Diapositiva 1 - Palazzolo Acreide

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Diapositiva 1 - Palazzolo Acreide
Francesco Laurana
Gli archi trionfali tra virtus ed humanitas
Carmela Cappa
1470-1480
La Punizione
dei ribelli è
un affresco di
Sandro
Botticelli e aiuti,
realizzato tra
il 1480 e il1482
Cappella
Sistina in
Vaticano
Roma Santa Prassede IX secolo
Arco trionfale fatto eseguire da papa Pasquale I
Eretta nel1234 per
imperio diretto
di Federico II:
l'opera, affidata con
poteri molto ampi
all'architetto Niccolò
di Cicala( 1218settembre 1247), fu
terminata nel 12391240.
Uno schizzo del 1781, opera di Jean Baptiste
Louis Georges Seroux d'Agincourt
ALFONSUS REGUM PRINCEPS HANC CONDIDIT ARCEM
Giustizia,
Temperanza
Fortezza
Prudenza
L'ingresso a Napoli del re Alfonso, celebrato il 26
febbraio del 1443 come vincitore di Renato d'Angiò,
accuratamente preparato con un preciso cerimoniale
elaborato dalla corte reale. Il corteo reale si era svolto
tra la porta del Mercato, dove era stato realizzato un
effimero arco di trionfo, e Castel Nuovo. Il re
procedeva su un carro dorato condotto da quattro
cavalli bianchi, preceduto dai musici a cavallo, da
sette "Virtù" rappresentate da altrettanti cavalieri e da
carri allegorici. Seguivano a piedi il principe ereditario
e i nobili aragonesi e napoletani. Le sculture
raffiguravano l'avvenimento storico arricchendolo di
significati universali
Il rilievo del fregio centrale dell'arco inferiore raffigura il
corteo trionfale di Alfonso, raffigurato come un imperatore,
seduto sul carro condotto dalla Fortuna e circondato dai
dignitari della sua corte. La gerarchia è ribadita dalla
collocazione delle figure del seguito su un registro inferiore
a quello del sovrano. L'arco superiore avrebbe dovuto
inquadrare la statua equestre del re aragonese, che Alfonso
avrebbe voluto far eseguire dallo stesso Donatello, ma che
non fu mai realizzata. Questa statua ricollegava la
composizione alla tipologia del cenotafio, ribadita anche da
altri richiami funerari: sottolineando il passaggio del
sovrano ad un ambito di eternità
Marcantonio Michiel (Nicolini, 1925, p. 166): "In la entrata del Castelnuovo
nostro è un Arco trionfale, fatto ad tempo del re Alfonso primo di gloriosa
memoria […] per mano di maestro Francesco schiavone”
Nel 1453, a Napoli Francesco Laurana ricevette insieme
con Pere Johan, Pietro di Martino da Milano e Paolo
Romano il pagamento per i lavori all'arco di Castelnuovo,
Laurana è documentato a Napoli il
26 marzo 1474, quando dalla
Tesoreria aragonese ricevette il
pagamento per la Madonna col
Bambino, posta il 20 apr. 1474 dal
maestro Matteo Forcimanya nella
nicchia sopra il portale della cappella
palatina in Castelnuovo
Il ruolo principale nella decorazione fu svolto da Francesco Laurana, che si incaricò di
organizzare il lavoro di un insieme di scultori di diversa provenienza. Il Laurana fu
direttamente autore della Madonna con Bambino, poi trasferita nella cappella di Santa
Barbara all'interno del castello. L'intervento del Laurana lo si individua ancora in molte
parti del trionfo regale, nella figura della Giustizia tra le statue delle nicchie sopra l'arcata
superiore, nei rilievi con l'ambasceria tunisina e con i trombettieri a cavallo.
Il L. è documentato per la prima volta a Napoli il 17 luglio 1453, quando come "Francisco da
Zara" insieme con altri maestri ricevette il pagamento per i lavori all'arco trionfale di
Castelnuovo, iniziati già nel maggio dello stesso anno
Come "Francisco Adzara" oppure "Francesco Atzara" il L. è menzionato a Napoli ancora due
volte (31 gennaio e 28 febbr. 1458); in seguito però in tutte le fonti d'archivio il suo nome
appare come "Francesco de Laurana" oppure "Francesco Laurana". La sua provenienza è
ulteriormente specificata accanto al nome in altre due occasioni: il 10 nov. 1464 è menzionato
come "Franciscus de Lorana de Venesia"; e il 16 ag. 1469, come "Franciscus Laurana[…]
civitatis Venetiarum"
Dato che nel 1453 a Napoli il L. era già citato come maestro e che morì tra il 10 nov. 1500 e il
marzo 1502, si può collocare la sua data di nascita fra il 1420 e il 1430 . E "Laurana"
indicherebbe il suo luogo di nascita, l'odierna Vrana, vicino a Zara in Dalmazia, in quel periodo
parte del dominio veneziano.
