La gueRRa deLLe `TeRRe RaRe`

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La gueRRa deLLe `TeRRe RaRe`
O R I Z Z O N T I
LE TERRE RARE,
MINERALI INDISPENSABILI
A L L’ I N D U S T R I A H I - T E C H
La guerra
delle ‘terre rare’
di luigi bignami
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©MASSIMO BREGA
Sono necessarie per produrre apparecchiature tecnologiche
legate alla green economy (dai pannelli solari alle auto ibride) e tutta
l’elettronica di consumo (dai cellulari ai PC, agli iPad). Oggi la Cina
soddisfa da sola circa il 95% della domanda mondiale di terre rare
- una sorta di monopolio - e molti governi, compresa la Commissione
Europea, temono di ritrovarsi alla mercè dei ‘capricci’ del colosso
asiatico. Se non correranno presto ai ripari ...
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L
“Il Medio Oriente ha il petrolio, ma la Cina
ha le terre rare”
D en g X ia o pin g , 1 9 9 2
e ‘terre rare’ sono un gruppo di
a essere molto più leggera, possiede una durata
degli ottimi catalizzatori, ossia possono entrare
17 elementi chimici che fino a
del 20% superiore alla media; per la sua messa a
a far parte di reazioni chimiche accelerando o ral-
qualche decennio fa erano più
punto si è utilizzata una terra rara, il disprosio.
lentando la reazione senza alterare il risultato
che altro utilizzati da studiosi
Il neodimio, invece, serve per produrre alcuni tipi
finale. Inoltre, università e vari centri di ricerca
impegnati in ricerche scientifiche e tecnologiche
di laser e per colorare vetri e ceramiche. L’ittrio,
italiani sono impegnati nello studio delle poten-
particolarmente avanzate. Oggi di questi ele-
il neodimio e il samario sono fortemente utiliz-
ziali applicazioni delle terre rare in batterie a celle
menti non si può più fare a meno, in quanto sono
zati per la fabbricazione delle armi, soprattutto
a combustibile, nonché nello sfruttamento per le
fondamentali nella produzione di molti oggetti di
per costruire laser in grado di inseguire un ber-
celle solari della loro proprietà di fotolumine-
uso quotidiano e di largo consumo.
saglio o per produrre ‘bombe intelligenti’ o
scenza, cioè quella capacità di assorbire la luce
Neodimio, cerio, europio: sono solo alcuni degli
sistemi di guida dei missili. Il prometio è indi-
di un certo colore ri-emettendola in un colore
elementi chimici che costituiscono il gruppo delle
spensabile nella produzione di batterie nucleari;
diverso. Infatti, dato che uno dei limiti alla produ-
‘terre rare’, indispensabili nella produzione di
il lutezio è usato nella costruzione di macchine
zione di energia delle celle solari a base di silicio
computer, LED, cellulari, macchine per risonanze
per la PET. Il movimento delle pale eoliche viene
è che possono utilizzare solo una piccola frazione
magnetiche, fibre ottiche, auto ibride e, più in
trasformato in elettricità anche grazie a magneti
della radiazione luminosa del Sole, quelle a base
generale, di moltissimi prodotti della green eco-
permanenti composti dalla terra rara neodimio e
di terre rare, invece, potrebbero assorbire ener-
nomy e dell’elettronica di largo consumo. Il lan-
da una lega di ferro e boro.
gia in una banda molto più larga e ri-emetterla
FOTO: MASSIMO BREGA
tanio – per fare un esempio specifico – viene
Le terre rare sono necessarie
per produrre apparecchiature
tecnologiche legate alla green
economy come pannelli solari,
auto ibride e pale eoliche,
ma occorrono anche per delle
semplici lampade al neon.
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nella banda utilizzata dalla cella fotovoltaica, con
utilizzato per realizzare vetri ad alto indice di
Il monopolio cinese
conseguente maggior produzione energetica.
rifrazione o lenti per telecamere o per produrre
Per ciascuna delle terre rare, insomma, si po-
Per tutti questi motivi, oggi di terre rare si parla
alcuni elettrodi di batterie. Inoltre, recentemente,
trebbe fare un elenco di tecnologie delle quali
sempre di più e, purtroppo, spesso con un senso
dopo ricerche durate oltre 15 anni, è stata messa
costituiscono un elemento sostanziale e, attual-
di panico. La paura sta nel fatto che, attualmente,
a punto una batteria al ‘litio-polimero’ che, oltre
mente, insostituibile. Le terre rare sono anche
più del 95% delle terre rare commercializ-
Gli Stati Uniti sono stati tra i
primi a riaprire le proprie
miniere per l’estrazione di
terre rare per non dipendere
dal monopolio cinese.
