e arricchimento chimico; R. Maiolino et al.: AMAZE. I. different strong-line diagnostics used in different surv cross-calibrated in a consistent way. The relations obta Sect. 5 provide such a common cross-calibration betwee z log M0 K0 ent strong-line diagnostics on the same metallicity scale 0.07 11.18 9.04 section we apply (when required) the correction to the 0.7 11.57 9.04 licities inferred by past surveys at lower redshift to ma 2.2 12.38 8.99 metallicity scale. We also apply corrections to the mass 3.5a 12.76 8.79 account for the different IMF’s adopted by previous wor Fig. 1 12.87 8.90 3.5b As discussed in Sect. 1 the local (z ∼ 0.1) els/sim Notes: a Value obtained by using the masses estimated with the BC03 metal metallicity relation was derived by Tremonti et al. templates. b Value obtained by using the masses estimated with the M05 of ou by using SDSS spectra from DR2. Kewley & Ellison by m templates. re-determined the local mass-metallicity relationgreen by SDSS spectra from DR4 by setting tighter limits used on when SDS decided to restrict the allowed ages to >50 Myr. However, this shift range (0.04 < z < 0.1) so that the projected′the m covering factor is >20% of the total photometric g -ban same choice may only affect the inferred SFR, while the determination redshi re of the stellar mass is essentially unaffected, as discussed above. and also to minimize incompleteness effects at higher and T The resulting median redshift of their sample is ∼0.07. For what concerns the library of spectral synthesis modobserv them els we adopt both those provided by Bruzual & Charlot (2003) & Ellison (2008) calibrate the metallicities with the whileb (hereafter BC03) and those by Maraston (2005) (hereafter M05). & Dopita (2002) method, which is the same adopted when The resulting stellar masses are tabulated for both cases in 12 + log(O/H) > 8.35, hence no additional correction is r Table 2. The masses inferred by using the M05 models are to match our metallicity scale. The only correction to for (i.e. the all stellar masses, Tremonti et al.shows (2004) and any constraints on the cold gas); if thesince informaThe figure a signifi preferred, since they take into account the contribution byaperture tion from the simulated galaxies is extracted the observations. Such & Ellison (2008)within adoptoura obserdifferentand IMF (Kroupa 2001). Table 5. Best fit parameters for analytical form of the mass-metallicity relation in Eq. (2) at different redshifts. l’evoluzione maggiore si riscontra nelle galassie di piccola massa, che mostrano una specie di dowsinzing chimico. La relazione massa metallicità osservata a z~3 è difficilmente riconciliabile con le predizioni di molti modelli gerarchici. Maiolino et al. 2007 metallicity are detected with respect to the other galaxies measured individually, and the Erb et al. (2006) galaxies are included in the APITOLO 2. sample, LE OSSERVAZIONI high-redshift although without binning them with the rest of the galaxies. ies are considered. The left-hand panel of Fig. 1 also shows these median metallicities as a function of M⋆ . It is evident that a system9 atic segregation in SFR is present in the data. While galaxies with high M⋆ [log(M⋆ ) > 10.9] show no correlation between metallicity and SFR, at low M⋆ more active galaxies also show lower metallic2.3 E’ z = stato 3–4 recentemente mostrato che la relazione in realtà ity. The same Massa-Metallicità systematic dependence of metallicity on SFR can be seen in the right-hand panel of Fig. 1, where metallicity is plotted as A significant of 16 galaxies at redshift was ha unsample terzo parametro, il between tasso3 and di 4formazione stellare CAPITOLO 2. LE of OSSERVAZIONI a function SFR for different values of mass. Galaxies with 10 high observed by Maiolino et al. (2008) and Mannucci et al. (2009) for the Fundamental Metallicity Relation Figure 1. Left-hand the mass–metallicity relationlocali of local SDSS La galaxies. The grey-shaded areas contain 64 