Secondo alcuni studiosi il L. fu fratello dell'architetto Luciano Laurana, figlio dell'orefice e
scultore Martino di Pietro da Zara. Secondo Höfler il L. potrebbe essere identificato con
Francesco di Matteo da Zara ("Franciescho di Mattei da Giara"), menzionato insieme con il
fratello Matteo nel Libro delle spese di Maso di Bartolomeo. I due fratelli vennero da Roma per
lavorare con Maso al portale di S. Domenico a Urbino dal gennaio fino al marzo 1451.
Homo sum, humani nihil a me alienum puto
Virtù (dal latino virtus; in greco ἀρετή aretè) è la disposizione d'animo volta
al bene; la capacità di una persona di eccellere in qualcosa, di compiere un certo
atto in maniera ottimale, di essere virtuoso come "modo perfetto d'essere".
Il significato di virtù ha risentito di quello di bene, un concetto che assume
significati diversi a seconda delle modifiche intervenute nel corso delle varie
situazioni storiche e sociali.
La parola latina virtus, che significa letteralmente "virilità", dal latino vir "uomo"
(nel senso specifico di "maschio" e contrapposto alla donna) si riferisce ad
esempio alla forza fisica e a valori guerreschi maschili, come, ad esempio,
il coraggio.
Nella lingua italiana la virtù è invece la qualità di eccellenza morale sia per
l'uomo sia per la donna e il termine è riferito comunemente anche a un qualche
tratto caratteriale considerato da alcuni positivo.
La concezione della virtù nel pensiero greco antico costituisce il fulcro
centrale dell'etica e delle sue trasformazioni nel corso del tempo.
Così in Platone le virtù corrispondono al controllo della parte razionale
dell'anima sulle passioni. Ne La Repubblica verranno indicate per la
prima volta le quattro virtù, che da Sant'Ambrogio in poi verranno
chiamate "cardinali", vale a dire "principali":
la temperanza, intesa come moderazione dei desideri che, se eccessivi,
sfociano nella sregolatezza;
il coraggio o forza d'animo necessaria per mettere in atto i
comportamenti virtuosi;
la saggezza o "prudenza", variamente intesa dalla speculazione antica
seguente, che costituisce, come controllo delle passioni, la base di tutte le
altre virtù;
la giustizia è quella che realizza l'accordo armonico e l'equilibrio di tutte
le altre virtù presenti nell'uo
Per Aristotile Le Virtù etiche
G iustiziaCoraggio
Temperanza
Liberalità
Magnificenza
Magnanimità
Mansuetudine
Virtù calcolative
Arte
Saggezza
Virtù scientifiche
Sapienza
Scienza
Intelletto
Prudenza e Giustizia
sopra sei savi antichi
Fortezza e Temperanza con sei
Antichi Eroi
Pietro Perugino Collegio del
Cambio di Perugia 1500
Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo ed Eternità.
postremo Alfonsum, virtutum omnium vivam imaginem, qui cum
superioribus his nullo laudationis genere inferior extet, tum
maxime religione, id est vera illa sapientia, qua potissimum abrutis
animalibus distinguimur, longe superior est atque celebrior
e per ultimo Alfonso, viva immagine di tutte le virtù, che non solo
non può essere considerato inferiore in nessun genere di lode a
quegli antichi, ma è anche di gran lunga superiore e più lodevole
soprattutto per la religione, ossia per quella vera sapienza per la
quale ci distinguiamo in misura maggiore
Nel maggio
1468 lo si trova
in Sicilia, già
attivo a Sciacca
e a Partanna
Da documenti di
Sciacca, risalenti al
13 e al 22 maggio
1468, risulta chiaro
che il barone Onofrio
Graffeo, feudatario di
Partanna, sequestrò
dalla locale bottega
del L. due figure di
marmo alabastrino e
i suoi attrezzi, per
costringerlo ad
andare a lavorare
per lui a Partanna
Il soggiorno a Sciacca e Partanna durò ben poco; e il 2 giugno 1468
il L. firmò insieme con Pietro de Bonitate il contratto per la
decorazione scultorea della cappella di Antonio Mastrantonio in S.
