guinea: la dittatura, l`italiano e gli altri predatori

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guinea: la dittatura, l`italiano e gli altri predatori
GUINEA: LA DITTATURA, L'ITALIANO E GLI ALTRI PREDATORI
Giovedì 25 Dicembre 2008 01:05
di mazzetta
Lansana Conté, dittatore della Guineau è morto e poche ore dopo il suo trapasso le strade della
capitale Conakry si sono riempite di blindati. Giunto al potere con un golpe, Conté ha incarnato
a lungo il prototipo del dittatore africano fantoccio delle potenze straniere, nel caso di specie
Francia e Stati Uniti, che mai hanno contestato la sua permanenza al potere, nonostante più di
vent'anni di violenze e di elezioni-farsa. Fatte le debite proporzioni è come se in Italia fosse
morto Mussolini e desta sensazione la pioggia di necrologi con i quali numerose corporation di
paesi democratici e occidentali si sono “unite al dolore e alla commozione dei guineani” che
invece non vedevano l'ora di liberarsi del dittatore. Per la Guinea, che l'hanno scorso si era
ribellata al dittatore e chi si era acquietata solo quando questo aveva fatto sparare sulla folla
facendo decine di morti, si apre un periodo d'incertezza. I militari che hanno preso il controllo
di radio e televisione dicono di avere il controllo del paese e che nuove elezioni si terranno
entro due mesi, diventati però due anni già nel comunicato del giorno seguente. Il governo
invece dice che i militari sono una minoranza dell'esercito e che non sono stati attaccati perché
il governo non vuole scatenare dinamiche sanguinose, ma che il governo è saldamente al
potere.
Secondo la Costituzione le elezioni si dovrebbero tenere entro sei mesi dalla morte del
presidente, ma su questo dettaglio il governo non si è espresso. L'attuale premier è in carica da
poco; dopo le proteste, che nel 2007 avevano unito tutto il paese, Conté aveva nominato un
primo ministro che godeva di maggior favore popolare (Kouyaté), ma solo per sostituirlo
velocemente con l'attuale Souaré, un suo fedelissimo, che per il momento sembra godere
dell'appoggio dei comandanti militari nominati da Conté.
Nella storia della dittatura di Conté c'è anche il caso più unico che raro di François Lonseny
Fall. Fall, eminente personalità guineana e diplomatico di lungo corso, che è stato
probabilmente l'unico primo ministro della storia a dimettersi volontariamente dal suo incarico
(nel 2004) mentre si trovava all'estero (in Francia), chiedendo nello stesso momento asilo
politico al paese nel quale si trovava in visita. Dichiarò che a spingerlo erano state l'incredibile
livello raggiunto dalla corruzione nel paese e le ingerenze illegali di Conté e della sua corte di
affaristi.
Ma se la popolazione non versa lacrime, ne versa molte Guido Santullo, che di Lansana Conté
era il braccio destro operativo, tanto da essere nominato “ambasciatore itinerante” e “incaricato
d'affari della presidenza”. Era lui a portare d'urgenza il presidente in Svizzera a curare il suo
diabete, era lui insieme a pochi fedelissimi a sbrigare gli affari correnti mentre il presidente
viveva ritirato nella sua città natale nell'interno, rifiutandosi di prendere parte a manifestazioni
pubbliche e anche ai vertici internazionali, che non ha mai presenziato in tutta la sua carriera.
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La storia di Santullo è paradigmatica. Giunto in Guinea alla vigilia del golpe che portò Conté al
potere, è presto divenuto ricco e potente, mettendo insieme la prima impresa di costruzioni del
paese. I guineani però non hanno troppo gradito le sue costruzioni, che sembrano cadere in
rovina troppo velocemente, e ancor meno hanno gradito la sua vicinanza al dittatore. Così negli
anni si è scoperto che Santullo raccontava balle vantando esperienze inesistenti e si arricchiva
a spese dei guineani, assicurandosi il monopolio dell'edilizia pubblica guineana mentre le
compagnie straniere razziavano a poco prezzo le materie prime di cui è ricco il paese.
Guido Santullo in Italia non lo conosce quasi nessuno, ma in Guinea è famoso (o forse, per
alcuni, sarebbe meglio dire famigerato). La sua pessima fama si è costruita negli anni, quando i
guineani hanno scoperto che la sua Sericom non è una delle aziende più vecchie d'Italia (tanto
che in Italia non esiste neppure) e che le sue esperienze nel campo internazionale delle
costruzioni sono solo frutto della sua fantasia. Con la morte di Conté si aprono scenari
interessanti, avvicinandosi il momento nel quale la Guardia di Finanza potrà finalmente
accedere alla sua fastosa villa di Gaeta, Villa Nino (in Via Flacca, Contrada-Ariana, Km 26.500),
fino ad ora protetta dall'essere nientemeno che un'ambasciata guineana, con tanto di bandiera
e Mercedes targata Corpo Diplomatico.
La vicinanza a Conté è stata molto preziosa per Santullo e con la sua morte si apre per
l'italiano un periodo d'incertezza. Vera e propria eminenza grigia del defunto presidente,
secondo solo a Elhadj Mamadou Sylla, che si è pappato il resto dell'economia guineana e la
presidenza del partito del presidente, Santullo nominava funzionari e ufficiali guineani e godeva
di privilegi inimmaginabili in altri paesi, tra i quali il monopolio delle costruzioni pubbliche e
l'esenzione dalle tasse e altri favoritismi, tanto che l'unica moderna infrastruttura viaria del
paese collega la capitale ai villaggi e agli alberghi di Santullo. Un monopolio che Santullo ha
difeso in ogni modo, anche parlando male della Guinea, quando nella sua veste ufficiale
avrebbe dovuto sollecitare gli imprenditori italiani ad investire nel paese; ma è facile capire che
non gradisse concorrenza o scomodi paragoni con i suoi manufatti. Una vergogna per la
Guinea, una vergogna per l'Italia.
Una vergogna per la quale non sono mancate denunce che hanno fatto male solo ai
denuncianti in Guinea, mentre in ambiente meno protetto è stato Santullo a soccombere
quando ha provato a tacitare due cittadini guineani residenti in Francia che avevano esposto lo
scandalo e le sue malefatte su internet. La giustizia francese è diversa da quelle guineana e
Santullo è stato respinto con perdite: per la giustizia francese non è un reato descriverlo come
un truffatore e anche peggio.
Santullo non è però che la spia di una situazione che va bene a tutti, guineani a parte, visto
che il paese è ricco di risorse naturali e che il suo affidamento al dittatore di turno permette il
prelievo delle materie prime a prezzo di favore, non solo ai modesti Santullo. Così
dall'indipendenza il paese ha avuto solo due capi di stato, due dittatori che hanno fatto della
Guinea un paese talmente “stabile” da rovinare la vita dei suoi cittadini, che in mezzo a tanto
ben di Dio hanno dovuto rassegnarsi a campare con 400 dollari all'anno. Ma questa stabilità
piace molto alle corporation che così non devono ridiscutere gli accordi conclusi elargendo
mance miserabili al pupazzo di turno.
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L'unica certezza sono per ora i blindati per le strade di Conakry, la capitale del paese che
sorge su una stretta penisola che si allunga verso l'Oceano Atlantico, anche se non si è ancora
capito se appartengano ai militari golpisti o a quelli lealisti. Il destino del paese e quello di
Santullo sono per ora imperscrutabili, mentre è molto più facile prevedere che il destino dei
guineani non viaggi verso miglioramenti nel breve periodo, visto che le opzioni disponibili
sembrano ridursi alla scelta tra una dittatura ed un'altra assolutamente simile.
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