and 90 per cent of all SDSS galaxies, with igura 2.1: Relazionepanel: massa-metallicità di galassie SDSS. linea 2.2: Figura Metallicità mediane come funzione dello SFR di galassie SDSS Ë È the thick central line showing the median relation. The O coloured lines show the median metallicities, as a function of M⋆ , of SDSS galaxies with different entrale nera mostra la curva di valori mediani di H in funzione diper Mstar valori fissati di Mstar . All’aumentare della massa la relazione metallicitàvalues of SFR. Right-hand panel: median metallicity as a function of SFR for galaxies of different M⋆ . At all M⋆ with log(M⋆ ) < 10.7, metallicity decreases ndipendentemente dallo SFR. L’area grigio scuro rappresenta 1‡, SFR ovvero tende ad essere costante e si nota inoltre che che le galassie meno with increasing SFR at constant mass. probabilità di trovarci il 64% delle galassie. Le curve colorate, massicce invece, (curve viola) sono più povere di metalli. Ë È O ostrano la curva di valori mediani di H in funzione di Mstar per valori A.The Marconi ⃝ Fisica delle Galassie 2014/2015 28 ssati dello SFR. C 2010 C 2010 RAS, Authors. Journal compilation ⃝ MNRAS 408, 2115–2127 Ë È Dipendenza della relazione M-Z dallo SFR Fundamental Metallicity Relation La relazione massa metallicità non è altro che la proiezione di una relazione “fondamentale”, detta Fundamental Metallicity Relation (FMR). Si può scrivere: Z = f (log Mstar ↵ ⇥ log SF R) 2. LE OSSERVAZIONI SiCAPITOLO può allora considerare come varia la dispersione 12 intrinseca dei residuai variare di 𝛼 𝛼 = 0 si ha relazione Z-M 𝛼 = 1 si ha la relazione Z-SSFR (SSFR = SFR/Mstar) A. Figura Marconi Fisica 2014/2015 2.4: Dispersione in funzione di delle –. Il Galassie valore corrispondente alla 29 Fundamental Metallicity Relation FMR è superficie nello spazio Z-SFR-Mstar Mannucci et al. 2011 The fundamental metallicity relation 2119 Fundamental Metallicity Relation Fig. 4. Metallicity as a function of the parameter µ0.32 . The green line plots The leftfino panelashows individual AMAZE and LSDrelazione galaxies at z⇠3–5 La FMR non dipende dal redshift z~2,thecontrariamente alla M- (sam of the sample is shown in the lower-right corner. In the right panel the data ar Z. Figura con deviazioni dallametallicities FMR per variµ0.32 campioni di red oggetti; finotheametallicity z~2 of th in each bin, while the circles show dispersion of the average metallicity and µ0.32 at each bin. The red vertical err tutti gli oggetti stanno sulla FMR. each bin. The red horizontal error bars show the dispersion of the average µ0.32 Fig. 5. Deviation of the FMR as a function of the µ0.32 parameter. Black and red circles show metallicity di↵erences of the averaged and stacked Fig spectra, respectively, within each µ0.32 bin compared with the FMR. The AM Troncoso et al. 2014 black error bars show the dispersion of the average metallicity within rota each bin. The red error bars show the error of the metallicity of the non The “Main Sequence” of Star Formation La relazione massa-metallicità è il risultato di una relazione più “fondamentale” tra Massa (stellare) - Metallicità - Tasso di Formazione Stellare (la FMR, M-Z-SFR). Un’altra proiezione della FMR è la relazione tra M e SFR, detta anche “Main Sequence of Star Formation” Star forming - blue cloud Passive - red sequence e c en n ai M u q e S La Main Sequence evolve col redshift in normalizzazione. Wuyts+2011 ~ SFR The “Main Sequence” of Star Formation ~ Mstar Elbaz+11 The “Main Sequence” of Star Formation La Main Sequence dice che le galassie formano stelle ad un valore ben definito di SSFR = SFR/Mstar Tale proprietà è spiegata con un accrescimento continuo di gas dall’alone. Gli starburst sono sorgenti che stanno ben al disopra della MS: SSFRstarburst > 4 SSFRSM Rodighiero+11 The “Main Sequence” of Star Formation La distinzione tra starburst e galassie “starforming” normali fa pensare a due modi diversi di formazione stellare: starforming “normali” - accrescimento