Francesco d'Assisi a Palermo
Catania Cattedrale
Cappella della Vergine
1545 dallo
scultore Giovan Battista
Mazzolo
Gabriele di Battista 1505
Avignone chiesa di Saint_Didier_retablo_di_Laurana
Castelvetrano Chiesa di San Domenico iniziata dal Signore di
Castelvetrano Nino Tagliavia e Alagona nel 1470
Dal 1574 al 1580 l'interno è decorato da Antonino Ferraro da Giuliana
La Porta Nuova, originariamente voluta nel 1583 dal
viceré Marcantonio Colonna per ricordare la vittoria
di Carlo V sulle armate turche, subì la totale distruzione
nel 1667, quando esplose un deposito di polvere da
sparo. Nel 1669 l'architetto Gaspare Guercio la ricostruì
integralmente e pensò di porre a coronamento dell'edificio
una copertura piramidale rivestita da piastrelle policrome
maiolicate con l'immagine di un'aquila ad ali spiegate.
Il prospetto rivolto verso la città ricalca gli schemi classici
degli antichi archi di trionfo, mentre quello esterno
presenta un'architettura originale e bizzarra dominata
dalla presenza spettacolare di quattro telamoni,
raffiguranti i Mori sconfitti da Carlo V
Andrea Pozzo San Biagio Catania
Agli altri esseri una natura definita è contenuta entro le
leggi da noi dettate.
Tu, non costretto da alcuna limitazione, forgerai la tua
natura secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai.
Ti ho posto in mezzo al mondo, perché di qui potessi più
facilmente guardare attorno tutto ciò che vi è nel mondo.
Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né
immortale, perché come libero, straordinario plasmatore e
scultore di te stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella
forma che preferirai.
Potrai degenerare nei esseri inferiori, che sono i bruti;
potrai rigenerarti, secondo la tua decisione, negli esseri
superiori, che sono divini».
Giovanni Pico della Mirandola
Ritratto di Don Pietro Speciale
Francesco Laurana, medaglia di Jean
d‘Anjou, 1464
Nel maggio 1468 lo si trova in Sicilia, già attivo a Sciacca e a
Partanna. La maggior parte degli studiosi propone di datare tra il
1466 e il 1468 il suo secondo soggiorno a Napoli, dove il L.
potrebbe essersi messo in contatto con il suoprimo committente
siciliano, Carlo Luna, conte di Caltabellotta e signore di Sciacca,
che dopo il 1465 si trovava alla corte napoletana .
Da documenti di Sciacca, risalenti al 13 e al 22 maggio 1468,
risulta chiaro che il barone Onofrio Graffeo, feudatario di
Partanna, sequestrò dalla locale bottega del L. due figure di
marmo alabastrino e i suoi attrezzi, per costringerlo ad andare a
lavorare per lui a Partanna
Castelvetrano Chiesa dell’Annunziata
F. Laurana
Strinse amicizia con i Luna di Sciacca,
all’epoca al seguito di re Alfonso
il Laurana accettò l’invito a venire in
Sicilia di Carlo Luna e, su committenza
dello stesso, eseguì il portale della
chiesa di Santa Margherita a Sciacca
La committenza dei Tagliavia è
documentata dallo stemma, che di
questi figura nel basamento della
statua. Più esattamente, detto
basamento riporta, nel lato a sinistra di
chi guarda, lo scudo con la palma dei
Tagliavia, a destra lo scudo con il grifo
e le bande dei Graffeo, al centro una
croce, negli spigoli smussati due vasi
con fiori, lateralmente due testine alate.
Sul bordo
superiore della
base reca
l'iscrizione
"Franciscus
Laurana me fecit
1471", al centro
della stessa si
trova il rilievo
della Natività,
negli sguanci
l'Annunciazione e
la Presentazione
al Tempio e, ai
lati, due angeli
reggistemma con
lo scudo di Noto,
elemento questo
che fa pensare a
una commissione
della città.
Noto - Madonna della Neve
- Francesco Laurana
1471- Chiesa del Crocifisso
Scolpita da Francesco Laurana tra il
1471 e il 1472. La statua è alta cm
190 e poggia su una base di cm 35; in
questa base vi è l’iscrizione “Sancta
Maria de la Gratia de Palaczu” ed un
leggendario bassorilievo della
Dormitio Virginis; in un lato vi è
scolpito lo scudo con sei palle che è
l’arme degli Alagona e nell’altro uno
scudo con leone rampante coronato.