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©Ren Junchuan/Xinhua Press/Corbis
miniere della Mongolia Interna. Eppure, il Paese
asiatico non possiede più del 23% delle riserve
mondiali di terre rare. Il motivo di questo predominio, però, è da ricercare nel fatto che la maggior parte delle nazioni nelle quali si estraevano
terre rare fu costretta a chiudere le proprie
miniere agli inizi degli anni Novanta, quando la
Cina si propose sul mercato con prezzi estre­
mamente competitivi, tali da intercettare prati-
©Zhou Ke/Xinhua Press/Corbis
zate sul pianeta proviene dalla Cina, dalle grandi
In uno stabilimento cinese,
vaschette utilizzate nel processo
di trasformazione dell’ittrio
vengono sistemate su un nastro
trasportatore.
Più a sinistra: un operaio pulisce
un semilavorato che consiste di
rubidio, ferro e boro.
camente la totalità della domanda globale.
L’estrazione delle terre rare, infatti, richiede processi molto costosi se non si vuole inquinare
l’ambiente (che tuttavia non rappresenta una
©Zhou Ke/Xinhua Press/Corbis
prio­rità della Cina), in quanto spesso questi elementi si trovano insieme a minerali radioattivi
che devono essere trattati con estrema precauzione. Le rocce che racchiudono una quantità di
terre rare tale da essere economicamente sfruttabili sono di diversa natura; tra queste figurano
particolari rocce ignee (che si formano dal raffreddamento di magmi derivati dalla parziale
fusione delle rocce del mantello terrestre), depositi sedimentari derivati dallo smantellamento
delle stesse rocce ignee in seguito a erosione da
Sopra: un operaio impegnato nel trattamento
dell’ittrio, una delle 17 terre rare, nello
stabilimento cinese di Ganzhou City, nella
provincia orientale di Jiangxi.
si formano da fluidi in circolazione quando un
sfruttamento di propri giacimenti, come il Viet-
ha spiegato Yasuhiro Kato dell’Università di
magma si è quasi del tutto raffreddato e che pos-
nam, la Groenlandia (dove recentemente sono
Tokyo, a capo del team di scienziati che ha sco-
sono contenere oltre alle terre rare anche mine-
stati scoperti importanti depositi di terre rare),
perto il giacimento.
rali preziosi) e argille lateritiche, ovvero ricche
l’Estonia, il Perù e il Giappone. Quest’ultimo
Da questi dati, si evince anche che le terre rare
di ferro e alluminio.
importa oltre il 60% del suo fabbisogno dalla Cina
non sono poi così rare come può far pensare il
e nel 2010 è stato particolarmente colpito da una
loro nome e, soprattutto, che non sono concen-
Terre rare ma non troppo
limitazione delle esportazioni cinesi.
trate in Cina, anche se in questo momento è l’uni-
Alcuni anni fa, Stati Uniti, Canada e Australia
Oltre che sulla terraferma, negli ultimi anni le ter-
co Paese a essere in grado di far fronte alla
compresero per primi che non potevano lasciare
re rare vengono cercate anche sui fondali ocea-
domanda mondiale. Quel che preoccupa i mer-
che la Cina fosse l’unica nazione al mondo a
nici. È recente la scoperta da parte di un gruppo
cati, dunque, non è la disponibilità in senso asso-
esportare questo prezioso gruppo di elementi, in
di ricercatori giapponesi di un deposito nelle
luto di terre rare, ma il fatto che, finché non
quanto ne sarebbe derivato un monopolio asso-
acque antistanti l’isola di Minamitorishima, a
saranno a disposizione grandi quantità di questi
luto, con tutte le conseguenze del caso. Così han-
circa 2 mila km a est di Tokyo. “Si prevede di
elementi provenienti da altri Paesi, la Cina
no dato vita a importanti progetti per riaprire le
estrarvi almeno 6,8 milioni di tonnellate di terre
potrebbe influenzare enormemente i prezzi di
proprie miniere, come quello di Mountain Pass
rare e, stando ai consumi attuali, darà al Giap-
mercato, oltre che limitare la loro circolazione
in California, o il Nolans Project in Australia cen-
pone un’autonomia di oltre 220 anni per quanto
per propri vantaggi o per esercitare pressioni su
trale e quello di Hoidas Lake nel nord del Canada.