di gas dall’alone “processi secolari” starburst - formazione stellare indotta da fenomeni di merging, notare che lo SSFR è l’inverso del tempo richiesto per formare le stelle Starburst esistenti al tasso di formazione stellare osservato Formazione delle galassie ellittiche La formazione delle galassie a disco è abbastanza ben comprensibile nei modelli legati alla CDM. La struttura a disco è legata alla conservazione del momento angolare del gas e l’evoluzione procede con la formazione delle stelle nel disco che si frammenta per instabilità gravitazionale ed evolve per processi “secolari” (instabilità dinamiche nel disco e formazione di barre). La situazione è più complessa per le galassie ellittiche dove le stelle hanno una grossa dispersione di velocità, simile alla dispersione degli aloni DM ospiti: il gas non deve essersi raffreddato a formare un disco. Del resto non è chiaro come possa esserci stata formazione stellare senza il raffreddamento del gas. Il modello monolitico è in grado di spiegare le proprietà delle galassie ellittiche e la loro evoluzione: quasi tutto il gas nell’alone viene istantaneamente convertito in stelle; poiché tutte le ellittiche a z hanno colori simili, la loro formazione deve essere avvenuta quasi in contemporanea a z>2 La formazione delle stelle deve essere avvenuta molto rapidamente prima della formazione di un disco ma non è chiaro come questo possa essere avvenuto. Formazione delle galassie ellittiche Nei modelli CDM le galassie sono soggette a merging: merging una galassia grande con una piccola (minor merging, M1 >> M2) cambia di poco le proprietà della galassia grande (es. Milky Way sta avendo un minor merging con la Sagittarius Dwarf Galaxy). Il major merging (M1 ~ M2) al contrario è in grado di cambiare radicalmente le proprietà delle galassie interessate. Il (major) merging di due galassie a disco, rimuove le componenti ordinate di rotazione e riporta ad un moto disordinato con alta velocità di dispersione; la massa in stelle finale è la somma delle due se non c’è gas (dry merging) mentre varia nel caso di wet merging (ricco di gas): infatti il gas viene destabilizzato e forma stelle aumentando massa stellare (e variando i colori). Nell’ambito del modello ΛCDM (gerarchico) una galassia ellittica è il risultato di della crescita delle strutture barioniche con almeno un major merging avvenuto in passato. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 37 Merging di due galassie: sono rappresentate SOLO le STELLE; l’intensità rappresenta la densità in stelle il colore rappresenta la loro età: giovani (10 milioni anni) → vecchie (1 miliardo anni) Merging di due galassie: lo stadio finale della fusione di due galassie a disco è una galassia ellittica La Massa Stellare I modelli semianalitici basati su crescita gerarchica delle strutture riescono a spiegare abbastanza bene la crescita globale della massa in stelle ... A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 39 Problema alla alte masse A. Marconi es. deficit alle alte masse per 1.5 < z <2.5 i hic rc ra ge lli de mo A redshift z~2 si osservano ellittiche giganti già formate, (EROs, submm galaxies) cosa in disaccordo con i modelli gerarchici secondo cui queste galassie (le più massicce esistenti) dovrebbero formarsi da ultime. [densità galassie] Ma non spiegano come crescono le galassie alle varie masse: in particolare i modelli non riescono a spiegare la formazione di galassie massicce ad alti redshift. [massa galassie] Fisica delle Galassie 2014/2015 40 Galaxy Downsizing [densità galassie] In generale i modelli gerarchici non riescono a spiegare il cosiddetto “galaxy downsizing” ovvero che si formano prima le galassie più grandi di quelle più piccole: è l’opposto di quello che ci si aspetterebbe da una crescita “gerarchica” come quella della materia oscura. Il galaxy downsizing è analogo a quello osservato negli AGN! Le galassie più massicce raggiungono prima la densità locale. Valore locale [massa galassie] Problemi dei modelli Il modello ΛCDM è indubbiamente un successo nello spiegare la struttura su grande scala, e ci sono pochi dubbi che sia il modello corretto entro cui studiare la formazione e l’evoluzione delle galassie. I problemi si hanno sulle piccole scale, dove è importante la fisica dei barioni All’aumentare della risoluzione delle simulazioni a N-corpi ci si è resi conto di un eccesso di aloni di piccola massa, che dovrebbe corrispondere ad un eccesso di galassie nane (excess of dwarf galaxies problem) non osservato nella Via Lattea e nel gruppo locale (dove le nane sono visibili). Possibile soluzione il fatto che questi aloni siano troppo piccoli per trattenere il gas e dare luogo a galassie; recentemente sono state trovati grosse nubi HI nell’alone della via Lattea. Sempre dalle simulazioni N-body si è visto che dovrebbero esserci delle cuspidi di DM nelle regioni nucleari; non sono stati osservati ma ci sono problemi osservativi legati alla degenerazione su M/L (DM - stelle). Problemi dei modelli La presenza di ellittiche formate a z~2 indica che la loro formazione stellare deve essere avvenuta ad epoche molto precedenti il picco dello SFR cosmico E’ necessario spiegare la crescita antigerarchica di Galassie e Buchi Neri Ci sono problemi nello spiegare la relazione Massa-Metallicità e la sua evoluzione col redshift. I modelli non sono ancora in grado di fornire una spiegazione convincente su come si formino le relazioni di scala (Tully-Fisher, Piano Fondamentale), devono anche riuscire a spiegare come si formino le relazioni BH-galassie Attualmente, una delle incertezze più grosse dei modelli è come tener conto del feedback da parte dei nuclei attivi, ma anche dalle Supernovae e quale sia l’importanza dei due. Il “feedback” degli AGN I BH locali sono resti di AGN ovvero si sono formati durante l’attività AGN. I BH locali hanno un strettissimo legame con le galassie ospiti come indicato dalle relazioni MBH-L, MBH-σ ecc. Cosa determina questo legame? Evidentemente questo legame deve formarsi durante la fase di crescita dei BH ovvero durante la fase di AGN. Si ritiene che il legame sia dovuto alla “reazione” (feedback) dell’AGN sulla galassia ospite: più l’AGN è potente più la pressione della radiazione ed i venti emessi tendono a spazzar via il gas dalla galassia bloccando la crescita del BH stesso e la formazione di stelle nella galassie. A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 44 Merging di due galassie: è rappresentato SOLO il GAS; l’intensità rappresenta la densità del gas il colore rappresenta la temperatura: freddo (104 K) → caldo (106 K) → caldissimo (107 K) Merging di due galassie: alla fine del processo il gas è stato quasi del tutto espulso Feedback e MBH-σ Abbiamo visto come semplici modelli analitici che tengano conto del feedback spieghino la correlazione MBH~σ4. Questo è confermato anche dai modelli numerici che includono il feedback. ★▼ osservati ●◦□ modelli La relazione MBH/Msferoide~1/1000 è il risultato dell’equilibrio tra la pressione di radiazione dell’AGN ed il potenziale gravitazionale della galassia. Quando MBH/Msferoide~1/1000, l’AGN espelle il gas dalla galassia bloccando sia la crescita del BH stesso che la formazione di stelle (→ limite di Eddington). A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 47 Crescita anti-gerarchica Perchè si formano prima le galassie ed i BH più massicci? La crescita di BH e galassie è una competizione tra potenziale gravitazionale che porta alla formazione delle strutture e feedback che tenta di disgregarle. Le galassie più massicce hanno buche di potenziale gravitazionale più profonde e quindi il feedback è meno importante. Nelle galassie più piccole le buche di potenziale sono meno profonde ed il feedback riesce a ritardare la crescita di BH e galassia. Il feedback riesce a tutti gli effetti ad invertire la crescita dei barioni rispetto alla dark matter: nella dark matter (solo interazione gravitazionale) si formano prima le strutture più piccole