riguarda il fabbisogno di questi elementi nel set-
un certo Stato. Il governo cinese, tra l’altro, ha da
Oltre a questi Paesi, altri stanno valutando lo
tore dell’elettronica e in quello delle auto ibride”,
poco deciso di non immettere sul mercato
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©MASSIMO BREGA
parte di agenti atmosferici, pegmatiti (filoni che
Veduta della miniera Molycorp di
Mountain Pass, posta sul versante
sud della catena Clark Mountain,
a circa 80 km di distanza dalla
città di Las Vegas. Si tratta di
una miniera a cielo aperto che si
estende per oltre 20 ettari; attualmente gli scavi sono arrivati a una
profondità di 150 metri, ma in un
paio d’anni supereranno i 300.
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tutto il materiale estratto, ma di accantonarne
potrebbe ricavare almeno 300 mila tonnellate di
una parte come riserva strategica; così facendo
terre rare dal materiale tecnologico di scarto pre-
diminuiranno le quantità di questi elementi
sente sul proprio territorio. In Europa, il Gruppo
disponibili sul mercato a fronte di una richiesta
Rhodia ha costruito due impianti in Francia, a
che è invece sempre maggiore. Vi è quindi da
La Rochelle e a Saint-Fons, dove si estraggono
ritenere che nell’immediato futuro i prezzi lievi-
200 tonnellate di terre rare all’anno da lampade
teranno enormemente.
fluorescenti, magneti e batterie. Danilo Bonato,
direttore di ReMedia, un consorzio italiano per
Le alternative possibili
lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, afferma:
La gravità della situazione è stata ripetutamente
“Per quel che riguarda il nostro Paese, nel 2011
denunciata dall’Europa, dagli Stati Uniti e dal
sono stati raccolti 2,3 milioni di pezzi elettronici
Giappone alla World Trade Organization. Basti
di scarto tra cellulari e PC. Le attuali tecnologie
pensare che la produzione di terre rare è oggi
di riciclo consentirebbero di recuperare circa il
pari a circa 133.600 tonnellate all’anno, una
30% delle terre rare in essi presenti”. Tutti dati
quantità che a malapena riesce a soddisfare le
da non sottovalutare, per non parlare dei bene-
attuali esigenze mondiali, mentre da qui a tre
fici per l’ambiente.
LA PRODUZIONE DI
TERRE RARE è pari
a circa 133.600 tonnellate
all’anno, una quantità
che a malapena riesce
a soddisfare le attuali
esigenze mondiali,
mentre da qui a tre anni
la domanda supererà
abbondantemente le
200 mila tonnellate.
anni la domanda supererà abbondantemente le
200 mila tonnellate.
Mattia Pellegrini, a capo dell’Unità responsabile
per metalli, minerali e materie prime della Commissione Europea, non nasconde la sua preoccupazione: “Recentemente, la Commissione Europea
di fornitura proprio le terre rare. Quel che potrebbe succedere se la Cina dovesse bloccare le esportazioni verso il Vecchio Continente lo abbiamo capito quando per una settimana lo ha fatto con il
Giappone, mettendone in ginocchio l’economia”.
Diventa sempre più importante, dunque, pensare
a delle alternative. Ad esempio, trovando tecno-
w w w. m b - q r . c o m /02o
©MASSIMO BREGA
ha individuato tra le materie strategiche a rischio
Il nitrato di terbio
è utilizzato nella produzione
di ceramiche e vetro, ma
anche di fosfori e laser.
All’Hitachi Plant Technologies
di Matsudo City, in Giappone,
si ricavano terre rare
riciclando ‘vecchi’ hard disk.
logie sostitutive a quelle che impiegano terre rare
(in Giappone si lavora per costruire auto ibride
senza ricorrere a questi elementi) e mettendo in
atto una vasta azione per riciclare le terre rare
dall’‘immondizia elettronica’ che abbonda sul
Pianeta. Un riciclo che al momento tarda ad afferattuare con estrema sollecitudine ed efficacia se
non si vuole correre il rischio di rimanere totalmente senza terre rare per un qualunque incidente diplomatico con la Cina o perché in questo
enorme Paese potrebbe aumentare considerevolmente la domanda interna di questi elementi. Il
Giappone, dal canto suo, ha già calcolato che
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©Kiyoshi Ota/Bloomberg via Get t y Images
marsi, ma che è assolutamente indispensabile