mentre le più grandi si formano dopo per fusione delle più piccole; nei barioni il feedback ritarda la formazione delle strutture più piccole che quindi si formano dopo quelle più grandi e massicce! A. Marconi Fisica delle Galassie 2014/2015 48 (Simple) BH-galaxy co-evolution 1. Plenty of cold gas, frequent mergers and/or interactions: at the beginning SF and BH accretion proceed as fast as they can (Eddington limit). BH and stellar mass increase at high rate. BH and SF highly obscured by surrounding gas and dust. 2. When BH sizeable compared to host galaxy (MBH~107-108 M⊙), LAGN~LEdd powerful enough to expel gas from galaxy. BH growth and SF gradually reduces. At the end, most of the original gas is expelled and an unobscured type 1 AGN shines in a generally passive galaxy. (Simple) BH-galaxy co-evolution 3. Almost no gas left, BH growth and SF can occur only through gas and dust in stellar winds and/or accretion of pristine gas. Galaxy interactions or secular processes (eg. bars) can destabilize gas and make it available from BH growth or SF. Local MBH-galaxy relations are the result of the balance between AGN activity (LEdd ~ MBH), which tends to expel gas, and galaxy gravitational attraction (Egrav~σ4Re), which tends to retain it. The balance is found for MBH~0.001 Msph. (Simple) BH-galaxy co-evolution (Less Simple) BH-galaxy co-evolution Recentemente ci si è resi conto che i processi evolutivi potrebbero essere 1.5 Evolutionary scheme of AGN/galaxy evolution 23 diversi per le galassie ospiti di AGN di alta e bassa luminosità, ovvero per le galassie di grande e piccola massa. Hickox+2009 Effetti del feedback E’ necessario spiegare la discrepanza traGalaxy la funzione di massa degli aloni, luminosity riscalata per il rapporto 𝛺 /(𝛺 -𝛺 ), e la funzione di massa stellare b 0 b (luminosità) delle galassie. La funzione di massa degli aloni riscaldata è quello che mi aspetterei per le galassie se i barioni seguissero il comportamento della materia oscura. • Dark halos (const M/L) • galaxies = Effetti del feedback Theoretically predicted ga gas cooling & no fe Solo gas cooling: eccesso di galassie a basa massa, corrispondente ad un eccesso di barioni condensati a formare stelle No feedback Dark halos dar kha los Effetti del feedback Predicted galaxy LF inc feedback Cooling e Feedback da formazione stellare (fotoionizzazione del gas, venti di supernovae): Fotoionizzazione riscalda il gas a T ~ 2 × 104 K --> sopprime formazione stellare in aloni di 108-1010 M☉ dopo la ricombinazione Supernovae: ... Photoionization + SN feedback Feedback da Supernovae Se si formano Mstar di nuove stelle, l’energia totale dalle supernovae di tipo II (da stelle giovani) è 51 energia supernova ESN = 10 erg E = ⌘Mstar ESN ⌘ = 1 SN/(100 M ) numero supernovae Se una frazione dell’energia εej va a ad accelerare Mej di gas alla velocità di fuga allora 1 2 Mej Vesc = "ej ⌘Mstar ESN 2 2 2 La velocità di fuga è legata alla velocità di rotazione circolare da Vesc = 2Vc Allora Mej = Mstar Vcrit = (⌘"ej ESN ) ✓ Vcrit Vc 1/2 ◆2 = 225 ⇣ " ⌘1/2 ej 0.1 km s 1 Vcrit è proprio dell’ordine di Vc (nelle galassie più piccole), grosse quantità di gas possono essere espulse. Vcrit è simile alle velocità dei venti delle LBG. Effetti del feedback Predicted galaxy LF inc feedback Cooling e Feedback da formazione stellare (fotoionizzazione del gas, venti di supernovae) Photoionization + SN feedback The need for AGN feedback Galaxy luminosity function includingin Galaxy luminosity function AGN radio-mode feedback AGN radio-mode feedba Con il feedback da AGN si è in grado di ridurre il numero di galassie massicce creando un ottimo accordo tra la funzione di massa/luminosità delle galassie osservata e quella predetta dai modelli. Gli AGN sono ingredienti fondamentali nell’evoluzione delle galassie (almeno quelle più massicce). Quali sono le prove osservative della co-evoluzione BH-galassie? SN feedback+photoionization SN feedback+photoionization AGN feedback AGN feedback Bower etal